L’alimentazione del pretermine Antonella Pelliccione Coordinatore infermieristico U.O.C. Neonatologia e T.I.N. P.O. S. Salvatore L’Aquila Le difficoltà nell’alimentazione del neonato pretermine rappresentano una delle ragioni che aumentano la durata della degenza in TIN. Affinchè si possa intraprendere una valida alimentazione per via orale è necessaria la presenza della coordinazione suzione-deglutizione-respiro e l’integrazione tra i movimenti delle labbra, della lingua e del palato. La mancata coordinazione tra queste funzioni pone il neonato a rischio di inalazione. Lo sviluppo delle competenze alimentari inizia a circa 11 settimane di età gestazionale, con la comparsa dei primi movimenti di deglutizione, e si completa a circa 32-34 settimane con l’acquisizione della coordinazione tra l’atto di suzione-deglutizione e la respirazione. La “minimal enteral feeding (MEF)” rappresenta la prima tappa dell’alimentazione orale, essa stimola la maturazione delle funzioni gastrointestinali (enzimatiche, motorie ecc.) e migliora la tolleranza alimentare senza aumentare il rischio di NEC. Si effettua con quantità minime di latte materno (10-20 ml/kg/die) da somministrare entro le prime 3-48 h. Successivamente c’è una fase d incremento dei volumi di latte somministrato, fino ad arrivare alla “full enteral feeding”. Il latte materno rappresenta l’alimento di prima scelta per il neonato: migliora la tolleranza all’alimentazione, riduce l’incidenza di NEC, migliora le difese immunitarie ed ha benefici sullo sviluppo neurologico. L’alimentazione enterale può essere effettuata mediante diversi sistemi come il cupfeeding, siringa, contagocce, biberon; oppure può essere necessario il posizionamento di sondino naso-gastrico (modalità continua o in bolo). Molto importante inoltre è la promozione della kangaroo mother care, caratterizzata dal contatto pelle-pelle prolungato e continuativo tra madre e neonato, che ha effetti favorevoli sull’allattamento al seno dei neonati ELBWI e VLBWI. L’alimentazione del neonato pretermine quindi rappresenta un processo individuale e una sfida difficile che richiede una adeguata organizzazione, formazione, preparazione e motivazione del personale sanitario.