12 novembre 2oo7
Comune di Maniago
Agenda 21 locale
Una metodologia al
servizio di progetti di
sviluppo dei territori
Corso di formazione per tecnici ed amministratori
Dott.ssa Gloria Catto 1
Cos’è Agenda 21?
un processo partecipato che coinvolge tutti i
portatori di interesse presenti sul territorio,
promuovendo lo sviluppo sostenibile delle
comunità locali
un approccio avanzato di pianificazione dello
sviluppo sostenibile a livello locale
uno strumento di integrazione delle politiche di
settore in un ottica di sostenibilità
2
In particolare …
uno strumento di governance per la sostenibilità
un laboratorio di idee, di progettazione locale intersettoriale
un aula di formazione per adulti, gratuita, su saperi
trasversali
uno strumento di Marketing sociale e territoriale
un Piano strategico di unione tra strumenti tecnici normativi
e strumenti di partecipazione
uno strumento di comunicazione e dialogo
uno strumento di innovazione istituzionale e sociale
3
Nel 1992
durante la Conferenza Mondiale su Ambiente e sviluppo UNCED
a Rio de Janeiro
sono stati sottoscritti cinque atti globali di indirizzo etico, politico e
sociale
per l’attuazione su scala mondiale dello sviluppo sostenibile, tra cui
AGENDA 21,
PROGRAMMA PER IL 21°SECOLO
Documento internazionale di principi, obiettivi e programmi
sottoscritto da oltre 173 Paesi
per sintetizzare le azioni specifiche e le strategie per
l’ambiente, l’economia e la società.
4 sezioni - 40 capitoli:
1)
2)
3)
4)
Dimensione economica e sociale
Conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo
Rafforzamento del ruolo delle forze sociali
Strumenti di attuazione
4
Perché “Agenda 21?”
AGENDA
in quanto si annotano le cose da fare
21
in quanto riguarda il XXI° secolo;
LOCALE
in quanto viene definita in un contesto territoriale
circoscritto attorno agli attori che vi operano.
5
Il motto di Agenda 21
Pensare globalmente
Agire localmente
6
Concetti chiave
PROCESSO PARTECIPATO
Il processo di agenda 21 è incentrato sulla
partecipazione/coinvolgimento della popolazione e sulla sua
sensibilizzazione alle tematiche della sostenibilità
GOVERNANCE
Dal government alla governance: da un’ottica impositiva ad
un’ottica partecipativa e flessibile (bottom-up vs top-down).
PARTERNARIATO
Creazione di partnership basate su di un nuovo modo di
intendere il rapporto pubblico – privato
VISIONE CONDIVISA
Costruzione di uno scenario comune di sviluppo sostenibile di
una comunità, condiviso dal più ampio numero di stakeholders
7
STAKEHOLDERS
L’insieme dei soggetti all’interno di una comunità che
rappresentano interessi diversi
(industrie/associazioni/scuole/cittadini …) coinvolti nella
definizione di un proprio scenario di sviluppo
FORUM
“Parlamento” nel quale si riuniscono gli stakeholders per
manifestare le loro posizioni ed intervenire sui temi della
sostenibilità
MIGLIORAMENTO CONTINUO
Struttura e organizzazione delle attività del processo , finalizzata
alla continua ricalibrazione del processo stesso
APPROCCIO ORIZZONTALE
Il processo non deve rappresentare una attività in più,
ma deve essere intergrato in tutte le altre attività gestite
dall'ente locale.
8
Sviluppo sostenibile?
1972 - Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano
(Stoccolma) - Vengono affrontati in maniera globale i problemi
ambientali del Pianeta evidenziando la stretta relazione tra le politiche
economiche e quelle ambientali.
1987 - La Commissione Mondiale su Ambiente e Sviluppo (WECD)
pubblica il rapporto "Our Common Future", noto anche come
“Rapporto Brundtland”, che definisce il concetto di sviluppo
sostenibile.
1992 - La Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo
(UNCED) sancisce nella "Dichiarazione di Rio" l'integrazione tra
sviluppo e ambiente e approva il documento "Agenda 21".
1994 - Carta di Aalborg su Sustainable Cities and Towns;
1997 - il Protocollo di Kyoto su Climate Change (ONU, Summit
Mondiale)
9
2001 - La Comunità Europea approva il "Sesto Programma di azione
per l'Ambiente della Comunità Europea - Ambiente 2010: il nostro
futuro, la nostra scelta".
2001-2010
Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta
• Miglioramento nell’applicazione della legislazione
ambientale esistente
• Integrazione delle tematiche ambientali nelle altre
politiche
• Collaborazione col mercato. Con le imprese ed i
consumatori per trovare strumenti per lo sviluppo
sostenibile
• Partecipazione dei cittadini e cambiamento del
comportamento
• Assetto e gestione del territorio
10
2001 - La Commissione delle Comunità Europee propone al
Parlamento Europeo il documento "Dieci anni dopo Rio: prepararsi al
vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2002“  Rio+10
2002 - A dieci anni dal Summit di Rio de Janeiro, la comunità
internazionale fa il punto della situazione al Vertice mondiale sullo
sviluppo sostenibile di Johannesbourg
(Dichiarazione di Johannesburg)
2004 - Aalborg plus ten
11
 SVILUPPO SOSTENIBILE
Bruntland,1987
"sviluppo che risponde alle necessità del presente, senza
compromettere la capacità delle generazioni future di
soddisfare le proprie esigenze“
ONU (WCED,UNEP,WWF), 1992
“per sviluppo sostenibile s'intende un miglioramento di
qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico
degli ecosistemi “
 SOSTENIBILITA’
R. Hichs
"massimo ammontare che una comunità può
consumare in un certo periodo e rimanere, tuttavia,
lontana dall'esaurimento delle risorse come
all'inizio”
12
Gli strumenti per lo sviluppo sostenibile
La gestione del territorio
Valutazione Ambientale Strategica (VAS)
Metodologie di reporting ambientale (RSA)
Contabilità Ambientale
La gestione interna dell’Ente
Sistemi di Gestione Ambientale (Reg EMAS, ISO 14001)
Responsabilità sociale dell’Ente/Auditing sociale (SA8000)
La progettazione e realizzazione di opere/ infrastrutture
Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA)
Edilizia verde (green building)
Appalti verdi
I rapporti con le imprese
Acquisti verdi
Strumenti finanziari di sostegno alle iniziative ambientali:
finanza etica (ambientalmente e socialmente responsabile)
Accordi volontari pubblico–privato
E
N
T
I
L
O
C
A
L
13 I
Gli strumenti per lo sviluppo sostenibile
La gestione dell’impresa
Sistemi di Gestione Ambientale (EMAS, ISO14001),
Responsabilità sociale dell’impresa (SA8000)
Le tecnologie produttive
Implementazione delle cosiddette
“Tecnologie pulite” BAT -BestAvailable Tecnologies)
IPPC (Autorizzazioni integrate)
La progettazione dei prodotti/servizio
• Politiche Integrate di Prodotto (IPP)
• Analisi del ciclo di vita dei prodotti (LCA)
• Etichettatura ecologica (Ecolabels),
• Eco-design, Design for Environment (DFE)
• Acquisti verdi (Green Purchasing)
I rapporti con Enti/ altre imprese
Accordi volontari pubblico–privato
Strumenti finanziari di sostegno alle iniziative ambientali:
finanza etica (ambientalmente e socialmente responsabile)
I
M
P
R
E
S
E
14
Le quattro dimensioni della sostenibilità:
sostenibilità economica
Capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della
popolazione;
sostenibilità sociale,
Capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute,
istruzione) equamente distribuite (per classi e genere);
sostenibilità ambientale,
Capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali;
sostenibilità istituzionale,
capacità di assicurare condizioni
di stabilità,
democrazia, partecipazione,
giustizia.
15
16
I CONTENUTI DEL DOCUMENTO - Agenda 21
(1992)
I° parte - Dimensioni economiche e sociali
Capitolo 1: Preambolo
Capitolo 2: Cooperazione internazionale per promuovere lo sviluppo sostenibile nei
paesi in via di sviluppo e nelle relative politiche domestiche
Capitolo 3: Lotta alla povertà
Capitolo 4: Cambiamento dei modelli di consumo
Capitolo 5: Dinamiche demografiche e sostenibilità
Capitolo 6: Protezione e promozione della salute umana
Capitolo 7: Promozione dello sviluppo sostenibile a livello urbano
Capitolo 8: Integrazione ambiente e sviluppo nei processi decisionali
II° parte - Conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo
Capitolo 9: Protezione dell'atmosfera
Capitolo 10: Approccio integrato alla pianificazione e gestione delle risorse territoriali
Capitolo 11: Lotta alla deforestazione
Capitolo 12: Gestione di eco-sistemi fragili: lotta alla desertificazione e alla siccità
Capitolo 13: Gestione di eco-sistemi fragili: sviluppo sostenibile delle montagne
Capitolo 14: Promozione dell'agricoltura sostenibile e dello sviluppo rurale
Capitolo 15: Conservazione della diversità biologica
Capitolo 16: Gestione ambientale delle biotecnologie
Capitolo 17: Protezione degli oceani, tutti i tipi di mari e aree costiere
Capitolo 18: Protezione della qualità delle acque, gestione integrata e approvvigionamento
delle risorse idriche
Capitolo 19: Gestione ambientalmente sostenibile delle sostanze chimiche
Capitolo 20: Gestione ambientalmente sostenibile dei rifiuti pericolosi
Capitolo 21: Gestione ambientalmente sostenibile dei rifiuti solidi e loro smaltimento
Capitolo 22: Gestione ambientalmente sostenibile dei rifiuti radioattivi
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III° parte - Rafforzamento del ruolo dei diversi attori
Capitolo 23: Preambolo
Capitolo 24: Azioni delle donne verso lo sviluppo equo e sostenibile
Capitolo 25: Bambini e giovani per lo sviluppo sostenibile
Capitolo 26: Rafforzamento del ruolo delle minoranze etniche e delle loro comunità
Capitolo 27: Rafforzamento del ruolo delle organizzazioni non-governative
Capitolo 28: Iniziative delle amministrazioni di supporto all'Agenda 21 Locale
Capitolo 29: Rafforzamento dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali
Capitolo 30: Rafforzamento del ruolo del commercio e delle imprese
Capitolo 31: Ruolo della comunità scientifica e tecnologica
Capitolo 32: Rafforzamento del ruolo degli agricoltori
IV° parte - Mezzi di attuazione
Capitolo 33: Risorse e meccanismi finanziari
Capitolo 34: Trasferimento di tecnologie ambientalmente compatibili, ooperazione
e know-how
Capitolo 35: Scienza per lo sviluppo sostenibile
Capitolo 36: Promozione dell'educazione, sensibilizzazione pubblica e formazione
Capitolo 37: Meccanismi nazionali e internazionali di cooperazione con i paesi in
via di sviluppo
Capitolo 38: Accordi istituzionali internazionali
Capitolo 39: Strumenti e meccanismi legali internazionali
Capitolo 40: Informazione per i processi decisionali
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 Capitolo 28
viene riconosciuto un ruolo fondamentale alle comunità locali
nell’attuare le politiche dello sviluppo sostenibile
• 45% della popolazione mondiale vive in contesti urbani
• Le amministrazioni locali gestiscono i settori economici, sociali e
ambientali
• Sono attive nei processi di pianificazione territoriale
• Rappresentano il livello di governo più vicino ai cittadini
 Capitolo 30
si sottolineata l’importanza del rafforzamento del ruolo del
commercio e delle imprese nel promuovere uno sviluppo
realmente sostenibile, in particolare concertando azioni in
partnership pubblico-privato.
 Capitolo 34
vengono indicate alcune modalità per il trasferimento di
tecnologie ambientalmente compatibili, la cooperazione e lo
sviluppo di sostenibile.
19
10° Principio
“Il modo migliore di trattare le questioni ambientali è quello di
assicurare la partecipazione di tutti i cittadini interessati, ai diversi
livelli.
Al livello nazionale, ciascun individuo avrà adeguato accesso alle
informazioni concernenti l'ambiente in possesso delle pubbliche
autorità, comprese le informazioni relative alle sostanze ed attività
pericolose nella comunità, ed avrà la possibilità di partecipare ai
processi decisionali.
Gli Stati faciliteranno ed incoraggeranno la sensibilizzazione e la
partecipazione del pubblico rendendo ampiamente disponibili le
informazioni.
Sarà assicurato un accesso effettivo ai procedimenti giudiziari ed
amministrativi, compresi i mezzi di ricorso e di indennizzo.”
Dichiarazione sull’Ambiente e lo Sviluppo (Rio de Janeiro, 1992)
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I principi della buona governance
Dal Libro Bianco sulla Governance - Commissione delle Comunità Europee (2001)
1. Apertura. Le istituzioni devono operare in modo più aperto
2. Partecipazione. La qualità, la pertinenza e l’efficacia delle
politiche dell’Unione dipendono dall’ampia partecipazione che si
saprà assicurare lungo tutto il loro percorso, dalla prima
elaborazione all’esecuzione.
3. Responsabilità. I ruoli all’interno dei processi legislativi ed
esecutivi vanno definiti con maggiore chiarezza.
4. Efficacia. Le politiche dell’UE devono essere efficaci e
tempestive, producendo i risultati richiesti in base a obiettivi
chiari, alla valutazione del loro impatto futuro e, ove possibile,
delle esperienze acquisite in passato.
5. Coerenza. Le politiche e gli interventi dell’Unione devono essere
coerenti e di facile comprensione.
L’applicazione di questi cinque punti va a sostegno dei principi di
proporzionalità e di sussidiarietà.
21
“La partecipazione:
è un elemento di base di un processo di Agenda 21 Locale in quanto
tutti gli attori sono esperti per la sostenibilità;
è fondamentale per la promozione di una maggiore consapevolezza
ed educazione dei cittadini;
crea senso di identità e corresponsabilità dei cittadini verso la loro
comunità e verso gli obiettivi di sostenibilità;
è un elemento chiave per ogni processo decisionale.
È dunque cruciale per un’attuazione efficace e di successo di un piano
di lungo termine”
(Agenda 21 - Capitolo 23).
permette di:
adeguare i progetti ai bisogni presenti e futuri della comunità
favorisce l’emergere di risorse locali altrimenti inespresse.
una comunità partecipa alle decisioni che la riguardano
  base della sostenibilità
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LA CARTA DI AALBORG
Amministrazioni locali,
città
e regioni europee,
approvando ad Aalborg il 27 maggio 1994
la Carta delle città europee per uno
sviluppo durevole e sostenibile
o Carta di Aalborg
si sono impegnate
ad attuare l'Agenda 21 a livello locale e ad
elaborare piani d'azione a lungo termine
23
LA CARTA DI AALBORG
è stata approvata dai partecipanti alla
conferenza europea sulle città sostenibili, ad
Aalborg, Danimarca, dal 24 al 27 Maggio 1994
organizzata dal Consiglio internazionale per le
iniziative ambientali locali (ICLEI).
rispecchia le idee e il contributo di partecipanti
diversi, oltre 600, suddivisi nei 36 gruppi di
lavoro della Conferenza
24
LA CARTA DI AALBORG
E’ suddivisa in tre parti:
1. la prima parte definisce i principi generali
dell’azione ambientale e illustra in particolare il
concetto di sostenibilità locale;
2. la seconda parte riguarda la Campagna delle
Città europee sostenibili;
3. la terza parte tratta infine il processo di
attuazione dell’Agenda 21 a livello locale, ovvero i
piani di azione locale per la sostenibilità.
25
Gli Aalborg Commitment
IV Conferenza Europea delle Città
Sostenibili
(Aalborg + 10 – Ispirare il futuro - 2004)
un migliaio governi locali europei hanno
approvato gli Aalborg Commitments,
una carta di impegni che individua, in
dieci aree tematiche, obiettivi e priorità
per uno sviluppo sostenibile.
26
Gli Aalborg Commitment
(2004)
= una tappa importante nel processo di
diffusione dell’Agenda 21 Locale e dello
sviluppo sostenibile nelle politiche degli enti
locali
= un’evoluzione da una fase programmatica e
di intenti – segnata dalla Carta di Aalborg del
’94 – ad una pianificatoria.
27
Gli Aalborg Commitment
28
Gli Aalborg Commitment
1 - GOVERNANCE
Ci impegniamo a rafforzare i nostri processi decisionali
tramite una migliore democrazia partecipatoria.
Lavoreremo quindi per:
1. sviluppare ulteriormente la nostra visione comune e a lungo
termine per una città sostenibile.
2. incrementare la partecipazione e la capacità di sviluppo
sostenibile nelle comunità locali e nelle amministrazioni
comunali.
3. invitare tutti i settori della società locale a partecipare
attivamente ai processi decisionali.
4. rendere le nostre decisioni chiare, motivate e trasparenti.
5. cooperare concretamente con i confinanti, le altre città e le
altre sfere di governo.
29
Gli Aalborg Commitment
2 - GESTIONE LOCALE PER LA SOSTENIBILITÀ
Ci impegniamo a mettere in atto cicli di gestione efficienti, dalla loro
formulazione alla loro implementazione e valutazione.
Lavoreremo quindi per:
1. rafforzare la Agenda 21 Locale o altri processi locali di
sostenibilità, ….
2. elaborare una gestione integrata per la sostenibilità, ….
3. fissare obiettivi e tempi certi nell’ambito degli Aalborg
Commitments ….
4. assicurare che le tematiche della sostenibilità siano al centro dei
processi decisionali urbani e che l’allocazione delle risorse sia basata
su concreti
criteri di sostenibilità.
5. cooperare con la Campagna delle Città Europee Sostenibili e i suoi
network per monitorare i progressi nel conseguimento dei nostri
obiettivi di sostenibilità.
30
Gli Aalborg Commitment
3 - RISORSE NATURALI COMUNI
Ci impegniamo ad assumerci la piena responsabilità per la
protezione, la conservazione e la disponibilità per tutti delle risorse
naturali comuni.
Lavoreremo quindi, in tutta la nostra comunità, per:
1. ridurre il consumo di energia primaria e incrementare la quota
delle energie rinnovabili e pulite.
2. migliorare la qualità dell’acqua e utilizzarla in modo più efficiente.
3. promuovere e incrementare la biodiversità, mantenendo al meglio
ed estendendo riserve naturali e spazi verdi.
4. migliorare la qualità del suolo, preservare i terreni ecologicamente
produttivi e promuovere l’agricoltura e la forestazione sostenibile.
5. migliorare la qualità dell’aria.
31
Gli Aalborg Commitment
4 - CONSUMO RESPONSABILE E STILI DI VITA
Ci impegniamo ad adottare e a incentivare un uso prudente ed
efficiente delle risorse, incoraggiando un consumo e una produzione
sostenibili.
Lavoreremo quindi, in tutta la nostra comunità, per:
1. prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e incrementare il riuso e
il riciclaggio.
2. gestire e trattare i rifiuti secondo le migliori prassi standard.
3. evitare i consumi superflui e migliorare l’efficienza energetica.
4. ricorrere a procedure di appalto sostenibili.
5. promuovere attivamente una produzione e un consumo sostenibili,
con particolare riferimento a prodotti eco-certificati e del commercio
equo e solidale
32
Gli Aalborg Commitment
5 -PIANIFICAZIONE E PROGETTAZIONE
URBANA
Ci impegniamo a svolgere un ruolo strategico nella pianificazione e
progettazione urbane, affrontando problematiche ambientali, sociali,
economiche, sanitarie e culturali per il beneficio di tutti.
Lavoreremo quindi per:
1. rivitalizzare e riqualificare aree abbandonate o svantaggiate.
2. prevenire una espansione urbana incontrollata …
3. assicurare una miscela di destinazioni d’uso ….
4. garantire una adeguata tutela, restauro e uso/riuso del nostro
patrimonio culturale urbano.
5. applicare i principi per una progettazione e una costruzione
sostenibili, promuovendo progetti architettonici e tecnologie edilizie di
alta qualità.
33
Gli Aalborg Commitment
6 - MIGLIORE MOBILITÀ, MENO TRAFFICO
Riconosciamo l’interdipedenza di trasporti, salute e ambiente e ci
impegniamo a promuovere scelte di mobilità sostenibili.
Lavoreremo quindi per:
1. ridurre la necessità del trasporto motorizzato privato e romuovere
alternative valide e accessibili.
2. incrementare la quota di spostamenti effettuati tramite i mezzi
pubblici, a piedi o in bicicletta.
3. promuovere il passaggio a veicoli con basse emissioni di scarico.
4. sviluppare un piano di mobilità urbana integrato e sostenibile.
5. ridurre l’impatto del trasporto sull’ambiente e la salute pubblica.
34
Gli Aalborg Commitment
7 - AZIONE LOCALE PER LA SALUTE
Ci impegniamo a proteggere e a promuovere la salute e il benessere
dei nostri cittadini.
Lavoreremo quindi per:
1. accrescere la consapevolezza del pubblico e prendere i necessari
provvedimenti relativamente ai fattori determinanti della salute, …..
2. promuovere la pianificazione dello sviluppo sanitario urbano, …
3. ridurre le disuguaglianze nella sanità e impegnarsi nei confronti del
problema della povertà, ……
4. promuovere la valutazione dell’impatto di salute per focalizzare
l’attenzione di tutti i settori verso la salute e la qualità della vita.
5. sensibilizzare gli urbanisti ad integrare le tematiche della salute
nelle strategie e iniziative di pianificazione urbana.
35
Gli Aalborg Commitment
8 - ECONOMIA LOCALE SOSTENIBILE
Ci impegniamo a creare e ad assicurare una vivace economia locale,
che promuova l’occupazione senza danneggiare l’ambiente.
Lavoreremo quindi per:
1. adottare misure per stimolare e incentivare l’occupazione locale e
lo sviluppo di nuove attività.
2. cooperare con le attività commerciali locali per promuovere e
implementare buone prassi aziendali.
3. sviluppare e implementare principi di sostenibilità per la
localizzazione delle aziende.
4. incoraggiare la commercializzazione dei prodotti locali e regionali
di alta qualità.
5. promuovere un turismo locale sostenibile.
36
Gli Aalborg Commitment
9 - EQUITÀ E GIUSTIZIA SOCIALE
Ci impegniamo a costruire comunità solidali e aperte a tutti.
Lavoreremo quindi per:
1. sviluppare ed mettere in pratica le misure necessarie per prevenire
e alleviare la povertà.
2. assicurare un equo accesso ai servizi pubblici, all’educazione,
all’occupazione, alla formazione professionale, all’informazione e alle
attività culturali.
3. incoraggiare l’inclusione sociale e le pari opportunità.
4. migliorare la sicurezza della comunità.
5. assicurare che alloggi e condizioni di vita siano di buona qualità e
garantiscano l’integrazione sociale.
37
Gli Aalborg Commitment
10 - DA LOCALE A GLOBALE
Ci impegniamo a farci carico delle nostre responsabilità per
conseguire pace, giustizia, equità, sviluppo sostenibile e protezione
del clima per tutto il pianeta.
Lavoreremo quindi per:
1. sviluppare ed applicare strategie integrate per la riduzione dei
cambiamenti climatici, ….
2. considerare il ruolo centrale della protezione del clima nei settori
dell’energia, dei trasporti, degli appalti, dei rifiuti, dell’agricoltura e
della forestazione.
3. diffondere la consapevolezza delle cause e delle probabili
conseguenze dei cambiamenti climatici, e integrare azioni di
prevenzione nelle nostre strategie per la protezione del clima.
4. ridurre il nostro impatto sull’ambiente a livello globale e
promuovere il principio di giustizia ambientale.
5. consolidare la cooperazione internazionale tra le città ….
38
39
40
Quindi … Agenda 21 Locale è:
1) un modello per il governo del territorio attraverso:
l’identificazione di obiettivi strategici;
un approccio per processi;
un approccio sistemico alla gestione del territorio;
un miglioramento continuo (Ciclo di Deming “Plan - Do - Check - Act”)
delle decisioni basate su dati di fatto.
2) un percorso educativo e di crescita culturale di una comunità in
quanto promuove l’educazione dei cittadini alla consapevolezza
attraverso la conoscenza dei problemi ambientali e sociali della
comunità.
3) un processo di cambiamento della cultura dell’organizzazione
dell’ente locale.
41
Punti di forza – A21L
A21L in crescita - Network naz.
Maggiore Coordinamento e reti regionali e provinciali
Distribuzione geografica più equilibrata
Distribuzione politica trasversale
Crescita della partecipazione
Maggiore trasversalità tematica
A21L a scuola
Reti e progetti Europei e ricerche
Maggiore dialogo, informazioni tra i vari attori e nuove idee e
progetti
Maggiore approfondimento tematico
Valorizzazione competenze ed esperienze esistenti
Nuove tecniche e metodi di partecipazione
42
Criticità – A21L
Confusione tra Processo partecipato - Piano di Azione
Scarsa trasversalità e coinvolgimento all’interno degli enti
pubblici (Giunta, Assessorati, dirigenti)
Rappresentatività attori e continuità
Piani di Azione omnicomprensivi ma vaghi, con tempi lunghi e
di difficile attuazione
Eccesso aspettative partecipanti/amministratori
Eccesso di scetticismo “a priori”
Scarsa abitudine trasversale a partecipazione orientata a
progetti
Scarsa abitudine a metodi di lavoro multi-settoriali, “regole di
base”, tecniche della partecipazione
Sovrapposizione tavoli / consulte
Tempi medio-lunghi di attuazione
Delega alla co-responsabilità
43
Fattori di successo
di un processo di A21L
Nuova politica
Grado di coinvolgimento e
coordinamento dei dirigenti e funzionari
Facilitatori
Partecipanti
Tempo
Comunicazione
Organizzazione
Risorse dedicate
Continuità
44
Agenda 21 Locale
Il ruolo della
pubblica
amministrazione
45
Quali risultati / ricadute ha finora avuto il processo
A21L all’interno dell’Ente ?
dati 2002
www.A21italy.it
46
ATTIVAZIONE DEL PROCESSO di
AGENDA 21 Locale
Attivazione formale
Sindaco
Giunta
Consiglio
Comunale
Quanto più é allargata
( presenza attiva
dell’opposizione),
tanto più rappresenta una
consapevolezza politica
autentica
47
ATTIVAZIONE
La politica deve essere consapevole
( quindi motivata )
della necessaria integrazione tra:
1. Programma strategico dell’Amministrazione
2. Attività tecnico-amministrativa dell’Ente
3. Processo locale di agenda 21
48
Perché la politica dovrebbe integrare il processo locale di agenda
21 nel proprio piano strategico e nell’ordinaria amministrazione?
Quali vantaggi ne può trarre?
Coinvolgendo, supera possibili conflitti e costruisce
coesione della propria comunità
Motivando adeguatamente il personale tecnicoamministrativo, promuove la sintonia tra attività degli
uffici e domanda dei cittadini
Se realizza le due precedenti condizioni, valorizza il
patrimonio di conoscenze, abilità, competenze
presenti nel territorio (CAPITALE SOCIALE)
49
Come realizzare queste condizioni di
vantaggio per la politica?
La proposta rivolta ai soggetti coinvolti deve
essere chiara e trasparente: cosa loro possono
realmente decidere?
I dipendenti devono essere adeguatamente
formati: l’attività del Forum non può apparire loro
come un impegno che si aggiunge alla attività già
in essere né soprattutto come un’intervento che li
priva del loro ruolo tecnico.
50
Il Sindaco ha il tempo per realizzare ciò
che si vuole progettare?
Si perde più tempo se il conflitto con il personale o con i
soggetti della comunità emerge a decisione già assunta
Se il Forum di Agenda 21 si riconosce in una prospettiva
(costruita con la R.S.A./S. e con il P.A.L. ), le scelte
dell’Amministrazione conseguenti possono realizzarsi in
meno tempo
Un’Amministrazione può continuare anche più di cinque
anni…
Il coinvolgimento reale consente di valorizzare nuove
proposte  la loro realizzazione valorizza la
Amministrazione
51
Nel 1999 a Ferrara nasce il..
Coordinamento
Nazionale Agende 21
Locali
è un’associazione nazionale volontaria
di Comuni, Comunità Montane, Enti Parco, Province e Regioni
che hanno a cuore la promozione dei processi di A21L Locale e la
diffusione dei principi per rendere sostenibile lo sviluppo,
integrando aspetti economici, sociali ed ambientali
supporta le amministrazioni aderenti
nell'attuazione degli impegni assunti e
alla promozione dei progetti realizzati
in tale direzione.
52
DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
Dichiarazione di Rio – 1992
Risoluzione di Bruxelles – 1993
Carta di Aalborg – 1994
Carta di Valencia – 1995
Carta di Lisbona – 1996
Risoluzione di Goteborg – 1997
Convenzione di Aarhus – 1998
Dichiarazione di Siviglia – 1999
Carta di Ferrara – 1999
Risoluzione di Wexford – 1999
Appello di Hannover – 2000
Dichiarazione di Johannesburg – 2002
Aalborg Commitments - 2004
53
Le FASI
del processo di A21
54
Manuale APAT - 2003
LE FASI
1.Comprendere - favorire la comprensione degli Enti Locali sulla centralità della sostenibilità
e dell’AG21 per nuovi e più equi modelli di sviluppo;
2.Impegnarsi - volontà nell’attuare il processo di AG21 da parte dell’amministrazione locale,
formale e sostanziale;
3.Mobilizzare risorse - impegnare risorse umane e materiali per garantire la continuità del
processo di AG21;
4.Organizzare - costituire un organismo interno all’Ente Locale che si occupa di attuare
l’AG21;
5.Coinvolgere e Trasmettere - coinvolgere la società civile ed il mondo economico attraverso
l’istituzione di un Forum;
6.Esaminare e integrare - identificare tra le politiche dell’Ente Locale quelle che supportano
o rinforzano l’AG21;
7.Indagare e valutare - costruire il quadro diagnostico e redigere il Rapporto sullo Stato
dell’Ambiente;
8.Pianificare, concertare e condividere - definire azioni in sede di Forum e redigere il Piano
di Azione Locale (PAL), creando consenso ed individuando priorità;
9.Adottare - impegnarsi formalmente nel recepire il PAL da parte dell’Ente Locale e della
comunità locale;
10.Attuare - avviare azioni successive all’adozione del PAL con la nomina dei responsabili
dei programmi e scambi con altre realtà;
11.Verificare e controllare - monitorare l’attuazione dei programmi con riferimento agli
obiettivi ed indicatori definiti dal PAL;
12.Diffondere e scambiare - informare la comunità locale e le reti-coordinamenti di A21
ampliando gli scambi di esperienze;
13.Aggiornare - verificare la qualità dei processi innescati e dei risultati raggiunti.
55
LE FASI
Democrazia: nel suo insieme la comunità ha diritto a decisioni
democratiche, condivise sia tramite i propri rappresentanti politici, sia
con la possibilità di associarsi per esprimere le proprie opinioni.
Sussidiarietà: Le decisioni devono essere prese al livello più vicino
possibile ai soggetti coinvolti. "pensare globalmente e agire
localmente".
Responsabilità: la responsabilità delle decisioni deve essere
chiaramente definita, sia che competa agli organi di governo locale sia
che venga demandata ad apposite commissioni tecniche con funzioni
e poteri specifici.
Trasparenza:il processo decisionale deve essere chiaro, pubblico ed
esplicito.
Partecipazione pubblica:. La partecipazione va ulteriormente
integrata con la formazione, la sensibilizzazione, l'educazione,in modo
che le scelte e gli interventi vengano elaborati in maniera più
consapevole.
56
Principi sottoscritti con la Carta di Aalborg
Le fasi di A21L:
un processo di miglioramento continuo
57
58
Le tappe del processo.
59
Principi di gestione “ambientale”
Principi generali
Agenda
21
•• Prevenzione: intesa come insieme di azioni rivolte a
prevenire il degrado e l'inquinamento e non semplicemente
porre rimedio ai danni ambientali
•• Precauzione: agire con grande cautela in particolare
quando gli effetti presunti possono riguardare la salute
umana o possono essere considerati di particolare gravità
•• Chi inquina paga: il responsabile di un danno ambientale è
tenuto al risarcimento materiale e al ripristino delle
condizioni originarie, mentre il responsabile di un
potenziale danno ambientale deve sostenere i costi della
prevenzione
•• Cooperazione: integrazione fra i vari attori sin dall'inizio
del processo, siano essi pubblici, privati o facenti parte del
"pubblico
•• Agire all'interno dell'ecosistema: considerare le realtà
come un "ecosistema urbano" nel quale i flussi di materia
ed energia devono essere attentamente valutati
Sottoscritti con la Carta di Aalborg
60
Principi di gestione “ambientale”
Principi generali
Agenda
21
•• Democrazia: nel suo insieme la comunità ha diritto a
decisioni democratiche, condivise sia tramite i propri
rappresentanti politici, sia con la possibilità di associarsi
per esprimere le proprie opinioni.
•• Sussidiarietà: Le decisioni devono essere prese al
livello più vicino possibile ai soggetti coinvolti. "pensare
globalmente e agire localmente".
•• Responsabilità: la responsabilità delle decisioni deve
essere chiaramente definita, sia che competa agli organi
di governo locale sia che venga demandata ad apposite
commissioni tecniche con funzioni e poteri specifici.
•• Trasparenza:il processo decisionale deve essere chiaro,
pubblico ed esplicito.
•• Partecipazione pubblica:. La partecipazione va
ulteriormente integrata con la formazione, la
sensibilizzazione, l'educazione,in modo che le scelte e gli
interventi vengano elaborati in maniera più consapevole.
Sottoscritti con la Carta di Aalborg
61
LE FASI
Ideazione
Comunicazione
e formazione
Forum
Ideazione del programma
individuazione delle condizioni per
l’avvio:
condivisione della percezione di problemi
ed obiettivi all’interno dell’E.L. oppure
costruzione di una ‘coalizione’ tra E.L. e
soggetti esterni (pubblici o privati);
RSA
Analisi delle
criticità
PAL
prima individuazione di risorse
(economiche, di supporto tecnicometodologico);
definizione di una tempistica di massima.
Monitoraggio e
verifica
62
LE FASI
Principi generali
Comunicazione
e formazione
Forum
RSA
Analisi delle
criticità
PAL
Monitoraggio e
verifica
Lancio / Comunicazione/ Formazione
Definizione delle modalità di presentazione
del programma al ‘pubblico generico’ e ai
‘pubblici’ specificamente interessati
Organizzazione di un evento di lancio (può
essere la prima riunione del Forum)
Definizione di una rete di contatti e referenti
per la comunicazione al pubblico
sull’evoluzione del programma
Formazione dell’amministrazione
Coinvolgimento dei settori interni
Sensibilizzazione dei cittadini lungo tutto il
processo
63
LE FASI
Principi generali
Comunicazione
e formazione
Forum
RSA
Analisi delle
criticità
PAL
Monitoraggio e
verifica
Momento di creazione e
condivisione di una COMUNE
VISIONE DELLO SVILUPPO per il
futuro della comunità
Occasione di formazione per
adulti sulle tematiche della
sostenibilità
Organo consultivo, dotato di
organizzazione interna definita e
specifico regolamento formato dai
portatori d’interesse della
comunità
64
LE FASI
Principi generali
Il rapporto sullo stato
dell’ambiente
Comunicazione
e formazione
Elaborazione di un quadro descrittivo
relativo ad aspetti
 Economici
 Sociali
 Ambientali
 Istituzionali
Forum
1
RSA
2
2 Analisi delle 1
criticità
PAL
Definizione di indicatori di sostenibilità
Valutazione delle politiche settoriali
Audit della struttura e della gestione
dell’ente locale
Monitoraggio e
verifica
65
LE FASI
Principi generali
Individuazione delle criticità
Si tenterà di risolverle …
Comunicazione
e formazione
1. Selezionando obiettivi generali / obiettivi
specifici / target
Forum
1
RSA
2
2 Analisi delle 1
criticità
PAL
2. Discutendo e validando gli obiettivi in
sede di forum
3. Definendo strategie di intervento
4.
•
•
•
Elaborando studi di fattibilità in termini di:
Tempi di realizzazione
Risorse umane disponibili
Risorse economiche e infrastrutturali
Monitoraggio e
verifica
66
LE FASI
Principi generali
Il Piano di Azione Locale
Comunicazione
e formazione
Forum
RSA
Analisi delle
criticità
PAL
è il programma delle cose da fare a
sostegno dell’avvio della fase di
definizione puntuale e di realizzazione
degli interventi, per il raggiungimento
dei propositi contenuti nello stesso
Piano.
documento aperto
da sottoporre ad aggiornamento ed
integrazione
Monitoraggio e
verifica
67
LE FASI
Principi generali
Comunicazione
e formazione
Forum
RSA
Analisi delle
criticità
PAL
Monitoraggio e
verifica
La aree di attività riguardano:
• la gestione sostenibile degli usi
energetici
• la mobilità
• la rete ecologica in ambito urbano
• la gestione sostenibile degli RSU
• mappatura controllo e riduzione
dell’inquinamento acustico
• la riduzione dei rischi da
elettrosmog
• la programma per la diffusione
delle certificazione ambientale
• l’introduzione di un sistema di
contabilità ambientale
68
LE FASI
Principi generali
Comunicazione
e formazione
Forum
RSA
Analisi delle
criticità
PAL
Attuazione:
Adozione del piano
Definizione piani operativi per ogni partner
coinvolto
Adozione formale ed indirizzi per la gestione
Individuazione della struttura e delle
procedure
Monitoraggio:
Uso di indicatori
di performance
Verifiche periodiche
Aggiornamento
(e adeguamento) del
piano
Attuazione e
monitoraggio
69
Monfalcone
Gorizia
Adesione a “Città Sane”
(1999)
Adesione CoordinamentoA21L italiane
(2002)


Redatto il Profilo di Salute ed il RSA
(2002)
Tavolo Tematico su elettrosmog
e Protocollo di Intesa (2002)


Adesione alla Carta di Aalborg
Promosso processo A21L (2002)
Definito progetto “Gorizia sostenibile”
e svolta Convention (2003)


Incontri Gruppi di Interesse Locali
(2003)
Costituito Gruppo Tecnico Operativo
(2003)


Protocollo per “Monfalcone verso un
PAL” (2004)
Costituito il Forum Tematico Traffico
(2004)


Costituito il Gruppo di Lavoro interno al
Comune (2004)
Seminario su A21L e formazione del
Comitato Tecnico Organizzativo (2004)


Redazione del PAL
Redatto nel Forum Tematico il PAL ed il
Piano Operativo (2004)
70
Attori,
ruoli
e competenze
71
.Stakeholders.
.Ente locale.
.Facilitatori.
72
STAKEHOLDERS
STAKEHOLDERS =
l’insieme dei soggetti all’interno di
una comunità che rappresentano
interessi diversi
(industrie/associazioni/scuole/cittadini …)
coinvolti nella definizione di un
proprio scenario di sviluppo
73
STAKEHOLDERS
PARTECIPAZIONE
(non necessariamente finalizzata ad un
accordo)
Portatore d’interesse
≠
Rappresentante
CONCERTAZIONE
(processi finalizzato ad un accordo: si
richiede l’intervento di rappresentanti di
categoria)
74
STAKEHOLDERS
STAKEHOLDERS PRIMARI:
Stakeholders influenzati dalla situazione
STAKEHOLDERS SECONDARI:
Stakeholders che hanno influenza sulla situazione
75
STAKEHOLDERS
Il processo di Agenda 21 prevede l’apertura di un organo
consultivo, formato dai portatori d’interesse della comunità:
Autorità locale (consiglieri dei diversi raggruppamenti politici, assessori,
funzionari dell’amministrazione, consulenti);
Cittadini (comitati civici e di quartiere, associazioni di residenti,
rappresentanze delle minoranze etniche, dei disabili e dei gruppi svantaggiati)
Gruppi di interesse e terzo settore: associazioni ambientaliste,
organizzazioni sindacali, associazioni e organizzazioni diverse;
Associazioni: ambientaliste, consumatori, genitori, …
Rappresentanti di categorie: agricoltori, industriali, commercianti,
proprietari terrieri, imprenditori edili, ordini professionali
Società pubbliche e private che forniscono servizi
76
STAKEHOLDERS
Analisi dei portatori di interesse
Chi nella comunità è direttamente influenzato dalla questione?
Chi all’interno, vicino o all’esterno alla comunità, è indirettamente
influenzato dal tema?
Chi può subire effetti positivi o negativi dipendenti dal tema / questione?
Chi sono i “senza voce” per i quali è necessario prevedere una speciale
attenzione?
Chi sono i rappresentanti di coloro che verosimilmente saranno
influenzati?
Chi può avere trattato lo stesso tema / percorso in altri contesti?
Chi può essere interessato a conoscere il tema / processo?
Chi è responsabile nel monitorare/regolamentare il percorso e/o i temi o
ambiti considerati?
Chi può fornire informazione, risorse, ecc.?
Chi sono i possibili oppositori al percorso e/o alle decisioni / scelte?
A chi è di beneficio il mantenimento dello stato attuale?
Chi può contribuire con risorse umane, finanziarie e/o tecniche?
77
STAKEHOLDERS
Analisi
1- Elenco dei possibili stakeholders
2- Analisi degli stakeholders
PORTATORI DI INTERESSI
CARATTERISTICHE RILEVANTI
INTERESSI
COME INTERVENIAMO
78
STAKEHOLDERS
Esempio …
SOGGETTI ECONOMICI
PORTATORI DI
INTERESSI
CARATTERISTICHE RILEVANTI
INTERESSI
Agricoltori
-Riuniti in associazione
-Non sempre è facile coinvolgerli
-In alcuni casi non molto sensibili alle tematiche
ambientaliste
-Si occupano della tutela e cura dei propri terreni
-Conoscono il territorio, le sue risorse e bisogni
-Alto grado d’interesse: possibili espropri
di terreni
-Coinvolti nei problemi di viabilità
-Valorizzare i loro prodotti e il paesaggio
rurale
Commercianti
-organizzati in associazione
-“organi di diffusione notizie e novità all’interno della
comunità
-Piccole dimensioni, conduzione familiare
-incrementare le vendite
-avere visibilità
-diventare più concorrenziali
Artigiani
-Non sempre è facile coinvolgerli
-Molto impegnati
-Riuniti in associazione
-incrementare le vendite
-avere visibilità
-diventare più concorrenziali
Professionisti
-voci autorevoli all’interno della comunità
-esperti di riferimento della comunità
-potrebbero avere grande influenza
-sempre interessati alla vita politica locale e a tutte le
sue manifestazioni
Banche
-di solito piccole , crediti cooperativi
-stretto legame con la comunità (cene, banchetti, gite)
--finanziano iniziative pubbliche locali
-capire nuovi sviluppi per consigliare i
propri clienti ed eventualmente allargare
la clientela
-lavori di appalto per la realizzazione di
nuove opere
-visibilità
-guadagnarsi la fiducia dei concittadini
-nuovi clienti e mantenere gli attuali
- interessi per eventuali finanziamenti di
opere pubbliche
79
STAKEHOLDERS
Esempio …
ASSOCIAZIONI
Alpini
Associazione
Nazionale
Alpini
-organizzati in sezioni locali
coordinate
-presenza e partecipazione in
occasioni di rilievo civile
-attività, anche didattiche, di
valorizzazione del patrimonio
storico, ambientale, sociale
-attività d'emergenza, solidarietà,
protezione civile
-coinvolgimento della popolazione in occasioni di
rilievo civile
-sviluppo di attività di valorizzazione del
patrimonio ...
-Avere mezzi e risorse idonee
-Diffusa sul territorio, persegue la
tutela e valorizzazione
dell’ambiente
-sostenibilità ambientale delle attività umane
-educazione alla tutela ambientale
-diffusione di sensibilità verso ambiente non da
"usare", ma da "vivere"
-tutela e valorizzazione del paesaggio
Ambientaliste
Associazione
ambientalista
XXX
Amici della bicicletta
Gruppo
ciclistico
-Diffusa sul territorio, molto attiva,
organizzano gare ed eventi sportivi
-Realizzazione di percorsi naturalistici e piste
ciclabili,
-aumentare la visibilità
AAA Club
-Meno diffuso e attivo
-Realizzazione di eventi legati alla bicicletta
80
STAKEHOLDERS
Esempio …
ENTI LOCALI
Sindaco e Giunta
-Amministrano il Comune
-Realizzare il programma elettorale
Maggioranza consiliare
-Indirizza l’attività della Giunta
-Realizzare il programma elettorale
Minoranza consiliare
-Opposizione in Consiglio Comunale
-Controllare l’operato della maggioranza;
vincere le prossime elezioni
Ufficio tecnico
comunale
-Si occupa di Edilizia pubblica e privata,
coordina gli operai comunali, ecc.
-Evitare proteste dei cittadini, lavorare in un
contesto sereno, vedere valorizzato il
proprio lavoro
Operai
comunali/messo/autista
-Eseguono attività operative
-Veder valorizzato il proprio lavoro e la
propria professionalità
Agente di Polizia
municipale
-Vigilanza
-Dare un’immagine migliore del proprio
ruolo
Segreteria comunale
-Sovrintende l’organizzazione degli uffici
comunali
-Evitare proteste dei cittadini, lavorare in un
contesto sereno, vedere valorizzato il
proprio lavoro
Commissione Edilizia
-Esamina pratiche edilizie
-Evitare proteste dei cittadini, lavorare in un
contesto sereno, rendere più trasparenti e
condivisi i suoi provvedimenti
Consulta Urbanistica
-Esamina ed esprime parere su varianti al
Piano Regolatore Generale
-Lavorare in un contesto sereno, partecipare
alla vita della comunità
81
STAKEHOLDERS
Esempio …
SCUOLE
Asilo nido
-Formazione bambini 2-3 anni
-Far giocare ed educare i bambini
Scuola per l’infanzia
-Formazione bambini: 3-5 anni
-Far giocare ed educare i bambini
Scuola elementare
-Formazione bambini: 6-11anni
-educare i bambini allo studio e alle
discipline base
Scuola superiore primaria
-Formazione bambini: 12-14 anni
-educare i bambini allo studio e alle
discipline base
Scuola superiore
secondaria
-Formazione ragazzi: 15-18 anni
-educare i ragazzi allo studio e alle
discipline base e collaterali
Scuole di formazione per
adulti
-corsi di formazione tematici per
adulti
-permettere a persone adulte di
approfondire temi specifici in ambiti
di vario genere
82
ENTE LOCALE
IMPRESE
GRUPPI DI
INTERESSE
Forza lavoro
Ordine pubblico
Tutela degli interessi specifici
Servizi
ENTE LOCALE
CITTADINI
Assistenza ai malati, agli anziani ai disabili
Assistenza all’infanzia
Istruzione
Ordine pubblico
Trasporto pubblico
Gestione dei rifiuti
Fornitura di acqua ed energia
Ambiente vivibile e gradevole
83
FACILITATORE
L’ARTE DELLA FACILITAZIONE
NEGOZIAZIONE: azione diplomatica (mirata ad un
accordo internazionale
MEDIAZIONE: azione svolta da terzi per il
raggiungimento di incontro e un accordo tra
diverse parti, soprattutto in ambito diplomatico e
commerciale
CONCERTAZIONE: prassi di reciproca consultazione
e di azione congiunta tra le forze sociali e il governo
su temi della politica
FACILITAZIONE: offerta di condizioni favorevoli,
agevolazione
84
FACILITATORE
!! Il ruolo del facilitatore deve essere esplicito e accettato !!
… sostiene il gruppo alla partenza…
1- offre un benvenuto caloroso
2- stabilisce un rapporto con ciascun partecipante
3- introduce l’incontro, l’ordine del giorno o agenda
4- cura che tutti abbiano le informazioni necessarie inerenti i
temi dell’agenda
5- crea un’atmosfera comoda e creativa, si muove e si mostra
energetico, rimanendo sensibile all’umore del gruppo
85
FACILITATORE
… sostiene il gruppo durante le “danze”…
1- assicura che tutte le parti possano esprimere i loro punti di vista ed opinioni
2- aiuta i partecipanti più timorosi ad intervenire
3- presta particolare attenzione alle persone “difficili”
4- verifica se le idee espresse da un membro sono state comprese dal resto del
gruppo
5- incoraggia idee creative e nuove rispetto al problema
6- riformula creativamente questioni vaghe o complesse
7- sintetizza con cura su cartellone le proposte espresse
8- evidenzia temi o idee importanti
9- verifica il consenso su una proposta
10- evidenzia i legami tra idee espressi e commenti (degli altri) a proposito
11- indica le aree di accordo e riconosce quelle di disaccordo, focalizzando la
discussione sulle aree di disaccordo
12- rileva e aiuta a gestire i conflitti
86
FACILITATORE
… con il metodo “giusto”!
1- sostiene il gruppo nella definizione delle fasi e dei tempi
2- richiama il gruppo alle priorità, agli impegni e ai tempi predefiniti
3- crea un’atmosfera di “non giudizio” per la risoluzione dei problemi
con creatività
4- introduce nuove idee e stimoli quando il ritmo rallenta
5- propone strumenti per ricostruire e rafforzare il clima di fiducia,
l’attenzione, la cooperazione
6- non interviene mai nel merito dei contenuti (le opinioni e le
proposte), ma solo sulla dinamica dell’ascolto e della comunicazione:
7- ricorda (concisamente) il singolo contributo dei partecipanti
8- assicura che tutto l’input del gruppo sia documentato
adeguatamente
87
IL FORUM
di A21
88
IL FORUM
Cap. 28 dell’Agenda 21 di Rio:
“Ogni autorità locale dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e
le imprese private ed adottare una propria Agenda 21 Locale. Attraverso la
consultazione e la costruzione del consenso, le autorità locali dovrebbero
apprendere ed acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale le
informazione necessarie per formulare le migliori strategie.”
Carta di Aalborg:
“Le amministrazioni locali firmatarie si impegnano [...] affinché i progetti
dell'Agenda 21 a livello locale vengano sviluppati in collaborazione con tutti i
settori delle rispettive collettività:
cittadini, attività economiche, gruppi di interesse. [...] fonderanno pertanto la
loro azione sulla cooperazione fra tutti gli attori interessati e faranno sì che tutti i
cittadini e i gruppi interessati abbiano accesso alle informazioni e siano messi in
condizioni di partecipare al processo decisionale locale.”
89
IL FORUM
Il Forum : cos’è?
è il luogo dove gli attori si
incontrano e si confrontano su
una “VISION”
ha compito di rappresentare gli
interessi dell’intera comunità
Presidente
Regolamento
90
IL FORUM
Il Forum interviene nelle fasi chiave del processo di A21L
con funzioni consultive, propositive e di verifica:
garantire il dialogo e l’interazione con le parti sociali coinvolte;
promuovere la partecipazione di cittadini e la crescita di consapevolezza
e il progetto di A21L;
gestire la consultazione per individuare priorità ambientali locali,
indicatori di sostenibilità, obiettivi;
impostare e validare, con l'Autorità Locale, il RSA;
proporre strategie e azioni ed individuare priorità, responsabilità e
costruzione di partenariato;
contribuire alla costruzione del PAL;
presentare e discutere i risultati finali;
effettuare il monitoraggio successivo.
91
IL FORUM
… l’amministrazione che intende promuovere
il Forum
deve valutare le varie modalità di
promozione,anche in base a
un attento esame delle caratteristiche
della popolazione, della sua attitudine
a partecipare e di altri strumenti simili
già attivi.
92
IL FORUM
Il successo del Forum
Scelta dei soggetti coinvolti
Legittimazione reciproca dei partecipanti
Motivazione
Peso da assegnare alle esigenze e alle aspettative dei gruppi
Aspetti formali, procedurali e organizzativi.
1. chiari gli obiettivi, i poteri, gli strumenti e
le regole di funzionamento del Forum
2. le interazioni con l'Organo
rappresentativo elettivo (Consiglio
Comunale, Provinciale, etc.).
93
…progettare il FORUM
1 - Definire la mission dei forum.
2 - Chiarire molto bene i legami tra i forum e le
strutture istituzionali (i forum hanno poteri
consultivi, deliberativi, propositivi, …
… ovvero… chiarire che “fine” faranno
i risultati della discussione.
3 - Garantire i finanziamenti necessari affinché il
processo si svolga in buone condizioni.
94
…progettare il FORUM
4 - Individuare i soggetti da coinvolgere
5 - Programmare, in linea di massima:
• la durata di tutto il ciclo,
• le sue tappe fondamentali,
prevedendo un periodo di tempo sufficiente per la fase
partecipativa e per l’attuazione dei risultati
6 - Garantire la neutralità dei promotori e degli
incaricati del progetto in modo che esso appaia
credibile ai partecipanti
95
…progettare il FORUM
7 - Pubblicizzare l’iniziativa e richiamare alla
partecipazione attraverso un’informazione:
•chiara → in primo piano: obiettivi dei forum
•completa → chi, cosa, dove, quando, come, perché
•capillare → diffusa, attraverso tutti i canali possibili,
in modi e tempi adatti ai diversi destinatari:
-cittadinanza in generale
-strutture interne dell’ente
-associazioni
-scuole
-soggetti economici
E’ necessario prestare attenzione ai soggetti che hanno
maggiori difficoltà ad accedere alle informazioni.
E’ necessario mantenere aperta la comunicazione durante tutto il processo !
96
…progettare il FORUM
8 - Definire il programma dell’evento:
chi presiede ?
chi e quanti facilitatori?
si lavora sempre in plenaria o ci si divide in sessioni
tematiche?
Come si dividono i partecipanti nelle diverse sessioni?
Quali sono i temi delle sessioni ?
Come si “rimescolano” i partecipanti, in modo che ciascuno
possa lavorare anche su un settore che non è di sua diretta
competenza?
Come si organizza la plenaria finale, dopo le singole
sessioni?
97
…progettare il FORUM
Sede aerata e luminosa
Setting “interattivo” (disposizione di tavoli,
sedie, pareti vuote per appendere …)
Buffet
Gadget
Iscrizioni dei partecipanti
Materiali vari, strumenti (post-it, cartelloni,
proiettori, pc, cancelleria, …)
Facilitatori
Inviti (graziosi
ed accattivanti)
Orari, giorni,
frequenza degli
incontri …
Delimitazioni
del periodo
Pubblicità
Verbale + ritorno dei risultati
Sito web + forum
Contatti, mail-list
98
…è arrivato il giorno del FORUM
Cosa prevediamo di fare PRIMA:
(Facilitatori)
1- Prevedere un abbigliamento adeguato al pubblico
2- Allestire la stanza in maniera adeguata (sedie, tavoli,
luce/oscuramento se serve proiettare qualcosa, ..)
3- Prevedere lo spazio per il buffet
4- Preparare supporto su cui annotare chi partecipa al forum
ed eventuali dati personali
99
…è arrivato il giorno del FORUM
Cosa prevediamo di fare DURANTE:
I principi alla base del processo di A21L,
che dovrebbero essere condivisi preliminarmente all’avvio
delle attività del Forum,
sono:
1) principio di equità;
2) integrazione tra ambiente e sviluppo;
3) principio di precauzione;
4) principio di prevenzione;
5) “chi inquina paga”;
6) sussidiarietà;
7) condivisione delle responsabilità;
8) partecipazione.
100
…è arrivato il giorno del FORUM
Cosa prevediamo di fare DURANTE:
IL FORUM LAVORA:
A. INSIEME
B. DIVISO IN GRUPPI TEMATICI
RISORSA
ACQUA
MOBILITA’
SOSTENIBILE
DISAGIO
GIOVANILE
101
…è arrivato il giorno del FORUM
Cosa prevediamo di fare DURANTE:
Modalità di lavoro dei gruppi di lavoro
Formati su criteri di volontarietà e
rappresentatività del contesto sociale
Coordinati da un facilitatore
Utilizzano varie tecniche:
Brainstorming, focus group, matrici,…
Presentano i loro risultati al forum
nelle sessioni plenarie
Possono incontrarsi più volte
secondo un calenario
102
…è arrivato il giorno del FORUM
Cosa prevediamo di fare DOPO:
1 - Salutare e ringraziare i partecipanti
2 - Ricordare i successivi appuntamenti
3 - Ricordare dove sarà possibile reperire il materiale
prodotto
4 - Sistemare la sala che ha ospitato il forum
5 - Ringraziare chi ci ha ospitato
103
Marinella Sclavi – L’arte di ascoltare e altri mondi possibili
Le sette regole dell’ascoltare:
1. Non avere fetta di arrivare alle conclusioni: sono la parte più effimera della
ricerca
2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista; per vedere il tuo punto di vista
devi cambiare punto di vista
3. Se vuoi comprendere quello che un altro sta dicendo, devi assumere che egli
ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla tua
prospettiva
4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai
comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come
guardi.
5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più
importanti per lui sono quelli che si presentano coscienza come al tempo
stesso trascurabili e fastidiosi, marginali ed irritanti, perché incongruenti con
le proprie certezze.
6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi de pensiero e della
comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un
campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti
7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia
umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare l’umorismo viene da se.104
Grazie,
a mercoledi prossimo..
[email protected]
105
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