Feeddeerraazziioonnee Ittaalliiaannaa Baannccaarrii ee Assssiiccuurraattiivvii via Modena, 5 – 00184 Roma – tel. 06-4746351 / fax 06-4746136 e-mail: [email protected] sito web: www.fiba.it Aderente alla UNI (Union Network International), alla CES (Confederazione Europea dei Sindacati) e alla CISL Internazionale RASSEGNA STAMPA M ME ER RC CO OL LE ED DÌÌ 77 L LU UG GL LIIO O 22001100 Î Un aforisma al giorno _________________________ 2 SSìì aaii ttaaggllii ««ffaaii ddaa ttee»»,, m maa nnoonn bbaassttaa A Allttaa tteennssiioonnee ttrraa ggoovveerrnnoo ee R Reeggiioonnii ........................................................................................33 Ϋ «LLaa ccrriissii ddeellll’’eeuurroo cchhiieeddee ppiiùù m meerrccaattoo»»..................................................................................44 ÎL Lee B Boorrssee eeuurrooppeeee tteennttaannoo iill rriiaallzzoo....................................................................................................55 Î IIll « «tteessoorreettttoo»» ddeellll’’eennttee ddeeii m meeddiiccii 110000 m miilliioonnii iinn bbaannccaa aa SSaann M Maarriinnoo ..........................................................................................66 Î M Meerrccaattii,, ll’’EEuurrooppaa lliittiiggaa ssaallttaa ll’’A Auutthhoorriittyy ddii vviiggiillaannzzaa............................77 ÎS Sppaaggnnaa ee bbaanncchhee m Boorrssee......................................................................88 meettttoonnoo llee aallii aallllee B ÎA Abbeerrttiiss vveerrrràà rriieem mppiittaa ddii ddeebbiittii ppeerr ffiinnaannzziiaarree PPeerreezz ee llaa CCaaiixxaa............................................................................................................99 Î Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.1 UN AFORISMA AL GIORNO by eater_communications “ciò che crea una sofferenza forte, dura poco; ciò che incide nella carne a lungo, ” crea una pena lieve!! ((EEppiiccuurroo )) Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.2 CORRIERE DELLA SERA pag. 2 -- sez. ECONOMIA MERCOLEDÌ, 7 LUGLIO 2010 Stefania Tamburello Sì ai tagli «fai da te», ma non basta Alta tensione tra governo e Regioni Il governo apre sulla flessibilità. Errani: vogliamo un incontro con Berlusconi ROMA— Fra Regioni e governo è scontro aperto. Ieri la tensione è cresciuta col passare delle ore. Di pari passo coi lavori del Senato che nel tardo pomeriggio ha dato via libera ai tagli dei trasferimenti agli enti locali seppure con la formula del «fai da te». Affidando cioè alla Conferenza Stato-Regioni il compito di definire la ripartizione delle sforbiciate, pari complessivamente a 8,5 miliardi in due anni, privilegiando le Regioni virtuose, cioè quelle che gli sprechi li hanno già eliminati e sono in regola col patto di stabilità. Tale flessibilità che sembra la massima concessione che il governo sia disposto a dare alle autonomie, non ha però minimamente placato le proteste. Al pari della convocazione di un incontro della Conferenza unificata con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti regista della manovra, annunciato dal ministro per le Regioni Raffaele Fitto per domani. «Non è l’incontro che avevamo chiesto» ha tagliato corto il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, governatore dell’Emilia-Romagna. «Noi vogliamo il confronto con Silvio Berlusconi col quale aprire un dialogo sulla manovra non per chiuderlo» ha aggiunto Errani rilevando che il premier nei giorni scorsi dall’estero aveva dato la sua disponibilità. «Sarebbe grave e incomprensibile se non rispondesse alla richiesta» ha quindi sottolineato Errani. Alla cui voce si sono aggiunte quelle del governatore della Lombardia, Roberto Formigoni e del Lazio Renata Polverini che si è detta convinta sull’esistenza di «margini di tempo perché l’incontro col premier possa ancora avvenire». Le Regioni «con grande senso di responsabilità hanno condiviso la necessità di questa manovra, ma non è accettabile uno squilibrio evidente dei sacrifici richiesti» ha aggiunto Polverini che una settimana fa coi colleghi di Campania, Calabria, Abruzzo, Molise aveva inviato una lettera a Tremonti per chiedere un aggiustamento delle misure previste. «Continuiamo a ritenere indispensabile un confronto con il premier nella appropriata sede istituzionale» ha affermato ancora. Un «diniego» del premier sarebbe gravissimo e inaccettabile» hanno poi rilevato in una nota congiunta governatori e sindaci. E sullo sfondo si delinea l’apertura di un grave conflitto istituzionale che ancora ieri i governatori, Errani e Formigoni in particolare, hanno detto di voler scongiurare pur ricordando l’eventualità, segnalata in un documento comune la scorsa settimana, del ritiro delle deleghe nell’assenza di cambiamenti di rotta. Da Palazzo Chigi per ora nessun segnale mentre da Tremonti è arrivata una nuova sollecitazione a tagliare le spese: si può andare «avanti con rigore» ha detto il ministro apprezzando la decisione della Toscana di chiudere 7 sedi all’estero e suggerendo alle regioni di «unificare» in un solo ufficio la propria rappresentanza a Bruxelles. Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.3 CORRIERE DELLA SERA pag. 17 -- sez. ECONOMIA MERCOLEDÌ, 7 LUGLIO 2010 Roberto Bagnoli «La crisi dell’euro chiede più mercato» L’ex commissario europeo: «In Italia attenti agli squilibri per difendere le imprese» ROMA — Il mercato unico europeo «è più necessario che mai anche se oggi è meno popolare che mai». L’ex commissario europeo alla concorrenza e presidente dell’Università Bocconi Mario Monti difende l’Europa dalla «stanchezza da integrazione», una sindrome pericolosa che, se mescolata con crisi locali come la Grecia, ha fatto vacillare la casa comune. Per superare la crisi dell’euro ed «estrarre dalle nazioni ancora non integrate quel plus di produttività necessaria» ora occorre lavorare sul consenso. Per Monti questo «è il toro che va preso per le corna». Alla Luiss ieri si è discusso del rapporto che il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso l’anno scorso ha chiesto al professor Monti su una «nuova strategia per il mercato unico» e che due mesi fa ha visto la luce. Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, concorda con l’ex sceriffo europeo della concorrenza— che il 20 di luglio sarà in Commissione a Bruxelles per discutere del suo rapporto— e rilancia la ricetta di ricorrere «a un grande iniezione di mercato» l’unica in grado di garantire all’Italia e a tutta l’Europa una crescita maggiore. La strada indicata da Monti e dalla Marcegaglia è tuttavia in salita. E’ lo stesso professore a ricordare come proprio nella relazione del numero uno di Confindustria all’assemblea annuale si parlava di «allergia al mercato». Un virus purtroppo presente in tutte le nazioni del Vecchio Continente. Nel rapporto Monti, un distillato di cose concrete per fare il punto sulla salute dell’Europa, si lancia una serie di proposte per proteggere il mercato unico dai rischi dei nazionalismi economici: come la creazione di un mercato unico digitale; garantire la mobilità dei lavoratori; integrazione normativa per gli appalti pubblici; massimo sviluppo della green economy; politiche fiscali e finanziare omogenee. Monti ritiene che la Germania debba tornare ad essere la locomotiva economica e punto di riferimento con la sua «economia sociale di mercato». Un modello renano che il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni— anche lui presente al convegno — ha mostrato di apprezzare chiedendo a Monti di aprire una discussione per riconoscere che la partecipazione dei lavoratori alla strategia industriale è una «ricetta vincente in grado di aumentare la produttività». Bonanni, che vede nell’integrazione dei lavoratori il futuro— «non si può tornare indietro altrimenti salta tutto» — ha proposto che Bruxelles affronti quanto prima il problema di una fiscalità omogenea per il lavoro. Che si lega con il principio — sottolineato dal direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli nel ruolo di coordinatore del panel — che «la libertà economica non lede i diritti dei lavoratori». La sfida lanciata da Monti per giocare la carta del consenso fa discutere. Per Emma Bonino, anche lei ex commissario europeo e ora vicepresidente del Senato, occorre una «forte leadership» a livello europeo che si basi più «sul coraggio prospettico che sui sondaggi». Il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, nove anni passati a Bruxelles come parlamentare, non resiste alla tentazione di illustrare le innovazioni introdotte nel suo ministero «anche cose piccole e concrete, ma sono quelle che contano e così dovrebbe fare l’Europa». Si parla anche dell’Italia. La Marcegaglia, schiacciando l’acceleratore sulle liberalizzazioni — «il Pil potrebbe crescere del 10-12% nei prossimi anni» — bacchetta il governo colpevole di «non andare nella giusta direzione facendo rientrare le tariffe minime» per alcune categorie professionali. Mario Monti avverte del rischio di mettere mano all’articolo 41 della Costituzione. «Il mercato oggi è debole— spiega— in nome della libertà sarebbe grande la tentazione di introdurre degli squilibri per difendere l’impresa». Ma sono il mercato e la concorrenza, quel mix di interessi tra consumatori e produttori, che fanno crescere l’economia. Il professore elenca i punti forti e quelli deboli. Si dice interessato alla teoria di Bonanni e alla «sua visione di un ruolo attivo e propositivo delle parti sociali» ma si mostra preoccupato che la lotta alla povertà — giustamente contenuta in molte proposte politiche per ridurre l’asimmetria dei redditi — possa alla fine fallire «esponendo l’Unione Europea a una pericolosa perdita di credibilità». Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.4 CORRIERE DELLA SERA pag. 30 -- sez. ECONOMIA MERCOLEDÌ, 7 LUGLIO 2010 Federico De Rosa Le Borse europee tentano il rialzo La spinta dei bond spagnoli, Milano guadagna il 2,7% MILANO— Il recupero è andato a segno. La lunga serie negativa delle Borse europee ieri si è interrotta lasciando finalmente il campo a un po’ di ottimismo, guidato dalla buona chiusura delle Borse asiatiche e di Wall Street, che nei giorni scorsi aveva pesantemente condizionato l’Europa. A rasserenare il clima ha contribuito anche il collocamento di un bond a 10 anni da 6 miliardi di euro della Spagna, richiesto per oltre 13 miliardi. E nella giornata del recupero dei listini rialza la testa anche l’euro che tocca 1,26 rispetto al dollaro. Il rally di ieri ha annullato parte dei ribassi accumulati nei giorni scorsi, che avevano portato i listini europei ai toccare i minimi da cinque settimane. Il bilancio, tuttavia, resta ancora negativo, ma a giudicare dai movimenti visti ieri l’Europa potrebbe avere ancora spazio per salire, a scapito di Wall Street, che proprio a due ore dalla chiusura ha annullato i rialzi per scendere in territorio negativo. L’indice Ism non manifatturiero diffuso ieri negli Stati Uniti, che monitora l’andamento del settore servizi, ha confermato che la ripresa economica è in corso, ma non si è ancora consolidata. L’indice è sceso infatti a 53,8 punti, più del previsto, e la scorsa settimana anche l’Ism manifatturiero aveva fatto segnare una flessione superiore alle aspettative. Ma sui mercati c’è voglia di ripresa e così ieri gli investitori sono tornati a comprare, soprattutto in Europa, sottraendo liquidità a Wall Street. Liquidità che comunque resta abbondante come testimonierebbe, secondo gli addetti ai lavori, il sostanziale disinteresse del mercato per l’assegnazione di 225 miliardi di euro da parte della Bce a 151 banche. Un livello record che non rappresenta certo un buon segnale, ma le Borse hanno tirato dritto senza curarsene troppo. Milano ha chiuso con il FtseMib in rialzo del 2,7% sostenuto dal comparto finanziario che aveva sofferto molto nelle ultime sedute. Su tutti spicca Fondiaria-Sai, miglior titolo del paniere principale, che ha guadagnato il 5,7%, seguito da Mediolanum (+4,7%) e Banca Popolare di Milano (+4,04%). Sul resto dei listini i rialzi sono stati superiori al 2% con Parigi che ha guadagnato il 2,73%, Londra il 2,9% e Francoforte il 2,15%. Meglio di tutti, però, ha fatto la Borsa di Madrid con un balzo del 3,5% spinto dalla buona accoglienza riservata all’emissione di un bond a 10 anni, che ha ricevuto richieste due volte superiori alla quantità disponibile fugando così i timori sul debito sovrano della Spagna. Inoltre l’ipotesi di riassetto azionario della società autostradale Abertis (+5,6%) ha offerto un buono spunto agli operatori. Anche Atene è salita sugli stessi livelli di Madrid e, sulla scia della Spagna, la Grecia nonostante si starebbe preparando a tornare sul mercato dei titoli di Stato con una piccola emissione, probabilmente martedì prossimo. Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.5 CORRIERE DELLA SERA pag. -- -- sez. ECONOMIA MERCOLEDÌ, 7 LUGLIO 2010 Mario Gerevini [email protected] Il «tesoretto» dell’ente dei medici 100 milioni in banca a San Marino L’operazione emersa dopo l’ispezione della Banca d’Italia Un tesoretto da 100 milioni di euro «nascosto» in tre libretti di deposito (il 306, il 308 e il 313) e in conti correnti intestati alla Banca Commerciale Sammarinese. Poi il tesoretto finisce su un conto romano della Bnl, aggirando, forse, la normativa fiscale sulla ritenuta d’acconto. Copertura perfetta: la banca sammarinese risulta titolare dei libretti aperti presso la Cassa dei Risparmi di Forlì e li alimenta, formalmente, con bonifici suoi. Ma i soldi non sono della banca di San Marino. Alla fine infatti la provvista non torna sul Titano. Finisce a Roma, appunto, dove risiede il reale beneficiario, in via Torino 38. Chi? Lo scopre a distanza di anni la Banca d’Italia in un’ispezione antiriciclaggio alla Cassa di Forlì (dal 2007 nel gruppo Intesa Sanpaolo): i 100 milioni erano dell’Enpam, l’ente previdenziale dei medici italiani. Bisogna togliere un po’ di polvere alle carte per ricostruire l’operazione che è del 2005 ed è riemersa solo quando l’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia un anno e mezzo fa ha messo il naso nei rapporti tra la Cassa di Forlì con banche e fiduciarie sammarinesi. La piccola Repubblica dista poche decine di chilometri dal capoluogo romagnolo. Di quell’ispezione oggi qualcosa trapela, anche al di là degli inesorabili rilievi antiriciclaggio, comunque datati 2008. L’operatività di sponda con la Banca Commerciale Sammarinese (Bcs), per esempio, era vivacissima. Di questo istituto extra-Ue, anche se intra-Romagna, si dice che sia la banca di riferimento di alcuni politici sammarinesi. La proprietà è schermata da tre fiduciarie del Titano e una svizzera. Gli ispettori dell’Uif nell’analizzare i rapporti di conto tra Bcs e Cassa forlivese notano in particolare 12 libretti di deposito a risparmio, aperti e poi estinti. E li vanno a spulciare uno per uno. Tra l’altro avevano tassi d’interesse privilegiati. Nove di quei 12 libretti sono in fotocopia. La provvista per alimentarli veniva creata con bonifici della Bcs sul suo conto all’Iccrea (il gruppo bancario cooperativo), il numero 942. Dunque i soldi partono da San Marino, «entrano» nei libretti e al momento dell’estinzione tornano alla banca sammarinese, sempre via Iccrea. Gli interessi restano invece sul conto 942 della Bcs. Altra storia per i libretti 306, 308 e 313: alla chiusura tutti i soldi (interessi compresi) vengono bonificati su un conto Bnl a favore della Fondazione Enpam, l’ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici. «Sembra plausibile ipotizzare - scrive Bankitalia — che le disponibilità investite nei libretti di deposito provengano dalla stessa fondazione e che tale modalità operativa possa essere stata utilizzata al fine di evitare il pagamento della ritenuta d’acconto sugli interessi maturati». Gli uffici di vertici dell’ente, interpellati per telefono ed email, non hanno risposto alle richieste di chiarimenti. L’Enpam gestisce un patrimonio di oltre 10 miliardi e tra i suoi consiglieri e sindaci ha anche rappresentanti dei ministeri dell’Economia, Lavoro e Salute. Il presidente, dal 1993, è Eolo Parodi. Una caratteristica dei tre libretti è la rapidità con cui sono stati aperti e poi estinti. Il 306 per esempio viene acceso il 2 novembre 2004, alimentato con 25 milioni di provenienza Bcs. Meno di tre mesi dopo il libretto viene chiuso con 140 mila euro in più di interessi. Tutto finisce sul conto Iccrea 942 della Bcs. E qui vengono accreditati anche bonifici disposti da Bcs (9 milioni) e da Banca Ifis tramite Unicredit (15 milioni). Stesso gioco per gli altri 50 milioni della provvista: libretti più bonifici. A quel punto Bcs ha 100 milioni sul suo conto (compresi interessi). Ma li spedisce a Bnl. E l’Enpam va all’incasso. Eolo Parodi è dal 1993 il presidente della Fondazione Enpam, l’ente di previdenza e assistenza dei medici italiani Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.6 la Repubblica pag. 22 -- sez. ECONOMIA MERCOLEDÌ, 7 LUGLIO 2010 DAL NOSTRO INVIATO ANDREA BONANNI Mercati, l’Europa litiga salta l’Authority di vigilanza Londra resiste al piano di una supervisione comunitaria L’Europarlamento vuole ripristinare il testo originario proposto dall´esecutivo Ue BRUXELLES - Il Parlamento europeo esige che le nuove autorità di supervisione finanziaria previste dalla riforma europea dei mercati abbiano priorità sulle authority nazionali. Per questo motivo, dopo una nottata di negoziati infruttuosi con il Consiglio dei ministri, ieri gli eurodeputati hanno deciso di rinviare a settembre il voto sul provvedimento proposto dalla Commissione. All´indomani della crisi finanziaria innescata dalla speculazione sui subprime, Bruxelles aveva presentato una proposta per la creazione di tre autorità di vigilanza europee incaricate di monitorare le banche, le assicurazioni, i mercati e di verificare l´esistenza di rischi sistemici. La proposta della Commissione era però stata notevolmente annacquata dal Consiglio, dove i rappresentanti dei governi, per insistenza soprattutto di Londra, avevano rifiutato di dare alle nuove authority un potere che consentisse loro di annullare le decisioni degli organismi di vigilanza nazionale. I britannici, con la giustificazione che i nuovi poteri delle authority europee avrebbero potuto violare la sovranità nazionale in materia di bilancio, puntano in realtà a mantenere il pieno controllo sulla gestione della City e non accettano ingerenza da parte di Bruxelles. Una posizione che era già stata formulata dal governo laburista di Gordon Brown e che verosimilmente sarà ulteriormente indurita dal nuovo esecutivo a guida conservatrice. La proposta della Commissione, così modificata dal Consiglio, avrebbe dovuto passare in questa sessione all´esame del Parlamento europeo. Ma, dopo molte ore di discussione, i principali gruppi parlamentari - popolari, socialisti, liberali e verdi - hanno respinto la proposta avanzata dalla presidenza belga dell´Ue. «Il sistema basato sulle autorità nazionali ha fallito - ha spiegato il capogruppo dei deputati liberal democratici (Alde), Guy Verhosfadt - I governi non hanno imparato la lezione che è arrivata dalla crisi. Nessuna autorità nazionale ha azionato il campanello d´allarme, ma gli Stati membri continuano a ritenere che il loro sistema vada bene. Il Consiglio non accetta la supervisione diretta delle autorità di vigilanza europee e non accetta le decisioni vincolanti di queste ultime in caso di controversia. E invece l´Europa ha bisogno di un´autorità di vigilanza finanziaria forte, credibile e indipendente e, soprattutto, europea». La Commissione, pur senza dirlo, ha accolto con favore la fermezza del Parlamento, che vuol ripristinare il testo originario proposto dall´esecutivo Ue. Ma Bruxelles insiste molto anche sulla necessità di arrivare a far partire il nuovo sistema al primo gennaio dell´anno prossimo. Per lasciare la porta aperta ad una possibile intesa, il Parlamento ha evitato di bocciare la proposta in aula e ha rinviato il voto alla sessione di settembre. Toccherà ai ministri Ecofin, che si ritroveranno a Bruxelles il 13 luglio, decidere se accettare le modifiche richieste dagli eurodeputati. Ma sarà difficile, in quella sede, superare le obiezioni britanniche. «Se non riusciremo a realizzare un´architettura di vigilanza finanziaria credibile - ha avvertito il commissario al mercato interno, Michel Barnier - altre riforme non saranno possibili o efficaci come vorremmo». Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.7 la Repubblica pag.24 -- sez. ECONOMIA MERCOLEDÌ, 7 LUGLIO 2010 ANDREA GRECO Spagna e banche mettono le ali alle Borse Gli stress test fanno meno paura, boom di richieste per i bond di Madrid. Ipo record per AgBank MILANO - Dopo diverse sedute grigie, o nere, ai listini riesce un rimbalzo convinto. Merito dell´affievolirsi delle tensioni sul debito spagnolo e sugli attivi bancari, due temi che attanagliano l´Europa da settimane. Gli indici di Parigi, Francoforte e Londra crescono tra il 2 e il 3%. Batte tutti Madrid (+3,59%), galvanizzata dal riassetto della blue chip Abertis ma soprattutto dal classamento di 6 miliardi di euro di titoli del Tesoro locale, scadenza 10 anni, tasso 195 punti base sopra il midswap. Sono stati comprati in poche ore, con richieste doppie alla domanda. Buon per la Spagna, anche i tassi sono di 50 punti base più costosi dell´asta precedente di decennali, a gennaio. A Milano l´indice Ftse Mib termina in rialzo del 2,70%, di fianco a un +2,62% dell´All Share. In Europa la partenza era stata in rialzo di circa un punto, anche perché gli indici erano scesi ai minimi da sei settimane. Infatti hanno rialzato la testa proprio i titoli bancari e delle costruzioni, i più penalizzati negli ultimi tempi per i timori che l´uscita degli stress sia foriera di nuove ricapitalizzazioni. Tra i banchieri si respira una serenità crescente, che non si sa quanto sia illusoria. Sembra che Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, incontrerà i grandi banchieri il 21 luglio a Francoforte, due giorni prima della diffusione dei test. A Piazza Affari i migliori sono stati le grandi banche, con rialzi attorno al 3% per Intesa, Unicredit e le altre, le polizze di FonSai (+5,7%) e i costruttori Italcementi (+4,17%) e Buzzi (+2,63%). A Milano sono usciti anche i dati della raccolta fondi di giugno. Nel mese i deflussi hanno prevalso per 1,2 miliardi, e il patrimonio si è attestato a 441 miliardi di euro. Malgrado il dato negativo di Assogestioni, crescono di 683 milioni i fondi flessibili, e di 240 milioni gli azionari. Con meno slancio ha proceduto Wall Street, anche perché l´indice non manifatturiero degli uffici acquisti (Ism) a giugno è sceso a 53,8, rispetto a 55,4 del mese prima e sotto il 55 stimato dagli analisti. Una spia di rallentamento del ciclo, che ha demoralizzato la Borsa Usa e il dollaro contro l´euro. Nel finale la valuta unica ha toccato 1,2647, il massimo dal 21 maggio, salvo poi ripiegare a 1,2640 dollari (1,2526 la vigilia). E nelle ultime fasi gli indici Dow Jones e Nasdaq hanno perso i rialzi. Chi non ha problemi di congiuntura e prospettive è, ancora, la Cina. Che ieri ha quotato Agricultural Bank of China a Hong Kong e Shangai, raccogliendo 19,21 miliardi di dollari. Fossero esercitate tutte le opzioni legate alla nuova azione, il classamento dell´istituto statale sfiorerebbe i 22 miliardi, divenendo il maggiore della storia. Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.8 la Repubblica pag. 24 -- sez. ECONOMIA MERCOLEDÌ, 7 LUGLIO 2010 SARA BENNEWITZ Il prestito da 7 miliardi sarà coordinato da Mediobanca con la partecipazione di Intesa e Unicredit Abertis verrà riempita di debiti per finanziare Perez e la Caixa Per fare cassa saranno messe in vendita Eutelsat, Brisa e anche la quota in Atlantia I due grandi soci spagnoli avranno un saldo netto positivo di due miliardi a testa MILANO - La scalata ad Abertis da parte dei suoi attuali azionisti e dei fondi di private equity, si va delineando come un´operazione ad alto rischio. E sì perché la Acs di Florentino Perez (25,8%) e Criteria-Caixa (28,8%) reinvestiranno nella società che lancerà l´Opa sul gruppo spagnolo solo una parte dei soldi incassati, caricando Abertis di un pesante indebitamento e costringendola a fare cassa vendendo molte partecipazioni. Lo schema dell´operazione, i cui contorni devono essere ancora definiti, prevede la nascita di una nuova società veicolo dove la Caixa avrà sempre una quota di riferimento vicina al 30%, seguita a ruota dal fondo anglossassone Cvc. Il gruppo di costruzioni che fa capo a Perez dovrebbe invece diluirsi dal 25,8 al 20% e quindi restano ancora da trovare investitori industriali o finanziari pronti a spartirsi il restante 20% della scatola che lancerà l´Opa su Abertis. Questo veicolo, verrà finanziato con 4 miliardi di capitale che saranno versati in proporzione dai vari soci, e caricato di circa 7 miliardi di debiti. A conti fatti ciò significa che sia Florentino Perez sia Criteria-Caixa si metteranno in tasca 2 miliardi di euro ciascuno. Acs infatti consegnando le azioni all´Opa incasserà 2,8 miliardi e di questi ne reinvestirà circa 800 milioni nella società a monte. Allo stesso modo la Caixa-Criteria riceverà 3,2 miliardi consegnando le azioni in offerta e ne investirà 1,2. Cvc e agli altri soci dovranno invece versare 2 miliardi in tutto per spartirsi circa il 50% della società. Un pool di istituti coordinati da Mediobanca dovrebbe invece finanziare i 7 miliardi residui con cui lanciare un´offerta pubblica sul mercato, operazione che non è ancora stata chiusa e che dovrebbe essere definita nei prossimi giorni. Tra le banche interessate all´operazione figurano anche Unicredit e Intesa Sanpaolo, insieme a Ubs, Credit Suisse, Bnp Paribas e Socgen. Tuttavia è singolare che alcune delle maggiori banche spagnole, tra cui il Bbva in primis, abbiano al momento declinato l´invito ad aggiungersi al consorzio di garanzia. Trovare un finanziamento di questi tempi per acquistare a leva un gruppo che realizza la metà del suo fatturato in Spagna non è affatto facile. Inoltre Abertis ha già una mole di debiti (14 miliardi) pari a circa sei volte il margine lordo realizzato nel 2009. La società ha diversi asset con cui fare cassa, di cui vari che esulano dal core business delle autostrade come la gestione delle torri di trasmissione, o le aree di parcheggio. E´ anche vero però che alcuni dei cespiti di Abertis come Eutelsat (il 32% del gruppo dei satelliti) e Brisa (il 15% delle autostrade portoghesi) sono difficili da monetizzare a breve termine. Viceversa, la quota del 6,68% che Abertis ha del gruppo italiano delle autostrade Atlantia, vale circa 600 milioni e può essere liquidata agevolmente sul mercato. Ma anche procedendo a uno spezzatino delle attività sarà dura per i soci di Abertis ripagare sia i 7 miliardi di debiti del veicolo, sia i 14 miliardi di passività sopportati dal gruppo autostradale che deve fare i conti con la peggiore crisi iberica dal dopoguerra. Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.9 La Fiba-Cisl Vi augura una giornata serena!! Arrivederci a domani per una nuova rassegna stampa! Rassegna Stampa del giorno 7 LUGLIO 2010 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 pag.10