Il follow-up dopo il tumore del seno SIMG L’epidemiologia del tumore del seno In Italia nel 2013 si sono registrati circa 48.000 nuovi casi di cancro del seno. Negli ultimi anni si sta verificando una costante diminuzione della mortalità, grazie a cure sempre più efficaci e a programmi di screening che permettono di anticipare la diagnosi. Infatti, se l’individuazione avviene in fase iniziale, la possibilità di guarigione si avvicina al 90%. L’incidenza di cancro del seno aumenta dopo i 40 anni, ma è più elevata (circa l’80% dei casi) nelle donne con età superiore a 50 anni. Solo una piccola parte dei tumori si presenta con caratteristiche ereditarie. L’importanza della comunicazione Come malato hai diritto di scegliere se e quanto essere informato sulla tua malattia, venendo coinvolto nelle varie fasi del percorso terapeutico. Ma puoi anche decidere di delegare una persona di fiducia nei rapporti con il medico. Sarà quest’ultima a ricevere le informazioni sul tuo stato di salute. Comunque, è utile che il rapporto con il tuo medico (oncologo e medico di famiglia) sia improntato alla massima fiducia e collaborazione. Spesso esiste una differenza tra i tuoi desideri e aspettative nella comunicazione e le modalità con cui invece questa viene fornita. Se il medico si rivolge a te in maniera meccanica e impersonale, senza permetterti di esprimere dubbi e preoccupazioni, senza aiutarti a comprendere e interpretare correttamente le notizie, non farà che alimentare la tua ansia. Lo stesso effetto si ottiene, però, se eviterai di chiedere risposta a tutti i tuoi dubbi per imbarazzo o paura. Una buona comunicazione richiede una formazione specifica del medico, oncologo e di famiglia, e anche la tua collaborazione: devi porti con fiducia nei loro confronti, senza temere di fare domande stupide, senza considerare tabù alcun argomento, chiedendo spiegazioni per ogni concetto che non capisci. Il linguaggio della medicina Una corretta informazione può essere ostacolata anche dalla complessità stessa della malattia: le procedure diagnostiche e terapeutiche sono sempre più sofisticate, spesso difficili da spiegare in maniera comprensibile. Anche se i medici cercano di semplificare il più possibile il linguaggio, alcuni termini possono comunque risultare poco chiari. In questo caso, chiedi spiegazioni! Quando parli dei tuoi sintomi o di qualsiasi problema connesso alla malattia o alle terapie cerca di essere diretta, senza imbarazzo. Può essere utile recarsi alle visite con un quaderno e annotare eventuali parole non chiare, o espressioni sconosciute per chiederne poi il significato. Un altro utile suggerimento è preparare prima dell’incontro una lista di domande, così da chiarire ogni dubbio. Mentre parla ci si può aiutare prendendo appunti oppure chiedendo di poter registrare la conversazione. È sempre consigliabile farsi accompagnare alle visite da un familiare o da un amico per risolvere eventuali dubbi dovessero venire in mente dopo essere usciti dallo studio medico. “xyz...” “?” In famiglia A volte l’evento cancro è inizialmente negato e ci si comporta come se niente fosse. Spesso il silenzio rispetto alla patologia e alle sue conseguenze è un modo per proteggere sia la persona malata sia il familiare da sentimenti di angoscia, incertezza, paura e rabbia. Purtroppo, però, la mancanza di comunicazione può rendere ancor più difficile affrontare la malattia e può contribuire ad accrescere la sensazione di solitudine della persona ammalata. Saper ascoltare è un modo per facilitare la comunicazione con la persona che vive questa esperienza, lasciandola libera di esprimere solo quanto sente di voler fare in quel momento rispetto alla propria situazione; ma è fondamentale anche sentire di poter manifestare le proprie emozioni, senza averne timore. Parlare ai bambini Il modo migliore per comunicare con i bambini è avere con loro un approccio schietto e onesto, perché anche i più piccoli percepiscono che qualcosa non va. Le fantasie che si sviluppano attorno a situazioni così particolari possono essere di gran lunga peggiori della realtà. L’importante è comunicare la verità nel modo più appropriato all’età. Gli adolescenti vivono una fase evolutiva in cui si provano sentimenti contrastanti verso i genitori. Manifestano la loro rabbia e un desiderio di autonomia anche attraverso parole e comportamenti spiacevoli. La tua malattia potrebbe accentuare una loro rabbia, apparentemente inspiegabile, portandoli a distaccarsi. Può, al tempo stesso, alimentare anche le angosce, accentuando bisogni di attenzione e di cura. Follow-up e ritorno alla vita Concluso il trattamento, l’oncologo ti proporrà dei controlli periodici cui dovrai sottoporti: visite mediche ed esami strumentali (mammografia, TAC/ RMN). In gergo tecnico, queste procedure sono definite follow-up. All’inizio i controlli avranno una frequenza più ravvicinata (tre-sei mesi), per poi diradarsi nel tempo (una volta all’anno). Ma se sei in trattamento con l’ormonoterapia o accusi effetti collaterali dopo la chirurgia, la radioterapia o la chemioterapia, è comunque consigliabile farsi visitare periodicamente dal medico di famiglia. Le visite di controllo rappresentano il momento giusto per condividere con il tuo medico di famiglia o con l’oncologo le tue paure o preoccupazioni e per porgli qualunque domanda. Ma, se nei periodi di intervallo tra i controlli hai dei problemi o avverti nuovi disturbi, non esitare a contattare l’uno o l’altro. Terapia ormonale sostitutiva Dopo un trattamento per il tumore del seno è di solito sconsigliata la terapia ormonale sostitutiva (TOS o talvolta HRT dalla terminologia inglese) per ritardare la menopausa. Gli estrogeni contenuti nel farmaco potrebbero infatti favorire la recidiva. Tuttavia, se i sintomi della menopausa sono molto fastidiosi, il ginecologo potrà prescrivere dei farmaci per tenerli sotto controllo. In caso non si verificassero i risultati sperati, potrà consigliarti un breve ciclo di TOS a basse dosi. In questo caso, sarai tenuta sotto rigorosa sorveglianza tramite controlli regolari. La fertilità È ancora possibile avere figli dopo il trattamento antitumorale? Secondo alcuni studi, la gravidanza non aumenta le probabilità di recidiva. È sempre una buona idea discutere di questi aspetti con i medici ed esaminare insieme rischi e implicazioni. In ogni caso, prima di programmare la gravidanza, è bene aspettare un po’ di tempo dopo la conclusione del trattamento. Alcuni trattamenti antitumorali possono compromettere la fertilità inducendo una menopausa precoce, soprattutto nelle pazienti meno giovani. Ma non è sempre così soprattutto se, prima dell’inizio dei trattamenti potenzialmente nocivi sei stata sottoposta a procedure di preservazione della fertilità. Anche se si hanno già dei figli, non essere più in grado di procreare è un’ulteriore ‘perdita’ da affrontare in un momento in cui già molte energie sono impegnate nella lotta contro la malattia. Può essere importante condividere questi sentimenti con uno psicologo oppure contattare associazioni di donne operate al seno. Contraccezione Questo probabilmente non è il periodo più indicato per una gravidanza. Quindi, diventa molto importante affrontare il tema della contraccezione, a cui magari non eri più abituata. La scelta del metodo anticoncezionale è molto personale e deve essere discussa anche con il partner, oltre ovviamente che con lo specialista Il linfedema Con questo termine si definisce il lieve gonfiore del braccio o della mano che può svilupparsi (di solito gradualmente nel giro di pochi mesi o di diversi anni) dopo la dissezione dei linfonodi ascellari o la radioterapia. Il braccio e la mano interessati dal linfedema sono maggiormente a rischio infezioni (dal punto di vista clinico, il gonfiore che in alcuni casi compare subito dopo l’intervento, ma che di norma regredisce entro poche settimane, non si definisce ‘linfedema’). Alcuni consigli per rispettare l’igiene e ridurre il rischio di infezioni: • disinfetta sempre anche piccoli tagli ed escoriazioni e mantienili puliti fino alla completa guarigione; • se la cute è infiammata o calda e dolente, consulta immediatamente il medico di base o l’oncologo; • mantieni la cute pulita e asciutta e usa quotidianamente una crema idratante per preservarne l’elasticità; • se ti esponi al sole, proteggi adeguatamente la pelle con una crema ad alta protezione; • fai uso di guanti per lavare i piatti, sbrigare le faccende domestiche, eseguire attività di bricolage e anche per accudire animali; • depilati le ascelle con il rasoio elettrico per evitare di tagliarti; • per le manicure, taglia le unghie con le tronchesi anziché con le forbici e ammorbidisci le pellicine con l’apposita crema, senza mai spingerle indietro né tagliarle; • non farti mai prelevare il sangue, misurare la pressione o praticare l’agopuntura sull’arto interessato. Convivere con le conseguenze dell’intervento al seno Il trattamento chirurgico del tumore della mammella è per la donna un’esperienza difficile da affrontare, perché comporta comunque una ‘perdita’, anche se è conservativo. Il seno è un simbolo di femminilità e qualunque intervento che ne modifichi l’aspetto può incidere sulla percezione che la donna ha di sé, con evidenti ricadute anche sul piano psicologico. Ovviamente le reazioni sono personali: all’iniziale sollievo dovuto al fatto di avere scoperto la malattia e di avere avuto la possibilità di intervenire, possono subentrare sentimenti di ansia, paura, shock, rabbia, risentimento. In generale, i primi mesi sono i più difficili, perché il visibile cambiamento richiede la progressiva attivazione delle risorse individuali per ristabilire gradualmente l’equilibrio psico-fisico. Lo sconvolgimento emotivo può influire sulla vita sessuale; infatti, per vivere pienamente e serenamente la propria sessualità, la donna ha bisogno di sentirsi bene con sé stessa, ma l’imbarazzo di mostrarsi al partner e il timore di non piacere possono influire sul desiderio sessuale e sulla vita di coppia. Condividere le proprie difficoltà e vissuti anche con il partner può essere un modo per affrontare questo momento critico e riscoprire gradualmente l’intimità. Accettare la malattia può richiedere molto tempo, talvolta anche diversi anni. L’ansia e la paura normalmente si ripresentano ad ogni controllo periodico, oppure quando l’argomento è oggetto di trasmissioni televisive o di conversazione. Alcune donne sono talmente in ansia per il fatto che la malattia possa ripresentarsi da vivere qualunque dolore o sintomo come un segnale di ricaduta. Possono avere difficoltà anche a prendere sonno. È abbastanza comune sentirsi depresse, emotivamente e fisicamente ‘svuotate’, così come è normale avere voglia di stare da sole. L’importante è non avere fretta, prendersi il tempo necessario, riposare molto e chiedere aiuto, quando se ne avverte la necessità. I diritti dei pazienti Il paziente colpito da cancro gode degli stessi diritti degli altri cittadini, ma troppo spesso accade che non ne sia sufficientemente a conoscenza. Per colmare questo gap informativo, dal 2003 AIMaC pubblica e aggiorna il libretto I diritti del malato di cancro, scaricabile da www.aimac.it Per superare le difficoltà causate dalla patologia tumorale numerose leggi dello Stato prevedono l’accesso a vari benefici giuridici ed economici. Ad esempio, il malato con un certo grado di invalidità può richiedere sussidi economici erogati dall’INPS o dagli altri enti di previdenza. Se riconosciuto portatore di handicap grave, può usufruire di congedi e permessi orari o giornalieri dal lavoro, senza perdere la retribuzione, sia durante che dopo il trattamento. È possibile anche passare dal rapporto di lavoro a tempo pieno a quello a tempo parziale, fino a che le condizioni di salute non consentono di riprendere il normale orario. Secondo un’indagine Censis-FAVO del 2013, ad esempio, solo il 7,8% ha chiesto il passaggio al part-time, un diritto di cui è possibile avvalersi con la Legge Biagi. Inoltre, poco meno del 12% ha beneficiato di permessi retribuiti (previsti dalla Legge 104/1992); solamente il 7,5% ha utilizzato i giorni di assenza per Le associazioni: AIMaC e FAVO L’Associazione Italiana Malati di Cancro (AIMaC) è una Onlus costituita da ex malati e loro familiari, docenti universitari, ricercatori, medici, giuristi, psicologi, imprenditori e giornalisti. Fornisce gratuitamente un servizio informativo mediante i volontari dell’help-line e dei 36 punti di accoglienza ed informazione presenti nei maggiori centri di cura dei tumori in Italia. Offre accoglienza e sostegno psicologico e, attraverso un sistema multimediale (libretti, videocassette, internet, telefono, fax, email), fornisce informazioni sulla malattia, i trattamenti e i loro effetti collaterali, l’accesso ai benefici previsti dalle leggi in ambito lavorativo, previdenziale e assistenziale, indicando, inoltre, i servizi socio/ sanitari, le strutture oncologiche e le associazioni di volontariato cui rivolgersi. AIMaC è una delle 500 associazioni che formano la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO, www.favo.it), che raggruppa oltre 25.000 volontari (nella maggior parte dei casi malati o ex malati), per un totale di 700.000 iscritti. terapia salvavita e il 2,1% i congedi lavorativi. Questa situazione interessa anche i cosiddetti “caregiver”, cioè familiari o amici che assistono i malati in modo continuativo. La prevenzione continua La prevenzione è fondamentale anche per evitare possibili recidive. Ecco alcuni consigli utili per mantenere uno stile di vita sano, cosa ancora più importante in un momento delicato come questo. 1. Non eccedere con il peso Di tutti i fattori nutrizionali associati a un maggior rischio di tumore, quello più solidamente dimostrato è il sovrappeso. Per sapere se il proprio peso è corretto bisogna calcolare l’Indice di Massa Corporea (IMC = peso in Kg diviso per l’altezza in metri elevata al quadrato) che dovrebbe rimanere fra 21 e 23. 2. Segui una dieta corretta Basa la tua alimentazione su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati, legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee (no quindi a fagioli, mais, patate, piselli) e frutta. Sono raccomandate almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, preferibilmente di stagione. Limita inoltre il consumo di carni rosse (vitello, maiale, ecc.) ed evita quelle conservate. 3. Fai attività fisica Una recente revisione su oltre 60 studi scientifici ha dimostrato che le donne con un carcinoma mammario che praticano esercizi a intensità moderata, per circa 20 minuti al giorno, presentano il 40% in meno di possibilità di recidiva rispetto a quelle attive per meno di un’ora alla settimana. È sufficiente un impegno fisico equivalente a una camminata veloce. 4. Limita il consumo di bevande alcoliche Uno studio pubblicato nel 2011 su Jama (Moderate Alcohol Consumption During Adult Life, Drinking Patterns, and Breast Cancer Risk), un’autorevole rivista scientifica, ha dimostrato che anche dosi ridotte, da 3 a 6 drink a settimana, oppure grandi bevute occasionali possono innalzare il livello di rischio di tumore. 5. Non fumare, mai! SIMG SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA GENERALE ASSOCIAZIONE ITALIANA MALATI DI CANCRO Associazione Italiana di Oncologia Medica La Società Italiana di Medicina Generale (SIMG, simg.it), fondata nel 1982, è un’associazione autonoma e indipendente nata per promuovere, valorizzare e sostenere il ruolo professionale dei medici di medicina generale, sia nella sanità italiana che nelle organizzazioni sanitarie europee ed extraeuropee. L’Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici (AIMaC, aimac.it), fondata nel 1997, è un’Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS). Dal 2010 è stata riconosciuta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali come “organizzazione che svolge un’attività di evidente funzione sociale sul territorio nazionale”. AIMaC fornisce informazioni sul cancro e sulle terapie ai malati e alle loro famiglie, assicura sostegno psicologico e promuove iniziative per migliorare la qualità della vita e dell’assistenza ai malati di cancro. L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM, aiom.it) è la società clinico- scientifica degli oncologi medici italiani. Fondata il 7 novembre 1973, conta oggi circa 2.500 iscritti. Raggruppa tutte le componenti dell’oncologia medica italiana, dalle strutture di ricovero e cura del Servizio Sanitario Nazionale, alle facoltà di Medicina, agli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), dai medici specialisti a tutto il personale assistenziale nell’area oncologica pubblica e privata. Realizzazione via Malta 12/b, 25124 Brescia [email protected] www.intermedianews.it www.ilritrattodellasalute.org Progetto reso possibile da un educational grant di