Al Teatro Petruzzelli un "Rigoletto" moderno per la regia di Denis Krief
di MICAELA RICCI
Dal 31 maggio al 10 giugno il Petruzzelli ha fatto da cornice all'opera in tre atti di Giuseppe
Verdi "Il Rigoletto", libretto di F. Maria Piave.
Il melodramma verdiano è da sempre icona del "bel canto" italiano, voce di un' Italia
risorgimentale che gridava contro la tirannide e l'oppressore, come nel "Nabucco". Ma l'opera
verdiana è anche voce di sentimenti forti come l'amore, l'affetto familiare, la gelosia, la vendetta
e il perdono. Il "Rigoletto" è la voce d'amore di un padre, il deforme Rigoletto, per la propria
figlia, la giovane e bella Gilda. Su tutto campeggia una maledizione, quella del conte di
Monterone, cantata come un urlo di dolore, "Ah, la maledizione", da Rigoletto davanti al corpo
morto della figlia. Il "Rigoletto", proposto al Teatro Petruzzelli di Bari in 8 appuntamenti, è il
primo saggio del progetto "Opera nuova", teso alla valorizzazione di cantanti under 30,
selezionati tramite audizione. Per la serata di sabato 8 giugno il Duca di Mantova è stato
impersonificato dal tenore Fabrizio Paesano, mentre la giovane Gilda dalla voce di Mariangela
Sicilia. Il Rigoletto è la voce matura del baritono Stefano Antonucci, presenza verdiana anche di
altre opere come "La Traviata", "Don Carlos", "Falstaff", "Il trovatore". L'amante tradizionalista
del genere melodramma che si aspettava di vedere sfilare vestiti rinascimentali e un Rigoletto
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Al Teatro Petruzzelli un "Rigoletto" moderno per la regia di Denis Krief
deforme e claudicante, sarà rimasto sicuramente deluso. La regia di Denis Krief ha, infatti,
attualizzato il melodramma di Verdi, ponendo al centro della scena il rapporto padre-figlia, in
uno spazio geometrico, fatto di contenitori cubici roteanti che ricordano la scena multipla dei
boulevards. Il buffone deforme è un uomo elegante vestito in giacca scura e sembrano più
buffoni i cortigiani. L'ambientazione non è rinascimentale ma anni '50-'60 e Gilda è
un'adolescente irrequieta che prova vergogna davanti a suo padre per aver ceduto alle lusinghe
del duca. Destabilizzante è l'ambientazione delle due toilettes entro le quali i personaggi
cantano e l'amplesso simulato tra il duca e e Maddalena. Rivisitazione moderna, senza dubbio,
in un ambiente dove a farla da padrone sono la geometricità (Krief è anche architetto), le luci, i
colori e uno spazio intimistico e minimalista che lascia, in alcuni momenti, sconcertati. Di talento
e bravura il coro del Teatro Petruzzelli, diretto dal maestro Franco Sebastiani e l'orchestra
diretta dal maestro Carlo Rizzari, per un "Rigoletto" insolito, dai sentimenti verdiani e dal gusto
scenico contemporaneo.
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