Progetto realizzato da: UNION DE I LADIN DE AGORT Preparazioni di cucina effettuate presso: Ristorante - Agriturismo BUSA DEI SBRASE - Taibon Agordino Ricette realizzate da: ANNALISA SCARDANZAN - Ristorante TABIA’ di Feder - Caviola DIEGO FERIGO - Ristorante FIDELIO di Sedico Stesura dei testi delle ricette: ANTONIA BORTOT Riprese video - Editing video: CESARE BENVEGNU’ - VIDEOPROJECT 2011 Musiche: SPRINGAORT DA CANAL Poesie: ANNALISA SCARDANZAN Copertine: GABRIELE RIVA Impaginazione grafica: BOVOLATO TIMBRI - Belluno PREMESSA: Per questo lavoro non e’ stata fatta alcuna ricerca di vecchie ricette, è stato solo riportato quello che si e’ detto e fatto durante le serate dedicate alla preparazione di alcuni semplici piatti della tradizione. Sono stati usati prodotti del luogo e ingredienti di recupero (avanzi). Nella cucina di un tempo non c’erano DOSI, non c’erano TEMPI DI COTTURA né era indicata la TEMPERATURA del forno. LE RICETTE: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) balote gnoch co la polenta vanzada gnoch de patate gnoch de pan sopa patate e zuca gréstel bàtoi frit pan frit bàtoi frit dolz carfogn torta de nos 1 ) “ BALOTE “ (canederli) Ingredienti: pane vecchio - 2 panini per una “ balota “ latte, se vengono consumati in giornata, o acqua se vengono consumati nei giorni successivi uova – 1 ogni quattro panini pancetta e/o speck salame e/o “ fridole “ ( ciccioli ) farina bianca formaggio stagionato grattugiato sale Bagnare il pane tagliuzzato con il latte tiepido o l’acqua; aggiungere gli altri ingredienti, amalgamare con le mani e lasciare riposare l’impasto; fare le “ balote “ e immergerle in acqua bollente salata per venti minuti circa. Servirli con brodo bollente e formaggio vecchio grattugiato. Si racconta che un tempo, a VALT di Falcade, ci fossero campi molto estesi coltivati a cavoli: questi, tagliuzzati e messi a macerare, venivano poi amalgamati all’impasto di pane per fare le “balote “ : in questo caso venivano servite asciutte contornate dagli stessi crauti. 2 ) “ GNOCH DE POLENTA VANZADA “ (gnocchi di polenta avanzata) Ingredienti : polenta avanzata farina bianca fecola 4 / 5 uova sale Spezzettare la polenta avanzata e passare i pezzetti al tritatutto; aggiungere un po’ di farina bianca, sale, fecola e le uova; impastare il tutto; con l’uso di un cucchiaio fare gli gnocchi e gettarli in acqua bollente salata; toglierli con una schiumarola e condirli con burro fuso e formaggio vecchio grattugiato. 3 ) “ GNOCH DE PATATE “ (gnocchi di patate) Ingredienti: patate farina bianca sale ricotta affumicata burro Lessare le patate, schiacciarle e amalgamarle con la farina; formare degli gnocchi e lessarli in acqua bollente salata; condire con ricotta affumicata o con burro fuso, oppure in una padella rosolare del “pastin “, aggiungere e rosolare cipolla affettata e far saltare gli gnocchi con aggiunta di formaggio vecchio grattugiato. 4 ) “ GNOCH DE PAN “ (gnocchi di pane) 5 ) “ SOPA “ Ingredienti: pane vecchio latte uova formaggio vecchio grattugiato farina bianca e/o pane grattugiato sale burro per condire Ingredienti : pane formaggio vecchio grattugiato brodo Bagnare il pane tagliuzzato con latte a temperatura ambiente; aggiungere le uova, il formaggio grattugiato, la farina bianca e il pane grattugiato; amalgamare con le mani e formare un impasto consistente e sodo; con l’uso di un cucchiaio fare gli gnocchi e gettarli in acqua bollente salata; toglierli con una schiumarola e condirli con burro fuso e formaggio vecchio grattugiato. Si racconta che un tempo il pane, messo nella pentola e coperto con abbondante brodo, venisse posto nel forno o sul bordo della cucina a legna dove “ pipava “. Rimaneva lì fintanto che i contadini rientravano dai lavori della campagna e trovavano così il pasto pronto. Talvolta veniva portata nei campi la pentola stessa. Affettare il pane e metterlo in una pirofila da forno; bagnare con brodo, fare un nuovo strato di pane, cospargere con formaggio vecchio grattugiato e bagnare ancora con brodo; mettere in forno caldo per gratinare. 6 ) “ RODOL DE PATATE E ZUCA “ (rotolo di patate e zucca) 7 ) “ GRESTEL “ Ingredienti: zucca patate ricotta affumicata farina bianca sale formaggio fresco e stagionato Ingredienti: carne lessata olio alloro cipolle patate lessate brodo Lessare le patate, schiacciarle e impastarle velocemente con farina e sale; stendere l’impasto su canovaccio infarinato aiutandosi col mattarello; sopra stendere la zucca cotta precedentemente al forno con poca acqua e schiacciata; aggiungere un po’ di sale e formaggio vecchio grattugiato; fare un rotolo aiutandosi con il canovaccio; cuocere in forno per venti minuti circa o in acqua salata; cospargere di ricotta affumicata e burro fuso. In una padella di ferro mettere olio, alloro, cipolla affettata e far brasare; aggiungere la carne lessata e le patate , tutto affettato; lasciare abbrustolire un poco; aggiungere il brodo e continuare la cottura a fuoco lento. Si racconta che un tempo le patate venissero conservate a “scur “ nel “ bus delle patate “: non doveva essere umido, non ghiacciare e doveva essere al buio; in primavera era compito dei bambini togliere le gemme per conservarle più a lungo. Si può sostituire la zucca con spinaci lessati, funghi trifolati o altro. La ricotta affumicata va grattugiata , compresa la crosta, se è fresca; se invece è stagionata la parte esterna va tolta. Si racconta che un tempo si ponesse la pentola sul bordo della cucina per far cuocere lentamente e far sì che la pietanza fosse pronta per il ritorno dei contadini dal lavoro dei campi. Il “ grestel “ può essere consumato abbastanza asciutto o reso un po’ più liquido aggiungendo un po’ di brodo. 8 ) “ BATOI FRIT “ 9 ) “ PAN FRIT “ (pane fritto) Ingredienti: patate lessate formaggio vecchio grattugiato uova farina bianca sale olio per friggere Ingredienti: pane vecchio ma non secco olio di oliva zucchero vino Schiacciare le patate lessate; aggiungere il formaggio vecchio grattugiato, le uova, la farina e il sale; formare degli gnocchi leggermente allungati; friggere in olio bollente; quando vengono a galla toglierli e cospargerli di formaggio vecchio grattugiato. Si racconta che un tempo venissero preparati in occasione del “ Pan e Vin “ o dei “ Pavarui “ (fuochi che venivano accesi la vigilia dell’Epifania), e venissero fritti nello strutto. Solitamente si usava la pasta degli gnocchi avanzata. Affettare il pane; dorarlo bene da entrambi i lati nell’olio caldo; mettere le fette dorate su un piatto e cospargerle leggermente di zucchero; spruzzarle di vino rosso dolce. Si racconta che un tempo il “pan frit“ facesse resuscitare anche i cavalli in quanto risulta un efficace ricostituente, molto energetico. 10 ) “ BATOI FRIT DOLZ “ 11 ) “ CARFOGN “ Ingredienti: patate lessate zucchero uova poco lievito vanillina sale farina bianca Ingredienti per la pasta: 1 kg. farina bianca 5 uova sale poco lievito vino bianco brandy 10 cucchiai di zucchero un bicchiere di olio Impastare gli ingredienti come per gli gnocchi; formarli leggermente allungati; friggerli in olio bollente; scolarli e zuccherarli. Si racconta che ad Agordo avessero la forma di piccola ciambella, non erano conosciuti invece a Rivamonte. Impastare bene gli ingredienti (tre uova intere più due rossi) fino a ottenere una pasta omogenea e stenderla in una sfoglia sottile; preparare il ripieno macinando gr. 400 di semi di papavero; aggiungere 2 cucchiai di zucchero, marmellata di albicocche o di pesche e biscotti secchi ridotti in briciole; distribuire l’impasto in piccole noci sulla sfoglia e chiuderla a tortello; friggere in abbondante olio di semi o strutto; cospargere di zucchero a velo. Si racconta che “el pavàre“ determinasse, un tempo, il prezzo di mercato come il sale. A Rivamonte si diceva: “te se come el pavàre“ a chi era cagionevole e delicato di salute perché delicata nella coltivazione, è anche la pianta di papavero. 12 ) “ TORTA DE NOS “ (torta di noci) Ingredienti per la pasta sfoglia: farina gialla 70 gr. farina bianca 500 gr. zucchero 200 gr. burro 250 gr. 2 uova una bustina di lievito sale Mescolare e impastare gli ingredienti fino a ottenere una pasta sfoglia; stenderla col mattarello e foderare una tortiera precedentemente imburrata Ingredienti per il ripieno: burro 50 gr. zucchero 80 gr. 2 uova latte 100 gr. farina bianca 150 gr. noci frantumate 150 gr. Montare il burro con lo zucchero; aggiungere uno alla volta le uova, il latte, la farina bianca e le noci frantumate; versare il ripieno nella tortiera foderata con la pasta sfoglia e infornare per circa mezz’ora. COL PAN . . . En sac de pan te ‘l bute via come se fuse roba da nia No te te pense de calche an fa cande che i dea par carità par en panet e doi croste seche i se lechea anca le rece. . . Se te a animai la te va anca ben te pol ghe ‘n dà en cin dopo l’ fen: conici e pite, porziei e cavai e i vanzarot i vien tuti magnai. Po’ el pan entiero te ‘l taie su par fa valc de bon da parà du: Metelo en mol co l’aiva o col lat, miscia su en cin e l’e subito fat. Inte pegnata buta ades tuti i gnoc e speta en cin fin che i e cot. Co la caza da bus tireli fora e conzeli co ‘l formai che l’e ora. En cin de butiro o desfrit co ‘l pastim e te rivarà ben prest a la fin. Se no te capise chel che l’e scrit prova a domandà e te sarà dit. Par altre ricete te dovarà spetà che me viene en ment calche novità. . . Vai a magnà prima che i se sfrede . . . e par la prosima a sarevede. ANNALISA FORMAI NOSTRAN Na feta de formai no l’e sol da magnà l’e tut en mondo che ghe vol salvà. Prai neti, e na montagna sana se i a sol se se cura la roba nostrana. Tut istà su co ‘l bestiam l’e na sfadigada ma se a voia de tornà su cande che l’erba la e pena spontada. Sol a Falciade malghe ghe n’e zinc o siei e l’e dent che laora con tuti i soi savei. Tute le matine prima che el dì el sie fat i e beleche en piè che i buta inte el lat inte le vasche nove o inte caudiera i fa formai e puina, a la vecia maniera. Entant che la pegna la gira par fa el butiro, i pensa beleche al laoro che venirà drio. Tira fora ‘l formai, girelo, salelo, metelo a stagionà che l’è chel che la dent venirà a zercà. Te ‘l taie du: l’e dal, co i oci toront e mai patì, l’e così bon che ‘l cambia tuti i dì, la zata del caser, en pascol con pi fior l’e chel che basta par ghe cambià ‘l saor. Sta roba bona no te la cate fora da ste vai, l’è na fortuna che ghe ‘n aone asai. Tuta sta sciona sol par ve contà che drio en bocon l’e tuta na realtà fat de pasion e de tradizion e fin che la dura l’e na benedizion! ANNALISA