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sue dottrine : Ignazio, Giustino, Ilario e Tertulliano . Chi fosse
quel generoso mecenate non sappiamo, né sappiamo granché, sino
ad oggi, della colonia italiana che doveva essere numerosa, se,
nella lettera menzionata, il successore di Calvino poteva dire : « in
quella città vediamo affluire molti di coloro che la nostra chiesa
non può tollerare, a causa del loro spirito inquieto... ». Pertanto
faceva appello al suo amico di Zurigo affinché intervenisse presso
Girolamo Zanchi per deciderlo ad andare a metter ordine fra quei
suoi compatrioti irrequieti i quali, incontrando altri italiani troppo
inclini alle sottigliezze teologiche, si sarebbero mostrati ancora più
audaci . Tra quegli « irrequieta ingenia » c'era forse il citato Battista. Ma non c'era anche l'altro lucchese, Nicola Liena, il gentiluomo che era intervenuto presso gli « illustrissimi Domini » di
Ginevra, per supplicarli di perdonare gli errori di Gentile sotto processo, di mitigare la condanna e di lasciarlo tornare a quegli studi
nei quali potrebbe rendere notevoli servizi, vista la sua grande erudizione 1 I due si erano conosciuti a Ginevra prima del processo ;
poi Liena se n'era andato a Lione per i suoi negozi. Non è azzardata l'ipotesi che anche l'amico e protettore gli abbia offerto,
ancora una volta, valido aiuto . E chi sa che non vi abbia incontrato altresì quel Cappone Capponi, della ben nota famiglia fiorentina, il quale, qualche anno più tardi, doveva intervenire presso
Teodoro di Beza per difendere il piemontese Alamanni, che egli
considerava un testimonio della verità, attaccato ingiustamente dai
pastori lionesi . Comunque, in attesa di nuovi documenti sui protestanti italiani di Lione, le nostre congetture sono avvalorate dal
fatto certo che Valentino, grazie agli aiuti che vi trovò, potè menare a buon fine l'impresa di pubblicare quanto aveva elaborato
a Farges, cioè il suo libretto intitolato Antidoto..
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Purtroppo non ne esiste più una copia né il manoscritto. Però
ne conosciamo nelle sue linee essenziali il contenuto, grazie, in
primo luogo, alla confutazione che ne fece immediatamente Calvino, e poscia all'analisi che, alcuni anni più tardi, il teologo bernese
Aretius ci ha lasciato nella sua « Valentini Gentilis Historia » (1567).
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Cfr.
TEUCHSEL, Op.
cit,
p.
335.
Cfr. H . M E Y L A N , Bèze et les italiens de Lyon (1566), « Bibliothèque Humanisme et Eenaissance », T. X I V , 1952. Altre ricerche fatte da noi recentemente negli Archives Départementales
du Rhóne, sono state infruttuose : nessuna traccia del passaggio
di Battista e di Valentino.
Cfr. il mio studio citato, p. 104, fascicolo I I , Anno X I V ,
« Archivio Storico per la Calabria e la Lucania » .
Cfr. oltre lo studio citato del Meylan, D . CANTIMORI, Op.
cit., pp. 270 sg.
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sue dottrine : Ignazio, Giustino, Ilario e Tertulliano1 . Chi fosse quel