n°5 2013 EDITORIALE: Bambini che “pesano molto poco” anche per le istituzioni ed i servizi pubblici? Acquisti e ringraziamenti. REGIONE: La sede operativa di Albignasego. Sostegno alle “famiglie premature” del Veneto. VICENZA : Prima Tavola Rotonda del Veneto sui temi della prematurità. TREVISO: Anche noi mamme e papà di bambini nati pretermine. I Passi della Cura. CAMPOSAMPIERO: La neuropsicomotricista in TIN. Casa Dolce Casa. PADOVA: Un nido per crescere. RICONOSCIMENTI: Trent’anni dedicati ai bambini più piccoli. AREA MEDICA: Tesi di laurea. RIABILITAZIONE ED EDUCAZIONE: Che cos’è la neuropsicomotricità. Conductive Education. Logopedia. Il massaggio infantile. TESTIMONIANZA: Simone. PREVENZIONE: Quale futuro? Progetto Crescendo. COORDINAMENTO NAZIONALE VIVERE ONLUS: La Carta dei Diritti del Bambino prematuro. Una legislazione per i parti pretermine. RINGRAZIAMENTI: Feste, solidarietà, partecipazione. EDITORIALE Il Presidente Elisabetta Ruzzon ACQUISTI Quattro anni di silenzio assordante Bambini che “pesano molto poco” anche per le istituzioni ed i servizi pubblici? • Nidi di contenimento e coperte copri-incubatrice per la Neonatologia di Treviso • Programmi software per il reparto di patologia Neonatale di Padova. Tante famiglie si sono avvicinate all’Associazione con generosità, impegno e costanza. Tanti genitori e tanti bambini hanno voluto fidarsi dei molteplici supporti offerti dall’Associazione. Tanti reparti di terapia intensiva neonatale del Veneto hanno potuto avvalersi delle strumentazioni acquistate dall’Associazione. Tanti neonatologi, infermieri, operatori socio-sanitari e scolastici hanno potuto partecipare ai corsi di aggiornamento promossi dall’Associazione. Non posso però non riconoscere che purtroppo stiamo attraversando un difficilissimo momento economico che implica diverse ricadute anche sul nostro operato. Fino a poco tempo fa si poteva contare su alcuni bandi e finanziamenti che la Regione metteva a disposizione delle associazioni, ma negli ultimi anni, oltre a ridurre il numero dei bandi, sono stati In questi ultimi due anni, grazie alle donazioni ricevute, abbiamo potuto sostenere i reparti di Terapia Intensiva Neonatale del Veneto con l’acquisto di specifiche strumentazioni e con il finanziamento di iniziative a sostegno della Care per oltre 100.000 euro. • Ventilatore polmonare; capnometro; copri-incubatrice e materassini per incubatrice per la Neonatologia di Vicenza Il tempo è volato forse proprio perché abbiamo avuto la possibilità di concretizzare quello che più volevamo, abbiamo avuto la costanza di portare a compimento progetti insperati, abbiamo avuto la lungimiranza di avviare iniziative assolutamente nuove ed inedite. Grazie alla partecipazione, all’impegno, alla fiducia di tantissime persone, siamo presenti nella maggior parte della Regione Veneto, avviando, realizzando e promuovendo, progetti ed iniziative finalizzate al supporto del bambino nato pretermine e della sua famiglia. • Monitor cerebro – funzionale CFM per Patologia Neonatale di Camposampiero. • Flussometri per il reparto di Pediatria di Dolo. • Corsi Brazelton per gli operatori sanitari della Patologia Neonatale di Vicenza drasticamente tagliati i fondi rivolti proprio al volontariato. Una visione politico-sociale che esclude le fasce più deboli o, come nel nostro caso, “i più piccoli”. Una sorta di visione miope ed indifferente che giudica un bambino nato gravemente pretermine come un “ex prematuro” che ha solo bisogno di crescere, non considerando che, se si dà la possibilità a questi bambini di sopravvivere, è doveroso da parte delle istituzioni pubbliche, rendersi almeno consapevoli di quelle che potrebbero essere le ripercussioni della nascita pretermine nella loro vita futura. P Grazie Sono passati ben quattro anni dalla nostra ultima pubblicazione de “Il Pulcino” e vorrei potervi spiegare perché abbiamo lasciato passare così tanto tempo prima di riprendere questa pubblicazione. Credo però che non serviranno tante spiegazioni, basterà leggere i contenuti di questo numero per comprendere come tutte le nostre energie siano state assorbite dai molteplici impegni, progetti, iniziative, realizzazioni, che abbiamo concretizzato in questi ultimi anni. RINGRAZIAMENTI A maggior ragione sento fortissima l’esigenza di ringraziare dal profondo del cuore quanti ci sostengono, quanti credono in noi, quanti confidano nei nostri progetti. Voglio ringraziare chiunque abbia partecipato alla nostra causa, con una testimonianza, con una donazione, con la sua opera di volontariato, con la propria professionalità. • Corsi di Formazione sul Campo per gli operatori sanitari della Patologia Neonatale di Treviso • Presenza di una neuro psicomotricista nella Patologia Neonatale di Camposampiero con il progetto: “Promozione dello sviluppo dell’interazione genitore -bambino. La Provincia di Padova ha contribuito a finanziare parte della spedizione di questo numero de “Il PULCINO”. Ringraziamo la Provincia di Padova per il sostegno ed il Presidente per le sue profonde e graditissime parole. “Un piccolo nato prematuro ha bisogno di tutto e di tutti. Ma ha bisogno in particolar modo della forza e del coraggio dei propri genitori, al fianco dei quali, dal 1996, opera l’Associazione Pulcino. Un’attività quotidiana e silenziosa, quella dei volontari del Pulcino, che garantisce un sostegno forte, esperto e concreto alle famiglie e ai bambini nati pretermine. Nelle loro storie c’è la caparbietà, la dedizione, la gioia di affrontare difficoltà solo apparentemente insuperabili: in loro c’è tutta la forza e la dolcezza della vita. Per questo hanno deciso di stare a fianco di genitori e bambini con l’obiettivo di costruire, insieme, un nido in cui crescere serenamente. Le storie di tanti piccoli, caparbi e ostinati a non arrendersi, sono la testimonianza più vera della vita. Ed ogni loro respiro è anche un nostro grazie per quello che l’Associazione Pulcino fa.” Il Presidente della Provincia di Padova E tante altre tantissime iniziative, progetti e finanziamenti. Da parte mia, di tutta l’Associazione e di tutti i bambini ... GRAZIE! U L C I N Redazione: Responsabile di redazione Elisabetta Ruzzon Hanno collaborato Elena Arpi Claudia Benetel Giulia Berto Martina Bruscagnin Maddalena Corbo Michela Franco Anna Gui Maria Vittoria Maroni Patrizia Mazzei Beatrice Pinton Chiara Salin Margherita Sattin Silvia Toffano Roberta Vacilotto Redazione di Associazione Pulcino sede operativa Via Verga, 1 Albignasego (PD) tel. 049 8809816 cell. 345 4520357 www.associazionepulcino.it Il PULCINO n° 5 ha potuto usufruire del finanziamento del CSV Centro Servizio Volontariato della provincia di Padova. n°5 2013 O REGIONE REGIONE La sede operativa di Albignasego La disponibilità della sede operativa presso il centro commerciale Ipercity, messa a nostra disposizione dal Comune di Albignasego, ci ha permesso di realizzare tantissimi progetti ed iniziative. Il nostro progetto “Un nido per crescere” ha avuto notevoli sviluppi ed ha incontrato i pareri favorevoli non solo dei genitori, ma anche di molti neonatologi e delle figure specialistiche di riferimento dell’età evolutiva. Abbiamo promosso ed avviato moltissime attività a sostegno dei bambini, organizzato incontri di “gruppi di parola”, coordinato incontri tra mamme, progettato percorsi riabilitativi/educativi per bambini disabili, ospitato i consigli direttivi del Coordinamento Nazionale Vivere Onlus, presentato libri sulla prematurità, programmato conferenze specifiche sui temi della prematurità, presentato ai genitori tesi di laurea e sviluppato tantissime altre iniziative sempre a favore dei bambini nati prematuri e delle loro famiglie. Riconfermiamo la nostra riconoscenza al Sindaco di Albignasego Massimiliano Barison che ci ha sempre sostenuto ed incoraggiato e ad Ikea che ha arredato la nostra bellissima sede. Sostegno alle “famiglie premature” Grazie all’assegnazione di un contributo del Fondo Speciale per il Volontariato gestito dal Co.Ge. Veneto, l’Associazione ha potuto mettere in atto un importante progetto intitolato “Sostegno alle famiglie premature del Veneto”. Sopra: 23 maggio 2009 inaugurazione della sede operativa di Albignasego (PD) alla presenza delle autorità. Sotto: Il Prof. Lino Chiandetti, direttore dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale del Dipartimento di Pediatria di Padova, la psicologa Elena Zambonin, genitori e bambini. A lato: alcune immagini della sede Siamo presenti nella sede di Albignasego (PD) in via Verga, 1 presso il centro Ipercity dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 15,00 e su appuntamento il pomeriggio ed il sabato mattina. Tel. 049 8809816 Michela Franco Il progetto, ideato e redatto dai volontari dell’Associazione, ha risposto perfettamente ai canoni richiesti per l’assegnazione del contributo e, nell’aprile 2010 abbiamo potuto dare il via al nostro importante progetto. L’obiettivo principale si focalizzava nella realizzazione di una rete di volontari, formata da genitori di bambini nati pretermine, ma anche da operatori socio sanitari e professionisti, che, debitamente formata, potesse sostenere ed accompagnare famiglie di bambini nati pretermine, nei momenti di effettivo bisogno e smarrimento, come quello dell’ingresso nei reparti di terapia intensiva neonatale, o al momento della dimissione. Le attività hanno coinvolto quattro reparti di patologia neonatale: Padova, Camposampiero, Treviso e Vicenza. Per ogni reparto sono state pensate e sviluppate delle attività specifiche, che hanno impegnato non poco i volontari e le risorse dell’Associazione. Le attività di Padova si sono svolte principalmente presso la sede operativa di Albignasego, con iniziative rivolte sia ai genitori che ai bambini. Sono stati organizzati corsi di massaggio infantile, incontri di neuro psicomotricità individuali e di gruppo, incontri condotti da psicologhe esperte per sostenere i genitori nell’elaborare il grave trauma delle nascite pretermine. Con il Dott. Luca Rigon neonatologo a Camposampiero e con la Dott.ssa Beatrice Dalla Barba, responsabile dell’assistenza neonatale del Nido dell’Ospedale di Padova, siamo riusciti a realizzare una conferenza sull’allattamento del neonato pretermine, organizzata presso l’ospedale di Padova. A Vicenza, a seguito del lavoro di intensificazione da parte dell’ Asso ciazione dei rapporti con il reparto di patologia neonatale, è stata organizzata presso l’ospedale San Bortolo, un’importante Tavola Rotonda sui temi della prematurità. Vi hanno partecipato gli operatori del reparto di terapia intensiva neonatale, i genitori dei bambini nati pretermine, i pediatri di base e gli operatori socio-sanitari del territorio, in stretto contatto con i nostri “piccoli” bambini. Per la prima volta nel Veneto, reparto, genitori e territorio hanno avuto la possibilità di parlarsi per confrontare le loro esigenze ed ottimizzare le risorse e le azioni. Anche a Treviso sono state molte le attività intraprese dall’Associazione: i genitori, sempre più numerosi hanno avviato il gruppo di ascolto presso il reparto, supportati da corsi di formazione specifici. Queste attività e molte altre hanno consolidato la presenza dell’Associazione in tutto il territorio Veneto e si sono potute realizzare grazie ai finanziamenti del Co. Ge. e del CSV Centro Servizi Volontariato di Padova. Un particolare ringraziamento va all’Associazione Genitorialità che ci ha sempre sostenuto con i suoi professionisti, ma il più grande riconoscimento va rivolto ai volontari dell’Associazione a cui spetta il più sentito ringraziamento. VICENZA TREVISO Patrizia Mazzei La prima Tavola Rotonda del Veneto sui temi della prematurità. Nel corso di questi anni abbiamo intensificato la collaborazione con gli operatori sanitari della patologia neonatale dell’Ospedale di S. Bortolo e consolidato il gruppo di genitori di Vicenza. Dopo un intenso lavoro di relazioni avviate con i medici, gli infermieri ed i genitori, è stato possibile organizzare un’importante Tavola Rotonda che ha visto come protagonista il reparto di patologia neonatale compresa l’équipe del follow up, i servizi territoriali ed i genitori dei nostri piccoli. Iniziativa concretizzata per la prima volta nel Veneto L’incontro si è svolto il 6 novembre 2010 presso l’ospedale San Bortolo di Vicenza e ha visto la collaborazione di tutti i soggetti interessati ai percorsi dei bambini prematuri e delle loro famiglie. Sono stati trattati molti argomenti che hanno spaziato dalla presentazione della struttura della neonatologia di Vicenza, ai servizi sanitari e psicologici offerti ai bambini ed alle loro famiglie; dai ruoli e compiti delle figure medico-sanitarie, alle problematiche e patologie legate alla prematurità (respiratorie, oculistiche ed uditive). In particolare, hanno colpito le esperienze dei genitori che hanno saputo raccontarsi e trasferire il senso di disorientamento, inadeguatezza e stordimento derivante dalle difficoltà sia pratiche che psicologiche legate alle dimissioni del bambino, momento tanto sperato e temuto. prematuri, di “dimissioni protette” per una presa in carico tempestiva e organizzata. Questi restano i nodi più importanti da sciogliere, sia per i reparti di terapia intensiva neonatale, sia per i distretti socio sanitari di quasi tutto il territorio nazionale. L’iniziativa è risultata assolutamete positiva per tutti i partecipanti, i temi affrontati sono risultati interessanti ed esaustivi, il confronto e la discussione costruttive ed è emersa con più chiarezza la consapevolezza che è necessario affrontare ancora molto cammino per permettere la riuscita di una dimissione informata e cosciente da parte di tutti. Sono stati proposti ulteriori approfondimenti che potranno avere come argomento: formazione personale e professionale, coinvolgimento genitoriale nell’assistenza dei prematuri, incontri sulla Care del neonato pretermine, percorso di follow up e modalità di collegamento con il territorio, inserimento dei prematuri nei vari percorsi scolastico/sociali, problematiche di gestione domiciliare, prevenzione, preparazione del personale al sostegno in caso di estrema prematurità, integrazione fra le varie Ulss, rapporti tra medici e genitori, monitoraggio periodico delle evoluzioni compiute. Intendiamo ringraziare con riconoscenza, tutto il personale sanitario del reparto di Patologia Neonatale di Vicenza che ha fortemente voluto la realizzazione di questa Tavola Rotonda e ha così permesso di aprire una finestra sulle varie problematiche dello sviluppo del bambino pretermine. Un particolare ringraziamento va a tutti i relatori intervenuti a questo incontro per gli interessanti interventi e la generosa partecipazione. Anche noi mamme e papà di bambini nati pretermine. Anche noi mamme e papà di bambini nati pretermine, anche noi con tanta voglia di stare vicino ad altri genitori, anche noi da oltre tre anni con l’Associazione Pulcino. La nostra esperienza in questi ultimi anni è stata veramente molto intensa. Assieme al gruppo di genitori della sezione di Treviso, abbiamo partecipato a riunioni, organizzato mercatini di beneficenza, realizzato materiale per la raccolta fondi, ma i momenti più intensi sono stati vissuti con il corso di formazione per il sostegno ai genitori, condotto da esperte psicologhe. A fine corso, con l’attestato fra le mani e tanto entusiasmo, ci siamo chieste come potevamo iniziare a mettere in pratica tutto quello che ci era stato insegnato. Abbiamo quindi deciso di partecipare anche noi agli incontri in reparto con i genitori dei bambini la cosa più difficile è relazionarsi con i genitori i cui bambini hanno seri problemi e la cui sopravvivenza è gravemente compromessa. Non sappiamo quali possano essere le parole più adeguate per farli sentire “meno peggio” o se invece sia il caso di ascoltare senza dire niente. In molte occasioni abbiamo paura di dire delle cose sbagliate, cerchiamo di parlare il meno possibile delle nostre esperienze, cerchiamo di essere spontanei, non pretendiamo di saper dire la cosa giusta al momento giusto. Speriamo di riuscire a comunicare la nostra vicinanza, la nostra empatia, la nostra emozione, la nostra condivisione e il nostro sostegno, anche solo con lo sguardo o con un piccolo gesto. Operativamente abbiamo l’opportunità di incontrare i genitori in reparto grazie, all’intervento della Dott.ssa Nadia Battajon, in una stanza appositamente allestita all’interno del reparto di patologia neonatale di Treviso. Sotto un momento della presentazione del Dott. Luca Vecchiato, responsabile della Patologia Neonatale di Vicenza, durante la Tavola Rotonda. Noi crediamo sia importantissima la presenza dei genitori in reparto, perché il sostegno e la vicinanza al proprio bimbo funziona come una “piccola medicina”, in grado di ridurre la sofferenza e lo stress che il piccolo subisce con il ricovero e la permanenza in ospedale. Di particolare rilievo gli interventi dei responsabili dei servizi sanitari territoriali che hanno sottolineato l’importanza per un buon percorso di follow-up dei bambini Percorsi difficili, che molti genitori hanno affrontato assieme ai loro figli, consapevoli anche dell’importanza di un buon follow up cioè di un approfondito controllo del percorso di crescita del bambino. La lunga degenza ospedaliera, le possibili ripercussioni patologiche, i traumi e le sofferenze, possono essere causa di problemi di vario genere tra i quali anche alcune difficoltà psicomotorie, come un ritardo nei movimenti (es. camminare), nel linguaggio, nelle relazioni, negli aspetti cognitivi. Per questi motivi, i bimbi potrebbero richiedere particolari attenzioni con percorsi riabilitativi mirati. Durante la nostra esperienza in ospedale, con i nostri pulcini, cercavamo di stabilire un rapporto con gli altri genitori, così da condividere e rendere meno pesanti le nostre ansie e paure. Cercavamo aiuto ovunque. Ora, memori di questo bisogno, cerchiamo, nel nostro pic- Sopra l’équipe di Patologia Neonatale di Vicenza con i genitori dell’Associazione Pulcino. ricoverati, tenuti dalla neuropsichiatra Dott.ssa Carla Trevisan, dove si parla di bimbi pretermine, del loro sviluppo psicomotorio, dell’importanza dei genitori in reparto e dei problemi derivanti dalla lunga permanenza in ospedale. Le testimonianze hanno ancora una volta ribadito la difficoltà di comunicazione tra genitori e medici e la modalità delle informazioni fornite ai genitori riguardanti i servizi territoriali disponibili e le strutture più adeguate per la riabilitazione dei bambini prematuri. Claudia Benetel e Roberta Vacilotto colo, di dare questo aiuto ai genitori che a loro volta stanno affrontando questa difficile esperienza. Solo chi ha vissuto l’esperienza del ricovero del proprio figlio in patologia neonatale può capire a quali stress fisici ed emotivi sono stati sottoposti i nostri figli e chissà per quanto ne subiranno le conseguenze. Ritornare in reparto, dopo esserne usciti da un po’ di tempo, non è stato facile, soprattutto all’inizio: ci mancava il respiro solo nel varcare la soglia, preoccupati e consapevoli che un primo contatto con i genitori in reparto sarebbe stato difficile. Abbiamo potuto sperimentare che Ogni volta che ascoltiamo questi genitori, ci sembra un po’ di ritornare indietro e di rivivere il nostro doloroso passato, ma condividere queste emozioni con chi ora sta soffrendo ci rende più forti e più desiderose di poter aiutare questi genitori. Per informazioni: Chiara 349 4769973 Elena 328 8959157 TREVISO TREVISO “I Passi della Cura” La prima esperienza ed il vissuto dei genitori all’interno delle terapie intensive neonatali, carichi di angoscia e di dolore, accompagnano negli anni la famiglia anche quando il bambino viene dimesso senza nessuna patologia particolare ed influiscono in modo determinante sul futuro sviluppo psico–fisico del bambino. Il rapporto e le relazioni tra genitori e operatori sanitari sono un elemento fondamentale per entrambi. I genitori dell’Associazione Pulcino, proprio per aver vissuto direttamente questa particolare condizione, sentono forte l’esigenza di creare uno spazio formativo in cui approfondire e riflettere sulla complicata relazione tra infermieri-genitori-medici. Già negli anni scorsi, con il progetto “Crescere Insieme”, attuato nel Dipartimento Materno Infantile dell’Alta Padovana (Camposampiero e Cittadella), avevamo avviato dei percorsi formativi per gli operatori sanitari dell’area perinatale, finalizzati a sostenere la relazione fra i genitori dei neonati ricoverati e gli operatori sanitari. L’Unità Operativa Complessa di Patologia Neonatale dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso ha accolto e ampliato ulteriormente il progetto di formazione, sviluppandolo nell’arco di 1 anno e coinvolgendo tutti i membri dell’équipe: neonatologi, infermieri, neuropsichiatra infantile, hanno collaborato per migliorare la relazione fra operatori e genitori. Il progetto “I Passi della Cura” unico nel suo genere, viene realizzato per la prima volta in Italia proprio dagli operatori della Patologia Neonatale di Treviso. Il progetto è ideato dalla Prof.ssa Maria Vittoria Maroni dalla e Dott.ssa Elena Arpi che realizzano anche la fase formativa, in collaborazione con il Dott. Cesare Calcagni e il Dott. Giorgio Marcuzzo. Si ringraziano tutti i professionisti, che con il loro intervento, hanno permesso lo svolgersi del progetto, come la Dott.ssa Elena Zambonin, e la Dott.ssa Martina Tonincelli. Grazie quindi alla determinazione del Prof. Sergio Onofrio Saia, direttore dell’Unità Complessa di Patologia Neonatale dell’Ospedale di Treviso fino all’aprile del 2012, della Dott.ssa Nadia Battajon e di tutte le figure responsabili del reparto, abbiamo improntato le basi per avviare il progetto. Determinante è stato l’intervento L’unità Operativa Complessa di Patologia Neonatale di Treviso ha avviato per prima il progetto di formazione. del Dott. Daniele Frezza, Direttore della Formazione dell’Ospedale di Treviso, che ha fortemente voluto l’attuazione del progetto e che con il suo impegno, ha permesso la copertura economica dell’intero percorso. Grazie quindi all’intervento della Provincia di Treviso che, nell’ambito dell’iniziativa “Mutui Prima Casa”, ha dato il via alla collaborazione con le più importanti banche del Trevigiano, le quali hanno concretizzato il progetto “I Passi della Cura” dal punto di vista finanziario per un totale complessivo di 28 mila euro. Il nostro grande ringraziamento oltre ai protagonisti già citati e ovviamente alle banche, va all’Assessore Provinciale al bilancio Noemi Zanette e al Direttore Generale dell’U.L.S.S. 9 Claudio Dario. Un momento della conferenza stampa e della consegna del finanziamento. Da sinistra in prima fila: Elisabetta Ruzzon Presidente Associazione Pulcino, il Prof. Sergio Onofrio Saia Direttore TIN, Noemi Zanette Assessore al bilancio, Leonardo Muraro Presidente Provincia di Treviso, Dott.ssa Nadia Battajon neonatologa della TIN di Treviso. Dott.ssa Elena Arpi e Prof.ssa Maria Vittoria Maroni Risorse e strategie Il progetto “ I Passi della Cura” è stato avviato nella Patologia Neonatale di Treviso nell’Aprile 2011 e si è concluso nell’ottobre 2012 con un interessantissimo convegno finale. Il progetto prevede una fase di indagine ed una fase di formazione, a cui fa seguito una sperimentazione con una formazione sul campo. Tutte le azioni sono monitorate e seguite da una valutazione finale. Studiare i punti critici della complessa e delicata relazione fra operatori e genitori per trovare le strategie di sostegno più efficaci a questa relazione è un passo fondamentale per promuovere, già all’interno della terapia intensiva neonatale, uno sviluppo funzionale alla relazione genitore-bambino. In questa prospettiva, il benessere degli operatori diviene un sostegno alla relazione genitori-bambino e quindi, indirettamente, al miglioramento della Care e allo sviluppo psichico del bambino stesso. E’ ormai noto che il lavoro in ambienti come la terapia intensiva neonatale comporta un grande carico emotivo per i professionisti che quotidianamente vi operano. I dati da noi rilevati attraverso la codifica di numerose interviste di gruppo (focus group) effettuate dal 2007 ad oggi ed in contesti ospedalieri diversi, hanno messo in evidenza alcuni punti chiave del vissuto degli operatori rispetto alla propria attività in TIN. La presa in carico dei piccoli bambini ed il rapporto con le madri è un compito molto gravoso che comporta un bagaglio di sofferenza personale per tutti gli operatori coinvolti. Il quotidiano confronto con la morte, la sofferenza fisica e psicologica del neonato e l’inevitabile coinvolgimento con l’angoscia dei genitori, creano uno stato di disagio a cui solitamente gli operatori fanno fronte mediante l’utilizzo di meccanismi difensivi, quali la razionalizzazione ed il distacco emotivo. Quando la strategia del distanziamento è utilizzata in maniera eccessiva, può dar luogo a comportamenti disfunzionali al benessere dello stesso operatore e del gruppo di lavoro. Un’atmosfera emotiva così intensa contribuisce a creare un clima di gruppo in cui la confusione e la presenza di aspetti aggressivi, anche inconsapevolmente messi in Percorso formativo in cui medici, infermieri e genitori sviluppano un’alleanza di formazione per la cura al neonato pretermine. Uno dei gruppi al lavoro atto tra le persone, rendono ancor più gravoso il compito assistenziale, ripercuotendosi negativamente sulle relazioni interpersonali del gruppo di lavoro e contribuendo a favorire elevati livelli di contrasto. In un contesto così sfaccettato, ampio ed in continua evoluzione come quello dello sviluppo dei bambini nati prematuri, il progetto “I Passi della Cura” propone una nuova modalità formativa e nuove strumentazioni che da un lato contribuiscono positivamente allo sviluppo dei bambini e dall’altro offrono l’opportunità agli operatori sanitari di gestire e risolvere tematiche e problematiche di notevole difficoltà psicologica e gestionale. Uno studio pilota, nuovo nel format e nell’approccio, adottabile in altre Patologie Neonatali Italiane, che offre la possibilità ai genitori dei bambini nati pretermine di sentirsi adeguatamente sostenuti e compresi dal personale medico ed infermieristico della terapia intensiva neonatale, in un contesto completo di Cura. Uno dei gruppi di operatori sanitari dell’Unità Operativa Complessa di Patologia Neonatale dell’Ospedale di Treviso. CAMPOSAMPIERO “Casa dolce casa” La neuropsicomotricista in TIN Da molti anni il reparto di Camposampiero, oltre a fornire un importante servizio per i piccoli nati anche alla 23ma settimana, è orientato verso la Care del neonato e rivolge una particolare attenzione ai genitori e alle loro relazioni con gli operatori sanitari. Già anni fa, proprio a Camposampiero, si è potuto realizzare il primo progetto “Crescere insieme” dove l’obiettivo della formazione era quello di creare una sinergia attiva tra operatori sanitari e genitori dei bambini ricoverati. Proprio per continuare questo percorso, che ha riscosso una grande approvazione sia da parte dei genitori che degli operatori del reparto, è stata inserita all’interno della TIN la figura di una neuropsicomotricista. La consulenza della Dott.ssa Beatrice Pinton ha potuto concretizzarsi grazie alle donazioni di importanti aziende e all’intervento del Prof. Carlo Zorzi, fino al 2011 primario di Pediatria di Camposampiero. PROMOZIONE DELLO SVILUPPO DELL’INTERAZIONE GENITORE-BAMBINO NEL REPARTO DI PATOLOGIA NEONATALE DI CAMPOSAMPIERO Dott.ssa Beatrice Pinton Un neonato pretermine vive i suoi primi mesi ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale, un ambiente altamente sofisticato e specialistico. Accanto a lui i genitori lo accompagnano giorno dopo giorno fino alla dimissione e al ritorno a casa. mimica facciale…) diventano molto importanti nella comprensione del neonato, soprattutto nei primi mesi di vita. Il genitore ha bisogno si essere accompagnato nelle fasi evolutive ed educative del bambino, fino alla maturazione delle competenze e relative modalità specifiche di cura. E’ importante il coinvolgimento attivo dei genitori durante il ricovero e negli interventi di Care (es. allattamento, momento del cambio, del bagnetto…). Altrettanto importante è valorizzare i canali comunicativi della voce, dello sguardo, del contatto (tocco dolce, massaggio ..) della marsupio-terapia, per rendere il genitore più sicuro di sé nella relazione con il neonato. Durante la degenza il neonato deve essere sempre considerato e curato, tenendo presente il contesto familiare in cui è inserito, poiché i familiari sono i più importanti promotori del suo sviluppo. Se si considera quindi la coppia genitoriale come una risorsa con cui condividere le cure, si può potenziare lo stesso lavoro del personale sanitario. Per realizzare ciò e valorizzare la presenza della famiglia in reparto, è necessario accoglierla ed accompagnarla già dalle prime ore di vita del neonato e coinvolgerla a prendersi cura di lui. Il contatto tra genitore e figlio e la comprensione del linguaggio con cui il bambino comunica devono essere favoriti fin da subito, insieme alla partecipazione attiva nell’assistenza. In questo contesto risultano perciò importanti, tutti gli interventi di Care centrati sul bambino e sulla famiglia che, stimolando nei genitori l’osservazione del neonato, la lettura dei suoi segnali comunicativi ed il ruolo partecipe nelle cure, promuovono la comprensione dei suoi bisogni evolutivi da parte dei 10 Sopra: la Dott.ssa Beatrice Pinton neuropsicomotricista a Camposampiero Sotto: la vita in reparto genitori e lo sviluppo della loro interazione, che si consolida progressivamente tra loro. Con questi strumenti, la coppia genitoriale può capire e conoscere meglio il proprio figlio, individuandone le capacità e le difficoltà legate alla maturazione e percependosi più competente nel garantire il suo benessere. Oltre ad essere continuativo durante la degenza, l’accudimento del neonato da parte dei genitori, in reparto, diventa determinante in vista della dimissione. Inoltre deve esser favorito nei primi mesi a casa, seguendo l’adattamento al contesto di vita quotidiana. Alcuni strumenti e suggerimenti molto pratici sono di immediata realizzazione come la creazione di momenti di dialogo in presenza del neonato, la sensibilizzazione all’uso dell’osservazione come strumento primario per conoscere il proprio figlio nelle sue competenze e difficoltà. L’aiuto nell’identificazione e la spiegazione dei segnali comportamentali e comunicativi di benessere o disagio (es. motricità, La figura della neuropsicomotricista all’interno dei reparti di terapia intensiva neonatale funge da anello di congiunzione tra operatori sanitari e genitori. In presenza del neonato, osserva l’interazione che i genitori hanno con lui, raccoglie da loro informazioni e facilita la comprensione dei bisogni evolutivi legati alla fase di sviluppo del neonato stesso. Accompagna i genitori nella lettura dei suoi segnali e nello sviluppo della loro relazione. Oltre ad incontrare singolarmente i genitori, la neuropsicomotricista, collaborando con il personale sanitario, partecipa alla realizzazione di incontri formativi per i genitori nel periodo post-dimissione, approfondendo alcune modalità pratiche di accudimento del neonato nell’ambito familiare, offrendo delle indicazioni relative a facilitazioni o attrezzature utili nell’accudimento e promuovendo il massaggio come strumento che facilita il contatto con il bambino. Nei confronti del personale sanitario partecipa agli interventi di Care posturale sui singoli neonati e in caso di necessità, contribuisce alla realizzazione del metodo marsupio, sostenendo un lavoro di rete che integri le diverse competenze di molteplici figure professionali. Percorsi di accompagnamento per genitori di neonati ospedalizzati alla nascita Il nuovo progetto che si sta attuando a Camposampiero è stato fortemente voluto dalla Dott.ssa Enrica Fornaro che, grazie all’appoggio e sostegno del Dott. Marco Filippone, nuovo Direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’Azienda U.L.S.S. 15, è riuscita a organizzare dei percorsi di accompagnamento per genitori di neonati ospedalizzati alla nascita. La nascita di un bimbo ha un forte impatto psicologico per i genitori. Spesso sentimenti tra loro contrastanti si affacciano nella coppia e la rielaborazione del proprio vissuto e l’accoglienza della nuova vita richiedono spesso tempi lunghi. Il percorso nasce dal desiderio di creare un ambiente di alto livello professionale, che accolga i genitori in questa loro avventura parentale. I momenti di incontro diventano un’opportunità per confrontarsi e per godere delle novità che il nuovo arrivato propone, favorendo l’armonia intrafamigliare e le competenze genitoriali di protezione, sicurezza e amore, convinti che un buon equilibrio nell’ambiente domestico, possa favorire la salute e il benessere psicofisico del bambino. 11 I curatori del progetto sono la Dott.ssa Enrica Fornaro medico pediatra neonatologo; Dott.ssa Beatrice Pinton neuropsicomotricista; Dott.ssa Giorgia Bovo psicologa. Per informazioni tel: 049 9324635 dalle 18,00 alle 20,00 il lunedì, mercoledì, venerdì. Chiedere di Beatrice Pinton Sopra: il gruppo di genitori con al centro la Dott.ssa Enrica Fornaro. Sotto: Acquaticità per i genitori, per ripercorrere la propria prenatalità e ritrovare un legame più profondo con il proprio figlio. PADOVA RICONOSCIMENTI Un nido per crescere Cosa accade quando questo bambino nasce prima? Cosa accade ad una madre e ad un padre quando il bambino arriva troppo presto, tanto presto che i suoi genitori non possono prendersi cura di lui e la sua vita ed il suo futuro sono gravemente minacciati? Il percorso “Il nido dei Pulcini” nasce dalla richiesta di genitori di bambini nati pretermine e vuole essere un strumento per condividere la propria esperienza con altri genitori, un filo da seguire per accogliere la sofferenza di un legame che si è interrotto troppo precocemente. “Il nido dei Pulcini” crea uno spazio di parola e di confronto per tutti i genitori che hanno affrontato la nascita pretermine di un figlio. scambio e la condivisione del proprio vissuto di genitore; Neonato pretermine: si ricevono informazioni sullo sviluppo psicologico e sociale del bambino prematuro; Ascolto attivo: come promuovere l’apprendimento e la sperimentazione di specifiche modalità di comunicazione e di ascolto che aiutino ad entrare in relazione con l’altro senza essere invasivi; Incontri di gruppo per rafforzare le competenze genitoriali. Per informazioni tel. 049 8809816 e 345 4520357 Holding: la capacità di accoglienza, di riconoscimento e di contenimento delle emozioni proprie ed altrui. Sotto: alcuni momenti degli incontri che si possono svolgere anche con la presenza dei bambini. Trent’anni dedicati ai bambini più piccoli. Il nostro più vivo ringraziamento ed un augurio di “nuova dimensione” a quanti hanno dato tantissimo alla neonatologia veneta e ora sono meritatamente in pensione. Il Veneto, ed in particolare Padova, si può ritenere la “culla” della neonatologia italiana. I migliori neonatologi, che poi hanno esportato il loro sapere in altre regioni d’Italia, e anche all’estero, si sono formati proprio a Padova. La possibilità di un confronto con altre esperienze e la condivisione con altri genitori che hanno vissuto il dolore di doversi separare precocemente dal bambino, può offrire uno strumento in più con cui accompagnare e sostenere la crescita dei propri figli. La metodologia di questo percorso prevede momenti di ascolto teorico in un contesto di scambio e di confronto di gruppo. Il gruppo, dunque, rappresenta la risorsa fondamentale su cui si basa il progetto, in quanto costituisce la rete di relazioni e di scambio di emozioni, informazioni, affetti, pensieri che potranno rappresentare un’ occasione di crescita, di arricchimento personale, di rafforzamento delle competenze genitoriali e di elaborazione di nuove strategie educative. Il percorso di formazione, articolato solitamente in 3 moduli ciascuno della durata di 2 ore, ha una cadenza quindicinale. Tra questi ritroviamo il Prof. Sergio Onofrio Saia che ha lasciato il suo ultimo incarico, ricoperto per 20 anni, come Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Patologia Neonatale e del Dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Grazie al suo grande impegno, e all’ottimo lavoro svolto, la neonatologia di Treviso oggi è considerata un centro di eccellenza. Un profondo grazie anche per l’attenzione che ha rivolto a noi genitori. In ciascun modulo vengono affrontati argomenti fondamentali. Genitorialità: come aumentare la consapevolezza rispetto a sè stessi, alle proprie risorse genitoriali e favorire l’autoriflessione, lo 12 Anche il Prof. Carlo Zorzi, per 20 anni Primario dell’Unità Operativa di Pediatria e Neonatologia e Direttore del Dipartimento dell’Area Materno Infantile dell’Ospedale di Camposampiero, è andato in pensione. Anche il prof. Zorzi è uno dei primi e più importanti neonatologi del Veneto: nel corso dei suoi 40 anni di carriera ha ricoperto cariche importanti nelle neonatologie venete e svolto la sua attività scientifica che si è concretizzata in oltre 200 pubblicazioni nazionali ed internazionali. Il reparto di Patologia Neonatale di Camposampiero è un importantissimo centro dove sopravvivono piccolissimi di 23 settimane, proprio grazie all’impegno e alla dedizione del Prof. Zorzi che ha saputo creare uno staff di medici ed infermieri altamente qualificato e professionale. 13 Esprimiamo la nostra grande riconoscenza a Pasqualina Simioni che dopo aver dedicato gran parte della sua vita ai piccolissimi bambini nati pretermine, oggi è in pensione. La nostra carissima Caposala della Patologia Neonatale di Padova, può vantare il primato nazionale di avere vissuto in prima persona le evoluzioni nella neonatologia, dai primordi ad oggi. Una carriera lunga e intensa, che sotto il profilo professionale merita una guadagnata pensione, ma che ha lasciato un vuoto per tutti noi. Caposala fin dal 1980 della Terapia Intensiva Neonatale di Padova è stata la “zia” di quasi 10.000 piccoli bambini e noi genitori siamo sicurissimi che ognuno di questi bambini ha ricevuto da lei tanto amore e dedizione. Un grande e vivo ringraziamento da parte di tutti i Pulcini e dei genitori dell’associazione. Un carissimo saluto anche a Lucia Capuzzo da sempre segretaria del Prof. Lino Chiandetti che ora si trova “orfano” perché anche lei meritatamente in pensione. Un grande riconoscimento per la sua costante presenza come volontaria dell’Associazione Pulcino. AREA MEDICA Dott.ssa Margherita Sattin Dott.ssa Chiara Salin Tesi di laurea Allo studio i nostri piccolissimi bambini con tre tesi di laurea: in Fisioterapia; Neuro psicomotricità e Psicologia Tra i vari obiettivi che l’Associazione Pulcino ha sempre avuto a cuore c’è quello di approfondire le tematiche legate allo sviluppo e alla crescita dei bambini nati pretermine ed in particolare alle prematurità estreme che non hanno conseguito patologie o ripercussioni nei bambini. CAMPIONE: N° 10 bambini senza diagnosi di alterazioni complesse. Età 5-6 anni. Età gestazionale corrispondente a 26, 27,28 settimane ; VALUTAZIONE NEURO PSICOMOTORIA DI NEONATI ESTREMAMENTE PRETERMINE MEDIANTE NEURO SENSORY MOTOR DEVELOPMENTAL ASSESSMENT (NSMDA) PROCEDURA: - Applicazione del test SWITCH (per le funzioni esecutive in particolar modo attentive) e il protocollo APCM (per la valutazione delle abilità prassiche e della coordinazione motoria ) nella prima fase del lavoro. - Fase di elaborazione dei dati raccolti ed individuazione di un programma di training riabilitativo della durata di circa 10 sedute (distribuite in 2 mesi di tempo). - Rivalutazione dei bambini, sulla base dei test inizialmente somministrati, per la comparazione e verifica. Tesi di laurea in Terapia della Neuropsicomioricità dell’età evolutiva dell’Università degli Studi di Padova Facoltà di Medicina e Chiriurgia corso di laurea in Terapia della Neuropsicomotricità Relatore: Prof. Lino Chiandetti Correlatore: Dott.ssa Giulia Berto e Dott.ssa Anna Gui Laureando: Chiara Salin Anno accademico 2010-2011 La possibilità di elaborare alcune rilevazioni, sollecitate dagli stessi genitori, ma anche da educatrici, insegnanti e pediatri, ci è stata offerta da alcune tesi di laurea che hanno visto protagonisti proprio i bambini nati gravemente pretermine degli ultimi anni. I dati emersi sono molto interessanti e saranno la base di ulteriori approfondimenti e ricerche che speriamo di riuscire a portare a termine. L’ORGANIZZAZIONE D’AZIONE NEL BAMBINO PREMATURO IN EPOCA PRESCOLARE. IL PROGETTO RIABILITATIVO FONDATO SULLO STUDIO DELLE CRITICITA’. Tesi di laurea in Fisioterapia dell’Università degli Studi di Padova, Facoltà di Medicina e Chirurgia corso di laurea in Fisioterapia. Presidente: Ch.mo Prof. Sergio Galli. Relatore: Ft. Dott.ssa Stefania Mazzolenis Correlatore: Ft. Dott.ssa Alice Chinello Laureando: Margherita Sattin Anno accademico 2010-2011 Attualmente nel nostro paese sopravvive il 95% dei nati di età gestazionale superiore alle 31 settimane e peso superiore a 1000 grammi, mentre per i prematuri che nascono a 23-24 settimane gestazionali le percentuali si abbassano notevolmente oscillando tra l’8% e il 25%. Inoltre, circa il 25% dei soggetti che sopravvive a 23-24 settimane riscontra disa- bilità gravi, un altro 25% disabilità di grado medio e un 30-35% di grado lieve. In particolare nei bambini estremamente pretermine aumenta l’incidenza di esiti neurologici maggiori e di deficit sensoriali che possono influenzare negativamente lo sviluppo psicomotorio e del linguaggio. Oltre a questi rischi, definiti maggiori, si aggiungono i disturbi di sviluppo cosiddetti minori che si concretizzano in problemi dello sviluppo motorio, dell’apprendimento e del comportamento, che diventano più evidenti in età prescolare e soprattutto scolare. Molti autori affermano che proprio il ritardo nella diagnosi delle disabilità minori può comportare la non tempestiva adozione di eventuali interventi terapeutici quali strategie di supporto e sostegno per lo sviluppo del bambino. Queste premesse mi hanno spinto ad affrontare il tema della prematurità sostenendo l’idea di una prospettiva futura che veda il bambino come un soggetto non sempre capace di affrontare le difficoltà della scuola, ma allo stesso tempo in grado di poterlo fare se adeguatamente supportato e stimolato. La mia intenzione è stata proprio quella di dare a un gruppo di bambini con storia di prematurità, la possibilità di completarsi acquisendo una migliore consapevolezza corporea. Lo studio è iniziato con una prima fase valutativa. Dalla valutazione si sono evidenziate alcune criticità ricorrenti ed è pertanto emersa la necessità di affrontarle con i mezzi della riabilitazione. Nello specifico è stato possibile selezionare due gruppi di bambini proponendo loro 10 sedute da 1h di attività ludiche finalizzate ad enfatizzare le capacità prassiche, motorie e di apprendimento di ciascun bambino. OBIETTIVO Studio dello sviluppo delle competenze d’azione nel bambino prematuro: analisi degli aspetti deficitari ai fini di strutturare un progetto riabilitativo. 14 CONCLUSIONI: ottenere degli elementi utili sugli aspetti che riguardano le competenze d’azione dei bambini prematuri e proporre, a partire dai dati raccolti, del materiale informativo e procedurale. CRITICITA’ EMERSE - Difficoltà da parte del bambino di mantenere la concentrazione rispetto ad un determinato compito visuomotorio. - Difficoltà di percezione di una figura all’interno di un determinato contesto. Difficoltà a elaborare una figura complessa. - Difficoltà a riconoscere uno stesso oggetto se ruotato (rotazione mentale). - Difficoltà a costruire un immagine visiva e quindi anche a operare una manipolazione attiva di informazioni presentate spazialmente. - Difficoltà ad orientarsi nello spazio circostante e quindi difficoltà a gestire il proprio movimento nello spazio; mancanza di strategie utilizzate nell’orientamento e alterazione della rappresentazione ambientale. - Alterazione dell’orientamento spaziale in rapporto al proprio corpo (egocentrico) e rispetto agli oggetti esterni (allocentrico). Asomatognosia; difficoltà ad assumere posture corporee a comando verbale; difficoltà nella localizzazione delle dita e denominazione; difficoltà nel disegnare la figura; alterato screening sulla nozione dello spazio. - Mancata acquisizione dei rapporti topologici (“sopra”, “sotto”, “in alto”, “davanti” e “dietro” rispetto al proprio corpo e in relazione agli oggetti). - Compromissione della memoria visuo-spaziale. - Difficoltà ad eseguire dei movimenti selettivi delle mani. - Difficoltà ad eseguire schemi crociati. - Ritardo nella produzione dell’atto motorio finalizzato e programmato. - Difficoltà nelle abilità costruttive. - Ipostenia bucco-facciale. OBIETTIVI DEL PERCORSO DI TRAINING RIABILITATIVO: - Migliorare l’attenzione sostenuta e divisa. - Sapersi orientare in una configurazione visiva - Migliorare le strategie di orientamento spaziale - Migliorare la somatognosia - Migliorare l’acquisizione dei rapporti topologici - Saper analizzare una configurazione visuo-spaziale e memoriz- zarla - Migliorare la precisione in attività di manualità fine. - Migliorare la consapevolezza di “destra” e “sinistra” rispetto al proprio corpo. - Favorire la velocità dei processi mentali per migliorare la reattività esecutiva del gesto. - Migliorare le prassie bucco-facciali. A fine trattamento è stata compiuta una rivalutazione di tutti i dieci bambini del campione iniziale, dalla quale sono stati evidenziati notevoli miglioramenti nel campione “trattato” rispetto a quello “non trattato”. Infine, pensando ad uno strumento utile ai genitori, è stato realizzato un libretto contenente materiale inerente alle attività svolte. I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti e hanno messo in luce alcune caratteristiche del bambino prematuro in età prescolare e scolare da tenere in considerazione. La prematurità, in quanto tale, richiede di essere considerata in ogni fase dello sviluppo. Pertanto le difficoltà che il bambino incontra nell’iniziare l’esperienza scolastica non dovrebbero essere sottovalutate. L’intento dello studio è stato proprio quello di suggerire delle strategie mirate a sostenere la crescita del bambino nella serenità e consapevolezza delle proprie capacità. 15 Questa ricerca è nata dall’osservazione di alcune difficoltà di performance in bambini nati pretermine, in particolare negli estremi pretermine, che non presentavano alla nascita e in epoca successiva danni neurologici. Tra le difficoltà più ricorrenti vengono segnalate: maggior impaccio motorio, difficoltà di eseguire compiti motori complessi, maggiori difficoltà attentive. L’utilizzo di uno studio standardizzato, se pur con un campione limitato, ha permesso di mettere a confronto e sottolineare eventuali discrepanze tra le abilità di bambini nati pretermine e bambini nati a termine. Un altro elemento di interesse è stato cercare di individuare quali fossero le aree e gli aspetti di maggior rilevanza al fine di porre maggior attenzione a questi ultimi in ambito preventivo. SCOPO Scopo della ricerca è porre a confronto lo sviluppo neuromotorio di un campione di bambini, nati estremamente pretermine (età gestazionale compresa tra 23 e 25 settimane) giunti a un’età postnatale di 2-4 anni e con esame neurologico nella norma, rispetto ad un campione di bambini nati a termine (età gestazionale compresafra 37 e 42 settimane), ad un’età post-natale comparabile, sani, utilizzando la scala di valuta- AREA MEDICA Dott.ssa Maddalena Corbo L’estrema prematurità è fattore di rischio per disabilità di diverso grado. I disturbi minimi si evidenziano di solito in età prescolare e scolare, ma i primi segnali di difficoltà emotive, cognitive e relazionali si possono rilevare anche nel primo anno di vita. zione: Neurosensory Motor Developmental Assessment (NSMDA) (Burns YR et al. 1989a&b; Burns et al. 1992) al fine di valutare eventuali differenze fra i due campioni. MATERIALI e METODI Sono stati studiati 9 bambini di età compresa tra 25 e 46 mesi, nati estremamente pretermine. I criteri di inclusione sono stati nascita a età gestazionale uguale o inferiore alla 25° settimana, gravidanza singola ed esame neurologico all’età di due anni nei limiti di norma. Come controlli, sono stati studiati 10 bambini sani di età compresa tra 25 e 42 mesi, nati a termine (età gestazionale: 37-42 settimane). La ricerca è stata condotta utilizzando la scala Neurosensory Motor Developmental Assessment (NSMDA): si tratta di una scala standardizzata (Burns YR et al. 1989a&b) che si articola in sei aree; grosso motricità, fine motricità, status neurologico, riflessi primitivi, reazioni di controllo posturale e di equilibrio e sensomotricità. Per il confronto tra tenden- ze centrali è stato utilizzato il test non parametrico U di Mann-Whitney (p-value<0.05) RISULTATI Nel nostro studio, l’utilizzo di questa scala di valutazione ha permesso di evidenziare differenze significative fra i due campioni dei bambini analizzati. In particolare, i bambini nati estremamente pretermine presentano uno Score Totale NSMDA significativamente ridotto rispetto ai bambini nati a termine all’età di 2-4 anni. Analizzando poi le specifiche aree di valutazione, risulta che i bambini nati pretermine, nel gruppo da noi esaminato, hanno evidenziato deficit di performance statisticamente significativi nelle aree della motricità fine e posturale, con riferimento specifico al sub score relativo all’equilibrio (balance). Abbiamo inoltre evidenziato, nell’item Functional Grade una ridotta performance dei bambini nati pretermine nell’area della grosso motricità. 16 CONCLUSIONI La scala di valutazioni NSMDA, applicata per la prima volta nel nostro studio alla valutazione neuromotoria di bambini nati estremamente pretermine, si è dimostrata uno strumento valido e potenzialmente molto utile nel follow-up neuro evolutivo della prematurità. I nostri dati, pur se limitati dalla ridotta numerosità e dall’assenza dell’analisi dei fattori di rischio, sottolineano la presenza di difficoltà minori nell’ambito motorio, in particolare rispetto alla qualità del movimento maggiormente apprezzabile nella richiesta di prestazioni specifiche e nella motricità fine. Da tali considerazioni nasce la necessità di una rilevazione precoce di eventuali difficoltà o ritardi nello sviluppo psicomotorio, al fine di garantire un armonico sviluppo e prevenire l’insorgenza di patologie in età successiva. L’utilizzo di apposite routine al momento dell’addormentamento sembrano favorire un più repentino passaggio dalla veglia al sonno. I RITMI SONNO-VEGLIA NEI BAMBINI PREMATURI DI 3-4 ANNI. Tesi di laurea in Psicologia Clinico – Dinamica Università degli Studi di Padova Facoltà di Psicologia Studio sul sonno dei bambini prematuri tra 3 e 4 anni Relatore Ch.ma Prof.ssa Sabrina Bonichini Correlatore Dott.ssa Isabella Robbiani Laureando Maddalena Corbo Anno Accademico 2009 - 2010 L’interesse nei confronti di questa tematica è giustificata dalla condizione che i bambini nati prematuramente si trovano ad affrontare nei primi mesi di vita. L’immaturità dei diversi organi li rende fragili ed un ambiente intrusivo e caotico come la Terapia Intensiva Neonatale, non favorisce lo sviluppo dei ritmi circadiani poiché non può garantire un’adeguata alternanza luce/buio. Raramente la luce viene spenta completamente nella T.I.N. e i bambini vengono svegliati molto frequentemente sia di giorno che di notte per le cure necessarie. E’ stata scelta la fascia d’età dei 34 anni per verificare se le eventuali alterazioni del ritmo sonno-veglia dovute alle complicazioni peri - e post-natali hanno conseguenze anche dopo i 2 anni, età che di solito viene considerata un momento di svolta. Gli aspetti a cui eravamo interessati erano, ad esempio, gli orari in cui abitualmente i bambini vanno a letto e si svegliano, quanto dormono nell’arco delle 24 ore, quante volte si risvegliano durante la notte, quali sono le routine che vengono utilizzate per farli addormentare, etc. Per raccogliere tutte queste informazioni abbiamo chiesto ai genitori di compilare dei questionari sulle abitudini del bambino, sulle credenze rispetto al sonno e sulle strategie che mettono in atto per farlo addormentare. Per cercare di rispondere ai nostri interrogativi abbiamo quindi confrontato i dati raccolti con quelli presenti nella letteratura pediatrica internazionale. Diversi studi, condotti nel corso di anni su un numero elevato di bambini seguiti longitudinalmente, hanno fornito valori normativi per quanto riguarda le ore di sonno di cui necessitano i bambini dalla nascita fino all’adolescenza. Tra i 3 e i 4 anni i bambini dormono in media circa 12 ore giornaliere. Raffrontando tali dati con quelli emersi dal nostro gruppo, non abbiamo riscontrato alcuna differenza statistica significativa: i bambini dei genitori che hanno partecipato alla ricerca dormono un numero di ore giornaliere praticamente identico rispetto a quello pubblicato su Pediatrics nel 2003. Era stato inoltre chiesto ai genitori di indicare quali strategie di solito mettessero in atto per far addormentare il bambino. Tali strategie, che in campo psicologico assumono il nome di “routine”, consistono in attività che hanno lo scopo di diminuire gradualmente la quantità di stimoli esterni per permettere un graduale passaggio dalla veglia al sonno. Le routine più utilizzate dai genitori che hanno preso parte alla ricerca includono la prossimità fisica e il contatto, leggere una storia o l’offrire un giocattolo speciale per il bambino. Le analisi dei dati hanno evidenziato una correlazione significativa fra l’utilizzo delle routine, l’ammontare di son- 17 no e l’orario in cui i bambini vanno a dormire. In particolare, sembra che i genitori che utilizzano le routine (16 genitori sui 20 che hanno partecipato) abbiano bambini che vanno a dormire prima e che dormono di più. Ciò potrebbe indicare che i bambini si rappresentano il momento di andare a dormire come un momento in cui si può avere il genitore vicino e che le routine possono in tal senso aiutare a separarsi gradualmente, per affrontare meglio il sonno. La condizione di prematurità, la degenza in T.I.N. e l’assenza alla nascita di cicli luce-buio adeguati, che hanno giustificato questo studio, non sembrano avere un particolar effetto negativo sullo sviluppo successivo di adeguati ritmi sonno-veglia. Inoltre, dallo studio è anche emerso che qualora ci fossero alterazioni del ritmo sonno-veglia, tali difficoltà si presentano principalmente fino ai due anni. Viene consigliato comunque ai genitori di curare con particolare attenzione il delicato momento del passaggio dalla veglia al sonno, con la messa in atto di apposite strategie che favoriscono e facilitano l’addormentamento, quali la vicinanza sia fisica che emotiva. Riferimenti bibliografici Iglowstein I, Jenni OG, Molinari L, Largo RH. 2003. Sleep duration from infancy to adolescence: Reference values and generational trends. Pediatrics 111(2): 302307. RIABILITAZIONE ED EDUCAZIONE Dott.ssa Giulia Berto Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva Che cos’è la neuropsicomotricità? specifico, in modo da intervenire precocemente in modo adeguato e mirato. Un elemento essenziale è il lavoro d’équipe, che permette di osservare il bambino da punti di vista differenti, in cui ogni figura (genitori, terapista, psicologo, insegnanti…) contribuisce nel delineare l’intervento più utile per quel bambino. Lo strumento principale utilizzato nella neuropsicomotricità è il gioco, “il lavoro dei bambini”, perché proprio attraverso questo, essi strutturano le proprie competenze e la propria identità. La Neuropsicomotricità è una disciplina di recente istituzione nata dall’esperienza e dagli studi in ambito medico e psico-educativo. E’ pensata esclusivamente per il bambino. E’ importante porre attenzione al bimbo nella sua globalità, considerando ogni aspetto di crescita come un tassello di un puzzle, in cui ogni elemento è concatenato con gli altri per permettere un buon risultato finale. Gli aspetti sensoriali, neuromotori, psico-cognitivi e affettivo-relazionali di un bimbo si sviluppano parallelamente influenzandosi e concatenandosi a vicenda per permettere un armonico sviluppo globale. La neuropsicomotricità si configura come una disciplina che comprende la fascia dell’età evolutiva a partire dalla nascita. Si propone di fornire gli strumenti necessari per favorire un’armonica strutturazione delle funzioni adattive e dell’identità nel bambino, nonché di monitorarne la crescita per permettere un’identificazione precoce di eventuali difficoltà e disagi presenti. Supporta il bambino e la sua famiglia in modo adeguato e competente. E’ importante sottolineare come spesso problematiche lievi non vengano individuate e considerate con la dovuta importanza, tralasciando atteggiamenti e comportamenti che con la crescita del bambino possono strutturarsi e divenire così maggiormente evidenti. Alcuni esempi di questi aspetti sono: goffaggine psicomotoria e nella motricità fine, poca qualità del movimento, difficoltà attentive e di concentrazione, difficoltà nei concetti spaziali e temporali e nell’organizzazione dello spazio. Tutti elementi che rappresentano delle componenti importanti per gli apprendimenti scolastici. L’intervento neuropsicomotorio mira proprio a valutare e sostenere lo sviluppo di bambini in cui venga individuato un bisogno L’attività ludica, così come il linguaggio non verbale, sono alla base delle attività presentate ai bambini: proprio in queste situazioni egli esprime in modo spontaneo le sue capacità, le sue emozioni e la sua affettività. Compito del terapista è individuare gli aspetti deficitari o atipici per poter calibrare il suo intervento che parte proprio dai punti di forza del bambino, per consolidarli e successivamente poter spostare il focus anche sulle difficoltà. La situazione di gioco si dimostra piacevole e motivante per il bambino: la comunità scientifica è ormai concorde nel sostenere che la motivazione e l’interesse sono necessari per permettere un buon apprendimento e, quindi, modificabilità di sviluppo. PREMATURITA’ e NEUROPSICOMOTRICITA’ Negli ultimi vent’anni lo sviluppo scientifico e il miglioramento delle cure assistenziali medico-infermieristiche hanno permesso la sopravvivenza dei bambini prematuri con età gestazionali molto basse, a partire dalla 23° settimana gestazionale (s.g). Il 25% circa dei bambini nati sotto le 28 s.g. presenta disturbi minori legati soprattutto alla qualità, sia della grosso-motricità che della motricità fine, difficoltà nelle performance di apprendimento come deficit d’attenzione 18 e nei compiti a maggior impegno neuro-cognitivo. Un piccolo bimbo avvolto nel suo “nido di contenimento”. Tali aspetti sono legati allo sviluppo atipico del bambino pretermine, che deve far fronte alla vita extrauterina con un sistema nervoso ed un organismo nel complesso non ancora sufficientemente pronto. l’importanza del sonno quale stato fisiologico che favorisce lo sviluppo del sistema nervoso. La nascita pretermine non è una caratteristica solo del bimbo ma della famiglia: si può parlare infatti di “famiglia pretermine” poiché anche per mamma e papà è stato un avvenimento spesso improvviso, inatteso e non desiderato! Conoscere il proprio bambino fin dalla culla termica, riconoscendo i segnali che manifesta e leggendoli nel modo adeguato, rappresenta un vantaggio per i genitori nell’orientarsi e sentirsi soprattutto più vicini al loro piccolo. In questo senso la medicina riabilitativa e la neonatologia possono venirci in aiuto poiché molti studi sono stati condotti, soprattutto nell’ultimo decennio, per comprendere lo sviluppo dei piccoli in ambiente extrauterino e guidare medici e terapisti nell’accompagnare i genitori ad interpretare nel modo corretto, i segnali che osservano: distinguere i segnali di stress e instabilità da quelli di auto-organizzazione e benessere. Alcuni elementi di primaria importanza per questi bambini sono difatti il contenimento con il “nido”, la quiete sensoriale e 19 Il contatto corporeo grazie alla mano dei genitori che contengono, alla marsupio-terapia e al “tocco dolce”, sono elementi che, utilizzati nel rispetto della quiete necessaria al piccolo per far fronte a compiti di sopravvivenza, facilitano la crescita fisiologica e affettiva. E’ fondamentale poter monitorare il suo sviluppo sia con valutazioni mediche diagnostiche che con una valutazione funzionale, data l’incidenza di morbilità complessiva e il rischio evolutivo connesso alla prematurità. Il neuropsicomotricista, esperto nello sviluppo psicomotorio normale e atipico e formato sulle caratteristiche della prematurità, permette di accompagnare il bambino e la sua famiglia fornendo dei suggerimenti sull’ “accudimento” ai genitori, in modo da prevenire o contenere lo strutturarsi di elementi di disagio. Accompagnando le famiglie, il neuropsicomotricista si affianca per aiutarle a comprendere maggiormente i bisogni del loro piccolo e favorire l’emergere delle potenzialità che possiede per poter conoscere il complesso e affascinante mondo che ci circonda. RIABILITAZIONE ED EDUCAZIONE Conductive Education Percorso educativo-motorio finalizzato a migliorare l’autonomia dei bambini con difficoltà motorie. Unico servizio nel Veneto. Logopedia stimolazioni alla cooperazione consapevole e alla partecipazione attiva. Qualsiasi persona con disabilità motorie può contare su risorse residue che, se opportunamente stimolate e valorizzate, possono compensare le problematiche di una diversa abilità. Pensiamo che alcune testimonianze possano essere più esplicite di lunghe spiegazioni: “La Conductive Education permette a noi genitori di comprendere che è giusto che i nostri figli facciano esperienza di autonomia, per bere, mangiare, usare il bagno, spostarsi, dormire, giocare.” “Aiuta noi e i nostri figli a creare le migliori condizioni per un processo di acquisizione di autostima che favorisce il percorso verso l’autonomia.” Vi ricordate l’articolo “Si può fare di più?” de ”Il PULCINO n° 4“? Ci siamo riusciti!!! Grazie ad una coppia di genitori molto determinati, siamo riusciti finalmente ad organizzare dei gruppi di bambini con disabilità che praticano la Conductive Education. Abbiamo contattato un’educatrice specializzata per seguire I nostri pulcini con lievi, medie e gravi disabilità motorie. Il loro percorso di autonomia si articola attraverso sessioni di gruppo o con programmi specifici individuali. I genitori si sono dimostrati entusiasti nei confronti di questa metodologia ed il numero dei partecipanti è in continuo aumento. Per sostenere questa iniziativa, l’Associazione si fa carico dell’organizzazione delle sessioni e, con l’aiuto dei genitori volontari, organizza la festa “Aria Aperta”, diventata una consuetudine di fine maggio. L’obiettivo della festa è la raccolta fondi per l’acquisto dei 20 materiali necessari allo svolgimento di questa attività. Inoltre, grazie ad un bando del CSV Centro Servizi Volontariato, abbiamo potuto sostenere finanziariamente l’articolarsi di più sessioni, realizzate su misura alle esigenze specifiche dei bambini. Conosciuta e ampiamente adottata in tutto il mondo, la Conductive Education è un processo educativo che basa i suoi fondamenti sulla pedagogia, sull’educazione condotta e su continue “Nostro figlio aveva due anni e non si reggeva ancora in piedi, gli cambiavamo il pannolino da disteso come i neonati, sentivamo che non andava bene, ma non conoscevamo alternative. La Conductive Education ci ha fornito delle strategie per sorreggere il bambino e cambiarlo in piedi, all’inizio il cambio era molto lungo e difficoltoso, ma durante il percorso ci sono stati dei buoni miglioramenti.” “Abbiamo accolto questo nuovo metodo con grande entusiasmo, aiutati dalla discreta collaborazione del bambino (non piangeva, era divertito, incuriosito, fiducioso), abbiamo sentito la fatica dell’impegno, ma grazie alla fiducia che ci era stata data, abbiamo proseguito con una buona costanza e la gratificazione più bella è stata vederlo in piedi.” La logopedia si occupa dell’educazione dei disturbi del linguaggio e della voce. Il linguaggio è una prerogativa dell’uomo senza la quale non sarebbe tale. Il linguaggio rappresenta il mediatore primario dell’interazione sociale e dei processi di organizzazione del pensiero e costituisce la base per le successive acquisizioni cognitive, sociali ed affettive. I processi mediati dal linguaggio sono utili fin dalla prima infanzia per mantenere l’intersoggettività, l’espressione emotiva, per organizzare e modulare il comportamento e il pensiero. La logopedia si occupa dell’educazione dei disturbi del linguaggio e della voce. La principale attività è dedicata alla prevenzione e al trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva. Molti bambini, anche senza particolari disabilità, hanno la necessità di essere accompagnati e stimolati nel percorso dell’acquisizione delle abilità comunicative con particolare tempestività, per evitare possibili ritardi nello sviluppo del linguaggio. In particolare i bambini nati gravemente pretermine possono risentire maggiormente di un ritardo del linguaggio e della voce. I lunghi periodi di intubazione, la “In questo ultimo periodo siamo proiettati verso un cambiamento e abbiamo meno paura del futuro anche se tutto il percorso richiede una collaborazione attiva, una grande partecipazione e un grande coinvolgimento.” 21 mancanza di una naturale e fisiologica maturazione del cavo orale, la mancanza di una prima fase di suzione e di un proseguimento della fase orale, possono compromettere alcuni aspetti specifici del linguaggio e della voce. Per questo è molto importante intervenire con tempestività, senza creare particolari forme di ansia, ma interagendo con equilibrio attraverso l’aiuto di professionisti particolarmente preparati, sulle condizioni dello sviluppo dei bambini nati pretermine. Il più delle volte questi bambini hanno solo necessità di essere accompagnati nelle abilità scolastiche, prestando un occhio più attento ad eventuali problemi di dislessia, disortografia o discalculia, disturbi che non pregiudicano in nessun modo le funzioni cognitive. RIABILITAZIONE ED EDUCAZIONE Dott.ssa Anna Gui Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva e insegnante AIMI Il massaggio: un linguaggio corporeo tra genitori e bambini L’Associazione Pulcino ci ha dato l’opportunità, come insegnanti AIMI (Associazione Italiana Massaggio Infantile) specializzate nella proposta per il bambino prematuro, di offrire dei corsi ai genitori interessati a conoscere uno strumento semplice ed efficace per entrare ulteriormente in contatto con il loro piccolo. nitori una sequenza semplice di manipolazioni per cui non sono necessarie competenze specialistiche. Si offre quindi l’opportunità di conoscere uno strumento con l’obiettivo di accompagnare, proteggere e stimolare la crescita e la salute del piccolo, nonché uno stato di benessere e rilassamento per entrambi. Nei casi in cui il contatto con il bambino sia stato limitato o posticipato dall’ospedalizzazione alla nascita, l’AIMI propone una sequenza di massaggio dedicata proprio ai pretermine al fine di renderlo più adatto e specifico alle esigenze di questi bambini. Gli incontri sono momenti importanti per tutti: abbiamo messo insieme i nostri sforzi per essere di sostegno ai piccoli prematuri, ciascuno con le proprie competenze, le proprie esperienze, i propri dubbi e le proprie aspettative. Si propone al piccolo un’esperienza di benessere che presenta diversi benefici anche a livello fisiologico, quali: rilassamento generalizzato, stimolazione di recettori cutanei attraverso un tocco adeguato e piacevole, benefici a livello osteo-articolare e dei principali apparati (respiratorio, circolatorio, linfatico). Il contatto corporeo è un elemento importante per lo sviluppo psicomotorio e affettivo del bambino. Favorisce il legame di attaccamento con le figure di riferimento quali mamma e papà. In questo percorso si crea un bel clima di condivisione e, tra una sequenza di massaggio e l’altra, i genitori ci rendono partecipi di ciò che hanno vissuto dalla nascita dei loro figli in poi, ritrovando aspetti comuni e piccole differenze. Abbiamo raccolto alcune delle considerazioni più condivise che solidificano il gruppo e questa condivisione rassicura le mamme, facendole sentire meno sole nelle loro emotività. Una delle considerazioni più Questi aspetti sono di particolare importanza nel bambino pretermine che, dopo tante manipolazioni invasive legate alla storia di ospedalizzazione, ha bisogno di un tocco “buono”, che gli consenta di percepire il proprio corpo e il contatto come positivi, e non più come insieme di sensazioni dolorose o stressanti. Questo si accompagna al bisogno di contenimento e di attivazione sensoriale graduale: leggendo i segnali di stress e le manifestazioni di piacere, i genitori imparano a guidare il piccolo verso una maggiore capacità di integrazione plurisensoriale. Durante gli incontri di massaggio infantile viene insegnata ai ge22 TESTIMONIANZA Anna mamma di Simone Simone condivise è: “non eravamo pronti per diventare genitori”; “è successo in modo assolutamente inaspettato”; “ci siamo sentiti soli, catapultati in un mondo sconosciuto, anche se il personale è indubbiamente preparato e disponibile.” “L’esperienza per me è stata difficilissima”, dice una mamma, “l’idea che il mio bambino potesse soffrire così tanto non mi faceva nemmeno capire cosa stava succedendo. Avevo bisogno di essere seguita sia sotto il profilo pratico, all’interno di quell’ambiente per tutti quei giorni interminabili, che sotto il profilo psicologico, perché siamo state mamme che ogni giorno tornavano a casa senza il proprio bambino, piene di angosce e di paure: riuscirà a sopravvivere? Mi riconoscerà come mamma? Sarà un bambino normale?” Ringraziamo tutti i genitori che hanno avuto la fiducia di esprimere i propri pensieri e, con essi, il sogno di un futuro migliore per tutti i prematuri di domani. ..sto andando in reparto per la prima volta, faccio fatica a reggermi in piedi, non so se per le medicine o per la paura, non so cosa mi aspetta oltre le porte, porte di un reparto che non immaginavo esistesse: una terapia intensiva neonatale. Mio marito ieri non mi ha detto molto...con un sorriso spento, forse per non farmi paura, ha sussurrato “E’ piccolo…molto piccolo”, “Cosa vuol dire! “ho urlato dentro di me, ma non ho avuto il coraggio di esternare il mio pensiero, ho atteso che aggiungesse qualcos’altro, ma non ha detto più niente, in seguito ho capito che anche lui era sopraffatto dalla paura. Non posso resistere più, devo andare assolutamente a trovare il mio bambino, non ci saranno aghi flebo o tubi che tengono...e così è stato! Sto arrivando da te amore mio e non so cosa aspettarmi. Ti ho visto per un secondo prima che ti portassero via da me, avvolto nella copertina termica e l’unica cosa che mi ricordo è che mi sembravi bello, devo essere stata proprio sopraffatta dagli eventi in quel momento perché ora che ho la fronte appoggiata alla tua incubatrice ho un nodo in gola e tremo come una foglia, ma non voglio che qualcuno se ne accorga, perché non posso mostrarmi debole, quando quello che soffre sei tu. Tu, che sei uscito dalla mia pancia tre mesi e mezzo prima del tempo, che sei ricoperto di peli, che hai ancora le dita palmate e che non puoi aprire gli occhi. Mio marito dice che sei come un’ecografia in diretta, forse per sdrammatizzare la tensione. A me viene la nausea e non resisto più qui dentro. Non sopporto di vederti con tutti quei fili e quei tubi che mi immagino quanto possano darti fastidio e non sopporto i suoni degli allarmi dei macchinari, per ogni allarme c’è un altro bimbo come te che soffre. Sono distrutta e disperata e sto cercando dentro di me la forza di dirti una parola, ma quale cosa ti posso dire in questo momento? Mi sento in colpa e fallita come madre ancora prima di iniziare, deglutisco e faccio scendere il nodo che ho in gola, se ce la fai tu, amore mio, che pesi 500 grammi, 23 come posso non farcela io? E mi vergogno della mia paura. Abbraccio l’incubatrice e ti guardo meglio, voglio vedere che assomigli tutto a me e giorno dopo giorno, dopo tanti momenti di eterno smarrimento, ti vedo, ti riconosco, mi ritrovo e ti ritrovo, sei tu il mio bimbo ed io sarò al tuo fianco, qualsiasi cosa accada, scusa se non ti ho riconosciuto subito, se ho avuto paura di affrontare quello che ci aspetta, ma sono qui, sono io, sono la tua mamma, ecco, l’ho detto, “mamma”, adesso sono con te e sarò con te sempre qualsiasi cosa accada. Adesso ti guardo, hai 5 anni e sei un bellissimo bambino, quanta strada abbiamo fatto insieme! Quanto è stata dura! Niente è venuto senza sforzi o apprensione, ogni cosa è stata una conquista, ma soprattutto una grande gioia ed ora più che mai, posso dirti anche quanto sono orgogliosa di tutti i tuoi progressi e del nostro amore. PREVENZIONE Quale futuro per i bambini nati estremamente pretermine? La nascita pretermine è un evento molto frequente che contribuisce ad una quota molto rilevante della mortalità neonatale, sia nei paesi in via di sviluppo, che nei paesi fortemente industrializzati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce pretermine un neonato che nasce prima delle 37 settimane di gestazione (tabella 1) ed estremamente pretermine un neonato con peso inferiore ai 1.000 gr (tabella 2) In Italia nascono circa 570.000 bambini l’anno e ben 3.400 di essi nascono al di sotto della 28 settimana e di peso inferiore ai 1.000 gr (tabella 3) I grandi progressi compiuti negli ultimi dieci anni dalla medicina neonatale hanno portato a risultati eclatanti in termini di riduzione della mortalità anche per i neonati con peso ed età gestazionale estremamente bassi, fino alla sopravvivenza di bambini nati in 23 settimane di gestazione e di peso di 300 gr. Ma all’aumento della sopravvivenza corrispondono trend internazionali che dimostrano una crescita delle patologie respiratorie croniche, di ritardi di crescita postnatali, di disagi e disturbi legati alla sfera dell’apprendimento e delle relazioni. A fronte dei successi della medicina neonatale non corrisponde altrettanta attenzione alla loro fase di sviluppo e crescita. Gli investimenti di risorse per questi bambini, particolarmente fragili e complessi, è sicuramente poco rappresentato dai sistemi di classificazione delle patologie. Progetto “Crescendo” Oggi diventa assolutamente necessaria un’attenta riflessione circa le risorse necessarie affinché questi bambini e le loro famiglie possano far fronte alle varie problematiche che la loro sopravvivenza comporta. In Italia, pur contando su una notevole eccellenza della medicina neonatale, la qualità dei servizi territoriali e delle istituzioni pubbliche non è all’altezza dei risultati raggiunti. Gli operatori sanitari, sociali e scolastici non sono adeguatamente informati e formati sulle reali conseguenze insite in una nascita gravemente pretermine, sia sotto il profilo clinico-neurologico, che relazionale-comportamentale. Tabella 1 Considerando l’età gestazionale un neonato può essere definito: A termine 37 - 42 settimane di gestazione Pretermine Al di sotto di 37 settimane di gestazione Molto pretermine Al di sotto di 32 settimane di gestazione Estremamente pretermine Al di sotto di 28 settimane di gestazione Tabella 2 Inferiore ai 2.500 gr e superiore ai 1.501 gr Neonati VLBW (Very Low Birth Weight) Inferiore ai 1.500 gr Neonati ELBW (Extremely Birth Weight) Inferiore ai 1.000 gr Rapporti ISTISAN Istituto Superiore della Sanità Tabella 3 Nascite annuali e percentuali di nascite pretermine Totale nascite 100% N° 570.000 Nascite al di sotto di 37 settimane e di peso inferiore ai 2.500 gr 6,8% N° 38.700 Nascite al di sotto di 32 settimane e di peso inferiore ai 1.500 gr 1% N° 5.700 Nascite al di sotto di 28 settimane e di peso inferiore ai 1.000 gr 0,6% N° 3.400 24 Il Servizio Sanitario Nazionale, nello scenario attuale, prende in carico bambini con disabilità, ma la nostra esperienza ha evidenziato che per i casi meno gravi e comunque in evoluzione, non si trovano risposte adeguate nelle strutture pubbliche. Rimane così scoperto un bisogno di prevenzione, diagnosi e cura di famiglie e bambini con problematiche meno evidenti, ma che se non riconosciute e seguite precocemente, sono destinate a trasformarsi in patologie. Considerando il peso alla nascita si parla di: Neonati LBW (Low Birth Weight) Per dare una valenza a questi anni di impegno, ma soprattutto per rispondere concretamente alle richieste delle “famiglie pretermine”, stiamo promuovendo ed avviando il progetto “Crescendo”. Ci siamo resi conto di quanto sia importante per i genitori il cui figlio è stato appena dimesso da un reparto di terapia intensiva neonatale, trovare le risposte adeguate e altamente specializzate sullo sviluppo psichico, motorio e cognitivo del proprio bambino. Nel corso degli anni abbiamo potuto contattare diverse figure professionali con l’obiettivo di creare un’équipe multidisciplinare che possa favorire il rapido flusso delle valutazioni diagnostiche e delle consultazioni, con la finalità di rendere il servizio economico e flessibile, tutto a vantaggio delle famiglie. Il progetto “Crescendo” è la risposta agli emergenti bisogni e alle nuove necessità delle famiglie con bambini nati prematuri. Vogliamo esprimere un particolare ringraziamento all’Associazione Cinque Dita di Monselice (PD) che ospita con grande generosità parte di questi servizi, contribuendo tangibilmente a rendere concreti i nostri progetti. I servizi specialistici che promuoviamo vertono principalmente sugli aspetti psicomotori, cognitivi e relazionali, dello sviluppo dei bambini nati pretermine e sono integrati da supporti per i genitori e per la famiglia. Neuropsicologia, neuropsicomotricità, logopedia, psicologia infantile, educazione conduttiva, questi sono i servizi attivi offerti da professionisti specializzati nelle tematiche della prematurità e dell’infanzia e che lavorano in un’ottica di équipe multidisciplinare. A supporto delle famiglie vengono promossi anche servizi specifici quali: home visiting, consulenza specialistica alle scuole e ai servizi territoriali, consulenza legale, corsi di formazione ed aggiornamento per operatori sanitari, sociali e scolastici. 25 COORDINAMENTO NAZIONALE Avv. Martina Bruscagnin Presidente di Vivere COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI PER LA NEONATOLOGIA Il Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia Vivere Onlus, di cui siamo soci fondatori, in questi anni ha raggiunto importantissimi traguardi sul territorio nazionale, primo fra tutti il “Manifesto dei Diritti del Bambino Nato Prematuro” approvato dal Senato della Repubblica Italiana il 21 dicembre 2010. Con questo importante iniziativa sollecitata, avviata e promossa proprio dal Coordinamento Nazionale Vivere, l’Italia diventa il paese guida, a livello mondiale, nella predisposizione di misure concrete per affrontare il problema della prematurità. Il documento rappresenta il risultato dell’impegno profuso nell’arco di un anno da un Advisory Board composto, oltre che dai genitori rappresentanti del Coordinamento Nazionale Vivere, dai più affermati neonatologi, ginecologi, esperti internazionali, rappresentanti dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Senato della Repubblica Italiana. Presentazione del Manifesto dei Diritti del Bambino Nato Prematuro. Il “Manifesto dei Diritti del Bambino Nato Prematuro” è stato creato per contribuire alla definizione di proposte destinate ad essere condivise con le istituzioni, le quali dovranno tradurle in strumenti legislativi a tutela delle famiglie con bambini nati prematuri. All’interno del Manifesto è stata redatta la “Carta dei Diritti del Bambino Nato Prematuro” che nasce con lo scopo di far riconoscere dalle Istituzioni il diritto prioritario dei neonati prematuri di usufruire, nell’immediato e nel futuro, del massimo livello di cure e di attenzioni congrue alla loro condizione. È correlato a ciò il diritto-dovere per i genitori, o per chi li rappresenta giuridicamente, di ottenere a loro beneficio ogni migliore opportunità riferibile allo stato della persona. È da intendersi che ogni diritto si applicherà, per equipollenza e parità, anche al neonato a termine con patologie richiedenti il ricovero. Manifesto dei Diritti del Bambino Nato Prematuro Hanno contribuito: Prof. Claudio Fabris, Prof. Paolo Giliberti, Prof. Francesco Macagno, Dott. Mario Merialdi, Prof. Giorgio Vittori, Avv. Martina Bruscagnin. Si ringraziano tutti i genitori che, con la loro partecipazione e testimonianza, hanno contribuito a definire il Manifesto dei Diritti del Bambino Prematuro. Grazie al contributo non condizionato di Abbott. 17 La carta dei diritti del bambino nato prematuro NOVEMBRE Art. 1 l neonato prematuro deve, per diritto positivo, essere considerato una persona. Art. 2 Tutti i bambini hanno diritto di nascere nell’ambito di un sistema assistenziale che garantisca loro sicurezza e benessere, in particolare nelle condizioni che configurino rischio di gravidanza/parto/nascita pretermine, di sofferenza feto-neonatale e/o di malformazioni ad esordio postnatale. Art. 3 Il neonato prematuro ha diritto ad ogni supporto e trattamento congrui al suo stato di salute e alle terapie miranti al sollievo dal dolore. In particolare ha diritto a cure compassionevoli e alla presenza dell’affetto dei propri genitori anche nella fase terminale. Art. 4 Il neonato prematuro ha diritto al contatto immediato e continuo con la propria famiglia, dalla quale deve essere accudito. A tal fine nel percorso assistenziale deve essere sostenuta la presenza attiva del genitore accanto al bambino, evitando ogni dispersione tra i componenti il nucleo familiare. Art. 5 Ogni neonato prematuro ha diritto ad usufruire dei benefici del latte materno durante tutta la degenza e, non appena possibile, di essere allattato al seno della propria mamma. Ogni altro nutriente deve essere soggetto a prescrizione individuale quale alimento complementare e sussidiario. Art. 6 Il neonato prematuro ricoverato ha il diritto di avere genitori correttamente informati in modo comprensibile, esaustivo e continuativo sull’evolvere delle sue condizioni e sulle scelte terapeutiche. Art. 7 Il neonato prematuro ha il diritto di avere genitori sostenuti nell’acquisizione delle loro particolari e nuove competenze genitoriali. Art. 8 Il neonato prematuro ha diritto alla continuità delle cure postricovero, perseguita attraverso un piano di assistenza personale esplicitato e condiviso con i genitori, che coinvolga le competenze sul territorio e che, in particolare, preveda, dopo la dimissione, l’attuazione nel tempo di un appropriato followup multidisciplinare, coordinato dall’équipe che lo ha accolto e curato alla nascita e/o che lo sta seguendo. Art. 9 In caso di esiti comportanti disabilità di qualsiasi genere e grado, il neonato ha il diritto di ricevere le cure riabilitative che si rendessero necessarie ed usufruire dei dovuti sostegni integrati di tipo sociale, psicologico ed economico. Art. 10 Ogni famiglia di neonato prematuro ha il diritto di vedere soddisfatti i propri speciali bisogni, anche attraverso la collaborazione tra Istituzioni ed Enti appartenenti al Terzo Settore. www.vivereonlus.com 26 27 GIORNATA INTERNAZIONALE DEL NEONATO PRETERMINE Altro importantissimo traguardo è stato raggiunto a livello Europeo, grazie al sodalizio con la Fondazione EFCNI European Foundation for the Care of Newborn Infants di cui il Coordinamento Vivere fa parte. E’ stata infatti approvata dal Parlamento Europeo, la “Giornata Internazionale del Neonato Pretermine” identificata nel giorno 17 novembre di ogni anno. Per quella data, ogni organizzazione e associazione europea, organizza eventi, manifestazioni, occasioni particolari, per divulgare e diffondere il tema delle nascite premature. Roma novembre 2008. Viene costituito EFCNI European Foundation for the Care of Newborn Infants. Sono presenti tutti i rappresentanti delle associazioni di genitori di bambini nati pretermine di tutta Europa più la Turchia e Israele. In quell’occasione viene stabilito un sodalizio che finalmente raccoglie la realtà del fenomeno delle nascite pretermine attraverso azioni concrete e soprattutto concertate ed unanime in tutta Europa. COORDINAMENTO NAZIONALE VIVERE ONLUS Avv. Martina Bruscagnin Presidente di Vivere E’ necessaria una specifica legislazione per i parti pretermine. Recentemente la Corte Costituzione con la sentenza n. 116 del 4 aprile 2011 ha stabilito che la madre, a sua richiesta e compatibilmente con le sue condizioni di salute, possa rientrare al lavoro nel periodo in cui il bambino è ricoverato e che possa fruire quindi del congedo obbligatorio o parte di esso, partendo dal giorno in cui il neonato entra nella casa familiare dopo il ricovero ospedaliero. Tale soluzione, però è nella realtà assolutamente impraticabile in quanto non tiene conto delle condizioni psicologiche della madre che, oltre allo shock di un parto prematuro, si trova a dover fronteggiare la situazione tragica di un figlio in terapia intensiva neonatale, sospeso tra la vita e la morte, preoccupata, qualora il bambino si salvasse, delle conseguenze psicofisiche nella sua vita futura. In occasione della presentazione al Senato della Repubblica Italiana del “Manifesto della Carta dei Diritti dei bambini nati Pretermine”, è stata ribadita dalla SIN (Società Italiana di Neonatologia) e dalla SIGO (Società Italiana Ginecologia e Ostetricia), unitamente al Coordinamento Vivere, la necessità che venga sancita un’adeguata tutela normativa ai genitori dei bambini nati pretermine affinché possano accudire i propri figli, sia durante la degenza in ospedale, sia nella delicata fase, dopo le dimissioni, del periodo di riunione della famiglia. Tale obiettivo, a nostro avviso, potrebbe essere raggiunto aggiungendo all’astensione obbligatoria il periodo di degenza del bambino pretermine presso il reparto di terapia intensiva. Attualmente, la lavoratrice in stato di gravidanza deve usufruire di un periodo di sospensione dal lavoro della durata complessiva di cinque mesi, due precedenti la data presunta del parto e tre successivi alla nascita del bambino, oppure un mese prima e quattro mesi dopo il parto a determinate condizioni. Ma, nel caso di parto pretermine, a seguito del quale si renda necessario il ricovero del neonato in una struttura ospedaliera, la lavoratrice si trova, pur fruendo del congedo di maternità obbligatorio, a potersi prendere cura del proprio bambino mentre è ricoverato all’interno di un’incubatrice, fino a quando 28 E’ ormai evidenziato da studi scientifici che l’evento di un parto fortemente prematuro scatena problematiche psicologiche nella madre ed un bagaglio di dolore, inadeguatezza e sensi di colpa. E’ altresì scientificamente provato che per il neonato pretermine ricoverato in una terapia intensiva neonatale, la presenza della mamma è fondamentale, non solo per l’allattamento e per stabilire un rapporto madre-bambino, ma proprio per attuare una serie di trattamenti di “Care” che determinano la vitalità stessa del bambino ed il suo sviluppo futuro. In conclusione, riteniamo che l’evento di un parto prematuro, anche se non dovesse causare gravi patologie nella mamma e nel bambino, necessiti comunque di un’attenzione, di una cura e di un sostegno continuativi e duraturi verso la famiglia. Non è possibile presupporre un rientro alle consuete attività lavorative, né duran- (indicativamente dopo due/quattro mesi) non viene dimesso dall’ospedale. Spesso quindi accade che l’entrata in famiglia del bambino coincida con il termine del periodo di congedo della madre, la quale si trova a dover rientrare al lavoro proprio quando, invece, dovrebbe iniziare ad assistere il figlio e a consolidare il loro rapporto. Si deve considerare inoltre che i bambini pretermine, spesso vengono dimessi che ancora necessitano di ausili respiratori che presuppongono una preparazione e presenza costante della madre nell’accudimento del bambino. 29 te la degenza del figlio, né tanto meno alla dimissione, quando il bambino necessita da parte della mamma di un accudimento ancora più partecipe e continuativo di un neonato a termine. Il Coordinamento Vivere, con il sostegno di tutte le associazioni e forti della definizione della Carta dei Diritti del Bambino Nato Prematuro, sta cercando di sollecitare presso gli organi preposti una specifica legislazione che definisca con chiarezza la tutela, sia di una madre lavoratrice che partorisce prematuramente, sia del bambino, che dell’intera famiglia. RINGRAZIAMENTI Feste, solidarietà, partecipazione e tanta, tantissima gratitudine. Le bomboniere utili. Sul nostro sito troverete le foto delle bomboniere e Silvia sarà felicissima di darvi tutte le informazioni : Cell. 347 2900490 Ci piacerebbe elencare le tantissime persone che ogni giorno partecipano all’Associazione Pulcino. Ognuno con le proprie competenze, disponibilità, tempi, entusiasmo, idee, possibilità. Tanti genitori, ma anche nonni, fratelli, parenti; tanti benefattori, ma anche tanti donatori che hanno a cuore i più piccoli bambini; tanti medici, figure professionali e istituzionali, ma anche persone comuni che si sentono coinvolti direttamente. Attraverso la loro partecipazione abbiamo potuto organizzare e realizzare feste di beneficenza, banchetti di raccolta fondi, incontri di auto aiuto, corsi di formazione e aggiornamento, sostegno psicologico, approfondimenti sui temi della prematurità, promozione e organizzazione di servizi specifici per bambini e genitori. E’ sempre una gioia per noi, partecipare indirettamente ai vostri momenti di festa attraverso le nostre bomboniere. Grazie di cuore per aver pensato ai nostri piccoli Pulcini ed averli resi protagonisti nei battesimi, ma anche nelle comunioni, cresime e anche matrimoni e anniversari. Grazie a tutti voi! la nostra pagina facebook, partecipare agli incontri nazionali ed internazionali, avviare ricerche e studi, organizzare convegni e tantissime altre iniziative che troverete nella nostra pagina di facebook e nel nostro sito: direttamente nei nostri convegni, seminari e corsi professionali. Siamo consapevoli che ripercorrere il proprio dolore non è semplice, ma il loro contributo è molto prezioso affinché si possa conoscere in profondità le tematiche di una nascita prematura. Un profondo grazie anche a quei genitori che ci donano le loro testimonianze, attraverso il sito o Alcuni momenti delle feste di beneficenza con tanti giochi per i bambini. www.associazionepulcino.it In alto: banchetto natalizio con le stelle di Natale fatte dalle mamme volontarie. Qui sopra: momenti delle feste di beneficenza. In basso: un momento della festa “Per i Pulcini”. Da sinistra: Elisabetta Ruzzon presidente dell’Associazione Pulcino, Massimiliano Barison Sindaco di Albignasego, Luca Vecchiato direttore della patologia neonatale di Vicenza, due mamme dell’Associazione, Daniele Trevisanuto neonatologo, Lucia Capuzzo segrataria del Prof. Chiandetti e Antonella Allegro infermiera, tutti e tre della patologia neonatale di Padova. Abbiamo potuto produrre materiale divulgativo, acquistare tantissime strumentazioni per le patologie neonatali del Veneto, acquistare attrezzature per i servizi rivolti all’età evolutiva. E ancora: mantenere aggiornato il nostro sito e www.associazionepulcino.it 30 31 PER DONARE Abbiamo bisogno della tua donazione per poter continuare le nostre attività. Puoi donare: Con bonifico bancario: Banca Etica IT96F050181210100000050 5550 Con bollettino postale: c/c postale 10325314 Intestato ad Associazione Pulcino Con la destinazione del 5 per mille: inserendo il codice fiscale del Pulcino 02700810282 e mettendo la firma nella tua dichiarazione dei redditi. Con tanti altri modi: Ogni forma di sostegno è gradita: partecipando in maniera diretta all’opera di volontariato, realizzando materiali, partecipando attivamente ad iniziative, mettendo a disposizione luoghi, mezzi e strumenti e qualsiasi altro tipo di “supporto professionale” che ci aiuti ad evitare spese di gestione, donando mezzi, strumentazioni e quanto sia direttamente necessario all’Associazione. P PER ISCRIVERSI U L C I N Associazione delle Famiglie dei Bambini Nati Pretermine e a Termine Ricoverati in una Unità di Terapia Intensiva Neonatale del Veneto Sostienici anche tu con la tua iscrizione versando la quota associativa annuale di € 25 tramite bollettino postale o bonifico bancario. Più siamo e più forza abbiamo. Troverai sul sito tutte le informazioni per la tua adesione o vienici a trovare nella nostra sede di Albignasego (PD) Via Verga, 1 presso il centro commerciale Ipercity o chiamaci allo 049 8809816. Associazione di Volontariato Onlus Sede legale Via Giustiniani, 3 Padova Presso Sezione di Patologia Neonatale del Dipartimento di Pediatria dell’Ospedale di Padova La stampa de “IL PULCINO” è stata finanziata dal CSV Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Padova Sede operativa Via Verga, 1 Albignasego (PD) presso Ipercity entrata lato Est Tel. 049 8809816 - 345 4520410 www.associazionepulcino.it [email protected] pagina facebook Associazione Pulcino O