Il follow-up
dopo il tumore della
prostata
SIMG
L’epidemiologia
del tumore
della prostata
Il tumore della prostata è diventato
nell’ultimo decennio la forma
di cancro più frequente fra gli
uomini nei Paesi Occidentali.
Rappresenta infatti il 20% di tutti
i tumori diagnosticati a partire dai
50 anni di età. Nel 2013, in Italia
si sono stimati circa 36.000 nuovi
casi. Nell’ultimo quinquennio vi
sono stati cambiamenti decisivi
nel trattamento della malattia. La
sopravvivenza media è decisamente
migliorata: è attualmente attestata
al 91% a 5 anni dalla diagnosi,
in costante e sensibile crescita.
Il merito va soprattutto a nuovi
farmaci chemioterapici, che
hanno cambiato radicalmente le
prospettive.
L’importanza
della
comunicazione
Come malato hai diritto di scegliere se e
quanto essere informato sulla tua malattia,
venendo coinvolto nelle varie fasi del percorso
terapeutico. Ma puoi anche decidere di delegare
una persona di fiducia nei rapporti con il medico. Sarà
quest’ultima a ricevere le informazioni sul tuo stato di salute.
Comunque, è utile che il rapporto con il tuo medico (oncologo
e medico di famiglia) sia improntato alla massima fiducia e
collaborazione. Spesso esiste una differenza tra i tuoi desideri
e aspettative nella comunicazione e le modalità con cui invece
questa viene fornita. Se il medico si rivolge a te in maniera
meccanica e impersonale, senza permetterti di esprimere
dubbi e preoccupazioni, senza aiutarti a comprendere e
interpretare correttamente le notizie, non farà che alimentare
la tua ansia. Lo stesso effetto si ottiene, però, se eviterai di
chiedere risposta a tutti i tuoi dubbi per imbarazzo o paura.
Una buona comunicazione richiede una formazione
specifica del medico, oncologo e di famiglia, e anche la tua
collaborazione: devi porti con fiducia nei loro confronti,
senza temere di fare domande stupide, senza considerare
tabù alcun argomento, chiedendo spiegazioni per
ogni concetto che non capisci.
Il linguaggio della medicina
Una corretta informazione può essere ostacolata anche dalla complessità
stessa della malattia: le procedure diagnostiche e terapeutiche sono sempre
più sofisticate, spesso difficili da spiegare in maniera comprensibile. Anche se
i medici cercano di semplificare il più possibile il linguaggio, alcuni termini
possono comunque risultare poco chiari.
“xyz...”
“?”
In questo caso, chiedi spiegazioni!
Quando parli dei tuoi sintomi o di qualsiasi problema
connesso alla malattia o alle terapie cerca di essere
diretto, senza imbarazzo. Può essere utile recarsi alle
visite con un quaderno ed annotare eventuali parole non
chiare, o espressioni sconosciute per chiederne poi il significato.
Un altro utile suggerimento è preparare prima dell’incontro una lista di
domande, così da chiarire ogni dubbio.
Mentre parla ci si può aiutare
prendendo appunti oppure
chiedendo di poter registrare
la conversazione. È sempre
consigliabile farsi accompagnare da
un familiare o da un amico alle visite
per risolvere eventuali dubbi dovessero
venire in mente dopo essere usciti
dallo studio medico.
La gestione degli effetti collaterali
e il follow-up
Il trattamento del cancro della prostata,
come tutte le terapie antitumorali, può
causare effetti collaterali a breve e a
lungo termine. Tuttavia, è necessario
tenere sempre ben presente che non è
possibile prevedere con certezza quali
effetti collaterali si manifesteranno nel
singolo caso.
Funzione sessuale
Molti avvenimenti possono
incidere sul modo in cui le
persone vivono sé stesse e la
loro sessualità, ed esistono
naturali cambiamenti nel
desiderio legati all’età.
Il cancro rappresenta
una delle esperienze
della vita in grado di
modificare il modo in cui si vivono l’immagine corporea e la sessualità.
Dopo il trattamento è possibile che alcune fasi del ciclo sessuale vengano
danneggiate, a causa delle rimozioni chirurgiche o degli effetti della radioterapia.
Le conseguenze della chemioterapia potrebbero causare un cambiamento
nell’immagine corporea o nello stato ormonale, con un peggioramento di alcuni
aspetti del funzionamento sessuale.
Si deve, inoltre, tenere conto dell’impatto che la malattia determina sul contesto
familiare: in particolare la reazione del partner che, se viene percepita dal paziente
come inadeguata, potrebbe portare a una
diminuzione dell’interesse o dell’abilità di
rispondere sessualmente. La portata di
questi cambiamenti sul funzionamento
sessuale è diverso da persona a persona e
dipende dal significato che si dava alla vita
sessuale prima della malattia.
Questa condizione del tutto
peculiare è però reversibile. In
certi casi la disfunzione erettile
può non essere definitiva e
dunque migliorare col tempo,
ricorrendo eventualmente ad
aiuti farmacologici. Purtroppo
molti uomini, di qualsiasi età,
faticano a parlare con il proprio
medico di questioni personali come la sessualità. Alcuni si bloccano anche con
il partner, per paura di essere respinti o non capiti. Il primo passo è vincere
questa resistenza. Il secondo potrà consistere nel ricorso a una ‘riabilitazione/
terapia della funzione sessuale’, sia con i farmaci che tramite il supporto
psico-sessuologico individuale o di coppia. La maggior parte degli uomini
con problemi di disfunzione erettile trarrà probabilmente vantaggio da un
trattamento, ma ogni paziente è diverso dall’altro e il consiglio del medico di
famiglia e di uno specialista potranno essere molto utili.
Infertilità
Alcuni dei trattamenti per il cancro della
prostata possono comportare il rischio di sterilità.
È importante discutere di questa eventualità con il medico prima di iniziare
la terapia. Se lo ritieni opportuno, puoi chiedere informazioni per l’eventuale
crioconservazione del seme.
Incontinenza urinaria
Perdere il controllo della vescica può essere una conseguenza della malattia o del
trattamento, anche se sono stati compiuti progressi notevoli per limitare questa
eventualità. Il problema si può attenuare e risolvere in maniera graduale, grazie
a esercizi specifici di fisioterapia, mirati al recupero della capacità di trattenere
l’urina. Se questi non si rivelano efficaci e il problema persiste per tanto tempo,
rivolgiti nuovamente allo specialista per valutare insieme altre soluzioni.
Questo insieme di effetti collaterali tipici tocca l’uomo nei suoi
punti più delicati. È difficile sentirsi bene con un pannolone o perdendo
un po’ di urina ogni volta che si compie uno sforzo.
Ci si può sentire ancora ‘maschio’ quando si vede il seno crescere, si soffre
di vampate di calore, ci si commuove facilmente e l’eros sembra essere solo
un lontano ricordo?
Come si può fare ancora l’amore se non si possiedono più ‘gli strumenti’ di
una volta? Che cosa si può fare?
Innanzitutto, no al silenzio e all’isolamento: resisti alla tentazione di chiuderti in
te stesso, di nasconderti o camuffarti, evitando luoghi e situazioni dove i segni
della patologia potrebbero essere scoperti. Rinunciare a tutto per il tumore non
risolve i problemi, ma aumenta il dolore e la solitudine. L’equilibrio si ritrova
affrontando il cambiamento.
È fondamentale accantonare l’idea di sé prima del cancro e aprirsi alla scoperta
di un nuovo sé, del tutto inesplorato.
Con il partner puoi imparare a valorizzare altri aspetti e altre modalità di stare
insieme, anche nell’intimità: cerca modi differenti per dare e ricevere piacere,
impara a conoscere i nuovi ‘tempi’, affronta i momenti ‘imbarazzanti’ con ironia e
complicità.
Sotto un certo punto di vista, la malattia può essere anche un’occasione per
avvicinarsi di più, rafforzare i legami, ridefinire le priorità della vita. Osa e
concediti quello che prima sembrava impossibile.
Domande frequenti su sesso e cancro
L’attività sessuale potrebbe aggravare il tumore?
No. Il contatto intimo e il piacere derivanti dall’attività sessuale, i sentimenti
di amore, tenerezza e affetto che ne conseguono possono essere d’aiuto per
affrontare gli effetti della malattia e dei trattamenti.
Molte persone riferiscono di sentirsi depresse, scoraggiate o spaventate quando
si ammalano, per cui l’affetto del partner può essere di grande aiuto.
Ci sono dei momenti in cui sarebbe opportuno evitare di avere rapporti
sessuali?
L’intervallo che deve trascorrere prima di riprendere l’attività sessuale varia
enormemente a seconda del tipo di intervento e delle condizioni di ognuno.
L’indicazione è sempre di parlarne dettagliatamente col proprio medico, di
famiglia o oncologo.
Come posso superare il problema della stanchezza?
Occorre flessibilità nel trovare il momento della giornata in cui ti senti meno
stanco e provare posizioni meno faticose e scomode.
Ricordati che fare l’amore non significa necessariamente andare fino in fondo.
Il follow-up
Una volta terminate le terapie, i medici pianificano una serie di controlli
periodici per monitorare la malattia e gli effetti dei trattamenti. Nel caso
di tumore alla prostata, si tratta di visite mediche con esplorazione rettale;
analisi del sangue (tra cui il PSA); visita e, all’occorrenza, esami strumentali
specifici (ecografia prostatica transrettale, RM,
PET-TC o TC). In gergo tecnico, queste
procedure sono definite follow-up.
I controlli sono inizialmente frequenti
(ogni tre-sei mesi), per diradarsi poi
nel tempo (una volta all’anno).
Nei primi mesi di trattamento,
in particolar modo se accusi
dei disturbi, è consigliabile
presentarsi periodicamente
dal medico di famiglia.
Tuttavia, se nell’intervallo tra
un controllo e l’altro avverti
problemi o compaiono nuovi
sintomi, è necessario sentire
immediatamente il tuo medico e
valutare insieme se contattare lo
specialista.
I diritti dei pazienti
Il paziente colpito da cancro gode degli stessi diritti degli altri cittadini, ma
troppo spesso accade che non ne sia sufficientemente a conoscenza.
Per colmare questo gap informativo, dal 2003 AIMaC pubblica e aggiorna il
libretto I diritti del malato di cancro, scaricabile da www.
aimac.it
Per superare le difficoltà causate dalla patologia tumorale
numerose leggi dello Stato prevedono l’accesso a vari
benefici giuridici ed economici. Ad esempio, il malato
con un certo grado di invalidità può richiedere sussidi
economici erogati dall’INPS o dagli altri enti di
previdenza.
Se riconosciuto portatore di handicap grave, può
usufruire di congedi e permessi orari o giornalieri
dal lavoro, senza perdere la retribuzione, sia durante che dopo il
trattamento. È possibile anche passare dal rapporto di lavoro a tempo pieno a
quello a tempo parziale, fino a che le condizioni di salute non consentono di
riprendere il normale orario.
Secondo un’indagine Censis-FAVO del 2013, ad esempio, solo il 7,8% ha chiesto
il passaggio al part-time, un diritto di cui è possibile avvalersi con la Legge
Biagi. Inoltre, poco meno del 12% ha beneficiato di permessi retribuiti (previsti
Le associazioni: AIMaC e FAVO
L’Associazione Italiana Malati di Cancro (AIMaC) è una Onlus costituita da
ex malati e loro familiari, docenti universitari, ricercatori, medici, giuristi,
psicologi, imprenditori e giornalisti. Fornisce gratuitamente un servizio
informativo mediante i volontari dell’help-line e dei 36 punti di accoglienza
ed informazione presenti nei maggiori centri di cura dei tumori in Italia. Offre
accoglienza e sostegno psicologico e, attraverso un sistema multimediale (libretti,
videocassette, internet, telefono, fax, email), fornisce informazioni sulla malattia,
i trattamenti e i loro effetti collaterali, l’accesso ai benefici previsti dalle leggi in
ambito lavorativo, previdenziale e assistenziale, indicando, inoltre, i servizi socio/
sanitari, le strutture oncologiche e le associazioni di volontariato cui rivolgersi.
AIMaC è una delle 500 associazioni che formano la Federazione italiana delle
Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO, www.favo.it), che raggruppa
oltre 25.000 volontari (nella maggior parte dei casi malati o ex malati), per un
totale di 700.000 iscritti.
dalla Legge 104/1992); solamente il 7,5%
ha utilizzato i giorni di assenza per terapia
salvavita e il 2,1% i congedi lavorativi.
Questa situazione interessa anche i cosiddetti
“caregiver”, cioè familiari o amici che
assistono i malati in modo continuativo.
La prevenzione continua
La prevenzione è fondamentale anche per evitare possibili recidive. Uno stile di
vita sano, quindi, è importante soprattutto in un momento delicato come questo.
Ecco alcuni consigli:
1. Segui una dieta corretta
Basa la tua alimentazione su cibi di
provenienza vegetale, con cereali non raffinati
industrialmente, legumi ad ogni pasto e
un’ampia varietà di verdure non amidacee (no
quindi a fagioli, mais, patate, piselli) e frutta.
Ne sono raccomandate almeno cinque
porzioni al giorno, preferibilmente di
stagione. Limita inoltre il consumo di
carni rosse (vitello, maiale, ecc.) ed
evita quelle conservate.
2. Pratica esercizio fisico
Un po’ di moto è
fondamentale per la
riduzione del rischio di
recidiva. I pazienti che fanno
sport regolarmente mostrano più
vigore fisico, un umore migliore e, in
generale, un livello maggiore di salute. È sempre meglio concordare con il tuo
medico uno schema di allenamento, che tenga conto del necessario riposo postintervento/trattamento e rispetti il tuo stato di salute generale.
3. Tieni d’occhio il peso
Il sovrappeso è un fattore di rischio rilevante, sia per le patologie tumorali che per
altre malattie (cardiovascolari, diabete, ecc.). Per sapere se il tuo peso è corretto
calcola il tuo Indice di Massa Corporea (IMC), cioè: peso (Kg) / [altezza (metri)]2
che dovrebbe rimanere fra 21 e 23.
4. Limita il consumo di alcol
L’alcol, se consumato in eccesso, svolge la sua azione nociva in
diversi modi: può danneggiare alcuni tessuti o organi; interagire
con altri composti dannosi come il fumo, potenziandone gli
effetti, o ridurre la capacità protettiva di alcuni nutrienti.
5. Non fumare
Il fumo di sigaretta (anche quello passivo) è uno dei principali
fattori di rischio per molti tipi di cancro. Ne può risentire anche la prostata. Le
sostanze cancerogene prodotte dalla combustione dei polmoni entrano infatti nel
circolo sanguigno e raggiungono tutti i tessuti. Quindi, ogni volta che accendi una
sigaretta considera che non stai facendo del male soltanto ai tuoi polmoni, ma a
tutto il corpo. Compreso quello delle persone che ti sono vicine.
SIMG
SOCIETÀ ITALIANA
DI MEDICINA GENERALE
ASSOCIAZIONE ITALIANA
MALATI DI CANCRO
Associazione Italiana
di Oncologia Medica
La Società Italiana di Medicina Generale (SIMG, simg.it), fondata nel 1982, è
un’associazione autonoma e indipendente nata per promuovere, valorizzare e
sostenere il ruolo professionale dei medici di medicina generale, sia nella sanità
italiana che nelle organizzazioni sanitarie europee ed extraeuropee.
L’Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici (AIMaC, aimac.it), fondata
nel 1997, è un’Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS). Dal
2010 è stata riconosciuta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali come
“organizzazione che svolge un’attività di evidente funzione sociale sul territorio
nazionale”. AIMaC fornisce informazioni sul cancro e sulle terapie ai malati e alle
loro famiglie, assicura sostegno psicologico e promuove iniziative per migliorare la
qualità della vita e dell’assistenza ai malati di cancro.
L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM, aiom.it) è la società clinico-
scientifica degli oncologi medici italiani. Fondata il 7 novembre 1973, conta oggi circa
2.500 iscritti. Raggruppa tutte le componenti dell’oncologia medica italiana, dalle
strutture di ricovero e cura del Servizio Sanitario Nazionale, alle facoltà di Medicina,
agli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), dai medici specialisti a
tutto il personale assistenziale nell’area oncologica pubblica e privata.
Realizzazione
via Malta 12/b, 25124 Brescia
[email protected]
www.intermedianews.it
www.ilritrattodellasalute.org
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un educational grant di
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