euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 1 Supplemento al numero 35 di Percorsi di Integrazione Anno XII n. 2 - Inverno 2004 Il progetto Euridice nel distretto industriale di Prato 12 euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 2 Questo numero di Euridice News fa parte del “Programma integrato di prevenzione delle tossicodipendenze nei luoghi di lavoro” realizzato in convenzione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. 12 Supplemento al numero 34 di Percorsi di Integrazione Percorsi di Integrazione Clelia Boesi e Giuseppe De Luca sono affiancati da: Gabriele Codini, Camillo Valgimigli, Graziella Marcotti, Ernesto Veronesi, Carlo Casti, Carlo De Risi, Antonio Scarlato, Francesco Ripa di Meana, Paola Mandelli, Vincenzo D’Ambrosio, Francesco Bova, Giancarlo Vicinelli, Aldo Visco-Gilardi, Marcella Deluca, Stefano Piovanelli. Segreteria di Redazione Sisa Visco-Gilardi Direttore responsabile Iscrizione al Tribunale di Como con decreto n. 28/91 in data 11/12/1991 Progetto grafico e copertina Fayçal Zaouali Abbonamenti individuale istituzionale sostenitore una copia estero € 34,00 € 52,00 € 155,00 € 13,00 € 52,00 e-mail [email protected] http://www.coopmarcella.it Metodo di pagamento Assegno bancario o versamento su c.c.p. n° 18000224 intestato a Cooperativa Marcella - via della Pace, 19 - 22070 Lurago Marinone (Como), oppure accreditare sul c/c n. 100000000420 ABI 01025 CAB 89300 del S. 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Non solo perché la stragrande maggioranza dei tossicodipendenti in carico ai servizi pubblici lavorano e quindi essi si portano nel mondo del lavoro abitudini, comportamenti, modi di pensare e di agire che sono espressione della cultura della droga, ma anche perché un numero sempre più alto di giovani lavoratori fa uso di nuove droghe sintetiche per reggere all’urto ed all’impatto delle caratteristiche della attuale organizzazione del lavoro. Questa tipologia di consumatori non si considera tossicodipendente, non è agganciata dai servizi pubblici per le tossicodipendenze e spesso rimane più o meno nascosta ed in balia di se stessa nel mondo del lavoro. Così come è molto frequente avere a che fare con lavoratori che hanno figli/e tossicodipendenti, che si portano sul lavoro ansie e preoccupazioni, che generano richieste di aiuto e di consigli che spesso non sono raccolte dai colleghi oppure dai manager o dai delegati sindacali perché non hanno una sufficiente preparazione e competenza per farvi fronte. Possiamo dire che il mondo del lavoro è spiazzato di fronte al fenomeno della dipendenza da sostanze, che pure è presente nella società e nella struttura della vita quotidiana, ma che crea sorpresa ed incredulità quando esso si manifesta in un luogo dove le persone sono impegnate a produrre beni e servizi e quindi reddito. È vero che ormai ogni contratto collettivo di lavoro prevede norme a tutela dei lavoratori che in maniera diretta o indiretta sono coinvolti nella dipendenza da sostanze, ma è anche vero che la quasi totalità delle imprese italiane non ha una politica scritta in materia di prevenzione, cura e reinserimento di lavoratori coinvolti nella tossicodipendenza. Manca una cultura dell’inclusione sociale della persona “diversa” ed attorno ad essa, anche nel mondo del lavoro, si costruisce un clima di fastidio e di paura che è di ostacolo allo sviluppo dell’accoglienza, della comprensione e dell’aiuto. Così come la solidarietà espressa pienamente a parole va in crisi e si rompe nell’agire pratico e concreto di tutti i giorni, quando, cioè, bisogna sviluppare relazioni e interazioni con chi esprime bisogni differenti da quelli che abitualmente consideriamo nel nostro orizzonte culturale e personale. Oggi possiamo affermare con certezza che i fenomeni di dipendenza patologica da sostanze sono diffusi nel mondo del lavoro. Essi si manifestano sotto forma di alcolismo, tossicodipendenza, abuso di euridice 12 12-05-2005 pagina 4 15:09 Pagina 4 EuridiceNews 12 psicofarmaci, di tabagismo ed ora anche di nuove droghe sintetiche. Questi fenomeni si manifestano a differenti livelli: • Le regole che governano le imprese, • I comportamenti individuali e di gruppo nei luoghi di lavoro, • Il clima culturale dell’impresa, • I costi socio-economici. Questi fenomeni producono perdita di giornate lavorative, aumento di infortuni e di assenteismo, richieste di trattamenti riabilitativi, riduzione della solidarietà, della cooperazione e del reciproco aiuto tra i lavoratori. Conseguentemente, questi fenomeni si riflettono su tutti i costi dell’impresa ed essi hanno un peso rilevante sui costi del sistema socio-sanitario pubblico; inoltre essi sono considerati un fattore di rischio per un ambiente di lavoro sano e sicuro. Una politica attiva delle imprese in questo settore, non solo contribuisce ad accreditarle come organizzazioni con un alto profilo di responsabilità etica e sociale, ma riduce sensibilmente gli oneri economici che la comunità deve sostenere per garantire ai cittadini pari dignità nell’accesso alle prestazioni ed ai servizi erogate dal sistema sanitario e da quello sociale. Il Progetto Euridice “Un programma integrato di prevenzione della tossicodipendenza nei luoghi di lavoro” realizzato in convenzione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a norma della legge 45, si è posto come missione quella di contribuire a richiamare l’attenzione dei lavoratori e delle lavoratrici, delle parti sociali (imprenditori e funzionari sindacali), degli opinion leader e degli enti pubblici, sulla necessità di varare nel mondo del lavoro ampi programmi di prevenzione e riduzione della domanda di droghe legali ed illegali, consapevole dell’influsso negativo che il loro abuso ha sull’individuo, sul gruppo e sull’organizzazione. Fino a pochissimi anni fa il mondo del lavoro non era considerato nella programmazione degli interventi di prevenzione della tossicodipendenza sia a livello locale, regionale, nazionale e dell’Unione Europea come un contesto dove era possibile realizzare programmi di azione. Con il contributo e l’esperienza del progetto Euridice oggi a livello nazionale ed in alcune regioni italiane questa tendenza è stata invertita. Infatti, il progetto Euridice testimonia che nel mondo del lavoro è possibile implementare programmi di prevenzione e riduzione della domanda di droga a lungo termine che abbiano un alto valore aggiunto ed un effetto moltiplicatore. Il valore aggiunto è determinato non solo dal fatto che i lavoratori in generale aumentano il loro livello di consapevolezza e sensibilità sociale, ma che si creano nei luoghi di lavoro gruppi di lavoratori particolarmente attenti e preparati a promuovere forme di aiuto verso chi si trova in difficoltà. L’effetto moltiplicatore è dato dalla necessità, una volta lanciato un programma di prevenzione delle dipendenze da sostanze nel mondo del lavoro, di affrontare questioni più ampie che hanno a che fare con il rischio e disagio psicosociale come sono lo stress ed il mobbing e le dipendenze patologiche da internet o da gioco di azzardo. Strada facendo, il Progetto Euridice è diventato un modello di azione che può essere replicato e trasferito in molteplici contesti produttivi. Euridice si configura oggi come un programma di intervento a lungo termine sulle dipendenze da sostanze nei luoghi di lavoro che dimostra come le relazioni industriali e l’ambiente di lavoro sono migliorati attraverso la prevenzione ed investendo sulle persone. euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 5 EuridiceNews 12 pagina 5 Le componenti di un modello di prevenzione delle dipendenze da sostanze per le piccole e medie imprese A Prato il programma del progetto Euridice ha posto al centro del suo interesse la costruzione di un modello-tipo di intervento di prevenzione all’interno delle piccole e medie imprese. Al termine delle attività sono stati identificati i seguenti fattori che possono essere considerati come le componenti di base per lo sviluppo di un programma di prevenzione delle dipendenze da sostanze a questo tipo di imprese. Essi sono i seguenti: 1) Il concetto di rete: la costruzione ed il mantenimento della rete sono strategiche per poter dare continuità, coesione e stabilità al programma. La rete riduce la dispersione e la frammentazione degli interventi, ha un effetto moltiplicatore e crea il sentimento di appartenenza. Perché la rete possa funzionare come risorsa non è solo necessario tenere i collegamenti tra le differenti realtà che in essa convergono, ma è importante alimentarla continuamente con materiali informativi, comunicati, circolazione di informazioni e con aggiornamenti sull’evoluzione del programma. 2) L’approccio dal basso: questo fattore ha la funzione di radicare il programma nel modo di sentire, agire e pensare dei lavoratori, nella cultura e nella storia locale. Esso stimola l’adattamento continuo del programma alle mutate situazioni locali e favorisce l’inserimento delle conoscenze nella formazione di base della popolazione. Punti essenziali di questo approccio sono stati la conoscenza dei bisogni della comunità lavorativa e la personalizzazione dell’intervento. 3) Task force locale: essa consiste nella costruzione di un team multidisciplinare di esperti, operatori, manager, funzionari sindacali, ricercatori, amministratori e lavoratori formati che svolge una funzione di promozione costante del programma di prevenzione. Questa task force locale dà anche alle parti sociali il senso di affidabilità del programma e fornisce un valore aggiunto in quanto integra conoscenze e competenze appartenenti a differenti livelli di responsabilità sociale. Essa fornisce il più possibile unitarietà e globalità all’intervento che è uno dei requisiti più richiesti dai programmi di prevenzione. 4) Il concetto di continuità: in virtù dell’alto indice di dispersione e frammentazione che caratterizza l’universo delle P.M.I., riuscire ad accreditare un programma che sia basato sulla stabilità e continuità rappresenta un passo in avanti rispetto alla provvisorietà e discontinuità degli interventi preventivi. La continuità poggia sulle seguenti azioni: identificazione permanente con il programma ed apertura incessante di nuove prospettive di sviluppo. Perché ci possa essere continuità ci deve essere il massimo di investimento emotivo, sociale e culturale sul programma proposto. Esso, cioè, deve entrare non tanto nelle politiche sociali delle P.M.I., che sono difficili da realizzare, quanto invece nella struttura delle relazioni quotidiane tra datore di lavoro e lavoratore, stimolare una formazione scientifica di base. La continuità deve dare luogo a sviluppo di sapere. Alla base della continuità, vi è poi, la capacità degli esperti e degli operatori di sincronizzare i tempi del progetto con quelli della produzione delle imprese, prevenendo lo stereotipo culturale che consiste nell’affermazione frequente da parte dei manager e dei responsabili sindacali che siccome si è in competi- euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 6 EuridiceNews 12 pagina 6 zione non c’è posto per altro che non sia la produzione. 5) Partneriato attivo: da soli è difficile bersagliare un universo frammentato come quello delle P.M.I., bisogna essere in più attori e saper lavorare insieme. Di conseguenza, la costruzione di alleanze tra le parti sociali e di partneriati operativi tra i servizi pubblici, privati e le imprese, rappresenta un modo per integrare il progetto nei piani di sviluppo locale e per inserire i risultati ottenuti nelle politiche delle singole parti sociali. 6) Comunicazione sociale: questo fattore consiste nel dare il massimo di visibilità e di trasparenza al programma, sia attraverso conferenze locali, articoli sui giornali, trasmissioni radio-televisive, organizzazione di seminari e partecipazione ad eventi pubblici. La comunicazione sociale deve avere il carattere dominante della promozione della salute e del benessere psico-fisico in contesti, come quelli lavorativi, dove vengono sottostimati e sottorappresentati l’impatto dirompente dell’abuso di sostanze sulle relazioni interpersonali e sulla vita del gruppo sociale (G.d.L.). Ruolo del Comitato di Coordinamento I l Comitato di Coordinamento è composto dall’Associazione degli Industriali di Prato, da CGIL-CISLUIL, dalla Azienda Sanitaria Locale e dalla Cooperativa Marcella. Questo organismo si è riunito mediamente due volte all’anno ed ha svolto la funzione di monitoraggio, orientamento ed adattamento del progetto alla realtà locale. Riteniamo un successo significativo del progetto, quello di essere riuscito a sviluppare relazioni tra differenti parti sociali che, per motivi indipendenti dalla strategia del progetto, si sono trovati ad esprimere posizioni divergenti e conflittuali su un insieme di problematiche che in questi anni hanno caratterizzato il mondo del lavoro. Possiamo affermare che questo approccio integrato e multilaterale alla prevenzione nel mondo del lavoro è quello che sviluppa con maggiore efficacia processi di formazione e di apprendimento continuo. euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 7 EuridiceNews 12 pagina 7 Il Dipartimento delle Dipendenze della ASL 4 Prato: le attività di prevenzione L’ ambito territoriale dell’Azienda sanitaria 4 di Prato, comprende il capoluogo e gli altri sei comuni della provincia (Cantagallo, Carmignano, Montemurlo, Poggio, Caiano e Vernio). Complessivamente la popolazione residente si attesta intorno ai 230.000 abitanti su una superficie di 365 kmq. Il Dipartimento per le Dipendenze è strutturato in un’unica sede operativa che in un anno, fornisce assistenza a circa 600 persone, fra tossicodipendenti ed alcolisti. Nella provincia sono presenti anche le sedi operative di alcune associazioni onlus che svolgono la loro attività in stretta collaborazione con il Ser.T. La prevenzione rappresenta, insieme al trattamento, al reinserimento ed alla riduzione del danno, uno dei pilastri dell’intervento pubblico e privato sulle dipendenze nella provincia. Oltre alle normali attività istituzionali (educazione alla salute, supporto ai centri di informazione e consulenza negli istituti medi superiori), sono numerosi i programmi finanziati attraverso il Fondo Lotta alla Droga. Nello specifico, se consideriamo le risorse del fondo relative al periodo 1997 – 2001 (1.300.000 Euro), oltre un terzo degli stanzia- menti è stato destinato a progetti di prevenzione realizzati in partnership con il terzo settore e gli enti locali. Queste attività tendono a svolgersi prevalentemente nelle istituzioni educative e nei luoghi di divertimento frequentati dai giovani. Gli attori dei programmi sono gli insegnanti, i professionisti interni ed esterni al mondo della scuola, gli operatori dei servizi pubblici e del terzo settore, i gestori e gli staff dei locali di intrattenimento. Si tratta soprattutto di iniziative di prevenzione specifica ed aspecifica (formazione, counselling, sensibilizzazione e promozione del benessere, ecc.) che hanno come destinatari gli adolescenti, i giovani, i genitori e gli educatori in genere. Da questi progetti rimane escluso il mondo del lavoro, che invece costituisce uno dei luoghi in cui il problema delle dipendenze e del disagio psico-sociale tende a manifestarsi con sempre maggior frequenza. La proposta d’adesione al Progetto Euridice ha rappresentato, per il nostro Dipartimento, un’occasione per colmare questa lacuna ed avviare in questo settore un’interessante esperienza progettuale. A circa tre anni dall’avvio del programma nel nostro territorio, malgrado ostacoli e diffi- coltà iniziali, il bilancio può dirsi positivo. Le iniziative sviluppate stanno facendo maturare lentamente negli attori del sistema produttivo locale la consapevolezza che, anche questi temi rivestono un ruolo decisivo nelle opportunità di sviluppo, ponendo le basi per una sempre più estesa e consolidata responsabilità sociale delle imprese localizzate nel distretto. euridice 12 12-05-2005 pagina 8 15:09 Pagina 8 EuridiceNews 12 euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 9 EuridiceNews 12 pagina 9 Il progetto Euridice e la prevenzione delle dipendenze nel mondo del lavoro L a maggior parte dei programmi di prevenzione e riduzione della domanda di sostanze stupefacenti è svolta prevalentemente in ambito scolastico o nei luoghi del tempo libero, focalizzando l’attenzione sugli aspetti evolutivi del disagio adolescenziale e giovanile. Senza voler disconoscere l’importanza di questo tipo di interventi, ci sembra opportuno estendere le azioni di prevenzione anche ad un contesto come il mondo del lavoro, poiché la stabilizzazione del consumo di droghe e l’uso problematico di molte sostanze legali ed illegali si verificano nel periodo post-scolare ed in età adulta. Queste considerazioni hanno spinto il Servizio per le Tossicodipendenze (Ser.T.) di Prato ad avvicinarsi al Progetto Euridice che rappresenta, allo stato attuale, una delle poche iniziative di intervento sulla tossicodipendenza nei luoghi di lavoro. L’approccio proposto da questo progetto risulta particolarmente interessante perché, oltre a prevedere il coinvolgimento attivo delle parti sociali interessate (imprenditori ed organizzazioni dei lavoratori), definisce il problema droga come un fenomeno sociale capace di indurre conseguenze rilevanti sull’organizzazione delle imprese e sul sistema complessivo delle relazioni sindacali. A questo stadio del progetto si sono nuovamente ripresentate le difficoltà legate alla specificità del contesto produttivo locale, caratterizzato da una miriade di micro imprese. In particolare, i principali ostacoli incontrati hanno riguardato: • La dimensione ridotta delle aziende, • La dispersione territoriale delle unità produttive, • Il regime giuridico meno “garantista” presente nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Oltre a tutto ciò, bisogna aggiungere la congiuntura economico-politica sfavorevole in cui si è svolta la fase iniziale del progetto. Molti di questi ostacoli, sono stati superati, attraverso l’individuazione di un tutor di progetto, con funzioni d’interfaccia fra le forze sociali, la realtà produttiva interessata al progetto ed i servizi socio-sanitari coinvolti. I criteri di selezione utilizzati per la scelta delle aziende sono stati: 1) La presenza di una rappresentanza sindacale unitaria (RSU), 2) Un buon clima nelle relazioni fra le parti sociali. L’avvio del progetto nelle 40 imprese, gestito dal tutor, si è sviluppato attraverso quattro fasi: a) Invio postale del materiale; b) Contatto telefonico; c) Incontro personale con gli imprenditori e/o i rappresentanti sindacali; d) Ottenimento dell’adesione al progetto. Gli incontri personali effettuati sono stati 23, pari al 57,5% dei contatti avvenuti nelle fasi a e b. Le imprese che hanno aderito al progetto sono state 20 (50% dei contatti iniziali). Le principali ragioni di queste defezioni sono riconducibili a: 7) Rimozione del problema da parte dei responsabili aziendali. La frase ricorrente era “nella mia azienda questo problema non esiste”, 8) Eccesso di dispersione e frammentazione determinati da organigrammi aziendali poco strutturati e da orari e cambi di turno frequenti, 9) I costi aziendali elevati, nonostante il progetto fosse a costo zero, 10) La mancanza di tempo per lo euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 10 EuridiceNews 12 pagina 10 svolgimento di queste attività in orario lavorativo. Nel quadro di questo progetto, sono state realizzate finora: • Una ricerca sulle dipendenze da sostanze psicoattive nel mondo del lavoro, • Una campagna di informazione e sensibilizzazione nei confronti delle aziende partecipanti al Progetto Euridice, • Un’azione formativa nei confronti dei lavoratori, • L’apertura di una linea telefonica dedicata (Euridice-Line), • Forme di aiuto verso i lavoratori in difficoltà. Allo stato attuale, il gruppo dei lavoratori formati (Gruppo Euridice), sta sviluppando le proprie iniziative in stretto contatto con gli operatori che si occupano di prevenzione all’interno del Dipartimento. euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 11 EuridiceNews 12 pagina 11 Un modello d’intervento nelle piccole e medie imprese: riflessioni su un’esperienza C redo che a questo punto, tutti abbiano capito cosa sia il Progetto Euridice e quali obiettivi si pone. Nel nostro caso, però, vi sono alcune differenze che hanno connotato un modello d’intervento nelle P.M.I. qual è stato il nostro. Un modello che naturalmente ha come presupposto fondante l’utilizzo della metodologia di Euridice, intervenendo però in un settore d’imprese dove questo progetto non aveva ancora visto la luce: la piccola e media impresa. Il modello industriale italiano è incentrato prevalentemente sulle P.M.I. Sembra un paradosso ma, nel modello industriale prevalente in Italia non si era ancora riusciti ad intervenire con un programma di prevenzione informazione, quindi non esisteva un modello d’intervento rivolto a questi particolari soggetti industriali. Le ragioni sono sicuramente d’ordine pratico; in altre parole è difficilissimo implementare qualsiasi tipo di progetto in realtà connotate da tantissime sfaccettature, assolutamente diverse l’una dall’altra e così esposte dal punto di vista competitivo, da non lasciare molti spazi a cose che non riguardino strettamente la produzione e quindi i ricavi immediati. A ciò si è posto rimedio implementando il progetto in una delle realtà industriali ed economiche ad oggi più importanti della produzione italiana, Prato ed il suo distretto industriale, caratterizzato dalla produzione tessile. Un intervento che si è prospettato in un periodo di congiuntura economica, (internazionale, nazionale e locale), sfavorevole. Il distretto pratese sta attraversando la più profonda crisi strutturale da quando esso si è caratterizzato come tale. Ma non voglio certo addentrarmi in considerazioni di carattere economico, perché dopo tanti illustri pronunciamenti al riguardo, si rischia di essere querelati per diffusione di pessimismo ed appropriazione indebita di teorie economiche. Mi soffermo su tutto questo soltanto per affermare che ogni lavoro, di qualsiasi natura sia, tanto più uno come questo di ricerca e prevenzione e non quindi strettamente attinente alla realtà produttiva, si deve sempre calare in un ambiente di regole ed equilibri dettati. Ciò, ad affermare che non esiste una regola assoluta valida in generale, perciò la possibilità di successo è stata nella capacità di “modellarsi” ad uso e consumo dell’azienda. Quindi il primo passo è stato il calarsi nella realtà del luogo e del settore in cui si è voluto intervenire. Ri- mangono ferme infatti le regole generali, se vogliamo che l’applicazione del progetto ottenga un risultato tangibile, si deve adattare alla realtà materiale. La particolare flessibilità d’intervento del modello ha fatto sì che questo si sia potuto realizzare, in quanto gli operatori hanno usato gli strumenti giusti. Per calarsi nella realtà, bisogna conoscerla e spesso non è sufficiente conoscerne un livello ma è necessario conoscerne molti, perché ciascuno interagisce con gli altri e le loro interazioni creano il tutto. È necessario, quindi, soprattutto in queste realtà, la partecipazione di più competenze; un ruolo importante lo ha svolto il tutor, che deve essere il collegamento di tutte le professionalità presenti sul territorio. L’interazione e la multidisciplinarietà sono stati aspetti basilari per la riuscita del progetto. Un pregio del modello Euridice è quello di cercare di eliminare i compartimenti stagni, il male peggiore e la difficoltà più insormontabile per chiunque voglia provare a fare qualcosa di utile. Perciò, tengo a rilevare che il lavoro di gruppo e la compartecipazione, senza che esista prevaricazione dell’uno sull’altro, sono stati e saranno la chiave vincente per l’implementazione del progetto a euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 12 EuridiceNews 12 pagina 12 Prato ed in qualsiasi altra realtà si voglia applicare. Si è instaurata una collaborazione fattiva con tutti coloro che hanno partecipato all’attuazione del progetto, alcuni apportando le proprie conoscenze e professionalità, altri fornendo appoggio logistico e così via ma, sempre tenendo conto del fine al quale si voleva arrivare. Parafrasando un nostro celebre conterraneo, ”il fine giustifica i mezzi” se questi tendono a migliorare la situazione. Quindi affermavamo che è assolutamente indispensa- bile fare i conti con la realtà, non per crearci delle difficoltà ulteriori ma, per riuscire a capire meglio le necessità e come si possa intervenire nel modo migliore. Questo perché, se cerchiamo di fare qualcosa che sia veramente utile, dobbiamo tenere conto di tutte le variabili che possono essere moltissime e differenti tra le varie realtà. Si richiede quindi una notevole capacità di scelta, di giudizio e d’opportunità. Volendo quindi sintetizzare un mo- dello d’intervento, volendo soprattutto che questo sia replicato e che sia utile, quindi che produca materialmente i suoi effetti, deve essere creato ad uso e consumo di coloro che ne saranno chiamati ad essere i protagonisti, facendo in modo che produca immediati effetti su di loro e su ciò che li circonda. La realtà produttiva e questo tipo in particolare è pragmatica, il “conto economico” viene prima d’ogni altra cosa, dove si misurano costi e benefici. euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 13 EuridiceNews 12 pagina 13 Conclusioni D urante tutto il progetto è stato di fondamentale importanza l’apporto fornito dalle varie professionalità presenti nei Ser.Te nel territorio. Tra il tutor ed il servizio é intercorso uno stretto legame che si è concretizzato con periodici, ed in alcune fasi del progetto frequenti, incontri di verifica e scambio d’opinioni. È stata di centrale importanza la partecipazione di un rappresentante del Ser.T. agli incontri personali. Concludo quindi rilevando ancora la fondamentale importanza dell’interdisciplinarietà dello scambio e della partecipazione di più soggetti istituzionali possibili, già dalle fasi iniziali del progetto cercando sempre di coinvolgerli in fasi successive. Il lavoro sul territorio deve modellarsi alle esigenze dei destinatari e come dicevamo le P.M.I. sono un soggetto molto particolare e devono avere cure particolari, per logica quindi non è possibile agire con loro come con le grandi imprese. In questo senso vanno anche le nostre attenzioni al riguardo delle crisi economiche e quindi difficoltà produttive, di un sistema intero o anche soltanto di una singola azienda. Il progetto si deve modulare anche rispetto alle fasi cicliche della produ- zione delle aziende, non è mai facile parlare di queste problematiche, lo è ancor più quando i destinatari delle nostre parole hanno altro da pensare e non sono certo problemi di secondo conto. Quindi prevedere delle fasi per così dire interlocutorie, non perdendo mai i contatti, aspettando il momento più adatto perché il tutto si materializzi nel migliore dei modi e con la soddisfazione di tutti (s.b.). La valutazione dei bisogni informativi e formativi dei lavoratori: la ricerca su “Dipendenza da sostanze e nuove forme di consumo nei luoghi di lavoro” Da gennaio a maggio 2002 è stata realizzata a Prato una ricerca sulle dipendenze da sostanze psicoattive nel mondo del lavoro. Per la raccolta delle informazioni è stato utilizzato il questionario Euridice 2000, usato anche in altre realtà progettuali nazionali. Lo strumento di rilevazione, suddiviso in cinque sezioni, mirava a raccogliere dati su: • Caratteristiche socio-anagrafiche del lavoratore, • Immagine della dipendenza, • Conseguenze del consumo di so- stanze, • Droghe sintetiche, • Forme di aiuto e comportamenti dell’impresa. euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 14 EuridiceNews 12 pagina 14 I risultati della ricerca Chi ha risposto al questionario Si è trattato di questionari a domande chiuse. I questionari sono anonimi ed ogni lavoratore è libero di decidere se compilarlo o meno, l’adesione è stata quindi spontanea. La ricerca su dipendenze da sostanze e nuove forme di consumo, è stata realizzata presso 20 piccole e medie imprese sul territorio di Prato. Ad essa ha partecipato circa il 28% dei lavoratori. Hanno risposto di più i lavoratori tra i 31 e i 40 anni d’età, con un’anzianità di lavoro tra gli 11 e i 20 anni, in grandissima maggioranza maschi (82,6%), operai (83%), che lavorano prevalentemente nell’area produttiva (61,9%) e tecnico-industriale (28,4%), in possesso di licenza media (57,6%), diploma di scuola media superiore (25,2%) ed elementare (14,3%) Cosa vuol dire dipendere da una sostanza? La maggior parte dei lavoratori pensa che dipendere da una sostanza significhi che il bisogno di questa sostanza sia difficile da controllare (34,6%), che non si possa fare a meno di averla (27,4%) e che una volta che si è iniziato è quasi impossibile smettere (26,2%). Le sostanze che inducono una dipendenza molto forte sono le droghe pesanti (55,3%) e le droghe sintetiche (32,3%); sigarette (47,3%), alcool (39,2%) e psicofarmaci (26,3%) inducono uno stato di dipendenza forte. Molto rilevante la percentuale dei “non so” riguardo alle conseguenze di psicofarmaci (24,4%), droghe sintetiche (24,1%) e droghe pesanti (19%). I lavoratori sono divisi, rispetto agli effetti delle droghe leggere che creano una dipendenza forte per il 27,5% degli intervistati e debole per il 23,9%. I lavoratori pensano che le sostanze con cui è più facile smettere siano le sigarette (54,1%), le droghe leggere (17,8%) e gli psicofarmaci (13,5%). La maggior parte degli intervistati considera la dipendenza come una condizione psicofisica con conseguenze di cui occuparsi (32,2%), mentre il 22% ritiene che sia come una malattia e il 29,2% che sia una piaga sociale da risolvere. La maggior parte dei lavoratori ritiene che chiunque possa avere un problema di dipendenza (68,6%), che la persona con problemi di dipendenza sia recuperabile (88,3%) e che lavora (60,4%). IL 50,7% dei lavoratori non crede che il solo intervento medico possa aiutare, mentre il 41,6% considera la comunità l’unica via d’uscita, contro il 36,7% che si dichiara in disaccordo con quest’affermazione e il 21,6% che non si esprime. Le conseguenze Quali sono le conseguenze più rilevanti per chi consuma sostanze che producono uno stato di dipendenza fuori e dentro l’ambiente di lavoro? La conseguenza più rilevante del consumo di sigarette (73,2%), droghe sintetiche (43,4%), droghe pesanti (32,6%) e droghe leggere (24,3%) è quella di rovinare la salute; l’alcool riduce la sicurezza nella guida (52,9%), mentre gli psicofarmaci rendono l’individuo passivo (41,7%). Sul lavoro le sigarette fanno correre rischi ai compagni di lavoro, alcool (30,1%) e psicofarmaci (30,5%) così come droghe pesanti (20,4%), droghe leggere (20,9%) e droghe sintetiche (19,1%) riducono la capacità lavorativa e fanno correre rischi all’interessato (droghe pesanti 32,2%, alcool 30,1%, droghe sintetiche 26,3%, psicofarmaci 21,3%). Il 44,5% degli intervistati pensa che la prima reazione di un lavoratore ri- euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 15 EuridiceNews 12 spetto a un collega dipendente sia la paura che crei situazioni di pericolo per sé e per gli altri, il 16,6% esprime fastidio e, al contrario, un altro 16,6% prova il desiderio di aiutarlo. Gli strumenti più efficaci per prevenire la dipendenza sono: informazioni sulle conseguenze (35,3%), informazioni sulle condizioni che portano alla dipendenza (26,4%) e sapere a chi rivolgersi (18,2%). Nel mondo del lavoro serve avere una conoscenza precisa dei comportamenti di chi dipende da sostanze (31,7%), una politica aziendale che favorisca chi ha problemi (18,1%) ed esperti in campo psicologico (17%). Il 15,2% ritiene importante potersi rivolgere a un gruppo di lavoratori preparati ad affrontare il problema. Nuove droghe sintetiche e mondo del lavoro Il 34,7% dei lavoratori intervistati ritiene di avere scarsa conoscenza degli effetti delle droghe sintetiche, mentre il 31,4% ritiene di averne una sufficiente e il 18% buona. Televisione (46,2%) e radio e giornali (30,7%) sono le fonti di queste conoscenze, mentre solo l’1,9% ha partecipato a corsi o lezioni sull’argomento. pagina 15 La grande maggioranza degli intervistati (69,1%) non sa se nel proprio ambiente di lavoro esiste il consumo di droghe sintetiche. Gli indicatori di questo fenomeno sarebbero: furti (21%), spaccio intorno all’azienda (21%), siringhe abbandonate (19,4%) e l’eccesso di assenze per malattia (15,7%). Secondo i lavoratori chi consuma droghe sintetiche è giovane (66,9%), vuole sfidare il senso del limite (52,4%) ed ha un cattivo rapporto con la famiglia (52,4%); è comunque una persona normale (48,6%) e non si considera un tossicodipendente (50,1%). Tuttavia, non solo gli adolescenti che vanno in discoteca consumano droghe sintetiche (72,7%). Infine la maggior parte di coloro che consumano droghe sintetiche è convinta di poter smettere quando vuole (67,5%). Stress lavorativo (27,1%), mobbing (17,1%), precarietà di lavoro (14%) e rischio di disoccupazione (13%) sono le condizioni di lavoro che possono contribuire al consumo di queste nuove droghe sintetiche. Il 51% dei lavoratori intervistati pensa che l’uso di droghe sintetiche riduce la produzione di impresa, mentre c’è indecisione rispetto all’influenza del consumo di droghe sintetiche sull’assenteismo (45,8% non so, 42,2% si) e sugli incidenti sul lavoro (42,5% si, 42,1% non so) Cosa può fare un lavoratore che vuole farsi aiutare e qual è il ruolo dell’impresa? Se un lavoratore vuol farsi aiutare deve rivolgersi: ad un centro specializzato (39,2%), ad un amico (31,1%), al Ser.T. (21,8%). Solo il 5% dei lavoratori ritiene che se la sbrighi da solo. Infine la maggior parte dei lavoratori (61%) pensa che le imprese dovrebbero avere un programma di lotta alla droga e che i vantaggi sarebbero: rapporti di lavoro più equilibrati (34,2%), meno assenteismo (22,5%) e meno infortuni (19,2%). euridice 12 12-05-2005 pagina 16 15:09 Pagina 16 EuridiceNews 12 euridice 12 12-05-2005 15:09 Pagina 17 EuridiceNews 12 pagina 17 La campagna di informazione e sensibilizzazione N ei mesi novembre/dicembre 2002 sono state distribuite a circa 2.000 lavoratori schede informative riguardanti: • Il fumo: dipendenza da nicotina, il test di Fogerstrom, gli effetti del fumo, quando si inizia a fumare e quando si deve assolutamente smettere; • L’alcol: il limite al bere, il consumo moderato, quando non bisogna bere, le differenze di genere, strumenti diagnostici, alcoldipendenza ed assuefazione; • Le nuove droghe sintetiche - L’ecstasy: caratteristiche, effetti, rischi e conseguenze sanitarie, i trattamenti e la prevenzione; • Gli psicofarmaci: cosa sono e quando sono utilizzati, la farmacodipendenza, l’assuefazione e la dipendenza fisica; • Il mobbing e il disagio psico-sociale: definizione di mobbing, la sua estensione, come individuarlo e come prevenirlo, effetti psicofisici; • Lo stress: definizione, effetti sulla salute, chi ne è colpito e quali sono i suoi costi, stress e comportamenti di dipendenza, cosa si può fare in un impresa Su ciascuna scheda, erano riportate inoltre coordinate telefoniche e telematiche che consentivano di prendere contatto con La Cooperativa “Marcella” e con il locale Servizio per le Tossicodipendenze. I contenuti della campagna informativa riflettevano le lacune informative e le indicazioni emerse nella ricerca. I depliant sono stati consegnati ai lavoratori dalle RSU e dalle Direzioni Aziendali secondo un calendario predefinito, in maniera tale da massimizzare il più possibile l’efficacia del messaggio. euridice 12 12-05-2005 pagina 18 15:10 Pagina 18 EuridiceNews 12 euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 19 EuridiceNews 12 pagina 19 L’impatto della campagna informativa S i è cercato di misurare l’impatto di questa campagna attraverso 821 questionari distribuiti in 10 aziende coinvolte nel progetto, quelli restituiti sono stati 252, pari al 30,7%. Il 94% dei rispondenti ha aperto e letto le schede informative (il 43% attentamente, il 51% velocemente). L’uso del materiale è stato prevalentemente personale (48%) ma molti lavoratori, avendo figli adolescenti e giovani, lo hanno utilizzato in ambito familiare (26%). I lavoratori hanno valutato positivamente il contenuto del materiale informativo: il 29% lo ha giudicato buono, il 28% discreto, il 33% sufficiente e solamente il 4% lo ha reputato insufficiente; le non risposte si sono attestate al 6%. Fra gli argomenti della campagna maggiormente ricordati (ricordo aiutato), si segnalano le droghe sintetiche (34%), il mobbing (23%), l’alcolismo (22%), gli psicofarmaci (18%); la dipendenza da nicotina è stata menzionata solo dal 3% dei rispondenti. Il 61% degli intervistati ha affermato che la campagna è un’iniziativa da continuare, il 27% si è detto disponibile a partecipare ad un corso di formazione sulle droghe, mentre per un lavoratore su dieci il contenuto della campagna dovrebbe essere divulgato “on line”. AZIENDE PARTECIPANTI AL PROGETTO RIFINIZIONE S. STEFANO JERSEY-MODE S.P.A COMET S.P.A A.B.C. S.R.L PENTA-RIF. S.R.L RIFINIZIONE VIGNALI S.P.A RIFINIZIONE BERNOCCHI SA.VA. CONSIAG EUROTINTORIA S.P.A. LANIFICIO PECCI E.& C. MA.VI. S.R.L GUALCHIERANI S.A.S FILOVERDE S.R.L LUX S.R.L OLIMPIAS SAN GIOVANNI L.A.I.P. ASMIU FIDIAS S.P.A. euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 20 EuridiceNews 12 pagina 20 Il training per lavoratori-guida: analisi di un esperienza I contatti con le aziende hanno evidenziato la difficoltà a svolgere le attività formative all’interno dell’azienda ed in orari di lavoro. Per ovviare a queste limitazioni è stato deciso di effettuare la formazione presso la sede di un’organizzazione sindacale, disponibile a mettere a disposizione i propri locali. Nel periodo febbraio-giugno 2003, è stato realizzato un corso di formazione diretto a 10 rappresentanti sin- dacali e lavoratori interessati al tema delle dipendenze. L’obiettivo formativo era quello di metterli in condizione di saperne di più sulla dipendenza da sostanze e di aumentare le loro competenze e abilità sociali. In dodici sessioni (incluse le partecipazioni ai seminari pubblici) sono stati affrontati argomenti inerenti al consumo di droghe, agli aspetti legali del problema, alle possibili forme di aiuto da prestare al lavoratore in difficoltà, al disagio psico-sociale nel mondo del lavoro e alle tematiche del mobbing. Al corso hanno partecipato come docenti esperti del Ser.T., del DSM, delle Organizzazioni Sindacali ed operatori della Cooperativa “Marcella”, titolare del progetto Euridice. Gli incontri sono stati improntati alla partecipazione attiva dei partecipanti (esperienze personali, discussione di casi concreti, ecc.). Articolazione dell’intervento formativo Supervisore Dr Giuseppe De Luca, Psicologo, Responsabile del Progetto Euridice Tutor del corso Stefano Becocci, Marco Mascii 25 febbraio Relatore Co-progettazione del contenuto dell’azione formativa Dr Giuseppe De Luca, Psicologo, Responsabile del Progetto Euridice Durante l’incontro sono stati illustrati e meglio definiti, con il contributo dei partecipanti, contenuti e modalità didattiche del corso di formazione. 11 marzo Relatori Prima sessione: l’evoluzione del fenomeno droga a Prato, con particolare riferimento al mondo del lavoro Dr Giovanni Mattiolo, Sociologo Ser.T. Sergio Ciappi, Assistente Sociale Ser.T. In questa sessione è stata esaminata l’evoluzione del fenomeno droga nel territorio della provincia di Prato. Fenome- euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 21 EuridiceNews 12 pagina 21 nologia, modelli di intervento ed approcci alla prevenzione sono stati dibattuti in termini problematici fra i relatori e i corsisti. 25 marzo Relatori Seconda sessione: contratti collettivi di lavoro e leggi, opportunità d’intervento nell’area delle dipendenze Stefano Becocci, Tutor del Progetto Euridice Dr.ssa Noemi Bermani, Sociologa Cooperativa Marcella I relatori intervenuti hanno illustrato come i contratti collettivi di lavoro italiani affrontano le condizioni di disagio psico-sociale dei lavoratori. È stata effettuata una disamina approfondita delle tutele previste per i lavoratori tossicodipendenti in diversi settori d’attività. Considerate le caratteristiche dei corsisti l’attenzione è stata posta in particolare sui contratti dei settori meccanico, tessile e chimico. 8 aprile Relatori Terza sessione: come costruire un programma d’aiuto verso un lavoratore in difficoltà; presentazione della rete dei servizi per le dipendenze a Prato Marco Mascii, Educatore Professionale Ser.T. Luciano Bossa, Infermiere Professionale Ser.T. In quest’incontro, sono state illustrate le difficoltà relazionali che s’incontrano nell’avvicinare o nel farsi avvicinare da lavoratori in situazioni di disagio psicosociale. Sono stati presi ad esempio e discussi, casi presentati dai partecipanti. Gli interventi si sono focalizzati principalmente sulle capacità e le modalità d’ascolto del “lavoratore-guida”, anche al fine di effettuare un adeguato invio ai servizi disponibili sul territorio. 22 aprile Relatori Quarta sessione: le nuove droghe sintetiche e i giovani lavoratori; nuovi lavori e nuove forme di dipendenza da sostanze Dr.ssa Antonella Manfredi, Psichiatra Ser.T. Stefano Becocci, Tutor del Progetto Euridice È stato affrontato il tema del consumo di droghe sintetiche fra i giovani lavoratori, anche in relazione ai radicali cambiamenti avvenuti in questi anni nel mondo del lavoro. Dopo aver esposto gli effetti e le conseguenze negative del loro utilizzo, la discussione si è soffermata sia sui pericoli immediati per la sicurezza personale (infortuni) sia sui rischi d’eventuali d’esclusione/allontanamento dall’azienda (licenziamento, mancato rinnovo del contratto a termine, ecc.). euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 22 EuridiceNews 12 pagina 22 6 maggio Relatore Quinta sessione: dipendenza da nicotina; legislazione sul divieto di fumo Dr Giuliano Villani, Direttore Ser.T. Delineato il quadro epidemiologico del problema nel territorio provinciale, si è passati ad esaminare le conseguenze negative del fumo per la salute pubblica. Illustrati i recenti sviluppi normativi si è discusso con i partecipanti su come questo problema sia affrontato a livello aziendale. L’incontro si è concluso con una dimostrazione pratica dell’utilizzo dello spirometro. 20 maggio Relatore Sesta sessione: l’impatto dell’alcolismo nel mondo del lavoro e presentazione della nuova legge Dr Tommaso Vannucchi, Medico Ser.T. Sono state esaminate le principali problematiche alcolcorrelate, sia a livello sanitario che sociale. È stato evidenziato lo stretto rapporto esistente fra abuso d’alcolici e sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono state poi presentate le novità previste nella legge sull’alcol approvata nel 2001. L’incontro si è concluso con l’esame d’alcuni casi presentati dai corsisti. 3 giugno Relatore Settima sessione: salute mentale e lavoro Dr Carlo Battaglia, Pedagogista DSM Il rapporto fra condizioni di lavoro e salute mentale è stato analizzato in una duplice prospettiva. Da un lato, è stata rilevata l’importanza del clima lavorativo sulla salute psichica dei lavoratori, dall’altro sono state prese in esame le difficoltà relative al reinserimento lavorativo dei soggetti in trattamento presso i servizi di salute mentale. 17 giugno Relatori Ottava sessione: organizzazione del lavoro, stress e comportamenti di dipendenza Stefano Becocci, Tutor del Progetto Euridice Dr Giovanni Mattiolo, Sociologo Ser.T. Si sono passati in rassegna i principali mutamenti intervenuti in questi anni nelle modalità d’organizzazione del lavoro, evidenziando come questi cambiamenti possano aver prodotto forme di disagio psicosociale fra i lavoratori. L’attenzione è stata posta soprattutto sullo stress lavorativo e sul fenomeno del “mobbing”. I corsisti hanno presentato casi e situazioni che sono stati analizzati e discussi con i relatori. 1 luglio Relatore Nona sessione: chiusura e valutazione dell’azione formativa Dr Giuseppe De Luca, Psicologo, Responsabile del Progetto Euridice In quest’incontro è stata fatta, insieme ai partecipanti, una verifica approfondita dei risultati raggiunti dall’azione formativa. La valutazione del training è stata fatta utilizzando come strumento il Locus of Control, un questionario composto da 29 coppie di affermazioni che ha come obiettivo quello di misurare come il mondo esterno ed i suoi eventi influenzano il modo di pensare degli individui. La somministrazione prima/dopo del test ai partecipanti al corso ha evidenziato mutamenti positivi sulle seguenti aree: Responsabilità (minor peso attribuito al destino e alla sfortuna negli eventi negativi), Apprendimento (la soluzione di un problema dipende dalla quantità d’impegno dimostrato nel risolverlo), Partecipazione (le disfunzioni dipendono dal disinteresse verso i problemi, una maggiore partecipazione li riduce). euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 23 EuridiceNews 12 pagina 23 GRUPPO LAVORATORI FORMATI AZIENDA DI APPARTENENZA Graziano Bruno Rifinizione Bernocchi Federico Canovai Penta.Rif Riccardo Cerchiari Eurotintoria Viliana Cianella Filoverde Umberto Gioffredi L.A.I.P Alessio Langianni Fidias Alessio Meoni MA.VI Luciano Sacchetti Rifinizione Vignali Mario Serafini Jersey-Mode euridice 12 12-05-2005 pagina 24 15:10 Pagina 24 EuridiceNews 12 euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 25 EuridiceNews 12 pagina 25 Svantaggio sociale e reinserimento lavorativo P erché parlare di reinserimento, all’interno di un progetto che ha come elemento di fondo la prevenzione? Per almeno tre buoni motivi: La prevenzione è un intervento prioritario, ma nessuno pensa di azzerare il problema della tossicodipendenza. Con questa e con le sue conseguenze, tra le quali la marginalità sociale, dovremo continuare a fare i conti; Siamo convinti che nella tossicodipendenza un buon reinserimento sia uno dei modi più concreti di fare prevenzione; La presenza delle forze sociali all’interno del progetto è una grossa occasione per parlare di reinserimento lavorativo e dei suoi strumenti, forse ancora poco conosciuti ed alcuni dei quali a costo zero per le aziende. casi, essenzialmente terapeutica e formativa. L’inserimento prevede un impegno part-time di venti ore settimanali ed è a costo zero per l’azienda che offre la disponibilità al soggetto svantaggiato quest’opportunità. Il “gettone di presenza” e l’assicurazione è a carico dell’Ente Locale. Inserimento socio-terapeutico Inserimento in cooperative sociali (tipo b) – Legge 381/91 Permette l’inserimento lavorativo di soggetti appartenenti a categorie svantaggiate (detenuti in semilibertà, tossicodipendenti, alcolisti, handicappati) in cooperative sociali di tipo B che hanno l’obbligo di avere nel loro organico almeno il 30% di soggetti svantaggiati. L’inserimento ha come scopo la formazione e potenziamento delle risorse personali. Le cooperative usufruiscono dei benefici previsti dalle normative nazionali e regionali. È uno strumento utilizzato per avvicinare al mondo del lavoro soprattutto soggetti con handicap fisico o mentale, che difficilmente avrebbero la possibilità di reperire autonomamente un’occupazione. L’inserimento, come si evince dalla definizione ha una finalità, almeno in parte dei Borse lavoro È uno strumento, di durata variabile da sei mesi ad un anno, utilizzato per favorire la formazione e l’inserimento lavorativo in aziende private, pubbliche o in cooperative. Le aziende beneficiano di forme di de- Strumenti operativi contribuzione o di somme da destinare alla retribuzione del soggetto inserito. euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 26 EuridiceNews 12 pagina 26 Euridice Line: una linea d’aiuto per il mondo del lavoro E uridice- Line è una linea d’aiuto dedicata esclusivamente al mondo del lavoro. Un numero telefonico nazionale, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 19.00, fornisce informazioni su: • Dipendenze tradizionali (alcol, droga, tabacco), • Nuove dipendenze (gioco d’azzardo, internet, disturbi alimentari), • Altri problemi psico-sociali in ambito lavorativo (violenza, stress, mobbing), • Organizzazione dei servizi territoriali, • Aiuto medico e legale, • Programmi di trattamento, • Agevolazioni previste da leggi e contratti per i trattamenti. Il servizio si rivolge a chiunque, a vario titolo, sia interessato a ricevere informazioni, consigli e suggerimenti su questi argomenti. Possono chiamare: • Lavoratori/trici, • Funzionari sindacali, • Manager d’imprese private e pubbliche, • Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, • Assistenti sociali d’imprese, • Servizi sanitari d’impresa, • Medici competenti, • Agenzie di lavoro interinale, • Chiunque voglia fare domande sulle dipendenze. Euridice-Line offre inoltre una serie di servizi Internet come Consulenza telematica, Chat-line, Gruppi di discussione, Orientamento e Formazione a distanza attraverso moduli ed unità didattiche. In stretto raccordo con quest’iniziativa, un gruppo misto composto da lavoratori di piccole e medie imprese di Prato ed operatori del Ser.T. dell’Azienda Usl 4 è disponibile, il martedì dalle 16.00 alle 18.00, a fornire telefonicamente informazioni più dettagliate sul sulle realtà e le risorse locali. Attraverso la diffusione d’opuscoli e locandine nelle aziende del network, il gruppo ha avviato una campagna di comunicazione pubblica diretta ad accrescere la notorietà della linea telefonica fra i lavoratori. Materiale informativo sarà inoltre distribuito al maggior numero possibile d’aziende del distretto industriale, ai sindacati territoriali e all’associazione industriali. Saranno inoltre utilizzati i media locali per far conoscere l’iniziativa alla comunità locale. euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 27 EuridiceNews 12 pagina 27 Euridice - informa: notiziario informativo del Gruppo “Euridice-Prato” È un bollettino curato dal gruppo Euridice, avrà cadenza periodica e sarà utilizzato per diffondere le esperienze fatte e per comunicare nuove proposte. Sarà aperto alla possibilità d’interventi esterni al gruppo, per chiunque abbia voglia di proporre criticare o semplicemente chiedere informazioni. Il progetto Euridice a Prato esplora e sperimenta un modello tipo di prevenzione delle dipendenze da sostanze nelle piccole e medie imprese e coinvolge circa 2.000 lavoratori divisi in 21 aziende. Quest’iniziativa fa parte del programma del Progetto Euridice “Un modello integrato di prevenzione delle tossicodipendenze nei luoghi di lavoro”, realizzato in convenzione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ai sensi della Legge n. 45 del 18.02.1999. Nel triennio 2001-2003 nei luoghi di lavoro sono state realizzate le seguenti attività: – Ricerche sulla dipendenza – Campagna informativa e di sensibilizzazione – Azioni formative rivolte ai lavoratori L’obiettivo è quello di colmare le lacune conoscitive dei lavoratori sui temi delle dipendenze e del disagio psico-sociale, all’interno degli ambienti di lavoro. Tutto ciò in funzione di migliorare le relazioni aziendali per creare un ambiente il più consapevole possibile e ridurre al minimo alcune problematiche che possono influire negativamente sulle persone e quindi sul corretto svolgimento dell’attività produttiva. Come è stato evidenziato anche dalla nostra ricerca, tali problematiche, se non gestite in modo adeguato, creano delle notevoli diseconomie interne all’azienda, che si possono manifestare in vari modi. Esistono dei percettori che sono utilizzati nel progetto, con la collaborazione dell’azienda, che possono dare un segno tangibile dell’esistenza di forme di dipendenza e, in seguito, dell’eventuale miglioramento della situazione aziendale dopo l’implementazione del progetto. Ospedale ASL, Prato Attività del gruppo Euridice Di seguito l’intervento: “Quando mi è stata fatta la proposta di partecipare al progetto mi sono reso subito disponibile, però ero scettico sul suo esito. Sono stato smentito dai fatti: è stata ed è un’esperienza formativa coinvol- Seminario Regionale: “Stress, Mobbing, dipendenza da sostanze nei luoghi di lavoro” 4 ottobre 2003, Sala delle Colonne, È stato illustrato tutto il lavoro di ricerca fatto sino ad oggi, con risultati e considerazioni mettendo a confronto opinioni di sindacalisti, medici e imprenditori. Seminario Europeo: “Dipendenza da sostanze sul lavoro. Un confronto europeo” 14-15 novembre 2003, Hotel Plaza, Piazza Principe Umberto I 23, Napoli Uno degli aspetti principali del progetto, è la possibilità di confronto con una rete diffusa in Italia ed in Europa che permette di avere uno scambio d’opinioni ed un confronto sui lavori fatti all’interno delle imprese europee. Il gruppo Euridice Prato ha portato il contributo di uno dei lavoratori che partecipa attivamente al gruppo di formazione. euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 28 EuridiceNews 12 pagina 28 gente ed entusiasmante. Parlare di dipendenze nel mondo del lavoro è molto difficile, la dipendenza principale fino a poco tempo fa erano le ore di lavoro, almeno 12. Comunque la partecipazione aziendale è stata molto buona, i lavoratori hanno risposto al questionario, anche se a volte sollevavano obiezioni del tipo: ma che domande stupide oppure io so tutto sulle droghe; altri erano infastiditi dall’argomento trattato, mentre alcuni dicevano che per lavorare ci vuole un po’ di droga. L’azienda non mi ha ostacolato nella partecipazione ai corsi che si sono tenuti. Dopo averli frequentati ho cominciato ad osservare con maggiore attenzione i miei colleghi e a fare alcune riflessioni. Ho costatato che i fumatori fumano meccanicamente, che, dicono, lo fanno solo sul lavoro e che prima o poi smetteranno. Ho parlato con alcuni colleghi che fanno uso di hashish o simili: nemmeno loro si ritengono dipendenti, ma lo considerano solamente un diversivo che interrompe la monotonia del lavoro. Ho provato ad informarli sui rischi che corrono, ma non credo di aver raggiunto un risultato, almeno per il momento. Per l’alcol, la situazione è ancora più complessa. La cultura del Chianti è ben radicata e si nota soprattutto dopo la pausa pranzo. Spesso coloro che abusano in alcol sono persone di una certa età e ricoprono anche ruoli di responsabilità, ma fondamentalmente di responsabilità ne hanno poca perché mettono a repentaglio la propria e soprattutto l’altrui sicurezza. Il problema che maggiormente mi ha colpito è l’uso di psicofarmaci. In azienda ci sono alcuni colleghi strani che alternano periodi d’euforia a periodi di depressione. Il comportamento dei colleghi sani, nei loro confronti, è di scherno quando sono euforici e d’abbandono quando sono depressi. Parlando con alcuni ho scoperto che dietro ai loro comportamenti ci sono storie umane difficili, ma anche che essi, apparentemente, si abbattono per piccole cose. Concludendo, vi assicuro che non è facile aiutare queste persone perché, all’interno di una azienda, questo aspetto è considerato una perdita di tempo, quando c’è il lavoro da portare avanti. In ogni caso, spero che questa esperienza continui e, credo anche, che mettere un po’ del nostro tempo a disposizione di chi ha bisogno sia un buon investimento”. Euridice-line Questa è un’attività cominciata a dicembre 2003. Consiste in un punto d’ascolto telefonico, gestito dagli stessi lavoratori formati dal progetto ed assistiti da esperti in materia e chiunque ne sente la necessità, può chiamare per chiarirsi un dubbio, esporre un problema o per avere semplici informazioni sulla rete dei servizi disponibili sul territorio. Opportunità per le aziende che assumono categorie svantaggiate Proposta di: utilizzo d’ore in esubero destinate alle assemblee sindacali, in accordo con le associazioni di rappresentanza, per fare formazione direttamente in azienda, con l’intervento di medici ed esperti dei vari settori. Gli argomenti trattabili sono molteplici: mobbing, alcol, nicotina, stress, psicofarmaci e nuove droghe sempre attualizzati all’ambiente lavorativo e non solo, con possibilità di formulare quesiti ai relatori. euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 29 EuridiceNews 12 pagina 29 La divulgazione dell’esperienza L’ esperienza del Gruppo Euridice Prato è stata presentata nei seguenti Seminari: Euroconferenza - Giovani lavoratori a rischio, apprendistato, droghe sintetiche e mondo del lavoro, 2526 Ottobre 2001 - Colle Val d’Elsa (Siena) Nel corso dell’incontro è stata illustrata la fattibilità del progetto Euridice nella realtà produttiva del distretto pratese. Workshop regionale - P.M.I.: come costruire un ambiente di lavoro libero da alcol, droghe e sostanze che provocano dipendenza, 27 Febbraio 2002 - Prato Lo stato d’avanzamento del progetto è stato mostrato ad un gruppo d’amministratori locali, europei e rappresentati della Rete Europea dei Progetti Euridice. Seminario Regionale - Stress, mobbing, dipendenza da sostanze nel mondo del lavoro, 4 ottobre 2003 Prato È stato illustrato il lavoro svolto nelle aziende. I risultati emersi sono stati messi a confronto con le opinioni di sindacalisti, imprenditori e operatori socio-sanitari. Seminario Europeo - Dipendenza da sostanze sul lavoro. Un confronto europeo, 14-15 novembre 2003 – Napoli Il progetto Euridice Prato è stato confrontato con le esperienze di prevenzione effettuate a livello italiano ed europeo, consentendo uno scambio d’opinioni sui lavori svolti all’interno del network. Il gruppo Euridice - Prato ha portato la sua esperienza anche attraverso il contributo di uno dei lavoratori che partecipano al progetto. Le testimonianze Viliana Cianella - operaia tessile “Filoverde” “Ho partecipato al corso avendo visto dei volantini in ditta dove lavoro. Gli argomenti mi sono sembrati interessanti per le problematiche di cui trattavano: droga, alcol, fumo, psicofarmaci ed altro, quindi situazioni presenti nella vita quotidiana. Premetto che sono curiosa su tutto ciò che riguarda il sociale, e sono rimasta soddisfatta da quello che ho appreso durante le specifiche lezioni tenute e curate dai vari professionisti. Personalmente credo di poter vedere con un’altra ottica i miei colleghi, di capire meglio le loro “situazioni” e spero di poter essere per loro un aggancio, un indirizzo, a seconda delle esigenze, anche se mi pare siano molto diffidenti ad ammettere di avere un problema, come se fosse una debolezza. La maggior parte di loro giudica con superficialità determinate situazioni e quindi pensa di poterle “cambiare” da soli ed in qualsiasi momento, anche se poi in realtà non è così semplice” Cerchiari Riccardo - operaio Tessile, componente RSU “Eurotintoria” “Quando mi è stata fatta la proposta di partecipare al progetto, mi sono reso subito disponibile ma ero scettico sull’esito. I fatti mi hanno smentito, è stata ed è un’esperienza formativa coinvolgente. Parlare di dipendenza nel mondo del lavoro non è facile, la dipendenza principale fino a poco tempo fa erano le ore di lavoro, almeno 12. La partecipazione aziendale è stata molto buona, i miei colleghi si sono dimostrati in larga parte disposti ad affrontare questi temi anche se, non sono mancate le obiezioni. L’azienda non mi ha posto ostacoli alla partecipazione al corso di formazione. Dopo la formazione, ho osservato i comportamenti dei miei colleghi con maggiore attenzione. Ho costatato che chi euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 30 fuma lo fa meccanicamente e assicura che “ fumo molto solo a lavoro e prima o poi smetto”; ho parlato con persone che fanno uso di Hashish e nemmeno loro si ritengono dipendenti. Per l’alcol, la situazione è ancora più complessa, la cultura del chianti è ben radicata. Sono rimasto particolarmente colpito soprattutto da chi fa uso di psicofarmaci perché, parlando con loro, ho scoperto che hanno storie umane molto difficili. Aiutare queste persone è difficile, lo è ancor più in un ambiente di lavoro. La mia esperienza all’interno del progetto è proseguita anche con la partecipazione ai vari seminari che si sono tenuti, e mi hanno particolarmente colpito alcune esperienze riportate, come per esempio i cantieri dell’alta velocità dove mi hanno impressionato moltissimo le condizioni di lavoro, non sembrava di essere in Italia nell’anno 2003. Ritengo molto utili i seminari organizzati perché ci fanno mettere a confronto realtà diverse che altrimenti non conosceremmo. La nostra esperienza sta continuando attraverso un punto d’ascolto che spero possa divenire un riferimento per coloro che hanno un qualche problema, stiamo facendo dei piccoli passi in una società che corre. Credo che spendere del tem- po per questo progetto sia un’ottima cosa, ultimamente alcuni problemi come mobbing e dipendenze varie hanno avuto maggiore risonanza, spero sia un viatico per fare qualcosa di buono”. Umberto Gioffredi - operaio meccanico rappresentante RLS “LAIP” “Ho partecipato al corso di formazione del progetto Euridice perché, gli argomenti di discussione riguardavano il mondo del lavoro e di conseguenza una buona parte della vita quotidiana. Ho trovato personale qualificato e umano, esempio gli operatori del Ser.T. che trattando problemi della tossicodipendenza ci hanno fornito numerose informazioni. Un altro argomento interessante di discussione è stato il mobbing, una parola che ultimamente ne sentiamo parlare più spesso. Secondo me è una problematica non indifferente visto che poi il lavoratore in difficoltà non avendo o non volendo chiedere aiuto sfocia i suoi problemi in alcool, antidepressivi, situazioni sicuramente difficili poi da recuperare. È stata una valida esperienza mi ha lasciato qualcosa, non è finita li visto che è stato istituito un numero telefonico per coloro che hanno problemi, situazioni di disagio nel mondo del lavoro, spero possa essere d’appoggio a qualcuno visto che non è facile chiedere aiuto ad un collega in azienda. Potrei parlarne ancora ma dovrei scrivere un libro”. euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 31 EuridiceNews 12 pagina 31 Profilo operativo della Cooperativa di Studio e Ricerca Sociale Marcella Organismi istituzionali di riferimento 1. Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue 2. Associazione Lombarda Cooperative Servizi e Turismo 3. Albo delle Cooperative Sociali e degli enti ausiliari-Regione Lombardia Organismi internazionali alle quali è iscritta 1. World Federation for Mental HealthWFMH 2. World Association for Cooperative Education-WACE 3. European Mediterranean Partnership Against Drug Abuse-EMPASA (socio fondatore) Organismi internazionali di manifestazione di interesse - European Foundation for the Improvement of Living and Working Condition, Dublino - European Monitoring Centre for Drug and Drug Addiction di Lisbona Attività di consulenza istituzionale Regione Lombardia, Commissione HIV nel mondo lavoro, 1997 Regione Lombardia, Commissione Settimana Europea di Prevenzione della Tossicodipendenza, 1998 Rapporti con le università Convenzione con l’Università Cattolica di Milano per un programma di tirocinio nell’ambito del progetto Euridice. Obiettivi della Cooperativa Oggi la Cooperativa di Studio e Ricerca Sociale Marcella si configura come un organismo che opera nel campo, della progettazione, della sperimentazione, della valutazione e disseminazione di iniziative pilota nell’area dei servizi alle persone ed in quello ecologico-ambientale. Campi consolidati di sviluppo A) La rete dei progetti Euridice Euridice è un programma di intervento sulla tossicodipendenza e sulle dipendenze patologiche nei luoghi di lavoro, che si configura come un vero e proprio servizio a sostegno delle imprese in quanto ha ampliato il suo raggio di azione fino a comprendere il governo della diversità nei luoghi di lavoro. II programma Euridice si compone di 5 sottoprogetti che possono essere realizzati nel loro insieme o separatamente a secondo delle specifiche situazioni locali. Attualmente la dimensione del progetto Euridice è europea con una forte presenza in Italia, dove esso è stato sperimentato e lanciato. All’interno della rete Euridice esiste un sotto programma su “Giovani lavoratori a rischio. Le droghe sintetiche nell’apprendistato e nei lavori interinali”. Questo programma è scaturito a conclusione di una Euroconferenza su “Giovani lavoratori a rischio”, tenutasi nel 2001 a Siena e sponsorizzato da UE, ILO, CES, OMS, CDE, EMCDDA. B) Job Integration È un sistema integrato di progetti a sostegno dell’integrazione nel mondo del lavoro delle persone in difficoltà occupazionali per motivi bio-psico-sociali. Prevede l’apprendimento di tecniche di progettazione e la loro sperimentazione attraverso la realizzazione di specifici programmi formativi assistiti da computer (Computer Aided Instruction). C) Lifelong learning program È un programma innovativo di valutazione cognitiva delle risorse umane impegnate nell’ambito produttivo che genera formazione continua ed apprendimento permanente. Esso è applicabile sia a chi lavora nelle imprese private sia a chi lavora nelle imprese e servizi pubblici. Lo sviluppo di punti di apprendimento (point learning) viene adottato come un criterio-guida per promuovere una continuità di cambiamento nelle arti, nei mestieri e nelle professioni. D) Progetto Ambiente Globale Il progetto ha come obiettivo quello di fornire consulenze su come costruire l’Agenda 21 Locale proponendo l’utilizzazione della metodologia del coinvolgimento partecipativo nell’implementazione di programmi di salvaguardia dell’ambiente. La metodologia del coinvolgimento partecipativo che viene promossa dalla DG13 della Comunità Europea nell’ambito dello sviluppo sostenibile, copre varie aree d’intervento (ambiente urbano, biodiversità, protezione civile, biotecnologie, ecc.) e consiste nel rendere i cittadini consapevoli e protagonisti delle attività di riqualificazione e di costruzione dell’identità locale, intesa come riscoperta del sapere e della cultura locale come risorse della valorizzazione del territorio. E) Percorsi di Integrazione ed Euridice News. Sono due strumenti ormai collaudati che servono a divulgare i risultati degli studi, delle ricerche e dei progetti. Sono pubblicati quadrimestrali. F) Substances at work è un bollettino on line in lingua inglese che aggiorna sullo stato di sviluppo del programma Euridice a livello internazionale. È consultabile sul sito web Euridice-network.org euridice 12 12-05-2005 15:10 Pagina 32 EuridiceNews 12 pagina 32 Index Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le componenti di un modello di prevenzione delle dipendenze da sostanze per le piccole e medie imprese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ruolo del Comitato di Coordinamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il Dipartimento delle Dipendenze della ASL 4 Prato: le attività di prevenzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il progetto Euridice e la prevenzione delle dipendenze nel mondo del lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Un modello d’intervento nelle piccole e medie imprese: riflessioni su un’esperienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • La valutazione dei bisogni informativi e formativi dei lavoratori: la ricerca su “Dipendenza da sostanze e nuove forme di consumo nei luoghi di lavoro” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I risultati della ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La campagna di informazione e sensibilizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’impatto della campagna informativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il training per lavoratori-guida: analisi di un esperienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • Articolazione dell’intervento formativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Svantaggio sociale e reinserimento lavorativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • Strumenti operativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Euridice Line: una linea d’aiuto per il mondo del lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Euridice - informa: notiziario informativo del Gruppo “Euridice-Prato” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La divulgazione dell’esperienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • Le testimonianze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Profilo operativo della Cooperativa di Studio e Ricerca Sociale Marcella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3 “ 5 “ 7 “ 8 “ 9 “ 11 “ 13 “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ 13 14 17 19 19 21 25 25 26 27 29 29 31 Questa pubblicazione fa parte del programma del progetto Euridice “Un modello integrato di prevenzione delle tossicodipendenze nei luoghi di lavoro”, realizzato in convenzione con il Ministero del Lavoro ai sensi della legge n. 45 del 18.02.1999 Essa è stata curata dal Gruppo EURIDICE – PRATO, lavoratori formati delle aziende partecipanti) e da: G. Villani - Direttore Ser.T. Azienda Usl 4 di Prato Giovanni Mattiolo - Sociologo Ser.T. Azienda Usl 4 di Prato M. Mascii - Educatore professionale Ser.T. Azienda Usl 4 di Prato S. Ciappi - Assistente sociale – Coordinatore Servizio Sociale Ser.T. S. Becocci - Tutor Progetto Euridice Prato Per informazioni sul Progetto “Euridice - Prato” Referenti: Giovanni Mattiolo e Stefano Becocci Tel. +39.0574.25 051 / 340.47 05 729 Fax. +39.0574.22 614 e.mail: [email protected] / [email protected]