Festival Internazionale di Opera e Teatro Musicale
di piccole dimensioni
XV EDIZIONE
LA GRANA DELLA VOCE
Alessandria - Venerdì 14 Dicembre 2012, ore 16
Salone Convegni di Palazzo Cuttica
Via Parma 1, Alessandria
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Rassegna SPAZIOTESI -
Ogni cosa che passa è solo una figura
L’elemento femminile nella musica ispirata a Ghœthe
Concerto – spettacolo su brani di Ghœthe musicati da Beethoven, Čajkovskij,
Schumann, Wolf, Thomas, Schubert, Verdi, Berlioz, Massenet
Licia Stara
ideazione, voce
Lucio Cuomo, pianoforte
Matteo Bertolina, sonorizzazioni e proiezioni
In collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Città di Alessandria
PROGRAMMA
Ludwig van Beethoven (1710-1827) – op. 75, n. 1 - Kennst du das Land
Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893) – op. 6, n.6 - Nur we die Sehnsucht kennt
Robert Schumann (1810-1856) – op. 98a, n.5 - Heiss’ mich nicht reden, heiss’ mich schweigen
Hugo Wolf (1860-1903) – Goethe lieder - So lass mich scheinen
Ambroise Thomas (1811-1896) – da “Mignon” - Connais tu le pays Mignon
Franz Schubert (1797-1828) – op. 2, D.118 - Gretchen am Spinnrade
Giuseppe Verdi (1813-1901) – Sei romanze, n-6 - Deh, pietoso, oh Addolorata
Hector Berlioz (1803-1869) – da “La Damnation de Faust” - Le Roi de Thulé (Chanson gothique)
Jules Massenet (1842-1912) – da “Werther” - Werther…Werther….Qui m’aurait dit la place
Charlotte - Va! Laisse couler mes larmes
L’amore per la letteratura classica, per la pittura e, naturalmente, per la musica, hanno fatto nascere in me
il desiderio di esternare queste passioni con l’aiuto di soggetti trattati dalle tre arti. La ricerca, molto vasta,
ha portato a scegliere innanzitutto l’autore dei soggetti letterari: Wolfgang Goethe (1749 – 1832), che ha
segnato il passaggio dai movimenti culturali più disparati, dallo Sturm und Drang, passando per il
Romanticismo ed approdando al Neoclassicismo.
I personaggi scelti sono tratti dai romanzi “Wilhelm Meister - Gli anni dell’apprendistato”, “I dolori del
giovane Werther” e dall’opera teatrale “Faust”. Si chiamano Mignon, Charlotte e Margherita, donne che
sono state fonte di ispirazione, per tutto l’Ottocento, sia per le arti figurative che per la musica.
Nasce così l’idea del Museo Musicale Goethe, nel quale esporre le tavole raffiguranti i personaggi, i testi
che sono diventati lied, romanze da camera o arie d’opera, ma anche ascoltare brani di alcuni dei più
grandi musicisti, soprattutto romantici, che si sono lasciati ispirare dalla tre eroine. Come in ogni museo,
anche in questo una tecnologica audioguida conduce nelle sue stanze virtuali lungo un percorso che
prevede, ad ogni tappa, la descrizione delle tavole, che sono proiettate su una cornice “magica”, un
commento alla fonte letteraria, ed introduce i brani che si ascolteranno grazie all’indispensabile pianoforte.
L’elemento femminile idealizzato da Goethe, viene raccontato, interpretato e commentato dagli autori che
ne hanno colto la potenzialità espressiva.
La quattro canzoni che la misteriosa Mignon, ritratta nel dipinto del pittore olandese Ary Scheffer, canta nel
Wilhelm Meister, ovvero “Kennst du das Land”, “Nur wer die Sehnsucht kennt”,“Heiss’ mich nicht reden,
heiss’ mich schweigen” e “So lass mich scheinen” sono proposte nelle interpretazioni liederistiche di
Ludwig van Beethoven, Pëtr Il’ič Čajkovskij, Robert Schumann ed Hugo Wolf. La versione operistica della
prima canzone “Connais tu le pays” e tratto dall’opera “Mignon” di Ambroise Thomas.
Dell’ingenua e tormentata Margherita vediamo una rappresentazione di Ary Scheffer, che la ritrae con
l’amato Faust, una serie di litografie del francese Eugene Delacroix, che ha illustrato l’opera teatrale
Faust, ed un dipinto del francese James-Jacques Tissot che ne fa rivivere l’incontro con Faust. Tre episodi
della vita di Margherita hanno ispirato il lied di Franz Schubert “Gretchen am Spinnrade”, la romanza di
Giuseppe Verdi “Deh, pietoso, oh Addolorata” e la leggenda drammatica di Hector Berlioz “La
Damnation de Faust”da cui la chanson gothique “Le Roi de Thulé”.
Charlotte, materna e responsabile donna idealizzata da Goethe, resa sulla tela da Wilhelm von Kaulbach
con i suoi fratelli e Weerther sullo sfondo, viene resa passionale, innamorata e disperata per i libretto che
Jules Massenet utilizza per la scrittura dell’opera “Werther”, da cui sono tratte le arie “Werther…
Werther….Qui m’aurait dit la place” e “ Va! Laisse couler mes larmes”.
Il grande successo de “I dolori del giovane Werther” nel 1774 diede origine al fenomeno chiamato febbre di
Werther : i giovani in Europa vestivano gli abiti indossati da Werther nel romanzo, le giovani sognavano e
sospiravano leggendo il Werther. E si intitola proprio “Leggendo il Werther” l’ultimo dipinto, del pittore
Wilhelm Amberg: le sue lettrici ci aiutano ad arrivare al traguardo di un percorso finalizzato a
comprendere l’importanza e la capacità ispiratrice dell’elemento femminile per Goethe, ma, più in generale
per le arti.
Licia Stara
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Ogni cosa che passa è solo una figura