I GRANDI DELLA MUSICA a cura di Elio Maritano
8a Parte
Saputo del ritorno del figlio da Parigi, Leopold supplicò Colloredo di riprendere al
suo servizio Amadeus, ed in una lettera del 31 Agosto comunicava al ragazzo che il
Vescovo, non solo lo riassumeva ma gli concedeva anche di viaggiare in altre città se
gli fosse offerto di scrivere nuove opere liriche. Il compenso sarebbe stato di mille
fiorini annui da dividere in parti uguali tra padre e figlio. Malgrado questo Amadeus
non era ancora convinto di tornare al servizio del Principe, il padre allora gli scrisse
che il compenso si sarebbe diviso in quattrocento fiorini a Leopold e seicento a lui.
Leopold Mozart
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Una volta ritornato a casa Amadeus nel 1779 Leopod, d'accordo con Colloredo,
ridusse a quattrocentocinquanta fiorini lo stipendio del giovane aumentando il proprio,
salvo poi infine a confiscare l'intera cifra con la scusa di dovere saldare i debiti.
Leopold piangeva continuamente miseria ma viveva con la figlia in un appartamento
di otto stanze con annessa scuderia, disponeva di una grande carrozza che pensava di
sostituire con una più comoda e moderna.
Grazie ad Amadeus aveva accumulato somme ingenti ma, nel timore che qualcuno
cercasse di portargliele via, continuava a fingere miseria, era terrorizzato dalla
povertà e credeva sempre di essere sul punto di cadervi dentro.
Per ingannare il prossimo e soprattutto il figlio, si inventava probabilmente i debiti
che in realtà non aveva, così creava in Amadeus continui sensi di colpa tenendolo
legato a sé. La sua avarizia arrivò al punto di chiedere la restituzione dei soldi spesi
nel viaggio appena concluso, circa 863 fiorini, spesa già preventivata prima della
partenza e, comunque, spesa anche a favore della madre.
Bisogna ricordare che in quel periodo Amadeus guadagnò comunque ben più di 863
fiorini che in parte mandò a casa, ma poco tempo dopo, la richiesta di rimborso
divenne di 1000 fiorini. Malgrado l'insistenza del padre Amadeus non aveva nessuna
voglia di tornare a Salisburgo e meno ancora di tornare al servizio del PrincipeVescovo. Egli desiderava tornare dai Weber e abbracciare Aloisia. Anche tornare con
il padre e la sorella non lo convinceva.
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Il Barone Grimm
A fine Settembre 1778 Amadeus lasciò Parigi per la Germania, il Barone Grimm,
incaricato di organizzare il viaggio, per non spendere lo fece viaggiare su una
carrozza lentissima e a basso costo; per fare il percorso da Parigi a Nancy (400km.)
impiegarono più di una settimana.
Arrivato a Nancy Amadeus si fermò per alcuni giorni, senza peraltro avvertire il
genitore, e da li andò a Strasburgo dove diede due concerti: il primo alla presenza del
Principe Max Von Zweibricken e per risparmiare suonò senza orchestra. Ebbe
successo ma guadagnò appena tre Luigi d'oro.
Nel secondo concerto suonò con l'orchestra ma guadagnò la stessa cifra perché il
teatro era semivuoto.
Il padre era sconvolto dal non aver più notizie, e nella sua testa passarono tutti i
pensieri più nefasti, in quel tempo viaggiare era molto pericoloso. Quando finalmente
ricevette notizie dal figlio, ecco che riprese a soffocarlo con lettere in cui gli
sconsigliava di andare a Monaco dove, secondo lui, non avrebbe trovato lavoro.
Meglio sarebbe stato tornare a Salisburgo dove aveva casa e Lavoro.
Ignorando queste istanze, Amadeus partì per Mannheim dove si fermò per oltre un
mese. Evidentemente non aveva nessuna intenzione di tornare a Salisburgo dove
avrebbe ritrovato Colloredo e soprattutto il padre.
Intanto anche la famiglia Weber si era trasferita a Monaco al seguito della corte del
Principe elettore Carl Theodor, chiamato là in sostituzione di Massimiliano Terzo
morto di recente.
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Questo avvenimento sconvolse la vita musicale delle due città, la straordinaria
orchestra di Mannheim si smembrò, il direttore Johann Christian Cannabich si
trasferì a Monaco.
Malgrado ciò Wolfgang scriveva al padre che tutto andava per il meglio e che lì era
molto stimato. Questi scritti avevano lo scopo di ingelosire Leopold, in realtà si
trovava in un periodo per lui molto inconcludente. Aveva ventidue anni e per la prima
volta assaporava il piacere di riposarsi e fare ciò che gli piaceva senza avere nessuno
che lo controllasse o comandasse. A dicembre lasciò Mannheim per Monaco dove
giunse il giorno di Natale e qui si ricongiunse con i Weber i quali lo accolsero con
affetto ospitandolo da loro. Solo Aloisia non fu molto cordiale con lui respingendolo.
Probabilmente la ragazza era delusa dal fatto che, malgrado le promesse, Wolfgang
era tornato da Parigi a mani vuote e le portava in dono solo un'aria virtuosistica per
soprano " Popoli di Tessaglia-io non chiedo eterni" k 316.
Il rapporto tra Wolfgang ed Aloisia si deteriorò al punto che il giovane preferì
trasferirsi andando ad abitare da un amico il flautista Johann Baptist Beke.
Per consolarsi riprese a frequentare la cugina Anna Tekla e con lei ripartì per
Salisburgo; questa frequentazione ebbe breve durata, poco tempo dopo il loro arrivo
la ragazza, capendo di non essere gradita dallo zio, lasciò la casa e Salisburgo.
Ad Amadeus, anche se a malincuore, non rimase altra strada che umilmente chiedere
a Colloredo di essere riassunto come organista di corte, egli si degnò di reintegrarlo al
servizio a condizione che gli venissero fornite nuove opere, era il gennaio 1779.
Lo stipendio pattuito era di 450 fiorini annui, soldi che Amadeus non riuscì mai ad
avere tutti, il padre provvedeva, in accordo con il Vescovo, a confiscargliene una
gran parte.
Malgrado Salisburgo lo deprimesse ed il padre lo opprimesse, Amadeus ancora una
volta dimostrò di essere un grande lavoratore. Compose molti lavori, i migliori
furono: la Messa in do maggiore k317 detta "Messa dell'incoronazione" lavoro di
eccellente qualità composta per la cattedrale di Salisburgo, un concerto per due
pianoforti e orchestra n°10 k365, quindi la sonata per violino e pianoforte k378,
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e ancora due sinfonie la n° 32 k318 e la n° 33k319 con un minuetto e un finale
veramente trascinanti. Tra la primavera e l'estate scrisse il divertimento n°17 k 334,
terminò la "serenata del corno del postiglione" n°9 k 320 e un capolavoro:
la sinfonia concertante per violino e viola k 364.
Terminati questi lavori la sua capacità creativa sembrò esaurirsi seppure in certi limiti.
Scrisse per una compagnia ambulante condotta da Jhoann Heinrich Boehm, del quale
divenne amico, cori ed intermezzi per "Thamos Re d'Egitto" k315 dramma eroico di
ispirazione massonica, in qualche modo anticipazione del " Flauto magico" e le
musiche per uno Singspiel Zaide k 344(incompleto) intitolato
"Il serraglio, ovvero, l'inaspettato incontro tra un padre una figlia e un figlio"
L'azione si svolgeva nel serraglio di Solimano, e anticipava il futuro " Ratto del
Serraglio", questi due lavori non vennero mai messi in scena.
Il serraglio, ovvero, l’inaspettato incontro tra un padre, una figlia e un figlio
A Marzo del 1780 Amadeus compose una straordinaria "Messa Solenne" k337. il cui
benedictus è stato considerato da Albert Einstein il pezzo più audace e rivoluzionario
di tutte le messe Mozartiane. Questa fu l'ultima Messa composta interamente da
Amadeus nella sua vita in quanto il requiem del 1791 fu terminato da altri.
Più avanti compose ancora una notevole Sinfonia n°34 k338 con uno splendido
finale a dispetto che fosse scritto a con tempo di tarantella. Ancora una volta,
malgrado non fosse contento della situazione, nei 22 mesi trascorsi a Salisburgo , non
rimase certamente ad oziare, anzi.
Dopo la compagnia teatrale di Boehm arrivò la compagnia di Emanuel Schinkaneder ,
il quale si legò di profonda amicizia con Amadeus ed il padre. Emanuel, personaggio
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amabile e generoso, ebbe grande rilievo nella vita di Amadeus al punto da diventare il
librettista e primo interprete del personaggio di Papagheno del "Flauto Magico".
Il fatto più importante e conclusivo del soggiorno salisburghese accadde ad Agosto
del 1780, quando ad Amadeus arrivò da parte del principe elettore di Monaco,
l'incarico di scrivere un'opera seria per il carnevale dell'anno dopo. Questo lavoro
sarà "L'Idomeneo".
Amadeus si mise subito al lavoro, chiese rispettosamente il permesso a Colloredo di
recarsi a Monaco, permesso che il Vescovo non poteva negare essendo il principe
elettore più importante di lui. Proprio in quei giorni Aloisia Weber, divenuta una
celebre soprano, sposava l'attore e pittore Joseph Lange di dieci anni più anziano dal
quale aspettava un figlio.
Mozart arrivò a Monaco nel pomeriggio del 6 Novembre 1780, e venne subito preso
dal vortice della vita mondana e musicale della città. Il periodo nel quale compose
"Idomeneo" fu per lui uno dei più felici. Tutti lo invitavano , andava a teatro, ai
concerti.
Era spesso dalla contessa Maria Josepha von Paumgarten, che aveva agito da
intermediaria al fine di fargli ottenere il lavoro. Il 12 Novembre incontrò il principe
elettore Carl Theodor, che si rallegrò nel vederlo, gli disse che non aveva dubbi
sull'esito dell'opera e tutto sarebbe andato benissimo "Piano piano- aveva aggiunto in
italiano-si va lontano". A Monaco ritrovò vecchi amici, molti dei quali impegnati
nell'Idomeneo, per primo il maestro Cannabich che avrebbe diretto l'opera, poi il
tenore Raaf, che a Parigi andava spesso a trovare Anna Maria e Amadeus, quindi due
soprano, Dorotea ed Elisabeth Wendling, madre e figlia che Amadeus ebbe modo di
apprezzare già nel 1777.
Il soggetto dell'opera era stato scelto dalla corte di Monaco con stesura del libretto in
italiano scritta dal cappellano di corte a Salisburgo Gian Battista Varesco. Mano a
mano che i giorni passavano ed il debutto si avvicinava i problemi aumentavano. Il
primo dubbioso fu per l'appunto Varesco, che in lunghe lettere si consigliava con
Leopold, al punto che questi gli suggerì di farne una traduzione in tedesco, in modo
che chi non conoscesse l'italiano potesse maglio capirla. Anche alcuni cantanti
ponevano problemi, non l'ottimo tenore Domenico de Panzecchi e neppure le due
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soprano, che si dichiararono soddisfatti delle parti avute. Il tenore Raff, ormai
settantenne, era entusiasta del lavoro ma richiedeva spesso modifiche alla sua parte, il
fatto era che data l'età, faceva molta fatica nel ruolo di Idomeneo. Lo stesso Mozart
era consapevole di queste difficoltà ed essendogli affezionato, per l'antica amicizia
cercava di soddisfarlo.
Per completare la lista delle disavventure Mozart si prese un gran raffreddore che per
qualche giorno lo costrinse a letto. Saputo questo, Leopold non mancò di inviargli
consigli medici, salasso unito a sciroppo di violetta, olio di mandorle dolci, polvere
nera o di mangrovia. Evidentemente in Leopold si nascondeva l'anima di un medico
mancato. Leopold si preoccupava della salute del figlio perché vedeva in lui la sua
fonte di ricchezza ma anche la sua vera gloria, la sua vera creazione, lo scopo stesso
della propria esistenza.
Il 27 Dicembre, alla presenza del Principe elettore, si svolsero le prove e dopo il
primo, atto questi entusiasta urlò "bravo!" complimentandosi con Amadeus gli disse:
“Non si immaginerebbe che così grandi cose si nascondano in una testa tanto
piccola.” Il 26 gennaio 1781, anche Leopold e Nannerel giunsero a Monaco per
partecipare al trionfo di Amadeus e fecero in tempo ad assistere alla prova generale
del 27 gennaio: era il giorno in qui Mozart compiva 25 anni.
Idomeneo
La prima di Idomeneo re di Creta, opera seria in tre atti ebbe luogo il 29 di quel mese,
al teatro della residenza di Monaco sotto la direzione di Cannabich.
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Non sappiamo nulla su come l'opera venne accolta dal pubblico, non vi sono lettere o
articoli che ne parlino. Sappiamo che ebbe solo due repliche, il 3 febbraio e il 3
marzo. Un giornale di Monaco ne lodò la scenografia e riferì che i testi e le musiche
erano opera di salisburghesi, senza citare i nomi.
Ad ogni buon conto il principe compensò Mozart con 450 fiorini, cifra pari a quella
ottenuta da Colloredo per un anno di lavoro. E' possibile che Idomeneo abbia
ottenuto poco successo, pur essendo un in alcune parti, un lavoro eccelso. Forse la
musica in gran parte nuova risultava poco comprensibile, strana, al di là delle regole
tradizionali, e sconcertò parecchi ascoltatori , se però oggi l'Idomeneo è ancora
eseguito ed apprezzato, il merito è proprio di quella modernità.
Mentre componeva l'opera Wolfgang scrisse anche: una marcia ,tre minuetti per
orchestra, due lieder per voce e mandolino, due arie per soprano, un ottimo quartetto
per oboe per l'amico Frdrich Ram k 370 ed il portentoso Kirie k341. A Monaco
Amadeus era pieno di entusiasmo, felice per avere composto un capolavoro come
"Idomeneo" e quindi non aveva nessuna voglia di tornare a Salisburgo.
Malgrado fosse ormai scaduto il tempo concessogli da Colloredo, egli rimase a
Monaco per oltre quattro mesi, sino a marzo del 1781. Dopo questo periodo Leopold
e Nannerel tornarono a casa, mentre Amadeus raggiunse Colloredo a Vienna, dove si
era momentaneamente trasferito per assistere l'anziano padre ammalato.
Amando molto Vienna, questo cambiamento rese Amadeus felice, nel frattempo
anche quello che era stato sino ad allora un ostacolo venne a cadere, l'imperatrice
Maria Teresa era morta e questo poteva forse significare maggiori possibilità di
lavoro per lui.
Appena giunto, il Vescovo rimproverò aspramente Amadeus per il ritardo,
ciò che più faceva infuriare Colloredo era il successo ben retribuito del suo
dipendente, che aveva guadagnato con un opera quanto da lui pagato per un anno di
lavoro, poteva aumentare la voglia di libertà in Amadeus, e cosa non trascurabile, nel
periodo di assenza lui aveva comunque dovuto versagli lo stipendio senza goderne i
servigi.
In quella primavera la capitale austriaca era in continua espansione, pare che tra città
e sobborghi, vi abitassero circa trecentomila persone, vi erano molti teatri, musicisti,
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una importante casa editrice musicale, e cosa molto importante, un vasto e
competente pubblico di melomani.
Giuseppe II
Quando giunse nella capitale, era da poco divenuto imperatore Giuseppe II.
L'imperatore si interessava molto alla musica che occupava un posto importante nella
vita della città.
Grazie all'interessamento dell'imperatore Mozart comporrà in seguito alcuni
capolavori lirici come: "Il ratto del serraglio"1781/82, "Le nozze di Figaro"1785/86,
"Cosi fan Tutte"1789/90.
Giuseppe II è passato alla storia come grande riformatore illuminista, e cambiò molte
cose sia nella politica che nel rapporto con la chiesa in Austria.
Sin dai primo giorno dopo l'arrivo Amadeus iniziò a frequentare gli ambienti nobiliari
ed aristocratici, già il giorno dopo diede un concerto nella casa del Principe Dimitri
Galitzin, inviato dello Zar, concerto che ancora una volta ottenne un grande successo.
Riprese anche contatto con le donne di casa Weber ( Fredolin era morto da qualche
tempo) dove, come sempre, venne ben accolto in particolare da Costanze.
Colloredo, geloso e indispettito, continuava a trattarlo come un valletto, e questo non
faceva altro che aumentare in Amadeus la voglia di ribellione.
Un giorno il Principe-Vescovo venne invitato dal Principe Galitzin grazie al fatto che
avrebbe portato con se Amadeus. Il cerimoniale stabiliva che i musicisti facessero
anticamera fin che il maestro di cerimonie non desse loro il permesso di entrare in
sala per andare a sistemarsi in un angolo ad aspettare di poter cominciare a suonare.
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Mozart, invece, entrò in casa Galitzin senza farsi annunciare, l'autore di "Idomeneo"
pensava che per entrare in una sala da musica non avesse bisogno di essere
annunciato da un maestro di cerimonie in livrea, lo pensò e agì di conseguenza, passò
davanti ai valletti allibiti, attraversò la sala e andò direttamente a salutare il principe
russo, si sedette al posto d'onore d iniziò una amichevole conversazione con lo stesso.
Questo fece letteralmente infuriare Colloredo che mal sopportava le libertà prese da
Amadeus e quindi si sentì in dovere di punirlo. Gli vietò di dare concerti sia pubblici
che privati se non decisi da lui.
La Vienna elegante, colta e nobiliare si indispettì a tal punto che Colloredo fu
costretto, controvoglia, a recedere tale divieto solo pochi giorni dopo.
Il continuo successo di Mozart preoccupava molto il Vescovo e anche Leopold,
entrambi avevano capito che presto avrebbero potuto perdere la loro gallina dalle
uova d'oro, cosa che entrambi, per motivi diversi, non potevano permettersi, uno per
il prestigio, l'altro, più prosaicamente, per il danaro, e quindi tutti due spingevano per
far si che Amadeus tornasse a Salisburgo.
Amadeus non aveva però nessuna intenzione di fare ritorno e continuava a lavorare
per portare a termine "Il ratto del serraglio" prima opera in lingua tedesca.
Colloredo pretendeva che Amadeus rimanesse suo servo, mentre Amadeus voleva
invece liberarsi, tanto che un giorno si presentò dal conte Argo, camerlengo del
Vescovo, per presentare le dimissioni, cosa non possibile in quel tempo, un
dipendente non poteva dimettersi ma solo essere licenziato. Mozart non impiegò
molto a fare si che ciò avvenisse, continuava a dare concerti e a comportarsi in modo
da esasperare Colloredo, il quale, non potendone più di questo servo indisciplinato,
un giorno lo fece convocare da Argo e lo fece cacciare, si dice, con una pedata nel
sedere.
Fonte : Wam la vita e il tempo di Wlfgang Amadeus Mozart. Edizioni Laterza
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