I.T.T. «L. da Vinci» Foligno PROGETTO CITTADINI DEL MONDO A.S. 2014 – 15 Promosso dalla Diocesi di Foligno EDUCAZIONE INTERCULTURALE A SCUOLA Contributo della Dirigente Scolastica Prof.ssa Rosa Smacchi PREMESSA: LA SFIDA A CUI LA SOCIETA’ DEVE RISPONDERE: • L’uomo cittadino del mondo testo di Fabio Gabrielli (Preside facoltà di filosofia università L.U.de.S. )Lugano Dai pensatori antichi, Democrito e Seneca, un messaggio ancora valido per l'uomo d'oggi: la saggezza e la fratellanza come aperture al mondo. Una straordinaria massima di Democrito mostra come fosse già presente in lui una visione cosmopolitica: “Ogni paese della terra è aperto all’uomo saggio: perché la patria dell’uomo virtuoso è l’intero universo.” Altrettanto eloquente, a questo proposito, risulta Seneca: “La filosofia non respinge nessuno e non fa speciali scelte: splende per tutti.” E in modo ancora più incisivo: “La natura ci produce fratelli generandoci dagli stessi elementi e destinati agli stessi fini. Essa pose in noi un sentimento di reciproco amore con cui ci ha fatto socievoli…Teniamo sempre presente questo concetto, che siamo nati per vivere in società. E la nostra società umana è proprio simile ad una volta di pietre, che non cade proprio perché le pietre opponendosi l’una all’altra si sostengono a vicenda e quindi sostengono la volta.” Ma Seneca si spinge ancora più in là, arrivando a sostenere che dobbiamo rispondere con il bene anche nei confronti di coloro che ci hanno fatto del male. “È ben poca cosa - aggiunge il filosofo – non fare il male a chi dovresti fare del bene! “. Dalla lettura di queste splendide testimonianze l’uomo d’oggi dovrebbe comprendere come la virtù e la saggezza consistano nell’aprirsi all’altro, visto contemporaneamente come diverso, per razza o visione del mondo, e identico a noi stessi: siamo tutti accomunati dall’appartenenza alla medesima stirpe, quella della ragione e del cuore. É vero che la paura dell’ignoto, e, quindi, del diverso, accompagna da sempre l’uomo, è una componente strutturale del suo “stare nel mondo.” Tuttavia a questo non deve conseguire una chiusura nella propria comunità: l’arcipelago uomo è costituito da innumerevoli isole. La vita di questo arcipelago va coltivata con la dottrina della fratellanza e della ragione. Certo, una ragione vigile, attenta alle eventuali deviazioni distruttive dell’altro, ma, comunque, sempre disponibile alla fiducia. Essere cittadini del mondo, in definitiva, significa proprio questo: non fredda globalizzazione, bensì caldo “sfregamento di anime”, difesa ragionevole della propria identità storica e culturale, ma anche disponibilità ad ascoltare voci e volti diversi, in un autentico confronto mirato alla conservazione di quell’arcipelago di cui abbiamo parlato. INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DELLE SCUOLE DELL’INFANZIA E DEL PRIMO CICLO D’ISTRUZIONE N° 254 DEL 16 NOV. 2012 La scuola oggi: • Nuovi scenari: più opportunità, ma più rischi • Varietà delle esperienze: dare senso alla • Paesaggio educativo più complesso: più difficili i processi di identificazione e di differenziazione LA COMPLESSITA’ • Scuola luogo dei diritti di ognuno e delle regole condivise; • Scuola luogo di apprendimento, ma anche al «saper stare al mondo»: ognuno, ogni giorno, deve tener conto delle informazioni sempre più eterogenee e si confronta con una pluralità di culture; fare scuola oggi: mettere in relazione la complessità di modi radicalmente nuovi d’apprendimento con un’opera quotidiana di guida ai nuovi media e alla ricerca multimediale. SCUOLA: INSEGNARE AD APPRENDERE • Scuola come opportunità per tutti: garantire a tutti il pieno sviluppo della persona umana «senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali» (come recita la nostra costituzione); • Obbiettivo della scuola: non insegnare lo sviluppo di singole tecniche e competenze, piuttosto formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale per affrontare positivamente le incertezze e le mutevolezze degli scenari sociali e professionali presenti e futuri. SCUOLA: INSEGNARE AD ESSERE • La scuola intesa come comunità educante che crea una convivialità relazionale intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi. • La scuola in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri di una società come parte di una comunità vera e propria. SCUOLA: VALORIZZAZIONE DELL’ IDENTITA’ DI OGNI STUDENTE • Riconoscere e conservare le diversità preesistenti. • Sostenere attivamente «le diversità» per la loro integrazione attraverso la conoscenza della nostra e della altrui cultura in un confronto che non elude questioni quali le convinzioni religiose, i ruoli familiari, la differenza di genere…. • La promozione e lo sviluppo di ogni persona stimola vicendevolmente la promozione e lo sviluppo delle altre persone: ognuno impara meglio nella relazione con gli altri. SCUOLA: FORMAZIONE DEI CITTADINI • Non basta convivere nella società. Questa società bisogna curarla continuamente insieme • Formare dunque cittadini in grado di collaborare per la costruzione di collettività più ampie e composite: siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale. SCUOLA: EDUCARE ALLA CONVIVENZA E UNA NUOVA CITTADINANZA UNITARIA E PLURALE: • La conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie nazionali e non; • la condivisione delle radici storiche • la piena valorizzazione dei beni culturali presenti sul territorio nazionale. • Formare i cittadini italiani che siano nello stesso tempo cittadini dell’Europa e del mondo affrontando i problemi più importanti che coinvolgono il nostro cambiamento; pensare in un’unica comunità di destino europeo così come a un’unica comunità di destino planetario. SCUOLA: PROMUOVERE UN NUOVO UMANESIMO La relazione tra microcosmo personale e il macrocosmo dell’umanità e del pianeta devono essere intese in un duplice senso: ciò che accade nel mondo influenza la vita di ognuno; ogni persona è responsabile del futuro dell’umanità. Pertanto: • no semplice accumulo di tante informazioni in vari campi ma, pieno dominio degli ambiti disciplinari e, contemporaneamente, l’elaborazione delle loro molteplici connessioni. A SCUOLA: PROMUOVERE UN NUOVO UMANESIMO • • • • Promuovere: i saperi propri di un nuovo umanesimo, attraverso la capacità di cogliere gli aspetti essenziali dei problemi; la capacità di comprendere le implicazioni per la condizione umana, degli inediti sviluppi della scienza e delle tecnologie; la capacità di valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze; la capacità di vivere e di agire in un mondo in continuo cambiamento. A SCUOLA: PROMUOVERE UN NUOVO UMANESIMO • Diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell’attuale condizione umana (degrado ambientale, caos climatico, distribuzione ineguale delle risorse, la salute e la malattia, l’incontro e il confronto tra culture e religioni, i dilemmi bioetici,….) possono essere risolti attraverso una stretta collaborazione non solo tra le nazioni, ma anche fra le discipline e fra le culture. A SCUOLA: PER UNA CITTADINANZA PLANETARIA E’ compito sia della formazione scientifica (chi sono, dove sono sulla terra, l’evoluzione…) sia della formazione umanistica (chi sono io, dove sono io nella culture umane, nella società e nella storia) definire un quadro di insieme per comprendere l’attuale condizione dell’uomo planetario, condizione determinata dalle molteplici interdipendenze fra locale e globale, e dunque la premessa indispensabile per l’esercizio consapevole per una cittadinanza nazionale, europea e planetaria. CONCLUSIONI: Edgar Morin : da una testa ben fatta Il compito spetta principalmente agli educatori a cui è richiesta competenza, ma soprattutto passione, tecnica, arte. Il loro compito deve permettere di contestualizzare e globalizzare le menti e prepararli alla crescente complessità della vita. Un problema è l’iperspecializzazione: occorre un riaccorpamento polidisciplinare intorno a un nucleo organizzatore sistemico (ecologia, scienze della Terra, cosmologia). L’eccessiva specializzazione divide, separa, crea muri insormontabili, fatti di linguaggi propri e teorie ripiegate su se stesse. In un mondo destinato sempre più alla globalizzazione, allo scambio, alla diversità, non avere un approccio globale, aperto è un danno enorme e crea egoismi di parte, che escludono individui o società dalla dinamica globale dello sviluppo. “Un pensiero capace di non rinchiudersi nel locale e nel particolare, ma capace di concepire gli insieme, sarebbe adatto a favorire il senso della responsabilità e il senso della cittadinanza“. (Concludo con una delle sue frasi più belle. Sta discutendo del soggetto, del suo essere individuo distinto e pur comune alla società, un’entità che “non è un’essenza, ma neppure illusione” e che oscilla quindi tra “l’egocentrismo assoluto e l’abnegazione assoluta”.) “L’individuo soggetto rifiuta la morte che lo inghiotte, ma è tuttavia capace di offrire la vita per le sue idee, per la patria e per l’umanità. Ecco la complessità stessa della nozione di soggetto“.