LA SUBORDINAZIONE
DELLA DONNA
NEL CORSO DEI SECOLI
Il suo valore nella società.
Le donne sono le agenti
primarie della trasmissione
dei ruoli sociali e dei
modelli culturali.
La loro «responsabilità»
storica come madri,
educatrici e insegnanti, è
stata quella di aver fatto
prevalere un genere a
danno di un altro, il loro,
nell’insegnare il silenzio e
la rassegnazione.
Tali valori socio-culturali
sono espressione di
un’egemonia
marcatamente maschilista,
che ha educato la donna
ad essere protagonista
della riproduzione e della
cura dei bambini.
Da questa educazione gli
uomini erano esclusi, ma
ne erano i primi
beneficiari.
La donna neLL’antica Grecia.
Le donne greche avevano
libertà molto limitate.
Erano responsabili
dell’andamento della casa e
dell’educazione dei figli,
uscivano in rare occasioni,
come le feste di matrimonio o
quelle religiose.
Il solo campo della vita sociale
in cui potevano godere degli
stessi diritti dell’uomo era
quello religioso in quanto
potevano essere elette
sacerdotesse.
La donna nella società
deLL’antica roma.
Nell’antica Roma, oltre ad
occuparsi della casa e
dell’educazione dei figli, la
donna poteva partecipare a
banchetti e recarsi nei luoghi
pubblici, come il teatro, le
terme, il circo.
Nonostante ciò, era sempre
controllata in quanto passava
dalla tutela genitoriale a
quella del marito.
La donna nel Medioevo.
L’immagine della donna nel
Medioevo non era positiva.
Le donne erano considerate delle
sante oppure delle streghe, per
motivi spesso infondati, che le
portavano ad essere venerate dal
popolo oppure condannate dalla
chiesa, per essere poi rivalutate
dopo la morte sul rogo.
L’evoLuzione deLLa fiGura deLLa
donna daL medioevo aLL’iLLuminismo.
La donna dell’Illuminismo,
più istruita delle sue antenate,
non intendeva assumere una
posizione secondaria, ma
voleva “partecipare ai Lumi”
senza, quindi, rimanere
estranea al suo secolo.
Era una grande lettrice.
In alcuni ambienti il ruolo
tradizionale di madre e di
moglie era passato in secondo
piano.
I cambiamenti causati dalla
rivoluzione industriale.
Nelle famiglie nobili,
la donna non aveva
necessità di impegnarsi
in un’attività lavorativa
poiché veniva
mantenuta dal marito.
La cura della casa e,
spesso, anche dei figli,
era riservata alla
servitù, sottoposta al
suo comando: di qui
l’appellativo di ‘’regina
della casa’’.
La donna appartenente alla
classe media doveva evitare di
cercare un lavoro fuori
dall’ambiente familiare.
La sua dipendenza economica
dall’uomo la escludeva per legge
dalla gestione del patrimonio
familiare e dal diritto di paritaria
eredità con gli altri beneficiari
maschi.
Inoltre era esclusa dal diritto di
voto e non era generalmente
inserita nel mondo del lavoro,
pur volendo farne parte.
La donna della
classe operaia era
direttamente
impegnata nel
lavoro di fabbrica e
fece confluire la sua
protesta all’interno
delle rivendicazioni
del movimento
operaio, dal quale
non si distinse.
Realizzato da:
Martina Chiappetta
Giada Internò
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Subordinazione della donna nel corso dei secoli