Parrocchia San Michele Arcangelo in Precotto - Viale Monza, 224 - Milano e : [email protected] - Centralino tel.02.27007012 IL RICHIAMO Anno XVII - n.7 14 dicembre 2014 Quinta domenica di Avvento « Vieni, Signore, a giudicare il mondo » UN NUOVO UMANESIMO PER MILANO E LE TERRE LOMBARDE La bellezza della fede testimoniata in tutti gli ambienti della umana esistenza è il dono più prezioso che i cristiani possono offrire ai propri fratelli. Nel pieno rispetto della società plurale, essi intendono offrirlo a tutti, certi di alimentare così quell’amicizia civica che è terreno di coltura del nuovo umanesimo. Con queste parole l’arcivescovo Angelo Scola ha terminato il messaggio di S. Ambrogio alla città di Milano che, annualmente, esprime valutazioni magisteriali su vicende in corso suggerendo rimedi e ipotesi di soluzione. Quest’anno, partendo dal contesto di Milano, definita metropoli plurale, frammentata e lacerata, ha svolto una riflessione con a tema il rimedio indilazionabile: l’urgenza di far sbocciare l’ esperienza di un nuovo umanesimo. Di esso tratteggia la caratteristica costitutiva: al centro dell’agire e dell’esprimersi deve stare l’uomo, non la tecnologia, gli affari o il potere. L’uomo integrale, non quello ridotto a individuo isolato; e l’uomo integrale è un essere in relazione, innanzitutto con il Creatore che gli ha dato la vita, poi con gli altri e infine con il creato, sua dimora e risorsa. La novità da riscoprire e da vivere è la logica del dono di sé sia perché membri della famiglia umana sia perché discepoli di Gesù che ha elevato l’amore gratuito a regola di ogni rapporto. Riconciliazione sacramentale martedì 23 mercoledì 24 h 8-9 e 17-19 h 8-12 e 15-19 Perché tale forma di umanesimo è così urgente e indilazionabile? Per ricuperare il punto sorgivo di quel patrimonio che ha generato nei secoli il cattolicesimo lombardo capace di coniugare unitariamente l’impegno religioso, sociale, educativo, imprenditoriale nella vita ordinaria: un autentico umanesimo della responsabilità che ha piedi per terra e sguardo volto al cielo. Di persone che vivano con questa autocoscienza c’è grande bisogno perché il presente vede il diffondersi della cultura del narcisimo che priva l’uomo di slanci ideali, di passioni, di rischio, di avventura … e lo lascia privo di ogni riferimento e solidarietà vissuta. Chi può incarnare l’umanesimo del dono di sé e della responsabilità? Chiunque, cristiano o no, che nel nuovo humus del “meticciato” culturale della società accetta di vivere una vera cultura dell’ incontro in tutte le situazioni e circostanze dell’esistenza. Uomini e donne in grado di far vedere e narrare la storia di quei legami che li fa essere veri e umani e il cui cuore è “di essere figli, chiamati a loro volta a essere padri e madri”. Da qui - continua l’arcivescovo scaturisce l’urgenza di difendere e valorizzare la famiglia. In tale ambito infatti è possibile fare esperienza dell’essere in relazione: in famiglia siamo figli, fratelli,sposi, genitori. Nella famiglia le differenze costitutive tra uomo e donna si fanno evidenti e aiutano a sconfiggere la menzogna dell’uomo autarchico, del narciso. Che cosa è chiesto ai cristiani? Di diventare sempre di più testimoni del nuovo umanesimo incontrati in Gesù e nella vita della comunità cristiana che rende possibile un modo più conveniente di amare e di generare, lavorare e di riposare, di educare, di condividere gioie e dolori, di assumere la storia. Una forma particolare di testimonianza è l’amicizia civica, la possibilità cioè di farsi promotori di dialogo e di confronto con chi lo vuole “per cercare insieme quel compromesso nobile che rende più ricca e pacifica la vita sociale”. Chiediamo a Gesù il dono di essere segno del suo amore incarnato. Natività di Sandro Botticelli Opuscolo religioso stampato in 2000 copie - scaricabile in formato pdf dal sito www.parrocchiadiprecotto.org 1