no 27 - Anno III
LUGLIo 2014
presenta
GRATIS
L’informazione del Lago di Bolsena
Editoriale
Viaggio nel borgo di Marta: “I politici: non se ne salva nemmeno uno!”
Questo numero di RadioGiornale, che esce in concomitanza
con l’Est Film Festival, è fortemente orientato alla cultura
e allo spettacolo. Abbiamo pertanto chiesto a Maurizio
Liverani – celebre giornalista, regista e scrittore, fra l’altro
vincitore lo scorso anno del Premio Scrapante Nazionale
a Marta- di fare il punto – con la sintesi che caratterizza
ogni sua più profonda analisi - sulla attualità della cultura
e dello spettacolo in Italia, anche alla luce dei veri e propri
rivolgimenti ideologici e politici di questi ultimi anni.
ALLA CULTURA DI
SINISTRA...
MANCA QUELLA DI
DESTRA
di Maurizio Liverani
Il pubblico delle sale cinematografiche si muove soltanto
per film-evento; quello televisivo è distratto, non presta
eccessiva attenzione a quanto si svolge sul piccolo
schermo. Gli indici di ascolto non tengono conto di questa
“indifferenza” casalinga del grande pubblico. Nel tentativo
di renderlo attento, le reti televisive esagerano - esuberanti
di parolacce - degradano, baroccheggiano. Tanti anni fa, il
compianto Alberto Ronchey invitò la tv di stato a far posto
alla cultura. Qualche emittente a notte fonda si attiene a
questa regola, obbedendo alle critiche documentate dello
scomparso giornalista.
I film di qualità vengono tutt’oggi relegati alle ore piccole.
Alle ore predilette dal pubblico viene offerta la fiction,
o svaghi musicali pieni di bellone che sono, per dirla con
Jean Baudrillard, in “cassa integrazione del desiderio”. Una
censura strisciante si pone al crocevia dei premi letterari.
Nel clima nuovo che si respirerebbe con l’attuale governo,
molti si attendono revisioni, riproposte. Per esempio,
un’indagine sull’avversione verso Cesare Pavese, uccisosi
per non aver trovato una “purificazione poetica”. Pavese
non fraternizzava con la conventicola dei letterati romani,
provocando, con il suo “Diario”, l’ira dei suoi denigratori
che si tradusse in un lavoro di distruzione dell’opera dello
scrittore piemontese.
Un suicida è uno sconfitto, uno che non crede nei valori
di cui si fa portavoce il marxismo. Alla sinistra, di solito, a
eccezion fatta per Pasolini, preme più uno scrittore vivo
che uno scrittore morto. Soltanto un candido può credere
che il mondo culturale italiano sia pronto all’autocritica. Si
è appena accennato alle colpe della cultura ufficiale verso
uno dei maggiori scrittori italiani, Guido Morselli, il cui
suicidio (avvenuto nel ‘73) è ancora avvolto nel mistero.
Soltanto a uno scrittore autentico poteva venire in mente di
descrivere nel “Comunista” i vizi, i cedimenti, i compromessi
della vita interna del Pci. La censura è stata introiettata negli
“uomini di lettere” al punto che non c’è quasi più nessuno
da perseguitare nel mondo della cultura. Ecco spiegata
anche la mancanza di una cultura di destra, tanto invocata
da sinistra.
LAGOnìa
Braccio di ferro tra amministrazione
della società e un gruppo di sindaci
Cobalb: la fine a breve?
Enel richiede un pignoramento per 700mila Euro
di Osservatorio Ambientale del Lago di Bolsena
Continua il braccio di ferro
che paralizza l’amministrazione del COBALB ormai da
tempo. Oppone un gruppo
di comuni – Montefiascone, Marta e Capodimonte -,
ancora minoritario, al resto
dei soci. La totale assenza di
trasparenza rende difficile
un’analisi della situazione.
Da costatare, globalmente,
che l’interesse dei cittadini
conta poco per chi è incaricato ad amministrare il
bene comune. Sembrerebbe che il gruppo minoritario
miri a un commissariamento immediato della società:
così si sarebbe espresso il
sindaco di Capodimonte du-
I pescatori del Lago di Bolsena
non sanno più che pesci prendere
In sofferenza con le vendite del pesce e con guadagni irrisori, avvertono:
“Abbiamo riscontrato che tanti dal mare attraccano nel nostro Lago e lavano
i motori senza alcun controllo, contaminando l’acqua”.
di Caterina Berardi
Incontriamo al borgo di Marta
uno sparuto gruppetto di pescatori che disquisiscono del più e
del meno, tra un tiro di sigaretta
e un altro. Al centro del tavolino
della vita la situazione della loro
realtà lavorativa.
Sotto l’ombra degli alberi, dopo
una dura giornata di lavoro, tirano le somme di una situazione avvilente. Verrebbe da dire: “non ci
sono più i pesci di una volta”. Non
è una frase fatta, è la triste verità.
Come vanno gli affari?
Eh, male. Non esiste più un ricambio del pesce. Il coregone non si
pesca ed è sparito pure il persico.
A questo si aggiunge anche il problema della vendita, non si vende
più.
Cosa è cambiato rispetto al passato?
Sono cambiate tante cose. I pesci
più richiesti: persico, tinca, lattarino, coregone; non ci sono più.
Andrebbero ripopolati. Anche le
alghe non sono più quelle di un
tempo. Noi le chiamiamo “le ioiole”, sembra erba cipollina.
Prima era di un verde brillante,
ora è putrida, puzzolente e coperta di fango. I pesci non hanno più
il loro habitat. Sono troppe anche le barche a motore in questo
Lago.
Abbiamo riscontrato che i possessori delle barche a motore al
mare, siccome qui hanno costi
meno elevati, vengono ad attraccare i loro natanti nei nostri porti. Addirittura lavano i motori nel
Lago contaminando l’acqua. Noi
qui (indicano il muraglione) prima
facevamo il bagno e ci pescavamo
rante la recente riunione convocata d’urgenza
dal direttore Pierangeli.
Marta e Montefiascone
hanno disertato l’incontro confermando la loro
avversità all’attuale gestione. Il raggruppamento opposto propone una
mediazione e ha deciso
di affidare a un consulente esterno il compito
di indicare una via d’uscita. Ambedue le parti
fanno valere argomenti
importanti: gli uni si rifiutano di continuare
una situazione di stallo
amministrativo diventata insostenibile e non stimano utile opporsi alla
chiara volontà dell’amministrazione regionale
le tinche, adesso non si vedono
neanche più. Hanno limitato la
navigazione a motore ovunque,
nel Lago di Bolsena no. I politici:
non se ne salva nemmeno uno!”
Avete provato a fare un esposto
alle autorità competenti segnalando questa situazione?
Non è con la burocrazia che si può
salvare il Lago. Mentre si parla negli uffici qui è tutto morto. La verità è che non gliene frega niente a
nessuno. Qualcosa con le associazioni si è mosso e anche col vostro
giornale avete posto il problema,
ma non cambia niente. Poi dicono
che vogliono innescare la ripresa,
ma di che?
Come si fa a mantenere una famiglia con questo lavoro?
Noi stamattina ci siamo alzati
(loro referente politico)
di far confluire COBALB
in Talete. La parte opposta, temendo la compromissione dell’operatività
della struttura, non ritiene opportuno l’affidamento del servizio di gestione delle acque reflue
a un commissario proprio in questo momento
alle 4,30 e abbiamo pescato solo
4 chili di tinca. Sa quanto abbiamo guadagnato? 4 euro, perché
la tinca sta a 1 euro al chilo, c’ho
rimesso 10 euro di benzina per
spostare la barca. A noi ci danno
questo. E’ chiaro che chi rivende,
ricarica a un prezzo poco più alto.
Consideri che il nostro guadagno
giornaliero si aggira sui 20 euro.
Quanti pescatori sono rimasti al
borgo che fanno questo lavoro?
Più o meno una trentina. Non
guardi le barche, sono più barche
che pescatori. Questo Lago ha
tanti problemi. Prima qui al borgo
non si allagava mai, adesso quando piove si allaga tutto.
Anche il porto che stanno facendo
è inutile. Bastava quello che c’era,
per cosa poi? Per far entrare altre
barche?
critico, all’inizio della stagione, e rileva il rischio
dell’entrata della loro
società in un’altra – Talete - oberata da un debito di 13 milioni di euro e
minacciata, da un giorno
all’altro, di fallimento. A
questa minaccia è concretamente esposto il
COBALB: contro il quale
l’ENEL ha mosso, qualche
settimana fa, una richiesta di pignoramento per
una somma che supera
700 mila euro. Nel tentativo di trovare una via
d’uscita, il Prefetto aveva
convocato, per martedì 8
luglio, Provincia, sindaci
e rappresentanti dell’ENEL. L’incontro non ha
dato nessun esito. Senza
chiare garanzie da parte
delle istituzioni competenti (Regione in primis),
l’ENEL non è apparentemente disposto a transazioni. Sappiamo che la
Regione vuole la fine del
COBALB: una fine che potrebbe arrivare a breve
qualora il pignoramento
diventasse esecutivo.
LUGLIo 2014
VEDUTA SCRAPANTE
di Giacomo Carioti
MONTEFIASCONE PROTAGONISTA DA SEMPRE DELLA SCENA MONDIALE (….MA LO SAPEVAMO?...)
Cecilia Bartoli, grande interprete storica
dell’opera rossiniana
Il capolavoro di Gioachino Rossini “Cenerentola” è ambientato a Montefiascone.
Il protagonista maschile dell’opera, patrigno di Cenerentola, è Magnifico, il Barone
di Montefiascone. I luoghi dove si svolge
l’azione sono il Palazzo baronale di Magnifico (semidiroccato…), ed il casino del
Principe Ramiro (Signore di Salerno ma
villeggiante a Montefiascone), che si trova
a poca distanza dal centro cittadino.
Questa ambientazione (pur se orientata
ad una certa bonaria, e comunque positiva e simpatica, ironia) non è né casuale né
superficiale: basti leggere attentamente il
libretto che Jacopo Ferretti scrisse intorno
al 1816 per rendersene conto. Ecco i riferimenti ad alcune evidenze, che fugano
ogni dubbio interpretativo:
nella scena 6^ del 1° Atto , Dandini (il
cameriere di Ramiro che si spaccia per il
Principe), così definisce i presenti: “Vere
figure etrusche…”;
nella scena 8^ del 1° Atto , Dandini, il Barone Magnifico e Don Ramiro, si scatenano in un “mottetto” nella cantina del Principe, in competizione fra loro per esaltare
le qualità dei vini: Magnifico viene sottoposto alla prova del “trigesimo sorso”, per
capire se –come lui afferma- è davvero un
grande esperto;
nella scena 10^ del 1° Atto, il Barone viene
riconosciuto “Magnifico cantiniere”, decanta 30 botti, beve per tre, e si esibisce
nella celebre aria “Noi Don Magnifico…”;
nella scena 1^ del 2° Atto, le usanze, le “La Cenerentola” nella più recente versione ambientata in un pub
ambientazioni e le tradizioni della zona di
Montefiascone e del Lago, vengono esal- valorizzata in tutti i modi possibili, anche Intanto, “Cenerentola” è oggi l’opera liritate e sottolineate nelle arie “Corpo del per dare una impronta davvero culturale ca più acclamata e rappresentata: qualmosto cotto…” e “…Chi la pesca dell’an- ad un luogo così privilegiato all’interno di che settimana fa ha ottenuto un enorme
guille…”
uno dei massimi capolavori della lirica?
successo al Festival di Salisburgo, con CeC’è bisogno di dire di più, per rendersi con- Eppure, dubitiamo che la maggior parte cilia Bartoli (storica protagonista di tante
to che la “Cenerentola” di Rossini dovreb- dei montefiasconesi ignori del tutto que- versioni dell’opera) trionfatrice in questa
be essere, da sempre, un fiore all’occhiel- sta particolarità, anche perché le istitu- “novità” modernizzata e “pop” ambienlo culturale della città di Montefiascone, zioni non se ne sono mai curate…
tata in una tavola calda…
“CENERENTOLA” AMBIENTATA A MONTEFIASCONE: SARA’ COSI’ ANCHE NEL NUOVO “DISNEY”?
di Quinto Ficari
Il Barone di Montefiascone
Montefiascone deve gran parte della
sua popolarità, oltre che per le sue
indiscutibili bellezze naturali, i suoi
prestigiosi monumenti , la sua storia ricca
di protagonisti illustri, e naturalmente
per la leggenda di Defuk, che sacrificò l
propria vita alla bontà del vino locale, il
celeberrimo EST! EST!! EST!!!, anche ad
un’altra circostanza, che probabilmente
non è mai stata adeguatamente
sottolineata come meriterebbe, e che
potrebbe invece, forse, essere un ulteriore
ingrediente che dovremmo utilizzare per
fare promozione turistica…
Mi riferisco alla versione teatrale di una
delle fiabe più famose di tutti i tempi: La
Cenerentola.
La favola di Cenerentola ha conosciuto
diverse versioni nei secoli; addirittura
l’origine del racconto pare abbia origini
antichissime...nella tradizione fiabesca
europea la conosciamo nelle versioni
di Giambattista Basile (1634), Charles
Perrault,(1697) e dei fratelli Grimm (1812).
Della favola venne realizzata una opera
lirica, realizzata da Gioacchino Rossini,
(Titolo completo: “La Cenerentola, ossia
la Bontà in trionfo”), un dramma giocoso
in due atti su libretto di Giacomo Ferretti,
che venne rappresentata per la prima volta
al Teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817.
Ebbene, in questa versione operistica, la
vicenda si svolge nel castello del patrigno
di Cenerentola, Don Magnifico, il Barone
di Montefiascone…che così si presenta:
“…Noi Don Magnifico, Duca e Barone,
Dell’antichissimo Montefiascone,
Grand’intendente, Gran presidente,
Con gli altri titoli Con venti eccetera,
Di nostra propria Autorità,
Riceva l’ordine Chi leggerà,
Di più non mescere Per anni quindici
Nel vino amabile D’acqua una gocciola…”
Dell’opera
lirica,
eseguita
dalla
Metropolitan Opera di New York, è
appena uscita, nel maggio scorso, una
versione destinata alla proiezione nei
cinema, e nel marzo 2015 uscirà anche
una nuova versione cinematografica
vera e propria realizzata dalla Walt
Disney, che si ripropone di bissare il
grande successo che nel 1950 toccò
alla prima. Nell’ipotesi che anche in
quest’ultima versione hollywoodiana
della Cenerentola fosse prevista la
presenza di Don Magnifico, Barone di
Montefiascone, lascio immaginare che
tipo di ritorno in termini di promozione
potremmo avere… speriamo bene…
Un’illustruzione di fine Ottocento per
“La Cenerentola“
E, A PROPOSITO DI CINEMA, RICORDIAMO IL TENENTE COLOMBO…!
Nel 2° episodio della 3^ stagione un “ruolo chiave” per il vino di ... Monte Fiascone
di Emanuele Carioti
La fiaschetta somiglia a quella prodotta per
l’anniversario dell’Est Est Est. La tira fuori
Peter Falk per offrirla a Donald Pleasance.
Siamo nel secondo episodio della 3^
stagione della celebre serie “Il Tenente
Colombo” intitolato ‘L’Uomo dell’Anno’
e girato nel 1973. Il grandissimo Peter
Falk è nei panni del detective mentre
Donald Pleasence è il Sig. Carsini, italoamericano, gran sommelier e produttore
di celebri vini, oltrechè collezionista di
nettari pregiati; la scena è quella finale,
dove Colombo, ricevendo da Carsini la
confessione di aver commesso l’omicidio
del fratellastro per motivi di interesse,
prima di portarlo in galera (e molto
probabilmente avviarlo alla camera a
gas) lo consola offrendogli una Fiaschetta
di vino bianco di Monte Fiascone. I due
stappano e brindano, esaltando nei loro
commenti la straordinaria qualità di quel
vino.
Fin qui la “chicca” cinematografica,
veramente particolare e curiosa,
consacrata dalla fama e dalla longevità
della serie televisiva, vista e regolarmente
ripetuta in ogni parte del mondo.
Il mistero su cui indagare è nel retroscena
dell’etichetta: nessun accenno all’ Est
Est Est, bensi esaltazione del vino di
Monte Fiascone. Proprio così, due parole
staccate.
Ci metteremo sulle tracce di questa
citazione, e cercheremo di svelare il
mistero, magari andando a cercare la
sceneggiatura originale o i retroscena,
anche commerciali, della produzione.
Se qualche lettore ne sapesse qualcosa
di più (magari ricordando qualche
cronaca dell’epoca) ce lo faccia sapere:
si tratta comunque di una citazione
che entra di diritto nella nostra storia,
attraverso una delle più memorabili
“icone” televisive di livello mondiale…
(…ma perché non proiettare queste
“memorie” nel nostro cinema estivo
all’aperto, magari parlandone insieme,
La scena in cui Peter Falk regala a
Donald Pleasance una fiaschetta di vino
di Monte Fiascone
discutendone…? Questa si che sarebbe
cultura cinematografica legata al
territorio…).
LUGLIo 2014
Duo Diaphonia, ecco le
“Dissonanze Consonanti”
La strana alchimia di una chitarra e un saxofono soprano
di Fabrizio Mecali
Metti un saxofono soprano e una chitarra classica. Impossibile? “Bisogna essere sempre un po’ improbabili”,
amava dire Oscar Wilde. E queste parole riecheggiano
forti sul colle falisco, almeno ogni volta che suonano i
‘Duo Diaphonia’. Al secolo stiamo parlando di Marco
Corsi e Marco Intoppa, musicisti “sfegatati”. Di quelli fatti
di passione e cocciutaggine. Talmente cocciuti da mettere insieme qualcosa di difficile, poco sperimentato, ma
terribilmente coinvolgente.
‘Duo Diaphonia’, un nome particolare. Che significa?
Durante il Medioevo, la parola greca diaphonia veniva
utilizzata per indicare la dissonanza, il contrasto tra i
suoni (contrapposta alla parola symphonia che invece
indicava la consonanza). La scelta di questo nome è legata al periodo in cui si pensava di dar vita al duo (durante
il biennio di specialistica al conservatorio), quando tutti i pareri espressi, sia da docenti sia da colleghi, erano
concordi sul fatto che non fosse una buona idea, data
la indiscutibile difficoltà di far coesistere due strumenti
dinamicamente così diversi. Questa tesi era anche supportata dalla quasi totale assenza di materiale musicale
edito per questo specifico organico. Da qui, la semplice
volontà iniziale di suonare insieme si è trasformata via
via in una sorta di sfida mirata a costatare se, effettivamente, questa formazione non avesse motivo di esistere, operando in contrasto con tutti i luoghi comuni e le
problematiche che ci erano state presentate.
Oggi, a distanza di circa tre anni dalla formazione del
duo, visti i riscontri positivi ottenuti dal pubblico, la registrazione di un cd, la pubblicazione da parte di una casa
editrice dei nostri brani originali e l’attività concertistica
in costante crescita, possiamo affermare con certezza
che quello che conta più di ogni altra cosa è quanto si
crede in quello che si sta facendo.
La determinazione nel raggiungere un obiettivo offre
tutti i mezzi necessari per poter intraprendere il “nostro” percorso e far sì che il futuro che desideriamo oggi,
a piccoli passi, diventi il presente di domani.
Qual è il vostro repertorio musicale?
Comprende sia trascrizioni sia materiale originale. Le
prime sono state realizzate scegliendo brani appartenenti a contesti musicali assai distanti da quello del duo
(composizioni originali per pianoforte, orchestra ecc.)
cosi da poter offrire comunque un prodotto nuovo all’ascolto. Per quanto riguarda il materiale originale, si può
dire che è il vero punto di interesse del progetto. Vista
l’assenza di materiale edito si sta creando un repertorio
sempre più ampio, pensato appositamente per esaltare
le caratteristiche timbriche del duo. Tutte le trascrizioni
le composizioni sono curate da Marco Corsi.
Nel repertorio sono presenti anche brani solisti tratti
dal repertorio moderno e contemporaneo di entrambi
gli strumenti. Questa scelta ha il fine di far conoscere e
apprezzare anche a un pubblico generico dei brani spesso conosciuti solo da ascoltatori di nicchia. Per quanto
riguarda la chitarra è presente in particolare una composizione che è stata dedicata a Marco Corsi dal famoso
compositore-chitarrista “Roland Dyens”.
Quali sono le finalità del vostro progetto?
Miriamo a ricreare una situazione di ascolto puro, dove
la musica è l’unica protagonista, cercando di coinvolgere
in questo sia l’estimatore, sia l’amatore.
Oggi è impensabile assistere a un’esibizione dove parallelamente alla musica non
siano presenti elementi aggiunti come danza, immagini,
proiezione di filmati, giochi di
luci ecc. Si è creata ormai una
situazione di ascolto subordinata allo spettacolo, all’evento
a tutto tondo dove spesso non
è la qualità musicale al centro
dell’attenzione, ma il carisma o
la stravaganza del personaggio
che si esibisce.
Quali sono state le vostre ultime esperienze più significative?
Prima tra tutte è stata la realizzazione di un cd autoprodotto
registrato nei locali del museo
di architettura di ‘Antonio di
San Gallo il Giovane’, alla Rocca
dei Papi di Montefiascone. Dopo vari esperimenti abbiamo scelto questo luogo per le sue ottime qualità acustiche, adatte alle nostre esigenze.
Anche la pubblicazione di alcune composizioni da parte
della casa editrice ‘Edizioni Musicali Sinfonica’ di Milano
è stato per noi un grande riscontro per tutto il lavoro
fatto.
Siamo stati infine recentemente invitati a partecipare al
festival ‘Les Son Du Lub’ in Francia e alla radio lcd 95
di Torino per tenere un’intervista nel programma ‘Corde
Tastiere e Pelli!’ di Marco Basso.
Dove vi possiamo ascoltare?
Abbiamo diversi appuntamenti durante l’estate
che pubblicizzeremo su facebook e sul nostro sito
(http://www.duodiaphonia.com). Sempre sul nostro
sito si possono anche trovare video e tracce audio.
[Leggi la versione integrale su www.radiogiornale.info]
[Leggi l’intervista integrale su www.radiogiornale.info]
Il delegato sta lavorando a un piano per incentivare le adozioni degli animali
Canile di Montefiascone, Bacchiarri replica a Iacoponi:
“Si limiti a rispettare il contratto di gestione”
“Presto andremo nelle scuole elementari e in piazza”
di Roberto Pomi
Canile di Montefiascone, il Comune sembra intenzionato a
cambiare marcia. Il delegato
Giovanni Bacchiarri replica alle
dichiarazioni del gestore della
struttura Giuseppe Iacoponi.
Per chi si fosse perso quanto
detto da Iacoponi su RadioGiornale di maggio, riproponiamo la
celebre frase: “Il Comune non
comanda, qui comando io”. Il
luogo “del comando” sarebbe proprio il canile. E dalla risposta del delegato facciamo partire quest’intervista.
Cosa replica alle dichiarazioni del signor Iacoponi?
Il signor Iacoponi è affidatario del canile comunale, questo non vuol dire che comanda lui. Si deve semplicemente occupare della gestione. Una persona non può dire
certe cose, la prendo come un’esternazione nervosa.
L’unica cosa che conta è il contratto di gestione, Iacoponi si preoccupi di rispettare quanto indicato dal Comune,
perché è naturalmente il Comune che “comanda”.
Al di là delle note di colore, veniamo alle cose concrete.
Ha effettuato un sopralluogo al canile? Che situazione
ha trovato?
Sono state di recente e con me
è venuto un rappresentante
dell’Enpa. Abbiamo visitato
l’intera struttura. Devo dire
che la struttura, al momento
della nostra visita, è apparsa
ben pulita. Certo non è tutto al
top. Ci sono dei manufatti nuovi che sono perfetti, ma una
parte è costituita di manufatti
vecchi che andrebbero sistemati. Questo però non dipende dalla volontà del gestore, piuttosto dai fondi che il Comune dovrebbe stanziare
per migliorare lo stato delle cose. Ho anche parlato con
i medici della Asl che mi hanno rassicurato sul modo in
cui gli animali sono tenuti.
A proposito di fondi da stanziare, quanto paga il Comune per il canile?
Circa 30mila euro all’anno. Soldi che servono per gestire
la pulizia della struttura, il mangiare per gli animali, per
pagare il servizio veterinario. In realtà ne servirebbero
anche di più per gestire i 50/60 cani che si trovano nella
struttura.
C’è un modo in realtà per contrarre i costi e fare un mi-
glior servizio. Si dovrebbe cercare di affidare i cani. Più
giorni per le visite, iniziative di comunicazione; queste
alcune cose che magari potrebbero tornare utili. Come
la pensa l’amministrazione Cimarello su questi aspetti?
Condivido, il Comune deve lavorare per facilitare e stimolare le adozioni. Sto ragionando su come impostare
questo tipo di lavoro. Abbiamo intenzione di sviluppare
due azioni: 1) sensibilizzazione nelle scuole sulle adozioni dei cani, 2)incontri in piazza con gli animali del canile
per stimolare le adozioni. In buona sostanza puntiamo a
risolvere tutti i problemi alla radice: fare adottare quanti
più cani possibile.
Ha seguito tutta la vicenda che ha visto un certo attrito
tra Iacoponi e l’associazione ‘Mi fido di fido’? Che idea
si è fatto?
Sì, ho seguito. Iacoponi sostiene che più di tanto non riesce a fare. Come delegato mi impegno a riattivare un
rapporto e dialogo sano tra le associazioni e il canile
comunale. Mi prendano come referente e, con buona
volontà, sapremo dare risposte migliori per il bene dei
cani in struttura.
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RadioGiornale - Mensile d’informazione sociale e culturale
N° 27 Anno III del 12 LUGLIO 2014
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Registrazione Aut. Trib. Viterbo n°17/11 del 21/12/2011.
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I pescatori del Lago di Bolsena non sanno più che pesci prendere