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ra dei tempi, che non vedeva di buon occhio che la protagonista di un’opera dovesse scoprire in pubblico le
caviglie…
Nella versione classica rossiniana poi, prima ancora
dello smaniglio, al posto della fata troviamo il saggio
maestro Alidoro, ruolo che in questa versione per un
pubblico più giovane sarà affidato, appunto, a tre giovanissimi, con una “scomposizione” del nome del personaggio originale in Alfonso, Donato e Rodolfo. Saranno
proprio loro, riconosciuta la bontà di Cenerentola e
apprezzatone il valore, a trasformare gli eventi al
meglio, e saranno ancora loro a creare il tramite più
forte tra palco e platea, così da rendere il giovane pubblico in sala coartefice della felicità di Angelina, la cui
bontà diventa la nuova magia che si diffonde nella
vicenda.
E a proposito di tramiti: come avvicinare un pubblico
giovane a un’opera “vecchia di due secoli”? Innanzitutto rievocando la magia dei libri di favole e utilizzando la familiarità dei bambini (quelli che lo sono e
quelli che lo sono stati) con l’oggetto-libro. La scena si
rivela allora come una sorta di enorme biblioteca,
dove i personaggi escono direttamente – e fisicamente! – dalle pagine dei libri, che si aprono a creare gli
ambienti e a stupire con effetti tridimensionali. La scenografia vuole contribuire, quindi, a creare un legame
diretto con il pubblico in sala, fine identico a quello di
alcuni “accessori” utilizzati sul palco, uguali a quelli
che porteranno con sé in recita i ragazzi: ulteriore
supporto agli interventi canori del pubblico stesso,
che in questo modo si vede pienamente integrato nella
vicenda.
La magia del cuore, la magia dei libri… due magie che
si fanno a loro volta tramite perché i più giovani
abbraccino finalmente l’altra grande magia, quella
della musica di Rossini.
Roberta Cortese
STAG
I O N E
2007
●
2008
Cenerentola,
ovvero Angelina
e la magia del cuore
Stampa: la fotocomposizione - Torino
Angelina PRL 6 pg
Piccolo Regio Puccini
Venerdì 9 maggio 2008
ore 21
Angelina PRL 6 pg
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CENERENTOLA,
OVVERO ANGELINA E LA MAGIA DEL CUORE
Melodramma giocoso liberamente ispirato a
La Cenerentola di Gioachino Rossini
Progetto teatrale Associazione Baretti
Adattamento drammaturgico e regia Roberta Cortese
Adattamento musicale Carlo Pavese
Personaggi
Don Magnifico,
barone di Montefiascone
basso
Clorinda,
figlia di Don Magnifico
soprano
Interpreti
Brian Nickel
Maria Carla Curia
Laboratorio Ensemble
Pier Luigi Bernard clarinetto
Elvio Di Martino fagotto
Piergiorgio Rosso violino
Francesca Gosio violoncello
Antonio Valentino sintetizzatore e clavicembalo
Massimo Pitzianti fisarmonica e bandoneón
Carlo Pavese direttore
Claudio Marino Moretti e Claudio Fenoglio
maestri del coro
Coro di voci bianche del Teatro Regio
e del Conservatorio ‘G. Verdi’ di Torino
Elena Bertero, Alexander Bickert, Emma Bruno,
Marta Caputo, Margherita Carrà, Sofia Elena Coretti,
Manuela Costa, Stefania Costa, Elena Crisman,
Emanuela De Fezza, Serena Esposito, Fiammetta Fanari,
Giulia Ghirardello, Matteo Gorrea, Francesca Idini,
Carlo Alberto Italia, Giada Labate, Sofia Magni,
Alice Marras, Lucrezia Mele, Alyssa Mhimid,
Sergio Milano, Marzio Mula, Bianca Maria Pezzini,
Luca Pitino, Chiara Rubeo, Beatrice Rulli,
Fabiola Salaris, Elena Scamuzzi,
Miriam Schiavello, Martina Scimone,
Alessandro Suppo, Vittorio Viola, Giulia Voghera
Tisbe, figlia di Don Magnifico
mezzosoprano
Sara Nastos
Angelina,
figliastra di Don Magnifico
da tutti chiamata Cenerentola
mezzosoprano
Federica Carnevale
Don Ramiro,
principe di Salerno
tenore
Alessandro Luciano
Cecilia Novarino
maestro collaboratore di sala e alle luci
Oliviero Giorgiutti
Allestimento Teatro Regio
Dandini, suo cameriere
baritono
Alfonso,
maestro di Don Ramiro
voce bianca
Stefania Costa
Donato,
maestro di Don Ramiro
voce bianca
Lucrezia Mele
Rodolfo,
maestro di Don Ramiro
voce bianca
Carlo Alberto Italia
Scene Ostorero Renato Michele, Avigliana (TO)
Costumi Sartoria Pipi Antonino, Palermo
Calzature Epoca, Milano
Parrucche e trucco Mario Audello, Torino
Laboratori didattici per la preparazione dei cori
del pubblico a cura di:
Nausicaa Bosio, Ombretta Bosio, Benedetta Macario,
Cecilia Orlandini, Giovanna Piga,
Maria Cristina Rallo, Eriberto Saulat
Con tutte le Cenerentole che nel corso dei secoli si sono
succedute passando attraverso i generi più diversi, dal
racconto al cartone animato alla trasposizione in chiave moderna nei vari film e via discorrendo, Cenerentola
per eccellenza resta comunque la Cendrillon di Perrault,
il riferimento più autorevole per tutte le rielaborazioni
dal ’700 a oggi.
Ed è a Perrault che, infatti, si ispirano anche Rossini e il
suo librettista Jacopo Ferretti, motivati oltretutto dal successo ottenuto di recente in Francia da altre due opéracomique con lo stesso soggetto. Ferretti però, distinguendosi decisamente dalla tradizione, opera una novità sostanziale: l’abolizione totale della magia. Niente
fata madrina, niente zucca per carrozza e niente topi
per cavalli.
Una parentesi merita qui l’assenza della famosa scarpetta di cristallo: nel libretto di Ferretti, infatti,
Cenerentola, che qui si chiama Angelina, alla festa a
palazzo non resta scalza, ma dà al principe Ramiro uno
dei suoi due “smanigli”, ovvero un braccialetto che, una
volta trovato il compagno, consentirà a Ramiro l’identificazione della dama misteriosa. Un critico parigino dell’epoca, maligno come alcuni di oggi, insinuò che fosse
stata la bruttezza della prima interprete, Geltrude
Righetti-Giorgi, ad aver dettato il cambiamento… ecco
la sua risposta: «Miserabili […]! Sui teatri di Roma non
si permettono i movimenti delle persone come sulle
scene di Francia. Si trovò che si poteva in qualche modo
offendere la decenza con l’uso della pianella [N.d.A. la
pantofola] e che trattandosi di opera in musica si poteva benissimo adottare la sostituzione dello smaniglio.
Né credesse mai il signor giornalista di Parigi che ciò
dicessi a giustificazione del mio piede. Egli non mi conosce, e se mi conoscesse direbbe forse che io avrei avuto
più interesse di adottare la pianella anziché appigliarmi
al ripiego dello smaniglio». Artefice del cambiamento
qui non era dunque Ferretti, bensì il rispetto della censu-
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