Occupabilità e nuove tecniche di tutela: l’apprendimento come diritto post-moderno e leva del dialogo sociale Lisa Rustico Università di Modena e Reggio Emilia Città del Messico, 15 Ottobre 2009 Occupabilità e nuove tecniche di tutela: l’apprendimento come diritto post-moderno e leva del dialogo sociale 1. Il diritto all’apprendimento continuo 2. Istruzione e formazione in Italia 3. Dialogo sociale per il diritto all’apprendimento continuo in Italia 2 1. Il diritto all’apprendimento continuo • Nuovi mercati del lavoro: flessibilità, mortalità delle imprese, società della conoscenza, scambi globali, etc. • Nuovo diritto del lavoro: per la protezione dei lavoratori e per la competitività delle imprese, nuove tipologie contrattuali (Italia: Legge n. 30/2003). • Nuovo modello sociale (Libro Bianco, 2009): welfare delle opportunità, sussidiarietà, società attiva. • Nuovi sistemi di istruzione e formazione: preparare oggi i lavoratori di domani. 3 Perché un diritto all’apprendimento continuo? APPRENDIMENTO CONTINUO Competenze Orientamento Nuova governance: scuola, università, imprese, parti sociali STABILITÀ E SICUREZZA Lavoro Cittadinanza Adattabilità Occupabilità Auto-imprenditorialità Migliorare la qualità di istruzione e formazione e la transizione scuola-lavoro 4 Cosa è il diritto all’apprendimento continuo? – Diritto a incrementare, migliorare, aggiornare le conoscenze e le competenze lungo tutto l’arco della vita, come garanzia di stabilità occupazionale e di espressione delle proprie potenzialità. – Valori costituzionali in Italia: la persona, il lavoro … ma anche la comunità, l’impresa, ecc. 5 • Diritto all’apprendimento continuo: lifelong, lifewide 1. Lavoro: parte del percorso educativo (integrazione) 2. Impresa: contesto più idoneo per lo sviluppo delle professionalità 3. Verifica dei risultati dell’apprendimento • Risposte da: • Sistemi di istruzione e formazione • Mercato del lavoro (imprese, agenzie per il lavoro, ecc.) • Dialogo sociale 6 2. Istruzione e formazione in Italia • Criticità: – Poca flessibilità e bassa attrattività dei percorsi di formazione professionale; diseguaglianze offerta sul territorio – Manca dialogo tra istruzione/formazione e mercato del lavoro, a tutti i livelli di qualificazione – Debole coinvolgimento del sindacato: erogazione di formazione, ma non ancora ruolo attivo nella contrattazione collettiva 7 • Dati Tabella 1: Progresso verso i 5 obiettivi per il 2010 (elaborazione dati Eurostat, %) 5 Obiettivi Obiettivo 2010 Media UE Media 2007 Italia 2007 Abbandoni scolastici ≤10 14,8 19,3 Cattive performance di lettura -20 +2,8 26,4 22enni diplomati 85 78,1 76,3 Apprendimento permanente adulti 12,5 10 6,2 * dati 2006 ** per l’Italia il dato è calcolato sul periodo 2000-2005 8 Scarsa corrispondenza tra domanda e offerta di formazione e lavoro rischio deficit di competenze Tabella 2: Domanda (UE) e offerta (Italia) Fabbisogni professionali Lavoro Altamente qualificato Mediamente qualificato Poco qualificato Domanda (media UE) Offerta (Italia) Fabbisogni professionali mercato del lavoro Competenze fornite da istruzione e formazione 31,5% 17,5% 32% 50% 45,4% 48,5% 18,5% 37,1% 19,5% Fonte: elaborazione dati Cedefop 2008 9 3. Dialogo sociale per il diritto all’apprendimento • Sussidiarietà contrattazione collettiva • Dialogo sociale e nuova governance per: 1. Integrazione tra componente attiva e passiva delle politiche del lavoro 2. Formazione per l’apprendimento permanente 3. Sistemi informativi per l’orientamento, l’incontro tra domanda e offerta di competenze, l’anticipazione e la previsione dei fabbisogni professionali sul territorio • La Legge Biagi (e successive modificazioni) valorizza la contrattazione collettiva, anche per migliorare la qualità della formazione e i percorsi di transizione scuola-lavoro apprendistato 10 Apprendistato • In Italia dal 1955 (L. 25/1955): debole contenuto formativo • Con la Legge Biagi l’apprendistato: canale per l’inserimento nel mercato del lavoro (per diritto-dovere di istruzione e formazione, professionalizzante (qualifica professionale), per l’acquisizione di un titolo di alta formazione). • Dal 2008:l’impresa può scegliere un canale parallelo di formazione esclusivamente aziendale. La disciplina è demandata dalla contrattazione collettiva a livello nazionale, territoriale, aziendale. 11 • Formazione esclusivamente aziendale, accordi tra le parti sociali definiscono: gli – Nozione di formazione esclusivamente aziendale – Per ciascun profilo formativo: • Durata • Modalità di erogazione della formazione (purché non implichi l’utilizzo di fondi pubblici) • Modalità di riconoscimento della qualifica professionale ai fini contrattuali e per la registrazione nel Libretto formativo 12 • Esempio: Intesa tra parti sociali (Confcommercio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, 23 settembre 2009) sulla formazione esclusivamente aziendale nel contratto collettivo del commercio – – – – Premessa Formazione esclusivamente aziendale Attività formativa: durata e contenuti Modalità di erogazione della formazione e referente per l’apprendistato – Riconoscimento della qualifica professionale e registrazione nel libretto formativo – Contenuti formativi, competenze e profili professionali 13 • Criticità: – Qualità della formazione esclusivamente aziendale: verifica dei risultati dell’apprendimento – Coordinamento centri decisionali: una nuova centratura attorno al Ministero del Lavoro – Coinvolgimento Enti Bilaterali – Formazione nelle Piccole e Medie Imprese – Trasparenza, riconoscimento e mobilità delle qualifiche in Italia e in Europa 14 Conclusioni • Formazione e lavoro: necessità di un dialogo • Nuovo modello sociale, nuova governance, sussidiarietà • Dialogo sociale: – Contratti collettivi: integrare politiche attive e passive – Fondi, erogazione della formazione, anticipazione dei fabbisogni professionali • Centralità della persona 15 Grazie per la vostra attenzione Lisa Rustico Responsabile Relazioni Internazionali di ADAPT – Centro Studi Internazionali e Comparati Marco Biagi (www.adapt.it – [email protected]) 16