Badia di Morrona – Slow Food ToscanaLab1
La plenaria del 1 marzo 2015 si è aperta con la presentazione dei documenti prodotti
dai 3 focus del giorno precedente: Biodiversità, Giovani, Cuochi.
Si riportano in versione integrale; segue un verbale sommario dei successivi
interventi.
Per una valutazione di sintesi e progettuale da parte del Comitato Esecutivo si
rimanda a un successivo documento.
Documento discussione Focus Biodiversità
Presentato da Marco Del Pistoia e Giulio Malvezzi
Tema 1: Rapporto tra associazione e produttori,
domanda e aspettativa di questi ultimi e risposta
delle figure associative.
Premessa:
l’Associazione è ormai sul territorio un contenitore
di numerosi progetti che a seconda dell’area in cui ci
si trova vengono gestiti e si relazionano fra loro in
maniera eterogenea.
I soggetti che aderiscono ai progetti spesso vengono da realtà distinte e si avvicinano all’associazione con
background e aspettative diverse.
E’ importante in questa fase frutto di una miriade di situazioni storiche capire come esigenze diverse e punti
di vista possano confluire e svilupparsi in progetti condivisi.
Purtroppo ci sono spesso rapporti conflittuali tra i soggetti impegnati nei progetti e visioni dell'associazione
parziali che devono essere superate per mirare a obiettivi e visioni comuni.
Se è chiaro l’obbiettivo, ovvero che all’interno dei progetti fra le varie figure (produttori, soci, cuochi) deve
essere costante il rapporto collaborativo in modo da rendere evidente e sviluppare la filosofia del buono
pulito e giusto rimane da definire il percorso da intraprendere per far si che aspettative di produttori e soci
rispetto ai progetti biodiversità confluiscano in una direzione convergente.
Cosa si aspettano i produttori dall’associazione e viceversa?
Elaborato del forum:
Si riprendono sintetizzano e parafrasano gli interventi più pertinenti, si interpretano le “assenze” si mitigano
le posizioni più forti.
Oggi l’ associazione ha diverse anime: struttura associativa, progetti di formazione di promozione e
soprattutto progetti sulla biodiversità e con essi una serie di relazioni con contadini, trasformatori, pescatori
affinatori, cuochi e commercianti; sono i produttori del territorio.
L'associazione nazionale è poi la sovrastruttura che ci da strumenti di lavoro da interpretare
territorialmente.
Le varie anime hanno ad oggi sul territorio toscano sviluppato una identità e indipendenza ormai storica
figlie di una crescita rapida e al contempo sperimentale e di regole definite spesso in itinere .
A fronte di alcune esperienze di condivisione forte fra tessuto associativo e produttori ci sono in molte aree
assenze di legame quasi paradossali e critiche.
I “vuoti” dell'associazione sul territorio si sono tradotti in percezione inesatta da parte dei produttori della
realtà associativa e di conseguenza ad uno sviluppo incompleto e talvolta distorto dei progetti.
I progetti sulla biodiversità di Slow Food hanno come obiettivo primo quello di tutelarla; ma anche di
coinvolgere i territori nell'acquisto, educare i consumatori, promuovere iniziative economiche che non
sfruttano il territorio, comunicare cosa accade sul territorio.
Il coinvolgimento e la selezione dei produttori implica la creazione di percorsi di indirizzo e di verifica, legati
in primis ad una presenza costante della associazione.
Slow Food non controlla ma verifica e fornisce strategie e linee guida che permettono la gestione dei
progetti a tutti i livelli decisionali in condivisione con i produttori.
I produttori devono acquisire una maturità e una responsabilità forte nel farsi promotori delle tematiche
dell’associazione, avere tra loro un rapporto onesto per permettere un controllo di primo livello e
promuovere una fiducia tra produttori, soci e co-produttori.
I progetti dei Presidi e dei Mercati devono avere alla base l’obiettivo di consentire ai produttori di arrivare
ad autogestire i progetti. Le condotte devono supportare i produttori nei rapporti con le istituzioni e con le
altre entità locali e nello sviluppo di attività di educazione in primis con le scuole.
Si auspica la promozione di nuovi Presidi per replicare percorsi virtuosi e vincenti; è una strada da praticare
per SF a livello locale ma non può essere perseguita con percorsi solitari; senza un lavoro concreto delle
condotte tutte sul territorio e una progettualità ben definita, si rischia di bloccarsi su un unico prodotto o
progetto.
La strategia deve passare sia per un percorso già prefissato che è quello dei progetti nazionali sia provando
e sperimentando percorsi nuovi da creare e sviluppare per le realtà produttive che rappresentano filiere
virtuose e che caratterizzano fortemente i territori.
Alla base di tutta la progettualità ,si ribadisce più volte, ci deve essere una attività forte di lettura del proprio
territorio da parte della condotta: la mappatura è un elemento imprescindibile per analizzare e poter
improntare progetti (Arca, Presidi, Comunità del Cibo, Mercati della Terra) e creare poi format interattivi e
nuovi che permettano ai soci della condotta e ai co-produttori in genere di entrare in relazione con gli
elementi produttivi.
Tema 2: Partecipazione ad eventi e manifestazioni. Quali sono le criticità e come vengono percepite da
produttori e condotte?
Premessa:
La rete si rafforza con il dialogo; gli eventi ne sono parte strutturale . Gli eventi che siano di carattere locale
o internazionale sono parte integrante dell’associazione e della sua storia; sono progetti associativi per cui
se si vive l’associazione questi non possono rappresentare un momento accessorio ma sono parte centrale
della comunicazione verso l'esterno.
Elaborato del forum:
L’assemblea riconosce agli “eventi” il ruolo di consolidare i legami e le conoscenze ad un livello superiore
rispetto a quello locale, rendere evidente la rete e le relazioni che avvengono fuori dall'ambito condotta,
dare all’associazione e alle sue tematiche la visibilità necessaria.
Le problematiche macro economiche sono difficilmente risolvibili a livello locale per cui si deve fare
maggiormente rete tra produttori e struttura associativa in modo da poter fare delle economie di scala
ragionate. La comunicazione diretta con la condotta deve essere quotidiana ed evidenziare difficoltà in
tempo reale.
Negli eventi di carattere nazionale e internazionale l'appartenenza all'associazione deve essere evidente e
deve riuscire a far percepire ai nostri soci o ai visitatori tutti la nostra essenza.
Le contingenze economiche che rendono difficoltosa la partecipazione dei produttori alle manifestazioni
nazionali possono essere superate se affrontate per tempo e condivise con tutti i livelli dell’associazione.
Da sempre i produttori dei presidi e dei mercati non vanno al Salone del Gusto a promuovere se stessi o a
fare mera attività commerciale, ma vanno a promuovere il loro territorio tutto e questo tipo di legame e di
ottica si è sempre rivelato vincente, di questo devono essere consapevoli tutti: produttori, associazione e
istituzioni.
Le istituzioni questo meccanismo lo hanno capito da subito e favorito con aiuti di vario tipo, non ultimo
quello economico. Il momento attuale, che per vari motivi impedisce alle istituzioni di supportare i progetti,
rischia di far perdere la visibilità acquisita negli anni; visibilità che è stata la forza vera che ha consentito a sf
di veicolare le sue tematiche.
Ad oggi per riuscire ad organizzare la partecipazione i costi sono notevoli e oggettivamente non più
“sostenibili” da realtà produttive di piccola scala; si deve però riuscire a trovare soluzioni diverse a livello
associativo per consentire la partecipazione; i produttori devono però impegnarsi per garantire la loro
presenza.
La strategia suggerita potrà essere quella di acquistare spazi collettivi anche attraverso l’associazione
regionale e ridefinire internamente le quote. L’importante è garantire la partecipazione dei produttori
altrimenti l’associazione non riesce a comunicare pienamente la progettualità territoriale.
Se i Presidi e i produttori sono il fulcro dei nostri progetti e della nostra progettualità si deve cercare anche
di concentrare le sponsorizzazioni su questi progetti per favorirne la partecipazione.
L'assemblea chiede che gli eventi nazionali siano maggiormente fruibili e diano maggiore evidenza dei
nostri progetti anche attraverso una migliore comunicazione.
Si lancia un appello all organizzazione nazionale dell'evento Salone per permettere ai piccoli produttori di
partecipare anche in futuro.
La partecipazione ad eventi locali viene poi sentita spesso come un dovere più che come una opportunità da
parte dei produttori; le richieste dei territori di fare iniziative con i produttori dei Presìdi, delle comunità e
dei MDT al momento non trovano una risposta decisa dei produttori
La disponibilità a partecipare, per motivi diversi che vanno dalla disponibilità di tempo a quella di prodotto,
risulta essere scarsa e mal organizzata.
Per avere un quadro più preciso sulla disponibilità sarebbe utile un database costruito a livello regionale che
dia informazioni sui produttori da invitare, la loro disponibilità e affidabilità, la stagionalità e disponibilità
delle produzioni. Importante sarebbe anche una calendarizzazione degli eventi a livello regionale.
TEMA 3: I Presidi
Premessa:
I Presidi possono diventare oggi una opportunità concreta di sviluppo progettuale per la Toscana grazie alle
nuove possibilità di finanziamento del progetto.
Per lo sviluppo del progetto dobbiamo sempre più concentrarci sul cibo quotidiano e i nuovi Presidi
dovranno essere individuati e dovranno muoversi in quest’ottica: aumentando il numero di presìdi, per
riuscire a dargli sempre maggiore visibilità e rilevanza, e rendendoli fruibili e disponibili per tutti favorendo
l’incontro fra produttori e co-produttori.
E’ utile iniziare a lavorare a livello di condotte locali per segnalare nuovi presidi e per acquisire elementi per
una loro candidatura perché SF Toscana sta cercando forme di sponsorizzazione che permettano di coprire
almeno parzialmente i costi di avvio.
Le segnalazioni con uno stato di avanzamento maggiore saranno valutate in primis.
Sono anche in fase di avvio i Presidi nazionali, come l’ Olio Extravergine di Oliva, avviato da quest’anno.
Elaborato del forum:
Dall’assemblea è emersa una valutazione positiva del progetto da parte dei produttori.
La problematica maggiormente lamentata è la presenza di produttori fuori dal Presidio che producono
prodotti fac-simile e che non hanno nessun legame con il progetto.
È Importante far emergere e comunicare la differenza e la garanzia che può essere data dal marchio che
rende riconoscibile il prodotto Presidio da quello che non lo è.
Il tema del prezzo e del valore è fortemente sentito dai produttori e chiedono maggiore impegno
dell’associazione nel veicolare tale tematica.
Altro nodo cruciale è quello della sponsorizzazione del progetto; si è ipotizzata la possibilità di far ricorso a
livelli alternativi e modalità nuove di finanziamento quali Gal, Psr, etc..
L’aspetto scientifico e tecnicistico nella selezione dei prodotti da “presidiare” è stato in toscana da sempre
preponderante e condizionante; si registra però oggi la di volontà di assottigliare questo lato e lasciare
spazio alla valutazione di temi maggiormente legati a valori sociali poiché avviando un presidio su una
realtà buona, pulita e giusta si mette in piedi un ciclo virtuoso e questo deve essere l'obiettivo prioritario;
focalizzare l’attenzione sul progetto prima che sul prodotto; i produttori hanno un’ottica troppo legata a
questo ultimo aspetto, spesso ciò è dovuto al loro mancato coinvolgimento nella associazione e quindi alla
mancanza di percezione del Presidio come progetto.
Dobbiamo passare dal concetto di produttore a quello di socio in modo che anche i produttori siano
consapevoli del ruolo che hanno nella progettualità della nostra associazione.
L'elemento della formazione sia delle figure associative che dei produttori è fondamentale e deve essere
perseguito dalla associazione regionale.
Importante la testimonianza dell’esperienza di chiusura di un Presìdio dalla quale i produttori ritengono di
aver tratto insegnamento di come “NON” si deve gestire il Presìdio e si trova l’energia per ripartire.
Tema 4: Aspetti logistici e commerciali.
Premessa:
Soluzioni innovative e idee per la fruizione dei prodotti e dei progetti. Slow Food non è un entità
commerciale ma favorisce i rapporti tra chi produce e chi consuma svolgendo un ruolo di facilitatore ed
intermedio.
Elaborato del forum:
I Mercati della Terra hanno un ruolo importante ma non una diffusione territoriale tale da permettere un
approvvigionamento continuo da parte di soci e co-produttori.
I negozi di vicinato possono svolgere un ruolo importante anche come centro di aggregazione sociale e
rivitalizzazione dei centri storici o marginali.
Le forme più avanzate di superamento di ruoli fra produttori e consumatori (GAS, Agricoltura sostenuta
dalla Comunità) rappresentano senz’altro un obiettivo ma vanno verificate nelle diverse realtà.
La differenziazione del canale distributivo è importante come opportunità per integrare l'offerta sia per i
produttori che per i co-produttori.
I sistemi di commercializzazione e distribuzione possono andare bene tutti purchè ci sia il rispetto per chi
produce; si può a queste condizioni sostenere un rapporto intermediario di contatto tra grande
distribuzione e piccoli produttori promosso dalla associazione?
Ogni territorio, in sostanza, può trovare forme diverse tra loro ed integrabili per favorire e promuovere
l’incontro fra produttori e co-produttori.
Importante per associazione sarebbe avere un database sulla disponibilità di prodotto e sulle relative
possibilità di acquisto.
DECALOGO: suggerimenti usciti dal focus
1. I produttori dovranno essere organici all’associazione (non più solo produttori ma soci) ed i progetti
(Presìdi, Mercati, Comunità del Cibo) devono essere gestiti in modo condiviso
2. Si auspica il rafforsarsi della presenza delle realtà associative sui territori onde evitare che Presìdi o
Comunità del Cibo si sostituiscano alle Condotte nella gestione dei rapporti con i territori.
3. Incrementare l’attività di mappatura dei territori e sviluppare percorsi di indirizzo verso il Buono
Pulito e Giusto
4. Favorire e facilitare la partecipazione dei produttori di Presìdi, Comunità del Cibo e Mercati alle
manifestazioni attraverso interventi sui costi di partecipazione e sull’organizzazione logistica
5. Favorire il coinvolgimento dei produttori nella partecipazione e adesione alle manifestazioni come
loro preciso impegno allo sviluppo dei progetti condivisi
6. recuperare la giusta prospettiva sul valore dei format spostando l’attenzione dai meri prodotti alla
complessità del progetto.
7. Favorire il contatto produttori co-produttori attraverso le iniziative associative
8. Agevolare la fruizione dei prodotti legati ai progetti dell’associazione anche attraverso strumenti
innovativi di conoscenza quali database, app, software, ecc.
9. Supportare e non sostituirsi ai produttori nelle attività promozionali e commerciali
10. Monitorare e leggere i territori per favorire patti territoriali fra produttori, distribuzione e coproduzione prendendo in considerazione tutti gli interlocutori in funzione dello sviluppo e rispetto
della filosofia del B.P.G.
Documento discussione Focus Giovani
Presentato da Eleonora Casabona
In quest’esperienza a Badia di Morrona noi giovani
slowfooddiani provenenti da varie condotte toscane
ci siamo finalmente conosciuti. Ci siamo scoperti
vari e “biodiversi”, ma con valori comuni e condivisi.
Per questo, fondamentale è la consapevolezza della
realtà di cui facciamo parte che ci permette di
attuare delle buone pratiche quotidiane nel rispetto
dei territori e della stagionalità delle produzioni.
Siamo tutti concordi nell’affermare che dalle nostre azioni dipende la biogestione delle risorse del pianeta:
acqua, terra ed aria sono beni di tutti e finiti, fondamentali alla vita, e proprio per questo hanno un
altissimo valore.
Dobbiamo riconoscere l’alto valore di chi lavora in agricoltura perchè è dal loro operato che dipendiamo
direttamente e quotidianamente. Le scelte che giorno per giorno facciamo hanno conseguenze dirette e
concrete sull’economia locale e globale. Ecco perchè l’educazione e la sensibilizzazione sia dei produttori
che dei consumatori, a partire dall’infanzia, è fondamentale. Ci permette di guardare con occhio positivo e
lungimirante il futuro.
Ovviamente sono state evidenziate anche alcune problematiche: come l’associazione viene percepita sia
all’esterno che al suo stesso interno; in certi casi elitaria, chiusa e autoreferenziale, tendente alla
componente mangereccia e conviviale. Ben coscienti che non sempre è facile comunicare cosa facciamo ci
siamo confrontati tra persone con esperienze differenti sia di studio che di lavoro e questa nostra
“biodiversità” può essere un punto di forza per costruire una rete giovanile toscana, fin ora assente, che
permetta di farci passare da un’associazione enogastronomica ad una rete attiva e stimolante, dove il cibo
rimane lo strumento.
La rete giovani che si è costituita vuole contribuire a rafforzare in modo creativo la nostra associazione.
Abbiamo cercato di mantenere la nostra discussione su temi concreti, come le problematiche degli
agricoltori, un nuovo tipo di ristorazione, delle mense scolastiche di territorio e le tematiche ambientali
connesse con lo spreco alimentare ed un cattivo utilizzo delle risorse.
Vorremmo utilizzare e personalizzare il logo esistente a livello internazionale, per impiegarlo nelle nostre
iniziative e sui Social Network.
Oggigiorno, infatti, i social media sono uno strumento essenziale per la comunicazione più rapida e
capillare, e ci permetteranno di rimanere in contatto gli uni con gli altri, in modo semplice ed efficace.
Ciascuno di noi fa già parte di una condotta e ci siamo riproposti di realizzare in autonomia attività nei
nostri territori, ma pur sempre con il sostegno e l’informazione del gruppo.
Proprio per questo già da quest’anno vorremmo ritrovarci più volte come gruppo per rafforzare il nostro
legame e per costruire un progetto comune.
Cogliamo l’occasione per ringraziare, a nome di tutti, l’associazione regionale per averci dato la possibilità
di conoscerci e confrontarci!
Documento discussione Focus Cuochi
Presentato da Stefano Sorci e Tiziana Tacchi
Lavorato per gruppi, ciascuno con un portavoce
attorno al quale gli altri membri si sono avvicendati.
Clima piacevole, discussioni ampie che hanno
rilevato punti di forza, problemi e possibili sviluppi,
forte comunione di intenti.
In effetti il termine “Alleanza” sembra oggi da
ridiscutere, e il patto coi produttori si regola ormai
attraverso un normale regime di domanda/offerta.
Alcune esperienze di adesione all'Alleanza di profilo minimale e a volte ai limiti delle regole.Anche nella
relazione con le condotte la collaborazione è ormai ridotta alla cena/evento.
Il focus individua anche alcuni problemi di ordine commerciale: in primo luogo il costo e la reperibilità che
complicano la continuità del progetto.
Nel focus si distingue ciò che è oggi esistente da ciò che va realizzato.
Il progetto dell'alleanza è confermato, ma questo focus potrebbe essere una ripartenza che nasce da una
rielaborazione: Anche in questo modo il gruppo dei cuochi testimonia la sua aumentata consapevolezza che
va sostenuta con l’azione di controllo da parte dell'associazione (soprattutto al livello della condotta) e una
costante azione di monitoraggio (sia sulla produzione che sulla ristorazione).
Nel campo progettuale, occorre ridefinire il tipo di organizzazione, le caratteristiche dei ristoratori, fare
ipotesi di lavoro che indirizzino al superamento delle difficoltà che emergono.
Sulla modalità organizzativa la discussione si fa più complessa, diverse le ipotesi proposte.
L'orientamento finale del focus è stato la creazione di un gruppo di referenti territoriali con intendimenti
soprattutto progettuali, in rapporto con Slow Food Toscana.
C'è l'esigenza di dotarsi di livelli di collaborazione anche rivisitando forme di promozione che intervengano
sulle fluttuazioni dell'offerta (il modello guida potrebbe essere quello già praticato con “resistenza
casearia”) permettendo di gestire i flussi di produzione-distribuzione.
Altro strumento su cui lavorare è una piattaforma che renda consultabile la disponibilità/reperibilità dei
prodotti in un dato momento, trasparente la gestione del prezzo, disponibile una conoscenza dei produttori
e dei prodotti. Questo avrebbe una buona ricaduta anche sull'eliminazione delle differenze di marcia nel
progetto Alleanza fra cuochi diversi: differenze che non si eliminano da subito ma che vanno
progressivamente ridotte. Se pensiamo a ricadute della nostra azione in agricoltura la circolazione delle
notizie va tenuta attiva anche orizzontalmente, al livello cuoco-cuoco.
In molti casi il progetto è assai oltre il livello del rispetto delle regole di minima (tre presidi in carta, cena
dell'alleanza, ecc.), in realtà oggi l'adesione al progetto è una scelta etica (di conseguenza il cuoco
dell'Alleanza diventa un “Cuoco etico”, attento alla sostenibilità).
Alcune progettualità espresse:
− presenza di un cuoco in ogni Comitato di Condotta;
− mappatura dei territori (portata avanti anche da cuochi);
− espressione di una progettualità “turistica” creando appuntamenti con individuazione di percorsi
condivisi fra ristorazione e produzione);
− volontà di avere incontri fra cuochi (progettazione – piatti dell'alleanza);
− produzione di un manuale dell'alleanza;
− strumento per la gestione delle disponibilità (stagionalità, picchi di produzione, autopromozione dei
produttori) da pensare in collaborazione con Slow Food Toscana;
individuate quattro macro aree e un referente per ognuna di esse, che tira le fila e fa da collettore.
PO-PT-FI Francesca Cianchi; LU-MS-PI-LI Daniele Fagiolini; GR Stefano Sorci; AR-SI Tiziana Tacchi.
Viene decisa la restituzione in plenaria a cura di Sorci e Tacchi
Plenaria - interventi
Leonardo Torrini – ringrazia; presenta il progetto
della condotta di Firenze con i produttori di cacao, il
cioccolato realizzato può essere un’occasione di
finanziamento per SFT e per una restituzione in
termini di borse di studio o formazione per São
Tomé e Príncipe: per la diffucione e sostegno al
progetto cacao confida sull’associazione regionale.
Francesco Ranzani – sta realizzando un focus birra con presenza importante dei produttori. Riflessione sulla
qualità da far crescere anche attraverso il rigore della guida.proporrà una giornata regionale con tutti i
principali birrifici artigianali toscani (giornata di approfondimento)
Giuseppe Bimbi – ringrazia per le due giornate di studio, chiede chiarimenti su focus biodiversità, in
particolare sul passaggio che invita a non esasperare il tecnicismo. Chiede chiarezza sul rapporto con la
GDO, ritiene che questa non sia compatibile con la nostra filosofia
Francesca Baldereschi - chiarisce il passaggio sul tecnicismo: è difficile individuare anche al livello genetico
le caratteristiche di un prodotto di eccellenza, oltre che alla lettura tecnica ocorre fare riferimento anche
alla realtà socio ambientale circostante.
Il marchio dei presidi serve a valorizzare e proteggere: va usato e possiamo intervenire ma a volte è difficile;
resta il fatto che i produttori dei presidi sono tutelati da un progetto internazionale.
Sull'Alleanza: nuovo regolamento dell'alleanza prevede già inclusione di prodotti di prossimità. Va
confermato il controllo da parte della condotta, in rapporto più stretto con i cuochi.
Marco De Martin Mazzalon – importanza del mercato come teatro dei progetti (un punto di promozione
della vita associativa)
Vito Trotta (commissione nazionale biodiversità) - dal lab esce con nitidezza l’immagine di ciò che chiedono i
produttori e ciò che può dare l'associazione. Vogliono conoscer meglio SF e vogliono essere supportati.
Aspetti valoriali di SF sono forti ma non vanno confusi gli strumenti con le idee: GDO può essere un buono
strumento se usato bene, e le idee restano; importante ridisegnare la catena del valore;
La condivisione dei progetti parte già nella fase dell'elaborazione.
È ormai chiaro che siamo tutti dalla parte della resilienza contadina ed operiamo sui territori perché questa
custodisce un patrimonio irrinunciabile
Gianrico Fabbri – tenere conto dell'esigenze dei produttore; nel documento biodiversità hanno lavorato
molte persone che non hanno potuto lavorare in modo capillare come gli altri focus; è comunque venuta
fuori una fotografia sullo stato della biodiversità: andranno trattate separatamente in prossimi focus
specifici.
Raffaella Grana – la modalità di lavoro vuole offrire una possibilità di adesione e di partecipazione, dando
importanza alle relazioni. Apre un memento di interventi delle “autorità” che oggi chiamiamo “amici”.
Filippo Gaslini Alberti - temi importanti da supportare attraverso la passione di SF: attese e auspicate altre
collaborazioni.
Maria Antonietta Fais (sindaco di Terricciola) - ringrazia, un evento importante. Al centro c’è la relazione con
la terra, rappresentata dal produttore (oggi una figura “multitask e folle”). Ricorda alcune incongruenze
normative che non agevolano l’agricoltura: IMU agricola, cambiamenti e norme mai allineati con le esigenze
di chi produce. È importnte che la qualità sia supportata dalla istituzioni, i produttori devono essere
sostenuti, anche questo è il ruolo di SF. Ringrazia la famiglia Gaslini Alberti.
Raffaella Grana – ringrazia e ricorda il supporto importante del comune, che ha permesso di realizzare il
libretto su cuochi e biodiversità.
Alvaro Fruttuosi – la Toscana è la prima regione che ha espresso una norma sulla biodiversità e che cerca in
ogni ocasuione di supportare il lavoro di Slow Food.
Susanna Cenni – ringrazia per l'invito. Il lavoro fatto ieri è un grande contributo non solo per l'associazione,
ma anche per il resto del mondo. Bella scelta lanciare i giovani. Novità positive: scritta negli anni passati la
legge sulla biodiversità (è stata approvata in parlamento, oggi è al senato). Ha partecipato a EXPO delle idee
al tavolo con titolo “la biodiversità salverà il mondo”: una volta teorizzato come si passa al concreto? Stati
generali “ministeriali” che hanno tenuto il tema del cibo in un angolo, idea della biodiversità viene
interpretata in relazione all'ecologia, non altrettanto all'agricoltura. Punti della legge: idea di Comunità del
cibo modellata su relazioni di filiera e quindi valore del cibo; istituzione degli itinerari della biodiversità;
programmazione scolastica attorno a questi temi. Ritiene che l’Educazione Alimentare deve essere materia
scolastica. Siamo davanti a un mutamento culturale che non si affronta con una legge. Importante rimettere
n discussione anche i temi identitari.
Lorenzo Berlendis – nota intelligenza e trasporto affettivo. La presenza del Comitato Esecutivo Nazionale ha
senso. Il focus biodiversità deve diventare patrimonio di SFItalia. La biodiversità è la più grande ricchezza di
un territorio, la nostra percezione della biodiversità (non museale) ha un valore resiliente e ha senso
rispetto alla sovranità alimentare in ogni angolo del mondo. Deve diventare una priorità politica. Le
comunità del cibo sono da ripensare, in una visione olistica è la rete più potente al mondo e più capace di
futuro e comprende le comunità di territorio. Temi che possono ridefinire il tipo di società che prefiguriamo.
Buono e pulito sono ben compresi: oggi occorre occuparsi del giusto. Che possibilità hanno i produttori di
vivere della produzione di cibo? Ecco allora che il valore deve emanciparsi del prezzo, ed ecco il valore
dell'educazione: conservare la memoria in una visione futura del cibo fra produttori e consumatori.
Quello dei Presìdi è anche un progetto di società, devono entrare nella quotidianità; vanno in questa
direzione i presìdi nazionali (presìdi di filiera). Parliamo di olio in un annata disastrosa per indicare una filiera
virtuosa: è un progetto nazionale che presenteremo a Sfish.
L'Alleanza Cuochi-Presìdi è da riscrivere: mai più la stretta osservanza minimale delle regole come chiave
d'accesso al progetto. In questa ottica l'idea del "Piatto dell'Alleanza" prodotta dal focus Cuochi può
diventare pilota per tutto il paese. Abbiamo ormai capito che gli chef sono ambasciatori del rapporto con la
produzione.
Sui Mercati della Terra occorre avvicinarsi alla quotidianità. L'associazione deve elaborare questo passaggio,
occorre risffermare la deintermediazione, ma questo è possibile in molte forme.
Ringrazia la Valdera, sottolineando il fatto che qui si dimostra che non esistono territori "minori".
Raffaella Grana – la questione posta da focus biodiversità e cuochi è: come vogliamo incidere sul sistema
economico? da oggi siamo tutti agenti dell'elaborazione di Morrona. Ciascuno è chiamato a fare le sue
proposte. I giovani hanno cominciat oun lavoro: ora devono proporsi, e noi ci siamo.
Capire come vogliamo disegnare i nostri confini; custodire i territori.
Reinterpretare la realtà di oggi, l'economia, essere in grado di confrontarsi. La chiusura in difesa non cambia
il mondo, non svolge quello che è il nostro compito.
Nostro cammino è irreversibile, non ci si ferma più e non si disperdono le nostre energie. Questo è stato il
LAB1; i Lab 2, 3... devono trovare la disponibilità attiva dell'associazione.
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Badia di Morrona – Slow Food ToscanaLab1 La plenaria del 1