scusi, dov' è
il Medioevo?
DI FRANCO CARDINI
rmai da anni siamo obbligati a
registrare il fenomeno dell' attualità -attualizzazione del medioevo: magari di un Medioevo da cinema,
da televisione, da festa cittadina o paesana, da war games, da heroic fantasy,
che irrita molti medievisti seri, quelli
che insegnano all'università, mentre ne
divertono o ne tentano alcuni altri, che
intravedono la possibilità di conquistare
allo studio severo del medioevo qualche
giovane (ora che l'università è in calo)
facendolo divertire o che, più banalmente, sono a loro volta in cerca di visibilità
in questa società dell'immagine.
Uno studioso che senza dubbio non ha
bisogno di correre dietro alla notorietà,
perché ne ha fin troppa, è Umberto Eco,
che da molto tempo, soprattutto da
quando dovette gestire il colossale successo di Il nome della rosa, si è posto il
problema del rapporto tra il medioevo
"vero" (quello della storia e della filologia) e quello a più livelli immaginato,
rielaborato, ricostruito e sconvolto. Ora
esce il suo volume conclusivo, dedicato
a Il Medioevo e sintetizzante la grande opera in dieci volumi redatta sotto la sua
guida per !§IIi~,[.hI,*,f!'iI Eco,. medievista e StudIOSO I estetIca medIevale per
formazione, è stato a lungo affascinato e
lo è senza dubbio ancora, dalla vitalità di
un medioevo che DOCO forse ha a che fa-
O
re con quello reale, ma che comunque
impazza nelle rievocazioni e nelle ricostruzioni di ogni genere, dalle più o meno velleitariamente "fedeli" a quelle scopertamente "fantastiche". Ma in fondo
bisogna pur ammettere di essere ancora
prigionieri, due secoli e più post eventa,
dal micidiale duello tra illuminismo e
romanticismo, tanto fondamentale per
la contemporaneità.
Già un grande studioso di alcuni anni or
sono, aveva ricostruito questo scontro in
un libro divenuto un "classico", La polemica sul Medioevo. Agli enciclopedisti e
a Voltaire, che avevano condannato e ridicolizzato il medioevo era della superstizione, della violenza, della barbarie e
del fanatismo, il romanticismo aperto da
Novalis e da Chateaubriand aveva risposto col Medioevo europeo e cristiano
della poesia e delle cattedrali, quel medioevo su cui, riferendosi alla storia italiana, è tornato recentissimamente a insistere Paolo Golinelli col suo Medioevo
romantico. Poesie e miti all'origine della
nostra identità (Mursia).
Ma Tommaso di Carpegna Falconieri,
guardando al presente, è andato oltre e,
nel suo Medioevo militante. La politica
di oggi alle prese con barbari e crociati
(Einaudi), è partito dal gioco attualizzante del medioevo (quello delle molte
sagre e rievocazioni che oggi fioriscono
non solo in tutta Europa, ma nel mondo
intero, dall'America all'Australia al Giappone, e alle quali il diffuso mensile Medioevo dedica regolarmente una ricca
rubrica fissa dal titolo Medioevo oggi)
per studiare, con particolari eruditi e finezza interpretativa, il fenomeno della
politicizzazione di massa di un Medioevo preso a pretesto dalla demagogia politica in infinite occasioni: dal "giuramento leghista" di Pontida all'incitamento a "nuove crociate" in difesa
dell'Occidente invaso dai "nuovi barbari", gli extracomunitari, fino alle risorgenti paure della fine del mondo.
Rispetto alla medievistica, termine designato per indicare il complesso di materie di tipo storico, filosofico e filologico
che studiano l'età tra Ve XV secolo e
convenzionalmente posta sotto la deno-
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Quando si parla dell'Era
di mezzo domina
la confusione fra le analisi
storiografiche affidabili
e le tante ricostruzioni
che riempiono librerie
e sale cinematografiche.
Enon ci si rende conto
che spesso la realtà supera
di gran lunga la fantasia
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Affidandosi agli autori giusti
ci si può imbattere in libri
straordinari come "Le pietre
che cantano", e scoprire che
in Catalogna c'è un chiostro
del '200 in cui ogni animale
scolpito nei capitelli ha
un valore musicale: così che
l'intera architettura possa
essere suonata e cantata
rio, uno dei più belli e geniali che siano
stati scritti nel Novecento, Le pietre che
cantano, Marius Schneider ha studiato i
capitelli del duecentesco chiostro di
Sant Cugat del Vallès in Catalogna, dimostrando che ciascuno dei vari animali
in essi scolpito ha un preciso valore in
termini di scala musicale: il chiostro è
un immenso spartito, che può esser letto' musicato e cantato.
Qui la realtà supera di !?ran lunga la fantasia: ma si tratta di un appassionante ricerca che richiede fatica e acquisizione
di competenze, che non si esaurisce nella lettura di qualche libretto funambolesco acquistato in edicola. Ecco perché
bisogna salutare davvero come un evento la pubblicazione di un'opera seria e
prestigio sa, l'Atlante storico della musica
nel medioevo, pubblicato dalla Jaca Book
su un progetto editoriale di Vera Minazzi, con il contributo di F.A. Gallo. Pregio
specifico di questa grande opera è l'avere contestualizzato la musica in un universo che mostra com'essa fosse strettamente collegata non solo alla filosofia,
alla letteratura, alle scienze (a partire ovviamente dalla matematica) e alle arti
(principale fra tutte l'architettura, essa
stessa scienza a sua volta) del suo tempo, ma anche alla vita politica e sociale.
La scoperta di Marius Schneider, ad esempio, da sola, vale molto di più di mille "misteri templari" evocati da sedicenti
esperti, e fa capire come davvero ci siano più misteri nel nostro Medioevo,
quello vero, di quanti non possano
neanche immaginare quanti sono abituati a cercar di risolvere il mistero del
Graalleggendo libretti newage.
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minazione di "Medioevo" il fenomeno
proposto dal di Carpegna Falconieri è il
"medievalismo", che può non andar disgiunto da un serio impegno erudito oppure giungere a livelli di assurdità abbastanza divertente o irritante, ma che qua
e là può addirittura turbare e preoccupare: come nel caso del serial killer Breivik e delle sue ossessioni templari le
quali ci obbligano a domandarci se il
diffuso associazionismo e le ossessive
mode "neotemplaristiche" siano davvero innocui, e fino a che punto.
Il "gioco del Medioevo" riconduce comunque, lo si voglia o no, al "vero" medioevo, quello che continua a essere oggetto di studio serio e impegnato, correlato a scuole precise e sostenuto da una
ricerca metodologicamente condotta.
Non si tratta necessariamente di materia
per i soli addetti ai lavori. Chi è abituato
a pensare al bislacco medievalismo che
troppo spesso s'incontra in tv, con le sue
improbabili connessioni tra fantascienza, ufologia e misteriosofia, deve tener
presente che spesso la realtà storica supera la fantasia. In un libro straordina-
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