La gestione del rischio di interesse e
di mercato
Giuseppe Squeo
1
La gestione dei rischi bancari
Asset management
Variabile indipendente
la raccolta bancaria.
Aggiustamento:
prestiti, titoli e loro
composizione
Orientamento: dettaglio.
Liability management
Variabile prioritaria:
prestiti e titoli.
Aggiustamento: volumi
passivi (raccolta diretta e
interbancario)
Orientamento: ingrosso.
Asset liabiliy management
Modello gestionale volto a manovrare
congiuntamente l’attivo e il passivo.
2
L’asset liability management
Modello che punta a definire e gestire il rischio
che variazioni nel livello di interesse possono
provocare sul conto economico di una banca.
E’ caratterizzato da tre momenti:
1) distinzione tra attività e passività sensibili;
2) misurazione del relativo gap;
3) governo del gap, in relazione alla previsione sul
futuro andamento dei tassi.
3
Attività e passività sensibili
Attività
fruttifere di interesse
vista
Attività
Non sensibili
Passività
onerose
Scadenza
nel peridodo
Attività
sensibili
Tasso
rinegoziabile
Passività
sensibili
Passsività
Non sensibili
Gap sensibile
4
Il gap sensibile al rischio di tasso
Il differenziale tra attività sensibili (As) e passività
sensibili (Ps) definiscono il gap sensibile al rischio.
Gap sensibile = As – Ps
• = 0 immunizzazione statica al rischio di tasso;
• > 0 gap sensibile al rischio di tasso, con guadagni se
gli interessi aumentano, in quanto l’aggregato
dell’attivo che assoggettato al maggiore interesse è
più ampio di quello dl passivo;
• < 0 gap sensibile al rischio di tasso, con perdite se
crescono i tassi, in quanto l’aggregato maggiormente
assoggettato è quello dei costi della raccolta.
5
Esempio rischio di tasso
Una banca raccoglie fondi a 5 anni sull’intebancario con
tasso, rivedibile semestralmente, euribor a 6 mesi + 0,25%. Impiega
gli stessi fondi con un prestito a 5 anni ad un cliente, con tasso fisso
6%, liquidazione semestrale degli interessi e rimborso capitale in
unica soluzione alla scadenza.
a clientela
1.000.000
tasso fisso
6% annuo
Euribor
periodo
giugno
dicembre
da interbancario
mutuo
1.000.000
tasso
euribor +0,25
da gennaio a giugno 2,5
da 1 luglio = 3
interessi da prestito interessi su raccolta margine
variazione
30.000
13.750
16.250
30.000
16.250
13.750 2.500
Passivo sensibile (-1.000.000) * variazione tasso (0,5) = variazione margine (-2.500)
6
Rappresentazione del gap: As - Ps
Attività
sensibili
Attività non
sensibili
Assenza di gap:
staticamente
immune
Gap positivo:
staticamente a
rischio rialzo
tassi
Passività
sensibili
Passività
non sensibili
Attività
sensibili
Attività non
sensibili
Attività
sensibili
Passività
sensibili
Attività non
sensibili
Passività
non sensibili
Passività
sensibili
Passività non
sensibili
Gap negativo:
staticamente a
rischio ribasso
tassi
7
Il fattore viscosità
• Bisogna tenere presente quando si classificano le poste
di bilancio tra sensibili e non sensibili, la viscosità con
cui alcuni clienti o la banca reagisce a movimenti in
salita o discesa dei tassi.
• Infatti, per far coincidere la scadenza delle condizioni di
tasso con gli aggregati sensibile e non sensibile alla
variazione tasso, bisognerebbe che tutti i clienti
depositanti il giorno dopo la variazione si rechino in
banca a chiedere la variazione della condizione, nella
misura con cui si sono mossi i tassi di mercato.
• Da qui la viscosità e la possibilità di ampliare l’area
dell’aggregato non sensibile, includendo poste che
potrebbero muoversi ma non lo fanno nella realtà.
8
Attività e passività sensibili e gap
Matrice degli investimenti fruttiferi di interesse e delle risorse onerose
Aggregato
prestiti
titoli
attivo
passivo
gap
tasso attivo
tasso passivo
interessi attivi
interessi passivi
minteresse
di cui:
aggregato non sensibile
aggregato pareggiato a rischio
gap
minteresse
vista
18.000
2.000
20.000
15.000
5.000
7,5
1,5
1500
225
1275
0,0
900,0
375,0
1275,0
scadenza residua degli strumenti finanziari
1 mese 3 mesi 6 mesi 1 anno > 1 anno
4.000
6.500
3.000
6.800
9.500
2.000
1.500
1.000
1.200
500
6.000
8.000
4.000
8.000 10.000
6.600
8.300
3.800
7.500 14.800
-600
-300
200
500
-4.800
7,6
7,8
7,9
8,0
8,1
1,6
1,6
1,9
2,1
2,3
456
624
316
640
810
102,3
132,8
72,2
157,5
340,4
353,7
491,2
243,8
482,5
469,6
29,5
332,8
-8,5
353,7
122,8
372,0
-3,6
491,2
121,9
120,0
1,9
243,8
482,5
0,0
0,0
482,5
469,6
0,0
0,0
469,6
totale
47.800
8.200
56.000
56.000
0
8,3
2,6
4346
1.030
3.316
1226,3
1724,8
364,8
3315,8
9
Gap e sensibilità economica
•
•
•
•
•
As
Ps
I1 = (Ans* i1) - (Pns* r1)
G
I2 = APs * (i2 - r2)
Ans
I3 = G * (i2 - r2)
Pns
Margine interesse = I1 + I2 + I3
Il margine di interesse è sensibile solo a I3 in
quanto, variazioni del tasso di interesse non
tocca I1 non sensibile, I2 è immunizzato poiché
viene rinegoziato il tasso attivo e passivo per
lo stesso importo.
10
Variazione tasso
Passivo
Attivo
I1 = (Ans* i1) - (Pns* r1)
Var. prezzo
strumenti
finanziari
plus-minusvalenza
I2 = APs * (i2 - r2)
I3 = G * (i2 - r2)
Margine
interesse
Margine
intermediazione
11
Variazione tassi e corso titoli
• Da ricordare che quando si modifica il livelli dei
tassi si modifica in modo inverso il valore di
mercato dei titoli.
• Variazione del livello dei tassi provoca in modo
inverso una variazione dei prezzi dei titoli quotati
a valore di mercato e quindi plus-minusvalenze,
il cui effetto va sommato a quello del gap sul
margine di interesse.
12
I contenuti dell’ asset-liability management
• La variabile guida della gestione bancaria è il margine di
interesse; scelta adeguata per una banca più orientata
all’intermediazione creditizia che a quella mobiliare.
• Obiettivi tarati sulla propensione al rischio della banca:
immunizzazione (rischio di tasso nullo) con propensione
assente;
massimizzazione rischio con alta propensione.
L’asset liability management migliora la conoscenza della
propria struttura per scadenza e rivedibilità delle condizione
delle poste dell’attivo e del passivo, migliorando la struttura
organizzativa della banca.
Importante la capacità di prevedere con anticipo le variazione
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dei tassi e simularne gli effetti.
Aspettative e manovre
aumento
Riduzione gap negativo
manovre
Aumento gap positivo
previsione
variazione
tassi
riduzione
Riduzione gap positivo
Aumento gap negativo
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La duration gap analisys
• Ove l’asset liability management voglia tenere conto anche
delle sensibilità di tasso sulle partite a scadere dopo il periodo
di osservazione, conviene operare con la “duration gap”.
• Ciò alla luce della considerazione che la duration modificata
sia un buon indicatore di sensibilità del prezzo di una attività o
passività finanziaria alla variazione dei tassi di interesse.
• Vi è correlazione diretta tra ampiezza del duration gap e
valore del patrimonio netto della banca:
• Duration gap positivo comporta: duration modificata attivo
maggiore di quella del passivo (asset sensitive) per cui
all’aumento dei tassi il valore delle attività scende più di
quello delle passività;
• Duration gap negativo comporta: duration modificata attivo
minore di quella del passivo (liability sensitive).
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Il valore di mercato del patrimonio
Una banca inizia ad operare con un bilancio come quello seguente,
con un mutuo a 5 anni con interessi 10% e pagamento capitale alla
scadenza. Sono emessi CD a 18 mesi all’8% pagabile alla scadenza..
Stato patrimoniale iniziale
Attivo
Mutui a 5 anni
100
Totale
100
Passivo
CD
Patrimonio
Totale
90
10
100
A fine anno la situazione sarà quella iniziale più gli interessi passivi
maturati e non pagati e quelli attivi incassati:
Stato patrimoniale finale
Attivo
Mutui a 5 anni
Cassa (interessi)
100
10
Totale
110
Passivo
CD
Ratei passivi
Capitale
Utile
Totale
90
7,2
10
2,8
16
Il valore di mercato del patrimonio (2)
La stessa situazione a valori di mercato, nell’ipotesi di una salita dei
tassi di mercato di 2 punti, si presenta nel seguente modo
Stato patrimoniale finale
Attivo
Mutui a 5 anni
Cassa (interessi)
93,92
10,00
Totale
103,92
Passivo
CD
Capitale
Perdita
Totale
96,00
10,00
2,08
103,92
evidenziando una perdita di 2,08 a causa del fattore valore attuale
calcolato su flussi di maturazione nei successivi 4 anni per il mutuo e
sui successivi 6 mesi per i CD. Questa diversa scadenza (duration) dei
due titoli determina e definisce il livello di perdita, rispetto all’utile
del bilancio tradizionale.
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Il valore di mercato del patrimonio (3)
• Attualizzazione poste attivo Ava
• Attualizzazione poste passivo Pva
• Obiettivo che
var Ava = var Pva
• Essendo DA* var Ava = DP * var Pva
• var Ava = (DP /DA) * var Pva
Il valore della variazione dell’attivo pareggia
quella del passivo se le duration modificate sono
uguali.
18
Verso la centralità del ruolo del patrimonio
Le modificazioni apportate soprattutto nel corso degli anni
novanta alla gestione della banca hanno sempre più posto al
centro del sistema il ruolo del patrimonio:
• da un lato aumentava la gamma è l’intensità dei rischi
collegati alle variabili di mercato, oltre che al tasso di
interesse, i corsi azionari, i tassi di cambio ed il prezzo dei
derivati;
• dall’altro, il capitale era il perno intorno al quale ruotava il
sistema di vigilanza prudenziale.
Da qui la necessità per il banchiere di trovare nuove forme di
sintesi in grado di trovare un comune denominatore alle
diverse tipologie di rischio.
La capacità di assumere rischi non è illimitata, ma regole di
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vigilanza e di gestione ne limitano crescita e livello.
Capitale e sua allocazione
Nascono essenzialmente due problemi:
• allocare il capitale disponibile nelle varie aree di business in
modo da massimizzarne il rendimento;
• minimizzare il costo del capitale necessario alla copertura
dei rischi assunti in eccesso rispetto alla dotazione
patrimoniale disponibile.
20
Massimizzazione rendimento e dotazione patrimoniale
Un problema importante per le banche è quello di trovare “una
dimensione ottimale degli impieghi che considerino il livello
di rischio desiderato ed il livello di redditività sperato del
patrimonio assorbito dalle dette operazioni.”
La problematica è quella relativa:
• alla misurazione della redditività delle singole unità
considerate. In tal senso può funzionare il metodo del tasso di
trasferimento interno per i costi finanziari e la misurazione dei
ricavi effettivi associati alle operazioni di impiego collegate;
• alla misurazione del patrimonio assorbito, qui vi sono due
possibili alternative: a) i coefficienti di patrimonializzazione
imposti dalle autorità di vigilanza, b) la definizione del
capitale a rischio.
21
Capitale assorbito e vigilanza
Ipotizzando che gli impieghi di una filiale (200) siano per il
40% costituiti da mutui ipotecari e per il 60% da crediti a
clientela non garantiti; il capitale assorbito sarà: (a + b)*8%
a) 200 (impieghi) * 40% (percentuale mutui) * 50% (peso nel capitale di
vigilanza)
b) 200 (impieghi) * 60% (percentuale mutui) * 100% (peso nel capitale
di vigilanza)
= (40+120)*8/100 = 160*8/100 = 12,80
Il capitale assorbito per il rischio di credito è dunque12,8.
Ma se si passa al rischio di mercato tale metodo non funziona
e per di più si tratta di misurazione convenzionale dei rischi
che può divergere anche di molto con quelli reali, in uqnto
molto approssimativamente rispecchiano la qualità media e
non effettiva dei singoli prenditori.
Per raggiungere risultati di maggior spessore conviene 22
adottare il metodo del VaR.
Il valore a rischio (Value at Risk)
• IL VaR esprime “la misura della massima perdita probabile
che - con un determinato intervallo di confidenza - potrà
verificarsi detenendo il proprio portafoglio a posizioni
inalterate per un certo periodo di tempo.”
• Ad esempio, con un livello di confidenza pari al 99%
(2,33) e un periodo di detenzione di 5 giorni (holding
period) di 5 giorni, un VaR di 5.000 euro indica che
detenendo per 5 giorni il portafoglio inalterato, la perdita
massima che si potrebbe sopportare non sarà superiore
a 5.000 euro.
• Possibile definizione: “Stima del cambiamento
potenziale del valore di portafoglio con un certo
livello di confidenza statistica e in un certo periodo
23
di detenzione” (F. Metelli)
Il VaR e il rischio di mercato
Nel cambiamento potenziale del valore del portafoglio è
insito il rischio di mercato (market risk), con cui si intende
la perdita potenziale massima derivante:
• da variazioni nei tassi di interesse, nei prezzi azionari, nei
tassi di cambio e nei prezzi delle merci;
• da variazioni nella volatilità dei movimenti di prezzo.
Il metodo di calcolo del VaR si modifica secondo che si
faccia riferimento ad un singolo titolo od operazione
oppure che si tenga presente l’intero portafoglio, ciò a
causa del fatto che oltre al rischio specifico esiste il
rischio sistematico legato alla possibilità che due titoli o
prestiti siano correlati nei loro movimenti.
In questa analisi si prenderà in considerazione la
24
misurazione per una singola operazione.
Var: il metodo di calcolo
• Il calcolo della posizione a valori di mercato (marking to
market) (ad es. attività di 550 mln euro).
• La misurazione della sensibilità della posizione a variazioni
dell’1% del valore di mercato dell’attività (550.000.000 * 1%
= 5.500.000 euro).
• La stima della volatilità del valore di mercato della posizione
(ad esempio 2,5% su base settimanale).
• Il calcolo della perdita massima sostenibile su un orizzonte
temporale prestabilito (5.500.000 * 2,5*1,96 (moltiplicatore
intervallo confidenza 95%) = 26,95 milioni).
Formula del Value at risk di uno strumento finanziario:
Valore mercato * volatilità storica (o probabilistica)* fattore
moltiplicativo intervallo di confidenza*radice quadrata tempo
25
(giorni)
Il valore a rischio: intervallo di confidenza
• La perdita massima sostenibile “nell’ipotesi peggiore” si basa
su una ipotesi probabilistica connessa alla stima della
volatilità futura, frutto di tre fattori:
• scelta dell’orizzonte temporale di riferimento;
• calcolo della volatilità storica;
• livello di protezione desiderato.
area perdita
intervallo confidenza
16%
area perdita
16%
68%
2,5%
2,5%
-1,96
-1,0
0
1,0
1,96
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Scenari alternativi nell'investimento di capitale
(dati in milioni di euro)
Mutui
Crediti
Titoli
Attivo
Utile banca
Capitale economico assorbito
Capitale vigilanza assorbito
Fonte: Ruozi
Attività
Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi C
37.500
0
32.895
62.500
85.185
64.474
0
14.815
2.631
100.000 100.000 100.000
4.888
5.158
4.884
6.500
6.963
6.500
6.562
6.500
6.500
rendimento
atteso
Mutui
Crediti
Titoli
8,00%
10,50%
6,00%
assorbimento capitale
vigilanza
4,00%
8,00%
1,00%
economico
5,00%
7,50%
0,75%
Per capitale economico si intende il capitale assorbito in "worst case scenario"
27
Minimizzazine costo patrimonio
economicità
Primario
Patrimonio
vigilanza
assorbito
+
stabilità
Supplettivo
trattamento
fiscale
28
Matrice delle m osservazioni delle n variabili
Rendimenti
Media
…..
a21 a22 a23 a24 a25 …..
a31 a32 a33 a34 a35 …..
a41 a42 a43 a44 a45 …..
a51 a52 a53 a54 a55 …..
… … … … … …
am1 am2 am3 am4 am5 …..
Titoli a11
i
j
media = ai =
a12
a13
a14
a15
a1n
a1
a2n
a2
a3n
a3
a4n
a4
a5n
a5
…
amn
am
 aij)/n
29
Matrice degli scarti
xij
= aij - ai
Rendimenti j
…..
x21 x22 x23 x24 x25 …..
x31 x32 x33 x34 x35 …..
x41 x42 x43 x44 x45 …..
x51 x52 x53 a54 a55 …..
… … … … … …
xm1 xm2 xm3 xm4 xm5 …..
Titoli x11
i
x12
x13
x14
x15
x1n
x2n
x3n
x4n
x5n
…
xmn
30
La matrice delle varianze e covarianze
σ11
= (x11*x11)+(x12*x12)+ (x13*x13)+ + (x1m*x1m)
σ12
= (x11*x21)+(x12*x22)+ (x13*x23)+ + (x1m*x2m)
covarianze
σ11
σ12
σ13
σ14
σ15
….
σ1m
σ21
σ22
σ23
σ24
σ25
….
σ2m
σ31
σ32
σ33
σ34
σ35
….
σ3m
σ41
σ42
σ43
σ44
σ45
….
σ4m
σ51
σ52
σ53
σ54
σ55
….
σ5m
….
….
….
….
….
….
….
σm1
σm2
σm3
σm4
σm5
….
σ1m
covarianze
simmetria
varianze
31
Calcolo della varianza di un portafoglio
Portafoglio di due asset
2PORT = 2A + 2B + 22AB
2A e 2A = varianza bene A e bene B
22AB= covarianza dei beni AB
Portafoglio di “n” asset
2PORT = p2s2s +  ps pc sc
2s = varianza del singolo asset
AB= covarianza tra singole coppie
p = peso nel portafoglio del singolo asset
32
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Lezione 30