Mensile dei dipendenti di ENAV SpA - Controllo e sicurezza della navigazione aerea anno II ottobre 2005 Cielo Unico Europeo: il necessario percorso verso la certificazione dei fornitori di servizi ATM ENAV Academy dà il via ai primi corsi. Siglata dichiarazione di intenti con la Città di Forlì Wind Shear un anno dopo: ENAV, ENAC e GESAP presentano i risultati del progetto pilota di Palermo Gioielli di famiglia ENAV: la nuova torre di controllo di Ancona Falconara 9 EDITORIALE CIELO UNICO EUROPEO: IL PERCORSO VERSO LA CERTIFICAZIONE L a riforma comunitaria dell’Air Traffic Management, oggetto dei quattro specifici Regolamenti Ue sul Cielo Unico Europeo (SES) entrati in vigore il 20 aprile 2004, ha inteso fissare standard minimi comuni per la sicurezza e l’efficienza della fornitura dei relativi servizi nella Comunità. In sintesi, la strategia SES deve essere conseguita attraverso: • l’omogeneizzazione e la continuità tecnico-funzionale dello spazio aereo (inizialmente quello superiore); • la razionalizzazione e l’ottimizzazione delle rotte al fine di contenere i costi per l’utenza; • l’abbattimento dei confini nazionali nella gestione dei servizi ATM in modo da eliminare gradualmente l’attuale parcellizzazione dello spazio aereo dovuta alla complessità delle procedure, all’uso di differenti tecnologie, ad eccessive settorizzazioni operative ecc. Si intravedono pertanto forme di competizione tra fornitori di servizi ATM in relazione al posizionamento su alcuni assi strategici di gestione dello spazio aereo Ue. La riforma prevede inoltre la possibilità che Bruxelles possa forzare l’istituzione di blocchi funzionali di spazio aereo (FABs) sopranazionali se non ci saranno iniziative spontanee dal basso. Punto nevralgico dell’esercizio e della potenziale esportazione dei servizi ATM nazionali è la futura certificazione dei fornitori di servizi da parte delle “Autorità nazionali di vigilanza” (ENAC per l’Italia) non oltre i 18 mesi dalla pubblicazione sulla G.U. europea dei cosiddetti “requisiti comuni” (Cleared 1/04). Tali requisiti, sul cui effettivo possesso il fornitore sarà “giudicato” ai fini dell’ottenimento della certificazione, sono stati identificati nel testo dell’emanando (forse entro l’anno) “Regolamento Ue sui requisiti comuni”. Essi riguardano: • implementazione e gestione di un sistema di sicurezza (Safety Management), Security inclusa, e di un sistema di qualità; • aspetti tecnici (manutenzione e supervisione degli impianti, ecc.); • aspetti economici (piani finanziari e budget coerenti con le finalità dei Regolamenti SES); • attività relative alla gestione del personale controllore e dei tecnici con compiti connessi alla Safety (modalità di addestramento, rilascio e mantenimento delle licenze ed abilitazioni in accordo allo standard europeo); • soddisfacimento di requisiti ad hoc per i segmenti Meteo, AIS e CNS. I requisiti per la certificazione si ispirano allo standard di regolamentazione ESARR (Eurocontrol Safety Regulatory Requirements). L’emanando Regolamento Ue sui requisiti comuni ha previsto l’adozione di: ESARR3 2 (Use of Safety Management Systems by ATM Service Providers), ESARR4 (Risk Assessment & Mitigation in ATM), ESARR5 (licenze dei tecnici). Per quanto attiene alle licenze dei controllori è invece prevista una Direttiva ad hoc che di fatto trasporrà i contenuti dell’ESARR5. È altresì prevista la certificazione ISO-9001 dei servizi ATM entro due anni dall’entrata in vigore del Regolamento citato nonché una verifica di conformità alle prescrizioni ICAO. Per ciò che concerne gli aspetti economici è richiesto un “Piano economico-finanziario quinquennale” che stabilisca le finalità e gli obiettivi generali del provider ATM (inclusa la sua strategia per il loro conseguimento in conformità ad altri piani generali ed ai requisiti comunitari applicabili allo sviluppo di infrastrutture) ed un “Piano Annuale” che dettagli le componenti di quello quinquennale. I Regolamenti SES precisano che qualsiasi stato membro Ue riconoscerà la certificazione assegnata da un regolatore nazionale e ciò consentirà a qualsiasi fornitore di espletare le proprie attività in ogni paese comunitario. La procedura di certificazione, a cui bisogna quindi dedicare ogni possibile sforzo aziendale, rappresenta pertanto il prerequisito indispensabile per l’inserimento dei provider ATM nel mercato europeo. ● ENAV ACADEMY Il sindaco di Forlì, on. Nadia Masini, ed il presidente ENAV, gen. Bruno Nieddu, firmano il protocollo di intenti IL NUOVO COLLEGE ENAV DI FORLÌ INIZIA IL PERCORSO DI INTEGRAZIONE NEL POLO AERONAUTICO LOCALE MEDIANTE UNA DICHIARAZIONE DI INTENTI CON LA CITTÀ E FA PARTIRE I PRIMI QUATTRO CORSI PER ATCOS A di Alessandro Pasquali due passi dall’aeroporto di Forlì, tra la sede locale della Facoltà di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’Università di Bologna da una parte e l’Istituto aeronautico “Francesco Baracca” dall’altra, si erge la nuova struttura college dell’ENAV che ha appena avviato i primi quattro corsi per la formazione di nuovi controllori del traffico aereo (ATCOs). “Oggi è una grande giorno”. Così il presidente di ENAV, gen. Bruno Nieddu, si è rivolto alla folta platea riore tassello al Polo tecnologico aeronautico forlivese”, ha commentato il sindaco. La dichiarazione d’intenti, punto di partenza del percorso di integrazione e di collaborazione con le istituzioni locali ed il mondo universitario, è stata siglata alla presenza del prefetto di Forlì-Cesena, dott. Salvatore Montanaro e dell’assessore comunale alla Cultura e Università, dott. Gianfranco Marzocchi. intervenuta in occasione della sottoscrizione di intenti tra la Società ed il Comune di Forlì, nella persona del primo cittadino, on. Nadia Masini, per la piena attuazione degli accordi per lo sviluppo del Centro. “ENAV ha intrapreso questo percorso che è irreversibile perché considera Forlì un elemento sostanziale della propria struttura” ha aggiunto Nieddu. “Con l’avvio di questa scuola di alta formazione viene aggiunto un ulte- Infatti la direzione evidenziata negli accordi sottoscritti tra ENAV e l’amministrazione della città, già nel lontano 1996, è proprio quella dell’interazione tra tutte queste strutture per portare avanti la ricerca e lo sviluppo in totale sinergia con l’Università. Nato lì proprio per integrarsi all’interno di un polo aeronautico che prevede un continuo confronto, il Centro è la punta di diamante di “ENAV Academy”, la nuova Funzio3 ne aziendale per la formazione il cui coordinamento è stato affidato al dott. Mauro Trichilo. Collaborazione esemplare tra enti ed istituzioni, clima di amicizia ed unità di intenti sono l’insieme delle sensazioni che si provano all’interno del nuovo Centro di formazione che sarà inaugurato ufficialmente nel giro di qualche mese, in seguito ad un ultimo maquillage. La sostanza però è già tutta lì e tutto è stato studiato nei minimi particolari: la quantità e la qualità della luce che illumina le aule, i colori che ne determinano l’arredamento, gli ampi spazi riservati alle riunioni ed ai seminari, gli ausili didattici multimediali che sono in grado di favorire il processo formativo. In ultimo, ma non per ultimo, la disponibilità dei più sofisticati simulatori 3D che coprono una visuale di 270° e riproducono le situazioni reali delle torri di controllo. Il Centro si trova in un edificio di oltre 8.000 mq la cui costruzione è stata finanziata per il 50% dal Comune di Forlì ed il restante 50% dal ministero dell’Economia e dall’ENAV per un investimento totale di 11,5 milioni di euro. Gli allestimenti e le infrastrutture tecnologiche sono interamente a carico di ENAV (20 mln). La scuola potrà ospitare circa 200 corsisti e dispone di 32 alloggi per 64 persone. Una struttura pensata e costruita con l’obiettivo di divenire un punto di riferimento internazionale nel campo della formazione dei controllori del traffico aereo. ● WIND SHEAR PROMESSE MANTENUTE AD UN ANNO DAL PROTOCOLLO D’INTESA ENAV-ENAC-GESAP CHE HA ISTITUITO A PALERMO IL PROGETTO PILOTA, SONO GIÀ STATI EFFETTUATI GLI STUDI CLIMATOLOGICI ED INSTALLATI ALCUNI DEI SENSORI PREVISTI S in dai suoi primi passi, l’obiettivo era di grande respiro: progettare un sistema di rilevamento dei fenomeni di “wind shear” in grado di integrare non solo i dati provenienti da diverse tipologie di sensori ma anche un’interfaccia adeguata per le diverse tipologie di utenti: piloti, controllori e meteorologi. Con la consulenza della FAA ed utilizzando le esperienze di altri aeroporti stranieri con caratteristiche orografiche simili o comunque complesse (Juneau in Alaska ed Hong Kong), si trattava di ultimare gli studi climatologici, ammodernare i sensori esistenti ed installarne di nuovi, nonché creare gli algoritmi in grado di far dialogare gli apparati tra di loro. Ciò al fine di individuare e predire in modo attendibile uno dei fenomeni meteo più capricciosi e potenzialmente pericolosi per gli aeromobili in fase di decollo ed atterraggio. Ad un anno di distanza dal protocollo d’intesa che ha istituito il progetto pilota sull’aeroporto di Palermo, i sottoscrittori dello stesso, cioè ENAV, ENAC e la società di gestione GESAP, hanno organizzato il 19 settembre scorso, nel capoluogo siciliano, un convegno scientifico in cui sono stati presentati i primi risultati: gli studi climatologici affidati al CNR sono stati ultimati ed i sensori esistenti sono stati adeguati allo standard FAA; inoltre ENAV ha già assegnato nell’ottobre 2004 il contratto da 8 milioni di euro grazie al quale, entro il 2006, sarà in- di Rosa Maria Di Martino Responsabile Funzione Editoria e Comunicazione Interna stallato e collaudato il radar meteorologico (TDWR) presso la postazione militare di Isola delle Femmine. Entro l’ottobre dello stesso anno i sensori saranno integrati (anche sulla base degli algoritmi elaborati dal Dipartimento di Informatica dell’Università Tor Vergata) mentre le posizioni di lavoro dei controllori e dei meteorologi saranno testate. “Gli investimenti che ENAV ha dedicato alla prevenzione del fenomeno a Palermo sono pari a 11,5 milioni di euro per il triennio 20052007 ma per la realizzazione della seconda fase si potranno raggiungere i 28 milioni di euro”, ha detto il presidente della Società, gen. Bruno Nieddu, in apertura del convegno “Wind Shear. Programma di Palermo, un anno dopo” a cui hanno partecipato il vice-ministro delle Infrastrutture ed i Trasporti, on. Ma- rio Tassone, ed altre autorità istituzionali e del settore. “Siamo di fronte ad un progetto di altissimo livello tecnologico che non ha una cadenza casuale ma programmatica”, ha detto il presidente dell’ENAC, on. Vito Riggio, ricordando nel corso del suo intervento come la realizzazione di infrastrutture e sistemi sia parte fondamentale della sicurezza, parallelamente alla certezza di poter contare su “controllori attenti, piloti bravi ed autorità in grado di coordinare e vigilare su tutte le procedure”. “Abbiamo concentrato gli sforzi su Palermo che farà da battistrada per gli altri aeroporti che potranno così beneficiare dell’esperienza acquisita nella realizzazione di un sistema realmente efficace”, ha detto Nieddu. “Non perché lo scalo sia più pericoloso di altri ma perché la sua complessità necessita di interventi mirati”, ha aggiunto il dott. Giaco- Da sinistra al tavolo dei relatori: Bruno Nieddu, Fabio Milioni, Giacomo Terranova e Giovanni Pepi. Oltre ai relatori citati nell’articolo, sono intervenuti al convegno: l’ing. Paolo Mazzaracchio (ENAC), il prof. Giangiuseppe Mastrantonio (ISAC-CNR), il prof. Gaspare Galati (Università Tor Vergata di Roma) 4 mo Terranova, amministratore delegato GESAP, nel corso del convegno che si è tenuto nella splendida cornice del Castello Utveggio. Un appuntamento con la sicurezza fondamentale se si pensa che – come ha ricordato il prof. Franco Prodi, direttore dell’Istituto di Climatologia del CNR che ha partecipato al progetto – il 50% degli incidenti aerei nel mondo ha una causa o comunque una concausa climatologica. In effetti il progetto in questione fa tesoro dei risultati già ottenuti negli ultimi 20 anni in alcuni aeroporti internazionali dove è stato evidenziato che determinare un campo di vento per controllare i sentieri di discesa e decollo delle due testate pista, e della pista stessa, con un solo sistema è pressoché impossibile. Alcuni sensori o sistemi di sensori infatti sono in grado di individuare il fenomeno sulla propria verticale, altri in orizzontale; alcuni sono efficaci in aria chiara, cioè in assenza di fenomeni temporaleschi e grosse nubi, altri invece hanno come bersaglio della scansione proprio le gocce presenti in queste ultime. Giova qui ricordare che il wind shear altro non è che una variazione repentina della direzione e/o dell’intensità del vento che modifica la portanza dell’aeromobile, cosa potenzialmente pericolosa in fase di decollo e lungo il sentiero di avvicinamento, nelle fasi cioè in cui gli aeromobili sono più vicini al suolo o comunque prossimi alla velocità di stallo (per un approfondimento tecnico si veda Cleared n°3/2004). “Entro la fine dell’anno sarà collaudato il nuovo sistema Low Level Wind Shear Alert System (LLWAS) ed in particolare saranno sostituiti gli anemometri analogici con quelli digitali così come suggerito dalla FAA mentre altri – autorizzazioni burocratiche permettendo – saranno installati su piattaforme marine proprio per permettere una totale copertura dell’area”, ha detto il dott. Fabio Milioni, responsabile della Funzione Meteorologia ENAV. La prima fase del progetto prevede, il collaudo del sistema di profilazione del vento e temperatura basato su un sensore aggiornato SODAR nonché gli interventi del 2006 già citati in precedenza. Il Sistema integrato per il rilevamento del wind shear di Palermo proprio per la sua architettura modulare e scalabile è destinato, sulla base dei risultati della Fase I, ad affrontare una Fase II. “Il 2007 sarà l’anno della validazione Air Traffic Control e dei piloti, dell’addestramento del personale, dello studio ed analisi dei sistemi di rilevamento di Fase II che prevede l’integrazione di: un Radar Wind Profiler, un LIDAR per la scansione dell’aerosol in aria chiara ed il sistema nazionale di rilevazione dei fulmini” ha aggiunto Milioni. Il progetto, come ricordato da più parti, è stato possibile sia grazie agli studi climatologici preesistenti (realizzati dal meteorologo ENAV in servizio a Palermo Salvatore Zappalà) sia grazie agli indispensabili ed altrettanto preziosi report dei piloti, la cui collaborazione ha permesso di realizzare controlli costanti circa l’attendibilità delle rilevazioni degli strumenti. Proprio i piloti, intervenuti numerosi al convegno, hanno testimoniato soddisfazione per il progetto ed esortato gli attori in campo a spingere al massimo sull’acceleratore. “È necessario poter contare su un sistema di rilevamento del wind shear proattivo e non reattivo come quello installato sugli aeromobili” per prevedere attendibilmente un fenomeno che “nel mondo ha cau5 sato 56 eventi gravi con 1.500 morti” ha detto il presidente dell’Unione Piloti, comandante Massimo Notaro. Mentre in occasione del primo convegno “si è parlato di copiare adesso siamo più avanti di altri”, ha commentato il comandante Fabio Berti, presidente ANPAC, aggiungendo di avere la sensazione di trovarsi finalmente di fronte “ad una squadra che funziona”. “Gli incidenti non accadono il giorno in cui sono accaduti, quel giorno si sono concretizzati ma chissà quanto tempo prima ne sono state create le premesse”, ha detto il comandante Filippo Capuano, per conto di GESAP, plaudendo alla lungimiranza di chi riesce a “spendere anche per cose che, come il wind shear, non si vedono e su cui pertanto non si investe di frequente”. Ciò che era cominciato lo scorso anno come l’integrazione delle energie di ENAC, ENAV, GESAP e che – come ha ricordato il presidente di Assaeroporti, dott. Giovanni Maniscalco – ha sconfitto la mentalità del “non compete a noi”, guarda adesso all’integrazione operativa dei sistemi e delle interfacce. Un passo avanti su cui il convegno palermitano – moderato con efficacia dal direttore del Giornale di Sicilia, dott. Giovanni Pepi – ha messo un punto fermo. “Un convegno emblematicamente importante – ha detto nel suo saluto di chiusura il vice-ministro Tassone – in quanto si tratta di un’attività che va incoraggiata e monitorata perché la sicurezza non è mediabile, non è transabile”. ● GIOIELLI DI FAMIGLIA LA NUOVA ANCONA TWR NEL FUTURO DELLO SCALO ANCHE UN RADAR DI AVVICINAMENTO ED UN IMPIANTO ILS DI CATEGORIA II PER GLI ATTERRAGGI IN BASSA VISIBILITÀ S e non fosse per il manto d’erba che circonda la pista, ci sono dei momenti in cui potrebbe sembrare di stare su una portaerei. Con la sua “runway” distesa perpendicolarmente alla costa per 04 – 22 e uno standard NATO come dimensioni (2.962 metri per 45), lo scalo di Luca Morelli di Ancona Falconara è in grado infatti di ospitare ogni genere di velivolo e consentire qualsiasi tipo di operazioni. Dai giganteschi aerei da trasporto Galaxy, Ilushin ed Antonov ai caccia, ai voli ospedale; persino un Concorde nel lontano ’87, e poi elicotteri e squadriglie acrobatiche come ad esempio la Red Arrows inglese, di passaggio proprio di recente per il raduno di Rivolto con ben 11 velivoli. La gestione sapiente del mix di traffico aereo civile, costituito dai La nuova torre di Ancona Falconara ed il personale in servizio presso l’impianto. Da sinistra: Stefano D’Ambrosi (manutenzione esterna), Massimo Petrella (capo impianto), Francesco Sbrancia (manutenzione est.), Silvano Gattini, Daniela Tittarelli, Alberto Belfiore, Michele Magi, Lamberto Capotondi, Emiliana Russo, Giovanni Filippini, Luigi Viozzi, Lello Pierantonietti, Francesca Catani, Federico Marinaccio, Mario De Falco,Giuseppe Petrelli (manutenzione est.) 6 La sala ARO ENAV di Ancona. Da destra Emiliana Russo, Stefano Pazzagli, Mario De Falco, Michele Magi,Alberto Belfiore, Massimo Petrella e Silvano Gattini. Nella foto anche la mascotte dell’impianto, il pappagallo trovatello Alcatraz normali voli di linea e da un notevole numero di jet privati, e di traffico aereo militare è infatti ormai una sorta di DNA caratteristico del personale ENAV in servizio presso la torre di controllo dello scalo “Raffaello Sanzio”. “La gestione del traffico aereo civile e di quello militare sono diverse perché diversa è la tipologia dei piloti e diverse le esigenze operative”, dice Michele Magi, un controllore in servizio ad Ancona che, andando indietro con la memoria alla missione nella ex Jugoslavia, ben ricorda la cordialità in cuffia con i piloti militari ed anche la visita di qualche equipaggio in torre in segno di apprezzamento. Falconara infatti è stata una base logistica “Joint Air Operation Cell” della UNPROFOR, la forza internazionale di pace che dal ‘92 sino alla fine del conflitto nei Balcani, ed anche successivamente, ha fatto la spola con Sarajevo. Insomma un bel da fare per tutto il personale dell’ENAV in servizio presso l’impianto di Ancona Falconara e per tutti i controllori del traffico aereo che dalla vecchia torre a traliccio verde militare, ora in pensione, gestivano traffico in arrivo e in partenza con un ritmo battente. Ma l’aeroporto di Ancona Falconara guarda al futuro grazie anche agli investimenti ENAV. La vecchia gloriosa torre da cui partivano le autorizzazioni per i velivoli del ponte umanitario (che sta ancora lì piantata come un monumento al passato nonostante un fulmine l’abbia attraversata nel 2003) è stata sostituita da una torre di controllo nuova di zecca, operativa dal 2004. La nuova struttura, che presto sarà inaugurata ufficialmente, appartiene infatti al piano di ammodernamento tecnologico ENAV. “Anche il resto è tutto nuovo”, afferma Massimo Petrella, responsabile dell’impianto ENAV di Ancona dal 2004. “Oltre al nuovo blocco tecnico, agli uffici ed alla sala Air Traffic Services Reporting Office (ARO) annessi alla torre, sono stati completamente ricostruiti gli Aiuti Visivi Luminosi (AVL), tutto l’anello di media tensione per l’alimentazione delle radioassistenze interne all’aeroporto (ILS, NDB, VDF), e la Runway Visual Range (RVR) per la determinazione della visibilità in pista. Il tutto per un investimento complessivo da parte della Società pari a 15 milioni di euro”, precisa Petrella ricordando altresì come al momento siano già in corso i lavori per la sostituzione dell’ILS, cosa che consentirà di effettuare operazioni in CAT II per avvicinamenti in bassa visibilità. “Nel futuro di Ancona c’è anche un radar di avvicinamento”, dice Silva7 no Gattini, tecnico ENAV in servizio da quasi trent’anni presso l’impianto nonché attore diretto di tutte le implementazioni tecnologiche citate. Esso verrà implementato dopo il 2006 per ottimizzare la capacità di gestione dello spazio aereo di quello che è considerato a pieno titolo un distretto industriale di primaria importanza nel settore calzaturiero e degli elettrodomestici. Attualmente i controllori di Ancona Falconara gestiscono, su delega dell’Aeronautica Militare Italiana, in modo procedurale, il servizio di controllo di avvicinamento (APP) all’interno della Zona 4 del CTR di Romagna. Il passaggio ad ENAV della gestione di questa porzione della zona di controllo si è reso necessario per semplificare i flussi di traffico in seguito alla chiusura temporanea dello scalo di Bologna (per allungamento pista) nella primavera del 2004 ed al conseguente dirottamento del traffico sull’aeroporto militare di Forlì. Quest’ultimo (insieme agli altri scali, sempre militari, di Rimini e Cervia) fa infatti capo allo stesso CTR di Romagna. Sono però in corso trattative ai fini dell’acquisizione permanente da parte di ENAV della gestione dell’intero servizio di avvicinamento e della creazione del CTR di Ancona. Già oggi il traffico commerciale del Raffaello Sanzio ha destinazioni come Londra, Parigi, Francoforte, Barcellona, Arad, Timisoara, Sharm el Sheik con punte stagionali giornaliere di 110 movimenti. ENAV fornisce servizi ATM su Ancona Falconara grazie alla professionalità ed alla dedizione di 33 dipendenti, ha detto il responsabile dell’impianto. Si tratta di 16 controllori del traffico aereo di cui due in struttura, 14 esperti di assistenza al volo, un collaboratore tecnico, due amministrativi; senza dimenticare i sei tecnici ed un operatore che, pur non essendo dipendenti dell’azienda, supportano il normale funzionamento delle strutture e degli apparati. ● NOI E GLI ALTRI PON-TRASPORTI: IN FASE DI ULTIMAZIONE I PROGETTI ENAV PER IL POTENZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE AEROPORTUALI DEL MEZZOGIORNO Sono già stati ultimati o in fase di completamento quasi tutti i 20 progetti che riguardano il potenziamento della strumentazione per l’assistenza alla navigazione aerea per i quali ENAV ha ottenuto di poter utilizzare i fondi europei e nazionali del PON-Trasporti 20002006: il Piano Operativo Nazionale, gestito dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), che assegna finanziamenti destinati a recuperare il gap infrastrutturale in cui si trovano le regioni del Mezzogiorno. ENAV, che ha partecipato al programma PON-T per la prima volta, ha presentato i risultati della gestione del finanziamento pubblico in occasione della Fiera del Levante (10-18 settembre) dove è stata ospite dello stand del Mit. Gli aeroporti PON-T su cui la progettualità ENAV ha consentito di sviluppare infrastrutture per la sicurezza della navigazione aerea sono: Bari, Foggia, Taranto, Alghero, Olbia, Napoli, Palermo, Catania, Reggio Calabria, Lamezia Terme, Lampedusa, Crotone. I finanziamenti citati, che a consuntivo sulla base dello stato di avanzamento lavori rimborsano il 100% dei costi sostenuti, hanno altresì il vantaggio, in quanto fondi pubblici, di non incidere sulla determinazione della tariffa praticata alle compagnie aeree per la parte relativa ai costi di investimento. ENAV si è aggiudicata un totale di 191,7 milioni di euro provenienti per il 40% da fondi comunitari e per il 60% da fondi nazionali (cosiddetto fondo di rotazione). “In realtà la cifra iniziale era inferiore (156,7 milioni di euro) ma grazie all’assegnazione di una premialità per le società che hanno dimostrato un comportamento vir- tuoso nella realizzazione dei progetti, e che sono perfettamente in linea con gli obiettivi previsti dal PON, si è potuto ottenere di più di quanto assegnato originariamente”, ha precisato Claudio Pastore, il “responsabile di Misura” ENAV per il PON-Trasporti (così vengono chiamati i coordinatori del progetto all’interno delle singole aziende) in servizio presso l’Area Tecnica della Società. Oltre al settore aereo partecipano al programma anche i comparti marittimo, stradale e ferroviario per la realizzazione di interventi migliorativi della rete globale dei trasporti. Nelle casse dell’ENAV sono entrati sino ad ora (in quanto già rendicontati) oltre 121 milioni di euro a titolo di rimborso per la fase avanzata dei lavori, oltre agli iniziali 10 milioni di euro già ricevuti all’inizio del programma come anticipo. Tali importi sono stati spesi per realizzare in tutto, o ancora in parte, l’ammodernamento di vari sistemi ATC: Catania, Alghero, Reggio Calabria, Olbia, Napoli, Bari, Lamezia Terme. Sono inoltre stati realizzati gli “aiuti visivi luminosi” (AVL) degli aeroporti di Taranto, Catania, Lampedusa, Foggia, Bari e poi Crotone, Palermo, Reggio Il sistema di aiuti visivi luminosi di Bari realizzato con il programma PON-Trasporti 8 Calabria, Napoli. Tutti i lavori dovranno essere operativi e le relative spese rendicontate al Mit entro il 2008 per usufruire dell’intero finanziamento di quasi 192 milioni: circa un sesto del valore degli investimenti ENAV pianificati dall’attuale CdA della Società per il quadriennio 20042007. Il 78% di questi ha un impatto diretto sul miglioramento della sicurezza aerea. ● OLIMPIADI INVERNALI TORINO 2006 IL CONTRIBUTO DI ENAV Dall’omaggio globale a Giovanni Paolo II ai vertici internazionali, siano essi eventi di massa o d’elite, sono sempre più frequenti i fenomeni collettivi in cui è richiesta la pianificazione operativa di ENAV. Ultima in ordine di tempo è quella elaborata dalla Società in relazione alle “Olimpiadi invernali Torino 2006” e presentata, il 19 settembre scorso nel capoluogo piemontese, agli altri soggetti coinvolti nell’evento. È previsto infatti per l’occasione un forte incremento del numero degli aeromobili che raggiungeranno l’aeroporto di Torino-Caselle. Ci saranno a bordo le squadre, gli staff di supporto, per non parlare poi del pubblico che assisterà all’evento con previsioni di aumento dei volumi a due cifre. Per questo, anche stavolta, ENAV si è mossa con largo anticipo predisponendo tutte le azioni di competenza già a partire dal 3 marzo scorso, data del primo incontro preparatorio con la direzione operazioni ENAC dello scalo piemontese, con la società di gestione dell’aeroporto SAGAT, con Assoclearance ed ovviamente con il TOROC (il comitato olimpico) nonché con i rappresentanti di alcune compagnie aeree interessate. Tra gli interventi ENAV ricordiamo lo studio ed il test di nuove SID (procedure strumentali standard di partenza) e STAR (procedure strumentali standard di arrivo), il nuovo settore dell’ACC di Milano dedicato alla zona di Torino (TWN) oltre a tutta la gestione dei flussi (CFMU) per non assegnare ritardi al traffico in arrivo ed in partenza. ENAV è intervenuta anche sull’aeroporto per la sistemazione degli aiuti visivi luminosi, in particolare per le luci di asse pista, di varie stop bar e delle linee di arresto. L’organizzazione si completerà con un periodo di ulteriore addestramento degli esperti di assistenza al volo ENAV e con alcune conferenze tematiche per i controllori del traffico aereo interessati dall’evento. ● ENAV NELL’ORDINAMENTO ITALIANO PROPOSTA AD UN CONVEGNO UNA LEGGE AD HOC CHE PONGA FINE ALLA FRAMMENTAZIONE NORMATIVA “La frammentazione della normativa che regola l’ordinamento di ENAV SpA può portare a dei dubbi interpretativi a volte anche rilevanti; per questo è auspicabile che tale situazione venga quanto prima risolta ad esempio con una legge speciale che disciplini il tutto organicamente”. È quanto considerato dall’avv. Domenico Nolè, responsabile della Funzione Affari Legali di ENAV, in occasione del seminario su “La revisione della parte aeronautica del Codice della navigazione” svoltosi all’Università La Sa- pienza di Roma il 19 settembre scorso. L’ordinamento della Società infatti “sia pur con tutti gli adattamenti e le abrogazioni successive si fonda, in parte, ancora su norme contenute nella legge 665 del 1996 che regolava l’istituzione ed il funzionamento dell’Ente Pubblico Economico ENAV”, ha aggiunto Nolè. Si occupano inoltre di ENAV la legge 265/2004 per gli interventi urgenti nel settore dell’aviazione civile nonché il decreto legislativo n° 96/2005 che ha revisionato la parte 9 aeronautica del Codice della navigazione (per la prima volta due articoli del Codice – artt. 691 e 691 bis- sono dedicati esplicitamente ai servizi della navigazione aerea e ad ENAV). La giornata dei lavori ha visto la partecipazione, tra gli altri, del vice-ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, on. Mario Tassone, del presidente dell’ENAC, on. Vito Riggio, del consigliere di Stato, dott. Gerardo Mastrandrea nonché dell’on. Massimo Ferro, membro della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. ● c Un vecchio ma ancora attuale problema: l’uso dei nominativi simili da parte degli equipaggi nelle comunicazioni radio ed il potenziale impatto che gli stessi possono avere sugli aspetti di Safety; es “...AZA 030 descend to FL 240…”; AZA 330 roger, leaving ...290 down to FL 240...”. La problematica è stata a suo tempo oggetto di studio ed approfondimento da parte del NATS – UK in cooperazione con CAA che al riguardo hanno costituito l’ACCESS Group (Aircraft Call Sign Confusion Evolution Safety Study). Vediamo cosa è emerso dallo studio. La CAA – UK ha inserito 482 segnalazioni di “call sign confusion” nel proprio data base; nel merito, le cause a suo tempo identificate sono state riconducibili ai seguenti ambiti: • 45%, confusione dovuta alla forte similarità tra nominativi; • 73%, dovuta a carico di lavoro ATC e congestione della frequenza operativa; La maggior parte di tali inconvenienti è avvenuta tra le 06:00 e le 18:00 ed in particolare nelle aree di controllo di terminale (TMA): • per il 50% ha coinvolto compagnie aeree inglesi; • per il 66% ha coinvolto due o più nominativi appartenenti alla stessa compagnia; • per l’84% ha interessato solo la parte numerica del nominativo; • per il 27% ha interessato due o più suffissi relativi ai nominativi; • per il 43% ha interessato nominativi che finivano con i medesimi due caratteri. Nei 72 inconvenienti nei quali è stata erosa la prevista separazione ATC, il 92% ha interessato la sola parte numerica del nominativo. Attenzione! La confusione può essere di tipo acustico ma anche visivo. Quest’ultimo problema è particolarmente sentito dall’ATC (si pensi al radar display, ovvero, alle strips). Su 482 “call sign confusion”, cioè la confusione relativa agli identificativi degli aeromobili, 232 hanno “interessato” gli equipaggi nelle seguenti fasi del volo: l e a r e d SAFETY AIRCRAFT CALL SIGN CONFUSION di Maurizio Scholtze Responsabile Funzione Analisi e Normativa di Settore • 26% nella fase di salita; • 21% nella fase di discesa; • 3% al punto attesa; • 3% in decollo; • 2% in avvicinamento; • 1% nella fase di atterraggio; • 42% nella fase di crociera. Ed ancora, su 482 inconvenienti, sette sono stati codificati come “Level Bust” (si veda Cleared n°1/05). Su 1.011 identificativi di aeromobili coinvolti nei predetti 482 inconvenienti, il 4% terminava con il numero “0” mentre il 6% con il numero “5”. Prima di proseguire con il discorso, torniamo per un momento alla regola (per gli “appassionati della materia” si suggerisce di dare uno sguardo 10 all’Annesso 10 ICAO, Volume II, Section 5.2.1.7): un “alphanumeric call sign”, volgarmente un nominativo radio che identifica un volo, può essere composto da tre lettere (normalmente identificative della compagnia aerea, ad esempio ”BAW” sta per British Airways) seguite da un suffisso composto da 4 caratteri (numeri seguiti da una o due lettere). Torniamo ora alla nostra statistica: su 482 inconvenienti, 405 hanno registrato errori per la sola parte numerica, 51 per la sola parte alfanumerica, 17 la combinazione tra i due. In 128 casi la parte numerica è risultata totalmente uguale (es. AZA 371, BAW 371). I suffissi (parte numerica) maggiormente interessati sono risultati: 101 – 202 – 333 – 37 – 837 – 762 – 924. In 198 casi la “confusione” si è generata per similarità dei soli due numeri finali, mentre in 11 casi si è verificata in relazione alle due lettere finali. Talvolta la ripetizione del medesimo numero nello stesso nominativo ha causato “confusione” in fonìa (es. BAW 533). Ma quali sono gli effetti della cosiddetta confusione tra nominativi simili? Riportiamo di seguito una breve lista: a) un aeromobile assume una prua ovvero una rotta, assegnata ad un altro aeromobile; b) un aeromobile inizia una salita, ovvero una discesa, ad un livello di volo al quale non è stato autorizzato; c) l’equipaggio di un volo può erroneamente comprendere di dover lasciare la frequenza radio in uso per passare su un’altra frequenza; d) rispondendo ad un messaggio in- teso erroneamente come a lui indirizzato, l’equipaggio può sovrapporsi alla risposta dell’equipaggio dell’aeromobile a cui era destinata l’istruzione del controllore; e) le dinamiche della confusione tra nominativi possono “fuorviare” il controllore circa le operazioni dell’aeromobile; f) il controllore emette un’autorizzazione nei confronti dell’aeromobile “sbagliato”; g) un aumento del carico di lavoro (cognitivo ed operativo) sia da parte del controllore che del pilota, poiché entrambi impegnati nel risolvere il problema. Ricetta per una possibile prevenzione: • porre particolare attenzione nel “readback”; • utilizzare una maggiore cautela allorquando è verificata una difficoltà di tipo linguistico; • avvisare i colleghi dei settori adiacenti quando sussistono i presupposti per la confusione di nominativi; 11 • informare i piloti interessati e se necessario istruirli ad usare un nominativo “alternativo” fino a quando essi rimarranno nella medesima frequenza radio; • utilizzare una maggiore attenzione quando si è consapevoli del fatto che l’equipaggio possa essere assorbito da altri compiti. Sotto il profilo dello Human Factor, uno studio condotto per Eurocontrol dall’olandese “National Aerospace Laboratory” (NLR) ha evidenziato i seguenti fattori contributivi inerenti la confusione tra nominativi simili: a) accento del controllore; b) velocità verbale della comunicazione; c) distrazione del pilota; d) aspettativa del pilota; e) affaticamento dell’equipaggio. In ultimo, ma non in ordine di importanza, ricordarsi sempre di compilare un “report” per i casi nei quali sono stati riscontrati eventi di “call sign confusion”. ● LA PAROLA A... FRANCESCO BANAL DIRETTORE QUALITÀ E STANDARDIZZAZIONE DELLA EUROPEAN AVIATION SAFETY AGENCY I taliano, laureato in ingegneria aeronautica, trent’anni di esperienza nell’industria e nelle compagnie aeree, Francesco Banal è dal luglio dello scorso anno responsabile della direzione “Qualità e Standardizzazione” dell’EASA. A lui abbiamo chiesto un approfondimento sul ruolo dell’EASA e sulla sicurezza in Europa. Qual è il ruolo attuale dell’Agenzia? L’EASA, istituita dall’Ue, è un’entità indipendente. Ha quattro direzioni, di cui tre operative. La direzione “Certificazione” è oggi l’unica autorità competente nell’Ue per il rilascio dei certificati di omologazione e di compatibilità ambientale per tutti i prodotti aeronautici sia Ue che extra Ue. Certifica tutte le ditte di progettazione e le ditte extra Ue di produzione e di manutenzione con immediato valore legale in tutti gli stati. La “Regolamentazione” fornisce alla Commissione pareri – in realtà le intere bozze - per tutte le normative tecniche (Implementing Rules) che una volta emanate sono cogenti in tutti i paesi membri. “Qualità e Standardizzazione” deve controllare che le autorità aeronautiche nazionali applichino correttamente quanto di loro competenza. Infatti, ad esclusione di quanto sopra, esse rimangono responsabili di: emissione dei certificati di navigabilità e rumore individuali, licenze del persoEditore: ENAV SpA Consiglio di Amministrazione: Bruno Nieddu (Presidente), Guido Pugliesi (Amministratore Delegato), Alberto Beretta, Carlo Griselli, Linda Lanzillotta, Fabrizio Franco Testa, Luciano Vannozzi nale di manutenzione, approvazione delle organizzazioni di produzione, manutenzione – addestramento incluso – e gestione del mantenimento della navigabilità. Tutti questi certificati e licenze sono automaticamente riconosciuti da tutti gli altri stati membri. Quando l’EASA assorbirà le altre competenze? La volontà della Commissione è chiara: la sicurezza aerea va vista nel suo insieme. EASA oggi ha competenza sulla navigabilità iniziale e continua del prodotto aeronautico; forse sin dal 2007, dovremo sostituire le Joint Aviation Authorities anche per la parte OPS e Flight Crew Licensing. L’allargamento all’ATM ed alle operazioni aeroportuali sarà a breve proposta dalla Commissione ma, se accettata, avrà tempi senz’altro più lunghi. Standardizzazione targata EASA. Cosa resta da fare? Il termine “standardizzazione”, ereditato dalle JAA, può trarre in inganno. In realtà la legge ha assegnato ad EASA il ruolo di “controllore dei controllori”. In caso di non conformità, noi non possiamo prendere provvedimenti ma dobbiamo stendere un rapporto per la Commissione. Possiamo gestire la soluzione dei problemi con l’autorità interessata prima che la Commissione decida di Cleared Direttore editoriale: Alessandro Di Giacomo Direttore responsabile: Rosa Maria Di Martino Comitato editoriale: Massimo Garbini, Sandro Gasparrini, Giovanni Giacomelli, Elvira Savini Nicci, Maurizio Scholtze Redazione: Via Salaria, 716 - 00138 Roma. Tel. 068166139 /301 /311 Fax 068166140 [email protected] 12 iniziare una procedura d’infrazione contro il relativo stato membro. Fino ad oggi EASA ha continuato il programma di “standardizzazione” di JAA. Quando tra breve la Commissione emetterà il relativo regolamento potremo iniziare il nostro programma d’ispezioni dove i rappresentanti delle autorità nazionali potranno essere coinvolti nelle ispezioni ad altri stati, ma sotto la responsabilità ed il coordinamento dell’Agenzia. I controlli a campione sulle compagnie nei singoli stati riguardano la documentazione di bordo: è una richiesta di “patente e libretto” più che una “revisione dell’auto”. EASA non ha ancora competenza in questo tipo d’ispezioni ma posso anticipare che la Commissione sta proponendo una revisione della Basic Regulation che prevede un’approvazione operativa dei vettori esteri che intendono operare in Europa (come già accade negli Usa, ndr). Solo così i controlli a campione, anche sommari, potranno avere maggior efficacia. A quel punto, la necessità delle “liste nere” verrebbe meno in quanto superata dal semplice ritiro o sospensione dell’approvazione iniziale del vettore. Il passeggero deve poter contare su un sistema che funziona, senza essere costretto a scorrere ogni volta una lista più o meno aggiornata. ● Hanno collaborato: Luca Morelli,Alessandro Pasquali Progetto grafico ed impaginazione: LDM Comunicazione SpA - Roma Stampa: Litografia Saba Srl - Roma Registrazione Tribunale di Roma n. 526 del 15-12-2003 Numero chiuso in redazione il 3 ottobre 2005 In copertina: ATCOs in turno ad Ancona Falconara; in piedi il capo-impianto Massimo Petrella. Seduti da sinistra: Lello Pierantonietti e Federico Marinaccio