Dopo trent’anni di carriera
DOME LA MUERTE
“Poems for Renegades” è il suo primo disco solista
Dopo trentʼanni di carriera, una ventina di album pubblicati con diversi gruppi
entrati nella leggenda del rock italiano (CCM, Not Moving, Hush, The
Diggers) e centinai di concerti in tutta Italia, Domenico Petrosino (vero
nome di Dome La Muerte) arriva alla sua prima pubblicazione
rigorosamente da solista.
Lʼartista pisano, icona del
rockʼnʼroll italiano, pubblicherà il
16 Giugno, un nuovo album
intitolato “Poems for
Renegades”, un disco edito da
Japan Apart e distribuito
Audioglobe, per la prima volta
fuori dai canoni del rockʼnʼroll/
punk tradizionale che lo
accompagna da tempo.
Per questo nuovo lavoro
rigorosamente unplugged le
sonorità sono diverse, più
acustiche e ricercate, spesso
strumentali e desertiche,
venate di folk e country
americano. Lʼintero album è il
suo personale tributo ai nativi americani da sempre sostenuti dallʼartista
anche con iniziative di solidarietà. Dodici nuove canzoni più due cover
arricchite da un artwork ed un photobook da collezione dove Dome ha posato
circondato da quattro ragazze hippie: tutti completamente nudi ed immersi
nella natura come nella migliore tradizioni ani settanta!
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Poems for Renegades – nelle parole di Dome la Muerte
«Il titolo dell’album nasce dalla considerazione che la poesia è la più alta forma d’arte e che anche
la più potente sul pianeta; come diceva Fernanda Pivano a proposito dei poeti della beat
generation “sono dei santi venuti giù dal cielo a salvare la terra”. Essi sono anche dei rinnegati
come il poeta Cheyenne Lance Henson che appare sull’album con due lyrics. Il mondo è pieno
di rinnegati e puoi trovarne fra musicisti, pittori, poeti ma anche fra chi vive sulla strada o fra la
gente comune. Persone che hanno molto, forse troppo da dire, che non si inchinano di fronte al
potere, che non scendono a compromessi, pagandone le conseguenze e spesso ne sono
consapevoli sin dall’inizio. In tutto questo ci può essere tristezza, malinconia o rabbia, ma non
vittimismo, perché è quasi sempre una scelta fatta con orgoglio. Nell’arte è rinnegata tutta quella
gente che ha inventato una scena o uno stile, poi dimenticato da tutti, apprezzato al massimo dagli
“addetti ai lavori”, ma anche fuori da questo campo ci sono rinnegati che pagano tutti i giorni in
prima persona per le proprie scelte (a volte pagano per tutti)».
«Il disco è composto da 8 pezzi cantati e 6 strumentali non meno importanti per quanto riguarda
il significato. Alcuni sono vecchi pezzi reinterpretati in chiave folk, altri sono nuovi di zecca, più
due cover, che hanno un senso ben preciso nel contesto dell’album, come del resto la scaletta
dei brani che è strutturata come una sorta di colonna sonora. Dentro ci sono vite distrutte e dure
constatazioni della realtà, ma anche molti sogni, alcuni da realizzare, altri infranti, il tutto
attraversato da sentimenti puri e profondi, determinazione voglia di riscatto e la ricerca, a tratti
gioiosa, a tratti disperata, di una vita di salvezza».
«Il libretto è composto da foto e testi (italiano e inglese) e chiunque potrà capire il senso di questo
disco, non c’è niente di ermetico, persino gli strumentali evocano immagini e situazioni esplicite
ecco perchè la maggior parte delle foto sono dei nudi, perchè chi vi parla per i 42 minuti di durata
dell’album, si è messo completamente a nudo (e non solo in senso letterale)».
E’ cambiata un’epoca e musicisti di grande sensibilità hanno ben afferrato il messaggio e con
essa si sono diretti verso nuove esperienze di suono e sperimentazione. Nel caso di Dome la
Muerte tutto è cambiato senza muovere niente, tutto si è risolto nella soluzione più essenziale e
“nuda” della sua musica. Si tratta di un disco che ha un grandissimo valore documentale,
concepito forse ancora prima di averlo mai immaginato, perchè è nato nel momento in cui doveva
avere un senso registrare un’opera del genere.Va considerata come una gemma di raro valore in
un’epoca in cui la musica viene assorbita come intrattenimento e difficilmente come un’
occasione per riflettere e
confrontarsi o semplicemente emozionarsi. Un disco folk, una
dimensione intima, ma anche la ferma volontà di parlare ad un pubblico più ampio; mai come
adesso c’è l’esigenza di fissare qualcosa nel tempo che rimanga e che dia valore da un momento,
ad un vissuto e la potenza evocativa dei brani all’interno di questo disco “evento” guidano in un
viaggio tutto personale da cui comunque si voglia se ne uscirà cambiati e forse più saggi.
Press: davvero comunicazione
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