I GRANDI DELLA MUSICA a cura di Elio Maritano 4a Parte Dopo i viaggi in Italia, Mozart rimase per più di quattro anni a Salisburgo tranne che per due brevi parentesi, la prima a Vienna in compagnia del padre, nella solita e vana ricerca del posto fisso a corte, la seconda a Monaco. Leopold venne sapere che il maestro di cappella si era ammalato gravemente e pensava quindi fosse utile essere là nel caso il posto divenisse vacante a causa della messa a riposo o per la morte del titolare Florian Leopold Gosmann. Speranza vana, Gosmann si riprese ed inoltre l'Imperatrice mai avrebbe dato a Mozart quel posto per i motivi che ben sappiamo. In quei giorni del 1773 anche Colloredo era a Vienna e certamente parlò con l'Imperatrice e non usò sicuramente parole benevole per Amadeus, cosa che non fece altro che irritare ancora di più l'imperatrice, così dopo due mesi e mezzo trascorsi nella capitale, i due Mozart fecero ritorno a casa con la coda tra le gambe. L'anno dopo, siamo nel 1774, Amadeus tornò alla carica con il Vescovo chiedendo il permesso di andare a Vienna, permesso negato ancora una volta. Colloredo disse ad Amadeus che nella capitale non avrebbe potuto aspettarsi nulla di meglio di ciò che già aveva a Salisburgo, quindi, meglio sarebbe stato per il giovane cercare fortuna in altre corti. Colloredo capiva che Salisburgo andava stretta ad Amadeus e che questi sognava di scappare da lì, sapeva anche però che le altre corti si sarebbero ben guardate dall'assumere il ragazzo senza il consenso vescovile, cosa che sarebbe stata molto offensiva nei confronti della corte salisburghese e mal giudicata dalla stessa Imperatrice. Wolfgang era dunque "prigioniero" del vescovo come suo padre. 1 I GRANDI DELLA MUSICA a cura di Elio Maritano Leopold cercava di dimostrare a Wam che Salisburgo non era quella prigione che poteva apparire, anche perché, ogni tanto, il vescovo concedeva loro dei brevi permessi, come avvenne per la prima a Monaco dell'opera "La finta giardiniera" k196, commissionata a Mozart da Massimiliano III principe elettore di Baviera, su libretto dell'abate Giuseppe Petrosellini già librettista di Paisiello, Cimarosa, Galuppi. Nel settecento erano di moda opere dove le protagoniste femminili si celavano con sembianze diverse, così era tutto un proliferare di finte semplici- giardiniere- contessebaronesse- ammalate- ammalate- tartare e via discorrendo, a dimostrazione della centralità raggiunta dal teatro dell'epoca, tra finzione e realtà. A dicembre dunque, padre e figlio partono per Monaco con la benedizione di Colloredo, il quale non aveva altra scelta per non offendere il Principe Massimiliano. Il lavoro andò in scena con successo il 13 gennaio 1775 e il giorno dopo, Wolfgang si premurava di scrivere alla madre mettendola al corrente del successo ottenuto. Alla prima assistette anche Colloredo che però non fu molto contento del successo ottenuto da Amadeus, per lui meglio sarebbe stato che la fama del suo dipendente non si estendesse troppo. Malgrado il successo iniziale l'opera non ebbe fortuna, orchestrali scadenti e cantanti ammalati lo costrinsero a fare solo due repliche, dopo di che il lavoro nella versione originale (in italiano) scomparve dalle scene per essere poi riproposta anni. dopo in una versione in tedesco autorizzata dallo stesso Mozart, l'opera risultò così ripresa di modesta qualità. La ritroviamo nella sua versione primaria nel 1956 e riportata in scena nel 1978 dopo due secoli di silenzio. La "finta giardiniera", nella versione originale, era già un lavoro di notevole fattura ed il poeta compositore e critico Fredic Cristian Shubert, dopo avere assistito alla prima, scrisse: "Ho ascoltato un'opera del meraviglioso genio di Mozart. Qua e là lampeggiano fiamme di genio, ma non è il fuoco d'altare silenzioso, quieto, che si leva al cielo in nubi d'incenso. Se Mozart non è una pianta coltivata in serra, diventerà uno dei più grandi compositori mai esistiti.”. 2 I GRANDI DELLA MUSICA a cura di Elio Maritano Nei circa quattro anni trascorsi a Salisburgo, la produzione di Amadeus è impressionante sia per qualità che per quantità, di quel periodo il catalogo elenca più di 100 pezzi. Almeno una trentina di questi sono autentici capolavori, come i due concerti per violino ed orchestra n°3 e n° 5 k 216 e 219, le sinfonie n° 23-25-26-29 e 30 k 181-183-184-201202, composizioni di carattere sacro, la missa brevis k 275, ed il graduale k273 salmo per voci archi ed organo, composto in onore della beata vergine, alla quale chiederà protezione per il viaggio in Germania che farà più avanti in compagnia della madre. Abile pianista arricchì il repertorio con nuovi brani; particolarmente innovativi risultarono essere i concerti per pianoforte ed orchestra n° 5 k 175 e il n° 9 k271 intitolato "Jeunehomme konzert" del gennaio 1777, scritto per una pianista francese Mademoiselle Jeunehomme, della quale poco o nulla si conosce. Il concerto per pianoforte e orchestra n° 9 in Mi bemolle maggiore k 271 è considerato una delle pietre miliari nella produzione di Mozart e presenta una quantità di innovazioni stilistiche che si ripercuoteranno per tutta la produzione a venire. Le stesse dimensioni dell'opera indicano subito la distanza col passato: a fronte dei 18/20 minuti della durata dei concerti precedenti questo supera la mezzora. Senza dubbio l'occasione di comporre per un’artista di levatura lo stuzzicò a creare qualcosa di sorprendente per il pubblico. Alfred Einstein, uno dei maggiori storici mozartiani, definisce il concerto "Jeunehomme" come "L'eroica mozartiana" un parallelo con la terza sinfonia di Beethoven, punto di svolta del compositore di Bonn. In quel periodo Wam compose sonate per pianoforte (preferito ormai al clavicembalo) dalla sonata n°1 alla n° 6 (k 279 a k284), scrisse per violino, strumento che ben maneggiava. Gran parte di questa musica era però troppo moderna per il tempo, e Leopold ritenne poco opportuno pubblicarla per non traumatizzare il pubblico non ancora pronto a tali novità e come monito scrisse al figlio: "Quello che non ti fa onore è meglio che non sia conosciuto. E questa è la ragione per la quale non ho venduto le tue sinfonie, sapendo che con la maturità ,quando ti crescerà il buonsenso, nessuno le abbia, anche se poco fa, quando le hai composte, ne eri soddisfatto". 3 I GRANDI DELLA MUSICA a cura di Elio Maritano Anche l'editore parigino Jean Georges Siber, che aveva in passato pubblicate alcune sonate per violino ed orchestra, rifiutò il concerto n° 9 k 271 giudicandolo poco commerciale. Mozart aveva molti problemi con gli editori dell'epoca poiché i lavori presentati venivano giudicati troppo difficili e nuovi. Nel 1785 l'editore viennese Franz Anton Hoffeister , dopo aver pubblicato il quartetto per pianoforte e archi k 478, annullò il contratto per la pubblicazione di altri due quartetti. Anche alcune sinfonie, giudicate ostiche ,vennero pubblicate solo dopo anni. Leopold cercava, inutilmente, di avvertire Amadeus che questi lavori rischiavano di non incontrare i gusti del pubblico, e quindi non venire pagati. Mozart si trovò ad essere solo, aveva contro di sé il padre, gli editori e gran parte del pubblico, egli era un innovatore perché si orientava sempre più verso la musica strumentale, che in quel periodo veniva considerata minore rispetto alla musica che accompagnava il canto. Wam però si rendeva conto che i tempi stavano mutando e anche i gusti, quindi continuò nella valorizzazione della musica sulle parole, anche nelle opere liriche, attirandosi le ire dei cantanti i quali vedevano a rischio i privilegi goduti sino a quel momento. Nella primavera del 1775 portò a termine "Il Re Pastore" k 208, su testo di Metastasio, commissionato da Colloredo in onore di Maximilian Franz, figlio dell'Imperatrice, in visita a Salisburgo. Pur essendo il libretto molto convenzionale con recitativi lunghi e la prima strofa ripetuta più volte, il lavoro risultò, grazie a Wolfgang, di ottima fattura. Su questo lavoro Stefan Kunze ebbe a dire: "Sebbene considerato dalla maggior parte degli studiosi un lavoro d'occasione con manchevolezze drammaturgiche, Il Re Pastore è senza dubbio l'ultima opera seria in piena regola del musicista prima dell'Idomeneo . E comunque per Mozart non si può mai parlare di lavori d'occasione nel senso di meri esercizi di rutine". Fonte informazioni: Wam. La vita e il tempo di Wolfgang Amadeus Mozart- edizioni La Terza Wikipedia l'enciclopedia libera 4