S T A G I O N E D ’ O P E R A 2 0 1 5 - 2 0 1 6 La Cenerentola Melodramma giocoso in due atti Libretto di Jacopo Ferretti dal racconto Cenerentola di Charles Perrault Musica di Gioachino Rossini Personaggi Angelina, sotto il nome di Cenerentola, figliastra di Don Magnifico mezzosoprano Don Ramiro, principe di Salerno tenore Dandini, cameriere di Don Ramiro baritono Don Magnifico, barone di Montefiascone basso Alidoro, filosofo, maestro di Don Ramiro basso Clorinda, figlia di Don Magnifico soprano Tisbe, figlia di Don Magnifico mezzosoprano Interpreti Speranza Scappucci Alessandro Talevi Madeleine Boyd Matt Haskins Andrea Anfossi Anna Maria Bruzzese Saverio Santoliquido Claudio Fenoglio Direttore d’orchestra e maestro al fortepiano Regia Scene e costumi Luci riprese da Assistente alla regia Direttore dell’allestimento Maestro del coro Chiara Amarù Teresa Iervolino (19) Daniela Pini* Antonino Siragusa Giorgio Misseri* Paolo Bordogna Davide Bartolucci* Carlo Lepore Marco Filippo Romano* Roberto Tagliavini Simon Lim* Giuliana Gianfaldoni Loriana Castellano Orchestra e Coro del Teatro Regio Allestimento Teatro Regio (Produzione originale: Malmö Opera) Novità per l’Italia Marzo 2016: Martedì 15 ore 20, Giovedì 17 ore 20, Venerdì 18* ore 15, Sabato 19 ore 15, Domenica 20 ore 15, Martedì 22* ore 15, Mercoledì 23 ore 20, Giovedì 24* ore 20 La Cenerentola Argomento Atto I Angelina è la figliastra del barone Don Magnifico: costretta ai lavori più umili, è relegata in cucina accanto al focolare, e per questo è soprannominata Cenerentola. Come spesso le accade, un giorno si abbandona ai propri sogni a occhi aperti, perciò è sgridata dalle perfide sorellastre Clorinda e Tisbe. Ma qualcuno bussa alla porta: è Alidoro, precettore del principe Don Ramiro, che lo ha incaricato di trovare una ragazza degna di diventare sua moglie. L’uomo si presenta travestito da mendicante: trattato in malo modo da Clorinda e Tisbe, è invece amorevolmente soccorso da Cenerentola. Poco dopo sopraggiunge un gruppo di cavalieri ad annunciare una visita del principe, che verrà per invitare il barone e le sue figlie al ballo nel corso del quale sceglierà la propria sposa. Elettrizzate, le sorellastre si precipitano a prepararsi. Compare Don Magnifico. È seccato per essere stato svegliato dal trambusto, ma il suo umore cambia non appena apprende dell’imminente arrivo del principe. Tutti quanti si ritirano. Don Ramiro si presenta. Anche lui è travestito – da scudiero – per poter osservare liberamente le figlie del barone: s’imbatte in Cenerentola, e si sente attratto dai suoi modi gentili. Fa quindi il suo solenne ingresso Dandini, il cameriere del principe, nelle vesti del padrone, e subito è circondato dalle fastidiose premure di Clorinda e Tisbe. Cenerentola supplica il patrigno di lasciarla partecipare alla festa, ma viene sgarbatamente respinta, e mentre tutti quanti escono per recarsi al ballo, si chiude nella propria stanza. Alidoro, commosso per la sua sorte, la consola e decide di condurla comunque al ballo. Nel palazzo del principe la festa è al culmine. Sopraggiunge un’elegantissima dama velata: tutti sono colpiti dalla sua somiglianza con Cenerentola. Il principe ne è immediatamente affascinato. Atto II L’apparizione della dama misteriosa ha gettato nello sconforto le altre pretendenti. Anche Clorinda e Tisbe sono preoccupate: ma Don Magnifico, nonostante tutto, è sicuro che la sorte favorirà la sua famiglia, e la prescelta sarà una delle sue figlie. Intanto la dama velata confida a Dandini – che ancora crede essere il principe – di amare non lui, ma il suo scudiero. Don Ramiro, che ha ascoltato non visto il colloquio, si fa avanti e le chiede di sposarlo. Ma la ragazza lo invita a scoprire la sua vera identità: solo allora, se ancora lei gli aggraderà, accetterà di sposarlo. Prima di abbandonare il palazzo, lo invita a mettersi alla sua ricerca e gli consegna un braccialetto: un bracciale identico, da lei indossato, gli consentirà di riconoscerla. Don Magnifico affronta il finto principe sollecitandolo ad affrettare la scelta: ma Dandini rivela di essere soltanto il cameriere, e irride allo sdegno dello sbigottito barone. Cenerentola, nel frattempo, ha ripreso il proprio posto accanto al focolare. Mentre infuria un temporale, Don Magnifico e le sorellastre rientrano di pessimo umore. Alidoro provoca ad arte un incidente alla carrozza principesca in prossimità del palazzo di Don Magnifico, e il principe entra con i suoi cortigiani per chiedere aiuto. Cenerentola è meravigliata nell’apprendere che lo scudiero in realtà è Don Ramiro, il quale a sua volta è raggiante nel vederle al polso il braccialetto della dama velata. Lo stupore è generale. Alle scornate sorellastre, Alidoro suggerisce di affidarsi fiduciosamente alla bontà di Cenerentola. Il giorno delle nozze, nella sala del trono, Cenerentola riceve l’omaggio della Corte. A Don Magnifico e alle sorellastre, che fanno atto di sottomissione, chiede di essere da loro considerata figlia e sorella, e al principe chiede perdono per loro: dopo aver vissuto nella sofferenza, non vuole far soffrire gli altri. Tutti quanti inneggiano alla bontà della nuova principessa. Prima rappresentazione assoluta: Roma, Teatro Valle, 25 gennaio 1817. Questa scheda di sala è scaricabile dal sito del Regio all’indirizzo www.teatroregio.torino.it/node/5269. Restate in contatto con il Teatro Regio: Se ritieni che la cultura musicale sia un valore irrinunciabile e pensi che sia importante dare direttamente il tuo appoggio, puoi f irmare a favore del tuo Teatro, destinando il 5 per mille dell’IRPEF. È suf f iciente scrivere il codice f iscale del Regio (00505900019) nell’apposito riquadro della dichiarazione dei redditi. La destinazione del 5 per mille non comporta nessuna spesa e non è alternativa all’8 per mille. La fortuna all’improvviso Note di regia di Alessandro Talevi La Cenerentola ha un fascino profondo e universale perché le sue radici affondano in fiabe antiche: segue il consueto modello di un protagonista che deve subire prove e tribolazioni prima di raggiungere una condizione più elevata e fortunata. Come in tutte le fiabe, l’ascoltatore è invitato a identificarsi con il protagonista e a sperimentare tutte le gioie e i dolori del suo viaggio. Il noto studioso di fiabe Bruno Bettelheim evidenzia l’importanza di questi racconti nell’insegnare ai bambini valori morali fondamentali: l’importanza della sofferenza per raggiungere qualcosa di buono, la necessità di essere coraggiosi e di affrontare le difficoltà. Nella raccolta dei fratelli Grimm, molte delle fiabe più antiche sono terribilmente violente e contengono temi inquietanti e immagini di sofferenza e miseria. Ma Bettelheim sostiene che l’aspetto spaventoso di queste storie è essenziale per aiutare i bambini a crescere, facendo fronte alla stranezza del mondo reale che li circonda e alla paura che esso suscita in loro; inoltre, Bettelheim ritiene che escludere questi aspetti pubblicando versioni emendate, con l’intenzione di creare un intrattenimento piacevole e non minaccioso, sia del tutto sbagliato. Perché (si spera) è solo nel mondo delle fiabe che il bambino dovrà affrontare queste vicende cupe o violente, ed è proprio l’opportunità di affrontare il lato negativo della psiche attraverso queste narrazioni ad aiutare i bambini a diventare individui equilibrati. A proposito della Cenerentola, non c’è dubbio che il pubblico è invitato a identificarsi con il personaggio principale del titolo; la morale della storia è che, per quanto siano difficili le circostanze della vita, la bontà del carattere, la generosità e la modestia alla fine risplenderanno. L’ostentazione, l’esibizionismo e la gretta bramosia di beni materiali (simboleggiati dalle due sorelle e dal padre adottivo) sono, in ultima analisi, perdenti. Il messaggio contenuto in questa fiaba è che ciascuno di noi, non importa chi siamo o quali siano le nostre condizioni, può avere (se si comporta bene) la possibilità o la buona sorte di essere fortunato come Cenerentola. Per me, un punto chiave nel deciderne l’interpretazione teatrale è stato il fatto che Rossini abbia evitato l’aspetto soprannaturale della storia originale; al posto del personaggio deus-ex-machina, la Fata Madrina, Rossini e il librettista Ferretti introducono quello di Alidoro, l’onnisciente tutore del principe Ramiro. Questo apre nuove prospettive di interpretazione di carattere sociale, e permette di esplorare la possibilità di variazioni in chiave moderna del mito di Cenerentola. Il sogno di un cambio di rotta della fortuna, proprio come accade nella vicenda di Cenerentola, non è mai stato così attuale: i media sono invasi da programmi televisivi come L’isola dei famosi, Masterchef, Grande Fratello, X-Factor, e l’elenco potrebbe continuare. Allo stesso tempo, vi sono storie che accendono le speranze di molti giovani (e non solo) aspiranti artisti: cantanti e attori sottratti all’oscurità per diventare star per una notte. Per mettere a fuoco l’impostazione fondamentale della messinscena, per me è stato decisivo stabilire l’esatta natura del potere di Alidoro e la sua abilità nell’attrarre le persone giuste. Tenendo a mente queste variazioni moderne del mito di Cenerentola, Alidoro è immaginato come un regista alla ricerca dell’esatta alchimia tra il suo protégé, il protagonista maschile, e una potenziale coprotagonista donna. I registi spesso hanno dei metodi piuttosto insoliti nel trovare e lanciare gli attori e metterli alla prova, e in questo Alidoro non è diverso. L’origine dell’attuale ossessione per la celebrità si può ritrovare nell’esaltazione cinematografica di massa degli anni Cinquanta e Sessanta, quando la televisione si diffuse ovunque e i nomi dei divi del cinema divennero familiari a tutti. Andare al cinema per molti era diventata un’esperienza quasi religiosa, e il mondo idealizzato descritto in quei film rappresentava una via di fuga dalla noia e dall’austerità della vita quotidiana. I film accendevano nei giovani il sogno di scappare a Hollywood (o a Roma!), essere “scoperti” da un grande regista e recitare nel ruolo di “Principessa” in un sontuoso film storico come Ben-Hur o come Cleopatra, innamorarsi del coprotagonista, il “Principe”, e raggiungere fama e fortuna. Non dobbiamo dimenticare, in ogni caso, che si tratta di una fiaba, e perciò siamo invitati a unirci alla protagonista nel sognare il più perfetto tra i finali possibili: amore, ricchezza, felicità, fama, così di rado (o forse mai) raggiungibili nella vita reale. Teatro Regio Walter Vergnano, Sovrintendente Gastón Fournier-Facio, Direttore artistico Gianandrea Noseda, Direttore musicale Orchestra Coro Violini primi Stefano Vagnarelli*, Monica Tasinato, Claudia Zanzotto, Claudia Curri, Elio Lercara, Carmen Lupoli, Paolo Manzionna, Ivana Nicoletta, Laura Quaglia, Marta Tortia, Giuseppe Tripodi, Roberto Zoppi Tenori Janos Buhalla, Marino Capettini, Gian Luigi Cara, Antonio Coretti, Luigi Della Monica, Luis Odilon Dos Santos, Alejandro Escobar, Giancarlo Fabbri, Mauro Ginestrone, Roberto Guenno, Vito Martino, Matteo Mugavero, Matteo Pavlica, Dario Prola, Gualberto Silvestri, Sandro Tonino, Franco Traverso Violini secondi Marco Polidori*, Bartolomeo Angelillo, Maurizio Dore, Anna Rita Ercolini, Fation Hoxholli, Marcello Iaconetti, Roberto Lirelli, Anselma Martellono, Valentina Rauseo, Seo Hee Seo Viole Enrico Carraro*, Alessandro Cipolletta, Andrea Arcelli, Clara María García Barrientos, Franco Mori, Roberto Musso, Alessandro Sacco, Giuseppe Zoppi Violoncelli Amedeo Cicchese*, Davide Eusebietti, Alberto Baldo, Alfredo Giarbella, Armando Matacena, Luisa Miroglio, Marco Mosca Baritoni / Bassi Leonardo Baldi, Mauro Barra, Lorenzo Battagion, Enrico Bava, Giuseppe Capoferri, Umberto Ginanni, Desaret Lika, Riccardo Mattiotto, Gheorghe Valentin Nistor, Franco Rizzo, Enrico Speroni, Marco Tognozzi Contrabbassi Davide Ghio*, Atos Canestrelli, Andrea Cocco, Michele Lipani, Stefano Schiavolin Flauti Sonia Formenti*, Elisa Parodi Oboi João Barroso*, Stefano Simondi Clarinetti Alessandro Dorella*, Diego Losero Fagotti Giuseppe Davì*, Niki Fortunato Corni Ugo Favaro*, Eros Tondella Trombe Ivano Buat*, Enrico Negro Trombone Vincent Lepape* * prime parti Direttori di scena Riccardino Massa, Riccardo Fracchia, Carlo Negro • Maestri collaboratori di sala Luca Brancaleon, Andrea Mauri • Maestro rammentatore Paolo Grosa • Maestro collaboratore alle luci Francesca Zamponi • Maestri collaboratori di palcoscenico Giannandrea Agnoletto, Daniela Pellegrino • Assistente del maestro del coro Marco Rimicci • Archivio musicale Alessandra Calabrese • Sopratitoli a cura di Sergio Bestente • Servizi tecnici di palcoscenico Antonio Martellotto Realizzazione allestimenti Claudia Boasso • Servizi di vestizione Laura Viglione • Luci di scena e fonica Andrea Anfossi • Coordinatore di progetto Enzo Busco Scene e costumi Malmö Opera • Attrezzeria Malmö Opera e Teatro Regio • Calzature Epoca, Milano • Realizzazione video Acuson, Torino • Trucco Mario Audello, Torino Si ringraziano: la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Stefano Vagnarelli (violino Francesco Ruggeri, Cremona 1686), Marco Polidori (violino Alessandro Gagliano, Napoli 1725 ca.), Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.) e Bartolomeo Angelillo (violino Bernardo Calcanius, Genova 1756) la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola Prada e il FAI per il nuovo sipario donato al Teatro Regio © Teatro Regio Torino Prezzo: € 0,50 (IVA inclusa)