APOSTOLATO UNIVERSALE - Continuità e sviluppo
Rivista semestrale dell’Istituto S. Vincenzo Pallotti - Roma
Anno XII - n. 24/2010, pp. 17-25.
PALLOTTI OGGI
DALLE LETTERE UN RITRATTO DEL SANTO
Intervista a Bruno Bayer SAC
Roma, 2 febbraio 2010
Martedì 2 febbraio 2010, nella sede dell’Istituto S. Vincenzo Pallotti di Roma, Jan Kupka SAC
(direttore) e Serenella Morandotti (collaboratrice nell’ISVP) hanno incontrato Bruno Bayer SAC,
prima della sua partenza da Roma dopo 17 anni di soggiorno presso la Casa Generalizia SAC. In
una conversazione, durata 2 ore, Bruno Bayer SAC ha risposto ad alcune domande preparate in
anticipo dall’ISVP. Tutta l’intervista si è incentrata sul lavoro del curatore dell’edizione critica
delle Lettere di san Vincenzo Pallotti, che è terminata con la pubblicazione dell’ottavo volume nel
2010. Ringraziamo Bruno Bayer SAC per tante informazioni sul lavoro da lui svolto e soprattutto
per i pensieri preziosi su san Vincenzo Pallotti e sul significato delle sue lettere per la nostra vita
pallottina.
Istituto Pallotti - Roma (ISVP): Don Bruno, Lei si è occupato a lungo dei testi del Pallotti. Quando
è cominciato questo lavoro?
Don Bruno: Ho iniziato ad occuparmi delle lettere di san Vincenzo Pallotti nel febbraio 1993. In
quell’anno ho ricevuto l’incarico dal Rettore Generale della Società dell’Apostolato Cattolico,
Séamus Freeman SAC, di iniziare l’edizione critica delle lettere del nostro Fondatore. Sono passati,
quindi, 17 anni di impegnativo lavoro in cui ho potuto prendere familiarità con i testi del Santo che
hanno un carattere ben diverso da quelli pubblicati nelle Opere complete.
ISVP: Quali motivi l’hanno spinta ad intraprendere il lavoro sui testi del Pallotti? Era un suo
desiderio personale?
Don Bruno: Per quanto riguarda i testi di Vincenzo Pallotti, penso soprattutto alle sue lettere.
Nell’accettare il lavoro dell’edizione delle lettere si sono intrecciati due fattori: l’incarico ricevuto
e il mio interesse personale. Il compito affidatomi dal Superiore Generale Séamus Freeman SAC
rispondeva, possiamo dire, al mio desiderio personale. Non ero infelice di intraprendere questo
lavoro. Di ciò parla S. Freeman SAC nella sua presentazione al primo volume delle Lettere: “Siamo
debitori verso P. Bruno Bayer SAC, membro della Provincia del Sacro Cuore della Società
dell’Apostolato Cattolico in Germania, per aver accettato il complesso compito di lavorare alla
pubblicazione delle lettere. Già qualche anno fa, egli pubblicò, in una edizione critica, le lettere di
Paul de Geslin, compagno francese di Vincenzo Pallotti, e così è ben preparato per il lavoro nuovo”1.
ISVP: Prima di iniziare il lavoro di pubblicazione delle lettere del Pallotti, Lei ha fatto qualche
ricerca o studio preparatorio?
1
Id., Presentazione, in San Vincenzo Pallotti, Lettere, voll. I-VIII, a cura di Bruno Bayer SAC, Curia
Generalizia della Società dell’Apostolato Cattolico, Roma 1995-2010 (= OCL), qui OCL I, p. VI.
Don Bruno: Si potrebbe dire che la preparazione per questo lavoro erano i miei studi prima e dopo
l’ordinazione sacerdotale e le pubblicazioni antecedenti.
Un giorno è venuto a Vallendar il Provinciale della mia Provincia, Franz Nägele SAC, cercando
studenti disposti a diventare professori ai ginnasi di Bruchsal o Hersberg. Io conoscevo bene il latino.
L’ho imparato all’età di 11 anni. Era la mia forza. Allora potevo diventare insegnante di latino. Così
nel 1955 sono stato ordinato sacerdote e nello stesso anno sono andato a Freiburg per perfezionare
il latino. Questo periodo di studio, quattro semestri a Freiburg e un semestre a Monaco, era per me
molto ricco perché potevo leggere i classici latini. Oggi si può dire che sono uno dei rari amici della
lingua latina. A Freiburg avevo studiato anche il francese. Così, nel mio impegno di insegnante,
potevo lavorare con queste due lingue. Ho insegnato a Hersberg dal 1958 al 1963.
Nel 1963 sono arrivato a Roma. Per il 20 gennaio 1963, la canonizzazione di Vincenzo Pallotti,
è venuto a Roma il Provinciale Franz Josef Volk SAC. In questa occasione si sono svolti diversi
incontri. Durante uno di questi Ansgar Faller SAC segnalò la necessità di qualcuno che conoscesse
il francese per fare un’edizione critica degli scritti di Paul De Geslin. Si pensò subito a Bruno Bayer
SAC. Così, nel novembre 1963 mi sono trasferito a Roma per iniziare questo lavoro, che mi ha
impegnato per quasi nove anni. Per portare avanti la ricerca su Paul De Geslin mi sono recato anche
in Francia dove ho conosciuto Madame De Geslin. Si era saputo che io cercavo le pubblicazioni in
francese con le notizie biografiche di Paul De Geslin. Un giorno i volumi ricercati mi sono stati
regalati da un amico francese. Così potevo terminare le mie ricerche sugli scritti di Paul De Geslin
e pubblicare il volume intitolato: “Paul De Geslin compagnon de saint Vincent Pallotti”2.
ISVP: Perché questo volume su Paul De Geslin non è stato stampato a Roma ma in Francia?
Don Bruno: Perché la maggior parte dei testi è in francese e sono testi di Paul De Geslin e non la sua
biografia.
ISVP: Quindi si può dire che Lei avesse già esperienza con la pubblicazione dei testi storici. Questo
suo incarico con le lettere del Pallotti ne era una continuazione?
Don Bruno: Sì, per otto anni ho fatto ricerche sulle questioni molto complesse del compagno di
Vincenzo Pallotti che ad un certo punto ha lasciato la comunità fondata dal Pallotti. Ho cercato
molto negli archivi della famiglia De Geslin in Bretagna. I suoi scritti e anche le sue lettere sono state
pubblicate in maniera critica. Il metodo di lavoro adoperato con gli scritti di De Geslin è lo stesso
delle lettere del Pallotti.
ISVP: Una volta ha detto che si è occupato anche di Teresa del Bambino Gesù. Può dire qualcosa
su questo?
Don Bruno: Questa è un’altra questione. Un carmelitano francese che sapeva che conosco il francese
mi ha inviato un libro su santa Teresa del Bambino Gesù con il titolo: “Réalisme spirituel de sainte
Thèrese”. In accordo con i superiori ho preso l’impegno di tradurlo in tedesco. La traduzione è stata
accettata e ne sono state già pubblicate quattro edizioni. Ancora oggi qualcuno lo richiede. Così ho
avuto occasione di approfondire la spiritualità di santa Teresa del Bambino Gesù3. Le Suore di Santa
Teresa (Theresienschwestern) hanno letto questo libro e una volta la Superiora mi ha detto: “se ha
lavorato su santa Teresa forse può guidare degli esercizi sulla sua spiritualità”. Così ho iniziato a
2
Paul De Geslin compagnon de saint Vincent Pallotti. Écrits et lettres, textes établis et annotés par Bruno
Bayer, Editions Du Dialogue, Paris 1972, pp. 470.
3
Si vuole segnalare che Bruno Bayer SAC ha pubblicato un libretto dal titolo: Konfliktbewältigung bei Theresia
vom Kinde Jesus, Johannes-Verlag, Leutesdorf 1988, pp. 50.
predicare gli esercizi non solo alle Suore di Santa Teresa, ma anche ai Carmelitani.
ISVP: Può dire qualcosa sulle difficoltà che ha incontrato durante la preparazione per la stampa
delle lettere del Pallotti?
Don Bruno: Le trascrizioni del linguaggio dell’Ottocento del Pallotti erano difficili. Nelle lettere del
Pallotti si trovano spesso parole che oggi non si usano, oppure si adoperano in modo diverso. Nella
lettura dei manoscritti del Pallotti e, a volte, nella loro comprensione erano sempre disposti ad
aiutarmi nella casa generalizia prima Francesco Moccia SAC e poi Francesco Todisco SAC. Ricordo
che una volta chiedendo aiuto a F. Moccia SAC mi ha detto: “È difficile per voi stranieri capire
l’italiano del Pallotti!”.
ISVP: Sappiamo che i destinatari delle lettere erano tanti. Si può definire un gruppo di persone alle
quali il Pallotti scriveva più spesso?
Don Bruno: È vero, i destinatari sono numerosi. Si può dare uno sguardo all’indice dei destinatari
per averne un’idea. A questo punto vorrei dire che ogni volume contiene un indice dei destinatari con
la nota biografica. Vicino ad ogni nome del destinatario sono indicati i numeri delle lettere che ha
ricevuto dal Pallotti. Si può notare che qualcuno ne ha ricevuta una, altri tante. Per esempio Michele
Ambrosini ha ricevuto 15 lettere. Per quanto riguarda i destinatari non si può dire che il Pallotti
avesse una cerchia di persone ben definita. In generale si può affermare che il Pallotti ha indirizzato
le sue lettere prevalentemente alle persone consacrate e ai sacerdoti, ma ci sono anche numerose
lettere scritte ai laici.
ISVP: Lo stile della scrittura del Pallotti è comprensibile o crea qualche difficoltà?
Don Bruno: Nella preparazione delle lettere per la stampa ho incontrato tante difficoltà, ma queste
sono state risolte quasi sempre grazie all’aiuto dei confratelli italiani. La calligrafia del Pallotti, a
volte, era molto difficile da decifrare. Ma non ci sono stati casi in cui non sapevo cosa avesse scritto.
In qualche caso raro ho dovuto scrivere: “la scrittura non è facile da decifrare”. Talvolta ho ammirato
in Pallotti un modo logico di pensare, il suo lavoro con le regole della logica e la sua concentrazione
nel dire le cose senza scrivere parole inutili. Ero contento di vedere in lui una persona che, scrivendo,
non usa parole inutili per dire qualcosa che risulta già dal contesto. A volte era utile leggere la lettera
indirizzata al Pallotti per poter capire la sua risposta. Di solito il lettore delle lettere del Pallotti non
conosce il contenuto della lettera a lui indirizzata e di conseguenza non sa a quale lettera il Pallotti
risponde. Perciò, per comprendere l’epistolario del Pallotti ed avere un quadro completo, sarebbe
d’aiuto pubblicare anche le lettere a lui indirizzate. Ma il Rettore Generale di quel tempo non voleva
ampliare troppo l’edizione delle lettere. Vorrei però aggiungere che in alcuni casi sono riportate le
lettere indirizzate al Pallotti. Ciò è avvenuto soprattutto nei casi in cui il Pallotti ha inserito la sua
risposta sullo spazio vuoto della lettera ricevuta.
ISVP: Quali sono i pensieri principali che appaiono nelle lettere del Pallotti?
Don Bruno: La risposta a questa domanda è stata toccata nell’Introduzione al volume VII delle
lettere. Perciò vorrei riportare un brano di questo testo: “Ciò che è stato annunciato nelle iniziali,
viene confermato nel contenuto delle lettere. Il suo interesse principale è Dio, la sua gloria - e
l’uomo, la sua salvezza eterna, e, se si trova nella miseria, anche la sua salute corporale.
L’analisi del totale delle sue lettere permette di svelare il suo scopo e il sistema nascosto per
la scelta dell’argomento o del tema, che rimane legata all’ispirazione dell’istituzione dell’Apostolato
Cattolico il dì 9 gennaio 1835. Quell’opera è costruita su tre «colonne»: 1. Propagare la Fede e la
Religione di Gesù Cristo presso tutti gl’Infedeli (apostolato missionario). 2. Apostolato occulto per
ravvivare e accrescere la Fede fra i Cattolici (elemento rinnovatore). 3. Carità universale (opere di
misericordia)4. Le lettere mostrano come il Santo si sentisse obbligato a quel triplice apostolato che
la Misericordia di Dio gli aveva concesso. Molti testi si lasciano mettere in relazione all’una o alle
due o alle tre delle «colonne» dell’Opera apostolica.
La sollecitudine per la «conversione della Inghilterra» (lettere nn. 1190 e 1215) o l’aiuto per
la Chiesa Caldea (l. n. 289) appartengono all’apostolato missionario. «Ravvivare la fede e riaccendere
la carità» è l’appello preferito dal Pallotti nel suo lavoro spirituale e rinnovatore fra i cattolici.
Moltissime lettere ci informano della miseria dei poveri che chiedono un aiuto da Don Vincenzo. Egli
esamina la richiesta, scrive una raccomandazione e manda il bisognoso ad un canonico, o ad un
prelato, o ad un principe, insomma ad una personalità capace e disposta ad aiutare. La
raccomandazione comincia spesso con le parole: Il latore del presente. Questa formula mostra il
Pallotti soccorritore concreto dei bisognosi. Infatti le sue opere di Misericordia occupano gran parte
del suo tempo, e le deposizioni nei processi testimoniano la fama di una personalità altruista”5.
Nelle lettere non ci sono solo pensieri pii, ci sono anche questioni di vita pratica. Leggendo,
a volte, si vede che il Pallotti era molto preciso. Aveva una grande cura di organizzare il suo tempo.
Odiava perdere tempo utile. Talvolta mi sono ispirato al Pallotti a non perdere tempo inutilmente.
Quando si è trasferito nella casa presso la chiesa del SS. Salvatore in Onda doveva sistemare il suo
letto e ha chiesto a Marianna Allemand di adattare le lenzuola, ma lei le ha fatte troppo corte e perciò
il Pallotti le chiese di correggerle. Era quindi un uomo con i piedi per terra.
ISVP: Tra le lettere del Pallotti se ne trovano alcune indirizzate a Elisabetta Sanna?
Don Bruno: Dalle biografie sappiamo che Elisabetta Sanna non sapeva leggere. Quindi è difficile
immaginare che potesse indirizzarle una lettera. Almeno, all’attuale stato delle ricerche non ne
abbiamo prova. Vincenzo Pallotti stimava molto Elisabetta Sanna, ne era la guida spirituale. Essendo
il suo direttore spirituale per tanti anni il Pallotti poteva valutare la sua religiosità. Egli era convinto
della sua autentica religiosità.
ISVP: Il Pallotti adoperava la corrispondenza per la direzione spirituale?
Don Bruno: Analizzando le lettere del Pallotti dal punto di vista della direzione spirituale si
potrebbero indicare le sue lettere a Luigi Nicoletti. Il Pallotti ha assistito alla celebrazione del suo
matrimonio nella chiesa dei Bolognesi a via del Mascherone. Molto interessanti sono le lettere del
Pallotti indirizzate a L. Nicoletti prima del suo matrimonio: i pensieri principali che ricorrono in
queste lettere sono Dio, l’uomo e la sua salvezza, la vita spirituale, le condizioni sociali. Il Pallotti
gli chiese di digiunare un giorno prima del matrimonio. A volte inizia la lettera a L. Nicoletti
scrivendo “amico dell’anima”.
A questo punto si deve menzionare anche un lavoro di Władysław Gajur SAC6 in cui si
presenta l’accompagnamento spirituale del Pallotti attraverso il suo epistolario con Felice Randanini.
In questo lavoro si scopre il Pallotti come formatore e accompagnatore spirituale e, con l’occasione,
il significato della direzione spirituale per corrispondenza.
ISVP: Quale ritratto del Pallotti emerge dalle sue lettere?
Don Bruno: Direi che dalle lettere del Pallotti appare fortemente la sua nota caratteristica: il Pallotti
4
OCL II, p. XII.
5
OCL VII, pp. VI-VII.
6
Id., Pallotti e i suoi principi nella formazione spirituale (attraverso il rapporto con Felice Randanini), tesi
di licenza in spiritualità, Pontificia Università Gregoriana, Roma 1993, pp. 97.
missionario. Tante sue lettere mostrano il suo spirito missionario. Egli voleva tener vivo e risvegliare
il pensiero sulla missionarietà.
L’altra nota che emerge è il Pallotti altruista. Egli era veramente un uomo altruista. Quando
riceveva una lettera in cui qualcuno domandava qualcosa, prendeva sul serio questa domanda e
cercava di rispondere non solo con le parole.
Le lettere mostrano anche se un uomo è impulsivo, nervoso, agitato o tranquillo. Si può dire
che dalle lettere del Pallotti raramente emerge la sua ansia interiore. Egli aveva una certa disciplina
interiore. Non ho trovato mai una frase che mostrasse sdegno. Si deve anche sapere che Pallotti
andava a confessarsi spesso e queste numerose confessioni sono segno che esaminava spesso la sua
coscienza. Era maestro di se stesso, non si lasciava trascinare dalle passioni. Se si leggono un po’ le
deposizioni dei suoi amici dopo la sua morte ce ne sono tante che lodano la sua temperanza e la sua
buona educazione, conosceva le regole della cortesia. Rispondere sempre alle lettere è già cortesia.
Molti erano impressionati dalla sua maniera di comportarsi con gli altri. Ciò risulta anche dall’analisi
della sua calligrafia che è stata fatta eseguire da Ansgar Faller SAC e pubblicata nel libro sulla
scrittura dei santi di Girolamo M. Moretti7. Si può dire anche che dalla sua scrittura si vede come
fosse maestro di se stesso.
ISVP: Quali consigli darebbe a quelli che leggono le lettere del Pallotti?
Don Bruno: Prima di tutto ci si deve domandare, chi legge queste lettere? A volte i giovani confratelli
trovano difficile leggerle perché dicono di non capire il linguaggio. Questo sembra esagerato perché
ci sono cose che si capiscono molto bene. Noi dovremmo leggere le lettere del Pallotti cercando di
identificarci con i suoi intenti che appaiono chiaramente: essere religioso, missionario, caritativo,
altruista, temperato. Ciò traspare dalle sue lettere, non è mai esploso in una lettera, sebbene ne avesse
avuto motivo.
ISVP: Come si devono leggere le lettere del Pallotti per capirle bene?
Don Bruno: Da un punto di vista pratico darei un consiglio basato sulla mia esperienza. Ho letto tutte
le lettere del Pallotti, anche le trascrizioni fatte da Ansgar Faller SAC. Ho constatato che può esserci
una lettera che mi coinvolge personalmente, altre invece di meno. Forse ciò dipende dall’occasione
in cui è stata scritta. Direi così: inizia a leggere la prima lettera e poi la seconda, e se non troverai
niente che ti tocca leggi la terza. Sicuramente troverai una lettera che ti sarà di aiuto. Consiglierei di
leggere le lettere come una lettura spirituale anche se non tutte ci aiutano a crescere spiritualmente.
Però non sono da considerarsi come romanzi, tutte le lettere sono scritte ai destinatari la cui
situazione il Pallotti conosceva bene. Mi ha colpito che il Pallotti cercava di mettersi nei panni del
destinatario. Approfittava dell’occasione per dare un incoraggiamento, un consiglio. Sicuramente
quando scriveva a qualcuno che conosceva bene, voleva anche aiutarlo spiritualmente.
ISVP: La storia della Chiesa del XIX secolo è stata scritta dagli uomini, le donne non erano degne
di essere menzionate, non apparivano, ora cercano di ritirare fuori contributi scritti da donne.
Guardando le lettere, Pallotti era figlio di quel tempo, preferiva scrivere solo agli uomini?
Don Bruno: Abbiamo lettere a Marianna Allemand. Il Pallotti stimava i suoi servizi ed era un amico
del fratello, Giovanni Allemand. Un rapporto più intenso si nota con suor Geltrude Costantini a cui
il Pallotti ha scritto più di 200 lettere. Suor Geltrude era una donna molto colta. Il Pallotti era
convinto di avere a che fare con una persona “santa” anche se non canonizzata. Sapeva che era degna
che dedicasse del tempo a scriverle. A quel tempo i sacerdoti erano molto riservati. Ho letto in
7
Cfr. Id., I santi dalla scrittura, Il Messaggero di S. Antonio, Padova 1952, pp. 386-392.
qualche posto che quando voleva andare in carrozza e dentro c’era solo una donna, lui ne prendeva
un’altra. Il Pallotti aveva ascoltato tante confessioni e sapeva tante cose sui rapporti tra uomini e
donne e perciò voleva essere cauto.
ISVP: Vorrebbe aggiungere ancora qualche pensiero sulle lettere del Pallotti?
Don Bruno: Prendendo in mano un volume delle lettere del Pallotti dobbiamo essere consapevoli che
queste lettere sono scritte da un Santo. Esse sono l’espressione della sua fede, della ricerca di verità
e del sincero rapporto con gli altri. Perciò chi vuole conoscere san Vincenzo Pallotti e la sua
spiritualità dovrà considerarle come testi scritti da qualcuno che era immerso nell’infinito amore di
Dio e adombrato dalla Sua luce. A questo punto vorrei richiamare la citazione che il Rettore Generale
Séamus Freeman SAC ha riportato nella presentazione8 al primo volume delle lettere: “Oh mio Dio
fate che io ora non venga a profanare le vostre sagrosante parole, sia che io le debba pronunziare,
sia che le debba scrivere, ma tornate a ripeterle Voi, o scrivetele Voi per me, e se qui le scrivo, non
intendo di scriverle io, perché le profanerei, ma intendo che le scrivete Voi, perché senza il vostro
ajuto non potrei scriverle” (OOCC X, p. 477). Queste parole del Pallotti sono la chiave per
comprendere il significato delle sue lettere.
ISVP: Abbiamo l’edizione delle “Opere complete” curata da Francesco Moccia SAC e l’edizione
delle “Lettere” da Lei curata. Confrontando questi scritti potrebbe dire che queste edizioni si
completano a vicenda? Ci sono lettere che spiegano qualche testo contenuto nelle “Opere
complete”?
Don Bruno: L’autore è lo stesso. Dobbiamo tenere presente una cosa: il Pallotti scriveva a diversi
destinatari, ad una donna o a Giacomo Salvati o al Papa. Possiamo immaginare che prima di iniziare
la lettera il Pallotti pensasse a come rivolgersi a questa persona e cosa scrivere, come accade anche
a noi. Spesso le lettere chiariscono alcuni testi del Pallotti. Qui si possono menzionare quelle scritte
da Camaldoli: ad esempio la lettera n. 600 indirizzata a Francesco Virili il 21 agosto 1839 in cui
Pallotti spiega alcune questioni riguardanti le regole per la Pia Casa di Carità e la sua visione
dell’Apostolato Cattolico9.
ISVP: Direbbe che l’edizione di tutti gli scritti del Pallotti costituisca un’eredità spirituale molto
ricca?
Don Bruno: Sì, tutti gli scritti che il Pallotti ci ha lasciato in eredità sono fonte di notizie storiche e
di ispirazione spirituale per tutti noi. Affermando questo penso alle edizioni delle Opere complete e
delle Lettere, pubblicate sulla base dell’attuale stato delle ricerche. Dico questo perché non si può
escludere che Pallotti abbia scritto ancora altri testi di cui attualmente non siamo a conoscenza e che
potranno essere scoperti in futuro. Penso, però, che i pensieri e lo spirito del Pallotti appaiano
abbastanza chiaramente nei testi già pubblicati. A volte i nostri Confratelli dicono che, tra i tanti
impegni, non trovano il tempo per leggere gli scritti del Pallotti. Ciò può essere vero perché i volumi
delle Opere complete, una volta messi negli scaffali delle librerie, non sembrano essere toccati.
Ognuno fa ciò che può. Si dice che le ricerche storiche non sono apprezzate da tante persone. Voi
lavorate all’Istituto Pallotti di Roma ed è importante che questo Istituto esista per conservare tante
notizie storiche su san Vincenzo Pallotti. L’esistenza di questo materiale storico è dovuta al lavoro
di tanti Confratelli, come Carlo Maria Orlandi PSM, Johannes Hettenkofer SAC e Ansgar Faller
SAC, che si sono impegnati a raccogliere i documenti pallottini. Un domani tutti saranno contenti
8
Cfr. OCL I, pp. V-VI.
9
Cfr. OCL III, pp. 122-126.
del lavoro che si sta facendo attualmente nell’Istituto. Soltanto quelli che sanno quale lavoro c’è
dietro lo apprezzano.
ISVP: Don Bruno, la ringraziamo per il suo cordiale colloquio in cui ha condiviso tante
informazioni sulla sua vita e il suo lavoro con le lettere di san Vincenzo Pallotti. Sia proprio lui,
il nostro santo Fondatore, ad accompagnarla nella sua vita.
❏
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Dalle lettere un ritratto del Santo, intervista a Bruno Bayer SAC