ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
Ufficio stampa
Rassegna
stampa
19 marzo 2008
Responsabile :
Claudio Rao (tel. 06/32.21.805 – e-mail:[email protected])
1
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
SOMMARIO
Pag. 3 ELEZIONI: Dodici priorità al nuovo Governo contro il degrado della
Giurisdizione - di Michelina Grillo – Presidente Organismo Unitario Avvocatura
Italiana (guida al diritto – il sole 24 ore)
Pag. 4 ELEZIONI: La giustizia di Veltroni - di Walter Veltroni (il riformista)
Pag. 6 ELEZIONI: La giustizia della Santanché – di Daniela Santanché (il riformista)
Pag. 8 ELEZIONI: Azione penale con priorità (il sole 24 ore)
Pag. 9 ELEZIONI: Torino la tavola rotonda con i candidati alle politiche di aprile
(mondo professionisti)
Pag.10 ANTIRICICLAGGIO: Vecchi assegni validi anche dopo il 30 aprile
(il sole 24 ore)
Pag.11 ANTIRICICLAGGIO: Libretti al portatore al capolinea (italia oggi)
2
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
GUIDA AL DIRITTO - IL SOLE-24 ORE
Dodici priorità al nuovo Governo contro il degrado della giurisdizione
di Michelina Grillo - Presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana
Lo diciamo a bassa voce, ma forse questa volta la musica sta cambiando davvero. Dopo quindici anni, almeno, di
un guerra civile strisciante, giocata anche sul terreno giudiziario, sembra ci sia la possibilità dl deporre le armi.
Tra i due schieramenti, o almeno tra i due principali partiti, sembra scoppiata la Pace, non una miscellanea dì
sotterfugi e accordi sottobanco, m l’unica Pace possibile in politica: la legittimazione reciproca. In questo clima è
possibile riportare la riflessione sui temi essenziali per lo sviluppo del nostro Paese e per i diritti dei cittadini.
Ottimisti, come d’obbligo per chi si occupa di politica, e scettici come ci impone l’esperienza, abbiamo provato a
dare contenuto a questo nuovo clima sfidando tutti gli schieramenti politici su un pacchetto di proposte. Si tratta
di dodici priorità, il «Programma Giustizia», frutto dell’esperienza di chi vive quotidianamente il degrado della
nostra giurisdizione e di un lavoro di analisi avviato dall’Oua da oltre un decennio. L’obiettivo è quello di
riportare i cittadini al centro della Giustizia e la Giustizia al centro della Politica. La prima proposta è una
«Costituente sulla giustizia», di cui facciano parte parlamentari, magistrati, avvocati e rappresentanti di tutti i
settori interessati al rilancio del sistema-giustizia. Proprio in questi giorni abbiamo analizzato i programmi dei
maggiori partiti e, purtroppo, non possiamo non sottolineare come in molti aspetti si fermino alla superficie dei
problemi. Significativamente, però, e sull’onda della credibilità che la rappresentanza politica dell’avvocatura ha
conquistato con proposte sempre concrete, le coalizioni hanno manifestato attenzione per il «Programma
Giustizia» e hanno promosso una interlocuzione con l’organismo Unitario. Ma non basta: abbiamo chiesto un
impegno fattivo sulla «Costituente sulla Giustizia», perché è quella la sede migliore nella quale fare emergere le
proposte e per aprire la strada a’un dibattito parlamentare sereno e, possibilmente, rapido. Ma andiamo ai
contenuti. Occorre un quadro aggiornato della realtà della giustizia italiana, per questa ragione serve un
Osservatorio sui dati, efficiente e cogestito e con la partecipazione dell’avvocatura. E’ importante che sia
trasparente il «bilancio» della Giustizia ed è necessaria la ricognizione delle risorse materiali disponibili e la
distribuzione delle stesse secondo criteri di efficienza e di funzionalità, anche attraverso piani territoriali che
vedano il coinvolgimento dell’avvocatura e degli enti locali, Ridurre gli sprechi, ma soprattutto stanziare in
modo adeguato per un settore da anni sull’orlo della bancarotta. L’efficienza non può essere un optional: è
cruciale il nodo della dirigenza degli uffici che deve essere individuata in soggetti dotati di specifiche capacita
organizzative e con la valorizzazioni dei «manager». In questa direzione va il reinserimento nei rispettivi ruoli di
tutti i magistrati attualmente adibiti a diverse funzioni. E una nostra richiesta storica, che oggi è divenuta
patrimonio comune. Un’altra sfida è quella di far partire su tutto il territorio nazionale il processo civile
telematico e, più in generale, investire in modo massiccio sull’uso delle tecnologie. Deve riflettersi utilmente,
anche in chiave di recupero di tempi e di efficienza, su forme moderne di registrazione delle udienze, sulla
creazione di fascicoli elettronici di tutti i procedimenti completi e consultabili a distanza dagli aventi diritto, e
altro ancora. E’ essenziale sfrondare la giungla del processo civile, con la riduzione e semplificazione dei riti,
individuando pochi modelli, modulabili in relazione ai contesti specifici. Anche nel penale occorre intervenire
sul processo, assicurando certezza dei tempi ed effettività delle garanzie e delle sanzioni. Ma in questo settore
non si può prescindere da una consistente e ragionata depenalizzazione. La sicurezza dei cittadini passa per la
certezza del diritto, per l’effettività delle pene unita al rispetto delle garanzie e non per la proliferazione delle
figure di reato che serve solo a brandire la minaccia punitiva dello Stato a fronte di una insufficiente prevenzione
e di una cronica incapacità di celebrare i processi in tempi ragionevoli, ingolfando così i tribunali. In entrambi i
settori va rilanciato il ruolo della difesa. E anche Importante riprendere il discorso sulla magistratura onoraria e
sui sistemi alternativi. Due temi troppo spesso analizzati con un approccio esclusivamente deflattivo che,
sebbene, non trascurabile, rischia di risultare addirittura controproducente. Al nuovo Governo, quale che sia e
con l’auspicio che sappia cogliere l’opportunità di un intervento che il Paese reclama da troppo tempo, l’Oua
saprà ancora una volta presentare li ventaglio di proposte dell’Avvocatura per un rassetto organico e - per una
volta - realmente efficace del sistema.
3
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
IL RIFORMISTA
ELEZIONI 2008. I CANDIDATI PREMIER RISPONDONO A RADIO CARCERE SULLE RIFORME DEL PROCESSO
PENALE
La giustizia di Veltroni
di Walter Veltroni
I cittadini quando pensano alla Giustizia hanno in mente colpevoli che non vengono puniti, accuse che
non sono chiarite, diritti che non sono tutelati, scarcerazioni incomprensibili, sentenze che soprattutto
nel settore civile arrivano dopo moltissimi anni, e percepiscono le garanzie quali ripari facili per i
criminali e non presidi alla presunzione d’innocenza. Tutto vero e giustificato, come è vero che una
giustizia lenta ed inefficiente “è come un’enorme fetta di ricchezza nazionale congelata”.
Ma quelli richiamati sono effetti di tante cause, la principale delle quali è l’irragionevole durata dei
processi e l’inefficienza complessiva del sistema giustizia. Per questo occorre mettere con urgenza in
campo una politica della ragionevole durata del processo che consideri l’efficienza del sistema
giudiziario una priorità per il governo e per la politica, una vera e propria questione nazionale di
funzionalità di una “infrastruttura pubblica” indispensabile per le esigenze dei cittadini e dell’intera
società. Il nostro obiettivo è quello di realizzare la garanzia costituzionale del “giusto processo”, e cioè
di un processo che deve essere svolto in tempi ragionevoli, essere celebrato da un giudice terzo ed
imparziale, di elevata qualificazione professionale, ed essere caratterizzato da un complesso di regole in
grado di assicurare il più elevato livello di tutela dei diritti, ma anche di evitarne un uso distorto. Ciò
richiede un’iniziativa normativa globale e coerente sull’organizzazione giudiziaria e sul sistema
processuale civile e penale. All’inizio della XVI legislatura, chiederemo al Parlamento le deleghe per
poter rinnovare e modernizzare il sistema e rimuovere da subito molti degli ostacoli organizzativi e
strutturali che impediscono il funzionamento efficiente della giurisdizione attraverso l’istituzione
dell’ufficio del processo; il rinnovo delle dotazioni organiche del personale e l’assunzione di 2800
nuovi cancellieri; l’istituzione effettiva del manager dell’ufficio giudiziario; il riordino degli ambiti
territoriali degli uffici giudiziari; l’introduzione del processo telematico e la riforma del sistema delle
notifiche civili e penali mediante la previsione della posta elettronica certificata. Riteniamo anche
possibile realizzare un sistema processuale penale che sia efficiente e al tempo stesso garantito. Il
processo penale ha bisogno di interventi organici di accelerazione e razionalizzazione come quelli
contenuti nel Disegno di legge governativo all’esame della Camera nella scorsa legislatura, che
intendiamo riproporre e arricchire, rafforzando l’originario modello accusatorio del codice di rito. Noi
Democratici riteniamo irrinunciabili i valori costituzionali di indipendenza ed autonomia della
magistratura, di soggezione del giudice alla sola legge e di controllo di legalità. Ma riteniamo che, se è
corretto ribadire che chiunque è imputato, quale che sia il ruolo pubblico o privato che riveste, deve
difendersi nel processo e non dal processo,è altrettanto vero che ciò non è più sufficiente ed è quindi
necessario approntare ogni meccanismo istituzionale, ordinamentale e processuale affinché il processo
non esorbiti mai dai suoi limiti e la soggezione della magistratura alla sola legge sia una garanzia
innanzitutto per la società e i cittadini. Di ciò debbono farsi carico il Csm che deve rifuggere da logiche
correntizie nel proprio agire e realizzare un controllo attento e rigoroso della professionalità dei
magistrati e del rispetto della regola deontologica, e tutti magistrati che devono applicare la legge nei
confronti di chiunque, ma non derogare mai alla soggezione alla sola legge, neanche in vista del
raggiungimento di un fine di giustizia. La politica da parte sua deve individuare contrappesi idonei ad
evitare che vi sia il sopravvento di un’istituzione sulle altre ovvero che il processo mediatico faccia velo
al processo regolato e garantito. Riteniamo perciò che l’effettività del principio di obbligatorietà
4
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
dell’azione penale richiede uniformità d’azione delle Procure della Repubblica sull’intero territorio
nazionale. Ciò può essere garantito, a differenza di quanto avviene oggi dove il meccanismo è affidato
solo ad iniziative dei Procuratori della Repubblica, attraverso un procedimento che veda la
partecipazione di Parlamento, Csm e Procuratori della Repubblica nella fissazione dei criteri di priorità
nell’esercizio dell’azione penale. I controlli funzionali e il controllo sulla responsabilità disciplinare dei
magistrati da parte del Csm andranno rafforzati, aumentando il numero dei consiglieri e demandando il
giudizio disciplinare ad una sezione autonoma del Csm eletta con elezione di secondo grado.
Adotteremo una nuova disciplina delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, in modo che, pur non
rinunciando ad uno strumento investigativo prezioso, specie per i reati più gravi,venga tutelata
adeguatamente la privacy, con particolare attenzione alla tutela dei soggetti estranei alle indagini.
Lo sforzo riformatore che vogliamo attuare necessita del contributo e del coinvolgimento di tutti gli
operatori della giustizia, magistrati, avvocati e personale amministrativo, a costoro chiediamo
collaborazione e impegno, perché li consideriamo una risorsa del Paese alla quale noi Democratici non
intendiamo rinunciare.
5
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
IL RIFORMISTA
La giustizia della Santanchè
di Daniela Santanché
Ridare l’Italia agli italiani. In questo slogan si riassumono e si articolano tutte le proposte politiche de la
Destra, tra cui quelle che riguardano la sicurezza, la giustizia, la legalità. La nostra idea di giustizia si
fonda su due pilastri: si è innocenti fino a prova contraria e fino al terzo grado di giudizio. Ma alla
presunzione di innocènza deve accompagnarsi la rapidità del giudizio e la certezza della pena. Per
questo motivo siamo contrari ad indulti, amnistie, sconti di pena. Pensiamo che la sicurezza sia
un’emergenza nazionale perché su di essa si basa la tenuta della società e della democrazia. Senza la
percezione della sicurezza si sprofonda in uno stato di emergenza continua, con risposte emotive e
spesso sproporzionate alla reale entità dei fatti, si perdono lucidità e tolleranza. Per evitarlo dobbiamo
avere la forza della prevenzione e il coraggio della repressione. Per migliorare sia il piano della
prevenzione che della repressione è necessario dare più strumenti, più risorse è più fiducia alle forze
dell’ordine e procedere ad una profonda riforma della magistratura nei confronti della quale gli italiani
hanno pochissima fiducia. Riteniamo sia indifferibile regolamentare l’uso delle intercettazioni
telefoniche e ambientali. Che vanno effettuate, ma bisogna vietarne la diffusione sugli organi di
informazione fino alla fase dibattimentale del processo. La giustizia non si esercita in piazza.
Due proposte de la Destra per combattere la politicizzazione della magistratura sono: la separazione
delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e l’estrazione a sorte dei componenti del Consiglio
Superiore della Magistratura, scelti tra tutti i magistrati italiani che abbiano determinati requisiti.
Uno dei fenomeni che maggiormente influenza la percezione di sicurezza degli italiani riguarda
l’immigrazione clandestina, cui sono connesse diverse forme di criminalità come i furti negli
appartamenti, lo spaccio di droga, la tratta di essere umani sotto forma di prostituzione e il
fondamentalismo di matrice islamica. Noi de la Destra non siamo contro gli immigrati, che
consideriamo anzi una risorsa. Pochi anni fa gli immigrati eravamo noi italiani. Ma abbiamo
conquistato il rispetto delle comunità che ci hanno accolto lavorando sodo, rispettando le regole,
portando fantasia e innovazione. Chi ha sbagliato ha pagato, giustamente. Questo atteggiamento che
abbiamo in casa d’altri lo pretendiamo da chi viene a casa nostra. Porte aperte, quindi,a chiunque venga
in Italia per lavorare in pace e contribuire alla crescita economica, culturale e morale del nostro Paese.
Porte chiuse, invece, a chi viene in Italia per delinquere facendo affidamento sulle maglie larghe e sulla
sostanziale inefficacia dei controlli e delle sanzioni. La Destra intende combattere il fenomeno
dell’immigrazione clandestina e della criminalità ad esso col- legata attraverso iniziative quali: i
clandestini fuori dall’Italia, subito. Il nostro Paese può accogliere solo chi dimostra di poter mantenere
se stesso e la propria famiglia con un lavoro onesto e regolare. Non diciamo e non diremo mal “no” agli
immigrati onesti, che sono i primi a chiedere regole certe e a pagare per le colpe dei connazionali che
vivono nell’illegalità. Diciamo “no” ai clandestini, che devono essere espulsi dal prefetti con
provvedimento ad effetto immediato.’ Ci batteremo anche affinché i clandestini curati negli ospedali
pubblici, siano immediatamente accompagnati alla frontiera ed espulsi una volta dimessi. La spesa
sanitaria italiana è fuori controllo anche perché gli ospedali sono pieni di clandestini e stranieri che
vengono curati come gli italiani ma che non contribuiscono al mantenimento del sistema sanitario.
Inoltre, noi della Destra ci batteremo affinché i clandestini condannati in Italia per reati commessi sul
nostro territorio siano costretti ed espiare la pena nelle carceri del proprio paese. Siamo convinti che in
questo modo molti ci penserebbero non due, ma cento volte prima di commettere un reato e rischiare
di essere scoperti e condannati. Chiediamo poi l’istituzione di una banca dati contenente le impronte
6
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
digitali e il dna degli immigrati che intendono stabilirsi in Italia. Non possiamo più accettare che
clandestini e criminali sfuggano i controlli, le sanzioni e le espulsioni bruciando i documenti e
dichiarando nomi falsi. Un altro intervento necessario per combattere in criminalità legata al
fondamentalismo islamico consiste nel controllare rigorosamente i bilanci delle moschee, chiudendo
quelle irregolari, e nell’istituire un albo nazionale degli Imam. Troppi sedicenti Imam, talvolta ignoranti
del vero significato del Corano, sono spesso fiancheggiatori di pericolosi estremisti e cercano di
introdurre la legge della sharia anche in Italia. Un’ulteriore questione di sicurezza riguarda la riapertura
delle”case chiuse” e la regolamentazione della prostituzione. Riaprire le “case chiuse”significa non
soltanto ripulire le strade dalla malavita. Significa permettere alle prostitute di sfuggire ai loro aguzzini
e “esercitare” in condizioni più umane. Inoltre, comporterebbe una forma di tassazione per lo Stato e
diritti di previdenza. Su questo tema avvieremo la raccolta delle firme necessarie per indire un
referendum. Anche queste misure, per la Destra, contribuiscono a ridare agli italiani un’Italia più sicura
e più giusta.
7
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
IL SOLE 24 ORE
Il segretario dei democratici rompe il tabù dell’obbligatorietà
Azione penale con priorità
Azione penale obbligatoria ma secondo priorità fissate dal Parlamento, dal Csm e dai Procuratori della
Repubblica. E’ quanto si propone di fare il Pd, se vincerà le elezioni, rompendo un tabù finora
considerato intoccabile. Walter Veltroni ne parla in un articolo pubblicato oggi sulla pagina «Radio
carcere» del «Riformista», aggiungendo un particolare inedito al programma sulla giustizia del suo
partito. La proposta nasce in parte dall’ esperienza, che ha dimostrato la volatilità dell’obbligatorietà
dell’azione penale, al punto che in alcune Procure della Repubblica, da tempo ormai, è prassi che i Capi
diano indicazioni ai Pm sui reati (e quindi le indagini) cui dare la precedenza, nell’impossibilità di
perseguire tutti allo stesso modo (il primo a introdurre questa prassi fu Marcello Maddalena,
Procuratore della Repubblica di Torino). Per rendere effettiva l’obbligatorietà dell’azione penale,
Veltroni ritiene indispensabile che vi sia «uniformità» nell’azione delle Procure su tutto il territorio
nazionale. Di qui la “centralizzazione” dei criteri di priorità. «Ci sono due possibilità - spiega
Lanfranco Tenaglia, incaricato dal Pd di seguire i temi della giustizia-: o il Csm, passando per i Capi
delle Procure, indica al Parlamento i criteri da seguire e il Parlamento ne prende atto oppure è
quest’ultimo che fissa le priorità e il Csm le applica sul piano organizzativo. Io propendo per la prima
soluzione». Ovviamente, chi non dovesse adeguarsi alle indicazioni, sarebbe responsabile sul piano
disciplinare. E anche sul versante disciplinare il Pd aggiunge un nuovo tassello al suo programma,
finalizzato «all’efficienza» del servizio, perché, scrive Veltroni, «una giustizia lenta e inefficiente è
come un’enorme fetta di ricchezza nazionale congelata». La novità riguarda la Sezione disciplinare che,
a differenza di adesso, dovrà essere autonoma dal resto del Csm, anche se eletta all’interno del
Consiglio stesso (composto, almeno, da 30 consiglieri). Veltroni spiega che autonomia e indipendenza
della magistratura sono valori irrinunciabili e che a nessun imputato è dato il diritto di difendersi «dal»
processo piuttosto che «nel» processo. E tuttavia, «ciò non è più sufficiente; quindi, è necessario
approntare ogni meccanismo istituzionale, ordinamentale e processuale affinché il processo non esorbiti
mai dai suoi limiti e la soggezione della magistratura alla sola legge sia una garanzia anzitutto per la
società e i cittadini». Perciò avverte: il Csm metta da parte «logiche correntizie», controlli
«attentamente» la professionalità delle toghe e ìl «rispetto della regola deontologica», e i magistrati non
deroghino mai alla «soggezione alla sola legge, neanche in vista del raggiungimento di un fine di
giustizia». Donatella Stasio
8
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
MONDO PROFESSIONISTI
Torino la tavola rotonda con i candidati alle politiche di aprile
Ma tu quanto ami i professionisti? È stata questa la domanda che il Cup di Torino ha rivolto ieri ai candidati alle
prossime elezioni politiche. All’appello del presidente del Coordinamento torinese, Amos Giardino, hanno
risposto Anna Rossomando (Pd), Maria Grazia Siliquini (Pdl), Giuseppe Lonero (La Destra) e Michele Vietti
(Udc). Assenti i rappresentanti degli altri schieramenti. E la risposta è stata ovvia: il professionista è il cardine
della nostra economia, perla nel firmamento dei lavoratori. Lo difenderemo fino alla morte. Una difesa che arriva
anche da chi milita nel partito di PierLuigi Bersani, il ministro che ha attaccato frontalmente l’autonomia dei
lavoratori della conoscenza dichiarando loro una guerra senza quartiere. Scontato lo schieramento della Siliquini.
“Il primo impegno – ha detto – che un eventuale governo di centrodestra deve prendere è quello di rimettere
mano a quanto di rovinoso fatto da Bersani. Le professioni vanno valorizzate e non ghettizzate come è stato fatto
negli ultimi due anni. Dobbiamo sfatare e bloccare la logica dei provvedimenti che attaccano le professioni: fare
affari con i professionisti di impresa. Un disegno che vede sullo stesso fronte Confindustria, Coop, Sindacati e
organizzazioni degli artigiani. L’ultimo esempio dell’avversione che si respira contro gli orini è dato dalla
mancata realizzazione degli ordini professionali sanitari non medici. L’attuazione di una legge che nella scorsa
legislatura aveva visto il voto unanime di tutte le forze politiche mai realizzata per una precisa volontà di
mortificare i professionisti”. Tra le altre proposte avanzate dall’esponente della Pdl, la previsione di una
rappresentanza dei professionisti ai tavoli della concertazione sulle politiche economiche alla pari con le altre
forze sociali e l’estensione ai professionisti delle agevolazioni fino ad oggi riservate alle imprese. “Per il partito
democratico – ha sottolineato la Rossomando – è importante tutto quello che rappresenta il mondo del lavoro e
della produzione nella sua interezza. E quindi anche dei professionisti che, come lavoratori della conoscenza,
rappresentano un importantissimo fattore economico e debbono essere considerati una risorsa enorme da
valorizzare”. L’esponente del Pd ha poi ricordato che nella legislatura appena terminata erano pendenti alla
camera svariate proposte di legge di riforma degli ordini professionali. “Andranno ripresi – ha rilevato la
Rossomando – e con l’aiuto degli ordini professionali, discussi e approvati”. La Rossomando ha quindi concluso
proponendo la modifica del codice civile con la previsione dell’impresa intellettuale. Vietti ha aperto il suo
intervento con un mea culpa: “Quando eravamo al Governo – ha detto l’esponente dell’Udc che nell’esecutivo
Berlusconi era sottosegretario alla Giustizia con delega per le libere professioni – non siamo riusciti a portare a
termini una riforma compiuta. E di questo dobbiamo essere ben consci. Avevamo predisposto e lasciato in
eredità ai nostro successori un articolato progetto concordato e condiviso con gli ordini professionali. Un testo
sul quale era convenuto anche il responsabile per le professioni della Margherita, Pier Luigi mantini. Fatica
inutile. Quelli cui avevamo lasciato il testimone hanno buttato tutto nel cestino e con un vero atto di guerra hanno
mortificato i professionisti. Mastella, poi, nel suo disegno di legge, ha chiesto una delega in bianco. Mantini,
relatore del provvedimento di riforma alla camera, ha tentato una mediazione con un testo migliorativo rispetto al
Mastella. Anche questo, tuttavia inadeguato. Il nodo della questione – ha aggiunto Vietti - così come allora, sono
le associazioni. Bisogna prima di tutto chiarire i vari ambiti di competenza. E mettere bene in chiaro che le
associazioni non possono invadere i campi delle professioni ordinistiche. Bisogna poi chiarire che il
professionista non è un industriale. Certo gli ordini vanno ridisegnati, vanno adeguati ai tempi potenziando
innanzitutto il lato della garanzia delle professionalità degli iscritti con un impegno a proseguire nella
valorizzazione delle professioni”. Ed infine Lonero. “Per me – ha esordito l’esponente de La Destra – che vengo
da una lunga esperienza negli ordini professionali non c’è alcun dubbio: gli ordini non possono essere soppressi.
Debbono certo adeguarsi al nuovo. Dobbiamo spingere per operare degli ammodernamenti. Chiarendo
innanzitutto cosa si debba intedere con la parola Professionista. Partendo dall’assunto che non si può delegare
alle associazioni che sono un soggetto privato, un compito che deve essere riservato allo Stato. Quello cioè di
verificare l’idoneità di un professionista a svolgere una determinata funzione professionale”. Tra le proposte di
Lonero, esami di abilitazione solo ed esclusivamente gestiti dall’ordine escludendo per le quelle categorie che lo
prevedano, la competenze delle Università, attribuzione per legge agli ordini della rappresentatività delle
categorie. Lonero ha quindi proposto che tra i nuovi compiti che nella riforma saranno assegnati agli ordini venga
prevista l’assistenza da parte di questi ultimi ai giovani che vogliano aprire studi professionali, una più stretta
collaborazione con le Università per concordare insieme percorsi formativi utili al futuro professionista. Luigi Berliri
9
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
IL SOLE 24 ORE
Antiriciclaggio. «Non trasferibilità» indicata a mano
Vecchi assegni validi anche dopo il 30 aprile
Gli assegni già in circolazione potranno essere utilizzati anche dopo il 30 aprile: per allinearli alle
regole più stringenti in arrivo sarà sufficiente scrivere sul modulo «non trasferibile». E la dicitura potrà
essere apposta a mano dal traente, senza che siano necessarie altre formalità. Lo chiarisce la circolare in
arrivo dal ministero dell’Economia: un documento destinato a sciogliere alcuni nodi applicativi delle
misure introdotte dal decreto legislativo antiriciclaggio (n. 231 del 2007) e, in particolare, dall’articolo
49, che fissa nuovi limiti all’uso del contante e dei titoli al portatore,in vigore dal prossimo 30 aprile.
Le nuove regole antiriciclaggio mettono al bando (o quasi) gli assegni.”liberi”: che dovranno essere
chiesti in banca per iscritto, pagando un’imposta di bollo di 1,5 euro per modulo, e che comunque
potranno essere usati solo per pagamenti sotto i 5 mila euro; ogni girata dovrà poi riportare il codice
fiscale del girante. Diverranno quindi la norma gli assegni non trasferibili. Le banche stanno in questi
giorni mettendo a punto i nuovi moduli allineati alle disposizioni antiriciclaggio. Per quelli già in
circolazione, è previsto l’adeguamento fai-da-te, E al moduli “liberi” ritirati prima del 30 aprile ma
utilizzati dopo si applicherà il tetto di 5 mila euro, ma non sarà necessario pagare il bollo. Nessuna
soglia, invece, per gli assegni bancari e postali emessi «a me medesimo». Il decreto 231 impone che
possano essere girati solo per l’incasso direttamente dall’emittente a una banca o a Poste italiane. Il
ministero chiarisce poi che, nonostante le irregolarità nell’utilizzo, l’assegno si potrà comunque
incassare: ma la banca dovrà segnalare le irregolarità al ministero che applicherà le sanzioni previste
dal decreto 231 (dall’ 1 al 40% dell’importo trasferito). Mentre per gli assegni “liberi”, la girata
irregolare blocca l’incasso: per ottenere la somma occorre risalire la catena e rivolgersi all’ultimo
girante “in regola”.Novità anche per i libretti al portatore: il saldo, entro il 30 giugno 2009, dovrà essere
portato sotto i 5 mila euro e chi li trasferisce dovrà comunicare alla banca i dati del beneficiario entro
30 giorni. Altrimenti, il libretto resta pagabile ma l’irregolarità sarà sanzionata (dal 10 al 20 % del
saldo). Infine, i pagamenti effettuati tramite i money transfer non potranno superare i 2 mila euro: la
soglia è però riferita a una singola operazione, mentre il tetto dell’operazione frazionata (unitaria dal
punto di vista economico) resta a 5 mila euro. Non arriva invece il chiarimento sull’applicabilità della
disciplina dei conti dormienti ai buoni fruttiferi postali. Ieri, la commissione di gestione del Fondo in
cui confluiranno le somme non movimentate per almeno dieci anni non si è espressa sul punto, perché
manca ancora — spiegano al ministero — una richiesta formale di chiarimenti. Valentina Maglione
10
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
ITALIA OGGI
ANTIRICICLAGGIO/ Nella circolare mineconomia ok alle cessioni con autocertificazione
Libretti al portatore al capolinea
Stop ai titoli oltre 5 mila euro emessi prima del 30 aprile
Estinzione a tappeto per tutti i libretti al portatore emessi prima del 30 aprile 2008 con saldo superiore ai 5 mila
euro. E autocertificazione per la cessione di libretti. Queste le ulteriori precisazioni effettuate dalla circolare del
ministero dell'economia sulle limitazioni all'uso del contante e dei titoli al portatore che dà attuazione al dlgs
231/2007 (decreto legislativo di recepimento della normativa antiriciclaggio anticipata da ItaliaOggi del 18
marzo 2008).
La circolare oltre che di disciplina degli assegni si occupa, infatti, di money transfer e di libretti. Vediamo come.
Libretti di deposito. Ai sensi dell'articolo 49, comma 13, i libretti di deposito bancari o postali al portatore con
saldo pari o superiore a 5.000 euro, esistenti devono essere estinti dal portatore oppure il loro saldo deve essere
ridotto a una somma pari o inferiore entro il 30 giugno 2009.
La circolare precisa il termine di decorrenza. La disposizione si applica a tutti i libretti emessi prima del 30
aprile 2008 con saldo pari o superiore a 5.000 euro che, pertanto, dovranno essere estinti o ridotti ad una somma
non eccedente il predetto importo entro il 30 giugno 2009.
Trasferimento contante. Due le precisioni in materia di divieto di trasferimento di contante: operazioni
coinvolte e calcolo delle operazioni frazionate. Il divieto di trasferimento di contante (articolo 49 commi 18 e 19)
è riferibile unicamente all'operatività connessa con l'invio di fondi e non con la loro ricezione. Il divieto di
trasferimento per importi frazionati riguarda anche le operazioni di importo inferiore al prescritto limite di 2.000
euro: il loro importo complessivo non può essere pari o superiore a 5.000 euro.
Trasferimento libretti con autocertificazione. L'articolo 49 comma 14 prevede che in caso di trasferimento di
libretti di deposito bancari o postali al portatore, il cedente comunica, entro 30 giorni, alla banca o a Poste
Italiane S.p.A, i dati identificativi del cessionario e la data del trasferimento. La circolare precisa che per i libretti
di deposito al portatore emessi ante 30 aprile 2008 e presentati per l'incasso a decorrere da tale data basta la
dichiarazione sostitutiva. Se il cessionario rilascia autocertificazione relativa al trasferimento (data e nome del
cedente) non c'è infrazione né obbligo, per banche e Poste Italiane S.p.A, di procedere alla comunicazione al
Ministero economia. In assenza dell'autocertificazione del cessionario, deve pervenire, da parte del cedente, nei
30 giorni successivi alla presentazione del libretto per l'incasso, la dichiarazione di avvenuta cessione del libretto.
la comunicazione al Ministero dell'economia scatta in mancanza di tale dichiarazione.
Chi segnala i titoli irregolari. In caso di infrazioni riguardanti assegni bancari, assegni circolari, libretti al
portatore o titoli simili, la comunicazione deve essere effettuate dalla banca o da Poste italiane S.p.A. che li
accetta in versamento e dalla banca o da Poste italiane S.p.A. che effettua l'estinzione salvo che il soggetto tenuto
alla comunicazione abbia certezza che la stessa è stata già effettuata dall'altro soggetto obbligato (articolo 51,
comma 2)
La circolare fornisce precisazione sulle negoziazioni di assegni con il sistema detto «check truncation»: una
particolare procedura per cui l'assegno entro importi limitati non viene fisicamente inviato alla banca su cui è
tratto, ma rimane presso la banca negoziatrice a meno che la banca trattaria non lo richieda. Quando, dunque,
l'assegno è sottoposto alla procedura interbancaria di check truncation, l'obbligo di comunicazione al Ministero
dell'economia e delle finanze può essere assolto dalla sola banca negoziatrice dell'assegno medesimo ove la
banca trattaria abbia certezza, anche in virtù di vincoli contrattuali (ad esempio, per apposita previsione degli
accordi interbancari), in ordine all'effettuazione da parte della negoziatrice di tale adempimento. Antonio Ciccia
11
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431
www.oua.it - e-mail: [email protected][email protected]
Scarica

Rassegna stampa - Ordine degli Avvocati di Trani