L’AGENDA 21 LOCALE
Lo Sviluppo Sostenibile
nella Provincia di Verona
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22 gennaio 2002
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PROVINCIA DI VERONA
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Cos’è Agenda 21 Locale
L’Agenda 21 Locale può essere definita come la
pianificazione, concertata, di un insieme di azioni fra le
autorità locali e i diversi portatori di interesse a livello locale,
finalizzata allo sviluppo sostenibile del territorio.
L’agenda 21 Locale individua una serie di obiettivi
economici, sociali, culturali e di protezione ambientale, per il
cui raggiungimento è richiesto un attivo coinvolgimento della
popolazione interessata ed un rafforzamento del ruolo delle
autorità locali.
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Il contesto internazionale
La conferenza su Ambiente e Sviluppo del 1992 (Rio, 1992) ha
adottato un programma d’azioni denominato Agenda 21 che è
stato siglato da 173 Paesi, tra cui l’Italia. In quella sede
l’Agenda 21 è diventata il principale riferimento internazionale
per l’azione ambientale.
In particolare il cap. 28 si rivolge alle comunità affinché
realizzino un processo di Agenda 21 Locale e si dotino di un
piano d’azione ambientale che traduca i principi generali di
Agenda 21 in misure concrete a scala locale.
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Il contesto nazionale
Il Coordinamento nazionale A21 Locali italiano costituisce l’unica
iniziativa del genere a livello europeo e nasce con il pieno
appoggio della Campagna Europea per le città sostenibili (carta
di Aalborg).
Partecipano al coordinamento ca. 400 amministrazioni locali. I suoi
obiettivi, sintetizzati nella Carta di Ferrara, sono i seguenti:
• stimolo di processi di A21L in Italia e trasferimento di esperienze
• promozione di iniziative e strumenti di concertazione tra le parti
• supporto allo sviluppo di un quadro conoscitivo di informazioni
ambientali e territoriali indispensabili per avviare processi
decisionali
• attivazione di iniziative di informazione, formazione ed
educazione ambientale
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Cos’è lo sviluppo sostenibile: alcune definizioni
“ … uno sviluppo che va incontro alle necessità del presente
senza compromettere le possibilità delle future generazioni di
andare incontro alle loro”
“ … migliorare la qualità della vita umana, rimanendo
all’interno della capacità di carico di un ecosistema”
“Lo sviluppo sostenibile di una comunità risiede nella capacità
di prendere decisioni legate al proprio sviluppo che sappiano
rispettare le relazioni tra: economia, ecologia e equità.”
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Il progetto
Fase 1. Coordinamento del
progetto
Modulo 1 –
Attivazione del progetto
A21L
Fase 2. Sensibilizzazione
degli attori sociali
Fase 3. Il Forum
Modulo 2 –
Istituzione del Forum
Fase 4. Individuazione criticità
territoriali
Modulo 3 –
Definizione degli obiettivi
e del Piano di Azione
Fase 5. Definizione obiettivi
di miglioramento
Fase 6. Definizione del
Piano di azione
A21L
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Fase
Fase6.7.Monitoraggio
Definizione dele
Piano di
valutazione
azione
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Fase 1: Attivazione del Processo
Obiettivo: definizione di attori, ruoli e competenze, e organizzazione
preliminare del Progetto.
Le principali attività, già svolte, in questa fase sono:
- individuazione dei funzionari che cureranno la realizzazione del
Progetto;
- sensibilizzazione e formazione dei funzionari e della Giunta su
scopi e implicazioni del Progetto;
- redazione del piano di lavoro del Progetto Agenda 21 Locale;
- realizzazione del forum informativo sul sito internet.
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Fase 2: Avvio del Forum
Il Forum riveste un ruolo decisivo in quanto organismo di
stimolo e di rappresentanza degli interessi comuni della
provincia, teso a garantire la realizzazione di un processo
partecipato.
Affinché il processo Agenda 21 proceda nel rispetto dei suoi
principi ispiratori è necessario operare secondo la logica della
concertazione, pur partendo da posizioni e interessi differenti.
Per l’efficace avvio del Forum occorre sensibilizzare l’insieme
delle risorse istituzionali, le organizzazioni sociali e le attività
economiche al fine di realizzare opportunità credibili ed
efficaci di confronto costruttivo.
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Fase 2: Avvio del Forum
Il forum sarà suddiviso in gruppi di lavoro tematici.
Si dovrà arrivare ad evidenziare criticità e priorità di intervento
confrontando i possibili percorsi verso la sostenibilità dello
sviluppo.
La struttura del forum dovrà essere tale da comprendere i
principali attori locali; è necessario quindi che si organizzi una
campagna di comunicazione e sensibilizzazione avendo come
target, di volta in volta, la popolazione nel suo complesso o
specifici gruppi territorialmente o settorialmente definiti.
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Fase 3: Predisposizione del quadro diagnostico
L’analisi delle problematiche ambientali e socioeconomiche, delle
relative cause e degli effetti indotti sarà realizzata attraverso
l’edizione del primo Rapporto sullo Stato dell’ambiente della
Provincia di Verona, redatto con la collaborazione scientifica
dell’ARPAV.
Il documento rappresenterà la base oggettiva per le discussioni e le
scelte strategiche che emergeranno dai gruppi di Lavoro.
La relazione, oltre che al forum, sarà capillarmente distribuita alle
istituzioni e ai principali portatori di interessi locali. Potrà essere
visionata sul sito internet della provincia.
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Fase 4: individuazione di priorità e obiettivi
Dalle conclusioni emerse nella precedente fase di elaborazione del
quadro diagnostico, si individueranno le priorità e gli obiettivi su cui
tarare il Piano d’Azione.
Dovranno essere i diversi tavoli di lavoro tematici a proporre i
singoli obiettivi del piano d’azione.
In successive sedute del Forum plenario si provvederà a integrare il
lavoro dei tavoli tematici in un unico documento (dopo avere risolto
eventuali incompatibilità o conflitti tra le conclusioni dei diversi
gruppi di lavoro) e alla delibera del documento.
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Fase 5: Definizione del Piano d’azione
Una volta che il forum ha adottato gli obiettivi si passerà a
individuare quale sia il modo migliore per raggiungerli.
Anche in questa fase è di cruciale importanza individuare
correttamente potenziali conflitti e sinergie.
Il forum avrà il compito di collettore di proposte e di arbitro.
La compatibilità tra le conclusioni del forum e l’effettiva
competenza in materia di pianificazione della Provincia dovrà essere
oggetto di un’attenta analisi. Occorrerà anche una verifica della
corrispondenza tra gli obiettivi individuati dal forum con gli obiettivi
di Enti sovraordinati.
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Fase 6: Adozione del Piano d’azione
Obiettivo di questa fase di lavoro è l’adozione del Piano da parte del
forum e il suo riconoscimento da parte dell’Amministrazione
provinciale.
Il Piano d’Azione cessa, quindi, di essere un documento formale per
divenire uno strumento concreto di governo del territorio, in grado
di incidere sul suo sviluppo.
Il piano d’azione deve essere, per quanto possibile, implementato
nelle prassi amministrative della provincia.
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Fase 7: Monitoraggio e Valutazione
L’attività principale consiste nella definizione delle modalità di
monitoraggio della realizzazione dei programmi specifici di
azione al fine di rilevare tempestivamente eventuali scostamenti
rispetto a quanto programmato, individuarne le cause e attivare
eventuali azioni correttive.
Tra gli strumenti di monitoraggio la contabilità ambientale
territoriale è quello che garantisce le migliori performace in
termini di affidabilità, ripetitività e precisione.
Gran parte dei dati necessari alla relazione sullo stato
dell’ambiente della provincia possono essere estratti dalle
banche dati della contabilità ambientale.
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Esempi di iniziative
Agricoltura
• Promozione di sistemi di gestione ambientale certificati nel settore
agro-zootecnico nelle aree ad elevata vulnerabilità ambientale.
- Riduzione del carico di nutrienti, in particolare di azoto, da reflui
suinicoli nell’area di ricarica degli acquiferi.
• Promozione di misure per eliminare gli impatti ambientali favorendo
la riconversione delle aziende verso l’agricoltura biologica.
Tutela e valorizzazione del territorio
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Rinaturalizzazione di un’area rurale con la ricostituzione di elementi
naturali.
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Esempi di iniziative
Pianificazione del sistema insediativo
•
Recupero delle aree dismesse o in dismissione come risorse per contenere
la dilatazione urbana.
Coordinamento a livello intercomunale delle politiche urbane, in
particolare nelle situazioni di maggiore integrazione del sistema
insediativo.
Tutela dei caratteri distintivi del territorio rurale, valorizzazione del
patrimonio edilizio e delle risorse ambientali anche per funzioni non
agricole (Agriturismo,Ecoturismo).
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Esempi di iniziative
Fauna, Caccia e Pesca
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Mantenimento specie autoctone.
Valorizzazione faunistica del territorio.
Aumento della superficie delle aree protette e di pregio naturalistico.
Attività estrattive
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Minimizzazione del consumo di risorse naturali provenienti da attività
estrattive.
Difesa del Suolo
•
Riequilibrio assetto idraulico, idrogeologico e naturalistico dei corsi
d’acqua e delle fasce fluviali.
Realizzazione di itinerari ciclabili e pedonabili.
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Esempi di iniziative
Protezione civile
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Pianificazione a livello provinciale delle attività di organizzazione nella
fase di emergenza di protezione civile.
Monitoraggio degli eventi idrologici estremi al fine dell’organizzazione
delle attività di previsione e prevenzione di Protezione civile.
Informazione ed educazione ambientale
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•
Sviluppo e coordinamento di una rete provinciale di Sportelli per
l’educazione all’ambiente e lo sviluppo sostenibile.
Controlli ambientali - Potenziamento e maggiore coordinamento fra Corpi
ed Enti deputati ai controlli ambientali.
Protezione Atmosfera
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Risanamento della qualità dell’aria nel distretto industriale xxxxxx.
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Esempi di iniziative
Pianificazione Pubblica Territoriale
•
Favorire l’aggiornamento professionale dei tecnici della Provincia e
dei Comuni.
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Introdurre criteri di “progettazione sostenibile” ( bioedilizia e
bio-archittettura) nell’edilizia Residenziale pubblica.
Riqualificazione urbana
•
Coordinamento delle politiche urbane rivolte all’ammodernamento
del sistema della logistica.
•
Favorire il recupero delle aree in via di dismissione.
Insediamenti produttivi
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Promozione della certificazione ambientale di aree territoriali e di aziende.
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Favorire i processi di accentramento di unità produttive in poli.
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Esempi di iniziative
Acqua
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Promozione certificazioni ambientali delle imprese distributrici.
•
Favorire la realizzazione di impianti di depurazione più efficienti.
Rifiuti
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Creare consapevolezza e informazione al fine di ridurre la produzione di
rifiuti, a partire già dall’acquisto dei beni.
•
Potenziamento della raccolta differenziata dei RSU.
•
Adozione negli uffici di sistemi di raccolta differenziata.
Energia e cambiamento climatico
•
Miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti termici negli edifici
pubblici
•
Monitoraggio dei consumi specifici d’energia, informazione sulle tecnologie
pulite e sulle agevolazioni fiscali.
•
Redazione del Piano d’Azione per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile.
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