Inchiesta
Banane
l’etica si tinge di giallo
LA NOSTRA INCHIESTA
Dopo anni di pressioni e campagne, anche
una multinazionale finalmente apre a pratiche corrette.
Quali sono le condizioni di produzione
delle banane dal punto di vista dei diritti
dei lavoratori e dell’impatto ambientale
lungo tutta la catena produttiva?
SUL CAMPO E NON SOLO
Da gennaio a giugno 2012, oltre a
visitare un numero (forzatamente
limitato) di piantagioni, abbiamo
raccolto ed esaminato un’ampia
documentazione e richiesto alle
aziende di comunicarci le loro strategie
sul fronte dei diritti dei lavoratori e del
rispetto dell’ambiente, incrociando le
risposte con la realtà sul campo (le
visite si sono svolte in aprile e maggio).
Abbiamo portato anche alcuni
campioni di banane in laboratorio,
per verificare la presenza di pesticidi
sulla buccia e nel frutto interno.
Guarda il video con le testimonianze
raccolte durante il secondo World Banana
Forum, tenuto a Guayaquil (Ecuador).
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44 Altroconsumo 262 • Settembre 2012
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uesta volta apriamo con una
buona notizia: per la prima
volta abbiamo trovato una
multinazionale delle banane
che ha adottato pratiche
decisamente soddisfacenti dal punto di
vista del rispetto dei diritti dei lavoratori e
dell’ambiente.
Si tratta di Dole, che oggi è in assoluto in
prima fila dal punto di vista della
responsabilità sociale aziendale nella
coltivazione e commercio delle banane.
Segno, in primo luogo, che mettere
insieme profitto e correttezza è possibile.
E, in secondo luogo, che non è stata inutile
la forte pressione dell’opinione pubblica,
che ha denunciato in maniera costante le
scandalose pratiche attuate nella
coltivazione di questo dolce frutto, troppo
spesso assai amaro per chi lo produce.
Grazie alla sempre maggiore sensibilità dei
consumatori, anche le aziende (in verità
Q
non molte, per ora) iniziano
evidentemente a capire che seguire
pratiche di giustizia giova a tutti.
Intanto cresce e si diffonde anche nel
campo delle banane il commercio equo e
solidale (+5% nel primo semestre 2012).
La sua finalità è differente dal dare
garanzia di rispettare i diritti dei lavoratori
e dell’ambiente. Lo scopo del commercio
equo, in questa inchiesta rappresentato
dal marchio Altromercato,
commercializzato da diverse realtà nel
nostro Paese (sia supermercati, sia
Botteghe del Mondo), è infatti promuovere
lo sviluppo economico nei Paesi
svantaggiati, aiutando i piccoli produttori/
lavoratori (titolari di piccole piantagioni,
spesso a gestione familiare) ad avviare e
sviluppare le loro attività e sostenendoli
stabilmente sia dal punto di vista
economico sia sociale.
Uno strumento fondamentale in questo
senso è quello del prezzo fisso, per
proteggere i piccoli produttori dall’altalena
dei prezzi sui mercati internazionali, che
nei periodi di bassa rischierebbero di non
coprire i costi, portandoli al fallimento. Le
associazioni di commercio equo
garantiscono per questo un prezzo equo
fisso, che include una quota pari a un
dollaro a cassa di banane (è il “fair trade
premium”), da dedicare ad attività sociali
(educazione scolastica, progetti di
istruzione, attività per le comunità,
assicurazione medica, fornitura di
alimenti ai lavoratori svantaggiati...). Per
avere un’idea concreta: nel commercio
equo la quota che va ai lavoratori
rappresenta il 13% del prezzo finale,
contro il 4% che va ai lavoratori della
filiera tradizionale.
Al di fuori di queste eccezioni, il mondo
delle banane è troppo spesso teatro di
pratiche che definire criticabili è un
Foto: Barbora Mrazkova/Na Zemi
IL PREZZO NON È DIVISO EQUAMENTE
I lavoratori delle piantagioni ricevono una parte minima del ricavato
dal commercio delle banane. La parte del leone la fanno i rivenditori finali:
quasi un terzo va nelle loro tasche.
Le banane costano intorno ai 2 euro al chilo. Come si distribuisce questa somma
lungo la catena che le porta dalla piantagione alla nostra tavola? I più penalizzati
sono i coltivatori nelle piantagioni, cui resta soltanto il 4% del prezzo finale
(fonte: Make Fruit Fare!) .
4%
Lavoratori
20%
Proprietari
29%
Rivenditori
23%
Trasporto
12% 12%
Tassazione UE
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Grossisti
Settembre 2012 • 262 Altroconsumo 45
Inchiesta
I NOSTRI GIUDIZI
Abbiamo riassunto i diversi aspetti
analizzati nella nostra inchiesta, sia in
campo sociale sia ambientale, in un
giudizio globale. Per la prima volta una
multinazionale delle banane emerge in
senso positivo. Peccato che sia l’unica.
Leggere le schede
I punteggi sono espressi
da uno a 100 e riflettono
la nostra valutazione delle pratiche attuate dall’azienda.
Pratiche ottime
Pratiche buone
Pratiche accettabili
Pratiche mediocri
Pratiche pessime
Non collabora
Questo marchio
contrassegna banane
di altre marche
prodotte secondo
i principi del commercio
equo e solidale
BUONO
• Codice di condotta, accordi sulla
contrattazione collettiva e politiche per
salute e sicurezza sono presenti e
riprodotti in opuscoli distribuiti ai
lavoratori, il che assicura loro maggiore
consapevolezza dei propri diritti.
• Buone pratiche ambientali: ricircolo
dell’acqua di lavaggio delle banane e
riciclaggio dei sacchetti di plastica.
• Partecipa ad iniziative con il World
Banana Forum e dialoga con le Ong.
GIUDIZIO GLOBALE
75
LA VOCE DELLE DONNE
Nelle piantagioni lavorano quasi solo uomini. Molti
ritengono che le donne non siano in grado di farlo.
Le donne sono spesso impiegate come lavoratrici
temporanee nel confezionamento. Ma sono sempre poche,
anche negli uffici amministrativi, nonostante le campagne
internazionali. Ecco una testimonianza: “Non è impossibile per
le donne lavorare nelle piantagioni: dateci una scala migliore e
più sicura, che non abbia troppo bisogno di essere sollevata e
trasportata. Le donne hanno studiato agronomia e possono
essere abbastanza esperte da fare i supervisori. Perché dare
per scontato che siano troppo deboli?”.
Nella foto, partecipanti al Women’s forum, tenutosi nell’ambito
del Banana Forum.
Foto: Barbora Mrazkova/Na Zemi
46 Altroconsumo 262 • Settembre 2012
Lo scopo
è ottenere
un contratto
collettivo
ACCETTABILE
• Buono lo scopo di sostenere con
continuità i piccoli produttori/lavoratori
delle regioni svantaggiate: basilare per
questo la politica del prezzo fisso e della
quota destinata a finalità sociali.
• I diritti dei lavoratori sono tutelati.
• Si dovrebbe migliorare sul fronte di
una maggiore codificazione, controllo
e rendicontazione delle pratiche.
• Da informare maggiormente sui loro
diritti anche i lavoratori temporanei.
GIUDIZIO GLOBALE
44
eufemismo. Ancora recentemente, per
citare il peggio, si sono verificati omicidi
di sindacalisti, per non parlare delle
condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori
(che spesso vivono in baracche nelle
piantagioni). E la maggior parte delle
grandi aziende che abbiamo interpellato
per questa inchiesta si è semplicemente
rifiutata di partecipare. Segno, come
minimo, di scarsa sensibilità per il
problema. Nonché per i consumatori che
vorrebbero sapere qualcosa di più sulle
banane che acquistano.
Nelle grandi piantagioni
Dole ci ha consentito di visitare una
grande piantagione a nostra scelta. Qui
abbiamo verificato una serie di aspetti
importanti: dal rispetto degli standard
imposti dall’Organizzazione
internazionale del lavoro, alle condizioni
lavorative (salari, orari, quote di
produzione giornaliere imposte, rischi per
la salute, protezioni in caso di attività
pericolose, diritti sindacali,
discriminazione delle donne e simili).
Abbiamo inoltre messo sotto la lente una
serie di elementi che riguardano il rispetto
dell’ambiente (uso di pesticidi, gestione
dei rifiuti, spreco di acqua, ricorso a
materiali riciclati).
Abbiamo puntato l’attenzione anche sulla
estensione delle buone pratiche a tutta la
catena produttiva e sulla collaborazione
con le diverse organizzazioni coinvolte,
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PESTICIDI: ANCORA MOLTO UTILIZZATI
Sulle banane che arrivano sulle nostre tavole, i residui di pesticidi
sono assenti o molto ridotti. In campo però la situazione non è rosea.
NON COLLABORANO
Chiquita, Bonita e Del Monte non hanno
ritenuto di collaborare alla nostra
inchiesta né di permetterci di visitare le
piantagioni. Tra le pratiche scorrette
sono denunciate: fumigazioni aeree di
fitofarmaci anche con i lavoratori
presenti nelle piantagioni,
discriminazioni e molestie a membri del
sindacato. Dalla documentazione
pubblica non si riesce a trarre prova
di comportamenti accettabili.
GIUDIZIO GLOBALE
La pratica di spargere pesticidi dagli aerei
è ancora in uso. Abbiamo raccolto una
testimonianza sui danni subìti da chi abita
nelle zone confinanti con le piantagioni:
anche se gli orari delle irrorazioni
dovrebbero essere comunicati, ciò non
sempre avviene; e a chi abita in zona è
capitato di dovere buttare via acqua
contenuta nei serbatoi all’aperto (l’acqua
dell’acquedotto in queste zone non è
potabile) come misura di sicurezza per
prevenire contaminazioni.
I risultati delle nostre analisi (vedi a pag. 49)
sono buoni: tracce di pesticidi sono state
ritrovate solo in pochi casi e nei limiti di legge.
Si tratta sempre di prodotti utilizzati per
prevenire problemi durante il trasporto. Non
abbiamo trovato residui dei pesticidi usati
nei campi: probabilmente anche perché le
banane dopo la raccolta vengono lavate.
sviluppi riguardanti i tanti e delicati
problemi legati alla produzione e al
commercio internazionale delle banane.
Per la prima volta in questa occasione è
stato invitato a partecipare al Forum anche
un esponente delle associazioni dei
consumatori. Come rappresentante di
Consumers International, la maggiore
organizzazione internazionale di
consumatori, di cui facciamo parte, ha
partecipato al Forum Eliana Guarnoni,
ricercatrice di Altroconsumo, che da tempo
segue le inchieste legate alla responsabilità
sociale e ambientale delle aziende.
lavoratori. C’è un gruppo di lavoro specifico,
nel contesto del Forum, per studiare
strategie che riducano i rischi connessi
all’uso di prodotti chimici. Un altro gruppo si
occupa di come attenuare la pesantezza
delle condizioni di lavoro.
X
INTERVISTA
Eliana Guarnoni, ricercatrice
I consumatori invitati
al World Banana Forum
La seconda conferenza del World Banana
Forum si è tenuta in Ecuador alla fine del
mese di febbraio di quest’anno. Gli esperti
di tutto il mondo si sono dati appuntamento
a Guayaquil, per discutere sui più recenti
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Per te è stata anche un’occasione di
vedere da vicino le coltivazioni di banane.
Che cosa ti ha colpito di più?
Insieme a un piccolo gruppo di partecipanti
ho potuto visitare due piantagioni, una a El
Oro e una a Los Rios (una delle quali poi
inclusa nell’inchiesta, ndr). Mi ha colpito
molto l’uso massiccio di prodotti chimici
non soltanto nelle coltivazioni, ma anche
nelle aree di confezionamento. Siamo di
fronte a una tipica coltivazione intensiva:
per evitare cali di produttività si fa un largo
uso di pesticidi, in tutte le fasi della
lavorazione. E la mancanza di protezioni
adeguate mette a rischio la salute dei
Che mettono a rischio la salute dei
lavoratori?
Sì, basta pensare che un casco di banane
pesa fino a 40 chili, e la raccolta è fatta a
mano. Nelle aree di confezionamento ho
visto invece lavoratori intenti a spostare
tutto il giorno scatole da 18 chili, a centinaia:
sono pagati a pezzo, e spesso quanto
guadagnano non basta a mantenere le loro
famiglie. Ma qual è il pretesto per non
aumentare i salari? Che questo
comporterebbe un aumento del prezzo
finale delle banane e un conseguente calo
degli acquisti, con conseguenze negative
per tutti. Ma in realtà ai lavoratori arriva
una percentuale assolutamente minima del
prezzo finale. E poi diverse ricerche hanno
mostrato che i consumatori europei sono
disposti ad accettare un prezzo un po’ più
alto per avere prodotti più equi: anche da
parte dei produttori e rivenditori ci
vorrebbe uno sforzo per ridurre, anche in
minima parte, il profitto. Servirebbe.
Settembre 2012 • 262 Altroconsumo 47
Inchiesta
dai sindacati alle associazioni non
governative. Infine, abbiamo valutato la
trasparenza: sia nel fornire informazioni ai
consumatori, sia nel collaborare alla
nostra inchiesta. Nella scheda a pag. 46
trovate i risultati, nel complesso
decisamente soddisfacenti.
I DIFETTI DA EVITARE
Le banane, come molti altri frutti, continuano a maturare anche dopo essere
staccate dalla pianta. Spesso vengono vendute banane ancora troppo acerbe, non
adatte al consumo immediato, come ha dimostrato una nostra inchiesta del 2010.
Piccoli produttori crescono
Abbiamo visitato diverse piccole
coltivazioni inserite nel circuito del
commercio equo, da cui provengono le
banane Altromercato. Si tratta di
situazioni diverse da quelle di una grande
impresa come Dole e questo serve a
spiegare il giudizio meno positivo sulle
pratiche, che trovate nella scheda a pagina
46. In questo caso, infatti, sono coinvolti
nel circuito del Fair Trade centinaia di
piccoli produttori/lavoratori, disseminati
su un territorio molto vasto, e non
inquadrati in una struttura organizzativa
aziendale. Questo comporta una inferiore
attività di raccolta dati, documentazione e
rendicontazione, per cui le pratiche
seguite sono più difficilmente controllabili
né probabilmente applicate con tutto il
rigore, anche formale, possibile in una
grande azienda.
Anche l’attenzione alle corrette pratiche
ambientali, che pure è presente, soffre di
questo limite, di cui peraltro l’associazione
di commercio equo si è mostrata
consapevole, in un’ottica di miglioramento
continuo della professionalità dei piccoli
produttori da loro sostenuti.
DANNO DA FREDDO
Una colorazione della buccia
che da verde chiaro o gialla vira
al grigiastro e poi diventa bruna
è la spia di un danno dovuto al gelo.
AMMACCATURE
Un trasporto e una manipolazione
poco accurati possono provocare
ammaccature, che influiscono sulla
qualità del frutto.
MARCIUME
La polpa, in corrispondenza delle
macchie più scure presenti sulla
buccia, tende a perdere
consistenza, scurirsi ed
eventualmente ammuffire.
UNA MERENDA SANA
DA SUD A NORD, DA VERDE A GIALLA
Ricchissima di potassio, la banana
fornisce anche vitamine e fibre:
ed è comoda da mettere in cartella.
Tutte le banane esportate sono raccolte quando sono ancora
acerbe, cioè verdi. La maturazione è ottenuta artificialmente
all’arrivo nei Paesi di destinazione.
Meglio di una merendina industriale, una
banana fresca è una buona alternativa
anche a scuola, tanto più che di solito i
bambini la apprezzano.
• Una banana fornisce fino a 450 mg di
potassio (circa 25% della dose
consigliata per un bambino), 20 grammi
di carboidrati, 1,5 di proteine e 2,5 di
fibre (16% della dose consigliata).
• Anche dal punto di vista vitaminico la
banana offre un apporto non
trascurabile: contiene vitamina A, C e B.
• Chi ha problemi di linea non esageri: la
banana, con le sue 65 kcal per 100 g. è
tra i frutti più calorici. A fine pasto se ne
può consumare solo metà (cioè circa 45
kcal per una banana standard).
48 Altroconsumo 262 • Settembre 2012
COLTIVAZIONE
RACCOLTA
FUNGICIDA
LAVAGGIO
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Come scegliere la migliore
Completamente assenti o sotto i limiti di
legge: dal punto di vista dei pesticidi non
abbiamo trovato particolari problemi.
Da notare però che, benché sempre in
quantità ridottissime, abbiamo trovato
quasi sempre residui di diversi pesticidi e
a volte non solo sulla buccia, ma anche
nella polpa, probabilmente perché la si
tocca subito dopo avere toccato la buccia
(abbiamo chiesto al laboratorio di
sbucciare le banane manualmente); meglio
evitare quindi di tenere le banane insieme
ad alimenti da consumare direttamente e
cercare di non toccare la polpa mentre le
si mangia (o lavarsi le mani).
• L’aspetto della banana può aiutare a
capire le sue caratteristiche. Evitate frutti
con difetti visibili (vedi foto alla pagina a
lato) e/o con la buccia spaccata.
• Non acquistate banane troppo verdi, ma
ricordate anche che se sono presenti
numerose macchioline marroni sulla
buccia il grado di maturazione ottimale è
stato superato.
• Non consumate la banana se non è ben
matura: la trovereste dura, priva di
dolcezza e profumo e allappante (si dice
che “lega”); la buccia deve essere color
giallo intenso e facile da rimuovere.
• Per accelerare la maturazione potete
chiudere le banane in un sacchetto di
carta con una mela, un kiwi o un
pomodoro (frutta che produce etilene).
• Infine, non tenete le banane in
frigorifero: il freddo le danneggia. ¬
Le banane acerbe rischiano minori danni
durante il trasporto. Il trattamento con
fungicidi serve a prevenire l’attacco di
funghi, che potrebbero danneggiare le
banane, durante il viaggio verso l’Europa.
BANANE
RISULTATI
Fitofarmaci
MARCA
sulla buccia
nella polpa
AUCHAN Fair Trade
A
A
BONITA
A
A
CARREFOUR Bio Equosolidali
A
A
CHIQUITA
C
C
COOP Solidal
A
A
DEL MONTE
C
C
DOLE
C
A
ESSELUNGA Bio Altromercato
A
A
ESSELUNGA Naturama Altromercato
A
A
F.LLI ORSERO
C
C
COME LEGGERE LA TABELLA
Marca Abbiamo acquistato e portato in laboratorio le principali marche di banane presenti
sul mercato italiano.
Fitofarmaci Abbiamo
riscontrato residui appartenenti a quattro
sostanze, tutte utilizzate dopo la raccolta delle banane: azoxistrobina, clorpirifos, imazalil,
tiabendazolo. Nessuna,
nelle quantità da noi
rilevate, pone problemi
per la salute. Il giudizio
ottimo corriponde alla
completa assenza di
fitofarmaci, un giudizio
accettabile segnala la
presenza di tracce in
quantità al di sotto dei
limiti consentiti dalla
legge.
un normale consumatore e analizzare la presenza di pesticidi anche
nella polpa: il fatto che
ne abbiamo trovati, seppure in misura minima,
segnala che l’attenzione
va tenuta alta.
Sulla buccia/nella polpa
Abbiamo chiesto al laboratorio di sbucciare le
banane come farebbe
Ottimo
Buono
Accettabile
Mediocre
Pessimo
All’arrivo, le banane ancora verdi sono
sottoposte a un trattamento a base di
etilene, che innesca il meccanismo di
maturazione, che prosegue poi fino
all’arrivo nelle nostre case.
MATURAZIONE
DISTRIBUZIONE
TRASPORTO
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Settembre 2012 • 262 Altroconsumo 49
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