ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA Ufficio stampa Rassegna stampa 19 marzo 2008 Responsabile : Claudio Rao (tel. 06/32.21.805 – e-mail:[email protected]) 1 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA SOMMARIO Pag. 3 ELEZIONI: Dodici priorità al nuovo Governo contro il degrado della Giurisdizione - di Michelina Grillo – Presidente Organismo Unitario Avvocatura Italiana (guida al diritto – il sole 24 ore) Pag. 4 ELEZIONI: La giustizia di Veltroni - di Walter Veltroni (il riformista) Pag. 6 ELEZIONI: La giustizia della Santanché – di Daniela Santanché (il riformista) Pag. 8 ELEZIONI: Azione penale con priorità (il sole 24 ore) Pag. 9 ELEZIONI: Torino la tavola rotonda con i candidati alle politiche di aprile (mondo professionisti) Pag.10 ANTIRICICLAGGIO: Vecchi assegni validi anche dopo il 30 aprile (il sole 24 ore) Pag.11 ANTIRICICLAGGIO: Libretti al portatore al capolinea (italia oggi) 2 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA GUIDA AL DIRITTO - IL SOLE-24 ORE Dodici priorità al nuovo Governo contro il degrado della giurisdizione di Michelina Grillo - Presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana Lo diciamo a bassa voce, ma forse questa volta la musica sta cambiando davvero. Dopo quindici anni, almeno, di un guerra civile strisciante, giocata anche sul terreno giudiziario, sembra ci sia la possibilità dl deporre le armi. Tra i due schieramenti, o almeno tra i due principali partiti, sembra scoppiata la Pace, non una miscellanea dì sotterfugi e accordi sottobanco, m l’unica Pace possibile in politica: la legittimazione reciproca. In questo clima è possibile riportare la riflessione sui temi essenziali per lo sviluppo del nostro Paese e per i diritti dei cittadini. Ottimisti, come d’obbligo per chi si occupa di politica, e scettici come ci impone l’esperienza, abbiamo provato a dare contenuto a questo nuovo clima sfidando tutti gli schieramenti politici su un pacchetto di proposte. Si tratta di dodici priorità, il «Programma Giustizia», frutto dell’esperienza di chi vive quotidianamente il degrado della nostra giurisdizione e di un lavoro di analisi avviato dall’Oua da oltre un decennio. L’obiettivo è quello di riportare i cittadini al centro della Giustizia e la Giustizia al centro della Politica. La prima proposta è una «Costituente sulla giustizia», di cui facciano parte parlamentari, magistrati, avvocati e rappresentanti di tutti i settori interessati al rilancio del sistema-giustizia. Proprio in questi giorni abbiamo analizzato i programmi dei maggiori partiti e, purtroppo, non possiamo non sottolineare come in molti aspetti si fermino alla superficie dei problemi. Significativamente, però, e sull’onda della credibilità che la rappresentanza politica dell’avvocatura ha conquistato con proposte sempre concrete, le coalizioni hanno manifestato attenzione per il «Programma Giustizia» e hanno promosso una interlocuzione con l’organismo Unitario. Ma non basta: abbiamo chiesto un impegno fattivo sulla «Costituente sulla Giustizia», perché è quella la sede migliore nella quale fare emergere le proposte e per aprire la strada a’un dibattito parlamentare sereno e, possibilmente, rapido. Ma andiamo ai contenuti. Occorre un quadro aggiornato della realtà della giustizia italiana, per questa ragione serve un Osservatorio sui dati, efficiente e cogestito e con la partecipazione dell’avvocatura. E’ importante che sia trasparente il «bilancio» della Giustizia ed è necessaria la ricognizione delle risorse materiali disponibili e la distribuzione delle stesse secondo criteri di efficienza e di funzionalità, anche attraverso piani territoriali che vedano il coinvolgimento dell’avvocatura e degli enti locali, Ridurre gli sprechi, ma soprattutto stanziare in modo adeguato per un settore da anni sull’orlo della bancarotta. L’efficienza non può essere un optional: è cruciale il nodo della dirigenza degli uffici che deve essere individuata in soggetti dotati di specifiche capacita organizzative e con la valorizzazioni dei «manager». In questa direzione va il reinserimento nei rispettivi ruoli di tutti i magistrati attualmente adibiti a diverse funzioni. E una nostra richiesta storica, che oggi è divenuta patrimonio comune. Un’altra sfida è quella di far partire su tutto il territorio nazionale il processo civile telematico e, più in generale, investire in modo massiccio sull’uso delle tecnologie. Deve riflettersi utilmente, anche in chiave di recupero di tempi e di efficienza, su forme moderne di registrazione delle udienze, sulla creazione di fascicoli elettronici di tutti i procedimenti completi e consultabili a distanza dagli aventi diritto, e altro ancora. E’ essenziale sfrondare la giungla del processo civile, con la riduzione e semplificazione dei riti, individuando pochi modelli, modulabili in relazione ai contesti specifici. Anche nel penale occorre intervenire sul processo, assicurando certezza dei tempi ed effettività delle garanzie e delle sanzioni. Ma in questo settore non si può prescindere da una consistente e ragionata depenalizzazione. La sicurezza dei cittadini passa per la certezza del diritto, per l’effettività delle pene unita al rispetto delle garanzie e non per la proliferazione delle figure di reato che serve solo a brandire la minaccia punitiva dello Stato a fronte di una insufficiente prevenzione e di una cronica incapacità di celebrare i processi in tempi ragionevoli, ingolfando così i tribunali. In entrambi i settori va rilanciato il ruolo della difesa. E anche Importante riprendere il discorso sulla magistratura onoraria e sui sistemi alternativi. Due temi troppo spesso analizzati con un approccio esclusivamente deflattivo che, sebbene, non trascurabile, rischia di risultare addirittura controproducente. Al nuovo Governo, quale che sia e con l’auspicio che sappia cogliere l’opportunità di un intervento che il Paese reclama da troppo tempo, l’Oua saprà ancora una volta presentare li ventaglio di proposte dell’Avvocatura per un rassetto organico e - per una volta - realmente efficace del sistema. 3 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA IL RIFORMISTA ELEZIONI 2008. I CANDIDATI PREMIER RISPONDONO A RADIO CARCERE SULLE RIFORME DEL PROCESSO PENALE La giustizia di Veltroni di Walter Veltroni I cittadini quando pensano alla Giustizia hanno in mente colpevoli che non vengono puniti, accuse che non sono chiarite, diritti che non sono tutelati, scarcerazioni incomprensibili, sentenze che soprattutto nel settore civile arrivano dopo moltissimi anni, e percepiscono le garanzie quali ripari facili per i criminali e non presidi alla presunzione d’innocenza. Tutto vero e giustificato, come è vero che una giustizia lenta ed inefficiente “è come un’enorme fetta di ricchezza nazionale congelata”. Ma quelli richiamati sono effetti di tante cause, la principale delle quali è l’irragionevole durata dei processi e l’inefficienza complessiva del sistema giustizia. Per questo occorre mettere con urgenza in campo una politica della ragionevole durata del processo che consideri l’efficienza del sistema giudiziario una priorità per il governo e per la politica, una vera e propria questione nazionale di funzionalità di una “infrastruttura pubblica” indispensabile per le esigenze dei cittadini e dell’intera società. Il nostro obiettivo è quello di realizzare la garanzia costituzionale del “giusto processo”, e cioè di un processo che deve essere svolto in tempi ragionevoli, essere celebrato da un giudice terzo ed imparziale, di elevata qualificazione professionale, ed essere caratterizzato da un complesso di regole in grado di assicurare il più elevato livello di tutela dei diritti, ma anche di evitarne un uso distorto. Ciò richiede un’iniziativa normativa globale e coerente sull’organizzazione giudiziaria e sul sistema processuale civile e penale. All’inizio della XVI legislatura, chiederemo al Parlamento le deleghe per poter rinnovare e modernizzare il sistema e rimuovere da subito molti degli ostacoli organizzativi e strutturali che impediscono il funzionamento efficiente della giurisdizione attraverso l’istituzione dell’ufficio del processo; il rinnovo delle dotazioni organiche del personale e l’assunzione di 2800 nuovi cancellieri; l’istituzione effettiva del manager dell’ufficio giudiziario; il riordino degli ambiti territoriali degli uffici giudiziari; l’introduzione del processo telematico e la riforma del sistema delle notifiche civili e penali mediante la previsione della posta elettronica certificata. Riteniamo anche possibile realizzare un sistema processuale penale che sia efficiente e al tempo stesso garantito. Il processo penale ha bisogno di interventi organici di accelerazione e razionalizzazione come quelli contenuti nel Disegno di legge governativo all’esame della Camera nella scorsa legislatura, che intendiamo riproporre e arricchire, rafforzando l’originario modello accusatorio del codice di rito. Noi Democratici riteniamo irrinunciabili i valori costituzionali di indipendenza ed autonomia della magistratura, di soggezione del giudice alla sola legge e di controllo di legalità. Ma riteniamo che, se è corretto ribadire che chiunque è imputato, quale che sia il ruolo pubblico o privato che riveste, deve difendersi nel processo e non dal processo,è altrettanto vero che ciò non è più sufficiente ed è quindi necessario approntare ogni meccanismo istituzionale, ordinamentale e processuale affinché il processo non esorbiti mai dai suoi limiti e la soggezione della magistratura alla sola legge sia una garanzia innanzitutto per la società e i cittadini. Di ciò debbono farsi carico il Csm che deve rifuggere da logiche correntizie nel proprio agire e realizzare un controllo attento e rigoroso della professionalità dei magistrati e del rispetto della regola deontologica, e tutti magistrati che devono applicare la legge nei confronti di chiunque, ma non derogare mai alla soggezione alla sola legge, neanche in vista del raggiungimento di un fine di giustizia. La politica da parte sua deve individuare contrappesi idonei ad evitare che vi sia il sopravvento di un’istituzione sulle altre ovvero che il processo mediatico faccia velo al processo regolato e garantito. Riteniamo perciò che l’effettività del principio di obbligatorietà 4 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA dell’azione penale richiede uniformità d’azione delle Procure della Repubblica sull’intero territorio nazionale. Ciò può essere garantito, a differenza di quanto avviene oggi dove il meccanismo è affidato solo ad iniziative dei Procuratori della Repubblica, attraverso un procedimento che veda la partecipazione di Parlamento, Csm e Procuratori della Repubblica nella fissazione dei criteri di priorità nell’esercizio dell’azione penale. I controlli funzionali e il controllo sulla responsabilità disciplinare dei magistrati da parte del Csm andranno rafforzati, aumentando il numero dei consiglieri e demandando il giudizio disciplinare ad una sezione autonoma del Csm eletta con elezione di secondo grado. Adotteremo una nuova disciplina delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, in modo che, pur non rinunciando ad uno strumento investigativo prezioso, specie per i reati più gravi,venga tutelata adeguatamente la privacy, con particolare attenzione alla tutela dei soggetti estranei alle indagini. Lo sforzo riformatore che vogliamo attuare necessita del contributo e del coinvolgimento di tutti gli operatori della giustizia, magistrati, avvocati e personale amministrativo, a costoro chiediamo collaborazione e impegno, perché li consideriamo una risorsa del Paese alla quale noi Democratici non intendiamo rinunciare. 5 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA IL RIFORMISTA La giustizia della Santanchè di Daniela Santanché Ridare l’Italia agli italiani. In questo slogan si riassumono e si articolano tutte le proposte politiche de la Destra, tra cui quelle che riguardano la sicurezza, la giustizia, la legalità. La nostra idea di giustizia si fonda su due pilastri: si è innocenti fino a prova contraria e fino al terzo grado di giudizio. Ma alla presunzione di innocènza deve accompagnarsi la rapidità del giudizio e la certezza della pena. Per questo motivo siamo contrari ad indulti, amnistie, sconti di pena. Pensiamo che la sicurezza sia un’emergenza nazionale perché su di essa si basa la tenuta della società e della democrazia. Senza la percezione della sicurezza si sprofonda in uno stato di emergenza continua, con risposte emotive e spesso sproporzionate alla reale entità dei fatti, si perdono lucidità e tolleranza. Per evitarlo dobbiamo avere la forza della prevenzione e il coraggio della repressione. Per migliorare sia il piano della prevenzione che della repressione è necessario dare più strumenti, più risorse è più fiducia alle forze dell’ordine e procedere ad una profonda riforma della magistratura nei confronti della quale gli italiani hanno pochissima fiducia. Riteniamo sia indifferibile regolamentare l’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Che vanno effettuate, ma bisogna vietarne la diffusione sugli organi di informazione fino alla fase dibattimentale del processo. La giustizia non si esercita in piazza. Due proposte de la Destra per combattere la politicizzazione della magistratura sono: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e l’estrazione a sorte dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, scelti tra tutti i magistrati italiani che abbiano determinati requisiti. Uno dei fenomeni che maggiormente influenza la percezione di sicurezza degli italiani riguarda l’immigrazione clandestina, cui sono connesse diverse forme di criminalità come i furti negli appartamenti, lo spaccio di droga, la tratta di essere umani sotto forma di prostituzione e il fondamentalismo di matrice islamica. Noi de la Destra non siamo contro gli immigrati, che consideriamo anzi una risorsa. Pochi anni fa gli immigrati eravamo noi italiani. Ma abbiamo conquistato il rispetto delle comunità che ci hanno accolto lavorando sodo, rispettando le regole, portando fantasia e innovazione. Chi ha sbagliato ha pagato, giustamente. Questo atteggiamento che abbiamo in casa d’altri lo pretendiamo da chi viene a casa nostra. Porte aperte, quindi,a chiunque venga in Italia per lavorare in pace e contribuire alla crescita economica, culturale e morale del nostro Paese. Porte chiuse, invece, a chi viene in Italia per delinquere facendo affidamento sulle maglie larghe e sulla sostanziale inefficacia dei controlli e delle sanzioni. La Destra intende combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina e della criminalità ad esso col- legata attraverso iniziative quali: i clandestini fuori dall’Italia, subito. Il nostro Paese può accogliere solo chi dimostra di poter mantenere se stesso e la propria famiglia con un lavoro onesto e regolare. Non diciamo e non diremo mal “no” agli immigrati onesti, che sono i primi a chiedere regole certe e a pagare per le colpe dei connazionali che vivono nell’illegalità. Diciamo “no” ai clandestini, che devono essere espulsi dal prefetti con provvedimento ad effetto immediato.’ Ci batteremo anche affinché i clandestini curati negli ospedali pubblici, siano immediatamente accompagnati alla frontiera ed espulsi una volta dimessi. La spesa sanitaria italiana è fuori controllo anche perché gli ospedali sono pieni di clandestini e stranieri che vengono curati come gli italiani ma che non contribuiscono al mantenimento del sistema sanitario. Inoltre, noi della Destra ci batteremo affinché i clandestini condannati in Italia per reati commessi sul nostro territorio siano costretti ed espiare la pena nelle carceri del proprio paese. Siamo convinti che in questo modo molti ci penserebbero non due, ma cento volte prima di commettere un reato e rischiare di essere scoperti e condannati. Chiediamo poi l’istituzione di una banca dati contenente le impronte 6 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA digitali e il dna degli immigrati che intendono stabilirsi in Italia. Non possiamo più accettare che clandestini e criminali sfuggano i controlli, le sanzioni e le espulsioni bruciando i documenti e dichiarando nomi falsi. Un altro intervento necessario per combattere in criminalità legata al fondamentalismo islamico consiste nel controllare rigorosamente i bilanci delle moschee, chiudendo quelle irregolari, e nell’istituire un albo nazionale degli Imam. Troppi sedicenti Imam, talvolta ignoranti del vero significato del Corano, sono spesso fiancheggiatori di pericolosi estremisti e cercano di introdurre la legge della sharia anche in Italia. Un’ulteriore questione di sicurezza riguarda la riapertura delle”case chiuse” e la regolamentazione della prostituzione. Riaprire le “case chiuse”significa non soltanto ripulire le strade dalla malavita. Significa permettere alle prostitute di sfuggire ai loro aguzzini e “esercitare” in condizioni più umane. Inoltre, comporterebbe una forma di tassazione per lo Stato e diritti di previdenza. Su questo tema avvieremo la raccolta delle firme necessarie per indire un referendum. Anche queste misure, per la Destra, contribuiscono a ridare agli italiani un’Italia più sicura e più giusta. 7 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA IL SOLE 24 ORE Il segretario dei democratici rompe il tabù dell’obbligatorietà Azione penale con priorità Azione penale obbligatoria ma secondo priorità fissate dal Parlamento, dal Csm e dai Procuratori della Repubblica. E’ quanto si propone di fare il Pd, se vincerà le elezioni, rompendo un tabù finora considerato intoccabile. Walter Veltroni ne parla in un articolo pubblicato oggi sulla pagina «Radio carcere» del «Riformista», aggiungendo un particolare inedito al programma sulla giustizia del suo partito. La proposta nasce in parte dall’ esperienza, che ha dimostrato la volatilità dell’obbligatorietà dell’azione penale, al punto che in alcune Procure della Repubblica, da tempo ormai, è prassi che i Capi diano indicazioni ai Pm sui reati (e quindi le indagini) cui dare la precedenza, nell’impossibilità di perseguire tutti allo stesso modo (il primo a introdurre questa prassi fu Marcello Maddalena, Procuratore della Repubblica di Torino). Per rendere effettiva l’obbligatorietà dell’azione penale, Veltroni ritiene indispensabile che vi sia «uniformità» nell’azione delle Procure su tutto il territorio nazionale. Di qui la “centralizzazione” dei criteri di priorità. «Ci sono due possibilità - spiega Lanfranco Tenaglia, incaricato dal Pd di seguire i temi della giustizia-: o il Csm, passando per i Capi delle Procure, indica al Parlamento i criteri da seguire e il Parlamento ne prende atto oppure è quest’ultimo che fissa le priorità e il Csm le applica sul piano organizzativo. Io propendo per la prima soluzione». Ovviamente, chi non dovesse adeguarsi alle indicazioni, sarebbe responsabile sul piano disciplinare. E anche sul versante disciplinare il Pd aggiunge un nuovo tassello al suo programma, finalizzato «all’efficienza» del servizio, perché, scrive Veltroni, «una giustizia lenta e inefficiente è come un’enorme fetta di ricchezza nazionale congelata». La novità riguarda la Sezione disciplinare che, a differenza di adesso, dovrà essere autonoma dal resto del Csm, anche se eletta all’interno del Consiglio stesso (composto, almeno, da 30 consiglieri). Veltroni spiega che autonomia e indipendenza della magistratura sono valori irrinunciabili e che a nessun imputato è dato il diritto di difendersi «dal» processo piuttosto che «nel» processo. E tuttavia, «ciò non è più sufficiente; quindi, è necessario approntare ogni meccanismo istituzionale, ordinamentale e processuale affinché il processo non esorbiti mai dai suoi limiti e la soggezione della magistratura alla sola legge sia una garanzia anzitutto per la società e i cittadini». Perciò avverte: il Csm metta da parte «logiche correntizie», controlli «attentamente» la professionalità delle toghe e ìl «rispetto della regola deontologica», e i magistrati non deroghino mai alla «soggezione alla sola legge, neanche in vista del raggiungimento di un fine di giustizia». Donatella Stasio 8 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA MONDO PROFESSIONISTI Torino la tavola rotonda con i candidati alle politiche di aprile Ma tu quanto ami i professionisti? È stata questa la domanda che il Cup di Torino ha rivolto ieri ai candidati alle prossime elezioni politiche. All’appello del presidente del Coordinamento torinese, Amos Giardino, hanno risposto Anna Rossomando (Pd), Maria Grazia Siliquini (Pdl), Giuseppe Lonero (La Destra) e Michele Vietti (Udc). Assenti i rappresentanti degli altri schieramenti. E la risposta è stata ovvia: il professionista è il cardine della nostra economia, perla nel firmamento dei lavoratori. Lo difenderemo fino alla morte. Una difesa che arriva anche da chi milita nel partito di PierLuigi Bersani, il ministro che ha attaccato frontalmente l’autonomia dei lavoratori della conoscenza dichiarando loro una guerra senza quartiere. Scontato lo schieramento della Siliquini. “Il primo impegno – ha detto – che un eventuale governo di centrodestra deve prendere è quello di rimettere mano a quanto di rovinoso fatto da Bersani. Le professioni vanno valorizzate e non ghettizzate come è stato fatto negli ultimi due anni. Dobbiamo sfatare e bloccare la logica dei provvedimenti che attaccano le professioni: fare affari con i professionisti di impresa. Un disegno che vede sullo stesso fronte Confindustria, Coop, Sindacati e organizzazioni degli artigiani. L’ultimo esempio dell’avversione che si respira contro gli orini è dato dalla mancata realizzazione degli ordini professionali sanitari non medici. L’attuazione di una legge che nella scorsa legislatura aveva visto il voto unanime di tutte le forze politiche mai realizzata per una precisa volontà di mortificare i professionisti”. Tra le altre proposte avanzate dall’esponente della Pdl, la previsione di una rappresentanza dei professionisti ai tavoli della concertazione sulle politiche economiche alla pari con le altre forze sociali e l’estensione ai professionisti delle agevolazioni fino ad oggi riservate alle imprese. “Per il partito democratico – ha sottolineato la Rossomando – è importante tutto quello che rappresenta il mondo del lavoro e della produzione nella sua interezza. E quindi anche dei professionisti che, come lavoratori della conoscenza, rappresentano un importantissimo fattore economico e debbono essere considerati una risorsa enorme da valorizzare”. L’esponente del Pd ha poi ricordato che nella legislatura appena terminata erano pendenti alla camera svariate proposte di legge di riforma degli ordini professionali. “Andranno ripresi – ha rilevato la Rossomando – e con l’aiuto degli ordini professionali, discussi e approvati”. La Rossomando ha quindi concluso proponendo la modifica del codice civile con la previsione dell’impresa intellettuale. Vietti ha aperto il suo intervento con un mea culpa: “Quando eravamo al Governo – ha detto l’esponente dell’Udc che nell’esecutivo Berlusconi era sottosegretario alla Giustizia con delega per le libere professioni – non siamo riusciti a portare a termini una riforma compiuta. E di questo dobbiamo essere ben consci. Avevamo predisposto e lasciato in eredità ai nostro successori un articolato progetto concordato e condiviso con gli ordini professionali. Un testo sul quale era convenuto anche il responsabile per le professioni della Margherita, Pier Luigi mantini. Fatica inutile. Quelli cui avevamo lasciato il testimone hanno buttato tutto nel cestino e con un vero atto di guerra hanno mortificato i professionisti. Mastella, poi, nel suo disegno di legge, ha chiesto una delega in bianco. Mantini, relatore del provvedimento di riforma alla camera, ha tentato una mediazione con un testo migliorativo rispetto al Mastella. Anche questo, tuttavia inadeguato. Il nodo della questione – ha aggiunto Vietti - così come allora, sono le associazioni. Bisogna prima di tutto chiarire i vari ambiti di competenza. E mettere bene in chiaro che le associazioni non possono invadere i campi delle professioni ordinistiche. Bisogna poi chiarire che il professionista non è un industriale. Certo gli ordini vanno ridisegnati, vanno adeguati ai tempi potenziando innanzitutto il lato della garanzia delle professionalità degli iscritti con un impegno a proseguire nella valorizzazione delle professioni”. Ed infine Lonero. “Per me – ha esordito l’esponente de La Destra – che vengo da una lunga esperienza negli ordini professionali non c’è alcun dubbio: gli ordini non possono essere soppressi. Debbono certo adeguarsi al nuovo. Dobbiamo spingere per operare degli ammodernamenti. Chiarendo innanzitutto cosa si debba intedere con la parola Professionista. Partendo dall’assunto che non si può delegare alle associazioni che sono un soggetto privato, un compito che deve essere riservato allo Stato. Quello cioè di verificare l’idoneità di un professionista a svolgere una determinata funzione professionale”. Tra le proposte di Lonero, esami di abilitazione solo ed esclusivamente gestiti dall’ordine escludendo per le quelle categorie che lo prevedano, la competenze delle Università, attribuzione per legge agli ordini della rappresentatività delle categorie. Lonero ha quindi proposto che tra i nuovi compiti che nella riforma saranno assegnati agli ordini venga prevista l’assistenza da parte di questi ultimi ai giovani che vogliano aprire studi professionali, una più stretta collaborazione con le Università per concordare insieme percorsi formativi utili al futuro professionista. Luigi Berliri 9 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA IL SOLE 24 ORE Antiriciclaggio. «Non trasferibilità» indicata a mano Vecchi assegni validi anche dopo il 30 aprile Gli assegni già in circolazione potranno essere utilizzati anche dopo il 30 aprile: per allinearli alle regole più stringenti in arrivo sarà sufficiente scrivere sul modulo «non trasferibile». E la dicitura potrà essere apposta a mano dal traente, senza che siano necessarie altre formalità. Lo chiarisce la circolare in arrivo dal ministero dell’Economia: un documento destinato a sciogliere alcuni nodi applicativi delle misure introdotte dal decreto legislativo antiriciclaggio (n. 231 del 2007) e, in particolare, dall’articolo 49, che fissa nuovi limiti all’uso del contante e dei titoli al portatore,in vigore dal prossimo 30 aprile. Le nuove regole antiriciclaggio mettono al bando (o quasi) gli assegni.”liberi”: che dovranno essere chiesti in banca per iscritto, pagando un’imposta di bollo di 1,5 euro per modulo, e che comunque potranno essere usati solo per pagamenti sotto i 5 mila euro; ogni girata dovrà poi riportare il codice fiscale del girante. Diverranno quindi la norma gli assegni non trasferibili. Le banche stanno in questi giorni mettendo a punto i nuovi moduli allineati alle disposizioni antiriciclaggio. Per quelli già in circolazione, è previsto l’adeguamento fai-da-te, E al moduli “liberi” ritirati prima del 30 aprile ma utilizzati dopo si applicherà il tetto di 5 mila euro, ma non sarà necessario pagare il bollo. Nessuna soglia, invece, per gli assegni bancari e postali emessi «a me medesimo». Il decreto 231 impone che possano essere girati solo per l’incasso direttamente dall’emittente a una banca o a Poste italiane. Il ministero chiarisce poi che, nonostante le irregolarità nell’utilizzo, l’assegno si potrà comunque incassare: ma la banca dovrà segnalare le irregolarità al ministero che applicherà le sanzioni previste dal decreto 231 (dall’ 1 al 40% dell’importo trasferito). Mentre per gli assegni “liberi”, la girata irregolare blocca l’incasso: per ottenere la somma occorre risalire la catena e rivolgersi all’ultimo girante “in regola”.Novità anche per i libretti al portatore: il saldo, entro il 30 giugno 2009, dovrà essere portato sotto i 5 mila euro e chi li trasferisce dovrà comunicare alla banca i dati del beneficiario entro 30 giorni. Altrimenti, il libretto resta pagabile ma l’irregolarità sarà sanzionata (dal 10 al 20 % del saldo). Infine, i pagamenti effettuati tramite i money transfer non potranno superare i 2 mila euro: la soglia è però riferita a una singola operazione, mentre il tetto dell’operazione frazionata (unitaria dal punto di vista economico) resta a 5 mila euro. Non arriva invece il chiarimento sull’applicabilità della disciplina dei conti dormienti ai buoni fruttiferi postali. Ieri, la commissione di gestione del Fondo in cui confluiranno le somme non movimentate per almeno dieci anni non si è espressa sul punto, perché manca ancora — spiegano al ministero — una richiesta formale di chiarimenti. Valentina Maglione 10 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI ANTIRICICLAGGIO/ Nella circolare mineconomia ok alle cessioni con autocertificazione Libretti al portatore al capolinea Stop ai titoli oltre 5 mila euro emessi prima del 30 aprile Estinzione a tappeto per tutti i libretti al portatore emessi prima del 30 aprile 2008 con saldo superiore ai 5 mila euro. E autocertificazione per la cessione di libretti. Queste le ulteriori precisazioni effettuate dalla circolare del ministero dell'economia sulle limitazioni all'uso del contante e dei titoli al portatore che dà attuazione al dlgs 231/2007 (decreto legislativo di recepimento della normativa antiriciclaggio anticipata da ItaliaOggi del 18 marzo 2008). La circolare oltre che di disciplina degli assegni si occupa, infatti, di money transfer e di libretti. Vediamo come. Libretti di deposito. Ai sensi dell'articolo 49, comma 13, i libretti di deposito bancari o postali al portatore con saldo pari o superiore a 5.000 euro, esistenti devono essere estinti dal portatore oppure il loro saldo deve essere ridotto a una somma pari o inferiore entro il 30 giugno 2009. La circolare precisa il termine di decorrenza. La disposizione si applica a tutti i libretti emessi prima del 30 aprile 2008 con saldo pari o superiore a 5.000 euro che, pertanto, dovranno essere estinti o ridotti ad una somma non eccedente il predetto importo entro il 30 giugno 2009. Trasferimento contante. Due le precisioni in materia di divieto di trasferimento di contante: operazioni coinvolte e calcolo delle operazioni frazionate. Il divieto di trasferimento di contante (articolo 49 commi 18 e 19) è riferibile unicamente all'operatività connessa con l'invio di fondi e non con la loro ricezione. Il divieto di trasferimento per importi frazionati riguarda anche le operazioni di importo inferiore al prescritto limite di 2.000 euro: il loro importo complessivo non può essere pari o superiore a 5.000 euro. Trasferimento libretti con autocertificazione. L'articolo 49 comma 14 prevede che in caso di trasferimento di libretti di deposito bancari o postali al portatore, il cedente comunica, entro 30 giorni, alla banca o a Poste Italiane S.p.A, i dati identificativi del cessionario e la data del trasferimento. La circolare precisa che per i libretti di deposito al portatore emessi ante 30 aprile 2008 e presentati per l'incasso a decorrere da tale data basta la dichiarazione sostitutiva. Se il cessionario rilascia autocertificazione relativa al trasferimento (data e nome del cedente) non c'è infrazione né obbligo, per banche e Poste Italiane S.p.A, di procedere alla comunicazione al Ministero economia. In assenza dell'autocertificazione del cessionario, deve pervenire, da parte del cedente, nei 30 giorni successivi alla presentazione del libretto per l'incasso, la dichiarazione di avvenuta cessione del libretto. la comunicazione al Ministero dell'economia scatta in mancanza di tale dichiarazione. Chi segnala i titoli irregolari. In caso di infrazioni riguardanti assegni bancari, assegni circolari, libretti al portatore o titoli simili, la comunicazione deve essere effettuate dalla banca o da Poste italiane S.p.A. che li accetta in versamento e dalla banca o da Poste italiane S.p.A. che effettua l'estinzione salvo che il soggetto tenuto alla comunicazione abbia certezza che la stessa è stata già effettuata dall'altro soggetto obbligato (articolo 51, comma 2) La circolare fornisce precisazione sulle negoziazioni di assegni con il sistema detto «check truncation»: una particolare procedura per cui l'assegno entro importi limitati non viene fisicamente inviato alla banca su cui è tratto, ma rimane presso la banca negoziatrice a meno che la banca trattaria non lo richieda. Quando, dunque, l'assegno è sottoposto alla procedura interbancaria di check truncation, l'obbligo di comunicazione al Ministero dell'economia e delle finanze può essere assolto dalla sola banca negoziatrice dell'assegno medesimo ove la banca trattaria abbia certezza, anche in virtù di vincoli contrattuali (ad esempio, per apposita previsione degli accordi interbancari), in ordine all'effettuazione da parte della negoziatrice di tale adempimento. Antonio Ciccia 11 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected]