LE ORIGINI DI AGENDA 21 LOCALE
IL SIGNIFICATO DI AGENDA 21 LOCALE
L’APPROCCIO DI AGENDA 21 LOCALE
I PRINCIPI GENERALI DELL’AZIONE LOCALE
I CONTENUTI DI AGENDA 21 LOCALE
LA RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
IL FORUM
IL PIANO DI AZIONE AMBIENTALE
LO STATO DI ATTUAZIONE AGENDA 21 LOCALE
GLI INDICATORI
IL CONCETTO DI IMPRONTA ECOLOGICA
LE ORIGINI DI AGENDA 21 LOCALE
AGENDA 21 A RIO
Agenda perché fissa gli impegni per il futuro, 21 perché il futuro di riferimento è
quello del 21° secolo.
Documento costituito da 40 capitoli, riferimento globale per lo sviluppo sostenibile del
21° secolo.
Articolata in 4 sezioni:
- Dimensione economica e sociale
- Conservazione e gestione delle risorse
- Rafforzamento del ruolo degli attori (es. Cap.28 – Iniziative delle autorità locali a
supporto dell’Agenda 21)
- Strumenti per l’implementazione
CAPITOLO 28 DELL’AGENDA 21
“LE INIZIATIVE DELLE AUTORITA’ LOCALI IN SUPPORTO DI AGENDA 21”
28.1 – “Dal momento che così tanti problemi e relative soluzioni indicati dall’Agenda
21 trovano le loro radici nelle attività a livello locale, la partecipazione e cooperazione
delle amministrazioni locali rappresenta un fattore determinante nell’adempimento dei
suoi obiettivi.
… Poiché gli enti locali rappresentano il livello di governo più vicino ai cittadini, essi
giocano un ruolo vitale rispetto all’educazione, alla mobilizzazione e alla
responsabilizzazione del pubblico nella promozione dello sviluppo sostenibile”
28.2 – “… entro il 1996, la maggior parte delle autorità locali di ogni paese dovrebbe
aver intrapreso un processo di consultazione con le popolazioni e aver raggiunto un
consenso rispetto ad una specifica Agenda 21 Locale …”
28.3 – “Ciascun ente locale dovrebbe stimolare un dialogo con i cittadini, le
organizzazioni locali, le imprese private al fine di adottare la propria Agenda 21
Locale. Tramite la consultazione ed un processo di costruzione del consenso, le
autorità locali devono apprendere dai cittadini e dalle organizzazioni locali, civiche,
industriali e di interesse, nonché dotarsi delle informazioni necessarie allo scopo di
poter formulare le strategie più appropriate. Il processo di consultazione intende
accrescere la coscienza delle famiglie rispetto alle problematiche dello sviluppo
sostenibile …”
1994 – CARTA DI AALBORG
CONFERENZA EUROPEA SULLE CITTA’ SOSTENIBILI
CARTA DELLE CITTA’ EUROPEE PER UN MODELLO URBANO SOSTENIBILE
-
Primo passo per l’attuazione dell’Agenda 21 Locale
Firmata da oltre 300 autorità locali
Definisce i principi base uno sviluppo sostenibile delle città
Definisce gli indirizzi per i piani di azione locali
PARTE 1
DICHIARAZIONE DI PRINCIPIO: LE CITTA’ EUROPEE PER UN
MODELLO URBANO SOSTENIBILE
1 – IL RUOLO DELLE CITTA’ EUROPEE
Le città europee riconoscono la propria responsabilità … per quanto riguarda molti
dei problemi ambientali che l’umanità si trova ad affrontare. Constatano che gli
attuali livelli di sfruttamento delle risorse dei paesi industrializzati non possono
essere raggiunti dall’intera popolazione esistente e tanto meno dalle generazioni
future senza distruggere il capitale naturale.
2 – IL CONCETTO E I PRINCIPI DELLA SOSTENIBILITA’
Le città riconoscono che il concetto dello sviluppo sostenibile fornisce una guida per
commisurare il livello di vita alle capacità di carico della natura. Pongono tra i loro
obiettivi giustizia sociale, economie sostenibili e sostenibilità ambientale …
Sostenibilità a livello ambientale significa conservare il capitale naturale …
3 – STRATEGIE LOCALI PER UN MODELLO URBANO SOSTENIBILE
Le città sono convinte di rappresentare la più ampia unità in grado di affrontare
inizialmente i molti squilibri urbani …, e al tempo stesso la scala più piccola alla
quale i problemi possono essere risolti positivamente in maniera integrata, olistica e
sostenibile. Ogni città ha la sua specificità e pertanto occorre che ciascuna trovi la
propria via alla sostenibilità. Il loro compito è quello di integrare i principi della
sostenibilità nelle rispettive politiche e partire dalle risorse delle diverse città per
costruire appropriate strategie locali.
4 – LA SOSTENIBILITA’ COME PROCESSO LOCALE E CREATIVO PER LA
RICERCA DELL’EQUILIBRIO
Le città riconoscono che la sostenibilità non rappresenta uno stato né una visione
immutabili, ma piuttosto un processo locale, creativo e volto a raggiungere
l’equilibrio che abbraccia tutti i campi del processo decisionale locale. Esso genera
una continua verifica nella gestione delle città …
5 – RISOLVERE I PROBLEMI ATTRAVERSO SOLUZIONI NEGOZIATE
6 – L’ECONOMIA URBANA VERSO UN MODELLO SOSTENIBILE
Le città riconoscono che il capitale di risorse naturali, atmosfera, suolo, acqua e
foreste, è divenuto il fattore limitante del loro sviluppo economico …
7 – L’EQUITA’ SOCIALE PER UN MODELLO URBANO SOSTENIBILE
… Le città intendono integrare i bisogni fondamentali dei cittadini … con la
protezione dell’ambiente.
8 – MODELLI SOSTENIBILI DI USO DEL TERRITORIO
Le città riconoscono l’importanza dell’adozione da parte degli enti locali di
efficienti politiche di pianificazione dello sviluppo degli usi territoriali che
comprendano una valutazione ambientale strategica di tutti i progetti …
9 – MODELLI SOSTENIBILI DI MOBILITA’ URBANA
Le città si impegneranno per migliorare l’accessibilità e sostenere il benessere
sociale e lo stile di vita urbano pur riducendo la mobilità …
10 – RESPONSABILITA’ RIGUARDANTI IL CLIMA A LIVELLO
PLANETARIO
… Le fonti rinnovabili di energia rappresentano la sola alternativa sostenibile.
11 – PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO DEGLI ECOSISTEMI
12 – L’AUTOGOVERNO LOCALE COME PRECONDIZIONE
Le città ritengono di possedere la forza, la conoscenza e il potenziale creativo per
sviluppare modi di vita sostenibili … La capacità delle città di raccogliere questa
sfida dipende dai diritti di autogoverno che vengono loro riconosciuti a livello locale
conformemente al principio di sussidiarietà. È essenziale che gli enti locali
dispongano di poteri sufficienti e di una base finanziaria solida.
13 – IL RUOLO FONDAMENTALE DEI CITTADINI E IL COINVOLGIMENTO
DELLA COMUNITA’
Le città si impegnano a rispettare le raccomandazioni dell’Agenda 21 di Rio … Esse
fonderanno pertanto la loro azione sulla cooperazione tra tutti gli attori interessati
e faranno sì che tutti i cittadini e i gruppi interessati abbiano accesso alle
informazioni e siano messi in condizione di partecipare al processo decisionale
locale. Esse si preoccuperanno di predisporre opportunità di educazione e di
formazione alla sostenibilità …
14 – STRUMENTI AMMINISTRATIVI E DI GESTIONE URBANA PER
L’ATTUAZIONE DI UN MODELLO SOSTENIBILE
Le città si impegnano ad utilizzare gli strumenti tecnici e politici disponibili per
attuare un approccio alla gestione urbana che tenga conto degli ecosistemi … Si
cercherà di istituire nuovi sistemi di contabilità ambientale …
PARTE 2
LA CAMPAGNA DELLE CITTA’ EUROPEE SOSTENIBILI
Le città europee firmatarie della Carta si muoveranno di concerto verso un modello
sostenibile grazie ad un processo di apprendimento basato sull’esperienza e sugli
esempi locali che hanno dato risultati positivi.
La Campagna delle città europee sostenibili è volta ad incoraggiare e a sostenere le
città che perseguono attivamente un modello urbano sostenibile.
PARTE 3
L’IMPEGNO NEL PROCESSO D’ATTUAZIONE DELL’AGENDA 21 A
LIVELLO LOCALE: PIANI LOCALI D’AZIONE PER UN MODELLO
URBANO SOSTENIBILE
Le città europee firmatarie della Carta si impegnano a promuovere, nelle rispettive
collettività, il consenso sull’Agenda 21 a livello locale, in conformità con quanto
stabilito dall’articolo 28 dell’Agenda 21 concordata a Rio nel 1992.
Si propone che il processo di definizione dei piani locali di azione comprenda le
seguenti fasi:
1 – individuazione degli schemi finanziari e di programmazione esistenti;
2 – individuazione sistematica, da realizzarsi facendo ampio ricorso alla
consultazione dei cittadini, dei problemi e delle rispettive cause;
3 – attribuzione di priorità per affrontare i problemi individuati;
4 – formazione di un punto di vista comune per quanto riguarda un modello
sostenibile di collettività attraverso un processo di partecipazione che coinvolga
tutti i settori interessati;
5 – valutazione delle opzioni strategiche alternative;
6 – adozione di piani locali di azione a lungo termine orientati alla sostenibilità
che contengano obiettivi misurabili;
7 – programmazione dell’attuazione del piano, compresa la realizzazione di uno
scadenzario e l’attribuzione delle diverse responsabilità tra le parti;
8 – istituzione di sistemi e procedure di relazione e monitoraggio dell’attuazione
del piano;
IL SIGNIFICATO DI AGENDA 21 LOCALE
- Processo di partnership attraverso il quale gli Enti locali operano in
collaborazione con tutti i settori della comunità locale per definire piani
d’azione tesi a perseguire la sostenibilità a livello locale;
- Processo di programmazione partecipata, capace di avviare strategie di
sviluppo sostenibile, rispondenti alle caratteristiche locali, capaci di
guardare al medio lungo periodo e strutturate in modo integrato;
- È un processo e non solo un prodotto;
- Processo che nasce da una scelta volontaria e condivisa tra più attori
locali
- Strumento difficilmente codificabile, considerata la diversa natura dei
problemi da affrontare e le differenti priorità che contraddistinguono le
autorità locali;
- Non esistono regole fisse, ma esistono requisiti minimi e alcune
componenti chiave
- Risultato atteso: avvio di un percorso consapevole di miglioramento della
qualità dell’ambiente e dello sviluppo, dove ad azioni promosse e
direttamente attivate dall’autorità locale si affiancano azioni e programmi
avviati su base volontaria da attori sociali ed economici, secondo principi
di cooperazione e di integrazione;
L’APPROCCIO DI AGENDA 21 LOCALE
1 – IMPORTANZA DEL PROCESSO: meno importante il documento del
processo che ha portato a definirlo
2 - INTEGRAZIONE DEI TEMI: obiettivi ambientali strettamente
connessi ad obiettivi economici e sociali
3 – INTEGRAZIONE DEGLI INTERESSI: coinvolgimento di tutti le
componenti della società
4 – OTTICA DI LUNGO TERMINE: progetti basati su obiettivi di lungo
termine, coerenti con il principio di precauzione
5 – DIMENSIONE GLOBALE: influenza dell’azione locale sullo sviluppo
globale
6 – IMPLEMENTAZIONE DI NUOVI PROCESSI DECISIONALI:
basati sulla trasparenza, la partecipazione e la multisettorialità
I CONTENUTI DI AGENDA 21 LOCALE
PRINCIPI GENERALI E VISIONE LOCALE CONDIVISA –
ISTITUZIONE DEL FORUM AMBIENTALE
PROBLEMI E RELATIVE CAUSE – RELAZIONE SULLO STATO
DELL’AMBIENTE
OBIETTIVI DELL’AZIONE AMBIENTALE
PRIORITA’ DI INTERVENTO
OPZIONI ATTUATIVE
TARGET
PROGRAMMI TEMATICI
PIANO D’AZIONE
ATTUAZIONE E MONITORAGGIO
VALUTAZIONE E REVISIONE
I PRINCIPI GENERALI DELL’AZIONE LOCALE
EQUITÀ
L'idea di equità deve estendersi alle generazioni future: una giusta
distribuzione di risorse materiali ed economiche agevola la sostenibilità
locale.
TRASPARENZA
Il percorso di attuazione dell'Agenda 21 Locale deve essere improntato alla
chiarezza di comportamenti ed intenti e svilupparsi su regole condivise. Ai
protagonisti deve essere garantita la visione limpida e globale di processo e
di ruoli.
ACCESSIBILITÀ ALLE INFORMAZIONI
Ai soggetti interessati deve essere garantito in forma estesa il diritto di
accesso e consultazione alle informazioni. Documenti sintetici e
comprensibili renderanno manifesti gli obiettivi concordati e le azioni per
raggiungerli.
AZIONI DI PARTENARIATO
L'ente locale ha un ruolo chiave nel processo di adozione dell'Agenda 21
Locale, ma non può agire da solo. E' indispensabile la condivisione di azioni
e responsabilità.
COINVOLGIMENTO NELLE SCELTE PUBBLICHE
Per la definizione di azioni locali improntate alla sostenibilità é necessario il
coinvolgimento degli attori sociali.
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
PERCORSO DI ADOZIONE DELLA RELAZIONE SULLO STATO
DELL’AMBIENTE
1 – Analisi soggettiva dei problemi: stabilire la percezione dei problemi da
parte della comunità locale e l’assegnazione di priorità;
2 – Analisi oggettiva dei problemi: ausilio di metodi di rilevazione standard
e check-list;
3 – Analisi delle tendenze in atto o prevedibili
4 – Adozione di indicatori e standard: indicatori misurabili e confrontabili
con dati standard;
5 – Valutazione dei problemi
6 – Descrizione dello stato dell’ambiente locale (problemi, cause, effetti) =
Relazione sullo Stato dell’Ambiente
COMPONENTI AMBIENTALI TRATTATE
- Aria
- Acque
- Suolo
- Energia
- Rifiuti
- Rumore
- Mobilità
- Biodiversità
- Inquinamento elettromagnetico
LA STRUTTURA DPSIR
DRIVERS
RISPOSTE
PRESSIONI
IMPATTI
STATO
DRIVERS: attività sociali ed economiche
PRESSIONI: sull’ambiente
STATO: dell’ambiente
IMPATTI: sulla salute umana e sugli ecosistemi
RISPOSTE: politiche e/o sociali
IL FORUM AMBIENTALE
COMPITI DEL FORUM
- Rappresentare gli interessi dell’intera comunità nelle varie fasi del processo di
definizione, di attuazione, di valutazione e di revisione delle politiche ambientali;
- Promuovere un diffuso coinvolgimento della popolazione locale;
- Sede per scambiare e diffondere informazioni;
- Sede per confrontare e mediare opinioni diverse;
- Supportare gli organi politici nelle decisioni ambientali;
- La costituzione avviene su base volontaria;
- Le risoluzioni del Forum hanno valore di raccomandazione per l’Autorità locale;
COMPOSIZIONE DEL FORUM
- Autorità locale (consiglieri, funzionari, consulenti)
- Popolazione locale (comitati di quartiere, associazioni di residenti e di volontariato,
rappresentanze delle minoranze etniche, dei disabili, dei gruppi svantaggiati, scuole,
organizzazioni sindacali, ONG, etc.)
- Agenzie governative e centri di ricerca (università, centri di ricerca pubblici e
privati)
- Associazioni ambientaliste
- Operatori del mondo rurale (agricoltori, allevatori, proprietari terrieri)
- Imprenditori ed industriali (associazioni di industriali e commercianti, camere di
commercio, società pubbliche e private che forniscono servizi ambientali)
- Altri partecipanti (per es. le forze di pubblica sicurezza, laddove abbiamo specifici
compiti di difesa dell’ambiente)
- I componenti sono designati dalle organizzazioni invitate a partecipare al Forum;
- Criteri minimi per l’ammissione al Forum:
1 – rappresentatività dell’organizzazione (verificata attraverso l’analisi della
qualità e della visibilità delle azioni svolte)
2 – contenuto dello statuto associativo (che deve prevedere in via prioritaria
attività legate allo sviluppo economico e sociale, l’impegno per la tutela dell’ambiente,
la tutela dei consumatori, la promozione di uno sviluppo equo e solidale)
SESSIONI PLENARIE DEL FORUM
SESSIONI TEMATICHE DEL FORUM
- Mobilità sostenibile
- Pianificazione del territorio
- Risorse e territorio
- Ambiente e territorio
- Biodiversità, zone agricole e risorse naturali
- Ambiente urbano
- Città sostenibile (mobilità, energia, acqua)
- Produzione e ambiente
- Produzione e lavoro
- Produzione e consumi
- Economia – attività produttive - lavoro
- Qualità sociale e qualità del territorio
- Società e cultura
- Comunicazione – informazione, partecipazione, educazione
- Gestione delle risorse
ORGANIZZAZIONE DELLE SESSIONI TEMATICHE
- Fasi del lavoro
1 – Introduzione al tema e breve sintesi degli incontri precedenti
2 – domande e commenti
3 – suddivisione in sottogruppi
4 – lavoro dei sottogruppi
5 – breve sintesi dell’incontro
6 – obiettivi dell’incontro successivo
- Attività di ciascun gruppo:
1 – confronto sulle problematiche
2 – condivisione delle problematiche prioritarie
3 – definizione degli obiettivi strategici di riferimento e della visione
tematica
4 – definizione degli indicatori strategici
5 – confronto collettivo sulla versione definitiva della visione tematica
6 – definizione dell’elenco delle azioni per ciascun ambito di
approfondimento
7 – riflessioni sulla struttura e sui dettagli delle azioni
8 – votazione delle azioni da considerarsi prioritarie
REGOLE DI BASE DEL FORUM
- Approccio costruttivo sui contenuti e sulle modalità di lavoro
- Diversità dei punti di vista come arricchimento e non come conflitto
- Pazienza e rispetto delle diversità / confronto sui contenuti
- Comunicazione e trasparenza tra promotori e partecipanti
- Rispetto degli orari e delle fasi previste
- Continuità degli incontri
- Equilibrio tra scetticismo e ottimismo
- Forum come momento di collaborazione e non come momento di
diffidenza e conflittualità
- Evitare il “voglio tutto e subito” e partecipare attivamente al
cambiamento
RISULTATI ATTESI
- Costruzione del consenso tra i partecipanti
- Raggiungimento di una soluzione condivisa, attraverso una procedura
approfondita e negoziale, sulla quale costruire gli impegni comuni;
-
Definizione degli obiettivi dell’azione ambientale
Definizione delle priorità
Valutazione delle opzioni d’intervento
Definizione dei target dell’azione ambientale
OBIETTIVI – PRIORITA’ – OPZIONI – TARGET
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI:
- Forum è sede ideale per la loro individuazione
- Punto di partenza = conoscenze acquisite (per es. Relazione sullo Stato
dell’Ambiente)
- Obiettivi di breve, medio o lungo periodo; a prevalente contenuto
ambientale, sociale o culturale;
- Prima traduzione dell’approccio locale alla sostenibilità; punto di
partenza per la definizione dei target e dei relativi programmi di
intervento;
INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITA’ DI INTERVENTO:
- Attribuzione delle priorità è la fase più delicata del processo;
- Tecniche di supporto per stabilire le priorità: grado di superamento degli
standard; costi necessari per rimediare al danno ambientale; costi sanitari;
analisi comparata del rischio; consulenza di esperti; valutazione di
impatto; letteratura scientifica; fattori esterni (per es. disponibilità di
finanziamenti);
INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE DELLE OPZIONI DI
INTERVENTO:
- Valutazione da svolgere in accordo con il forum ambientale;
- Per ciascun obiettivo si individuano tutte le possibili opzioni di
intervento, dalle opere fisiche alle tecniche di comunicazione, dalle
disposizioni legislative agli strumenti economici e regolamentativi;
- La valutazione deve avvenire in termini di impatto ambientale, efficienza
economica e impatto sociale;
DEFINIZIONE DEI TARGET:
- Caratteristiche dei target (= traguardi) selezionati:
1 – realizzabili
2 – specifici e misurabili
3 – dotati di dimensione temporale
4 – condivisi
PIANO DI AZIONE AMBIENTALE
PERCORSO
- Bozza di piano predisposta dall’Amministrazione pubblica = Linee guida
dell’azione ambientale
- Pubblicazione, consultazione e discussione pubblica della Bozza
all’interno del Forum
- Modifiche ed integrazione
- Adozione del Piano d’Azione
- Attuazione dei programmi
- Monitoraggio delle azioni
- Adattamenti e revisioni se necessarie
- Valutazione dei risultati del Piano d’Azione
- Aggiornamento del Piano d’Azione
PIANO D’AZIONE DI FERRARA
Complessivamente le azioni proposte sono 128, così suddivise:
Gruppo Produzione e Lavoro
26
Gruppo Gestione delle Risorse
40
Gruppo Qualità Sociale
39
Gruppo Pianificazione del territorio
23
Le 128 azioni elaborate dal FORUM scaturiscono dal dialogo e dalle idee dei diversi
stakeholders. Esse riguardano sia aspetti programmatici e strutturali che iniziative
specifiche, semplici e concrete. La ricchezza delle azioni proposte testimonia l'idea di
sviluppo sostenibile basata sulla integrazione delle variabili ambientali, economiche e
sociali.
La maggiore parte di idee e azioni si è concentrata su alcuni ambiti più ricorrenti di
altri:
• mobilità sostenibile
• responsabilità sociale e ambientale del mondo produttivo
• educazione dei giovani
• valorizzazione delle peculiarità del territorio.
Tra le 128 azioni ogni partecipante ha scelto le 20 priorità al fine di favorire il percorso
di attuazione evitando il rischio di una eccessiva dispersione informativa.
LE PRIORITA' DEL PIANO D’AZIONE DI FERRARA
1. Incentivare le imprese che operano in campo ambientale e sociale e che realizzano innovazioni di
prodotto e di processo
2. Effettuare una campagna di informazione rivolta ai ragazzi in età scolare e alle rispettive famiglie,
per incentivare i mestieri artigiani e le produzioni di prodotti tipici tradizionali
3. Inserire l'educazione ambientale e sociale (con approfondimenti legati alla realtà territoriale), nei
curricula, fin dai primi livelli d'istruzione, con aggiornamento costante dei docenti
4. Censire e recuperare le aree degradate o contaminate, urbane e periferiche, e fare un piano
regolatore nell'ottica di città patrimonio dell'umanità (*)
5. Mantenere e migliorare le aree verdi urbane
6. Organizzare corsi di formazione per docenti e studenti sulla utilizzazione della energia e del
trasporto, sulle normative sulla sicurezza ambientale, sull'ambiente domestico, sul consumo e
utilizzo di acqua, sui rifiuti
7. Creare una rete di piste ciclabili protette e illuminate sia in ambito urbano che di collegamento con i
centri periferici e i paesi limitrofi
8. Incentivare e promuovere tra i cittadini la cultura del risparmio energetico, dell'autoproduzione di
energia, della raccolta differenziata dei rifiuti, e della difesa del territorio*
9. Valorizzare le vie d'acqua attraverso progetti specifici e attraverso l'incentivazione delle imprese
10. Incentivare la diffusione di marchi di qualità e di origine controllata sulle produzioni locali
11. Stimolare la partecipazione alla pianificazione del territorio
12. Migliorare la viabilità ciclabile nel centro cittadino e sulle strade di collegamento
13. Razionalizzare l'espansione della città
14. Formare i lavoratori delle imprese all'uso di strumenti orientati all'ottimizzazione dei processi
produttivi sotto il profilo energetico
15. Sviluppare il turismo rurale e l'agriturismo (trasformando la campagna a coltivazione intensiva) e
valorizzare i centri e le frazioni (via d'acqua, cicloturismo, emergenze "minori", ecc.)
16. Creare una rete di parcheggi e poli scambiatori fuori dalle mura
17. (**) Progettare laboratori didattici nelle scuole (in particolare in settori nuovi e critici)
18. Riqualificare i lavoratori in difficoltà
19. Proporre dei piani di formazione aziendali e territoriali concertati per una formazione continua
20. Creare imprese nei settori nuovi e critici (Net Generation e Trash Generation, servizi anziani)
21. Promuovere la realizzazione dei Bilanci Sociali e Ambientali e costruire un sistema di gestione
ambientale per il territorio comunale e provinciale
22. Lanciare la Fiera dei prodotti eco.compatibili
23. Promuovere modalità e tecniche alternative di consumo e smaltimento in edilizia
24. Recuperare le abitazioni disabitate nella zona entro mura di Ferrara
LE AZIONI - PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
Valorizzare la peculiarità sociale, economica e ambientale della città e del territorio,
conservando la biodiversità
•
•
•
mantenere alti i livelli di qualità della vita nei centri ad elevata densità abitativa e turistica
favorire l'interazione fra città e campagna e fra il centro e la periferia
creare aree verdi e percorsi naturalistici e potenziare il verde urbano e territoriale
Azione
Aumentare le giornate senz'auto e le
domeniche ecologiche per mostrare i
vantaggi di un sistema combinato di
mobilità pubblica
Fare la raccolta differenziata nei Lidi
Comacchiesi
Incentivare la costituzione di gruppi
locali di protezione ambientale, civile,
volontariato
Promuovere modalità/tecniche
alternative di consumo, smaltimento e
costruzione in edilizia (incentivare,
informare)
Indicatori
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Recuperare le abitazioni disabitate
nella zona entro mura
(incentivi e piano di recupero)
•
Attori
Territorio
coinvolto
N° azione
Priorità e
N° priorità
N° gg. feriali senza auto/anno
N° centri urbani coinvolti
N° veicoli potenziali esclusi dalla
circolazione
Kwh consumati/abitante/anno
% di rifiuti differenziati raccolti/tot
rifiuti
N° di tipologie di raccoglitore
N° iniziative
N° corsi di formazione
Aziende di trasporto pubbliche e Provinciale
private
Comuni
Province
Enti locali
Lidi Comacchiesi
Aziende di trasporto pubbliche e
private
106
M - 57°
107
A - 140°
Associazioni di categoria
Circoscrizioni
Provinciale
108
M/B - 117°
N° concessionari edilizie rilasciate
con oneri ridotti
Quantità di materiale ecologico
venduto/tot
N° richieste di detrazioni Irpef
N° enti locali che hanno istituito la
tariffa sui rifiuti differenziati
N° e mq. recuperabili
Enti locali
Stato
Comune
Provincia
Provinciale
109
M/A - 23°
Comunale
110
A - 24°
Pubblica Amm.ne
Imprese
private
Pubblico e Privato)
(Consorzio
GLI INDICATORI - PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
Obiettivi strategici visione
Parametro
Valorizzare le peculiarità sociali ed economiche e ambientali della città e del Recupero valorizzazione
territorio conservandone la biodiversità
Mantenere alti i livelli della qualità della vita nei centri ad alta densità abitativa e Facilità di accesso ai servizi
turistica
Favorire l'interazione tra città e campagna e fra il centro e la periferia
Interazione territoriale
Creare aree verdi e percorsi naturalistici e potenziare il verde urbano e territoriale Verde
Operare una corretta gestione del traffico e della viabilità ciclabile
Dotare il territorio di una rete a basso impatto ambientale e funzionale alla qualità Forme alternative di trasporto
della vita
Diffondere e agevolare lo scambio tra i modi di trasporto
Facilitare lo spostamento verso i poli di attrazione del territorio con attenzione velocità tempi
alle esigenze del mondo produttivo e delle fasce sociali deboli
Promuovere forme alternative di trasporto per esempio incentivare l'utilizzo delle
vie d'acqua
Promuovere comportamenti e stili di vita rispettosi dell'ambiente, educando fin educazione e stili di vita
dall'età scolare alla conoscenza e all'uso consapevole e armonico del territorio
Motivare i cittadini al consumo consapevole, al risparmio energetico e delle
risorse naturali
Indicatore
2
m , aree dismesse recuperate;
m2 verdi/m2 recuperati a verde
n° concessioni per recuperi / anno
n° concessione per nuova edilizia
n° concessioni nuovi insediamenti industriali (anno per
comune)
Volume costruito: m2 anno/totale abitanti
n. abitanti centro / abitanti periferia
n. pendolari
m2 superficie verde sul totale / totale abitanti
m2 verde su m2 superficie territoriale
m2 verde attrezzato / totale abitanti
m2 verde pubblico / m2 verde privato
% pop. con accesso 20 min. agli spazi verdi / totale abitanti
Km. piste ciclabili sicure e continue
n° rastrelliere
n. auto circolanti/tot ab,
n. utenti mezzi pubblici al giorno/tot ab;
n. posti auto/tot ab
n. posti auto in zona interscambio/tot utenti
n. posti auto/utenti treno
tempo medio percorso casa lavoro per tipologia di mezzo;
tempo medio percorso casa principali strutture di servizio
per tipologia di mezzo
n. attracchi attrezzati per trasporto merci
n. iniziative di educazione per tipologia e per
destinatari/anno
n. famiglie, scuole che operano la raccolta differenziata
% giovani che usano la bicicletta o i mezzi pubblici per
andare a scuola
STATO DI ATTUAZIONE AGENDA 21 LOCALE
ENTI PUBBLICI PARTECIPANTI ALLA CAMPAGNA EUROPEA CITTÀ
SOSTENIBILI
1997: 27 (in Europa 383)
1998: 35 (446)
1999: 51 (627)
2000: 105 (880)
2001: 482 (1350)
2002: 513 (1521)
- Il 72% degli Enti partecipanti sono Comuni; Nord (42%); Centro (23%); Sud (35%)
STATO DI ATTUAZIONE:
- Attivazione (29%)
- Organizzazione (27%)
- Forum – partecipazione (19%)
- Analisi dei problemi (14% - in Puglia: aggregazione dei Comuni della pietra
leccese, Foggia, Nardò, Consorzio Intercomunale Nord Salento Valle della Cupa)
- Definizione del Piano d’Azione (6% - 14 Enti: Brescia, Empoli, Formigine, Lecco,
Massa, Pavia, Perugina, Quattro Castella, S.Donato Milanese, Savona, Sesto
S.Giovanni, Vernazza, Prov. Bologna, Comunità Montana Valtellina)
- Attuazione del Piano d’Azione (3.5% - 10 Enti: Bellusco, Celle Ligure, Parma,
Reggio Emilia, Ferrara, S.Teresa di Gallura, Prov. Lucca, Prov. Piacenza, Prov.
Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna)
- Monitoraggio del Piano d’Azione (1.5% - 4 Enti: La Spezia, Prov. Ferrara, Prov.
Modena, Prov. Torino)
PARTECIPAZIONE AL FORUM – SOGGETTI PIU’ PRESENTI
-
Enti pubblici
Associazioni ambientaliste
Associazioni di categoria
Organizzazioni sindacali
Imprese
Scuole
Associazioni imprenditoriali
TEMI DELLE SESSIONI TEMATICHE DEI FORUM
1 – TEMI AMBIENTALI TERRITORIALI
- Rifiuti (17.2%)
- Gestione / programmazione territoriale (15.4%)
- Acqua (15.4%)
- Mobilità / trasporti (14%)
- Aria (14%)
- Energia (13.6%)
- Biodiversità (10.4%)
2 – TEMI ECONOMICI
- Attività produttive (33.9%)
- Turismo (21.1%)
- Agricoltura (21.1%)
- Lavoro e occupazione (11.9%)
- Servizi / terziario (11.9%)
STRUMENTI UTILIZZATI PER FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE
- Incontri di formazione / informazione (19.4%)
- Opuscoli informativi (19.4%)
- Pagine web dedicate ad A21L (18%)
- Questionari / indagini periodiche (14%)
- Tavoli di lavoro e consulte già esistenti (11.7%)
- Trasmissioni televisive (5.9%)
- Mostre (4.5%)
- Campagne radio (3.6%)
- Riviste dedicate allo sviluppo sostenibile (3.6%)
PUNTI DEBOLI E CRITICITA’ DEL PROCESSO AGENDA 21
CRITICITA’ CONGENITE:
1 – Il concetto di sviluppo sostenibile sotteso ad A21L, di per sé dinamico e generico,
permette da un lato una condivisione generica da parte di un’ampia gamma di soggetti,
ma contemporaneamente diverse percezioni ed interpretazioni;
2 – A21L ingloba elementi, strutture, meccanismi operativi di diversa natura (politici,
sociali, economici, gestionali, territoriali), che aggiungono complessità e difficoltà
gestionali e di comunicazione;
3 – A21L è uno strumento di governance derivato da uno strumento strategico
internazionale, volontario e quindi non vincolante da un punto di vista giuridico,
tecnico ed economico rispetto ai contesti normativi nazionali;
4 – Le principali caratteristiche di A21L, la trasversalità tematica interdisciplinare e la
partecipazione al processo di tutti gli attori, rendono complessa la sua realizzazione per
chi promuove, gestisce e partecipa al processo stesso;
5 – Le fasi tipiche di un processo di A21L richiedono, in termini di risultati, in genere
tempi medio – lunghi;
MOLTE ADESIONI MA POCHI PROCESSI MATURI
- Su circa 550 adesioni volontarie in Italia alla Carta di Aalborg (rappresentanti circa
11 milioni di cittadini), solo 241 di esse hanno realmente avviato il processo di
A21L; solo il 12% di questi ultimi hanno definito il proprio Piano di Azione locale;
- L’aumento delle adesioni è strettamente connesso ai bandi di co-finanziamento;
- L’incoerenza tra impegni ed operatività rischia di compromettere la credibilità e le
potenzialità innovative dello strumento A21L;
DIFFICOLTA’ POLITICHE
- Il 70% delle A21L italiane sono promosse dagli Assessorati all’Ambiente e solo
raramente rappresentano un progetto trasversale strategico della Giunta,
depotenziando l’originaria natura trasversale del processo;
SCARSA COLLABORAZIONE TRA I PARTNER INTERNI DEGLI ENTI
- Prevalgono logiche progettuali settoriali, aspetti di visibilità, dinamiche personali e
relazioni spesso conflittuali, con modelli organizzativi spesso verticali;
- Diffusione di emergenze e scadenze progettuali che mettono in secondo piano
iniziative e progetti di carattere volontario e non vincolanti o su temi trasversali;
- Sindrome NIMO (not in my office), simile alla sindrome NIMBY (not in my back
yard)
- Scarsa conoscenza del progetto A21L, delle sue ricadute e dei possibili vantaggi,
che produce spesso un diffuso scetticismo a priori;
A21L È ANCORA UNO STRUMENTO SETTORIALE
- Prevalgono ancora gli aspetti ambientali e territoriali, sia nel quadro di analisi che
nei Piani di Azione;
- Principali aree problematiche discusse: mobilità e trasporti, acqua, rifiuti e qualità
dell’aria; molto meno dibattuta la biodiversità;
CARENTE PARTECIPAZIONE AL FORUM
- L’effettivo coinvolgimento della comunità locale resta un aspetto critico;
-
Incompleta rappresentatività degli attori coinvolti;
Ancora prevalente l’utilizzo di strumenti monodirezionali / informativi, mentre è
ancora scarso l’utilizzo di strumenti di comunicazione interattivi partecipati, quali
workshop, forum, focus group o strumenti multimediali;
SCARSITÀ DI RISORSE UMANE E FINANZIARIE
- Il principale ostacolo per avviare il processo di A21L resta la carenza di risorse
economiche;
-
Una volta partito il processo i nodi critici sono legati alle difficoltà gestionali, alla
carenza di competenze e di esperienze, alla insufficiente motivazione e
collaborazione tra i vari Assessorati, alla difficoltà di coinvolgere le comunità locali;
SCARSA INTEGRAZIONE NELLE POLITICHE DEL TERRITORIO
- Molto rare le esperienze di integrazione e coordinamento tra gli obiettivi, le azioni e
i target del Piano di Azione di A21L con altri piani di settore di medio – lungo
termine (Prg, Ptc, Patti territoriali, etc.);
- La difficoltà di integrare le indicazioni del Piano di Azione nelle politiche esistenti e
future dell’Ente rischiano di annullare l’intero processo di A21L;
FATTORI DI SUCCESSO DEL PROCESSO AGENDA 21
- Volontà e motivazioni delle amministrazioni pubbliche locali
- Coinvolgimento dei diversi attori
- Strutturazione delle forme di progettazione partecipata (Forum)
- Consultazione permanente
- Disponibilità di informazioni e attività di diagnosi (Audit ambientale;
Relazione sullo Stato dell’Ambiente)
- Visione strategica (condivisa) e target (obiettivi quantificabili e associati
a scadenze temporali)
- Costruzione di un Piano d’Azione integrato, da attuarsi secondo i principi
della sussidiarietà
- Capacità di attuazione e di monitoraggio
DINAMICHE POSITIVE IN ATTO
- Consistente aumento delle adesioni
- Distribuzione geografica più equilibrata
- Distribuzione politica trasversale
- Maggiore trasversalità tematica
- Ruolo crescente dei Forum (quadruplicati negli ultimi 2 anni)
- Costante aumento dei processi di A21L in ambito scolastico
- A21L come laboratorio di partnership sul territorio
- Maggiore coordinamento tra le A21L (osservatori)
- Bandi e incentivi
GLI INDICATORI
- Cap. 40 Agenda 21: invito a sviluppare ed identificare indicatori di sviluppo
sostenibile per consentire una più solida base decisionale;
- Commissione sullo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: 1996 pubblicato il
“Libro blu” sugli indicatori di sviluppo sostenibile, che contiene schede dettagliate
su 134 indicatori;
- 2001 Commissione ONU sullo Sviluppo Sostenibile: individuato un set di 57
indicatori
INDICATORE: strumento in grado di fornire informazioni in forma sintetica di un
fenomeno più complesso;
CARATTERISTICHE DEGLI INDICATORI:
1 – gli indicatori quantificano l’informazione;
2 – gli indicatori semplificano le informazioni relative a fenomeni più complessi,
favorendo la comunicazione e il confronto
INDICATORI COME STRUMENTO PER:
- Rappresentare in modo semplice problemi complessi
- Aiutare a comprendere le correlazioni tra i diversi fenomeni locali e tra i
problemi locali e quelli globali
- Identificare ed analizzare in modo sistematico i cambiamenti, le tendenze, i
problemi prioritari e i rischi ambientali
- Permettere la comparazioni tra città
- Supportare i processi decisionali locali
- Promuovere l’innovazione e l’integrazione delle considerazioni ambientali nelle
politiche locali
- Aiutare ad anticipare i problemi e a promuovere strategie di lungo periodo
- Fare un bilancio delle azioni adottate e monitorarne l’efficacia
- Effettuare una valutazione ambientale rispetto ad obiettivi e target di sostenibilità
- Facilitare la partecipazione locale, definendo obiettivi e politiche condivise
- Aumentare la possibilità di collaborazione tra le comunità locali e con i livelli
superiori di governo
CRITERI DI SELEZIONE DEGLI INDICATORI
1 – RILEVANZA
2 – CONSISTENZA ANALITICA
3 – MISURABILITA’
INDICATORI DESCRITTIVI
INDICATORI GUIDA: descrivono gli andamenti sociali, demografici ed
economici nella società e i relativi cambiamenti negli stili di vita;
INDICATORI DI STATO: danno una descrizione della quantità e della
qualità dei fenomeni fisici; fotografano la condizione attuale delle
componenti ambientali (ES. temperatura, rumore), dei fenomeni biologici
(ES. stock di risorse naturali) e dei fenomeni chimici (ES. concentrazione di
CO2) in una determinata area
INDICATORI DI PRESSIONE: descrivono gli sviluppi in relazione alle
emissioni, all’uso delle risorse e del territorio; descrivono le interferenze
delle attività umane sull’ambiente (ESEMPIO: emissioni di CO2 per settore,
uso di materiali per costruzioni, territorio trasformato in strade, etc.)
INDICATORI DI RISPOSTA: si riferiscono alle risposte attuate da gruppi e
singoli per prevenire, compensare, migliorare o adattare i cambiamenti
avvenuti nell’ambiente (ESEMPIO: percentuale di auto dotate di sistemi
catalitici, quantità di rifiuti riciclati, spese ambientali, etc.)
INDICATORI DI SOSTENIBILITA’
-
Indicatori di sostenibilità superano i tradizionali indicatori ambientali
Indicatori integrati: superano l’approccio settoriale e riflettono le
reciproche connessioni tra aspetti ambientali, economici e sociali
I PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ
equità e integrazione sociale (accesso adeguato per tutti ai servizi di
base, quali educazione, occupazione, energia, salute, abitazioni, formazione,
trasporto);
governo locale/decentramento/democrazia (partecipazione di tutti i
settori della comunità locale nella pianificazione locale e al processo
decisionale);
relazione tra il livello locale e quello globale (soddisfare localmente i
fabbisogni locali, dalla produzione al consumo e smaltimento; soddisfare in
maniera più sostenibile i fabbisogni locali che non possono essere soddisfatti
localmente);
economia locale (combinare gli obiettivi e i fabbisogni locali con la
disponibilità di posti di lavoro e altri servizi in modo da ridurre al minimo le
minacce per le risorse naturali e l'ambiente);
protezione ambientale (adottare un approccio ecosistemico; minimizzare
l'uso delle risorse naturali e del territorio, la produzione di rifiuti e
l’emissione di inquinanti, aumentare la biodiversità)
patrimonio culturale/qualità dell'ambiente costruito (tutela,
conservazione e restauro del patrimonio storico, culturale e architettonico;
valorizzare e salvaguardare l'attrattività e la funzionalità degli spazi e degli
edifici).
EUROPEAN COMMON INDICATORS
1. Grado di soddisfazione dei cittadini rispetto alla comunità locale;
2. Contributo locale al cambiamento climatico globale (a breve termine
prioritario il calcolo relativo al bilancio delle emissioni di CO2, in attesa di una
metodologia semplificata per il calcolo dell’impronta ecologica);
3. Mobilità locale e trasporto di passeggeri (trasporto passeggeri quotidiano:
distanze e modalità);
4. Disponibilità di aree verdi e servizi locali per i cittadini (accesso dei
cittadini a parchi e giardini pubblici e ai servizi di base);
5. Qualità dell'aria (numero di giorni con qualità dell’aria buona);
6. Spostamenti dei bambini verso e da scuola (modo di trasporto utilizzato
dagli scolari per recarsi da casa a scuola e viceversa);
7. Gestione sostenibile degli enti locali e delle imprese locali (percentuale
degli enti pubblici e privati che adottano e usano procedure di gestione sociale e
ambientale);
8. Inquinamento acustico (percentuale di popolazione esposta a inquinamento
acustico);
9. Uso sostenibile del territorio (sviluppo sostenibile, rigenerazione e tutela del
territorio e dei siti collettivi o pubblici);
10. Prodotti che promuovono la sostenibilità (percentuale sul consumo
totale di prodotti contrassegnati da marchi ecologici, prodotti biologici o provenienti
dal commercio equo e solidale).
GLI INDICATORI AGGREGATI
- Impronta ecologica (Ecological Footprint);
- TMR (Total Material Requirements): riassuntivo dei flussi di materia e di
energia nell’economia;
- LPI (Living Placet Index): media di indici inerenti la biodiversità;
- HDI (Human Development Index): media tra longevità, aspetti culturali e
reddito;
- GPI (Genuine Progress Index): come PIL integrato da fattori che tengono
conto della qualità della vita, dell’inquinamento e del consumo di risorse
non rinnovabili;
IL CONCETTO DI IMPRONTA ECOLOGICA
- Modello per la misura dello sviluppo sostenibile
- Indicatore aggregato che misura in forma quantitativa univoca ed
onnicomprensiva l’impatto dell’uomo sulla terra;
Formula classica è:
-
I=PxAxT
I = impatto della specie umana sulla biosfera
P = popolazione presente sul pianeta
A = uso delle merci
T = tecnologia, ovvero misura della qualità tecnica delle merci prodotte
(esprimibile per esempio in quantità di agenti inquinanti correlati alla
produzione e al consumo di una certa quantità di beni materiali)
Impatto ambientale = Popolazione x Consumo pro capite x Impatto per
unità di consumo
Esempio:
- città racchiusa in una cupola di vetro: qual è la superficie totale di
ecosistemi terrestri necessaria per sostenere continuativamente tutte le
attività sociali ed economiche della popolazione di quella città
Impronta Ecologica: la superficie totale di ecosistema indispensabile
all’esistenza continuativa della città
Impronta Ecologica: proporzionale alla popolazione della città e ai
consumi materiali pro capite
Impronta Ecologica: traduce i complessi flussi di energia e di materia che
caratterizzano la presenza e le attività umane sotto forma di domanda di
superficie pro capite di terra ecologicamente produttiva
EDIZIONE 2000 DEL “LIVING PLANET REPORT 2000”
- Calcolata l’impronta ecologica di tutte le nazioni della Terra;
- Impronta ecologica globale è aumentata dal 1960 al 1996 del 50%, con un
incremento dell’1.5% annuo;
- Intorno alla metà degli anni Settanta l’umanità ha sorpassato il punto in
cui viveva entro i limiti della capacità rigenerativa globale degli ambienti
del pianeta;
- Nel 1996 (anno più recente per il quale sono disponibili i dati) vi erano
12.6 miliardi di terra biologicamente produttiva (1/4 della superficie
terrestre), composta da 1.3 miliardi di ettari di terra coltivata, 4.6 miliardi
di ha di pascoli, 3.3 miliardi di ha di foreste, 3.2 miliardi di ha di
superficie marina disponibile per la pesca, 0.2 miliardi di ha di terreno
edificato; questa disponibilità equivale a 2.2 ettari per ognuna delle 5.7
miliardi di persone che popolavano la Terra nel 1996;
- L’impronta ecologica media mondiale nel 1996 era di 2.85 ha a persona
(circa il 30% superiore rispetto all’area disponibile)
- L’Italia ha un’impronta ecologica pari a 5.51 ha a persona, a fronte di una
capacità di 1.92 ha a persona;
- Per sostenere gli attuali livelli di consumo degli italiani, sono necessarie
altre due Italie;
- Altri dati: Stati Uniti (impronta ecologica 12.22 ha/persona; capacità
biologica di 5.57 ha/persona); Etiopia (impronta ecologica 0.85
ha/persona);
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il significato di agenda 21 locale