Rossi chiama Prandelli
«Mister sto bene,
portami ai mondiali»
La lista dei convocati del Brasile: fuori Kakà e Robinho. A pag. 11
Il nuovo
$1.00 Più tasse nella Gta (prezzo più alto fuori) ■ Anno 02 ■ N. 88
www.corriere.com
Giovedi 8 Maggio 2014
Stipendi d’oro ai consiglieri di Vaughan
Tra benefit, rimborsi spese e gettoni di presenza la “città sopra Toronto” è quella con le buste paga più alte della Gtha
Leonardo N. Molinelli
TORONTO - Sono quelli di Vaughan i consiglieri comunali che
guadagnano di più nella Gtha. Gli
otto membri che, insieme al sindaco Maurizio Bevilacqua, formano il Consiglio comunale della città sopra Toronto hanno infatti guadagnato nel 2013 una media
di quasi 145 mila dollari. 144,764.95
per l’esattezza. Una cifra che comprende, oltre allo stipendio, anche
rimborsi spese, beneit e gettoni
di presenza nei consigli d’amministrazione delle aziende pubbliche controllate dalla Città e che è
il frutto della divisione tra il costo
complessivo del Consiglio comunale e il numero di persone che lo
compone.
 SEGUE A PAGINA 3
CALCIO VIOLENTO
«I club rompano
coi gruppi ultrà»
La protesta dei senatori del Movimento 5 Stelle nell’aula del Senato
Senatori M5S in manette in aula
A Palazzo Madama va in scena la clamorosa protesta. Calderoli: vado a cercare un fabbro
 ARTICOLO A PAGINA 7
UCRAINA
Frenata di Putin
sul referendum
 SEGUE A PAG. 6
IMMIGRAZIONE
Moratoria sui permessi, ecco chi rischia
Tutto quello che c’è da sapere dopo il blocco delle Lmo voluto da Jason Kenney
Mario Cagnetta
 ARTICOLO A PAG. 8
ROMA - Non c’è stata «alcuna
trattativa». Davanti al Parlamento Angelino Alfano ribadisce che
le istituzioni non sono scese a patti con i violenti e che la inale di
Coppa Italia si è giocata per preciso volere delle autorità e per la
«situazione d’incertezza».
TORONTO - Verrà accettata la
mia Lmo oppure no dopo la moratoria decisa da Jason Kenney
nel Food Service Sector? In questi
giorni sono stati molti gli italiani a
chiamarci preoccupati che la nuova misura possa in qualche modo
rovinare il loro sogno di poter restare in Canada a lavorare.
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MUSICA
Mina, in arrivo
la nuova attesa
antologia
 ARTICOLO A PAG. 10
GIOVEDI 8 MAGGIO 2014 • CORRIERE CANADESE
2
CANADA
IMMIGRAZIONE
Moratoria sui permessi, ecco chi è a rischio
La sospensione
nel food services
sector colpirà
anche tanti italiani
in attesa della Lmo
o che avevano
chiesto il rinnovo
del work permit
(segue dalla prima)
Employment and social development Canada ha pubblicato sul
proprio sito una serie di domande
e risposte applicate caso per caso a ciascuna tipologia per evitare che possa esserci della confusione in materia o che si creino aspettative erronee sulla possibilità di restare o meno in Ontario
senza un permesso.
Che cos’è una moratoria. La
moratoria è un ritardo o una sospensione in questo caso di una
attività o di una legge. Nello specifico qui è stato sospeso il programma per i lavoratori temporanei, i TFW, nel settore Food Service. La sospensione durerà fino
a quando non sarà risolto il problema con una revisione del programma.
Le ragioni della moratoria. Nei
giorni scorsi il governo è stato
messo in guardia riguardo a un
possibile abuso in Alberta di questo programma. In pratica alcune compagnia, tra cui McDonald,
licenziavano i canadesi (che devono sempre avere la priorità su
qualsiasi occupazione disponibile, ndr) per assumere i lavoratori
stranieri e pagarli di meno.
Le categorie coinvolte nella
moratoria. Inizialmente si pensava che fossero solo i “burger flipper” a essere colpiti. E invece non
è così: la lista diffusa dall’Esda interessa anche chef, cuochi, Retail Trade Managers, Retail Trade Supervisors, Cleaning Supervisors, macellai, tagliatori di carne
e i pescivendoli, maitre d’hotel e
hostes, bartender, guardie di sicurezza, personale di pulizia anche
specializzato, rappresentanti vendita e specialisti tecnici.
Gli interessati. Chi si trova in
Canada con un permesso di lavoro temporaneo valido nel settore
del Food Services potrà continua-
re a lavorare secondo le modalità stabilite. Anche chi ha ottenuto l’approvazione da parte di Citizenship and Immigration Canada
ma non è ancora arrivato in Canada non verrà toccato. E potrà ottenere il permesso una volta che
entrerà in Canada. Diversa è la situazione per chi invece aveva una
pratica in corso e non aveva ottenuto il via libera al permesso: questi ultimi riceveranno una notifica
che li avviserà della sospensione
della loro domanda fino a quando non verrà presa una decisione
riguardo alla Labour Market opinion. Quindi è inutile anche presentarsi al confine visto che è di
fatto tutto sospeso e le autorità
canadesi non possono più decidere in materia almeno fino a quando il governo non avrà fatto chiarezza.
Gli altri casi. Come detto l’ESDC
non esaminerà più non soltanto
le nuove domande di assunzione
per i lavoratori stranieri ma anche
quelle che erano state precedentemente inviate e che erano in attesa di una risposta. Inoltre, ogni
Lmo positiva senza nome che non
era stata utilizzata dal datore di lavoro deve considerarsi bloccata e
non utilizzabile sempre all’interno del Food Services Sector.
Quanto durerà questa moratoria? La moratoria durerà fino a
quando non verrà conclusa la re-
visione del programma sui Temporary Foreign Worker.
I rimborsi. I datori di lavoro che
hanno pagato i $275 di tasse per la
presentazione della domanda ma
non hanno ricevuto risposta, verranno rimborsati.
Cosa succede per chi non è in
Canada ma aveva una richiesta
in corso e attendeva una risposta? Come detto non potrà ottenere il work permit perché la sua
domanda è stata sospesa. Dovrà
aspettare la conclusione della revisione del programma e la rimozione della moratoria.
Cosa succede per le estensioni
del permesso per chi lavora in
Canada?. Anche in questo caso
la Lmo, Labour Market Opinion,
verrà sospesa fino a nuovo ordine per il settore del Food Services. La differenza è che questi ultimi potranno usufruire dello status di “implied” se la loro richiesta di rinnovo era stata presentata prima della data di scadenza
del loro permesso. Ciò vuol dire
che potranno restare in Canada e
continuare a lavorare per lo stesso
datore di lavoro segnato sul loro
permesso temporaneo. Lo status
di “Implied” durerà fino a quando non verrà presa una decisione
sul rinnovo del loro work permit.
Cosa succede per chi ha un permesso in scadenza ma non ha
ancora chiesto il rinnovo. Il
permesso di lavoro non potrà essere rinnovato sulla base della sospensione attualmente in corso.
E questo vale anche quando ci si
presenta davanti al confine. Chi è
in questa situazione deve lasciare il Canada alla scadenza del suo
permesso a meno che non riesca a
ottenere un’altra autorizzazione a
lavorare o ottenere l’idoneità per
un altro status in Canada.
L’INTERVENTO
«Tfwp e replacement workers, il governo attacca il ceto medio»
TORONTO - Da una parte il blocco dei permessi nel settore del
Food services per evitare che i lavoratori stranieri sostituiscano
i canadesi con stipendi più bassi. Dall’altra la possibilità per le
aziende di ricorrere ai “replacement workers” quando i dipendenti sono in sciopero. Sembra
strano ma entrambe le cose, apparentemente in contraddizione, avvengono nella stesso Paese: il Canada.
Nella stessa provincia, l’Ontario e forse anche a pochi metri
di distanza tra loro. Per l’mpp ndippino France Gelinas, irmatario della proposta per abolire il ricorso ai “replacement workers”,
«si tratta di un disegno preciso
contro la classe media da parte
dei conservatori a livello federale e anche a livello provinciale visto che è per colpa loro se in Ontario il ricorso ai crumiri è ritornato a essere legale negli anni 90»
ed è colpa loro se il ricorso ai lavoratori temporanei ha portato a
questi abusi.
Ma veniamo ai fatti prendendo
come riferimento due multinazionali molto conosciute: la prima è
McDonald, leader mondiale, nel
settore dei fast food. La seconda è
invece la Crown Holdings, un colosso statunitense che ha oltre 149
stabilimenti in 41 Paesi nel mondo
per un totale di 21.900 dipendenti. La catena di Fast-Food ha avuto problemi in Alberta perché si è
scoperto che licenziava i canadesi per rimpiazzarli con i lavoratori stranieri e pagarli così di meno.
Sopra, l’mpp ndippina France Gélinas;
a destra, i dipendenti della Crown
Holdings di North York
durante un picchetto
Il governo conservatore, per mano del ministro all’occupazione
Jason Kenney, è subito intervenuto e ha sospeso tutti i permessi di
lavoro temporanei nel settore del
Food Services. La misura, da molti avvocati giudicata eccessiva e
da altri applaudita, ha punito così
non soltanto gli imprenditori furbi ma anche i datori di lavoro onesti. Resta il fatto che anche agli occhi dell’Ndp l’abuso del TFWP ha
arrecato in questi anni non pochi
danni ai canadesi e al ceto medio,
indebolito dalla caccia ai lavoratori stranieri per abbassare i salari. Il caso della Crown Holdings a
guardarlo bene non è molto diver-
so. La multinazionale che produce
contenitori per il cibo e le bevande è nell’occhio del ciclone per
le recenti lotte con i lavoratori e
i sindacati. Nello stabilimento di
North York infatti i lavoratori sono in sciopero da settembre perché l’azienda nel corso delle trattative per il rinnovo contrattuale
ha detto di voler pagare i neo assunti il 40 per cento in meno rispetto ai dipendenti in organico.
Tradotto, ciò signiica $13 circa contro i $23 di media. Ma non
è inita qui: per far fronte allo
sciopero ad oltranza, la compagnia ha chiamato dei lavoratori
dall’Alberta da un altro loro stabi-
limento non sindacalizzato. E altri sono arrivati dagli Stati Uniti.
La Crown Holdings li ha chiamati “replacement workers” mentre
per i dipendenti si tratta di “Scab
workers” ovvero di crumiri. Qui
però nessuno è intervenuto per
interrompere una pratica che di
sicuro porterebbe a un abbassamento consistente dei salari. Nessuna sospensione, nessun provvedimento è arrivato.
Anzi, i dipendenti della Crown
Holdings dello stabilimento di
North York si sono lamentati della
scarsa attenzione da parte dei politici sia a livello provinciale che
a livello federale. Proprio l’mpp
France Gelinas aveva proposto di
emendare l’Ontario Labour Relations Act per proibire il ricorso ai
“Replacement workers” ma la sua
mozione non è mai passata. Per lei
si è trattato della seconda bocciatura visto che ci aveva provato anche prima a farla approvare.
«Il ricorso ai replacement workers è illegale in Québec e in British Columbia ormai da anni - ha
detto Gélinas al Corriere - E lo era anche qui in Ontario prima che
i Conservatori lo rendessero legale negli anni 90. Il problema è
che in Ontario anche i liberali non
hanno mai voluto afrontare questo problema che ormai da tempo
ha assunto delle proporzioni davvero rilevanti. Manca un osservatorio, mancano dati e nessuno è in
grado di avere una stima delle aziende che ricorrono ai “replacement workers” quando i loro dipendenti sono in sciopero».
Il fatto più grave per Gelinas
però è stata la totale assenza dei
liberali, da 10 anni ormai al governo e sempre restii ad affrontare il problema e a ripristinare il
vecchio sistema per proibire il ricorso a questa pratica. «È da dieci
anni che abbiamo questa proposta
sul tavolo e viene respinta - conclude - Avremmo voluto maggiore attenzione da parte loro perché
i conservatori da sempre hanno agito per indebolire il ceto medio
e da parte loro non c’è stata sufficiente attenzione alle conseguenze di questa politica nei confronti
delle famiglie dell’Ontario».
(M.Cagn)
CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 8 MAGGIO 2014
3
CANADA
Il consigliere più pagato
nel 2013 a Vaughan è stata
Marilyn Iafrate con oltre
162mila dollari, più di
quanto è lo stipendio base
di un parlamentare. La meno
pagata è stata Deb Schulte
con quasi 113mila dollari
(segue dalla prima)
A dirlo sono i numeri del report
sulle inanze della Città approvato dal Consiglio comunale di Vaughan lo scorso 18 marzo. Un report che testimonia come la marea di denaro pubblico speso in
stipendi “monstre” non si limiti
ai soli sindaci, dei quali il Corriere
Canadese ha scritto ieri, ma anzi
riguardi anche i consiglieri.
Non è solo a Vaughan infatti
che i membri dei Consigli comunali guadagnano molto, ma anche nelle altre principali città della Greater Toronto and Hamilton Area. A Toronto per esempio
la paga media per un consigliere
nel 2013 è stata di circa 129mila. A
Brampton invece i 10 consiglieri si
sono portati a casa quasi 120 mila dollari a testa, mille dollari in
più degli 11 colleghi di Mississauga con i loro quasi 119 dollari. Più
contenuti i costi a Markham e Hamilton, dove le cifre sono di quasi 98mila e oltre 72 mila dollari,
anche se la Città del ferro non ci
ha fornito i dati su beneit e spese. Ovviamente parliamo sempre
di medie, ovvero della somma di
stipendi, beneit e altro pagata dal
Comune ai propri consiglieri divisa per il numero di questi ultimi.
Vediamo però nel dettaglio la situazione città per città.
Vaughan - Come detto questa è la
città con la media stipendi più alta.
I consiglieri sono otto e il loro stipendio base è di 73,660.30 dollari,
escluso il vice sindaco Gino Rosati che guadagna 81,026.86 dollari.
A goniare la cifra sono rimborsi
spese, beneit e gettoni dei consigli d’amministrazione. È grazie a
Città
Consiglieri
Stipendio base
Cifra massima
TOTALE
MEDIA
Vaughan
8
73,660.30
162,524.48
1,158,119.61
144,764.95
Toronto
44
104,548
133,096
5,687,072
129,251.64
Brampton
10
72,362.94
141,092.71
1,198,880.28
119,888.03
Mississauga
11
81,614
120,110.40
1,446,921.59
118,627.72
Markham
12
71,587
105,595
1,172,544
97,712
Hamilton
15
72,640.80
n/a
1,089,612
72,640.80
In alto
da sinistra,
il Consiglio
comunale di
Toronto,
i membri del
Consiglio di
Vaughan e il
Consiglio
di Brampton
L’INCHIESTA
È a Vaughan il Consiglio
comunale più caro della Gtha
questi infatti che i consiglieri riescono quasi a raddoppiare, in media, il loro stipendio base. Aggiungendo agli stipendi queste entrate
il consigliere che guadagna di più
è Marilyn Iafrate, che nel 2013 si
è portata a casa 162,524.48 dollari
grazie a oltre 20mila dollari di beneit, quasi 45 mila dollari di rimborsi spese e quasi 21mila dollari
di stipendi (o gettoni di presenza)
da (New) Vaughan Holdings Inc.,
la ora dissolta Vaughan Holdings Inc. e Hydro-Vaughan Energy
Corp.. Non male, se si pensa che
lo stipendio base di un parlamentare è di 160 mila dollari. Dietro la
Iafrate, ma sempre oltre la media
del Consiglio, ci sono poi Rosanna De Francesca (156,252. 30 dollari), Michael Di Biase (151,750.33
dollari), Sandra Yeung Racco
(149,291.88 dollari), Alan Shelfman (148,508.79) e Tony Carella
(147,596.61 dollari).Gli unici due
che stanno sotto la media sono il
vicesindaco Rosati e la consigliera regionale Deb Schulte. Rosati, nonostante lo stipendio di partenza più alto, nel 2013 ha guadagnato 129,528.35 dollari. A batterlo è solo la Schulte, che si limita a
112,666.87 dollari.
Toronto - Sono 44 i consiglieri
comunali e nel 2013 sono costati
alla Città quasi 5milioni e 700mila dollari. Lo scorso anno infatti
il guadagno medio di ogni consigliere è stato di 129,251.64 dollari.
Cifra che non tiene conto dei soldi che i consiglieri ricevono per
pagare il loro staf e le spese per
il loro uicio. Soldi con i quali la
media di ogni consigliere andrebbe oltre i 375 mila dollari. Lo stipendio base dei consiglieri a Toronto è di 104,548 dollari, cui vanno aggiunti i beneit che per la
maggior parte dei consiglieri sono
26,729 dollari. La cifra che la maggior parte dei consiglieri torontini arriva a guadagnare è quindi
di 131,277 dollari. Oltre quella cifra ci sono otto consiglieri (Ainsle, Augimeri, Crisanti, De Baeremaeker, Lindsay Luby, Milczyn,
Parker e Perruzza) che ricevono
alcune centinaia di dollari da Agenzie, Corporations e altri enti.
I consiglieri meno pagati, esclusi
Holyday e Leon che si sono dati
il cambio ad agosto dopo l’elezione del primo a Queen’s Park, sono
invece Frank Di Giorgio, il deputy
mayor Norm Kelly e Ron Moeser
con 116,430 dollari. Appena superiore (117,036) invece il guadagno
di Raymond Cho. Un dato curioso
è la diferenza di guadagno all’interno dello stesso Consiglio in base ai voti presi. Se infatti ci sono
consiglieri come Mary-Margaret
McMahon o Michael Thompson
che con i loro oltre 15mila voti si
prendono rispettivamente 8,66 e
8,68 dollari a voto ricevuto, il meno votato del consiglio, ovvero James Pasternak con 3159 voti, ne
prende 41.56. Dietro di lui Frank
Di Giorgio con 32.02 dollari a voto, Gary Crawford con 29.89 e Anthony Perruzza con 27.79.
Brampton - Nella città della Peel
Region i consiglieri sono 10 e il loro stipendio base è 72,362.94 dollari. A questo però vanno aggiunti
il pagamento della pensione, i beneit e i rimborsi spese (comprese
le spese per la gestione dell’uicio
elettorale). È con queste aggiunte
che la più pagata, Vicky Dhillon,
arriva a 141 mila dollari anche grazie a oltre 52mila dollari di rimborsi spese. La meno pagata è invece Sandra Hames con 104 mila
dollari e nessun versamento per
$BMMGPSBOBQQPJOUNFOU
$BMMGPSBOBQQPJOUNFOU
A Toronto i consiglieri
comunali hanno uno
stipendio base di quasi 105
mila dollari, ma con i beneit
arriva ino a 131,277dollari
per quasi tutti. I meno pagati
sono Moeser, Di Giorgio
e il Deputy mayor Kelly
la pensione (come John Hutton).
Recordman del pagamento della
pensione è invece Bob Callahan
con quasi 24mila dollari. Appena
sopra la media di 119,888.03 dollari
il consiglieri che si candida a sindaco John Sanderson.
Mississauga - Lo stipendio base per i consiglieri della sesta città del Canada è di 81,614 dollari. A questi vanno aggiunti poi
i 21,192.40 dollari di beneit che
vanno a nove degli consiglieri. Solo Patricia Mullin (18,836.20 dollari) e Ron Starr (7,239.14 dollari)
hanno preso meno nel 2013. Per
questo sono gli unici due a non
toccare la cifra di 120,110.40 dollari di guadagni totali degli altri nove colleghi. Non fanno parte del
conto le spese per la gestione del
proprio ward.
Markham - I 12 consiglieri di
Markham hanno uno stipendio
base di 71,587 dollari cui vanno
aggiunti 19,686 dollari di beneit. Diverso il discorso per il vice
sindaco Jack Heat che guadagna
78,746 di stipendio e 21,655 dollari in beneit. A questi soldi vanno
poi sommati i rimborsi spese che
però non vanno oltre gli ottomila dollari di tre consiglieri. Detto
che la media è di 97,712 dollari a
consigliere, il più pagato nel 2013
è stato Heath con 105,595 dollari,
mentre il meno pagato è stato Joe
Li (91,273 dollari).
Hamilton - Nella città del ferro
i consiglieri guadagnano quasi 73
mila dollari che per un terzo della cifra sono esentasse. Non abbiamo invece i dati sui beneit e i
rimborsi spese nonostante li avessimo richiesti.
[email protected]
GIOVEDI 8 MAGGIO 2014 • CORRIERE CANADESE
4
I FATTI DEL GIORNO
SUTTON HIGH SCHOOL DI GEORGINA
Botte e insulti razzisti contro uno studente
TORONTO - Di pugni e insulti a
sfondo razzista ne sono volati tanti
durante l’intervallo nel cortile della Sutton High School di Georgina. Ad essere accusati di aggressione sono stati ben quattro ragazzi: in un video girato nel mese di aprile si vedono due studenti, uno
dei quali di colore, che si prendono
a pugni mentre sullo sfondo altri
giovani urlano insulti razzisti. «La
cosa più triste di tutta la vicenda è
proprio quella degli insulti contro
mio figlio PJ - dice Charles Makuto, padre del 17enne picchiato e offeso - da quando ci siamo trasferiti
in questa cittadina lo scorso ottobre la vita di mio figlio è diventata difficile, è continuamente oggetto di episodi di bullismo».
Una situazione insostenibile, ormai, secondo il padre del ragazzo. «È difficile avere a che fare con
tutto questo - continua amareggiato il genitore - avvertiamo una
pressione incredibile e soffro tantissimo per le angherie che mio figlio subisce».
Non è comunque nuova ad episodi di razzismo la Sutton High
School della cittadina dell’Ontario
il cui nome era apparso sui giornali nel febbraio del 2013 dopo che a
numerosi studenti venne proibito di indossare accessori con impressa la “Confederate flag”, una
immagine a lungo associata con
il razzismo e l’abuso. È da allora
che, secondo la preside dell’istituto Dawn Laliverte, sono stati messi in atto programmi per educare gli studenti sul razzismo, “razzismo che non sarà tollerato”. Ma
il problema non è poi così “grande” secondo la preside Laliverte:
«Ad essere responsabili di queste
azioni è un gruppo molto picco-
lo di studenti», dice. Non è dello
stesso parere la African Canadian
Legal Clinic secondo cui “non si fa
abbastanza per prevenire il verificarsi di incidenti di questo tipo in
questa comunità”. «Non stanno fa-
cendo abbastanza e dovrebbero invece mandare un messaggio chiaro e forte ad altri nella stessa scuola che magari condividono lo stesso punto di vista - dice senza giri
di parole Roger Love della African
Canadian Legal Clinic - dovrebbero dire loro che azioni di questo
genere non sono tollerate in alcun
modo, forma o contenuto».
È dello stesso parere anche
Charles Makuto che ritiene che il
York Regional School Board non
ha fatto abbastanza e che nessuna
misura è stata adottata per proteggere suo figlio. «Che cosa stanno
aspettando? - si chiede il genitore aspettano la morte di qualche altro
ragazzo? É questo che vogliono?».
I quattro studenti responsabili
dell’atto di bullismo sono stati sospesi per un periodo ma sono ormai tornati a seguire le lezioni.
Nelle foto Charles Makuto, padre
dello studente vittima di bullismo
Da questa estate
si potrà pagare
il parcheggio
con il cellulare
CRONACA NERA
Uomo arrestato per violenze sessuali avvenute negli anni ’90
TORONTO - Michael Kachanovsky, 48 anni, residente a Lindsay, dovrà comparire in tribunale il 26 maggio. L’uomo è stato
arrestato con l’accusa di violenza sessuale per fatti che risalgono al periodo compreso tra il
1990 e il 1994 quando allenava
la squadra di hockey giovanile
Streetville Minor Hockey Association e faceva parte dei Big
Brothers and Big Sisters of Peel.
L’indagine prosegue: chiunque
sia in possesso di informazioni può telefonare alla polizia al
905-453-2121 o a Crime Stoppers
all’1-800-222-8477.
¬ La Waterloo Regional Police ha
confermato che il corpo trovato
nel Nith River, a sud di Haysville, è quello di Robbie Reiner, il
bimbo di cinque anni scomparso
dalla sua casa di New Hamburg
il 26 dicembre del 2013. La polizia ritiene che il bimbo sia uscito di casa e sia caduto nel iume
annegando. La riva e le acque del
iume sono state setacciate nei
mesi scorsi dagli agenti dell’Opp
e dalla squadra sommozzatori
ma le ricerche non avevano dato
alcun esito.
¬ Un detenuto del carcere Hamilton-Wentworth
Detention
Centre è deceduto, si presume,
per una overdose di droga. Negli ultimi giorni l’intervento dei
paramedici nel carcere è stato
richiesto per ben 12 volte per
soccorrere detenuti che presentavano sintomi di overdose di
sostanze stupefacenti. L’uomo,
sul cui cadavere verrà condotta
una autopsia, è deceduto la notte
di martedì.
TORONTO - A partire da
questa estate pagare il parcheggio usando il proprio
telefono cellulare sarà possibile. Il consiglio della città di Toronto ha approvato
un piano che permetterà ai
cittadini di utilizzare il proprio cellulare per informare il Toronto Parking Authority (TPA) sul luogo dove
hanno parcheggiato l’auto e
per quanto tempo rimarrà in
quel parcheggio.
Chiunque abbia intenzione
di usufruire di questo servizio dovrà creare un conto con
il Toronto Parking Authority
dove registrerà la targa del
veicolo e darà le informazioni necessarie per il pagamento. Dopodichè si potrà usare il cellulare per informare
il TPA del luogo dove si trova parcheggiata l’auto: l’automobilista riceverà quindi un
numero di conferma anziché
un biglietto di carta.
Gli addetti ai parcheggi
potranno quindi, tramite la
targa, sapere se il pagamento è stato effettuato e non dovranno più controllare se la
ricevuta di carta è stata apposta sul cruscotto.
Il vicesindaco di Toronto
Norm Kelly ha affermato che
questo sistema innovativo
entrerà in funzione a partire da questa estate in 130 parcheggi di proprietà della città: entro il 2015 si potrà pagare tramite il proprio cellulare in 18mila parcheggi di Toronto.
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Italia, nr 86 Via Maria, 03100 Frosinone.
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287 Bridgeland Ave.
Toronto, On,
M6A 1Z6
CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 8 MAGGIO 2014
5
OPINIONI
L'ANALISI
Venire a lavorare in Canada: no alle false illusioni
MARIO
CAGNETTA
V
olete venire a lavorare in Canada? Sappiate che la cosa
non è semplice e anche il classico
spirito avventuriero animato da
tanta buona volontà può non bastare ad assicurarvi il tanto agognato work permit. Scrivo questo
fondo perché da tanti mesi ricevo
telefonate, email di tante persone.
Tanti ragazzi che non ne possono
più della crisi economica in Italia, della mancanza di opportunità e vogliono trasferirsi con l’illusione di trovare finalmente il posto adatto dove realizzare le proprie aspirazioni.
Il Canada è un Paese che ha assicurato ricchezza e benessere negli anni passati a tantissimi emigranti, italiani compresi. Per rendersene conto basta guardare le
bellissime case di Woodbridge
per capire che questa nazione può
offrire delle opportunità che attualmente l’Italia se le sogna. Ma
queste opportunità possono offuscare la vista agli aspiranti nuovi
emigranti, creare delle amare illusioni e soprattutto farvi spendere
un sacco di soldi per poi trovarvi con un pugno di mosche in mano. Quindi prima di buttarsi forse
è meglio riflettere bene su quello
che si sta cercando e su quello che
realmente è disponibile nella co-
siddetta terra promessa.
Entrare in Canada non è facile.
I posti disponibili per la working
holiday visa sono appena mille e
i sei mesi a disposizione non sono rinnovabili. L’altra via è quella
di venire qui, magari proprio grazie a questo permesso vacanza-lavoro, trovare un’occupazione e restare qui. Ma anche in questo caso, stando almeno alle telefonate
che ricevo ogni settimane, dovete mettervi in testa una cosa ben
precisa: la mentalità italiana di
trovare sempre le scorciatoie, qui
non esiste. Se pensate di venire in
Canada, di lavorare in nero o che
qualcuno vi dia un permesso fitti-
zio, il Canada non è il Paese che fa
per voi. Di datori di lavoro disposti a violare le regole ne troverete
molti anche qui, il problema è che
qui i controlli funzionano e le autorità sono molto restie a concedere facilmente il loro lasciapassare. Senza considerare che se vi
“beccano” rischiate grosso, persino l’arresto.
Se pensate poi che conoscere
il tizio, caio o sempronio di turno possa in qualche modo favorirvi, rinunciate in partenza a fare le
valigie. Il Canada, almeno riguardo alla politica migratoria, non è il
Paese delle raccomandazioni, dei
favori e delle regole che possono
LA RUBRICA
“Come è sempre tardi per amare!” (Salvatore
Quasimodo). Non bisogna attendere il momento buono per amare una persona, per
fare del bene a qualcuno: ogni momento
è quello buono; se lo perdi, hai perso per
sempre una bella occasione che non si ri-
dosi di aver trovato la giusta scorciatoia che bypassa le regole. Tantissimi ristoratori onesti hanno rinunciato o stanno rinunciando al
Temporary Foreign Worker Program proprio perché molto costoso e poco propenso a concedere
permessi facili. Il Canada, nel bene o nel male, non è l’Italia dove
per molti motivi questa mentalità
di passare la fila e di trovare scorciatoie su tutto si è radicata. Qui
il permesso non lo otterrete perché conoscete qualcuno all’immigrazione, perché avete amicizie
importanti in politica o perché vi
credete più furbi degli altri.
Non avrete nessun favore da
nessuno. Il work permit lo avrete perché un funzionario, svolte le
opportune ricerche ed esaminata
puntigliosamente la vostra pratica, ha stabilito che per quel preciso lavoro non esiste nessun canadese in grado di occupare quella
posizione. Il sudore, la buona volontà, il fatto che siete bravissime
persone e soprattutto dei grandi
lavoratori a loro non interessa.
Fatevene una ragione. Anche
perché ritrovarsi con nulla in mano dopo aver speso migliaia di euro per venire qui, lavorato ed essere stati sfruttati dai cialtroni di
turno non è sicuramente un’esperienza da augurare a nessuno.
Per noi italiani, infatti, non è
necessario migrare tanto lontano
per trovare qualcuno che si prende gioco dei nostri sogni e della
nostra voglia di riscatto.
[email protected]
corriere.com
Pensierini quotidiani
Nilo Ristora
essere facilmente raggirate grazie
a un po’ di furbizia. Qui si entra
se si ha una richiesta di lavoro da
parte di un datore che ha chiesto
una Labour Market Opinion.
La concessione del work permit non è così semplice così come
non è assolutamente facile aggirare i regolamenti sempre più severi. La furbizia mettetela da parte.
Gli annunci del governo conservatore e la recente moratoria nel
Food Service Sector non lasciano spazio a margini di manovra: il
governo canadese, si legge in uno
dei tanti documenti dell’esecutivo
Harper, nel 2013 ha introdotto diverse riforme tra le quali una moratoria sulle Labour Market Opinion accelerate, ha posto seri obblighi ai datori di lavoro riguardo
al pagamento degli stipendi, si è
concesso il diritto di sospendere,
revocare o rifiutare di esaminare
le domande per i TFW per tutelare al meglio i lavoratori canadesi,
ha ristretto l’utilizzo delle lingue
straniere che non siano l’inglese e
il francese, e ha aumentato la lunghezza e la portata degli annunci pubblicitari necessari per concedere al datore di lavoro la possibilità di accedere al programma
perché nessun canadese ha risposto alla sua richiesta di lavoro.
Questo significa, come è stato più volte scritto, che riuscire
a entrare in Canada è diventato
difficilissimo. Non credete quindi ai datori di lavoro che vi offrono illusioni e che vogliono vendervi un permesso facile vantan-
presenterà più. L’amore non ha bisogno di
preparativi, non deve essere annunciato,
non richiede visibilità. L’amore si dona,
anche all’improvviso e solo così accende e
contagia. Perché l’amore è come l’epidemia:
inluenza tutti quelli che lui può contagiare.
Immunizzarsi dall’amore è come vestirsi di
freddo, quando attorno brucia il gelo.
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GIOVEDI 8 MAGGIO 2014 • CORRIERE CANADESE
6
ITALIA
CALCIO E VIOLENZA
Alfano: ora i club rompano con gli ultrà
(segue dalla prima)
Ma il ministro dell’Interno non
può negare quel che tutti hanno visto in televisione e che mezzo Parlamento gli rinfaccia. E così
rilancia: si dice «indignato per i
tentativi di strumentalizzare i fatti accaduti», assicura che la gravità di quanto avvenuto «non è stata
mai minimizzata né sottovalutata», deinisce il «culmine dell’inciviltà» i ischi all’inno di Mameli.
E, soprattutto, rivendica che
quel «dialogo», così lo deinisce
nell’aula della Camera, tra il capitano del Napoli Marek Hamsik e il leader degli ultrà, «su richiesta del Napoli» e autorizzato
dalle autorità di polizia che «non
hanno rilevato controindicazioni», ha «corrisposto ad una scelta di gestione dell’ordine pubblico
che non può considerarsi una forma di cedimento alle frange più
oltranziste del tifo». Con l’unico
scopo di «stemperare la tensione». Scelta che ha dato i suoi frutti
visto che l’incontro si è «concluso paciicamente senza incidenti
di nessun tipo».
Per il titolare del Viminale, dunque, «è infondato» che il dispositivo di sicurezza abbia fatto «registrare lacune», sia dentro sia fuori lo stadio. La zona scelta per far
parcheggiare gli autobus dei tifosi
Una foto tratta dalla pagina Facebook di Daniele De Santis
del Napoli era la più vicina al loro
settore e già utilizzata in passato
per le stesse inalità e non «corrisponde al vero» che le frange più
estreme degli ultrà della Roma
frequentino quella zona. Le 1.486
unità delle forze di polizia hanno
quindi fatto il loro dovere e, anzi, hanno evitato che la situazione
degenerasse e che De Santis «riportasse ferite ancor più gravi».
Il loro impegno, dice dunque il
ministro «è stato rilevantissimo
e va elogiato senza alcuna riserva».
Parole che deludono metà
dell’Aula, da Sel alla Lega che auspica il «prossimo Daspo» proprio per il ministro. E deludono
anche chi alla Camera non c’era,
come il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Chiamatela tratta-
tiva o dialogo - dice il numero uno
dello sport italiano - ma la comunicazione tra il capitano del Napoli, le persone preposte alla sicurezza e il tifoso c’è stata. Purtroppo c’è stata anche in passato e
noi, io da presidente del Coni, non
possiamo accettarla». Anche per
Forza Italia «è chiaro a tutti che
c’è stata un’interlocuzione e una consultazione. Ai limiti - afer-
ma Capezzone - di una vera e propria resa ai violenti». Alfano, sottolinea invece Sel «è stato burocratico, lacunoso e inconcludente
perché sabato non c’è stata alcuna azione di prevenzione contro
la violenza», mentre i cinque stelle accusano il ministro di «incompetenza: voi siete quelli della trattativa Stato-maia e oggi della trattativa Stato-ultrà». Per Ignazio La
Russa il ministro deve dimettersi
perché «sarebbe stato più credibile dire che la trattativa in certi
casi è indispensabile». Attacchi a
cui il ministro non replica.
Intanto l’impianto accusatorio
della Procura di Roma ha sostanzialmente retto al passaggio degli
interrogatori di garanzia. Per tre
degli arrestati per gli scontri di
Tor di Quinto, prima della inale
di Coppa Italia, il gip ha convalidato gli arresti disponendo il carcere per Daniele De Santis, l’ultrà della Roma ritenuto la persona
che ha sparato e ferito gravemente Ciro Esposito, che invece torna
libero, anche se ricoverato all’ospedale Gemelli. Obbligo di irma per Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, gli altri due tifosi napoletani arrestati. Per De Santis
resta l’accusa di tentato omicidio:
è l’uomo, secondo gli inquirenti,
che ha fatto fuoco con la Beretta
ferendo i tifosi azzurri.
LA RICOSTRUZIONE
NAPOLI
L’agguato, dai fumogeni agli spari
Tifo-camorra, le indagini
ROMA - Tutto inizia attorno alle
18.20 di sabato scorso in viale Tor
di Quinto, «allorché un funzionario di polizia, impegnato in un
servizio di scorta ad un gruppo di
autobus che trasportavano tifosi
del Napoli, notava la presenza di 3
persone ferite e, nel darne segnalazione, chiedeva soccorsi».
Nell’aula della Camera, il ministro dell’Interno Angelino Alfano
ripercorre gli attimi di follia prima di Napoli-Fiorentina.
Questo il ilm dell’agguato a Ciro Esposito nella ricostruzione
del titolare del Viminale: Daniele
De Santis «avrebbe lanciato all’indirizzo di un autobus che trasportava un gruppo di tifosi del Napoli un fumogeno, inveendo ad alta
voce contro gli occupanti in maniera provocatoria e colpendo il
veicolo con calci e pugni».
A quel punto, prosegue Alfano,
«numerosi tifosi napoletani pre-
senti sulla scena, si indirizzavano
minacciosi verso il De Santis, che
tentava la fuga ripiegando verso una stradina laterale da cui era giunto e nei cui paraggi si trova
il circolo ricreativo presso il quale lavora».
Uno dei testimoni sentiti dalla Digos ha afermato che De Santis, «nel darsi alla fuga, sia caduto
a terra, rischiando di essere così
raggiunto dai suoi inseguitori».
«Temendo il peggio - aggiunge Alfano nella ricostruzione - avrebbe sparato alcuni colpi di pistola verso i tifosi che lo rincorrevano. Il video, che non riprende la
persona che ha sparato, riproduce
distintamente il rumore di quattro
colpi esplosi in rapida successione».
«Al termine del suo tentativo di
fuga - dice ancora il ministro - De
Santis veniva raggiunto dai tifosi napoletani che lo percuotevano
violentemente, procurandogli diverse fratture. Solo il sopraggiungere delle forze dell’ordine ha impedito che l’uomo potesse riportare conseguenze ancora più gravi».
Inine, sulla partecipazione di
altri soggetti agli scontri e al ferimento di Esposito, Alfano aferma
in Aula che «un testimone che ha
segnalato la presenza di tre persone che indossavano caschi da motociclista, ha escluso la loro partecipazione all’azione violenta».
«Tuttavia - conclude - gli approfondimenti che si stanno svolgendo chiariranno se efettivamente il De Santis abbia agito da
solo o in concorso con altri, e in
quale fase dell’azione». La ricostruzione fornita dal ministro si
basa sui verbali delle forze dell’ordine e dai ilmati delle telecamere
a circuito chiuso ora in mano agli
inquirenti.
NAPOLI - I rapporti tra i gruppi ultrà, la Società Calcio Napoli e i giocatori, nonché i contatti
tra gli stessi gruppi e gli ambienti della criminalità, già da tempo
al centro di indagini, saranno oggetto di nuovi approfondimenti da
parte della Procura di Napoli alla luce dei fatti di sabato scorso
a Roma. Gli inquirenti intendono
in particolare accertare eventuali
pressioni o minacce nei confronti
dei giocatori, una ipotesi già formulata in relazione a una serie di
rapine avvenute in passato che
hanno visto come vittime sia alcuni calciatori sia le loro compagne.
In particolare, a quanto si è appreso, i magistrati intenderebbero interrogare nuovamente il collaboratore di giustizia Salvatore
Russomagno, il quale, nel corso
del processo per la rapina a Valon
Behrami, riferì che nelle aggres-
sioni erano coinvolti esponenti
dei gruppi ultrà, che intendevano
punire i calciatori che si riiutavano di partecipare ad eventi organizzati dai tifosi.
Ad alcuni giocatori furono fatti
ritrovare gli orologi rapinati pochi
giorni prima: una circostanza che
viene approfondita è quella relativa ai precedenti per ricettazione
di orologi di Ciro De Tommaso, il
padre del capo tifoso Gennaro, soprannominato ‘a carogna. Un altro aspetto dell’inchiesta riguarda i biglietti che la società fornisce ai tifosi organizzati sotto le vari sigle: secondo indiscrezioni, la
polizia avrebbe trasmesso un’informativa sottolineando il fatto
che la Società Calcio Napoli aveva consegnato centinaia di biglietti nonostante il parere contrario
delle forze dell’ordine che evidenziavano problemi di sicurezza sulla trasferta.
LE REAZIONI
LA DIFESA
I tifosi partenopei: era un’imboscata
Lo zio di Esposito: fango contro di noi
NAPOLI - “Un’imboscata” ai tifosi napoletani, con Daniele De Santis come “esca”,
condotta con lancio di bombe carta e poi a
colpi di pistola. È il racconto di quanto sarebbe accaduto sabato scorso a Roma postato sulla pagina Facebook del Club Napoli
Milano Partenopea, i cui sostenitori si trovavano a Tor Di Quinto sul pullman proveniente dal capoluogo lombardo e attaccato
dall’ultrà romanista. Dall’interno del mezzo è stato girato un video - reso pubblico
due giorni fa - che mostra gli ultrà napoletani armati di bastoni che entrano ed escono dal “Ciak”, il circolo dove De Santis si era rifugiato, tra scoppi, iammate, urla e fumo.
“Un caso malaugurato ha voluto che il
nostro bus si fermasse davanti al Ciak Village dove è avvenuto l’agguato ai tifosi del
Napoli - si legge nel post - davanti ai inestrini notiamo una persona molto in sovrappeso (De Santis, ndr) agitare e accendere quello che ci era apparso un bengala.
Dopo averlo lanciato, lo stesso è caduto a
pochi centimetri dal nostro pullman: ha fatto un tremendo botto che ci ha fatto saltare dallo spavento. Con noi c’erano dei bambini e delle donne: non vi racconto il loro
spavento”.
“Dopo tanto insistere e provocare un
gruppo di tifosi si è avvicinato e il tipo è
fuggito all’interno del Ciak Village seguito
dal gruppo di tifosi del Napoli”.
“Appena varcato il cancello aperto, succede il inimondo - si legge ancora nel post
- i ragazzi tifosi del Napoli sono stati bersaglio di 5/6 bombe carta che sono scoppiate
tutte insieme, si è alzata una cortina di fumogeni per non far capire e vedere nulla di
quello che stava accadendo, frastornando
anche l’esca del commando ultras romanista che è caduto a terra ed è stato colpito da
qualche calcio e pugno dai tifosi furiosi che
erano caduti nell’imboscata. In mezzo al fumo si sono sentiti 2 o 3 colpi secchi (probabilmente i colpi di pistola)”.
NAPOLI - Obiettivo: «Smontare la macchina del fango lanciata contro di noi». Vincenzo Esposito, zio di Ciro, il giovane napoletano ferito da un colpo di pistola negli scontri prima di Fiorentina-Napoli, tiene una conferenza stampa e attacca frontalmente «le false ricostruzioni del Questore di Roma», del quale chiede le dimissioni.
«In un Paese civile - aferma - sarebbe già
stato rimosso».
Esposito incontra i media in un locale
della Galleria Principe, occupato dagli attivisti del Centro sociale “Insurgencia”. Abbiamo testimoni oculari dell’accaduto, dice.
«A sparare - aggiunge riferendo il racconto
dei testimoni - sono stati in due e gli ultrà
romanisti erano almeno 5-6. Hanno aspettato che gli ultrà del Napoli fossero passati e
poi hanno attaccato un pullman di napoletani sul quale c’erano donne e bambini. Ciro li ha difesi, ecco perché è stato colpito».
Il racconto dell’accaduto sarebbe stato fatto
ai familiari di Ciro Esposito da un ultrà del
Napoli, («che non ha parlato e non parlerà
con la polizia», precisa Vincenzo Esposito)
e da una donna che, invece, è stata ascoltata
dalla Digos di Roma.
«Non è vero che Ciro sia sceso da un pullman per afrontare i romanisti. Lui è arrivato in auto con degli amici. Ci sono foto
che lo testimoniano». Sulla circostanza relativa all’esistenza di una seconda pistola
che avrebbe fatto fuoco contro i tifosi del
Napoli, la Procura di Roma e la Polizia hanno già afermato che non vi è alcun riscontro.
Vincenzo Esposito, 58 anni, militante di
sinistra dichiarato, ex segretario regionale
della Fiom-Cgil, accusa l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Ha protetto Daniele De Santis, che si candidò in una lista che
lo sosteneva, gli hanno aidato la gestione
di una struttura sportiva, di una discoteca
della Roma-bene». Ringraziamenti, invece,
per il sindaco di Napoli De Magistris. «Ci
ha chiamato per esprimerci solidarietà».
CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 8 MAGGIO 2014
7
ITALIA
NAPOLI - «In cambio del mio passaggio al centrodestra, l’ex senatore Antonio Tomassini mi ofrì una somma di denaro che, mi disse,
non avrebbe cambiato la vita del
presidente Berlusconi, ma la mia
sì». A parlare, davanti al Tribunale di Napoli, è l’ex senatore Paolo
Rossi e, con la sua testimonianza
e con quella di Anna Finocchiaro,
all’epoca capogruppo Pd a Palazzo Madama, è entrato ieri nel vivo
il processo per la presunta compravendita dei senatori.
Nel processo, in corso davanti ai giudici della prima sezione
del tribunale, sono imputati Silvio
Berlusconi e Valter Lavitola. Rossi
ha confermato l’incontro con Tomassini, avvenuto alla ine di agosto del 2006, di cui Finocchiaro aveva parlato ai giudici napoletani
poco prima di lui. Tomassini disse a Rossi che Berlusconi aveva
indicato lui e tre o quattro senatori per «veriicare la disponibilità
di passare all’altra parte del campo». «Mi chiese - ha detto Rossi se ero disposto a non votare la iducia, o a non partecipare al voto, per far cadere il governo Prodi». I tentativi erano indirizzati
verso i senatori della maggioranza dell’area di centro e del Sudtiroler Volkspartei.
«Disse che se c’era la disponibilità lui stesso in 24 ore mi avrebbe accompagnato da Berlusconi a
Villa Certosa in Sardegna. Si parlò di soldi, di disponibilità economica. Di soldi che, mi disse, non
avrebbero cambiato certo la vita
di Berlusconi ma avrebbero cambiato sicuramente la mia». Rossi ha parlato anche di promesse
nell’ambito di Mediaset e dell’in-
Senatori M5S
si ammanettano
in Aula
Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi
Compravendita senatori, Rossi:
soldi per passare da Berlusconi
formazione. Circostanza che sia
lui sia Finocchiaro non avevano
riferito ai pm durante le indagini preliminari e che per tale motivo è stata oggetto di contestazione da parte dei legali della difesa.
Prima di Rossi, Finocchiaro, rispondendo alle domande dei pm
Henry John Woodcock e Alessandro Milita, ha ricordato di aver denunciato la vicenda in aula dopo
aver appreso da parlamentari del
centrosinistra dei tentativi che sarebbero stati messi in atto dall’ex
Cavaliere per determinare la crisi
del governo che si reggeva su una
maggioranza assai esile.
Ha spiegato, in particolare, che
il senatore Randazzo le riferì di
essere stato avvicinato all’aeroporto di Fiumicino da un imprenditore che lavorava in Australia, il
quale gli propose un incontro con
Berlusconi.
Il parlamentare le disse poi di aver riiutato l’oferta.
FIRENZE
Donna crocefissa, stesso Dna su tre casi
FIRENZE - C’è un maniaco seriale a Firenze e nei dintorni, che da
qualche anno approccia le prostitute, si apparta con loro sempre
nei soliti due posti (Ugnano e Calenzano), le sevizia con un bastone, le ferisce, ino a ucciderne una
il 5 maggio scorso, la romena Andrea Cristina Zamir di 26 anni. Lo
dice il Dna.
Il Racis dei carabinieri ha trovato lo stesso codice genetico sulla saliva lasciata sul nastro adesivo usato per bloccare le vittime
in tre aggressioni distinte: c’è lo
stesso Dna, uguale, il 17 luglio 2011
in un’aggressione a Calenzano,
il 28 marzo 2013 a Ugnano e il 21
febbraio 2014 ancora a Calenzano.
Una “irma” indiscutibile che
conferma che il maniaco è seriale almeno per tre dei sette episodi su cui al momento magistratura e forze dell’ordine stanno indagando.
Quanto al Dna, ora gli inquirenti potrebbero decidere di estendere lo stesso esame anche alle indagini della polizia sull’omicidio
della romena ventiseienne. Bisogna vedere se il maniaco ha lasciato reperti utili alle indagini scientiiche anche due giorni fa, comunque l’iniziativa sembra decisiva per avere una prima certezza
e stabilire che è lo stesso aggressore.
Potrebbe aumentare il numero dei sette episodi considerati inora: i cinque denunciati alle forze di polizia dal 2006 ad ora dalle stesse prostitute vittime; uno è
quello dell’omicidio a Ugnano del
5 maggio scorso; un settimo è stato testimoniato due mesi fa a Ugnano dai residenti.
Ieri infatti diverse prostitute sono andate negli uici di carabinieri e polizia per ricordare di strani clienti e di strani fatti inora ta-
ciuti. Alcuni racconti sono stati di
nuovo verbalizzati.
Gli stessi investigatori rileggono denunce di “donne di vita”, per
rapina o aggressione, in cui l’aspetto delle sevizie sessuali non
emergeva perbene ma piuttosto
si evidenziava la sottrazione di un
telefonino o percosse per tenerle
bloccate.
L’indagine è comunque complessa. Sembra diicile, per esempio, avere un identikit attendibile
tanto che sarà a Firenze un uiciale donna dei carabinieri del Racis,
psicologa, per sentire di nuovo le
prostitute che hanno denunciato
episodi di violenza e sevizie ma
che per certi loro disagi personali, come la tossicodipendenza, non
hanno saputo dare descrizioni univoche dell’aggressore.
Dai loro racconti viene fuori un
cliente che, negli anni, si sarebbe
avvicinato proponendo un “gioco
erotico”.
Ma quale? L’uomo non lo diceva
mai, annunciando soltanto che avrebbero dovuto rimanere nude e
che poi avrebbe agito lui. La modalità è quella che sta emergendo:
le donne - scelte fra quelle più esili e minute, quindi facilmente aggredibili - venivano legate con nastro adesivo o corda e seviziate
con bastoni.
Qualcuna riusciva a liberarsi,
un’italiana rimase ferita nel 2013 e
fu curata in ospedale, Andrea Cristina Zamir due giorni fa è morta.
Ha avuto un’agonia rapida, ha
detto l’autopsia fatta ieri mattina
a Careggi.
La causa del decesso è stata
un’emorragia interna, dovuta proprio alle sevizie inlitte con oggetti di legno, alcuni ritrovati nei luoghi delle aggressioni. In tutta la
zona continua la caccia all’uomo
da parte degli inquirenti.
ROMA - Manette, magliette, catene: è ancora una giornata di bagarre al Senato ad opera dei Cinque Stelle che contestano la iducia sul maxiemendamento sul decreto sul lavoro e inscenano una
delle loro manifestazioni di protesta. Iniziativa che cala in un clima già surriscaldato dalle analoghe proteste di Sel e Lega, con i
senatori del Carroccio che sventolano inte banconote da 80 euro per contestare le misure iscali
del governo e Sel che innalza cartelli contro il contestato provvedimento sul lavoro. Proteste che
si saldano l’una con l’altra all’insegna della denuncia contro la
nuova “schiavitù” del precariato.
E che solo l’ironia del presidente
di turno, il leghista Roberto Calderoli, fa scemare facendo ritornare la calma.
La bagarre inizia dopo che la
senatrice Cinque Stelle Nunzia
Catalfo conclude la sua dichiarazione di voto e annuncia: «Oggi
non ci muoviamo, ci dovrete portare via con la forza». I suoi colleghi iniziano a sbottonarsi le camice e a mostrare magliette con
su scritto “Schiavi mai”. Calderoli
li prende in giro: «Ricordo a tutti
che gli spogliarelli non sono consentiti e quando ci sono certi isici sono anche sconsigliati», li gela. Ma la protesta non è inita.
I senatori M5s si ammanettano ai banchi e si incatenano. Segue una specie di trattativa, tra
botta e risposta, tra il capogruppo pentastellato e il vicepresidente del Senato che arriva anche a
minacciare anche l’arresto. «Qui
è possibile certamente esprimere il dissenso ma il circo mai» dice. Poi interrompe la seduta e si
rivolge ai commessi: «Chiedo di
recuperare i tronchesini per liberare i colleghi. Intanto sospendo
la seduta e vado a cercare un fabbro».
Più tardi è lo stesso Calderoli
a raccontare: «Noi possiamo disporre il richiamo e successivamente l’allontanamento dall’aula
e con l’uicio di presidenza prevedere una serie di sospensioni di
partecipazione ai lavori del Senato». Ma questo «è quello che loro
cercano per poter fare campagna
elettorale con i camper».
La seduta riprenderà poco dopo «essendo state ritrovate le
chiavi...» delle manette. Ma già
prima la precedente presidente di turno, Valeria Fedeli, aveva dovuto interrompere la seduta
per consentire ai commessi di rimuovere i cartelli di Sel contro la
“nuova schiavitù”.
VENEZIA
TORINO
Duello per proprietà isola Poveglia
Troppi litigi: lezioni di buon vicinato
VENEZIA - È una guerra impari, almeno
sulla carta, con un obiettivo comune: la proprietà dell’isola veneziana di Poveglia. Da
una parte il Golia della situazione, una società immobiliare, celata dietro la sigla “User 10801”, che ha messo sul piatto un’oferta di oltre 513mila euro. Dall’altra l’Associazione “Poveglia per tutti” con i suoi 160mila
euro, raccolti a tempo record con sottoscrizioni on-line e collette quasi porta a porta
per far rimanere l’isola nelle mani dei cittadini veneziani.
La prima fase dell’asta indetta dal Demanio per l’acquisizione per 99 anni del piccolo fazzoletto di terra incastonato nella laguna può dirsi virtualmente conclusa ieri, con
l’apertura delle buste elettroniche. Delle tre
oferte pervenute solo due sono state ritenute valide, una terza è stata scartata per
documentazione insuiciente.
Ora c’è tempo ino al 13 maggio per rilanciare. E non è detto che a soccombere sia
necessariamente “Poveglia per tutti”, anche
se non riuscirà a sorpassare la più corposa proposta economica della società immobiliare, intenzionata a creare a pochi passi
dal centro storico un nuovo hotel di lusso.
Il pallino resta infatti nelle mani del Demanio, che potrebbe riiutare entrambe le proposte, non ritenendole congrue con il valore di mercato dell’area. Da più parti si fa notare che anche 513mila euro non si avvicinano neppure lontanamente alla stima fatta
per l’isola.
In attesa di capire cosa accadrà, “Poveglia per tutti” si sta attrezzando alla nuova
tenzone. «Non sappiamo chi sia dietro la sigla “User 10801”, mentre dietro a noi ci sono oltre duemila persone che crescono ogni giorno e sono disposte a metterci la faccia» dice combattivo Lorenzo Pesola, a nome dell’associazione. «Per noi sarà una lotta contro il tempo - aggiunge - per riuscire a raccogliere il denaro che manca a raggiungere l’altra oferta. Invitiamo tutti a sostenerci, dando la loro adesione».
TORINO - Troppe beghe condominiali che,
quando non iniscono in modo drammatico, approdano in tribunale o rendono la vita impossibile. Tuttavia c’è un’altra strada
possibile: far crescere l’educazione dando
lezione di “buon vicinato”. Accadrà a Torino dalla prossima settimana. Professori saranno i vigili del Nucleo di Prossimità della
Polizia Municipale. Nei quartieri dove si registra il maggior numero di conlitti da pianerottolo, verranno organizzati corsi su poche e semplici regole che, se rispettate, possono funzionare per ristabilire un clima di
convivenza civile.
Secondo i dati nazionali, in Italia sono 2
milioni i “dispetti” più o meno gravi che i
condomini si fanno reciprocamente ogni
anno. Di questi, 350mila trovano una soluzione amichevole grazie al giudice di pace,
mentre 200mila arrivano agli avvocati con
relativo seguito giudiziario.
La gamma di casi in questione è ampissima: dalla vicina che passa l’aspirapolve-
re a orari improbabili all’inquilino che tiene lo stereo a tutto volume ino a tarda notte, da chi abbandona la spazzatura fuori dal
cassonetto a chi parcheggia l’auto dove non
dovrebbe, a chi porta a spasso il cane senza guinzaglio e non pulisce quando sporca
in cortile. Piccoli-grandi problemi di coabitazione che, spesso, possono sfociare in vere e proprie liti. Ora la Polizia Municipale
con i propri agenti è pronta a scendere in
campo con una serie di incontri nei quartieri. Due ore a lezione per ripassare il regolamento di condominio e per provare a risolvere situazioni critiche.
Si aggiunge al progetto di rieducazione
condominiale, la Festa dei Vicini, manifestazione europea dal 2003 a cui Torino aderisce ogni anno. Si terrà sabato 7 giugno
coinvolgendo le circoscrizioni. Promossa dall’associazione European Neighbour’s
Day, ha lo scopo di favorire la convivialità,
la solidarietà sociale e il rispetto tra chi abita nello stesso palazzo.
GIOVEDI 8 MAGGIO 2014 • CORRIERE CANADESE
8
ESTERI
Claudio Salvalaggio
MOSCA - Ad un passo dall’abisso della guerra civile in Ucraina,
che ieri ha registrato altri 4 morti
a Mariupol, lo zar Putin fa il “beau geste” che riaccende le speranze di paciicazione e mette il turbo alla Borsa di Mosca (+4% circa): rivolgendosi direttamente per
la prima volta ai separatisti ilorussi del Donbass, ha chiesto il
rinvio del loro referendum indipendentista previsto l’11 maggio
«per creare le condizioni necessarie al dialogo» diretto tra Kiev
e i rappresentanti del sud-est, nella convinzione che questo sia «l’elemento chiave della soluzione»
della crisi.
La prima reazione uiciale di
Kiev è stata comunque dura: «Putin vende fumo» perché non si
può rinviare «ciò che non era previsto», ha commentato il premier
Arseni Iatseniuk, negando qualsiasi legittimità della consultazione.
Ma uno dei leader dell’autoproclamata repubblica di Donetsk,
Denis Pushilin, ha annunciato che
la proposta di Putin verrà messa
al voto oggi al consiglio popolare: «Noi rispettiamo la posizione
di Putin, lui è un politico molto equilibrato». Diicile che venga respinta.
Non è questo l’unico segnale
distensivo del leader del Cremlino dopo le «ampie convergenze»
registrate in un incontro a Mosca
con il presidente di turno dell’Osce, Didier Burkhalter, che a sua
volta ha proposto ai quattro irmatari dell’accordo di Ginevra
(Usa, Russia, Ue e Ucraina) una
road map con «passi concreti» e
quattro punti principali: cessate il
fuoco, de-escalation della tensione, dialogo tra le parti interessate
e presidenziali.
Il presidente russo Vladimir Putin
Ucraina, apertura di Putin:
«Rinviare il referendum»
Putin ha aperto anche alle presidenziali del 25 maggio, per le
quali Burkhalter ha promesso l’invio sino a mille osservatori: «Sono un passo nella direzione giusta, ma non possono risolvere nulla se tutti i cittadini non capiranno
come saranno garantiti i loro diritti dopo le elezioni».
Il presidente russo ha annunciato inoltre che le truppe russe
sono state ritirate dal conine ucraino e si trovano ora in non meglio precisati poligoni per «esercitazioni regolari».
«Il ripiegamento è facilmente
veriicabile con i moderni mezzi
di ricognizione, dallo spazio si vede tutto», ha sottolineato.
Ma il Pentagono e la Casa Bianca smentiscono: «Non abbiamo
visto alcun cambiamento», ha
commentato un portavoce della Difesa americana, il colonnello Steve Warren. Putin si è detto d’accordo anche con la proposta, avanzata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel in un colloquio telefonico della scorsa settimana di organizzare sotto forma
di tavola rotonda un dialogo tra
Kiev e i rappresentanti dell’Ucraina sud-orientale.
La Merkel ha invitato anche il
miliardario e candidato favorito
per la presidenza ucraina, Petro
Poroshenko, ieri in visita a Berlino, al dialogo con i separatisti ilo-russi.
Tra le condizioni poste da Putin per la distensione, c’è però lo
stop immediato da parte di Kiev all’operazione militare nel sudest, come chiesto anche dal consiglio comunale di Donetsk. Ope-
razione che negli ultimi due giorni di fatto è entrata quasi in stallo, a parte il blitz con cui ieri l’esercito ha riconquistato il municipio di Mariupol, sul mare di Azov, uccidendo quattro ribelli e arrestandone 16. Ma resta congelato
l’assedio alla roccaforte della protesta, Slovianks, nei cui pressi ieri
si è fatto vedere anche il premier
Arseni Iatseniuk per incoraggiare
i soldati.
E sempre ieri vicino a Sloviansk c’è stato un altro segnale di distensione, con il primo scambio di
prigionieri: tre uiciali dell’unità speciale anti-terrorismo ucraina Alfa in cambio di tre esponenti ilorussi, tra cui il governatore
popolare dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, Pavel Gubarev. Una liberazione, quest’ultima,
che ha ricevuto il plauso di Putin,
secondo cui però ora devono essere rilasciati “tutti i detenuti politici”.
La tensione comunque rimane
alta. Anche la città ucraina orientale di Kharkiv, come già Kiev e Odessa, ha deciso infatti di cancellare la parata del 9 maggio che celebra la vittoria sovietica contro il
nazismo: lo ha annunciato il governatore (ilo Kiev) della regione Igor Baruta. Trattandosi di una
festa patriottica, il “Giorno della
vittoria” è occasione di vanto per
russi e ilorussi ma non per tutti
gli ucraini: in particolare non per
i nazionalisti, che tra i loro ‘eroi’
hanno Stepan Bandera, alleato dei
nazisti.
Intanto Kiev si consola incassando la prima tranche di un prestito biennale di 3,19 miliardi di
dollari nell’ambito di un piano di
aiuti di 17 miliardi di dollari deciso recentemente dal Fmi. Ma a ine mese c’è da pagare la salatissima bolletta del gas a Gazprom.
L’iniziativa del
L’iniziativa del Corriere: foto
e lettere testimoni della nostra storia
Verso il voto
PROGRAMMI, CONFRONTO E IDEE
S
pesso il passato affiora nella nostra mente improvvisamente.
D’un tratto si ricorda un luogo, una persona, un profumo. E di colpo si provano pur se in modo meno intenso sensazioni piacevoli, paura, gioia,
dolore per qualcosa che è successo tanto tempo prima. I ricordi però fanno parte di noi, sono il nostro bagaglio di esperienza, di vita. Di ricordi gli italiani emigrati in Canada
all’indomani della
fine della II Guerra
mondiale ne hanno
da vendere. La loro è una storia nella
storia: hanno lasciato la loro casa, il loro Paese, la loro famiglia.
Hanno viaggiato su navi alla volta del
Canada, un Paese grande e sconosciuto dove costruire un futuro di benessere
per sé e per i propri figli.
Sono stati momenti importanti nella loro vita, momenti che vogliamo ricordare sulle nostre pagine: proprio per
questo vi chiediamo di andare alla ricerca delle fotografie che vi ritraggono in
partenza dall’Italia, sulle navi che solcavano l’oceano stipati di persone accomunate dallo stesso sogno e con negli occhi
la stessa paura, l’arrivo al molo di Halifa-
x, il viaggio sui treni diretti in ogni parte del Canada.
Eppoi ancora i matrimoni nelle prime
chiese italiane di Toronto: la St. Agnese,
la San Francesco d’Assisi, la St. Anthony
e così via. Vi chiediamo di inviarci e condividere con noi le fotografie dei vostri
momenti più importanti: un matrimonio,
la nascita di un figlio o di un nipotino e
così via.
Ma non saranno solo le fotografie ad aiutarci a ricostruire la vostra
storia, la nostra
storia: se conservate ancora le lettere
scritte alla vostra
fidanzata, alla moglie, ai genitori rimasti in Italia, inviatecele.
Ricostruiremo, attraverso le vostre testimonianze, l’arrivo della nostra comunità in Canada. In queste foto e in questi
scritti c’è tutta la nostra storia. Una storia della quale noi tutti siamo orgogliosi.
Potete inviare la copia delle
vostre foto o delle vostre lettere al Corriere Canadese, 2700
Dufferin St, Suite 90, M6B 4J3, Toronto
o all’indirizzo email
[email protected]
I
l Corriere Canadese potrebbe essere
la vostra vetrina, il modo di pubblicizzare per iscritto, in italiano e in
inglese, le vostre piattaforme elettorali,
i vostri progetti, le vostre iniziative.
Il Corriere Canadese è a vostra disposizione giornalmente, gratuitamente. Approfittatene.
Siamo ormai in una fase pre-elettorale, almeno per le elezioni Comunali,
cosiddette amministrative, e probabilmente anche per quelle provinciali.
Quelle federali, anche se per legge dovrebbero tenersi nella primavera del
2015, potrebbero avvenire se il governo
decidesse di forzare la mano.
Vogliamo presentare questo invito
per iscritto per dare ai nostri lettori la
possibilità di conoscere la ragion d’essere – le piattaforme – delle formazioni
politiche, ma soprattutto, come si adeguano alle esigenze nostre comunitarie
(se in effetti ci siano delle divergenze
da quelle “mainstream”), o perché dovrebbero interessarci certi temi come
cittadini.
Stesso invito per singoli esponenti
partitici (eletti o candidati per “nominations”/elezioni). Vorremmo far conoscere chi siete e cosa fate, oppure cosa
intendete fare, per la comunità. Vale
anche per i candidati e eletti alle amministrative (City/Regional Councils, e
ai provveditorati agli studi (Boards of
Education).
Per piacere non inviateci i soliti testi
preparati e precotti – i “talking points”.
Inoltre, vi preghiamo di limitarvi a 400
parole. Intendiamo pubblicare in inglese e in italiano; quindi, sulle 400 battute
per l’uno e 400 per l’altro. Non pubblicheremo dei pareri considerati attacchi
ad hominem verso un rivale.
La nostra redazione si manterrà sempre il diritto di commentare: in questo
caso i commenti, come posizione del
giornale, non avranno firme; come parere personale saranno firmati dall’autore.
Sono ben accette anche lettere da
parte dei lettori che potrebbero dare il
via e alimentare il dibattito. Saranno
ovviamente pubblicate solamente le
lettere firmate.
CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 8 MAGGIO 2014
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ESTERI
PORTOGALLO
Nigeria, uccisi
trecento civili
dal Boko Haram
Maddie, via libera agli scavi nel resort
Alessandra Carlini
LONDRA - Un vestito, un’arma, o
qualsiasi altro indizio che possa
far luce sulla scomparsa di Maddie McCann. Questo vuole cercare Scotland Yard nel resort di
Praia de Luz, in Portogallo, dove
la bimba britannica è scomparsa
nel maggio 2007, all’età di tre anni,
mentre era in vacanza con la famiglia. Le autorità portoghesi hanno
dato il loro via libera ai colleghi
inglesi e le ricerche serviranno,
spiegano i media britannici, anche ad escludere l’ipotesi più angosciante: che vicino al residence
sia seppellito il corpo della piccola.
Ipotesi sulla quale Scotland
Yard sta cercando di mantenere il
massimo riserbo, ma che è tornata ieri con forza, rilanciata dal Sun
di Londra.
Secondo il tabloid, infatti, Kate
McCann, la madre di Maddie, aveva sognato, in un terribile incubo,
che il corpo della piccola era stato
seppellito in una collina vicino al
resort. Kate ne aveva parlato con
l’ispettore Ricardo Paiva, due mesi dopo la sparizione della bimba.
«Mi diede l’impressione di pensare che Madeleine fosse morta»,
aveva dichiarato in seguito Paiva.
Fatto sta che la collina dell’incubo è stata inserita fra i siti che ora
verranno passati al setaccio.
Sono almeno tre per il Daily
Mirror, quattro per il Sun, e coprono una zona grande come tre
campi di calcio, intorno agli appartamenti del residence Ocean
Un’immagine della piccola Maddie
Club, in cui la famiglia alloggiava.
Le ricerche condotte dalla polizia portoghese subito dopo la
scomparsa erano state superficiali: erano stati usati i cani e non,
come faranno invece gli agenti di
Scotland Yard, potenti rilevatori
per individuare oggetti sottoterra.
Verranno ripercorsi con grande attenzione tutti i luoghi dove la
piccola è stata, dall’appartamento
dove ha dormito l’ultima notte, alla spiaggia, fino ad un terreno incolto che si trova non lontano dal
resort.
A complicare i quadro, sembra
che la collaborazione tra le autorità inglesi e portoghesi non sia totale.
Secondo alcuni media portoghesi, la polizia locale avrebbe ne-
gato a Scotland Yard l’autorizzazione a perquisire le case di tre
sospetti scassinatori che potrebbero essere coinvolti nella vicenda di Maddie.
La polizia di Londra non ha voluto commentare queste voci. In
passato però non erano mancate
le divergenze, e talvolta gli scontri, su come operare sul caso da
parte delle due forze dell’ordine.
SIRIA
I ribelli lasciano Homs dopo due anni
Lorenzo Trombetta
BEIRUT - Homs, un tempo terza
città siriana e centro industriale
del Paese, è caduta quasi del tutto in mano alle forze del presidente Bashar al Assad e ai suoi alleati jihadisti sciiti libanesi. È cominciata ieri l’evacuazione delle
prime decine degli oltre mille irriducibili, che per circa due anni hanno resistito all’assedio medievale imposto dal regime siriano e dagli Hezbollah ilo-iraniani
a quella che dal 2011 era stata deinita la “capitale della rivoluzione”.
A meno di un mese dalla sicura
vittoria di Assad alle elezioni presidenziali, è così deinitivamente
aperto il corridoio che collega Damasco - il centro del potere - alla
regione costiera, solidale col regime e protetta dalla Russia e dall’Iran. L’evacuazione dei miliziani
anti-regime è avvenuta su tre bus
scortati da veicoli e da personale
dell’Onu, in base a un accordo negoziato per settimane.
Questo prevede, tra l’altro, che
i combattenti lascino la Città vecchia di Homs, per lo più distrutta
dagli incessanti raid aerei e bombardamenti di mortai, attraverso
dei corridoi sicuri verso la campagna, controllata in parte dai ribelli.
Le autorità di Damasco hanno
confermato l’avvio dell’evacuazione, precisando che quando Homs
sarà svuotata dei miliziani, le forze lealiste procederanno alla boniica del territorio.
Intanto il capo dell’opposizione in esilio, Ahmad Jarba, in visita a Washington, ha chiesto agli
Stati Uniti “armi eicaci” per poter vincere la guerra contro il regime di Assad.
Per Jarba, da più parti deinito
molto vicino alla casa reale saudita, gli armamenti permetterebbero alle forze dell’opposizione in Siria di “far fronte agli attacchi, tra i quali bombardamenti aerei, con l’obiettivo di cambiare l’equilibrio di forze sul territorio”.
Ma secondo gli analisti, inora il
sostegno militare americano non
è stato diretto alla caduta del regime di Damasco, bensì si è limitato al tentativo di creare una fascia
di sicurezza che protegga i suoi
alleati regionali: Israele e Giordania.
Questo mentre una vasta controfensiva di milizie qaediste
contro ribelli anti-regime è da oggi in corso nella regione siriana orientale di Dayr az Zor, al conine con l’Iraq. Secondo fonti interpellate via Skype, i miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e del
Levante (Isis) hanno attaccato
stamani postazioni di insorti attorno alla città di Dayr az Zor e
nelle campagne circostanti.
A Homs rimangono ancora un migliaio di miliziani.
LAGOS - Un ennesimo massacro - almeno trecento le vittime
- per mano dei miliziani islamici
di Boko Haram fa ripiombare la
Nigeria in un incubo che sembra
senza ine, così come la capacità
della setta terroristica di colpire
impunemente, come ha fatto un
paio di giorni fa a Gamborou Ngala, nel nord-est del Paese, quasi al
conine con il Camerun.
Nel piccolo centro gli integralisti islamici sono arrivati a decine,
armati ino ai denti, a bordo di pick-up, per attaccare quelli che ai
loro occhi sono i simboli del potere centrale da abbattere ad ogni
costo: uici pubblici, il commissariato di polizia, ma anche negozi
ed il mercato all’aperto. Il bilancio provvisorio, reso noto ieri da
un uomo politico locale, il senatore Ahmed Zannah, sarebbe di trecento morti, in maggioranza civili e, quindi, inermi, passati per le
armi dopo un vero e proprio rastrellamento, casa per casa, uicio per uicio, negozio per negozio. Un ennesimo massacro che,
se confermato nella cifra, porta
il totale delle vittime di Boko Haram da gennaio ad oggi ad oltre
1.500.
L’attacco a Gamborou Ngala
non è il primo nella zona, come
testimoniano le stragi compiute
nel non lontano centro di Maiduguri quasi una città simbolo per
la Nigeria. Dietro questi attacchi,
secondo alcuni analisti, ci sarebbe
la volontà di Boko Haram di colpire quelle comunità che, per ribellarsi alla setta, si sono dotati di
unità di autodifesa, intensiicando la collaborazione con l’esercito che, a sua volta, non sembra in
grado di dare concretezza alla sua
nettissima superiorità numerica
ed in termini di armamenti, arrivando sul posto solo dopo che le
stragi hanno avuto luogo.
Così come lampante è l’impotenza del potere centrale per mettere ine ai continui sequestri di
ragazze che, quasi in trecento, sono ancora in mano ai miliziani
che le hanno rapite da scuole e case. In tutto il mondo si sono levate
voci che condannano i rapimenti
e la mobilitazione sembra essere
ormai a livello mondiale: dal presidente americano Barack Obama
alla Gran Bretagna che ha annunciato l’invio di consiglieri speciali
in aiuto al presidente, dalla Francia che ha messo a disposizione
una “squadra specializzata” nella
ricerca delle ragazze all’Onu che
ha presentato un progetto per migliorare la sicurezza nelle scuole.
DNA “POTENZIATO”
STATI UNITI
Passo verso la vita artificiale
Primarie, sconfitta del Tea Party
ROMA - Ottenuto il primo organismo vivente con un Dna “potenziato”: accanto
alle tradizionali lettere che costituiscono
“l’alfabeto della vita” ne sono state aggiunte due in più, chiamate X e Y. Si tratta del
primo organismo semi-sintetico, capace di
replicarsi e mantenere il suo Dna “truccato”, e rappresenta un nuovo fondamentale
capitolo della biologia sintetica. Il merito
va a un gruppo di ricerca e guidato dall’Istituto di ricerca Scripps il cui lavoro è stato
pubblicato sulle pagine di Nature.
«È un tipo di vita totalmente nuova - ha
spiegato il genetista Edoardo Boncinelli,
dell’università Vita e Salute di Milano - che
inora non c’era. Si tratta di un lavoro molto rivoluzionario in quanto è la dimostrazione che la vita può essere diversa anche
da quella che è stata sin dall’inizio, da 4 miliardi di anni». Quello che hanno fatto i ricercatori statunitensi è stato infatti aggiungere altre due lettere all’alfabeto con cui è
scritta la vita all’interno del Dna.
Al ianco delle tradizionali 4 lettere, A,
C, G e T, i ricercatori sono riusciti a inserire all’interno del genoma di un comune
batterio Escherichia Coli due nuove lettere, denominate come X e Y, capaci di essere
tollerate e replicate anche nelle generazioni successive. Per farlo, i ricercatori hanno dovuto modiicare il Dna dell’organismo
inducendolo a creare una proteina trasportatrice che aiutasse le nuove lettere ad essere inserite in un particolare tratto di genoma. Le nuove basi inserite hanno poi dovuto superare il controllo di alcune speciali
molecole “poliziotto” il cui compito è quello di eliminare eventuali difetti nelle catene di Dna. Il prossimo passo delle ricerche
sarà ora quello di inserire le nuove basi anche in sezioni di Dna più importanti, ossia tratti che vengono utilizzati dalla cellula come “libretto di istruzioni” per creare
nuove proteine.
WASHINGTON- L’establishment repubblicano trionfa sui candidati del Tea Party.
È il responso di una prima tornata di primarie in una manciata di stati, in vista del
voto di midterm. Un voto che rappresenta una netta battuta d’arresto per il movimento anti-tasse e soprattutto segna una
sconitta per le aspirazioni presidenziali
del loro leader, il senatore libertario Rand
Paul.
In particolare, in North Carolina, ha vinto lo Speaker dello Stato, Thom Tillis anche
grazie all’impegno fortissimo del “big money”, dei grandi donatori che hanno speso
per lui circa 10 milioni di dollari.
Tra loro, è scesa in campo la controversa associazione “American For Prosperity”,
inanziata dai fratelli Koch, miliardari e nemici giurati di Barack Obama. Ma ha lavorato a suon di spot miliardari anche l’American Crossroads, il Super Pac presieduto
dal celebre Karl Rove, il super-consulente
politico di George W. Bush, che ha speso a
favore Tillis, solo nell’ultimo mese, la cifra
record di 1,6 milioni di dollari.
Del resto, questa primaria repubblicana
in North Carolina non era una partita locale come tante altre. Secondo tutti gli esperti, questo Stato del sud è da anni un importante “laboratorio” politico, le cui dinamiche sono al centro dell’attenzione di tutti.
Si tratta di un classico “swing state”: qui nel
2008 venne eletto Barack Obama e nel 2012,
malgrado il disastro repubblicano al livello
nazionale, votarono a favore di Mitt Romney. Così, a partire da adesso sino al voto
di novembre, si contenderanno qui un seggio senatoriale la democratica Kay Hagan,
grande supporter della riforma sanitaria di
Obama, e appunto Thom Tillis, una vecchia
volpe della politica locale, avversato invano da Greg Bannon, vicino a Rand Paul, e
un pastore Mark Harris, appoggiato dall’ex
governatore dell’Arkansas Mike Huckabee.
GIOVEDI 8 MAGGIO 2014 • CORRIERE CANADESE
10
SPETTACOLI
MUSICA
Mina sceglie Mina, arriva l’antologia-evento
Paolo Biamonte
ROMA - Solo Mina poteva dare
un signiicato nuovo a un’antologia delle sue performance tv. È uno dei materiali più preziosi, citati, imitati e antologizzati della storia dello spettacolo italiano. Di una ricchezza ogni volta capace di
sorprendere. Vincendo la sua proverbiale ritrosia “a riguardarsi in
bianco e nero e a colori”, come affettuosamente scrive Vincenzo
Mollica che ha curato questo cofanetto da collezione, Mina ha dunque messo mano alla sua storia e
ha scelto di suo pugno, tra musica
e immagini, quello che lei considera il meglio delle sue apparizioni televisive.
“I miei preferiti - Mina - Gli anni della Rai” è il titolo di questa
raccolta composta da un dvd e da
un cd e già in vendita, purtroppo per ora solo in Italia e non in
Canada. Si tratta di materiale mai
pubblicato inora e il fatto che sia
stato selezionato da Mina, che è uno nomi più ricercati e quotati nel
collezionismo, dà a questo cofanetto un signiicato particolare.
Nel dvd spiccano le performance in programmi che fanno parte
del mito della televisione italiana,
titoli come “Milleluci”, “Senza Rete”, “Canzonissima”, “Teatro 10”,
“Studio Uno”, “Il Musichiere”: per
essere sintetici, sono le tappe della carriera di una cantante e di un
personaggio che, in assoluto, ha
pochi confronti.
Basta ascoltare la varietà delle esibizioni: da classici come
Un collage di foto di Mina
“Grande, grande grande”, “Il cielo
in una stanza”, “Brava”, “E se domani”, “Nessuno” a standard come “Georgia On My Mind”, “Night And Day” e “Someday” ino a
“Insesatez”. E poi Battisti, De André, Kurt Weill e “Surabaya Johnny”, “chicche” come “Folle banderuola” e “Chihuahua”.
In più una serie di duetti che
già da soli rappresentano la storia
del nostro spettacolo: con Giorgio Gaber, Ugo Tognazzi, Caterina Valente, Vittorio De Sica, Luciano Salce, Totò, Giancarlo Gian-
nini, Astor Piazzolla, Franco Cerri, Renato Rascel e Lelio Luttazzi.
Sul cd invece ci sono incisi i
medley eseguiti a “Teatro 10”,
“Musica da sera”, “Studio Uno” e
quello con Giorgio Albertazzi voce recitante di “Notte di speranza” insieme a titoli indimenticabili come “Io vivrò senza te”, “Grande grande grande”, “Un colpo al
cuore”, “Amor mio”, “La voce del
silenzio”, “Insieme”.
Un repertorio ricchissimo, capace di soddisfare il collezionista,
il fan ino al consumatore non abituale di musica, scritto, diretto e
arrangiato da alcuni dei nomi più
importanti della canzone italiana
(e non).
“I miei preferiti - Mina - Gli
anni Rai” è il ritratto di un’artista che ha segnato la storia dello spettacolo italiano, un esempio
raro di virtuosismo vocale, sex
appeal, carisma, naturale capacità di fare intrattenimento, di “essere evento” sempre, anche quando le capitava di essere accanto a
dei giganti, vestiva i panni della
padrona di casa o della guest star.
Ciò che colpisce è che tutto questo è stato realizzato da un personaggio che si è ritirata dalle scene
presto, che ha rinunciato ad ampliare la sua carriera dicendo no
al cinema, al teatro, all’America.
Sia come sia è anche grazie a
Mina che certi titoli sono entrati
nel mito della televisione e della
musica italiana. E bene ha fatto a
decidere di scegliere le sue pagine
preferite di una vicenda che continua ad andare ben oltre la musica.
L'INTERVISTA
Rita Pavone: «Me la gioco sempre anche sul palco»
Federico Pucci
MILANO - Martedì sera al Teatro
linear4Ciak di Milano con la prima del tour “Rita is back” è andato
in scena il ritorno dal vivo di Rita Pavone, dopo otto anni di lontananza dai palchi (tranne rare ospitate). «Nella vita non ci sono tante certezze, bisogna sempre giocarsela», dice la leggenda del pop
italiano dal palco: lei stessa se l’è
giocata in due ore e mezza ilate di
concerto in cui si sono sentite l’energia e la voce della star di sempre. Uno show che, fra le note dominanti di swing e blues dell’ultimo disco “Masters”, ha lasciato anche spazio al passato glorioso senza scadere però in facili nostalgie, ora con arrangiamenti originali, ora con videoproiezioni
che hanno dato nuova vita ai grandi successi acclamati dai fan (dal
“Ballo del Mattone” a “Geghegè”,
da “Cuore” a “Fortissimo”). Anche
quando il tufo nel passato è più
evidente, come nel medley dedicato al “Gianburrasca”, il ricordo
non è mai banale: «Oltre la “Pappa col pomodoro” c’è un capolavoro televisivo della Rai e musicale di Nino Rota», spiegherà a
show concluso Rita Pavone.
A contribuire al successo della
serata la band di 8 elementi guidata da Enrico Cremonesi e le guest
star che hanno impreziosito la data milanese: Enrico Ruggeri (collaboratore ai testi del disco “Masters”) per un duetto di ‘Polvere’,
e Loredana Bertè («compagna di
giovinezza in dal “Geghegè” - ricorda Rita Pavone - e vera Tina
Turner italiana») per un duetto di
“In alto mare”.
Presenti a Milano il marito Teddy Reno e personalità dello spettacolo come Mara Maionchi, Dori Ghezzi, Paola Iezzi e Platinette:
per tutti, vip e no, Rita ha voluto
dare il massimo, ora ballando con
Manuel Frattini, ora scherzando
con i fan che le passano un mar-
tello di gommapiuma («devo leccarlo come Miley Cyrus?» scherza la Pavone).
A ine concerto, nei camerini
c’è soddisfazione: «Stasera è stato come tornare in sella a una bi-
cicletta - racconta Rita - ma prima di entrare in scena ho provato
l’ansia delle prime volte».
E se la carriera dal vivo promette altre soddisfazioni, con il tour
“Rita is back” che canterà poi a
Bologna per poi proseguire ad
Ancona, Napoli, Torino e Padova,
e una data oltreoceano a Toronto
(22 giugno), anche quella discograica sembra destinata a continuare.
«Vorrei fare un disco di duetti
con gli artisti che mi hanno aiutato stasera - conclude Rita Pavone
- e con altri che in tutti questi anni hanno dichiarato di aver amato la mia musica, tra i tanti Morrissey degli Smiths e Agnetha degli ABBA».
LA CANTANTE
Arisa: «Non rinnego il passato ma senza orpelli rinasco»
Claudia Fascia
ROMA - La vittoria all’ultimo Festival di Sanremo con “Controvento” è già accantonata, ora è
tempo di prepararsi per l’anteprima del tou. «È stato un mese tranquillo quello passato dopo il Festival - racconta Arisa - Ora però sono un po’ in ansia per il tour, per il
repertorio da proporre. Ho voglia
di dare il meglio. La concentrazione è tanta quanto l’agitazione».
Anche se lei l’agitazione sembra
nasconderla bene, considerando
che al Festival l’unico momento
in cui si emozionò tanto da lasciare il palco non è stata la vittoria
ma quando Mara Venier, senza avvertirla, mandò in onda un ilmato di sua madre durante Domenica In dove era ospite. «Sto ancora spettando delle scuse per quel-
lo, non ero stata avvertita e la cosa non mi è piaciuta afatto», dice
seccamente.
Quello che promette è uno
«spettacolo bello» con «un’Arisa
senza orpelli, perché l’essenzialità
è rinascita, senza cambi, per quasi
due ore di spettacolo e musica di
ila no stop, a tutto ritmo».
In scaletta i brani inediti del
nuovo album “Se vedo te” (uscito il 20 febbraio per Warner Music) e i vecchi successi, alcuni dei
quali sono stati riarrangiati, come “Sincerità” e “Ma l’amore no”.
«Qualcuno dice che ho rinnegato
il passato, ma non è vero - spiega la cantante di origini lucane Penso solo che fare le stesse cose
sempre nello stesso modo alla ine
risulti noioso. E allora ho voluto
cambiare, di solito lo faccio con le
cover di altri, stavolta invece l’ho
fatto con le mie canzoni: “Sincerità” è diventata un brano quasi reggae, mentre “Ma l’amore no” ora è
una bomba elettronica».
Arisa dice di non aver paura del
giudizio del pubblico, anche per
la risposta avuta mercoledì sera
ad Alba (Cuneo) per la data zero
del tour: «La gente ha reagito bene. In fondo la musica è divertimento. E un artista deve avere la
possibilità di esprimersi, di essere se stesso. Sia per il messaggio che trasmette che per se stessi. Gli artisti stranieri possono fare quello che vogliono, mentre a
noi è richiesto di essere sempre
un po’ ingessati. Io voglio fare ciò
che voglio».
Nel “Se vedo te tour” Arisa sarà
accompagnata sul palco da Giuseppe Barbera (pianoforte/tastiere), Rafaele Rosati (basso), Giulio
Proietti (batteria), Francesco Bruni (chitarre), Gnu Quartet (archi
e lauto).
«Il pubblico ci vedrà in una versione molto ritmica e piena di energia, inframmezzata da atmosfere delicate. Non ci saranno ospiti, vi dovrete accontentare solo di me», scherza la cantante che
la prossima settimana sarà impegnata anche nella promozione di
“Barry, Gloria e i Disco Worms”,
ilm di animazione per il quale ha
prestato la sua voce.
«Il doppiaggio mi piace molto - aggiunge - Ti consente di esprimerti attraverso il corpicino
di un altro. È la terza volta che mi
dedico al doppiaggio, stavolta ho
accettato perché mi piace la storia di questi vermetti che abbattono i pregiudizi, incuranti delle avversità».
CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 8 MAGGIO 2014
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PEPITO VUOLE IL MONDIALE
Rossi a Prandelli: «Chiamami, sto bene»
FIRENZE - «Sto bene, sono pronto per fare tutto, la voglia di tornare protagonista è stata molto
più forte della paura». Giuseppe
Rossi è tornato. E subito ha ritrovato il gol contro il Sassuolo.
«Purtroppo gli avversari ne
avevano già segnati quattro - sospira - però è stato bello lo stesso». La dedica come sempre è al
padre scomparso qualche anno,
oltre a mamma, sorella e idanzata, che erano tutte in tribuna.
«E ai tifosi viola che mi sono
sempre stati vicini». L’ultima rete
l’aveva realizzata al Sassuolo, un
girone fa. Poi il 5 gennaio, durante
il derby con il Livorno, il nuovo
stop per l’infortunio al ginocchio
destro, già operato in passato.
«Sono stati mesi duri ma ora
sto bene e così il ginocchio sorride - mi mancano i 90’ nelle
gambe però è la cosa più facile da
recuperare». Messaggio neppure
troppo velato a Prandelli in vista
delle convocazioni per i Mondiali: «Cosa devo fare per convincerlo? Giocare e dimostrare che sto
bene isicamente e posso aiutare la Nazionale. Se non dovessi
realizzare il sogno? Devo pensare
sempre in positivo, voglio e spero
di far bene in queste ultime due
gare con la Fiorentina. I risultati
dei test fatti a Coverciano non li
ho ancora visti, se il ct mi chiama
sono pronto per fare tutto, non ho
paura. Contro il Sassuolo ho subito qualche contrasto ed è stato un
bene, in allenamento ne subisco
sempre pochi».
Intanto Pepito si sente pronto
per giocare titolare domenica a
Livorno dove ritroverà Rinaudo
contro cui si infortunò: «Se lo vedrò gli stringerò la mano, so che
il suo è stato solo un intervento
di gioco, ci sono stati dei contatti
con lui e l’ho ringraziato. Di messaggi di sostegno ne ho ricevuti
tanti, non solo dai miei compagni
ma pure da colleghi di altri club.
Sentire tanto afetto mi ha aiutato».
Della sua Fiorentina si dice orgoglioso: «Non siamo stati fortunati, troppe assenze importanti
nei momenti chiave ma sono iero di quanto fatto, la squadra già
ora è forte, dobbiamo chiudere
al 4o posto. Rinforzi? Ne devono
parlare l’allenatore e la società,
noi giocatori dobbiamo pensare
solo a giocare. Non so dove sarebbe arrivata la Fiorentina se ci
fossi stato sempre ma gli infortuni
fanno parte del calcio. Spero contro il Torino di giocare insieme a
Gomez, Mario sta lavorando tanto
per esserci».
Ieri Montella ha voluto subito
tutti in campo e l’attaccante tedesco è tornato in gruppo facendo
contrasti e partite. Per il titolo di
capocannoniere, classiica che ha
guidato a lungo prima dello stop,
Rossi tifa per Immobile: «Mi auguro la vinca un italiano e Ciro sta
facendo benissimo».
Chiusura inevitabile sulla notte di follia della inale di Coppa
Italia: «Dispiace tanto per quanto
accaduto, non è uno spot bello per
noi italiani, per la Serie A, per il
calcio italiano in generale. Non
so come, ma di certo qualcosa va
cambiato e migliorato per evitare
che certi fatti si ripetano».
MERCATO
Valzer panchine, balla anche Conte
ROMA- Massimiliano Allegri, Luciano Spalletti, Antonio Conte e Roberto Mancini. È un vero e proprio
valzer delle panchine quello che, nei prossimi mesi,
movimenterà il calciomercato. Dal Monaco alla Juventus, dal Tottenham al Milan sono infatti molti i
posti che potrebbero liberarsi a breve.
Il discorso coinvolge anche Claudio Ranieri, ormai vicinissimo
all’addio alla squadra del Principato. Il suo posto potrebbe essere
preso da Conte se questi dovesse
decidere di lasciare la Juve, mentre
su Allegri c’è il Tottenham. Spalletti
piace a Milan e Juve, con cui ha già
avuto dei contatti, mentre Mancini
ha un triennale con il Galatasaray,
ma sarebbe pronto a rescinderlo in
caso di chiamata dalla Torino bianconera. Al Milan, se davvero alla
ine Clarence Seedorf andrà via,
potrebbe essere promosso Pippo
Inzaghi, che ieri, alla guida della
Primavera, è stato sconitto dall’Udinese nei play-of del campionato.
Sul fronte giocatori, dalla Spagna danno come
probabile il passaggio di Alexis Sanchez dal Barcellona alla Juventus, dove potrebbe seguirlo Adriano.
I due potrebbero far parte di un discorso più ampio
perché uno dei primi due rinforzi che Luis Enrique
ha chiesto alla dirigenza del Barcellona è Paul Pogba
(l’altro è Kompany, capitano del Manchester City),
mentre Messi spinge per avere accanto a sé Aguero.
Alla voce attaccanti la Juve potrebbe scrivere anche
Berardi, facendo arrivare il talento attualmente “gi-
rato” al Sassuolo.
Molto attiva anche la Roma, che vorrebbe deinire
il futuro di Juan Manuel Iturbe, sul quale c’è sempre
l’interessamento anche di Real Madrid e Napoli. Il
ds dei giallorossi Sabatini conta di stringere a breve,
dopo che il Verona avrà riscattato il giocatore dal
Porto per 15 milioni di euro. Quanto a Jackson Martinez, il suo agente
Manuel Manzo dice a Radio Crc che
deve decidere il Porto. Per Jackson
Roma e Napoli sarebbero grandi
club. Smentito un interesse romanista per il viola Borja Valero, mentre sarebbe stato oferto l’atalantino
Bonaventura. Ma la priorità per la
Roma è risolvere il rebus Miralem
Pjanic. Se il bosniaco (che chiede 4
milioni netti all’anno di ingaggio)
non allungherà il contratto in scadenza nel giugno 2015, la società
giallorossa sarà costretto a cederlo
al Paris SG o al Barcellona, che si
sono già fatte avanti. Ma il presidente James Pallotta, in arrivo nella capitale, è sicuro di
convincere il suo centrocampista, facendolo quindi
rimanere a Trigoria alle dipendenze di Garcia.
Dal Brasile rimbalza la notizia che l’Inter è ormai
vicina a Nilton, mediano del Cruzeiro per il quale il
club nerazzurro (al quale il calciatore era stato sconsigliato dall’emissario di Moratti in Brasile, Sabatino
Durante) ha oferto 5,5 milioni di euro. La società di
Belo Horizonte ne chiede invece 7.
*Nella foto, Alexis Sanchez che potrebbe passare dal Barcellona alla Juventus.
BRASILE
Scolari ha scelto i 23,
Kakà e Robinho esclusi
RIO DE JANEIRO - Nessuna sorpresa nella lista dei 23 convocati del
Brasile per i prossimi Mondiali, annunciata ieri dal ct Luis Felipe Scolari. Come previsto, i milanisti Kakà e Robinho, così come l’ex rossonero
Ronaldinho, non fanno parte della lista. Fuori anche l’ex interista Philippe Coutinho, nonostante l’ottima stagione disputata nel Liverpool e
il fatto che fosse al top delle preferenze degli internauti.
Gli “italiani” sono tre: l’interista Hernanes, il romanista Maicon e il
napoletano Henrique, “scudiero” di Scolari quando questi allenava il
Palmeiras di cui Henrique era il capitano. Tra i convocati anche l’ex
interista Julio Cesar, che diventa così il primo giocatore dei Toronto Fc
a essere convocato per un Mondiale. Ecco la lista dei convocati della
Seleçao:
Portieri: Jeferson (Botafogo), Julio Cesar (Toronto Fc) e Victor (Atletico Mineiro);
Difensori: Dante (Bayern Monaco/Ger), David Luiz (Chelsea/Ing),
Henrique (Napoli/Ita), Thiago Silva e Maxwell (Paris SG/Fra), Daniel
Alves (Barcellona/Spa), Maicon (Roma/Ita), Marcelo (Real Madrid/
Spa);
Centrocampisti: Fernandinho (Manchester City/Ing), Hernanes
(Inter/Ita), Luiz Gustavo (Wolfsburg/Ger), Oscar, Ramires e Willian
(Chelsea/Ing), Paulinho (Tottenham/Ing).
Attaccanti: Bernard (Shakhtar/Ucr), Fred (Fluminense), Hulk (Zenit/
Rus), Jo (Atletico Mineiro) e Neymar (Barcellona/Spa).
SPAGNA
Real, addio titolo e paura per Ronaldo
MADRID - La matematica dice che la Liga è ancora tutta da decidere,
ma il Real lascia a Valladolid una buona dose di speranze. Al José Zorrila inisce infatti 1-1, con i Blancos befati a cinque minuti dalla ine
dopo una partita giocata sottotono. Come se non bastasse, preoccupazione per Ronaldo, costretto a uscire dopo dieci minuti per un fastidio
muscolare che accende l’allarme a 17 giorni dalla inale di Champions.
Real si illude col quinto gol in quattro partite di Sergio Ramos. Ma il
gol di Osorio all’85’ gela i sogni di Triplete del Real, che a due giornate
del termine, si ritrova a -4 e -1 da Atletico e Barça.
FRANCIA
Ibra e il Psg di nuovo campioni
PARIGI- Il Paris Saint Germain di Ibrahimovic, Cavani e Verratti è campione di Francia per il secondo anno consecutivo. Poco prima di scendere in campo a Parigi contro il Rennes, la squadra di Laurent Blanc si è
vista recapitare la matematica certezza del titolo grazie al pareggio per
1-1 tra Monaco e Guingamp nell’altro recupero della 36ª giornata di Ligue 1, in programma ieri. La squadra di Ranieri non può più raggiungere
i campioni uscenti anche se perdessero le ultime tre partite (quella di
stasera e le prossime due), essendo staccati di sette punti in classiica.
Si tratta del quarto titolo nazionale conquistato dal Psg, che in precedenza aveva vinto il campionato nel 1994 e nel 1986.
PENALIZZAZIONE
Reggina retrocessa in Lega Pro
ROMA - La Commissione Disciplinare ha inlitto due punti di penalizzazione (e un’ammenda di 7mila euro) alla Reggina per irregolarità
nei pagamenti delle ritenute Irpef e degli emolumenti ai tesserati. Ciò
determina che la squadra è matematicamente retrocessa in Lega Pro, in
quanto a 5 giornate dalla ine del campionato di Serie B ha 15 punti di
distacco dal Novara, avvantaggiato però negli scontri diretti.
GIOVEDI 8 MAGGIO 2014 • CORRIERE CANADESE
12
SPORT
Roma-Juventus di notte fa paura
Comitato sicurezza considera di spostare il match tra le 13 e le 16. Totti e soci con logo Sky
ROMA - Dopo i tre turni di squaliica inlitti con l’uso della prova tv,
Mattia Destro è pronto a tornare
in campo. E curiosamente lo farà
indossando una maglietta con sopra il marchio di Sky.
La Roma, che nel corso della stagione ha giocato senza
main-sponsor (presente solo la
scritta “Roma Cares”, fondazione giallorossa che opera nel settore beneico), ha infatti reso noto che nelle ultime due partite di
campionato - domenica con la Juventus all’Olimpico e in trasferta
a Marassi col Genoa - la squadra
di Rudi Garcia scenderà in campo
col logo Sky sulla maglia.
Il big match, tra l’altro, al momento issato per le 20.45, potrebbe essere anticipato al pomeriggio per motivi di ordine pubblico:
è l’ipotesi presa in considerazione dal comitato tecnico per l’ordine pubblico che sta pensando
di far disputare la partita tra le 13
e le 16. A chiedere l’anticipo della
gara è stato il Codacons, con un’istanza rivolta alla Prefettura di
Roma: «Un simile provvedimento si rende necessario per garantire al meglio l’ordine pubblico - afferma l’associazione - I rischi sul
fronte della sicurezza sono troppi e troppo elevati per permettere
di disputare l’incontro di sera, e le
condizioni venutesi a determinare
impongono misure d’emergenza».
Per quanto riguarda l’iniziativa della sponsorizzazione, spiega la nota difusa da Trigoria, «oltre a raforzare il rapporto privilegiato tra Sky Italia e il calcio italiano, vuole celebrare il ritorno
dei giallorossi in Champions League, competizione che per la stagione 2014/15 sarà trasmessa da
Sky Sport con 128 partite in esclusiva».
Il ritorno in Europa dalla porta
principale d’altronde era l’obiettivo dichiarato del presidente James Pallotta, atteso nella Capitale
per venerdì, e pronto a gustarsi in
tribuna la sida ai rivali bianconeri. L’incontro, per i punti comples-
sivi conquistati dalle due squadre
(181), si colloca al top visto che
nessuna coppia di testa è riuscita
a fare meglio nei cinque maggiori campionati europei. A Garcia,
però, l’unica cosa che interessa è
quella di dimostrare di non essere inferiore a Conte, cancellando
in campo il netto ko di Torino (e
il recente black-out di Catania) e
mantenendo così inviolato lo stadio Olimpico.
A seguire la gara di domenica sugli spalti assieme a Pallotta (e all’agente di Pjanic, Michael
Becker, con cui andrà discusso in
questi giorni il rinnovo di contratto del bosniaco) ci saranno circa
50 mila spettatori.
A prescindere dall’orario, Garcia manderà in campo la formazione migliore.
Totti domenica vestirà una maglia giallorossa con il logo Sky
INTER
San Siro prepara la festa per l’addio Zanetti
MILANO - I cori e gli ululati razzisti contro Napoli e Mario Balotelli costano alla Curva Nord
dell’Inter un altro turno di chiusura. Sabato prossimo contro la
Lazio gli ultras nerazzurri sconteranno il primo dei tre accumulati nelle ultime due disposizioni
del Giudice Sportivo, in una serata che sancirà l’addio a San Siro di
Javier Zanetti.
Il club nerazzurro, punito con
una multa di 50.000 euro, dovrà
quindi aspettare la terza partita in
casa del prossimo campionato per
avere nuovamente il sostegno del
tifo più caldo.
Il provvedimento era “annunciato”, dopo che nel derby si erano sentiti distintamente sia i cori
anti-napoletani (gli stessi che durante Inter-Napoli erano costati i
primi due turni di stop) che quelli in direzione di Mario Balotelli.
Non ci sarà quindi parte del
pubblico di casa ad assistere
all’ultima partita al Meazza di Za-
netti, in quella che sarà una sida
decisiva in chiave Europa League.
Contro la Lazio serve un pronto
riscatto per non scivolare sotto il
quinto posto, utile a tornare nella seconda competizione continentale per club. «Sicuramente ci
sarà tanta emozione dentro di me.
Mi auguro che possa essere una
grande festa, ma prima - dice Za-
netti a Sky Sport - bisogna vincere la partita. Mi dispiace che non
sarà presente la Curva, ma credo
che il tifoso interista ci sarà come
in tante occasioni e ci sosterrà ino alla ine».
Il capitano argentino è uno dei
giocatori ai quali Mazzarri potrebbe aidarsi per il rilancio. Jonathan è tornato nel derby do-
LE SQUALIFICHE
Pellissier: 3 turni di stop
ROMA - Il Giudice sportivo della Lega di Serie A ha inlitto tre giornate
di squaliica all’attaccante del Chievo, Sergio Pellissier, per comportamento scorretto nei confronti di un avversario.
Fra i calciatori non espulsi sono stati squaliicati per un turno, il veronese Albertazzi, il laziale Lulic, il cagliaritano Silvestri. Fra i giocatori non espulsi fermati per un giornata Bettanin (ammenda di 2 mila
euro) e Greco (Livorno), Abbiati (Milan), Britos e Dzemaili (Napoli),
Cambiasso (Inter), Cherubin (Bologna), Conti (Cagliari), Estigarribia
(Atalanta), Gazzola e Longhi (Sassuolo), Iturbe (Verona), Okaka (Sampdoria) e Romagnoli (Roma).
po tre giornate di assenza e non
ha convinto. A centrocampo Kuzmanovic prenderà il posto dello
squaliicato Cambiasso. «Mazzarri - commenta Zanetti - era dispiaciuto come tutti noi per aver perso una partita molto sentita come il derby. Se giocherò o meno
la prossima gara lo deciderà lui».
Solo dopo aver raggiunto l’obiettivo Europa League, Zanetti si
siederà nuovamente attorno a un
tavolo con Erick Thohir per stabilire con quale ruolo entrare a far
parte della dirigenza. I due faccia a faccia precedenti sono serviti a sancire la reciproca volontà
di continuare per la stessa strada.
«Il presidente - conclude Zanetti - è sempre molto vicino a
noi. La prima cosa che mi ha detto
è che io ero una leggenda, non solo per questa squadra ma per tutto
il calcio mondiale. Questo mi ha
fatto un enorme piacere. Io allenatore? Credo che la mia carriera
andrà verso un’altra direzione».
PUNITA ANCHE LA FIORENTINA
Fischi, minacce e invasioni: Napoli due gare senza tifosi
ROMA - Dopo la vittoria in Coppa Italia, per il Napoli è arrivato
il conto da pagare per la paradossale notte dell’Olimpico: due gare
casalinghe senza tifosi. Lo ha deciso il giudice sportivo che ha disposto due partite a porte chiuse del San Paolo per il comportamento dei propri tifosi (“gravemente intimidatorio”), per il numero dei responsabili coinvolti,
per le conseguenze lesive a danno
delle Forze dell’Ordine e per l’invasione di campo a ine partita.
Sanzionata anche la Fiorentina che per i cori anti-Vesuvio dei
suoi sostenitori avrà la curva Fiesole chiusa (anche se con la condizionale) per un turno. Diversi
i motivi alla base della decisione
del giudice Tosel nei confronti della società partenopea che,
tra l’altro, conferma le minacce
messe in campo dai tifosi sabato
scorso. Otto i punti contestati che
hanno portato alla rilevanza disciplinare: si parte dalla forzatura di
un cancello di pre-iltraggio alle
lesioni ai danni di quattro agenti
prima della partita. Si passa poi
all’oltraggio dell’inno nazionale
(a cui hanno partecipato i tifosi di
entrambe le squadre) ino alla minaccia di “invadere il campo” (riferita dagli steward ai collaboratori della Procura federale) “qualora
il capitano della loro squadra non
si fosse recato sotto la curva per
parlare con i capi degli ultras”.
In tale contesto - ricostruisce
il particolareggiato comunicato di Tosel - “il capitano Hamsik
trovava come interlocutore un individuo (Genny ‘a carogna, ndr),
postosi a cavalcioni della vetrata
delimitante la Curva Nord, indossante una maglia di color nero
che, nella parte anteriore, esibiva
la dicitura “Speziale libero”, spregevolmente allusiva all’uccisione
di un Servitore dello Stato. Alla
conclusione del “colloquio”, con
45 minuti di ritardo, la gara poteva iniziare. Il lancio di petardi
e bengala, nonché l’invasione di
campo a ine partita (con tanto di
“appropriazione” di palloni, tute
ed altri accessori presenti sulle
panchine”) dei tifosi napoletani
arricchiscono ulteriormente la
sanzione disciplinare del San Paolo a porte chiuse che sarà scontata
nell’ultima giornata di campionato (in casa col Verona) e nella prima della prossima stagione. Tra le
attenuanti, che mitigano in parte
la sanzione, il giudice riconosce
“la concreta cooperazione fornita
dai dirigenti societari alle Forze
dell’Ordine”.
Sul versante viola, la Fiorentina viene sanzionata per i ischi
all’inno nazionale, il ferimento di
uno steward e i cori di discriminazione territoriale (è la prima volta
per il club dei Della Valle), motivi che hanno indotto il giudice a
squaliicare per un turno la curva
Fiesole, sia pure con la condizionale.
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CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 8 MAGGIO 2014
13
SPORT
L'ULSTER CAMBIA COLORE
2014
Pecore rosa per accogliere il Giro
BELFAST - Biciclette, vetrine di
negozi persino pecore, tutte colorate di rosa, a pochi giorni dal
via della corsa cresce in Ulster
l’attesa per il Giro d’Italia. Come
da tradizione ormai, ogni due anni corsa a tappe italiana organizza la sua grande partenza all’estero e quest’anno i 200 corridori
prenderanno il via dall’Irlanda del
Nord.
Una prima volta raccontata da
un reportage del Guardian che
ha raccolto le testimonianze degli abitanti della regione. Perché
se a Belfast in questi giorni non
si parla che dell’arresto del leader
Sinn Fein Gerry Adams, nelle aree agricole, lungo le cui strade passerà la carovana rosa, l’argomento
del giorno è “the Giro”.
«È la prima volta che ospitiamo una gara così importante - le
parole di Sandra Hunter, che ha
voluto colorare il suo gregge di
rosa in onore alla gara -. Gli spettatori che verranno qui acquisteranno il nostro latte e la nostra
carne. Si tratta di una grande occasione per il turismo ma anche
per noi contadini. Non è fantastico per una volta festeggiare qualcosa che non sia strettamente politico?».
A Ballyhackamore, cittadina ad
est di Belfast che i corridori attraverseranno due volte durante la
prova a crono di venerdì, la macchia rosa si è estesa su tutte le vetrine di bar, parrucchieri e ottici
locali. Una febbre a 90, di colore
rosa, per la bicicletta, che ha contagiato tutta la regione. Così una
squadra di cricket, del villaggio di
Armagh, ha chiesto, e ottenuto, il
permesso di giocare con divise di
colore rosa (infrangendo il codice
all-white dello sport), mentre l’orario di inizio di alcune funzioni
religiose di domenica, quando la
corsa arriverà a Dublino, è stato
addirittura spostate proprio per
consentire ai fedeli di partecipare
alla grande festa.
Un party che per l’Ulster, martoriato da una sanguinosa guerra
civile, rappresenta anche un’imperdibile occasione di auto-promozione davanti ad un pubblico che si stima possa raggiungere
gli 800 milioni (il Giro è trasmesso in 165 paesi). «È il più grande
evento mai organizzato in Irlanda del Nord - il commento di Alastair Ross, tra gli organizzatori dell’evento -. La conferenza dei
G8 dell’anno scorso non ha coinvolto la popolazione locale, il Giro invece copre quasi tutto il territorio nord-irlandese».
*In Irlanda si disputeranno
le prime tre tappe del Giro. Venerdì prima tappa a Belfast, cronosquadre di 21,7 km. Sabato seconda tappa, Belfast-Belfast di 218
ko. Domenica terza tappa, Armagh-Dublino di 187 km.
L'Irlanda, in onore del Giro, ha colorato di rosa perino le pecore.
In alto un negozio di bici di Belfast e
una pecora rosa
DOMENICA, ALONSO SPERA
F1, la sfida riprende in Spagna
MONTRÉAL-BOSTON 4-2
PK Subban travolge i Bruins
MONTRÉAL - PK Subban ed il
fattore campo hanno permesso ai
Canadiens di Montreal di avere la
meglio, per 4-2, sui Bruins di Boston. La storica sida è ora in vantaggio dei canadesi, per due vittorie ad una. Il match winner di gara
tre è stato l'attaccante di colore,
P.K. Subban, che è esploso davanti
al proprio pubblico segnando una
rete, fornendo un assist e portando sul ghiaccio una carica incredibile.
Il punteggio si è aperto al 10’57
grazie alla rete messa a segno da
Tomas Plekanec, smarcato alla perfezione da Thomas Vanek.
Subban si è poi scatenato nel box
dei penalizzati dopo essere stato
punito con un 2 minuti secondo
lui ingiusti e, una volta rientrato
sul ghiaccio, si è proiettato tutto
solo verso Rask regalando il 2-0 a
Montréal.
Nel periodo centrale il palo ha
negato il primo gol a Boston su tiro di Jarome Iginla, mentre sull’altro fronte Dale Weise ha sfruttato
un perfetto passaggio di Daniel
Briere per portare lo score sul 3-0.
Prima della seconda sirena i Bruins sono però tornati in partita
grazie ad una perfetta deviazione
di Patrice Bergeron, per poi tornare ad una sola lunghezza al 57’44
grazie a Jarome Iginla.
Lars Eller ha però chiuso ogni
discussione ottenendo il 4-2 a
porta vuota e regalando così il
vantaggio per 2-1 nella serie ai Ca-
ville Predators di Roman Josi e
Simon Moser è Peter Laviolette.
Il 49enne, vincitore di una Stanley
Cup nel 2006 con i Carolina Hurricanes, entrerà in funzione dopo
i Mondiali di Minsk, dove riveste
il ruolo di headcoach della Nazionale statunitense.
*Nella foto, PK Subban
nadiens.
Anche i Wild di Minnesota
hanno fatto valere il fattore casalingo in gara-3 delle semiinali
della Western Conference contro
i Blackhawks, imponendosi per 40. Il poker calato dai Wild signiica soprattutto che la squadra di
Minnesota non è afatto disposta
ad uscire di scena senza lasciare il
segno. Chicago è avvisato.
Per Chicago, ora avanti 2-1 nella serie, si è dunque fermata a sei
vittorie la serie positiva in questi
playof.
Il grande protagonista dell'incontro è stato il inlandese Mikael Granlund autore di due delle
quattro reti. Nino Niederreiter, in
pista per più di 17', dal canto suo è
entrato nel tabellino della partita
fornendo l'assist in occasione del
secondo gol del innico, giunto al
58'43" a porta vuota.
COLORADO
3
4 BOSTON
1
MINNESOTA
ST. LOUIS
1
DETROIT
4
1
2
0 TAMPA BAY
2
2
CHICAGO
4
4 MONTRÉAL
ANAHEIM
4
4 PITTSBURGH
0
DALLAS
SAN JOSE
2
COLUMBUS
2
2
4 NY RANGERS
3
2
LOS ANGELES
Predators aidati a Laviolette
Il nuovo allenatore dei Nash-
ROMA - La gara della svolta, o almeno di un nuovo inizio. Con questa
speranza si vive l’attesa del Gran Premio di Spagna che si corre domenica a Barcellona e che apre la seconda fase della stagione di Formula 1.
Dopo il Gp della Cina i team hanno avuto a disposizione tre settimane
di lavoro e contano di vedere subito dei risultati, con la Mercedes pronta a confermare la sua supremazia e le altre, dalla Ferrari alla Red Bull,
decise a ridurre il gap. Se la Rossa ha predisposto numerosi aggiornamenti, la squadra austro-inglese si presenterà con un sostanzioso “upgrade” della monoposto e con una nuova scocca per Sebastian Vettel,
autore di un mediocre avvio di stagione.
Il capo progettista della Red Bull, Rob Marshall, ha tenuto a spiegare
che il nuovo telaio per Vettel era un passo già pianiicato a inizio stagione e che a sua volta l’australiano Daniel Ricciardo ne avrà uno verso il
Gran Premio d’Inghilterra a Silverstone, ma non c’è dubbio che il quattro volte campione del mondo si sarà fatto sentire per le “iguracce”
rimediate inora. I dominatori delle ultime stagioni non ci stanno a diventare comprimari, ma se a Milton Keynes si è lavorato sodo neanche
altrove si è stati con le mani in mano e da venerdì si avranno le prime
risposte sulla bontà delle loro scelte.
In casa delle Stelle d’Argento gli unici problemi possono nascere dalla crescente rivalità tra Nico Rosberg e Lewis Hamilton, che a Barcellona non ha mai vinto e proverà a fare poker di vittorie per superare il
compagno in classiica.
Al Montmelò ci sarà però soprattutto un Fernando Alonso desideroso di fare bella igura e almeno bissare il confortante podio ottenuto
in Cina. «Correre a casa... L’anno scorso ho avuto il privilegio di vivere
grandi emozioni”, ha twittato oggi lo spagnolo, ricordando con nostalgia la sua ultima vittoria in Formula 1.
A Maranello c’è prudente ottimismo in vista della gara consci che
il lavoro svolto nelle ultime settimane dovrebbe portare dei miglioramenti, in una crescita costante che dovrebbe progredire gara per gara.
* TSN darà in diretta le prove libere di venerdì, le qualiiche di
sabato e la corsa di domenica, sempre alle 7.55 am ora di Toronto.
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GIOVEDI 8 MAGGIO 2014 • CORRIERE CANADESE
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collega che vorrebbe adottare un approccio più ''disinvolto''.
Una persona che si è sempre dimostrata pronta ad aiutarvi oggi potrebbe dichiararsi indisponibile: veriicate che questo riiuto non nasca da un
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risentimento personale.
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Avete le idee chiare su come afrontare una situazione piuttosto spiacevole ma questo non signiica che siate
BILANCIA felici di dovervene occupare.
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Una persona che è abituata a farla da
padrone sarà sorpresa quando si accorgerà che voi non siete afatto dispoSCORPIONE sti a farvi mettere i piedi in testa.
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Avete fatto un passo in dietro per assecondare le manie di protagonismo
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vostro superiore può fare la diferenza,
oggi: sappiate obbedire senza sembraCAPRICORNO re mai sottomessi.
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ma potrebbero esserci un paio di sorprese che scombineranno i vostri detACQUARIO tagliatissimi piani.
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Anno 02 ■ N. 87
«In sciopero da 8
Vertenza degli operai
della
Mario Cagnetta
Mercoledi 7 Maggio
salvezza. A pag. 11
2014
www.corriere.com
mesi per i nostri dir
Crown Holdings,
TORONTO - Da
settembre del
2013 sono in sciopero
e 20 di loro a rotazione
stanno girando
il
Canada allestendo
re al giorno sette picchetti 24 ogiorni alla settimana, inverno
compreso. Tra di
loro, circa un’ottantina
in tutto, ci
sono anche otto
lavoratori italiani. Oltre a non ricevere
lo stipendio hanno dovuto
sopportare l’umiliazione di non
essere ascoltati
dalla proprietà.
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gli emiliani in chiave
itti»
la compagnia rispond
e assumendo lavorat
ori stranieri
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Temporary Foreign
Workers, Ferguson
potrebbe indagare
sui presunti abusi
OTTAWA - Il
revisore generale
dei conti lascia la
porta
una possibile indagineaperta per
sul programma relativo
ai lavoratori stranieri temporanei.
La
giunta ieri per bocca conferma è
dello stesso
Michael Ferguson,
in
richieste presentate risposta alle
a Ottawa dal
Partito Liberale
e dall’Ndp in merito agli abusi emersi.
 ARTICOLO A PAGINA
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COSTI DELLA POLITICA
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Gtha, stipendi d’or
o per i sindaci
Buste paga e benefici
, Fennell e Bevilacq
ua i primi cittadini
TORONTO - I
costi della politica gravano sempre
di più sulle tasche dei contribuenti
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Canadese avvia
oggi
sul peso della nostra un’inchiesta
classe politica, con un focus
sui sindaci della
Greater Toronto
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rea (Gtha): tra buste Hamilton Afici, Susan Fennell paga e benee
vilacqua sono i primiMaurizio Beguadagnano di più. cittadini che
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più pagati
La protesta degli operai
L'EVENTO
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CONTROSPORT
In vetrina il cibo
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16
GIOVEDI 8 MAGGIO 2014 •• CORRIERE CANADESE
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Stipendi d`oro ai consiglieri di Vaughan