Terrasonora - Si vo’ Ddio Radici Music 2012 RMR137 Altro disco, ulteriore conferma per questo ensemble campano. Una fortuna che siano approdati alla Radici Music, così la qualità del suono sarà supportata anche dalla qualità del prodotto editoriale e della incisione. Una formazione che raccoglie premi, consensi internazionali e critiche entusiastiche da parte delle maggiori riviste musicali internazionali... come si fa a non restare un po’ soggiogati da cotanto palmares? Allora tuffiamoci, com un po’ di diffidenza, all’ascolto del CD... non lasciamoci insomma traviare dalla grafica spettacolare della copertina, dalla qualità superba del cartoncino o dalle esaurienti note del corposo libretto interno... che pure hanno una loro importanza. Dalle prime note sembra di percepire la stessa grinta dei compaesani Spaccanapoli oppure ‘E Zezi, ovvero il meglio che la tradizione campana ha offerto in passato. Man mano che i brani si susseguono la sensazione diviene certezza, a tal punto che viene il sospetto che per una volta Peter Gabriel abbia assunto l’aspetto di Aldo Coppola (oppure viceversa?)... insomma, se si è considerato genio il buon Peter, che aveva “scoperto” e lanciato gli Spaccanapoli, allora cosa bisogna dire del toscanaccio Aldo Coppola e della sua Radici Music, che in fatto di scoperta e valorizzazione di talenti non ha davvero nulla da invidiare alla ben più blasonata Real World? È incontestabile il fatto che ben difficilmente un gruppo lanciato dall’etichetta di Gabriel concede il bis... mentre ciò non accade alla Radici Music, dove troviamo artisti che bissano e sovente continuano a pubblicare album di tutto rispetto. Finita questa doverosa divagazione su un paragone che è tuttaltro che azzardato, continuiamo l’ascolto di un disco che non concede attimi di pausa nei suoi dieci brani. Il ritmo tamburellante è meno ossessivo rispetto ai più commerciali Spaccanapoli, ma questo è il chiaro segno che la melodia e gli intrecci tra voce maschile e femminile, unite al calore del dialetto napoletano, hanno il sopravvento, e ritroviamo canzoni che Teresa De Sio avrebbe voluto cantare (se avesse saputo comporre...). Tammurriate e tarantelle e tanta fantasia e improvvisazione con una strumentazione tipicamente tradizionale con tammorra, ciaramella e tamburello in evidenza. Non c’è nulla da eccepire, siamo davanti ad un capolavoro assoluto, da considerare tra i migliori album italiani degli ultimi anni... chiunque si dichiara appassionato di “musica” in senso lato, (se Dio vuole!!) dovrebbe averlo in discoteca, punto e basta. L.Bohm 3434 7/2012 Recensioni Municipale Balcanica - Off beat Red Tomato Record 2012 RTR0001 La musica Balcanica innanzitutto. Un albun milleusi questo autoprodotto dall’etichetta della Municipale Balcanica, che non farà rimpiangere star internazionali di prima grandezza come Gogol Bordello e Bregovic, tanto per citare i più noti. Si ascolta, si canta, si danza, insomma tantissime suggestioni e ispirazioni per questo “OffBeat”. Klezmer, rock e tradizione attraverso una strumentazione tipicamente balcanica per un risultato worldmusic a tutto tondo... Questa band pugliese non ha paura di sperimentare soluzioni nuove, non ha paura di “deragliare” dal consueto tempo dispari per proporre qualcosa che oltre ad essere facilmente identificabile, crea uno stupore e un desiderio di consumare il disco in molteplici sessioni d’ascolto... Tredici sono le tracce, tutte ad alta gradazione alcoolica, tutte pervase da un desiderio di scatenare i sentimenti per mettere in moto i poveri arti. Altrettanto gustoso per chi vuole stare comodamente seduto in poltrona, ma sinceramente non garantisco affatto che l’ascolto possa produrre un effetto “sedativo”. Un prodotto discografico che non deve mancare a tutti gli appassionati di folk energico, garantito al 100%. L.Bohm Valter Monteleone - HillPark Studio 106 (autoproduzione) 2012 Un disco sorprendentemente piacevole, questo HillPark, primo album solista di Valter Monteleone che con sei tracce di quasi mezz’ora in totale ci fa capire che il pubblicare questo CD non è stato solo un passatempo. Polistrumentista, dotato di una voce particolare, ha tutti i mezzi per piacere al pubblico. Partendo dal jazz, si inoltra con melodie molto gradevoli alla bossanova, sfiorando tango e swing, con un uso sapiente, mai smodato, o ridondante, di strumentazione. Questo continuo accostarsi ora a valzer, ora a flamenco o tango, accentuano il fascino e il mistero di un disco che nasce volutamente come ancorato alle sonorità anni ’60 per approdare ad un lavoro estremamente attuale e fruibile. Il solo rammarico è che la durata non eccessiva del disco lascia il desiderio all’ascoltatore di riprendere l’ascolto dall’inizio. Non resta che sperare di vedere questo artista, così ispirato e polivalente, così romantico e sensuale nelle composizioni, al più presto dal vivo in qualche rassegna estiva. Sicuramente un nome da segnare nell’agenda, un prodotto discografico da non sottovalutare per niente... Presto ne sentiremo parlare, ci scommetto! L.Bohm