Il valore della protezione e della discrezione del sistema di raccolta Giovanna Tani Coordinatrice infermieristica del percorso stomizzati Asl di Forlì “La stomia non è un ostacolo alla vita, al rapporto di coppia,alle relazioni sociali, al piacere dell’amicizia, della serenità dell’attività sportiva, a un lavoro appagante, alla speranza, all’entusiasmo di una vita completa e armoniosa”. Negli ultimi anni è stato riscontrato un costante aumento delle malattie croniche. Il paziente stomizzato si trova a dover riflettere sulla propria vita e a costruire nuovi equilibri sia nell’ambito lavorativo, familiare e sociale. L’infermiere ha un ruolo fondamentale nel renderlo autonomo nella gestione della stomia e aiutarlo a prevenire le complicanze correlate dei trattamenti in essere. Chi intraprende un percorso di educazione terapeutica dovrà essere fortemente motivato, competente e in grado di creare una legame di forte empatia e fiducia, attraverso la comunicazione. Il ruolo dell’infermiere nella pianificazione di un piano educativo è quello di: 1. identificare i bisogni educativi 2. definire gli obiettivi 3. pianificare le strategie educative 4. valutare i risultati dell’intervento Nella comunicazione non ci deve essere un semplice passaggio di informazioni tra chi sa e chi non sa, ma un vero coinvolgimento focalizzato all’apprendimento del paziente. Un concetto che la recente pedagogia ha così riassunto: “Un cambiamento relativamente stabile nel modo di pensare, sentire agire” (J. Juilbert). I prodotti di ultima generazione Il nuovo sistema a due pezzi con flangia può essere una buona soluzione per le specifiche esigenze dei pazienti. Grazie a questo prodotto, i pazienti gestiscono correttamente la stomia, evitando il rischio di incorrere in alterazioni della cute peristomale e trovano il comfort e la discrezione di cui hanno bisogno. Nell’insegnare loro come utilizzare il sistema di raccolta, ho suddiviso il processo di apprendimento in tre fasi: 1. metodo collettivo (lavoro di gruppo e simulazioni); 2. tutorato individuale (incontri colloqui ed esercitazioni pratiche); 3. autoapprendimento (opuscoli, linee guide sulle alterazioni cutanee, etc.) Questo processo educativo è continuo deve essere adattato al decorso della malattia, dell’assistito e soprattutto adattato al suo stile di vita. I vantaggi di questo tipo di lavoro sono duplici: per il paziente, si tratta di prevenire ed annullare la comparsa di complicanze e ridurre lo stato di dipendenza; per l’infermiere, di applicare un piano predefinito, ottimizzare le risorse umane, ridurre i costi di gestione, documentare il risultato dell’intervento educativo. Giovanna Tani Coordinatrice infermieristica Ambulatorio stomizzati - C/O poliambulatori piano terra, ambulatorio 4 Azienda Ospedaliera Morgagni Pierantoni Via Forlanini, 34 - Forlì Orari e giorni di apertura: Tutti i giorni, dalle 8:00 alle 14:00 Telefono: 0543/735050