COMUNE DI PORTO TOLLE Assessorato alla Cultura Organizza una gita al Domenica 1 Febbraio 2015 – ore 15.30 per assistere all’Opera Lirica I PURITANI Opera seria in tre atti - Libretto di Carlo Pepoli - Musica di Vincenzo Bellini Artisti Enrichetta Rossana Rinaldi / Martina Belli Giorgio Valton / Riccardo Zanellato Gianluca Buratto Elvira, figlia di Gualtiero Jessica Pratt / Maria Aleida Bruno Robertson Saverio Fiore Lord Gualtiero Gianluca Margheri Lord Arturo Talbo Antonino Siragusa / Jésus Léon Riccardo Massimo Cavalletti / Julian Kim - Costo del pullman € 23,00 Costo posto a sedere primo settore € 64,00 Costo posto a sedere secondo settore € 45,00 Partenza da P.zza L. Europa ore 10.30 Pranzo al Sacco Rientro previsto per le ore 23.00 circa Termine ultimo per aderire e per il pagamento dell’intera quota: 15 Gennaio 2015 Per info e prenotazioni chiamare i seguenti numeri: Silvia Bertaggia – Segreteria del Sindaco 0426/394417 - Silvana Cavallari – Resp. Biblioteca 0426/380789 Il 24 gennaio 1835 al Théâtre-Italien di Parigi va in scena I Puritani, l’ultima opera composta da Vincenzo Bellini. Un successo trionfale, a cui contribuisce la presenza in locandina, nei ruoli dei quattro protagonisti, di vere e proprie star dell’epoca: Giulia Grisi, Giovanni Battista Rubini, Antonio Tamburini, Luigi Lablache. L’apoteosi del belcanto italiano in un dramma ambientato nell’Inghilterra del XVII secolo, dove a brucianti passioni private si intrecciano aspre tensioni politiche e dove le ragazze, cullate dalle “melodie lunghe, lunghe, lunghe” che tanto piaceranno a Giuseppe Verdi, impazziscono per amore. I puritani e i cavalieri, più noto con il titolo breve I puritani, è un'opera seria in tre atti di Vincenzo Bellini su libretto di Carlo Pepoli, tratto dal dramma storico di Jacques-François Ancelot e Joseph Xavier Boniface (noto col nome di Saintine), Têtes rondes et Cavaliers. Debuttò al Théâtre Italien di Parigi il 24 gennaio del 1835, con esito trionfale. In Italia la prima rappresentazione è stata il successivo 26 dicembre al Teatro alla Scala di Milano diretta da Eugenio Cavallini. • • • Nascita dell'opera Bellini compose la sua ultima opera in nove mesi, dall'aprile del 1834 al gennaio del 1835: una gestazione per l'epoca insolitamente lunga. Durante questo periodo, l'impianto drammaturgico subì trasformazioni radicali e il compositore guidò passo dopo passo il lavoro dell'inesperto librettista. Inizialmente strutturata in due atti, l'opera fu suddivisa in tre atti poco prima dell'andata in scena; la nuova suddivisione fu resa necessaria dalla decisione di invertire l'ordine della Scena di Elvira ("Qui la voce sua soave") e del Duetto tra Riccardo e Giorgio, la cui stretta "Suoni la tromba, e intrepido" provocava un'immancabile richiesta di bis. Alla vigilia della prima rappresentazione, la lunghezza eccessiva dello spettacolo impose il taglio di tre brani, oggi sovente ripristinati in occasione degli allestimenti: Il cantabile del terzetto tra Arturo, Riccardo ed Enrichetta (atto I) Se il destino a te m'invola Il cantabile del duetto tra Arturo ed Elvira (atto III) Da quel dì ch'io ti mirai La stretta del finale (atto III) Ah! sento o mio bell'angelo Contemporaneamente alla versione per Parigi, Bellini approntò una versione destinata a un allestimento previsto al Teatro S. Carlo di Napoli, la cui protagonista doveva essere Maria Malibran e in cui la parte di Riccardo doveva essere sostenuta da un tenore. Per questa versione Bellini modificò alcuni numeri dell'opera, perlopiù trasportandoli a tonalità più gravi; inoltre il Duetto tra Riccardo e Giorgio fu soppresso, perché politicamente pericoloso, e sostituito da un breve recitativo. L'allestimento non ebbe però luogo, in quanto la partitura arrivò a Napoli in ritardo, e la versione napoletana fu riscoperta ed eseguita solo negli anni Ottanta del Novecento. Trama L'azione si svolge presso Plymouth, in Inghilterra nel secolo XVII, al tempo di Oliver Cromwell. La storia d'amore si intreccia con lo scontro politico fra il partito dei Puritani e quello degli Stuart, dopo la decapitazione di Re Carlo I. Atto I Scena: la fortezza di Plymouth. La notizia che Elvira Valton sta per andare sposa ad Arturo Talbo rattrista Sir Riccardo Forth, cui Gualtiero Valton aveva un tempo promesso la mano della figlia. Quando tutto è pronto per la cerimonia, Arturo, partigiano degli Stuart, riconosce in una misteriosa prigioniera la regina spodestata, Enrichetta Maria di Francia, che sta per essere accompagnata in tribunale. Con uno stratagemma, facendola passare per la sua sposa grazie al velo che la stessa Elvira, per gioco, le ha posto sul capo, Arturo riesce a lasciare le mura insieme alla prigioniera. Prima di fuggire, la coppia s'imbatte in Riccardo, che li lascia partire, ben felice di liberarsi del rivale. Alla notizia che il promesso sposo è fuggito con una donna, Elvira impazzisce. Atto II In una sala del castello, il buon zio Giorgio racconta con commozione agli astanti la follia di Elvira. Poco dopo la fanciulla compare, vaneggiando e chiamando a sé l'amato Arturo. Giorgio tenta di convincere Riccardo a non trascinare il rivale davanti al tribunale, poiché egli non è il solo responsabile della fuga di Enrichetta. L'occasione della resa dei conti sarà piuttosto l'imminente battaglia tra i puritani e i seguaci degli Stuart. Atto III La scena si svolge «in un giardino a boschetto, vicino alla casa d'Elvira». Sotto uno spaventoso uragano, il fuggiasco Arturo, braccato dai soldati dell'esercito puritano, tenta di avvicinarsi alla casa dell'amata, di cui ode la voce di lontano intonare la loro canzone d'amore. Arturo le risponde con la stessa melodia e finalmente Elvira lo riconosce e lo raggiunge. L'emozione è tale da farle tornare la ragione, ma la pace dura poco: l'esercito irrompe e circonda i due innamorati. Per Arturo è stata già pronunciata la condanna a morte quando uno squillo di tromba annuncia la definitiva sconfitta degli Stuart. Per celebrare la vittoria, Cromwell dispone un'amnistia: le tribolazioni di Arturo ed Elvira sono finite.