Quaderni della salute e della sicurezza N. 4 1 Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Varese Direzione Sanitaria Dipartimento di Prevenzione Medico Dipartimento di Prevenzione Veterinario Carne e verdura 2 Il presente numero è stato redatto a cura di: Maria Rita Cremona - Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione Antonio Ansaldo - Servizio Igiene Alimenti Origine Animale Hanno collaborato: Osvaldo Sapini - Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione Maria Luisa Bignamini - U.O. Laboratorio Medico Germana Rabolini - Servizio Igiene Alimenti Origine Animale Responsabili scientifici: Vincenzo Renna - Dipartimento Prevenzione Medico Mauro Maccapani - Dipartimento Prevenzione Veterinario Coordinamento editoriale: Alessandra Mammano - U.O. Comunicazione e Marketing Mariangela Roncoroni - U.O. Comunicazione e Marketing 3 INTRODUZIONE La “Sicurezza alimentare” al giorno d’oggi riveste nell’opinione pubblica una particolare importanza e di conseguenza le Autorità preposte al controllo hanno l’obbligo di garantire, tra i vari compiti che la normativa europea ha loro assegnato, la corretta informazione del consumatore sui rischi potenziali legati in generale al consumo di alimenti ed in particolare a determinate abitudini alimentari. D’altra parte la propensione dei consumatori ad accettare qualsiasi rischio è molto bassa e l’attesa è di avere a disposizione alimenti comunque sicuri. È comunque indispensabile ricordare che, nonostante i progressi della tecnologia alimentare e delle tecniche di lavorazione, conservazione e trasporto degli alimenti da parte degli operatori del settore e l’omogeneizzazione e la razionalizzazione dei controlli ufficiali, il “rischio zero” non esiste. La sicurezza e la qualità degli alimenti dipendono dagli sforzi di tutti gli attori coinvolti nelle varie fasi della catena alimentare che a livello di produzione primaria pare terminare sulla tavola del consumatore o come detto comunemente “from the farm to the fork” e cioè dalla fattoria alla forchetta. Alla luce di quanto sopra descritto e considerato l’esito favorevole che il precedente “Quaderno della salute e della sicurezza” in tema di consumo di pesce crudo e latte crudo ha avuto da parte dei consumatori e delle associazioni di categoria, questa ASL vuole proseguire nella campagna di informazione iniziata trattando le problematiche connesse al consumo di altri alimenti quali carni crude e verdure crude. Il Direttore Sanitario Dr E.G. Marmondi Il Direttore Generale Dr P. Zeli 4 PREMESSA Gli alimenti, oltre a svolgere funzioni nutrizionali ed energetiche, possono rappresentare un rischio per la salute. I pericoli potenziali sono numerosi e notevolmente differenti. Possono essere legati alle caratteristiche intrinseche dell’alimento e alle tecnologie di produzione. Tuttavia è possibile effettuare una classificazione suddividendoli in tre gruppi principali: •pericoli biologici •pericoli chimici •pericoli fisici I pericoli biologici sono rappresentati da microrganismi patogeni o loro metaboliti (tossine), da muffe o loro metaboliti, da virus e da parassiti. I pericoli chimici sono connessi alla presenza di residui di detergenti o disinfettanti impiegati per l’igiene della produzione, di additivi, di contaminanti ambientali quali metalli pesanti, diserbanti ed insetticidi, di residui di farmaci e di cessione di polimeri o metalli derivanti da attrezzature e materiali di confezionamento. I pericoli fisici comprendono corpi estranei quali frammenti di legno, metallo o plastica, vetro e capelli. L’individuazione dei pericoli e il loro monitoraggio compete all’operatore del settore alimentare mentre l’Autorità di controllo ha il compito di verificare che i pericoli siano stati correttamente individuati e che siano messe in atto idonee azioni preventive. Il consumatore deve essere adeguatamente informato dal produttore attraverso una serie di indicazioni riportate in etichetta quali modalità di conservazione e di cottura e dall’Autorità di controllo attraverso materiale didattico – informativo in tema di prevenzione di malattie collegate al consumo di alimenti tal quali o manipolati. PARLIAMO DI CARNI CRUDE Pericoli derivanti dal consumo di carni crude Nel consumo di carni crude risultano rilevanti soprattutto i pericoli di origine biologica e quindi parleremo di: • Parassiti • Batteri Parassiti Le malattie più comuni causate da parassiti che possono essere presenti nelle carni sono le Cisticercosi del bovino e del suino, la Sarcosporidiosi, la Toxoplasmosi e la Trichinellosi che causano nell’uomo una sin- 5 tomatologia che va da forme inapparenti a forme gravi. Cisticercosi Le Cisticercosi sono una patologia causata da forme larvali cistiche di cestodi del genere Tenia. E’ quindi una condizione patologica del bovino, del maiale e raramente dell’uomo causata dalla presenza di cisticerchi (Cysticercus cellulosae e Cysticercus bovis) nei loro muscoli o organi. Teniasi, invece, è il termine utilizzato per la patologia dell’uomo causata dai vermi adulti del genere Taenia. Ciclo del parassita L’infestazione nell’uomo avviene per l’ingestione di carni crude o poco cotte contenenti i cisticerchi. Giunto nell’intestino (duodeno), si fissa alla parete intestinale completando il suo sviluppo in verme adulto nello spazio di tre mesi circa. Il parassita può raggiungere una lunghezza da 5 a 15 metri per la Tenia saginata e da 2 a 3 metri per la Tenia solium. La Cisticercosi suina è praticamente scomparsa in Europa mentre la Cisticercosi bovina è da segnalare ancora in paesi quali Germania, Danimarca, Olanda, Polonia e, in misura minore, in Italia. Sintomi nell’uomo Le manifestazioni cliniche da verme adulto sono variabili e possono includere disturbi digestivi banali, dolori addominali vaghi, meteorismo, modifiche dell’appetito, perdita di peso e soprattutto nei bambini disturbi “nervosi” quali irritabilità, insonnia e malessere generale. Talvolta, l’infestazione è asintomatica. Azioni preventive Nei Paesi sviluppati, il controllo della Cisticercosi dipende dalle adeguate misure sanitarie e dall’ispezione obbligatoria delle carcasse bovine e suine in fase di macellazione da parte dei Veterinari Ufficiali. E’ inoltre importante evitare di usare i liquami contenenti materiale fecale umano per irrigare i terreni. Ovviamente, l’azione preventiva di maggiore efficacia è quella di cucinare con cura le carni (i cisticerchi muoiono a 57 °C). Sarcosporidiosi La Sarcosporidiosi è una parassitosi provocata da protozoi del genere Sarcocystis che si localizzano sotto forma di cisti nel tessuto muscolare, scheletrico e cardiaco dell’ospite intermedio (bovino, suino, equino, ovino). Nell’ospite definitivo, compreso l’uomo, si stabilisce in forma transitoria a livello intestinale. 6 Ciclo del parassita L’ospite intermedio si infesta ingerendo alimenti o acqua contaminati da oocisti. Dopo una prima localizzazione a livello intestinale, raggiungono il tessuto muscolare formando delle cisti. La Sarcosporidiosi è piuttosto frequente nei bovini e negli altri animali da macello senza manifestare alcun sintomo. Talvolta, le cisti sono visibili ad occhio nudo da parte del Veterinario Ufficiale durante la macellazione. L’ospite definitivo si infesta consumando carni crude o poco cotte nelle quali sono presenti le cisti. L’infestazione ha una diffusione mondiale, ma è maggiormente presente nei Paesi del sud-est asiatico. Sintomi nell’uomo Nell’uomo la localizzazione intestinale determina una banale enterite con diarrea transitoria e vomito di breve durata. In molti casi, non si ha alcuna sintomatologia. Azioni preventive Poiché le lesioni nelle carni nella maggioranza dei casi non sono visibili ad occhio nudo, le norme ispettive nei riguardi di questa patologia appaiono insufficienti a garantire l’assenza di sarcosporidi. Comunque bisogna tener presente la scarsa importanza clinica di questa parassitosi nell’uomo e la difficoltà di realizzare test diagnostici semplici ed efficaci. Pertanto, la prima azione preventiva deve essere quella di limitare il consumo di carni crude o poco cotte. Toxoplasmosi La Toxoplasmosi è una parassitosi sostenuta dal protozoo “Toxoplasma gondii” che si localizza in vari organi e tessuti compresi i muscoli di numerose specie di animali tra cui quelli da macello. Nell’uomo può essere particolarmente grave se contratta in corso di gravidanza provocando aborto spontaneo o difetti congeniti soprattutto a livello del sistema nervoso centrale. Ciclo del parassita Il ciclo riproduttivo è piuttosto complicato e comprende un ciclo intestinale e un ciclo extraintestinale negli ospiti definitivi e cioè nei felini. Il gatto è l’animale più importante per la sua diffusione e vicinanza con l’uomo e si infetta tramite l’ingestione di ospiti intermedi infetti (topi). Negli ospiti intermedi, tra i quali l’uomo, tutti i mammiferi e i volatili, è presente solo il ciclo extraintestinale. Anche se il gatto è frequentemente infetto, la malattia si manifesta raramente in forma clinica. L’infestazione nei mammiferi come ospiti intermedi avviene per via alimentare attraverso l’ingestione di alimenti contaminati da feci di gatto. Nell’uomo si può avere una trasmissione oro-fecale direttamente dal gatto o dal consumo di carni 7 crude o poco cotte nelle quali sono presenti cisti toxoplasmatiche (forma acquisita). L’ingestione accidentale può avvenire per contaminazione delle mani durante la pulizia della cassettina del gatto o anche attraverso l’ingestione di verdure crude contaminate da feci di gatto. L’infezione può essere anche congenita per il passaggio del protozoo attraverso la placenta durante la gravidanza dalla madre, esposta per la prima volta, al feto. La Toxoplasmosi è diffusa in tutto il mondo. Sintomi nell’uomo L’infezione decorre frequentemente in forma asintomatica oppure in modo acuto con ingrossamento dei linfonodi e febbre. Negli individui con deficit immunitari, si possono avere polmoniti, miocarditi, encefalite e interessamento muscolare generalizzato. Nella donna durante i primi mesi di gravidanza si può avere una infezione fetale con morte o danni al sistema nervoso centrale del feto nel 10% dei casi . Azioni preventive La prevenzione della Toxoplasmosi appare indispensabile soprattutto nelle donne gravide non ancora venute a contatto con il protozoo o nei pazienti con deficit immunitari. Si identifica con semplici norme igienico-sanitarie quali l’astensione dal consumo di carne cruda o poco cotta, l’attenta pulizia delle mani dopo aver manipolato carni crude, il lavaggio accurato di quegli alimenti come le verdure che possono essere stati contaminati da feci di gatto. E’ buona norma nutrire i gatti con mangimi, pulire i rifiuti dei gatti giornalmente lavandosi accuratamente le mani, indossare i guanti nell’attività di giardinaggio e prevenire l’ingresso dei gatti nelle sabbiere usate dai bambini per giocare. Trichinellosi La Trichinellosi è una malattia parassitaria sostenuta da nematodi appartenenti alla specie Trichinella che può colpire la maggior parte dei mammiferi tra cui suino, cavallo e cinghiale. Può colpire anche l’uomo tramite l’ingestione di carni crude o poco cotte contenenti le larve. 8 Ciclo del parassita Le forme adulte del parassita si localizzano nell’intestino dell’ospite e successivamente le larve prodotte passano per via linfatica ed ematica ai muscoli scheletrici. Le larve possono rimanere infestanti anche per anni. Il ciclo di sviluppo riprende quando le larve vengono ingerite da un altro ospite in generale come conseguenza di fenomeni di predazione o ingestione di carogne da parte di animali selvatici. Il coinvolgimento dell’uomo è da considerarsi al giorno d’oggi accidentale. Attualmente la Trichinellosi è rara in Italia. E’ da considerarsi scomparsa negli allevamenti intensivi dei suini rimanendo presente a livello di ciclo silvestre in animali selvatici quali il cinghiale e la volpe. Sono state registrate nel recente passato infestazioni umane dal consumo di carni equine crude o poco cotte di provenienza dai paesi dell’Est Europeo e dal Nord America. Sintomi nell’uomo La malattia si manifesta in forma variabile potendo essere asintomatica fino ad arrivare alla morte a seconda del numero di larve ingerite. I primi segni sono diarrea, debolezza e dolorabilità muscolare con gonfiore delle palpebre superiori con successive emorragie alla retina. Può comparire febbre periodica fino ad una temperatura di 40 °C nonché complicazioni neurologiche e respiratorie. Azioni preventive La prevenzione deve partire dagli allevamenti dei suini con divieto di utilizzo di scarti dell’alimentazione umana a meno che siano stati sottoposti a cottura. La normativa vigente prevede l’obbligo dell’esame trichinoscopico su tutte le carni macellate dei suini, degli equini e dei cinghiali prima che vengano commercializzate. La salagione, l’affumicamento e la stagionatura delle carni, se ben effettuate, causano la morte delle larve, così come la cottura e il congelamento a – 25 °C per 10 o 20 giorni a seconda dello spessore. E’ importante comunque una corretta informazione del consumatore per quanto riguarda i rischi connessi al consumo di carni crude o poco cotte. Batteri I batteri pericolosi per la salute umana che interessano le carni sono sostanzialmente comuni alle verdure crude e pertanto verranno trattati insieme a queste ultime. PARLIAMO ORA DI MALATTIE ALIMENTARI DA BATTERI COLLEGATE AL CONSUMO DI CARNI CRUDE E VERDURE CRUDE I pericoli di origine biologica legati al consumo di carni crude e verdure crude 9 sono essenzialmente rappresentati da microrganismi quali Salmonella spp, Listeria spp, Campylobacter spp ed Escherichia coli verocitotossici. Salmonella spp Le Salmonelle sono batteri intestinali dell’uomo e degli animali anche se possono essere isolate dal sangue e dagli organi interni. Si trovano frequentemente nelle acque e nel terreno ove, però, non si moltiplicano in modo significativo. Rimangono ancora uno dei principali problemi della sicurezza alimentare. Ne sono state individuate oltre 2500 varietà ma non tutte sono patogene per l’uomo. Sono diffuse in tutto il mondo e possono sopravvivere per settimane e addirittura per mesi ed anni nei liquami, nei fanghi di depurazione, nei mangimi e negli alimenti. Crescono bene a 37 °C, non si riproducono di norma negli alimenti a temperature di frigorifero, muoiono con il calore. Causano una tipica infezione alimentare dovuta all’ingestione di cibi contaminati soprattutto di origine animale come carne di pollo e suino. La contaminazione delle verdure è collegata alla concimazione o all’utilizzo di acque contaminate. Quando presenti non causano alterazioni del gusto, dell’odore e dell’aspetto dei cibi. Da segnalare che anche l’uomo, se infetto (malato o portatore asintomatico), può contaminare gli alimenti durante le fasi di manipolazione se non rispetta corrette norme igieniche. I sintomi che si possono avere nell’uomo, dopo un periodo di incubazione medio di 12 – 36 massimo 72 ore, sono diarrea, nausea, vomito, dolori addominali, cefalea, febbre e disidratazione. La sintomatologia è più grave nei soggetti molto giovani, negli anziani e nei soggetti debilitati. Le principali misure preventive consistono nella corretta manipolazione e lavorazione degli alimenti anche in ambito familiare, nella cottura dei cibi di origine animale ed in particolare pollame, maiale, prodotti derivati da uova e piatti a base di carne e nell’appropriato lavaggio delle verdure. Listeria spp Il genere Listeria conta sei specie. Fra queste la Listeria monocytogenes è senza dubbio quella più patogena sia per l’uomo sia per gli animali. Le Listerie sono ubiquitarie nell’ambiente come terreno agricolo, pulviscolo atmosferico e acque superficiali da cui inquinano con facilità gli ortaggi. Sono molto resistenti alle condizioni ambientali e immesse nel terreno insieme ai liquami possono sopravvivere per 50-60 giorni. Dall’ambiente esterno, dalle derrate animali e vegetali possono inquinare facilmente tutte le superfici di lavoro e gli utensili all’interno 10 delle industrie alimentari. Le carcasse degli animali (soprattutto pollo e tacchino) possono essere contaminate con il contenuto intestinale se le procedure di macellazione non sono eseguite correttamente. Cresce bene anche a basse temperature (+ 4 °C) come quella del frigorifero domestico mentre la pastorizzazione (+ 71 – 74 °C) la uccide. Non sopravvive negli alimenti acidi come il pomodoro: inoltre, i pomodori crudi e le carote sono in grado di limitare la moltiplicazione del germe perché contengono una sostanza che ne limita la crescita. Il tempo medio di incubazione è di tre settimane e i sintomi nell’uomo possono essere dolori addominali, diarrea, febbre alta, malessere generalizzato fino ad arrivare nei soggetti più sensibili come neonati, anziani e immunodepressi a forme di epatite, pancreatite e meningite. Nelle donne in gravidanza si può avere morte del feto con conseguente aborto. Le principali misure preventive sono lavare accuratamente i vegetali crudi prima del consumo, cuocere in maniera adeguata gli alimenti crudi di origine animale quali pollame, maiale e bovino, evitare nelle donne in gravidanza e nei soggetti più deboli il consumo di cibi pronti, pesce affumicato e formaggi molli ottenuti con latte non pastorizzato e lavare mani, coltelli e piani di lavoro dopo aver manipolato alimenti crudi. Campylobacter spp Si conoscono attualmente una ventina di specie del genere Campylobacter di cui oltre la metà danno patologie all’uomo e agli animali. Si trovano nell’intestino e anche nella cavità orale degli animali a sangue caldo per cui anche dell’uomo e degli animali da reddito. Questi batteri, attraverso le feci di animali infetti, possono raggiungere il terreno e le acque infettando così l’uomo sia tramite alimenti sia tramite acque contaminate. L’uomo si infetta ingerendo carne soprattutto di pollo poco cotta e verdure contaminate da acque infette. E’ diffuso in tutto il mondo e rappresenta un’importante causa di “diarrea del viaggiatore”. Dopo un periodo di incubazione da 2 a 5 giorni, i principali sintomi sono diarrea, dolore addominale, malessere, febbre, nausea e vomito. La malattia di solito si risolve entro 2-5 giorni. Nei Paesi industrializzati, colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni e gli adulti giovani. Le principali misure preventive sono l’adeguata cottura di tutte le carni animali con particolare riferimento al pollame e il lavaggio accurato delle verdure. Escherichia coli verocitotossici La denominazione oggi più utilizzata è STEC (Shiga Toxin – producing E. coli) di cui Escherichia coli O157 è il principale rappresentante. Escherichia coli è generalmente conosciuto come un normale commensale innocuo nell’intestino dell’uomo e degli animali. Solo in caso di indebolimento delle resistenze naturali o nei lattanti e negli anziani, ceppi virulenti possono provocare malattie. I più pericolosi sono i ceppi che elaborano delle tossine definite “verocitotossine”, come l’Escherichia coli O157: H7, in quanto sono in grado di portare a morte le cellule dell’intestino e del rene. 11 Gli alimenti responsabili della trasmissione all’uomo sono carni crude o poco cotte di origine bovina (Hamburger disease come definita dagli autori anglosassoni) o dal consumo di vegetali contaminati (es. lattuga). Le infezioni da Escherichia coli verocitotossici sono molto frequenti negli Stati Uniti a causa delle abitudini alimentari diffuse in questo Paese. Questo microrganismo può causare nell’uomo adulto infezioni intestinali gravi e nel bambino la “Sindrome uremico emolitica” che si manifesta con anemia, diminuzione del numero delle piastrine e insufficienza renale che può richiedere dialisi. PARLIAMO INFINE DI MALATTIE ALIMENTARI DA BATTERI COLLEGATE AL CONSUMO DI VERDURE CRUDE I pericoli di origine biologica legati al consumo verdure crude sono essenzialmente rappresentati da microrganismi quali Yersinia spp e Shighella spp. Yersinia spp Al genere Yersinia appartengono diverse specie patogene per l’uomo tra cui Yersinia enterocolitica che è molto diffusa nell’ambiente come nel terreno agricolo concimato e nelle acque di scorrimento superficiale. Da qui il germe può arrivare ad inquinare alcune derrate alimentari come le verdure. Questo germe ha la caratteristica di sopravvivere anche alle temperature di frigorifero. Dopo un periodo di incubazione di 7 - 10 giorni, la malattia si manifesta con sintomi intestinali quali diarrea, enterocolite e dolori addominali così da simulare una appendicite specialmente nei bambini più grandi e negli adulti. Le principali misure preventive sono il lavaggio accurato delle verdure con acqua potabile. Shighella spp Il genere Shighella comprende quattro specie patogene solo per l’uomo. Fonte di infezione sono quindi sempre le persone malate o i portatori asintomatici che eliminano i germi con le feci. Anche se la malattia si trasmette spesso da uomo a uomo, è possibile la contaminazione delle verdure da acque infette. La malattia è presente in tutto il mondo e nella maggior parte dei casi si manifesta in bambini al di sotto dei 10 anni. Dopo un periodo di incubazione che mediamente va da 1 a 3 giorni, si manifesta in forma acuta con diarrea, febbre, nausea, vomito, dolori addominali. In alcuni casi, la diarrea è emorragica. 12 Le principali misure preventive sono il lavaggio accurato delle verdure con acqua potabile. IL LAVAGGIO DELLE VERDURE Come per le carni è stata ribadita l’importanza del consumo di carni opportunamente cotte, per le verdure crude risulta indispensabile un accurato lavaggio. Vi consigliamo pertanto di: • lavare bene le mani con acqua calda e sapone • • • • • • • prima di manipolare gli ortaggi lavare con acqua calda le superfici di lavoro e le posate usate per tagliare i prodotti togliere le parti danneggiate poiché sono punti dove si possono sviluppare i batteri utilizzare acqua corrente tiepida (la temperatura consigliata può oscillare tra 25 e 42 °C ad eccezione dei prodotti come le insalate, da lavare in acqua fredda) e potabile per il lavaggio. Si può utilizzare uno scolapasta lasciando scorrere l’acqua finché è pulita spazzolare leggermente la superficie se resistente utilizzare taglieri diversi per verdure e carni utilizzare prodotti a base di cloro solo se necessario e seguendo le istruzioni riportate in etichetta eliminare gli avanzi se sono stati a temperatura ambiente per oltre due ore soprattutto in estate CONCLUSIONE Considerato l’accoglimento favorevole del primo “Quaderno della salute e della sicurezza” in tema di consumo di pesce e latte crudo, abbiamo realizzato questo secondo libretto divulgativo convinti che una informazione corretta del consumatore possa contribuire ad una prevenzione delle malattie trasmesse con gli alimenti. E’ ovvio che il consumatore ha comunque diritto di avere a disposizione degli alimenti sicuri: infatti, oggi viene utilizzato il termine “qualità totale” di un alimento intendendo il rispetto di qualità nutrizionali, tecnologiche, sensoriali ed igienico-sanitarie quali l’assenza di sostanze indesiderate di natura chimica, fisica o biologica. Nel contempo si sottolineano i benefici legati al consumo di verdure crude. Questo percorso che l’ASL ha iniziato, continuerà nel prossimo futuro trattando altre tematiche sempre collegate alla sicurezza alimentare. 13 Bibliografia G. Colavita “Igiene e tecnologie degli alimenti di origine animale” Editore PVI- Point Veterinarie Italie 2008 J. Kramer in collaborazione con C. Cantoni “Alimenti – Microbiologia e Igiene” OEMF S.p.A. Milano 1990 G. Tiecco “Igiene e tecnologia alimentare” Gruppo Calderini edagricole 2001 G.M. Urquhart, J. Armour, J.L. Duncan, A.M. Dunn, F.W. Jennings “Parassitologia veterinaria” Edizione italiana a cura di C. Genchi Utet Scienze Mediche 2005 M. Astuti, F. Castoldi “Guida pratica pacchetto igiene – Le nuove norme comunitarie” I libri di Sole 24 ore Agricole 2006 D.L. Heymann “Manuale per il controllo delle malattie trasmissibili” DEA Editrice 2004 E. Scanziani, S. Stella, G. Ghisleni “Manuale di ispezione e controllo delle carni” Casa Editrice Ambrosiana Ottobre 2008 E. Braunwald, A. S. Fauci, D. L. Kasper, S. L. Hauser, D. L. Longo, J. L. Jameson “Harrison Principi di medicina interna – Il manuale” Edizione italiana a cura di P. Riboldi. M. Vanoli Quindicesima Edizione McGraw – Hill Settembre 2002 M. Moroni, R. Esposito, F. de Lalla “Manuale di malattie infettive” III Edizione Masson 1990 Food Safety Facts for Fresh Fruits and Vegetables - Canadian Food Inspection Agency . Sito web http:// www.inspection.gc.ca/english/fssa/concen/specif/fruvege.shtml consultato il 23/06/2010 U.S.FDA Evaluation and Definition of Potentially Hazardous Foods Chapter 4. Analysis of Microbial Hazard Related to Time/Temperature Control of Foods for Safety. Sito web http://www.fda.gov/Food/ ScienceResearch/ResearchAreas/SafePracticesforFoodProcesses/ucm094147.htm consultato il 25/08/2010 EUFIC La sicurezza alimentare … Il sistema di sicurezza alimentare europeo: una responsabilità condivisa – Sito web http://www.eufic.org/article/it/page/BARCHIVE/expid/basics-sicurezza-alimentare - consultato il 01/06/2010 Lavaggio della verdura - Sito web http://www.sicurezzadeglialimenti.it/lavaggioverdura.htm - consultato il 13/07/2010 US FDA Bad Bug Book: Introduction Foodborne Pathogenic Microorganisms and Natural Toxins Handbook The "Bad Bug Book". Sito web http://www.fda.gov/Food/FoodSafety/FoodborneIllness/ FoodborneIllnessFoodbornePathogensNaturalToxins/BadBugBook/default.htm consultato il 25/08/2010 14 Per maggiori informazioni o suggerimenti: Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Varese Dipartimento di Prevenzione Medico Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione Via Ottorino Rossi 9 21100 Varese tel 0332 277240 Dipartimento di Prevenzione Veterinario Servizio Igiene Alimenti Origine Animale Via Ottorino Rossi 9 21100 Varese tel 0332 277320 www.asl.varese.it Home page alla Voce “sicurezza alimentare” E’ in fase di predisposizione la traduzione in altre lingue 15