COMUNICATO STAMPA ottobre 2011 RIGOLETTO APRE LA STAGIONE Si alza il sipario del Fraschini con “Rigoletto”, giovedì 13 ottobre, replica sabato 15. L’opera di Giuseppe Verdi è diretta da Marco Guidarini che ha studiato composizione e violoncello, direzione d’orchestra con Mario Gusulla e Franco Ferrara, dirigendo in teatri di tutto il mondo. Il regista Massimo Gasparon, veneziano, si è laureato in architettura ed è stato collaboratore di Pier Luigi Pizzi come assistente scenografo e regista. Antonio Greco, diplomato in pianoforte, musica corale (maestro di cappella nella Cattedrale di Cremona), dirige il Coro del Circuito Lirico Lombardo. In scena Piero Pretti (Duca di Mantova), Ivan Inverardi (Rigoletto), Irina Dubrovskaya (Gilda), Eugeniy Stanimirov (Sparafucile). Nuovo allestimento in coproduzione con Associazione Arena Sferisterio di Macerata. Coproduzione dei Teatri del Circuito Lirico Lombardo Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Grande di Brescia, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Sociale di Como – As.Li.Co. Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Teatro dell’Aquila di Fermo fondazione Teatro Fraschini - C.so Strada Nuova 136 - 27100 Pavia www.teatrofraschini.org BIGLIETTERIA C.so Strada Nuova 136 - Pavia Aperta dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle 13 e dalle 17 alle 19 Aperta un’ora prima di ogni spettacolo Tel. 0382-371214 Dal 10 ottobre sono in vendita i biglietti per tutte le opere in cartellone. PREZZI Da 55 euro (platea e palchi centrali) a 14 euro (posti in piedi non numerati). Sono riconosciute riduzioni, oltre che di legge, anche per le scuole e gli studenti universitari. Tutti i prezzi sono pubblicati sul sito www.teatrofraschini.org ACQUISTO ON LINE www.teatrofraschini.org Call center Vivaticket by Charta 899.666.805 Call center 89.24.24 Pronto PagineGialle fondazione Teatro Fraschini - C.so Strada Nuova 136 - 27100 Pavia www.teatrofraschini.org NOTE A CURA DI MARIATERESA DELLABORRA Affascinato dal soggetto di Le roi s’amuse di Victor Hugo, fulminato quasi dal carattere del protagonista Triboulet, Verdi nel 1850 intrattenne sull’argomento una fitta corrispondenza col librettista di fiducia Piave, esaltando i pregi di questo titolo che, grazie al «soggetto grande, immenso» si sarebbe imposto, secondo la sua opinione, come una delle più grandi creazioni del teatro di tutti i paesi e le epoche. Il suo entusiasmo fu però mitigato dalla censura di Venezia, piazza alla quale l’opera era predestinata, che intervenne drasticamente e proibì per «ributtante immoralità e oscena trivialità» la storia del brutto e gobbo Triboletto e della sua maledizione. Piave si fece carico di trattare con la Polizia e, dopo una laboriosa trattativa, riuscì a strapparne il consenso, promettendo di «variare luogo ed epoca all’azione», ma conservando al libretto «le tinte e i caratteri originali». E così si riuscì a siglare l’accordo «per l’infernale Rigoletto» e Verdi si mise al lavoro chiedendo a Piave continue modifiche di versi e riservandosi di strumentare la partitura solo negli ultimi giorni prima del debutto. Dalla corte francese di Francesco I, la vicenda si ambientò a Mantova, dove un non meglio precisato duca spadroneggiava, ma la figura chiave del gobbo buffone rimase. E su questi il musicista si concentrò, esaltato dalla dualità del ruolo, in cui deformità e volgarità esteriore contrastavano con passioni delicate e animo sensibile. Il risultato musicale fu di estrema novità da un lato grazie al valore programmatico dei preludi strumentali in grado di suggerire una situazione drammatica senza definirla e agli effetti inediti creati dall’orchestra interna, dall’altro attraverso le figure di Rigoletto, del duca e di Gilda. Rigoletto non è un oppresso o un umiliato, ma un infelice e un frustrato. Musicalmente manifesta tali stati d’animo forzando i fondazione Teatro Fraschini - C.so Strada Nuova 136 - 27100 Pavia www.teatrofraschini.org limiti delle forme tradizionali e intonando quasi in modo recitato alcuni passaggi fortemente drammatici nei quali si innestano parentesi emotive di intenso abbandono sentimentale. La personalità del duca è quasi equivoca: il suo fascino consiste soprattutto nell’estraneità che riesce a mantenere durante l’evolversi della storia. È coerente con se stesso, è impermeabile alla commozione, anche nei momenti che sembrerebbero più intensi pateticamente. Gilda rimane dietro le quinte per tutta l’opera, mantenendo un atteggiamento un po’ infantile e insicuro, finché nel terzo atto prende l’iniziativa e si rende responsabile della tragedia. La sua vocalità di soprano leggero dapprima appare un poco leziosa e solo alla fine, nel quartetto del terzo atto, si definisce e si precisa in uno specifico carattere. Gli altri personaggi vivono in funzione dei tre principali da Sparafucile, a Maddalena a Monterone. La rappresentazione veneziana (l’11 marzo 1851) fu accolta da un successo irrefrenabile che ebbe conferma nella ripresa scaligera del gennaio 1853. Non soltanto il pubblico, ma anche la critica fu concorde nell’evidenziare la novità dell’opera legata sia alla stranezza del soggetto (il grottesco come fonte di bellezza) sia alla modernità della musica, dello stile e della stessa forma dei pezzi. Si parlò di uno stupendo lavoro di strumentazione - «quell’orchestra ti parla, ti piange, ti trasforma la passione» - e si comprese come lo stile di canto si discostasse da quello usato sino a quel momento perché mancava dei grandiosi pezzi d’assieme, fatta eccezione per il quartetto dell’ultimo atto, vertice di realismo drammatico. Lo stesso Victor Hugo, in generale ostile a Rigoletto, ne rimase profondamente colpito e affermò che se gli fosse stato possibile esprimere i vari sentimenti dei singoli personaggi con la stessa simultaneità concessa alla fondazione Teatro Fraschini - C.so Strada Nuova 136 - 27100 Pavia www.teatrofraschini.org musica, sarebbe stato anch’egli capace di produrre un simile passo di alta drammaticità. In realtà Verdi oltre alla concomitanza di sentimenti, riesce a manifestare qui con assoluta precisione l’attimo in cui nella coscienza si accavallano sensazioni, turbamenti e conflitti di sentimenti e ricordi. Con Rigoletto il compositore bussetano concluse il primo periodo compositivo, coincidente con i terribili «anni di galera», e avviò una seconda fase stilistica creando autentici «drammi per musica» pur mantenendo ancora strutture tradizionali e conservando il carattere del melodramma nazionale fondato sulla vocalità. fondazione Teatro Fraschini - C.so Strada Nuova 136 - 27100 Pavia www.teatrofraschini.org