Cooperative contro le multinazionali
"Mandacarù" porta in Trentino i suoi produttori: «Lotta allo sfruttamento»
Mandacarù porta i "suoi" produttori in Trentino, per affrontare da un punto di vista decisamente non mainstream, i temi
dell'Expo di Milano. Alcuni rappresentanti delle cooperative di
produttori, infatti, provenienti
da varie parti del mondo, stanno incontrando il pubblico in
queste settimane. Parlano delle
condizioni di produzioni di prò dotti molto diffusi nei nostri negozi: zucchero di canna, the, banane, per citare alcuni esempi.
Nei giorni scorsi era la volta della cooperativa Cobana, che a Panama produce banane, in un
contesto dove la parte più grossa della produzione è saldamente nelle mani di grandi multinazionali, accusate e criticate per-
ché seguirebbero metodi di produzione discutibili per gli impatti su ambiente e lavoratori.
Abbiamo chiesto a Margarita
Munoz, della cooperativa, di
raccontarci
l'entusiasmante
esperienza di Cobana, sorta negli anni Novanta dalla dismissione di un' azienda bananera di
proprietà del Governo.
Come avvenne questo storico passaggio?
«Attraverso una trattativa col
Governo. Comprammo la terra,
grazie alla legge nazionale sulle
cooperative. Dai 78 fondatori
siamo arrivati ad avere oggi 226
associati e 520 lavoratori. La
produzione è cresciuta. In una
fase iniziale abbiamo continuato a vendere le banane alla Ci-
quita, poi abbiamo deciso di
vendere a due importatori stranieri con criteri per noi migliori.
Il principale è Ctm Agrofair, con
sede in Italia a Bolzano».
Cosa è cambiato?
«I lavoratori guadagnano di
più. La proprietà della terra inoltre, cosa molto importante, ora
è della cooperativa, cioè dei produttori. Sono migliorate le condizioni di sicurezza per i lavoratori, esiste un sindacato interno
e i rapporti sono molto proficui.
É migliorato il rispetto per l'ambiente e per la salute. Ad esempio adesso utilizziamo prodotti
fungicidi e pesticidi ad impatto
minore, con la cosiddetta Etichetta verde, mentre prima nelle piantagioni si utilizzavano
prodotti più inquinanti. Il 50%
del premio Fairtrade (pari a circa un milione di euro l'anno,
che si somma al fatturato di
mercato) viene impiegato per
un programma sociale, ad
esempio erogando borse di studio e prestiti per ristrutturare le
case vecchie e costruirne nuove. Il 20% del premio invece è
destinato alla protezione e miglioramento ambientale, ad
esempio preservando la vegetazione naturale sotto i banani
nelle piantagioni, preservando
il suolo, salvaguardando l'ambiente delle coste marine».
Mandacarù intende in questo modo interpretare in modo
autentico l'idea di fondo di
Expo: "Nutrire il pianeta", (mdt)
Scarica

84911 109,99 kB - Federazione Trentina della Cooperazione