cleared M e n s i l e d e i d i p e n d e n t i d e l G r u p p o E N A V 06 - ANNO X - giugno 2013 Editoriale: Cleared sveste Pravda? Rwanda: 10 giorni nel paese delle mille colline A passeggio tra il VOR e la storia La Parola a Nadio Di Rienzo CLEARED GIUGNO 2013 02 EDITORIALE CLEARED SVESTE PRAVDA? di Nicoletta Tomiselli - Responsabile Comunicazione ENAV Tra chi denuncia “contenuti troppo tecnici”, e chi al contrario afferma che “non lo sono abbastanza”, c’è chi vede il “giusto mix”. L’accusa di propaganda aziendale è un tema presente La rivista Cleared si rifà il look. E lo fa cercando di corrispondere il più possibile ai cambiamenti che sono avvenuti a 10 anni dalla sua nascita, dentro e fuori l’Azienda. Partirei da qui, provando ad osservare tutti gli elementi in campo, strutturali e di indirizzo. L’hardware e il software. Ogni rivista, generalmente, ha un suo pubblico di riferimento che nel caso del Gruppo ENAV è piuttosto eterogeneo: esiste un’anima squisitamente operativa, che rappresenta la parte più caratteristica dell’Azienda; ci sono gli amministrativi, che svolgono funzioni diversificate; e i tecnici, detentori di uno specifico linguaggio. Poi vanno considerate le regole della comunicazione che, seppur non assolute, un minimo di logica dovranno pur averla. Non fosse altro per il fatto che ci si vincono le elezioni. Ma noi non abbiamo di queste ambizioni. Ci basta credere, ad esempio, che un articolo debba essere comprensibile, che l’autoreferenzialità gratifica chi scrive ma non chi legge, che la varietà degli argomenti intercetta un pubblico più ampio, che una grafica articolata rende un giornale più appetibile. “Proce- dure” essenziali, ma a volte diversamente applicabili, a differenza di quelle inviolabili, che regolano il controllo del traffico aereo. Infine, c’è un editore con uno specifico indirizzo “politico”, nel senso più ampio del termine; una gestione editoriale, che nel caso di Cleared è rappresentata da un Comitato; e una redazione, composta anche da diversi collaboratori interni. Partendo da quest’ultimo aspetto potremmo per esempio ipotizzare che la volontà di conoscere l’opinione dei lettori, dovrebbe dare indicazioni sull’attuale orientamento della rivista. Eppure, già qui, possono nascere tesi contrapposte: o il questionario ha l’obiettivo di indagare l’identità dei dissidenti (“se la chiamano la Pravda – si legge dai commenti – ci sarà un perche’”) oppure, al contrario, serve veramente a coinvolgere i dipendenti. Che, a loro volta, rispondono all’appello con pareri diversi e spesso contrapposti. Tra chi denuncia “contenuti troppo tecnici”, e chi al contrario afferma che “non lo sono abbastanza”, c’è chi vede il “giusto mix”. L’accusa di propaganda aziendale è un tema presente, ma il vero competitor di Cleared è la rivista SafeBull, anche se poi l’80% dei partecipanti al sondaggio ne da un giudizio complessivamente positivo. Insomma: “valida ma breve”, “troppo lunga”, “un pò superficiale”, “contenuti adeguati”, “autocelebrativa”, “molto utile”, “una corrazzata potemkin”, “ottima iniziativa”, “basta cartaceo”. Tenendo conto di tutti questi elementi appare a dir poco ambizioso pensare di trovare la “quadra”. Semplicemente perché non esiste. Ottimo alibi. Ma sarebbe troppo comodo senza contare che l’Amministratore, in una delle sue recenti “operazioni trasparenza”, mi ha dato della pavida.. ho accusato il colpo, lo ammetto. Come uscirne allora? “Se il controllo viene esercitato dall’esterno – diceva Gandhi – risulta più dannoso ancora della mancanza di controllo, mentre si dimostra utile solo se esercitato dall’interno. Se questo fosse esatto, quanti giornali al mondo supererebbero la prova? Ma chi si prenderebbe la responsabilità di sopprimere quelli che non si sono rivelati utili? E ancora, chi potrebbe fare da arbitro in questa disputa? L’utile e l’inutile vanno di pari passo, come il bene ed il male, e l’uomo deve sapere scegliere”. Tra chi dichiara di “non essere interessato a leggerla”, che va accolto, e chi ci informa di “custodire gelosamente l’intera raccolta, dal primo numero del 2004”, che sorridendo ringraziamo, forse potrebbe essere utile pescare nel mezzo. Anche se il commento: “assolutamente sì sempre, se la ricevessi”, alla domanda sull’utilità della rivista, non si batte! CLEARED GIUGNO 2013 03 QUESTIONARIO PER IL GRADIMENTO DELLA RIVISTA AZIENDALE CLEARED Risultati e grafici Sono stati riconsegnati in totale 1.408 questionari su un totale di 4.109 CLEARED GIUGNO 2013 04 CANSO AGM 2013 la nostra Associazione d’Impresa consolida il suo ruolo con la Vision 2020 di Iacopo Prissinotti - Responsabile Strategie Internazionali ENAV Da 16 al 18 giugno si è tenuto a Curacao il CANSO AGM 2013, che segue l’incontro dello scorso anno ospitato proprio da ENAV a Roma, il consueto meeting generale annuale di CANSO - la nostra Associazione d’Impresa – al quale hanno partecipato i vertici degli ANSP e dei partner industriali a livello globale. Durante la 3 giorni è stato possibile fare il punto sullo stato di salute dell’associazione che, con il contributo del nuovo Direttore Generale Jeff Poole, insieme ad un rinnovato e motivato Comitato Esecutivo, di cui fa parte da un anno anche il nostro Amministratore Unico, ha ora una stabilità organizzativa ed economica ancora più robusta. Il meeting si è caratterizzato per l’adozione di un nuovo indirizzo strategico, Vision 2020, che ha l’obiettivo di far crescere ulteriormente l’associazione per rappresentare sempre più la voce globale dell’ATM. CANSO è cresciuta molto in termini di statura ed autorevolezza nel contesto internazionale, il prossimo passo prevede l’ulteriore evoluzione di CANSO in una organizzazione sempre più efficiente che consentirà di trasformare l’ATM e di assicurare una gestione dello spazio aereo sempre più sicura, efficiente ed integrata a livello globale. Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario lavorare gomito a gomito con ICAO, gli Stati, i Regulator ed ovviamente con i nostri partner industriali (IATA, ACI, ecc.). Insomma sappiamo dove vogliamo andare e dobbiamo concentrare l’attenzione su come arrivarci. Per quanto riguarda i nostri partner industriali, compagnie aeree ed aeroporti, è stata confermata l’importanza di continuare lungo il sentiero intrapreso che porta allo sviluppo di robuste collaborazioni. Su questo aspetto vale la pena sottolineare quanto sia strategica, per l’industria nel suo complesso, la realizzazione di una forte collaborazione tra CANSO, IATA e ACI, ed evidenziare i notevoli passi avanti che tra questi attori sono stati fatti sui temi operativi ed economici. Per quanto riguarda invece l’organizzazione interna dell’associazione, nel corso dell’evento sono statidiscussi i programmi e le attività dei principali gruppi di lavoro di CANSO, che si occupano di Operations – Safety – Policy, confermando le potenzialità per supportare al meglio gli sfidanti obiettivi che gli ANSP si troveranno ad affrontare in questi anni di cambiamento. CANSO quindi è sulla strada giusta per guadagnare quella autorevolezza che consente di garantire al meglio gli interessi degli ANSP a livello globale e regionale. Il testimone passa ora alla State ATM Corporation (il fornitore di servizi alla navigazione aerea della Federazione Russa) che ospiterà il prossimo AGM a Mosca nel giugno del 2014. Hai delle esperienze professionali da raccontare? Scrivi un articolo ed invialo alla casella di posta elettronica [email protected] Nel prossimo numero di luglio/agosto pubblicheremo l’articolo: “Dalla cuffia all’aula” CLEARED GIUGNO 2013 05 ENAV e l’Italia sempre più protagonisti nello spazio per i servizi di navigazione (non solo aerea) del futuro di Claudio Rinaldi - Strategie Internazionali ENAV - Membro CdA ESSP “Long-term stability for EGNOS secured” così la GSA (Agenzia Europea per i Sistemi Satellitari di Navigazione Globale) ha lanciato il 26 Giugno sul proprio sito la notizia della firma del contratto per la fornitura dei servizi di navigazione satellitare EGNOS per i prossimi 8 anni (2014-2021). Ma la parte più interessante della notizia è che ad “assicurare la stabilità a lungo termine” di quello che ad oggi è la prima ed ancora unica realtà operativa Europea nel campo della navigazione satellitare sarà ESSP; ovvero la Società fondata da ENAV, assieme ad altri 6 tra i principali ANSP europei, che, operando il sistema sin dal 2009, quando EGNOS era ancora in fase di test, lo ha condotto in questi anni alla sua piena operatività. Oggi EGNOS, in un qualsiasi punto della sua area di servizio (tipicamente continentale), consente accuratezze dichiarate (sulla base di dati progettuali) dell’ordine dei 3-4 mt, ma da dati realmente misurati la precisione media è in realtà dell’ordine del singolo metro. L’affidabilità del sistema EGNOS è inoltre tale da poterne consentire l’utilizzo per applicazioni “Safety of Life” come la guida degli aerei lungo l’avvicinamento alle piste sino ad altezze decisionali di appena 76 mt (RNP APCH LPV250). La firma del contratto di circa 450 M€ per la fornitura in esclusiva mondiale dei servizi EGNOS è un indubbio riconoscimento all’ottimo lavoro svolto sino ad oggi da ESSP. L’affermazione di tale Società a partecipazione ENAV è particolarmente rilevante anche perché conseguita a scapito di rivali quali ASTRIUM e DLR, colossi nel campo satellitare, attratti nella competizione sia per la possibilità di ottenere uno strategico posizionamento di eccellenza nel campo dei servizi a tecnologia avanzata, sia per l’ammontare economico del contratto assegnato che la stessa GSA dichiara essere “one of the biggest ever signed” dall’Unione Europea nell’ambito dei programmi GNSS (Global Navigation Satellite System). Il successo di ESSP nella gara EGNOS ha un valore nazionale che va oltre la partecipazione di ENAV nella Società, infatti è stato reso possibile anche dalla realizzazione di una partnership strategica con Telespazio (Società 66,7% Foto di gruppo del CDA di ESSP. Finmeccanica e 33,3% Thales). La partnership è stata fortemente sostenuta da ENAV all’interno del CdA di ESSP ed è stata, infine, approvata all’unanimità per il valore aggiunto che apporta non solo nel conseguimento della vittoria nella gara ma anche nell’ottica di creare, per future competizioni, un binomio di riferimento nel campo dei servizi satellitari multimodali. Grazie all’assegnazione ad ESSP del nuovo contratto, ENAV, quale azionista (al 16,7%) di tale Società, otterrà dividendi per i prossimi 8 anni, e sarà direttamente coinvolta, oltre che nelle attività del CdA di ESSP, anche nelle operazioni del sistema. L’eccellenza dimostrata dal Mission Control Centre (MCC) EGNOS di Ciampino nel corso dei passati anni, assieme ad un’offerta commerciale molto competitiva, hanno assicurato infatti ad ENAV anche la vittoria nella gara di selezione ESSP per i nuovi Centri di Controllo Missione di EGNOS che, nel 2015, verranno ridotti da quattro a due. Il fatto di essere stata selezionata per gestire uno dei soli due Centri MCC rappresenterà per ENAV l’opportunità di mantenere un know how. Tra le sfide che attendono ESSP ed ENAV nell’ambito del nuovo contratto: quella di afferma- re sempre più EGNOS in campo aeronautico (al momento oltre ad ENAV, che tra le prime in Europa ha pubblicato procedure EGNOS, solo altre 3 principali ANSP europee sono giunte a questo traguardo); quella di farlo diventare un sistema di navigazione di riferimento anche in campi come il ferroviario, il marittimo, lo stradale, l’agricolo e del posizionamento di precisione; e, soprattutto, quello di esportare il servizio in aree limitrofe come quella africana, dove precisione, economicità e semplicità di implementazione locale delle applicazioni EGNOS potranno creare opportunità per nuovi mercati. In tale ambito ENAV sta agendo attraverso Programmi del Direttorato Generale “Development and Cooperation” della Commissione Europea (Programma “Medusa”) ed attraverso rapporti bilaterali instaurati con la Commissione e con Paesi come la Libia, avendo già ottenuto, tra l’altro, da quest’ultima, chiare manifestazioni di interesse verso il GNSS Europeo. L’estensione della copertura EGNOS all’intero Bacino Mediterraneo, coste africane incluse, costituirebbe un significativo “enabler” per la crescita del traffico aereo in quest’area particolarmente strategica per ENAV anche in ottica FAB Blue Med. CLEARED GIUGNO 2013 06 CYBER ATTACK... HELP CYBER ATTACK! di Flavio Sgrò - Responsabile Servizi ARO/CBO e NOF ENAV e Maria Milena Renis - Safety ENAV ENAC sotto la direzione del Focal Point nazionale dott.ssa Taormina. L’esercitazione “Cyber 13” ha preso avvio alle ore 08.00 UTC (10.00 locali) con la notifica sul NOP Portal (Network OPerations Portal) da parte del Network Manager di un’avaria ai sistemi di gestione dei piani di volo e di gestione della messaggistica di flusso. L’evento, che nel resto d’Europa ha causato una progressiva diminuzione dei piani di volo, è stato gestito a livello nazionale mettendo in atto una diversa distribuzione degli FPL sul network AFS ed alimentando con una differente strategia di rerouting gli FDP (Flight Data Processing) degli ACC italiani. Contestualmente ENAV ha inoltre rafforzato il presidio presso gli ARO (ATS Reporting Office) al fine di consentire una maggiore capacità di immissione manuale per tutti quegli operatori aeronautici impossibilitati alla trasmissione diretta dei vari messaggi ATS. ENAV quindi, tramite l’ICC (International Communication Center), ha individuato nel corso dell’esercitazione strategie di mitigazione operative per la distribuzione della messaggistica suggerite all’EACCC durante le teleconferenze tenutesi nelle due giornate della “Cyber 13”. La misura di contingency ha garantito, per il traffico aereo domestico, la disponibilità dei messaggi ATS e la conseguente operatività dei voli senza ricorrere ad alcuna misura di restrizione di flusso. Il SOC (Security Operation Centre) di ENAV ha inoltre assicurato il monitoraggio della situazione per tutta la durata della crisi, impedendo la contaminazione dei sistemi informatici aziendali. Il Cyber Attack, della durata virtuale di tre giorni, si è quindi risolto a livello europeo grazie all’installazione di una versione di software precedente a quello “infettato” che non presentava gli effetti del virus informatico. L’esercitazione “Cyber 13” si è rivelata decisamente proficua per ENAV in quanto ha consentito di validare e perfezionare le procedure di coordinamento tra i vari Stakeholder fornendo in più interessanti spunti di riflessione relativamente al Contingency Plan aziendale. L’attività svolta è risultata poi fondamentale anche per mantenere aggiornato il livello di preparazione del personale con l’obiettivo di ridurre i tempi di inerzia in risposta ad un evento potenzialmente dannoso! magazine contact Editore: ENAV SpA - Massimo Garbini (Amministratore Unico) Cleared Direttore Responsabile: Nicoletta Tomiselli Comitato editoriale: Giancarlo Ferrara Maurizio Gasparri Luca Morelli Maurizio Paggetti Iacopo Prissinotti Elvira Savini Nicci Vincenzo Smorto Nicoletta Tomiselli Redazione: Via Salaria, 716 - 00138 Roma Tel. 0681662301 - Fax 0681662293 [email protected] Coordinamento Editoriale: Luca Morelli In redazione: Luca Morelli, Gianluca Ciacci Hanno collaborato: Federico Maranghi (grafica) Impaginazione e stampa: Marchesi Grafiche Editoriali SpA Roma www.marchesigrafiche.it Copertina di Alberto Canini - ENAV Lo scorso 29 e 30 maggio, nella Sala Crisi ENAC di Roma è stata effettuata un’esercitazione di Cyber Attack organizzata dalla EACCC (European Aviation Crisis Coordination Cell), che ha visto coinvolti vari attori a livello nazionale e internazionale in rappresentanza di Stati, ANSP e Compagnie aeree. La EACCC, istituita a seguito del Regolamento UE n. 677/2011 allo scopo di supportare la figura del Network Manager nel coordinamento di un evento di crisi, si occupa di garantire una risposta tempestiva ed efficace ad eventuali situazioni dannose per la rete europea ATM con l’obiettivo di proteggere e assicurare il funzionamento continuativo e sicuro del network stesso. Tra i possibili scenari aventi effetti negativi nel campo dell’aviazione, che possono essere associati ad eventi di crisi e che prevedono il coinvolgimento specifico dell’EACCC, ricordiamo la diffusione di cenere vulcanica, di emissioni nucleari, di sostanze chimiche dannose, guerra, incendi, minacce alla Security, Cyber Attack, gravi fenomeni meteorologici e minacce dallo spazio (es. satellite o meteorite). L’EACCC, che durante una situazione di crisi ha il compito di assistere il Network Manager nel coordinamento e nella mitigazione dell’impatto dell’evento stesso, in assenza di condizioni di crisi rimane comunque attiva con l’obiettivo di condurre una serie di esercitazioni mirate a mantenere sempre alto il livello di preparazione ad un evento potenzialmente nocivo. È proprio in tale contesto che si inserisce l’esercitazione, denominata “Cyber 13”, di simulazione di un evento associato alla diffusione nella rete informatica AFS (Aeronautical Fixed Service) di EUROCONTROL di un virus che causava l’isolamento del Network Manager e di alcuni Stati dalla rete AFTN intaccando la distribuzione dei piani di volo (FPL) a livello globale. Alla simulazione hanno preso parte oltre ai rappresentanti dell’EACCC, i Focal Point degli Stati e degli ANSP di Italia, Francia, UK, Olanda, Polonia e Germania oltre che di alcune compagnie aeree; per ENAV hanno partecipato la Funzione Safety, la Funzione AIS ed un rappresentante dell’ATFCM (Air Traffic Flow and Capacity Management) ACC Roma: tutti quanti hanno operato a supporto dell’Unità di Crisi di Registrazione Tribunale di Roma n. 526 del 15-12-2003 Numero chiuso in redazione il 28 giugno 2013 Consulta l’archivio di Cleared online CLEARED GIUGNO 2013 07 Progetto Rwanda REMA 10 Giorni nel Paese delle Mille Colline Nel mese di aprile, quale ingegnere Techno Sky, ho partecipato alla prima missione nella Repubblica Centro Africana del Rwanda nell’ambito del progetto REMA (Rwanda Environment Management Authority). Il contratto prevede la fornitura e l’installazione, da parte di Techno Sky, di 24 stazioni meteorologiche per il monitoraggio ambientale in grado di sfruttare un sistema di comunicazione su rete 3G e un sistema web based per l’analisi e la visualizzazione dati meteorologici. Lo scopo della missione era quello di incontrare il personale tecnico e amministrativo locale, inizializzare il server e integrare il sistema con le stazioni già installate. All’aeroporto di Fiumicino, dove normalmente sono abituato a vedere orde di manager in giacca e cravatta, questa volta ad aspettare l’aereo con me c’erano frati missionari e gente che tornava nel proprio paese a visitare i parenti oltre a qualche italiano in cerca di fortuna. Kigali, la capitale del Paese africano, è una città che forse ha una sola cosa in comune con Roma, sorge sui colli, che però non sono sette. Raggiunti gli uffici del REMA, l’Ente governativo per l’attuazione della politica e della legislazione nazionale in materia ambientale, ho incontrato il mio alter ego, il Project Manager locale, con il quale dopo aver fatto il punto della situazione, abbiamo incontrato il capo dei PM e successivamente il Direttore Generale dell’Ente per condividere lo stato del progetto e la sua ultima pianificazione. Finita la mattinata di programmazione mi sono gettato nel pieno delle attività previste. Per prima cosa sono andato al magazzino in cui erano stati sistemati tutti i materiali, per prelevare il server da inizializzare. Devo dire che mi ha fatto un certo effetto vedere le 42 casse di legno lunghe 3 metri contenenti le stazioni che avevo collaudato a Firenze presso il fornitore, finalmente a destinazione. Dopo aver iniziato a lavorare con il personale locale, disponibile e rilassato, ho dovuto però interrompere le attività perché veniva celebrata la giornata commemorativa per le vittime del genocidio dei Tutsi da parte degli Hutu del 1994. Questa ricorrenza è molto sentita da tutta la popolazione rwandese. La prima giornata di lavoro sul campo è stata dedicata alla visita al sito di Bigogwe, la prima installazione effettuata dal nostro team. La location così come la strada per raggiungerla si è subito rivelata suggestiva. I tempi per raggiungere il sito sono paragonabili a quelli caratteristici del raccordo anulare di Roma, con la differenza che in Rwanda non sono le troppe auto ad allungare il viaggio ma l’assenza di strade asfaltate e la presenza di fiumi esondati. Le mille colline del Rwanda si alternano ricoprendo ogni gradazione di verde. Nelle valli si trovano le risaie e le piantagioni di thè, le pendici delle colline sono coltivate con fitti bananeti mentre le zone più alte lasciano spazio alla giungla selvaggia, famosa per i suoi abitanti: i gorilla di montagna. Giunti alla stazione meteorologica, per entrare nella recinzione di protezione abbiamo dovuto farci strada tra mandrie di grandi mucche selvatiche al pascolo. Una volta entrati, un gruppo di abitanti locali incuriositi dal nostro lavoro si è avvicinato alla recinzione. Mentre configuravo la stazione con il notebook e dimostravo le sue funzionalità al PM, mi sono reso conto che ogni mia azione era spiegata e tradotta al resto dei presenti da un traduttore occasionale . Nei giorni successivi abbiamo attivato il server per poi iniziare ad integrare le stazioni meteorologiche man mano che venivano installate. Attivato il sistema e verificato l’arrivo dei dati acquisiti dai sensori disseminati sul territorio ruandese, la nostra soddisfazione è stata grande per aver visto la concretizzazione di un progetto e aver vissuto lo stupore dei meteorologi ruandesi, che prima dell’arrivo di Techno Sky non avevano alcun sistema per il monitoraggio delle condizioni meteorologiche real time. Attualmente le installazioni sono concluse e il Rwanda potrà effettuare studi climatologici e soprattutto monitorare il livello dei fiumi, in un territorio “difficile”, dove alluvioni che spazzano via interi villaggi sono all’ordine del giorno. In Rwanda non sono le troppe auto ad allungare il viaggio ma l’assenza di strade asfaltate e la presenza di fiumi esondati. Kigali ha una sola cosa in comune con Roma: sorge sui colli che però non sono sette. di Alessandro Del Monte U.O. Gestione Programmi Techno Sky CLEARED GIUGNO 2013 08 Ancona UAAV: a passeggio tra il “VOR” e la storia di Moreno Blasi - UAAV Falconara Tra gennaio e febbraio 2013 lavori di consolidamento all’interno del sedime del VOR di Ancona, hanno riportato alla luce un intero tratto di strada di epoca romana, la cui datazione potrebbe collocarsi nel I sec d.C., al tempo in cui l’imperatore Traiano diede inizio ad importanti opere di ristrutturazione della città dorica, tra cui l’ampliamento del porto. Il ritrovamento, nei suoi circa venti metri di lunghezza, rivela una pavimentazione in blocchi di calcare (detti Basoli) squadrati sommariamente ed allineati lungo un asse centrale. Questa tipologia di costruzione con materiale più resistente e una tecnica accurata, pone l’ipotesi di non trovarci di fronte ad una cosiddetta “via rustica“ (strada secondaria che fungeva da arteria alla via maestra), ma ad un percorso di maggior valenza, forse integrato all’interno di un sistema stradale alternativo agli itinerari terrestri sinora documentati. Ancona e il suo porto erano considerati l’accessum Italiae per chi proveniva dalle province orientali dell’Impero e di conseguenza la porta d’Oriente per gli abitanti della penisola; per chi da Roma avesse voluto intraprendere un viaggio per mare verso levante o si fosse voluto recare, per affari o diletto, in uno dei tanti insediamenti romani nel Piceno, non rimaneva che seguire il collegamento che dalla dorsale appenninica superava il crinale lungo le vallate naturali, attestandosi su due vie consolari principali: la Salaria (che attraverso il territorio piceno della vallata del Tronto terminava in prossimità di Asculum, l’odierna Ascoli Piceno), e la via Flaminia che, dopo aver oltrepassato l’ager Gallicus, seguiva la valle del Foglia sino a Fanum Fortunae (Fano) per poi continuare alla volta di Ariminum (Rimini). Come si vede nessuna delle due strade si ricongiungeva direttamente con Ancona, ma negli anni sono state numerose le segnalazioni riguardo il rinvenimento di basoli sparsi nelle campagne anconetane, facendo presumere l’esistenza di diramazioni consolari (diverticula) che avrebbero potuto collegarsi con il porto Dorico. Infatti nell’Itinerarium Antonini (il registro delle stazioni e distanze lungo le strade dell’Impero Romano) è riportato un diverticulum che allontanandosi dalla via Flaminia proseguiva in direzione della costa passando per Dubios (presso Nocera Umbra), raggiungeva Prolaque (Pioraco), Septendana (San Severino), Trea (Treia) e Auximum (Osimo), non specificando però come quest’ultimo tratto si ricongiungesse con Ancona. Memoria di questo tracciato viene fornita dagli scritti di Cicerone e di Tacito, i quali narrano che Calpurnio Pisone, tornando dalla Siria, sbarcò nel porto di Ancona al seguito di una legione e si incamminò per la Via Flaminia alla volta di Roma. C’è da rilevare che la denominazione Flaminia nell’antichità veniva attribuita a numerose strade che spesso non erano altro che diramazioni della consolare principale. A sua volta anche dalla Salaria partiva una diramazione, segnalata questa volta nel IV segmento della Tabula Peutingeriana e appartenente al genere detto «itineraria pietà», che da Asculum dopo aver attraversato i centri di Falerio, Urbs Salvia (Urbisaglia) e Recina si andava a ricongiungere sempre con Auximum. Quindi come si vede si sarebbe potuto procedere direttamente verso la costa dorica, ed il ritrovamento di Ghettarello, nella sua conformazione sembrerebbe convalidare l’ipotesi di trovarci di fronte a quel tratto finale che provenendo da entrambi le vie consiliari avrebbe potuto raccordare Auximum con Ancona, andando a correggere così il disegno della rete stradale romana nella regione del medio Adriatico. Attualmente l’area è sottoposta ad intervento archeologico, anche se la Soprintendenza all’esterno del sito ENAV ha predisposto un pannello rivolto verso l’esterno per illustrare il rinvenimento, ed una piazzola circondata da una staccionata in legno, in modo da consentire la visione ad eventuali visitatori nella massima condizione di sicurezza. Attualmente l’area è sottoposta ad intervento archeologico e la Soprintendenza all’esterno del sito ENAV ha predisposto un pannello per illustrare il rinvenimento CLEARED GIUGNO 2013 09 ENAV e Intercultura assegnano 22 borse di studio per l’estero di Gianluca Ciacci - Comunicazione Interna ENAV “Dopo tanti incontri e selezioni siamo pronti per partire per questa nuova esperienza. Molte aziende danno premi in denaro che spesso vengono spesi in poco tempo e senza alcuna emozione. Siamo contenti, invece, che ENAV ci dia questa possibilità di vivere e studiare all’estero con una borsa di studio utile per il nostro futuro”. Queste le parole del giovane Gianluca Guglielmo (foto), figlio di un dipendente ENAV che ha commentato così la sua premiazione come vincitore di una delle borse di studio che per il terzo anno consecutivo ENAV e Fondazione Intercultura hanno consegnato a figli di dipendenti della Società che andranno a studiare all’estero grazie ad un bando di concorso nazionale per titoli. La cerimonia di premiazione si è svolta nella Sala Blu di Aeroporti di Roma dove l’ Amministratore Unico di ENAV, Massimo Garbini, ha consegnato personalmente le pergamene ai 22 ragazzi vincitori del soggiorno di studio. Dei 22 ragazzi vincitori delle borse di studio, messe a disposizione da ENAV dopo una dura selezione, 3 studenti andranno negli USA per un soggiorno di un anno, mentre 19 partiranno per un programma estivo di un mese negli stessi States, in Canada e in Irlanda per l’approfondimento della lingua inglese. L’emozione della giornata traspare Anche quest’anno per i figli dei dipendenti l’opportunità di un’esperienza formativa in USA, Canada ed Irlanda anche dalle parole della giovane Francesca Musumeci (foto) in partenza per gli USA: “Andare in California è un’occasione unica altamente formativa, un viaggio fondamentale per la crescita culturale e interpersonale che permette di poter interagire con persone con culture e visioni differenti.” Il responsabile Risorse Umane Umberto Musetti ha accolto ragazzi e genitori affermando che “questa iniziativa, partita in sordina tre anni fa, ha avuto un eccellente ritorno tanto che ENAV ha deciso di continuare ed incrementare le borse di studio in collaborazione con Intercultura”. Anche l’Avv. Denti Rodeschini, Vice Presidente dell’Associazione ha voluto manifestare la propria soddisfazione dichiarando che i ragazzi in partenza sono fortunati ad avere una Società come ENAV che pensa al loro futuro attraverso questo progetto di studio. L’AU Massimo Garbini, nel suo intervento conclusivo, ha affermato che tiene molto ad essere presente a questo tipo di iniziative: “Nonostante il periodo di crisi generale abbiamo voluto raddoppiare il valore di questo investimento in cultura, in crescita, in esperienza e quindi su voi giovani, figli di dipendenti. Crediamo molto alle persone che lavorano in ENAV. Andate in giro per il mondo, fate fare una bella figura all’Italia e date un’immagine sempre più positiva anche del marchio ENAV”. CLEARED GIUGNO 2013 10 Una nave aliena in giardino di Stefano Paolocci - Safety ENAV Vi avverto: se qualcuno di voi avesse modo di curiosare nella definizione di Unstable Approach fornita dalla Civil Air Navigation Services Organisation (CANSO) correrebbe l’altissimo rischio di rimanerne deluso. A me è successo esattamente così: ho prima scorto velocemente le due righe in cui si esauriva la descrizione del fenomeno; ho quindi ripetuto l’operazione con maggiore attenzione tranne poi, piuttosto contrariato, cercare sui volti dei miei colleghi di stanza quell’empatia che di solito, per cameratismo, ti concedono a priori, persino quando stai sostenendo che nel weekend sei stato rapito da degli alieni atterrati in giardino. Ora, sorvolando sul fatto che neppure uno dei miei compagni di lavoro ha sostenuto la mia perplessità – non fosse altro che la lettura della definizione incriminata era avvenuta solo nella mia testa e, soprattutto, che nessuno di loro mi risulta essere telepatico – l’Unstable Approach è restato: “ […] an approach that does not meet the criteria for a stable approach […]” . Quindi una delusione bella e buona, un’ovvietà del tipo: il sole è giallo perché non è nero. Mi sono quindi rimboccato le maniche per provare almeno ad intuire la ratio di una definizione così lapalissiana. Un pò di studi statistici mi hanno aiutato a intercettare subito la misura del problema. Il primo, condotto dalla Flight Safety Foundation (FSF) nell’Approach and Landing Accident Reduction (ALAR) , mi ha evidenziato come, dal 1984 al 1997, l’Unstable Approach è stato un fattore causale nel 66% dei casi di accident and serious incidents. Il secondo, redatto e condotto dal Directorate General of Civil Aviation (DGAC) francese nel 2006 e pubblicato come “Unstabilised Approaches” sottoforma di opuscolo divulgativo, ha diffuso il dato secondo cui gli “ […] unstabilised approaches represent nationally on average 3% of approaches […]” e che gli “[…] accidents represent about a third of fatal accidents and about 20% of runway excursions.” Il terzo, del 2009, redatto ancora dalla FSF, indica nel documento “Reducing the Risk of Runway Excursions - Report of the Runway Safety Initiative” come, fra il 1995 e il 2008, fattori causali di Runway Excursion siano stati anche gli Approach Fast (oltre il 15% dei casi) e gli Approach High (oltre il 10%). Ovviamente è necessario sgombrare subito il campo e dare una chiave di lettura di quest’ultimo dato: tali casistiche che, trasversalmente, riguardando tanto la parte cockpit (bordo) che Air Traffic Control (ATC), intervengono entrambe nel dato totale e quindi, interpretare per esempio un Approach Fast o High come un’esclusiva fonte causale ATC, sarebbe inesatto. Tuttavia, molto onestamente, entrambi hanno una componente ATC rilevante. Tornando ai dati, l’ultimo studio in ordine temporale è talmente attuale da sembrare perfino sospetto. È del 18 Giugno 2013 (ieri, alla data in cui sto scrivendo questo pezzo) e riguarda una major intiative – guarda un pò – targata CANSO “[…] to improve runway safety by reducing unstable approaches”: fra il 2008 e il 2012, nel 17% degli incidenti, è stato identificato come contributing factor un Unstable Approach . CLEARED GIUGNO 2013 11 ACC CIAMPINO Panoramica della Sala Radar di Roma Ciampino. Accanto ai numeri, anche quella sorta di perimetro entro cui la FSF, nella famosa Briefing Note 7.1 dell’Approach and Landing Accident Reduction (ALAR) ha dato degli Unstable Approaches, mi ha molto aiutato. A questo punto ho provato a tirare la rete per vedere il pescato: ho ripreso la medesima pubblicazione CANSO che, nella sua ovvietà, mi aveva messo in crisi e ne ho sezionato la sola parte connessa al controllo del traffico aereo: “For ATC purpose […] if an arriving aircraft is too high or too fast, the approach will most likely be an unstable one […]” . Quindi, riducendo ai minimi termini, se un aereo arriva o troppo alto o troppo veloce, c’è un’ottima probabilità che l’avvicinamento possa diventare Unstable. In pratica allora, il concorso in un evento di Unstable Approach da parte dell’ATC ruoterebbe tutto attorno a quel “too”, a quel “troppo” che, in determinate condizioni, può rappresentare la differenza fra un’innocua riattaccata e una ben più seria Runway Excursion (REX). Anche qui, un paio di esempi potrebbero fare al caso nostro. Prendiamo le clearances, le autorizzazioni dell’ATC: se ad un aereo in avvicinamento fosse talmente ritardata la discesa al punto da emetterla quando lo stesso si trovasse ormai prossimo alla pista, non si correrebbe il rischio di esporre il pilota ad un profilo di volo non standard? Ovvero, ritornando alla definizione in incipit, non ci troveremmo di fronte ad un “approach that does not meet the criteria for a stable approach”? Altro esempio, stavolta con le istruzioni ATC: cosa accadrebbe se, in presenza di un cambio repentino della direzione del vento di superficie (magari da headwind – frontale - a tailwind - in coda), la comunicazione del mutamento tardasse ad essere passata al pilota? Non si aumenterebbe di nuovo il rischio di un “approach that does not meet the criteria for a stable approach”? Non avremmo cioè escluso al pilota la possibilità di anticipare e compensare gli effetti del vento garantendogli così uno stable approach? Allora, nella sua asciutta chiarezza, vuoi vedere che quella definizione era ovvia solo per la mia mente? Ho alzato di nuovo lo sguardo soddisfatto e, siccome anche stavolta i miei colleghi si ostinavano a rimanere avulsi dalla mia conquista, ho detto alta voce che una nave aliena era atterrata ieri nel mio giardino… “ … an approach that does not meet the criteria for a stable approach …” LA PAROLA A... nadio di rienzo Presidente Assoclearance L’Associazione responsabile della gestione delle bande orarie sugli aeroporti italiani Quali sono le priorità di Assoclearance, l’associazione a cui è affidata la responsabilità della gestione delle bande orarie (slot) sugli aeroporti nazionali, in un momento così difficile per il trasporto aereo? Assoclearance sviluppa prevalentemente un’attività con caratteristiche operative e quindi le priorità sono sempre e costantemente le solite soprattutto in un momento di crisi: migliorare l’efficienza operativa nell’utilizzo delle infrastrutture aeroportuali, con uno sviluppo sempre più qualitativo dei servizi offerti, in un contesto di contenimento dei costi analogamente a quanto perseguito nell’ultimo triennio di gestione. Il prossimo triennio sarà interessato da cambiamenti normativi nell’attività di gestione delle bande orarie negli aeroporti europei. È presumibile che tali cambiamenti siano approvati dal Parlamento e dal Consiglio Europeo entro l’anno. Tali modifiche andranno progressivamente implementate nella normale attività di gestione, potenziando ulteriormente i sistemi tecnologici. Saremo dunque concentrati nel realizzare un’innovazione che possa portare ad un miglioramento dei processi riguardanti la gestione delle bande orarie aeroportuali, puntando ad uno sviluppo consistente dell’interoperabilità tra i vari attori che partecipano al ciclo operativo del trasporto aereo (Coordinatori aeroportuali come Assoclearance, compagnie di navigazione, fornitori di servizi della navigazione aerea come ENAV e gestori aeroportuali). Il mondo dell’aviazione, soprattutto nel settore della pianificazione operativa integrata è rimasto un bel po’ indietro rispetto a quanto le moderne tecnologie consentirebbero di realizzare in termini di processi gestiti congiuntamente dai differenti attori interessati al funzionamento del trasporto aereo. Qual è la visione dell’attuale situazione ATM europea, per uno come Lei che ha accumulato in tanti anni di responsabilità operative in ENAV? Nonostante gli sforzi del passato per ridurre la frammentazione nella gestione operativa del trasporto aereo continentale, lacune e deficit di sistema permangono creando problematicità di gestione soprattutto in presenza di condizioni devianti il normale sviluppo delle operazioni e rendendo faticoso il pieno utilizzo delle capacita esistenti. I cambiamenti da patrocinare sia a livello nazionale che europeo dovrebbero essere indirizzati a conseguire una maggiore integrazione organizzativa tra tutti gli attori che partecipano al ciclo operativo del trasporto aereo continentale. L’Europa ed i paesi Membri devono trovare soluzioni efficaci alla crescita del traffico aereo con l’obiettivo anche di una riduzione dei costi operativi legati all’esercizio delle infrastrutture utilizzate nel trasporto aereo. Integrazione, standardizzazione e interoperabilità dei processi sono alla base dei principali cambiamenti operativi e tecnologici per un’utilizzazione ottimale delle capacità esistenti, in un contesto dove l’aeroporto sarà considerato sempre più come un elemento di una rete integrata di cui fanno parte sia la gestione aeroportuale, sia la gestione dello spazio aereo. Un quadro, quindi, di considerevole sforzo riorganizzativo di tutto il comparto operativo volto ad azzerare, attraverso sistemi tecnologici di nuova generazione, le frammentazioni di processo che tuttora persistono, sia su scala nazionale, sia su quella continentale, dove la vera sfida sarà quella di una implementazione sincronizzata delle tecnologie di nuova generazione tra la totalità degli attori che insistono sul ciclo operativo del trasporto aereo (compagnie di navigazione, società di gestione, handlers, controllo del traffico aereo, coordinatori per l’assegnazione delle bande orarie etc.). Tutto ciò sempre mantenendo fermo il principio di una netta demarcazione tra i soggetti preposti a regolamentazione/controllo e le società fornitrici dei servizi. Occorre, quindi, perseguire un principio di integrazione orizzontale e non verticale. Cosa succede agli slot assegnati ad una compagnia aerea quando questa fallisce? Se la compagnia, in una qualche forma di assetto societario, dimostra la volontà di voler tentare il recupero dell’attività operativa gli viene accordato un periodo di circa un anno (due successive stagioni di coordinamento) per tentare il recupero. Durante tale periodo gli slot interessati possono essere assegnati provvisoriamente, ma senza diritti di storicità, ad altre compagnie interessate a operare sulle rotte sospese. Non sente nostalgia della “cuffia” e delle comunicazioni con i piloti? L’attività operativa in un ambiente di aviazione ha sempre un fascino particolare e lascia un marchio indelebile in chi ha avuto ed ha la fortuna di esserne partecipe. L’aeroplano va nel cielo, è il mezzo di trasporto più veloce e soprattutto, quando è in volo, non si può fermare. Tutto ciò che gira intorno alla sua operatività deve essere realizzato e predisposto con grande precisione e con tempi di realizzazione che sfidano costantemente l’attitudine dell’uomo a prendere decisioni, anche vitali, in tempi brevi e in un ambito dove si è spesso messi nella condizione di misurarsi con i propri limiti. Chi per un lungo periodo è stato esposto a tale condizione è costretto a trasformarsi e ad acquisire mentalità e comportamenti assolutamente peculiari da cui non è più possibile separarsi in seguito.