Azienda Sanitaria Locale n°12 Polo Onc olog ico di Biell a Via Caraccio, 5 – 13900 Biella Tel. 015.350.3705 / Fax 015.350.3785 [email protected] – www.biella.poloncologico.it E.T. Progetto di Educazione Terapeutica rivolta a malati oncologici e loro familiari Responsabile: .................................................................................................... Dott. Mario Clerico Polo Oncologico Biella Tel. 015/350.3705 – Fax 015/350.3785 [email protected] Coordinamento: ..................................................................................................... Cesarina Prandi Polo Oncologico di Biella Tel. 015/350.3705 [email protected] Segreteria: .............................................................................................................. Nadia Benedetto Centro Accoglienza e Servizi Polo Oncologico di Biella Tel. 015/350.3353 – Fax 015/350.3785 [email protected] introduzione Nel nostro paese i tumori maligni sono la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Ogni anno circa 250.000 persone si ammalano e circa 150.000 pazienti muoiono di cancro; oltre un milione di malati ricorrono a strutture oncologiche per trattamenti medici, chirurgici e radioterapici, 1 o per effettuare controlli periodici dello stato di malattia. Il cancro ha quindi una grande rilevanza sociale ed un importante impatto emotivo a livello individuale. La diagnosi di cancro non tocca solo il malato, ma anche il suo nucleo familiare e la sua vita di relazione. L'idea - presunta o reale - di un futuro di sofferenza e morte è certamente destabilizzante per l'equilibrio psicofisico sia del malato sia dei suoi familiari. La malattia ed i trattamenti chemio/radioterapici non evocano infatti rappresentazioni mentali positive. Inoltre, non è infrequente che, anche nei casi di guarigione, i controlli clinici si protraggano per il resto della vita. Tutto ciò condiziona pesantemente la qualità della vita di chi ne è colpito. Quando ci si fa carico di un paziente neoplastico, nel caso in cui non ci siano i presupposti per poterlo guarire, lo scopo primario delle cure è rendere la sua patologia cronica. Le malattie croniche, proprio in ragione del loro aumento, hanno radicalmente cambiato il concetto di salute. Nell’opinione comune essere “sani” significa essere efficienti e in grado di svolgere le normali attività e di vivere quindi una “situazione di stabilità e di equilibrio psicofisico” piuttosto che di assenza di malattia e sintomi. Nell’ambito della cronicità, la salute è considerata come stato di equilibrio, mentre la malattia corrisponde alla crisi, ricadute e complicanze. Quando devono affrontare malattie croniche, medici e curanti sono chiamati a: modificare gli atteggiamenti e le loro competenze, affrontando la problematica delle malattie di lunga durata; coinvolgere il paziente in una continua cooperazione, risolvendo la problematica della motivazione; aiutare la persona a diventare un decisore competente, individuando le procedure di apprendimento più idonee. Questo processo educativo richiede un nuovo modello di assistenza e di insegnamento, che trova i suoi riferimenti in due concetti chiave: l’educazione terapeutica e l’empowerment. L’ Organizzazione Mondiale della Sanità definisce Educazione Terapeutica “strumento per aiutare il paziente e la famiglia a comprendere la malattia e il trattamento, collaborare alle cure proposte e necessarie, farsi quindi carico del proprio stato di salute, conservare e migliorare la propria qualità di vita”. Per ottenere questo risultato occorre attuare un trasferimento pianificato e organizzato di competenze terapeutiche dai curanti ai pazienti, responsabilizzandoli e creando una collaborazione attiva. Per Empowerment si intende “un processo che dal punto di vista di chi lo esperisce, significa "sentire di avere potere" o "sentire di essere in grado di fare". Costituisce una modalità dell'operatore sociale di accostarsi a chi ha un problema o a coloro che gli sono vicini e fare in modo che questi possano aiutarsi più di quanto potrebbero fare se fossero lasciati da soli, sopraffatti dalle difficoltà e in preda all'impotenza. È alla base del lavoro di rete, in quanto mira ad attribuire, o a riattribuire, potere d'azione al sociale, cioè ad una pluralità di persone in connessione. È un processo che permette agli individui, alle comunità di raggiungere il controllo della propria vita”. Questo vale anche per la condizione di ripristino di salute. Queste condizioni si possono raggiungere se si posseggono delle competenze pedagogiche che si acquisiscono grazie ad una formazione orientata ai principi dell’andragogia, essa è una teoria unitaria dell'apprendimento ed educazione degli adulti. Si tratta di un modello incentrato sulla comprensione dei bisogni di formazione degli adulti. M. Knowles fonda l’andragogia sui seguenti principi: il bisogno di conoscere, correlato ai vantaggi che si traggono dall’apprendimento; il concetto di sé come individuo autonomo e responsabile; il valore massimo all’esperienza, che arricchisce l’utilizzo delle risorse personali; la disponibilità all’apprendimento, che aumenta se i campi acquisiti sono applicabili; l’apprendimento orientato sulla vita reale; il valore della motivazione interna, per l’adulto in genere più forte delle pressioni esterne. 2 L'infermità, soprattutto se cronica, obbliga il paziente a scelte e comportamenti che investono la sua vita quotidiana (lavoro, studio, alimentazione, attività fisica, terapie farmacologiche e riabilitative, ecc.) anche negli aspetti più intimi (matrimonio, figli). Non deve, quindi, meravigliare che, per affrontare al meglio la malattia, il paziente possa avvantaggiarsi di specifici interventi educativi. A differenza dell'informazione, passiva ed incentrata su chi la fornisce, l'educazione è un processo interattivo incentrato su colui che apprende. L’informazione fa parte del dialogo tra curante e malato ed è costituita da un insieme di consigli, raccomandazioni e istruzioni. L’educazione è, invece, una pratica più complessa che implica una diagnosi educativa, la scelta di obiettivi d'apprendimento e l’applicazione di tecniche d'insegnamento e di valutazione pertinenti al fine di consentire al paziente di: Conoscere la propria malattia (sapere = conoscenza), Gestire la terapia in modo competente (saper fare = autogestione), Prevenire le complicanze evitabili (saper essere = comportamenti). Secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità "l’educazione terapeutica consiste nell’aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia ed il trattamento, a collaborare alle cure, a farsi carico del proprio stato di salute ed a conservare e migliorare la propria qualità di vita". Ciò implica un vero e proprio trasferimento pianificato ed organizzato di competenze terapeutiche dai curanti ai pazienti, grazie al quale la dipendenza lascia progressivamente il posto alla responsabilizzazione ed alla collaborazione attiva. Un compito così delicato rende, però, necessario da parte dei curanti il possesso di specifiche competenze pedagogiche, acquisite per mezzo di un’apposita formazione interdisciplinare. Anche se l’educazione dei pazienti all’autogestione, al giorno d’oggi, è, ormai, un principio largamente accettato nell’area dell’assistenza e cura, in molte patologie croniche, resta ancora da convincere la maggior parte del personale curante che l’educazione deve essere organizzata e pianificata con lo stesso rigore delle pratiche diagnostiche o terapeutiche. In effetti, se non si può negare che alcuni curanti, da molto tempo, abbiano iniziato ad «educare» i loro pazienti, bisogna riconoscere che, salvo rari casi, le loro pratiche educative non sono formalizzate in programmi veri e propri. Esiste, infatti, una differenza molto netta tra un’educazione di tipo "informale" e quella condotta secondo criteri e metodi pedagogici rigorosi. Infatti, "l’educazione consiste, invece, in un programma di formazione, al termine del quale il paziente diviene capace di esercitare autonomamente delle competenze terapeutiche che, in un altro contesto, sarebbero di responsabilità del curante". Attraverso lo sviluppo di precise competenze comunicative e educative, il personale sanitario può contribuire a: migliorare la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie; incrementare il controllo delle condizioni cliniche dei malati ottenendo una riduzione delle complicanze, una maggiore adesione al trattamento terapeutico e riabilitativo e la riduzione degli effetti indesiderati dei farmaci; promuovere un utilizzo più razionale e pertinente dei servizi da parte dell’utenza, migliorando la qualità del servizio, contenendo la spesa ed ottimizzando i tempi di gestione dell’assistenza sanitaria; sviluppare un modello di organizzazione assistenziale centrato sul paziente e sulla cooperazione tra quanti, a vario titolo (curanti, servizi sociali, volontariato) operano a favore del malato; favorire relazioni umane e professionali più armoniche anche tra i curanti. Per realizzare tutto ciò il progetto E.T. si propone di formare le competenze idonee per realizzare modelli di cura di educazione terapeutica rivolta a malati di cancro e loro famigliari in ogni Polo Oncologico 3 Nelle Oncologie Italiane manca un progetto unitario di formazione di Infermieri che possano sviluppare Progetti di educazione terapeutica. Gli infermieri avevano già da tempo la consapevolezza dell’importanza dell’azione educativa, che è espressa nel Profilo Professionale (D.M. 739 del 14-9-94).” …l’assistenza infermieristica….è di natura tecnica, relazionale, educativa che nel Codice Deontologico (12-5-99) “…l’infermiere ascolta, informa, coinvolge la persona e valuta con la stessa i bisogni assistenziali….”. Patricia Banner identifica tra le aree della pratica infermieristica il ruolo d’aiuto e la funzione d’insegnamento-coaching. I pazienti fanno affidamento sugli infermieri per tipi d’aiuto differenti da quelli che si attendono o ricevono da altre professioni d’aiuto. Il prestare aiuto dell’infermiere talvolta comprende semplicemente il coraggio di essere con il paziente, offrendogli qualsiasi conforto consentito dalla situazione. Le competenze specifiche per l’esercizio del ruolo d’aiuto sono: - Creare un clima idoneo e stabilire un programma d’impegno terapeutico (relazione terapeutica); - Assicurare misure di comfort e preservare l’individualità di fronte al dolore e ai sintomi delle terapie oncologiche, all’utilizzo di sistemi impiantati (venosi), a sistemi di modificazione dell’alvo naturale, dell’alimentazione; - Essere presente accanto al paziente nell’utilizzo dei servizi di diagnosi e cura; - Massimizzare la partecipazione del paziente e controllare il suo recupero; - Guidare il paziente attraverso cambiamenti emozionali, indirizzare, insegnare, mediare. Il ruolo di insegnamento-coaching è sicuramente quello che maggiormente ha a che vedere con l’educazione terapeutica: gli infermieri diventano esperti nell’allenare il paziente attraverso la malattia. Gli infermieri prendono ciò che è estraneo e fonte di timore per il paziente e lo rendono familiare e, quindi, meno spaventoso. Queste operazioni richiedono grandi capacità in quanto il discente è malato e vulnerabile. Le principali competenze richieste per questo ruolo, oltre ovviamente alla conoscenza della patologia, della sua evoluzione e delle terapie in atto sono: - Saper cogliere la disponibilità del paziente all’apprendimento di nuovi modi di vivere la propria esistenza anche dal punto di vista pratico (azioni quotidiane), integrate fra quelle fisiologiche e quelle che sono riferite al trattamento o alle conseguenze della patologia; - Aiutare i pazienti ad integrare nel proprio stile di vita le implicazioni della malattia; - Far emergere l’interpretazione che il paziente ha della malattia; - Dare una spiegazione delle procedure; - Rendere accessibili e comprensibili gli aspetti culturalmente evitati di una malattia. Obiettivo Generale del progetto Realizzare modelli di assistenza e cura secondo l’approccio dell’educazione terapeutica a malati di cancro e loro famigliari, attraverso la formazione degli infermieri e la progettazione concreta di ambiti applicativi. Nello specifico ciò consentirà di: • • • • • 4 migliorare la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie; incrementare il controllo delle condizioni cliniche dei malati, ottenendo una riduzione delle complicanze, una maggiore adesione al trattamento terapeutico e riabilitativo e la riduzione degli effetti indesiderati dei farmaci; promuovere un utilizzo più razionale e pertinente dei servizi da parte dell’utenza, migliorando la qualità del servizio, contenendo la spesa ed ottimizzando i tempi di gestione dell’assistenza sanitaria; sviluppare un modello di organizzazione assistenziale centrato sul paziente e sulla cooperazione tra coloro che, a vario titolo (curanti, servizi sociali, volontariato), operano a favore del malato; favorire relazioni umane e professionali più armoniche anche tra i curanti. Obiettivi Specifici e Risultati Attesi Creare le competenze necessarie all’applicazione di modelli di approccio alla malattia oncologica secondo l’indirizzo di Educazione Terapeutica (J.P.Assal) Mappa di competenze necessarie • • • • • Mappa di competenze all’avvio del progetto Mappa di competenze al termine del progetto formativo Predisporre progetti applicativi di Educazione Terapeutica (sec. Assal; sec. Fallon) Ogni partecipante dovrà produrre un progetto realizzabile di Educazione Terapeutica nel Polo Oncologico. Esso dovrà contenere tutti gli elementi necessari alla pianificazione e implementazione dello stesso FASI DI REALIZZAZIONE DEL PROGETT0 (Sviluppo di Ogni Obiettivo Specifico) Creare le competenze necessarie all’applicazione di modelli di approccio alla malattia oncologica secondo l’indirizzo di Educazione Terapeutica (J.P.Assal) • Misurare le competenze negli operatori prima e dopo l’evento formativo; • Predisporre progetti applicativi di Educazione Terapeutica ; • Individuare gli elementi di contesto per la realizzazione di gruppi educativi rivolti a malati e famigliari; • Predisporre i progetti realizzativi secondo format di progettazione diffusa e analisi SWOT; • Validare i progetti attraverso metodi di consenso. Sistemi per la verifica e valutazione dei risultati N. infermieri che partecipano al progetto formativo N. di professionisti che partecipano al progetto N. delle iniziative che si avviano entro i 6 mesi della fine della formazione e analisi delle difficoltà locali Report delle attività svolte Stato di avanzamento lavori Bibliografia • • • • • • 5 Arco di Giano, numero monografico, Educazione terapeutica del paziente; De Wit R., van Dam F., Zandbelt L., van Buuren A., van der Heijden K., Leenhouts G., Loonstra S., " A pain education program for chronic cancer pain patients: follow-up results from a randomized controlled trial", Pain, 73, 1997, pp. 55-69. Depondt J., Gehanno P., "Laryngectomized patients' education and follow-up", Patient Educ. Couns. 26, 1-3, 1995, pp. 33-6. Fahrenfort M., "Patient emancipation by health education, an impossible goal?", Patient education and Counselling, 10, 1987, pp. 25-37. Ghislandi E., "Il rapporto educativo con i pazienti oncologici", L'Arco di Giano, 18, 1998, pp. 89-98. Grahn G., Danielson M., Ulander K., "Learning to live with cancer in European countries", Cancer Nurs., 22, 1, 1999, pp. 79-84. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 6 Maung Z.T., Taylor P.R., Robinson P., Moore J., Lucraft H.H., Evans R.G., Proctor S.J., "Patient education for self-referral and on-demand treatment for herpes zoster in lymphoma patients", Leuk. Lymphoma, 11, 5-6, 1993, pp. 447-52. Marcolongo R., "Medici e pazienti: la malattia condivisa", Esodo, 3, 1998, pp. 4-6. Marcolongo R., Rossato E., Boffo G., Bonadiman L., Coppola G., Laveder F., Rigoli A., "Educazione Terapeutica: una risorsa per malati e curanti", Quaderni di etica e medicina, 7, 1999, pp. 38-41. Mucchielli R., Les méthodes actives dans la pédagogie des adultes, Paris, ESF, 5e éd., 1984. Passalacqua R., Campione F., Caminiti C., Salvagni S., Barilli A., Bella M., Barni S., Barsanti G., Caffo O., Carlini P., Cinquemani G., Di Costanzo F., Giustini L., Labianca R., Mazzei A., Oimeo N., Paccagnella A., Toscano L., Cocconi G., "Patients' opinions, feelings, and attitudes after a campaign to promote the Di Bella therapy", Lancet, 353, 1999, pp. 1310-14. Ruggeri B., Ballatori E., Casali P., Tamburini M., Cortesi E., Mattei A., Roila F., "Awareness of disease: a cross-sectional study on Italian cancer patients", Eur. J. Cancer, 35, (suppl.4), 276, 1999. Rigoli A., Bruttomesso D., Marcolongo R, Laveder F., Lago L., Obiettivi dei corsi di medicina, in Dal Ferro G., Marcolongo R., Valerio G. (a cura di), Educare alla salute, Quaderni federuni/23, Edizioni del Rezzara, Vicenza, 1997, pp. 15-36. Runowicz C.D., "Lymphedema: patient and provider education", Cancer, 83, 1998, pp. 2874-76. Spinsanti S., "Un nuovo rapporto tra medici e pazienti: dall'alleanza al patto", La Professione, 1, 1999, pp. 9-10. Surbone A., Zwittner M., "Communication with the cancer patient: information and truth", Ann. N. Y. Acad. Sci., 809, 1997, pp. 1-540. Working group, World Health Organization, Regional Office for Europe. Therapeutic patient education. Continuing education programs for healthcare providers in the field of prevention of chronic diseases., W.H.O., Geneva, 1998. Zanetti R., Buiatti E., Federico M., Micheli A., Fatti e cifre dei tumori in Italia, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 1998. Nursing research 2005; Nurs Res. 2005 May-Jun;54(3):158-66. Educazione familiare e interventi di supporto nello scompenso cardiaco: Studio Pilota. Dunbar SB, Clark PC, Deaton C, Smith AL, De AK, O'Brien MC. Nursing research 2005; Nurs Res. 2005 May-Jun;54(3):193-201. Sviluppare e sperimentare un intervento di auto-cura per anziani nei ruoli di caregiver. Teel CS, Leenerts MH. J. F. D’Invernois, R. Gagnayre, Educare il paziente, Mediserve, Milano, 1998 Ferraresi, R. Gaiani, M. Manfredini, Educazione terapeutica, Carocci Faber, Roma, 2004 Lacroix, J.P. Assal, Educazione terapeutica dei paziente, edizione Minerva medica, Torino, 2005 Falloon et al, Intervento psicoeducativo integrato in psichiatria, Edizioni Erickson, Trento 2002 Programma evento formativo OBIETTIVI/RISULTATI ATTESI DALL’INTERVENTO FORMATIVO. A fine corso i partecipanti saranno in grado di: conoscere il campo d’azione dell’E.T. nell’ambito della assistenza in oncologia; le caratteristiche con cui si esprime la cronicità in ambito oncologico le modalità di apprendimento degli adulti secondo gli indirizzi dell’andragogia sistemi di gestione metadati saper fare individuare i bisogni educativi dei pazienti oncologici cronici predisporre piani di intervento di ed. terapeutica utilizzare i data-base bibliografici come fonte di informazione nella progettazione di interventi di E.T. condurre un’analisi critica della letteratura reperita in rete svolgere attività di Educazione terapeutica a pazienti oncologici mettere in atto comportamenti e atteggiamenti utilizzare la comunicazione consapevole e l’ascolto attivo negli interventi di E.T. destinati al paziente e alla sua famiglia RICADUTE DELLE COMPETENZE ACQUISITE SUL SISTEMA ORGANIZZATIVO (esercizio del ruolo, processi organizzativi, servizio all’utente…) Coinvolgimento attivo dei pazienti e delle loro famiglie nel processo di cura; Miglioramento della qualità dell’assistenza; Attuazione progetti di ed. terapeutica nelle sedi locali. ARTICOLAZIONE DEL PROGRAMMA 1° giornata L’educazione terapeutica: risorsa per malati e curanti Formazione o Informazione? 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 7 Informare o formare? Il concetto di educazione terapeutica Dalla medicina per acuti alla medicina cronica: impostazioni cliniche Insegnare ai pazienti: cosa? Il trasferimento delle competenze terapeutiche ai pazienti Insegnare ai pazienti: cosa? Dai consigli all’educazione terapeutica Relazione su tema preordinato Confronto/dibattito Lavoro a piccoli gruppi Lavoro a piccoli gruppi 2° giornata L’educazione terapeutica: risorsa per malati e curanti L’educazione Terapeutica: lo scenario 9 - 11 Le indicazioni OMS riguardo l’E.T. 11 – 13 Insegnare ai pazienti: chi deve? La funzione educativa dell’infermiere; riferimenti legislativi Insegnare ai pazienti: perché? La motivazione Insegnare ai pazienti: perché? Le aspettative 14 – 16 16 – 18 Relazione su tema preordinato Lavoro a piccoli gruppi Lavoro a piccoli gruppi Lavoro a piccoli gruppi 3° giornata La cronicità in oncologia I sessione 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 L’E.T. e l’oncologia: un sfida nata recentemente. Epidemiologia della cronicità in oncologia. Relazione su tema preordinato Lavoro a piccoli gruppi Le aree di intervento educativo in oncologia. Confronto/dibattito Quali obiettivi educativi per i pazienti Lavoro a piccoli oncologici. gruppi 4° giornata La cronicità in oncologia II sessione 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 La negoziazione degli obiettivi di E.T. con il paziente oncologico e la sua famiglia La prospettiva temporale e la progettazione di interventi di E.T. La consapevolezza della diagnosi L’E.T. e le cure palliative Relazione su tema preordinato Confronto/dibattito Confronto/dibattito Lavoro a piccoli gruppi 5° giornata Comprendere il paziente per individuare i suoi bisogni educativi Dall’esperienza del paziente alla pratica assistenziale 9 - 11 11 – 13 14 – 16 8 Le difficoltà nel gestire la malattia: lo sguardo del paziente e dell’operatore Le difficoltà del paziente nella gestione di aspetti legati alla malattia oncologica: esperienze I° parte esperienze dirette sulle difficoltà Le difficoltà del paziente nella gestione di Confronto/dibattiro Esecuzione diretta da parte dei partecipanti Esecuzione diretta 16 – 18 aspetti legati alla malattia oncologica: esperienze II° parte esperienze dirette sulle difficoltà L’apprendimento dei pazienti attraverso la loro l’esperienza da parte dei partecipanti Lavoro a piccoli gruppi 6° giornata Comprendere il paziente per individuare i suoi bisogni educativi Dalla pedagogia all’andragogia 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 Le modalità di apprendimento degli adulti: il Relazione su tema contributo della pedagogia ordinato Modelli pedagogici a confronto Lavoro a piccoli gruppi Le modalità di apprendimento degli adulti: il Relazione su tema contributo dell’andragogia preordinato L’apprendimento per insight Lavoro a piccoli gruppi 7° giornata Comprendere il paziente per individuare i suoi bisogni educativi Gli strumenti di rilevazione 9 - 11 I bisogni educativi espressi dai pazienti 11 – 13 L’analisi dei bisogni taciuti 14 – 16 Analisi degli eventi critici 16 – 18 Gli strumenti: questionari, interviste.. 8° giornata 2007 Relazione su tema preordinato Lavoro a piccoli gruppi Lavoro a piccoli gruppi Esperienza diretta dei partecipanti sede: Comprendere il paziente per individuare i suoi bisogni educativi Proporre il cambiamento 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 Come proporre il cambiamento La dimensione fantastica del cambiamento:istruzioni per l'uso La dimensione emozionale l ruolo dell’infermiere quale facilitatore dei processi di apprendimento e cambiamento Confronto/dibattito Lavori a piccoli gruppi Lavoro a piccoli gruppi Confronto/dibattito 9° giornata Le metodologie didattiche attive Teorie e modelli di comunicazione 9 - 11 9 Teorie e modelli dell’informazione e comunicazione Relazione su tema preordinato 11 – 13 14 – 16 16 – 18 Le metodologie didattiche attive. Criteri per la scelta Come sviluppare l’autoriflessione, la presa di coscienza. I metodi legati all’insegnamento dei gesti tecnici Lavoro a piccoli gruppi Confronto/dibattito Lavoro a piccoli gruppi 10° giornata Le metodologie didattiche attive Gli strumenti 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 La documentazione da consegnare ai pazienti: criteri per la costruzione di schede tecniche La documentazione da consegnare ai pazienti: criteri per la costruzione di opuscoli informativi Tecniche riflessive a supporto :approccio autobiografico Tecniche riflessive a supporto :approccio narrativo 11° giornata La comunicazione consapevole 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 La comunicazione come processo L’atto comunicativo Il processo comunicativo Gli stili comunicativi 12° giornata La comunicazione consapevole 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 La comunicazione di cattive notizie La comunicazione con speranza e progettualità Esperienze Casi clinici 13° giornata La comunicazione consapevole 9 - 11 10 Atelier di conduzione di gruppi di pazienti e famigliari Esercitazione diretta dei partecipanti Esercitazione diretta dei partecipanti Esercitazione diretta dei partecipanti Esercitazione diretta dei partecipanti 11 – 13 14 – 16 16 – 18 Idem Idem idem 14 ° giornata La ricerca applicata all’E.T. Riferimenti teorici 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 Le fonti bibliografiche utilizzate nella progettazione di interventi di E.T. EBN e Educazione Terapeutica: strategie per un incontro. Come rintracciare le evidenze: il percorso in rete e su carta. Come condurre una ricerca bibliografica Relazione su tema preordinato Confronto/dibattito Esperienza diretta dei partecipanti Esperienza diretta dei partecipanti 15° giornata La ricerca applicata all’E.T. Applicazioni pratiche 9 - 11 11 – 13 14 – 18 Le evidenze in oncologia: ricerca di materiale relativo alle diverse aree di intervento Analisi del materiale rintracciato Come trasformare il materiale acquisito in indicazioni per il paziente e la sua famiglia Esperienza diretta dei partecipanti Lavoro a piccoli gruppi Lavoro a piccoli gruppi 16° giornata La progettazione di interventi educativi 9 - 11 11 – 13 La progettazione educativa: fasi che compongono il processo Il tema del progetto: come individuarlo 14 – 16 L'elaborazione degli obiettivi di progetto 16 – 18 La struttura del progetto: i metodi, le risorse 17° giornata La progettazione di interventi educativi 11 Relazione su tema preordinato Lavoro a piccoli gruppi Lavoro a piccoli gruppi Lavoro a piccoli gruppi 9 - 11 11 – 13 14 – 18 Come riconoscere e presidiare i punti critici del progetto Come sostenere un progetto: il ruolo del leader e del gruppo Elaborazione di un progetto di E.T. da presentare nella propria unità operativa Lavoro a piccoli gruppi Lavoro a piccoli gruppi Esperienza diretta dei partecipanti 18° giornata La valutazione dei risultati negli interventi educativi 9 - 11 11 – 13 14 – 16 16 – 18 La difficoltà del valutare: perchè farlo? La valutazione dei risultati La valutazione del processo La valutazione del cambiamento: come far emergere le considerazioni del paziente Confronto/dibattito Confronto/dibattito Lavoro a piccoli gruppi 19° giornata La valutazione dei risultati negli interventi educativi 9 - 11 Strumenti per la valutazione progettuale 11 – 13 Costruzione di un percorso di valutazione per il progetto da presentare nella propria unità operativa I° parte Costruzione di un percorso di valutazione per il progetto da presentare nella propria unità operativa I° parte 14 – 18 20° giornata 9 - 18 Logistica 12 Valutazione del corso. Presentazione progetti di E.T. elaborati durante il corso. Analisi critica degli elementi costitutivi il progetto. Relazione su tema preordinato Esperienza diretta dei partecipanti Esperienza diretta dei partecipanti Il corso di formazione si svolgerà a Biella nella sede confortevole di Cittàstudi. I partecipanti potranno trovare sistemazione alberghiera presso alcune delle sedi più idonee presenti sul territorio biellese. 13 Cronoprogramma Gennaio Dettaglio X progetto Comunicazione X progetto nelle sedi italiane Ricezione domande Selezione Programmazione lezioni Contatti docenti Richiesta ECM Realizzazione evento Consegna progetti Verifica progetti Attuazione progetti 14 febbraio marzo aprile maggio giugno sett ott nov dic x x x x x x x 5 gg. 5 gg. residenz residenz 5 gg 5 gg residenz resid X X 09