Trimestrale per i membri della Federazione Ticinese Integrazione Andicap
Giugno 2013/2
NOTIZIARIO
www.ftia.ch - [email protected]
NUOVE
prospettive
I
n un recente saggio, il ricercatore Matteo Schianchi prova
a conteggiare la realtà dell’andicap a livello globale: “sono
650 milioni i disabili del mondo,
oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione del
mondo dopo Cina e India”.
Una cifra che impressiona per la
SOMMARIO
sua grandezza e che rende ancor
1
più incomprensibile, ai giorni no- • Nuove prospettive
stri, la necessità di un continuo
3
lavoro di sensibilizzazione in me- • Attività FTIA
rito alla disabilità. Eppure, nono8
stante la forte presenza dell’andi- • Attività sportive
cap anche solo a livello statistico,
12
ci troviamo di fronte ad una so- • In breve
cietà che ancora pone delle barriere e che riserva all’altro uno menta il rifiuto e l’emarginazione.
sguardo di negazione, carico di A quarant’anni dalla sua fondaziopregiudizi o pietismo, che ali- ne, la Federazione Ticinese Integrazione Andicap trova sempre
più ragione d’esistere. Le motivazioni della sua nascita, legata soprattutto al bisogno di aggregazione sportiva, hanno saputo rinnovarsi e cogliere i cambiamenti sociali. La lotta per le barriere architettoniche, per la formazione e la
professione, per il riconoscimento
della parità hanno sicuramente
portato a dei risultati, ma ancora
insufficienti perché l’integrazione
delle persone con andicap risulti
davvero completa. Lo stato sociale
infatti non è ancora riuscito a fornire delle risposte definitive anche
di fronte al continuo mutamento di
bisogni e prospettive. Inoltre, al di
là delle necessità, è la forma stessa
di disabilità ad essere mutata; in
particolare, negli ultimi quindici
anni, ad influire in modo preponderante è la manifestazione di malattie psichiche, le quali conducono a situazioni d’invalidità più o
meno gravi. Si tratta di una casistica in continuo aumento: si calcola
infatti una crescita dell’8% annua
(segue a pagina 2)
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Notiziario FTIA
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Redattrice responsabile:
Daphne Settimo
FTIA Giubiasco
Formazienda FTIA
Via Linoleum 7
CH-6512 Giubiasco
Tipografia Procom SA
Bioggio
Printed in Switzerland, 2000 copie
EDITORIALE
(continua dalla pagina 1)
Nuove
prospettive
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di persone che, a causa di problematiche psichiche, sono costrette
a ricorrere ad un’indennità.
Le cause di disturbi psichici sono
da ricondurre principalmente alle
trasformazioni avvenute nel mondo
del lavoro negli ultimi anni: maggior pressione, ritmi di lavoro più
rapidi, meno spazi di manovra e
minori possibilità di partecipare alle decisioni. Una modifica delle
esigenze produttive che, dagli anni
Novanta, non ha fatto che aumentare la richiesta di flessibilità nei confronti dei dipendenti.
Si tratta di un forte cambiamento
statistico al quale la FTIA non può
sottrarsi e che implica una continua
revisione dei servizi offerti, soprattutto per quanto riguarda la consulenza giuridica ma anche la formazione e l’integrazione professionale. I servizi devono infatti affrontare nuovi tipi di casistiche e per questo devono adeguare la propria
consulenza e strumenti nei confronti di questo scenario. Non a caso la FTIA ha potenziato le sue risor-
se con l’assunzione di un’educatrice
per rafforzare il sostegno in vista di
favorire l’integrazione professionale
delle persone con andicap che seguono una formazione o una riqualifica o che lavorano in ambito protetto e che hanno delle competenze idonee al mercato del lavoro.
Anche altri servizi sono sollecitati
dalla nuova realtà sociale che si delinea all’orizzonte, che non comprende solo l’aumento della casistica legata all’andicap psichico. Ad esempio, il servizio sport, la locomotiva
che per molto tempo ha trainato la
Federazione, si trova davanti a nuove prospettive: da un lato la nascita
d’iniziative private d’integrazione in
seno a società e movimenti sportivi
preesistenti, dall’altro il costante invecchiamento degli atleti e, infine, la
tendenza, all’interno delle società affiliate, alla frammentazione. Anche
la formazione di monitori e assistenti è mutata; ad oggi, la FTIA è partner dell’associazione mantello Plusport, della quale è rappresentante
per il Canton Ticino. Nuove sfide si
pongono anche al servizio barriere architettoniche, sollecitato anche dalla popolazione anziana,
che come per le persone con andicap, può migliorare la qualità di
vita e rimanere più a lungo possibile a domicilio. Al di là degli
“steccati” delle varie leggi, è importante poter soddisfare i bisogni
delle persone e delle famiglie che
chiedono un’assistenza e una consulenza professionale.
La politica sociale, che da sempre si impegna nella difesa dei
diritti e degli interessi delle persone con andicap, dovrà pertanto
perseguire nella sua missione.
Ma dovrà pure evitare che le
conseguenze delle crisi economiche – che avranno senz’altro ricadute anche sulle risorse per le
assicurazioni sociali – non si traducano in diminuzione di prestazioni o rinuncia a diritti per i
quali ci si è lungamente battuti.
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ATTIVITÀ FTIA
LA FTIA
ieri e oggi
O
ggi la Federazione
Ticinese Integrazione Andicap è
una realtà conosciuta, che conta
oltre settanta collaboratori ed importanti servizi dedicati all’integrazione della persona disabile.
Un’istituzione creata con passione
ed impegno, guidata da un’attenta
analisi della realtà, e, a volte, anche da qualche sogno.
Lorenzo Giacolini, da oltre trent’anni alla guida della Federazione,
spiega l’evoluzione della FTIA,
dalla sua nascita fino ai giorni nostri, con qualche previsione per il
futuro.
Sono entrato in contatto, nel
1969, con il gruppo sportivo di
Mendrisio creato allora da Milly
Moser attraverso l’amico Giuliano Ambrosini, con la volontà di
creare un progetto simile anche a
Bellinzona. Non avevo nemmeno
vent’anni. Lì ho conosciuto anche
Cesare Ferretti e Pierluigi Baroni, con i quali abbiamo poi iniziato un’attività sportiva per persone invalide nel Sopraceneri, attraverso il Gruppo Sportivo
Integrato di Bellinzona.
La presenza di Giuliano Ambrosini, in questo progetto, non è
stata del tutto casuale. Nel corso
degli anni Sessanta era infatti sua
abitudine frequentare dei campi
per sportivi invalidi Plusport ad
Amden, nel Canton Glarona, dove
ha conosciuto Milly Moser, madre
di una ragazza con spasticità, la
quale era responsabile di questi
corsi e che per prima ha avuto la
volontà di aprire un programma
simile anche qui da noi in Ticino.
Intanto, a Lugano e Locarno, erano stati creati altri due gruppi: nel
1972 abbiamo dunque pensato di
attuare una serie di incontri tra i
presidenti delle le società per condividere idee e tematiche e per organizzare delle attività.
I movimenti di allora erano finanziati, regione per regione, dal fon-
do della lotteria Intercantonale e
gestiti a livello di volontariato. Si
voleva però fare di più, e per questo motivo occorrevano maggiori
risorse. Abbiamo allora deciso di
inviare una domanda di finanziamento al Dipartimento delle opere sociali; il direttore Benito
Bernasconi ci rispose che avremmo ricevuto maggiori sussidi se
avessimo però riunito le società:
da questo è nata la FTIS, Federazione Ticinese Invalidi Sportivi, con tanto di statuto e formulazione degli obiettivi, redatti da
me e da Gigi Baroni.
Quali sono stati i primi propositi
della FTIS?
Tra le varie questioni affrontate,
sono subito emerse le difficoltà
legate alle barriere architettoniche. Tutti i gruppi, infatti, trovavano impedimenti nel reperire
delle palestre o stadi accessibili
dove effettuare le attività e spesso si rendeva necessario portare
a peso gli atleti in carrozzina,
condizionando in modo effettivo
lo svolgimento degli allenamenti.
Grazie alla collaborazione con
Paolo Pelli, giurista, allora im-
piegato presso il Dipartimento
Opere Sociali, abbiamo deciso
di pubblicare un opuscolo, edito
poi nel 1975, intitolato “Costruire pensando agli invalidi”, con
lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso il tema delle barriere architettoniche, il
quale ha portato, nel 1978, all’inserimento dell’articolo 34 bis
nella Legge edilizia cantonale.
Questa prima iniziativa ci ha
spinti a voler fare di più; ovviamente, con le sole nostre forze ed
un’attività a livello di volontariato, non era possibile raggiungere grandi obiettivi. Franco
Maconi, allora docente presso il
Centro di Formazione Professionale Invalidi di Gerra Piano e
presidente FTIS, aveva così deciso di integrare la gestione della
Federazione all’interno dell’istituto. In questo modo, era stato
possibile usufruire di un’amministrazione professionale, cosa che
aveva reso possibile una buona
crescita delle attività. Arrivati a
questo punto, non si poteva più
tornare indietro: la nostra Federazione necessitava di crescere attraverso la gestione di un
professionista. Per questo moti-
(segue a pagina 4)
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ATTIVITÀ FTIA
(continua dalla pagina 3)
La FTIA
ieri e oggi
vo, ci siamo adoperati al fine di
trovare finanziamenti per poter
assumere una persona a tempo
pieno e collocarla in una struttura idonea allo svolgimento dell’attività, fondi che, nel 1979, ci
sono stati concessi dall’UFAS. Si
trattava dunque di trovare una
persona idonea per assumere il
ruolo di segretario generale.
L’impiego presso la FTIS era
stato allora messo a concorso. In
quel momento, ho pensato “questo potrebbe essere un posto per
me”, anche perché quale persona con andicap attiva da diversi
anni nella Federazione, avrei
potuto sicuramente dare un buon
contributo. Così ho presentato
formalmente la mia candidatura,
ovviamente astenendomi dalla
selezione. E sono stato assunto.
cominciato la mia avventura in
questo piccolo spazio. Con la dichiarazione, nel 1981, dell’Anno
internazionale delle persone disabili, le attività si sono immediatamente intensificate: ho avuto infatti molti scambi con gruppi di lavoro a livello federale nei
quali ho accompagnato anche
Paolo Pelli, che era attivo quale
giurista in alcune di queste commissioni. In questo periodo, si è
lavorato davvero molto sul tema,
creando importanti pubblicazioni e materiali di sensibilizzazione. Oltre al lavoro di politica sociale, è stato poi importante pianificare anche l’attività a livello
locale, contribuendo ad organizzare manifestazioni ricreative e,
visto che i soldi non bastavano
mai, anche la prima raccolta fondi attraverso il taccuino illustrato
Quali sono stati i primi compiti da da Boneff, un esercizio che si
svolge ancor oggi con successo.
assolvere?
Beh… a dire il vero, soprattutto
all’inizio, ho svolto molte mansioni: ero segretario generale,
donna delle pulizie, dattilografo
e impiegato in un minuscolo ufficio che Franco Maconi era riuscito ad ottenere gratuitamente
presso il Centro di Gerra Piano.
Il primo aprile del 1980 ho così
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Nel 1983 la FTIS cambia sede…
Le attività sono cresciute rapidamente e per me non era più possibile gestire il tutto da solo. Ci
voleva un aiuto, che è stato identificato nella persona di Sonia
Cungi. L’ufficio di Gerra Piano
però non era sufficientemente
ampio per ospitare due persone,
e così, da gennaio 1983, abbiamo dovuto trasferire l’attività a
Bellinzona, in via Geretta.
Con il trasferimento a Bellinzona,
le attività hanno avuto un’ulteriore sviluppo?
Soprattutto grazie ai legami instaurati con le associazioni svizzere, siamo venuti a conoscenza
della creazione di importanti
servizi. Fin da subito mi sono interessato alla nascita della Federazione Svizzera di Consulenza sui Mezzi ausiliari di
Wetzikon. Dopo una consultazione con il Comitato, abbiamo
chiesto al direttore di questo
consultorio la possibilità di aprire una sede anche in Ticino. Non
è stato facile, ma nel 1986 siamo
riusciti a portare questa prestazione nei nostri uffici di Bellinzona e ad assumere un collaboratore, fino a che non abbiamo trovato una sede più adeguata a Quartino.
Nel frattempo, visto che gli
obiettivi della Federazione si
erano ampliati e non si trattava
più solo di gestire delle attività
sportive, abbiamo deciso di trasformare la FTIS in FTIA, Fe-
ATTIVITÀ FTIA
derazione Ticinese Integrazione
Andicap.
La questione delle barriere architettoniche è stata tra le prime
problematiche delle quali la
FTIA si è presa carico. Già dai
primi anni, avevamo costituito
una commissione formata da tre
architetti volontari, che si occupavano di esaminare progetti e
di dare consigli in merito all’accessibilità. Una volta conosciuto
il Centro svizzero per la costruzione adatta agli andicappati,
aperto a Zurigo nel 1981, abbiamo deciso di esportare questo
servizio anche in Ticino, adattando il principio alle esigenze
del territorio. Così, nel 1987, abbiamo costituito la consulenza
professionale per l’eliminazione
delle barriere, un servizio affidato da allora ad un architetto professionista.
Per quanto riguarda lo sport, altro caposaldo della Federazione,
abbiamo iniziato da una gestione volontaria. Anche qui era presente una commissione, ma mancava un coordinamento forte,
una proposta di attività comuni
aperte a tutti e soprattutto non ci
era data la possibilità di occuparci della formazione dei monitori, cosa che veniva effettuata
tramite Plusport in Svizzera interna e che comportava tutta una
serie di problematiche legate al
viaggio, all’investimento di tempo e alla lingua. Per questo abbiamo chiesto a Plusport la possibilità di svolgere una formazione in Ticino, motivo per cui ci
siamo trovati a tradurre tutto il
materiale didattico e ad invitare
dei docenti che potessero tenere
dei corsi in italiano. Era infatti
importante parificare la formazione dei monitori ticinesi al movimento nazionale, ma anche dare loro un centro di appoggio per
l’organizzazione delle attività.
Per questo motivo, abbiamo deciso di affidare il coordinamento
del movimento ad un professionista dello sport.
Le idee non mancavano: da anni
ormai Paolo Pelli si occupava di
fornire un aiuto giuridico volon-
tario alle persone che ne facevano richiesta. Si trattava di un sostegno spontaneo, ma non si poteva definire un servizio formale.
Tuttavia il bisogno cresceva, e si
rendeva necessario ufficializzare
questa funzione. Per questo motivo, abbiamo chiesto l’appoggio
di Integration Handicap, che da
poco tempo aveva sviluppato un
ufficio di consulenza giuridica.
Ne abbiamo analizzato così il
modello e lo abbiamo adattato
alla realtà del Canton Ticino;
con l’appoggio di Pro Infirmis,
ATGABBES ed Unitas, siamo
riusciti ad aprire un servizio comune il 1 febbraio del 1990.
Sempre negli anni Novanta, analizzando i bisogni emersi dalla
nostra realtà sociale, è risultata
la necessità di dare una risposta
nei confronti dell’impiego professionale per persone con disabilità. In tutta la Svizzera esistevano già dei laboratori protetti, ma
in Ticino mancava un luogo che
potesse dare una chance di lavoro a persone con andicap fisico. È
così che nel 1987 è nato il Centro
di Informatica FTIA, coordinato
da Germana Gaggetta, il cui
team era costituito da un informatico, una contabile e quattro –
cinque collaboratori. Per questa
piccola azienda, abbiamo dovuto
affittare dei nuovi spazi in Via
Cattori a Bellinzona, fino a che
siamo riusciti, nel 2009, a costruire una vera e propria casa
dove radunare tutti i servizi.
Insomma, nel corso di un decennio, la Federazione ha assunto
delle dimensioni molto ampie, andando al di là dei primi obiettivi
legati allo sport e alle barriere architettoniche. In questo senso, come sono cambiate le tue mansioni,
e che cosa succederà in futuro?
Il mio ruolo è sempre stato quello
di coordinare l’attività; non ho la
formazione di un giurista, né di
un maestro di sport o di un architetto. Ho sempre cercato di interpretare i bisogni sociali e di intervenire in modo mirato, prendendo
da esempio strutture e servizi esistenti, che, con l’aiuto dei vari
presidenti e del comitato, ho poi
cercato di adattare alla nostra
realtà. Dopo oltre trent’anni di
gestione, quello che vorrei fare è
tornare alle origini e occuparmi
più a fondo di politica sociale,
cercando di capire come è necessario agire affinché i diritti delle
persone con andicap siano rispettati. Credo l’obiettivo più grande
da raggiungere oggi sia il concetto di parità, un tema per il quale
occorre lavorare con impegno…
[email protected]
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ATTIVITÀ FTIA
LAVORI
in corso
4
0 anni sono una bella età.
Valgono sia per la vita di una persona, poiché rappresentano il raggiungimento di un certo stato di
maturità, sia per il percorso di
un’associazione, la quale, dopo
tanti lustri, dovrebbe aver sviluppato un certo equilibrio.
Così è anche per la FTIA, anche
se, tutto sommato, ci piace pensare che la sua maturazione non sia
del tutto compiuta e che, nelle
scelte future, potrà ancora procedere con un certo spirito di inventiva e di entusiasmo. E proprio per
ricordare le tappe salienti ed i
cambiamenti intercorsi nella nostra Federazione, la FTIA ha deciso di dar vita ad una serie di progetti, il cui scopo è quello di mostrare i risultati di 40 anni di servizi e sensibilizzazione nel nostro
territorio.
Molto è infatti cambiato, da quan-
do, negli anni Settanta, poche decine di persone si sono riunite per
dare vita ad una associazione
sportiva che, di lì a poco, avrebbe
affrontato la necessità di integrazione dell’andicap a livello sociale. Come è cambiata, nel frattempo, la società? Come si è evoluto
il concetto di inclusione sociale?
Quali sono ancora i limiti con i quali sarà decisivo scontrarsi, nei prossimi anni? A queste e ad altre domande cercherà di rispondere il documentario che la FTIA sta producendo in collaborazione con il CISA,
il Conservatorio Internazionale di
Scienze Audiovisive di Lugano, che
sarà presentato a metà agosto nell’ambito del film festival di Locarno. Joel Fioroni, regista, raccoglierà infatti la testimonianza di
quattro persone che, attraverso la
FTIA, hanno potuto sperimentare
un particolare scenario di integrazione. È così che Sergio Caravatti
ci parlerà delle barriere architettoniche e dell’evoluzione della mobilità negli ultimi trent’anni, mentre Remo Semmler racconterà la
sua esperienza di sportivo para-
limpico ma anche di come il concetto di sport ed integrazione si
sia evoluto negli ultimi anni. Ilaria
Perren, in compagnia della figlia
Nora, narrerà la sua vita di mamma su ruote e di come sia possibile integrarsi in modo completo nel
tessuto sociale. Infine, Julien
Alberti, giovane che ha compiuto
la propria formazione presso la
FTIA, mostrerà la possibilità di
integrazione lavorativa al di là di
un andicap. Accanto a questa immagine istituzionale, gli studenti
del primo anno del CISA si sono
lasciati affascinare dalle storie di
Laura Cantù, ballerina in carrozzina, Maurizio Scarpa, clown sordo
e Tommaso Mainardi, musicista
cieco, dei quali stanno realizzando
una serie di ritratti.
Le iniziative per i 40 anni della
Federazione non si fermano qui:
oltre ad un documentario di riflessione sociale, sabato 5 ottobre è
previsto, presso il palazzetto FEVI di Locarno, un concerto di beneficenza con Davide Van De
Sfroos. L’artista si esibirà nell’ultima tappa del suo “Territoritour”,
un concerto dedicato alla regione
insubrica, durante il quale l’artista
presenterà brani, filmati e poesie
composti da persone comuni ed
ispirate alla regione del Lago di
Como. Ad anticipare l’esibizione
del “laghee”, la Ninfea Blues
Band, noto gruppo musicale integrato creato da utenti ed educatori
del foyer Ninfea presso l’OTAF di
Sorengo, a sottolineare che anche
la musica è possibile al di là di un
andicap. I biglietti per lo spettacolo saranno presto in vendita sul
portale www.biglietteria.ch , presso i centri Manor, le biglietterie
FFS, l’ente turistico del Lago
Maggiore nonché la stessa FTIA.
A presentare la serata la nota
speaker Laura Basile di Radio
Fiume Ticino, media partner dell’evento. Il costo del biglietto sarà di
franchi 30 per posti in piedi e per lo
spazio disabili e di fr. 40 per la balconata con posti seduti numerati.
[email protected]
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ATTIVITÀ FTIA
INTEGRARTE
e le sue Orme…
C
ambia nome IntegrArte,
il primo festival della Svizzera italiana dedicato alle arti della scena,
della musica e della danza, svoltosi
lo scorso mese di settembre presso il
Teatro Foce di Lugano. Una prima
esperienza, quella organizzata dalla
FTIA, dall’Associazione Teatro
Danz’Abile e dall’Associazione della Svizzera Romanda e Italiana contro le Miopatie, che ha subito conquistato l’interesse di Migros
Percento Culturale Svizzera, la
quale ha manifestato la volontà di
includere il festival ticinese nel
progetto federale integrart.ch.
Integrart è, di fatto, una rete costituita da quattro festival dedicati
all’integrazione, i quali si tengono
in contemporanea e a scadenza
biennale presso le città di Zurigo,
Berna, Ginevra e Basilea. Ogni
evento è organizzato in modo indipendente da una rete di associazioni legate alla cultura, le quali
propongono un’idea di integrazione che passa anche dall’arte. Per
questo, ogni festival assume un titolo provocatorio o riflessivo. Si
passa dal motto quasi sessantottino di “Okkupation”, manifestazione zurighese promossa dalla
compagnia “Teatro Hora”, per dimostrare alla città e alla regione
che, per una settimana, le persone
disabili occuperanno i maggiori
luoghi della cultura, tra i quali la
celebre “Rote Fabrik” e il teatro
sulla Gessnerallee fino ad arrivare
alle “Wildwuchs”, ossia le “erbe
matte”, le attività integrate promosse dall’omonima associazione
basilese. E ancora, “Dansehabile”,
associazione di danza ginevrina
che promuove produzioni proprie e
compagnie internazionali e infine
“BewegGrund”, perché tutti abbiamo bisogno, in un modo o nell’altro, di muoverci, e la danza ed
il teatro sono ottimi argomenti per
farlo all’interno del festival bernese. Di fronte a questi concetti,
vuoi per la somiglianza con “inte-
grart”, il collante dei festival, vuoi
per la necessità di sviluppare
maggiormente il concetto di arte e
inclusione, IntegrArte ha deciso di
cambiare nome, ricorrendo a un
tema semplice ed immediato:
Orme, come le tracce che ognuno
di noi lascia camminando, zoppicando, spingendosi su una carrozzina - non interessa come- ma importa il segno che ciascuno lascia
con il proprio passaggio.
Che sia Ombre, allora, a diventare
il quinto festival integrato della
Svizzera, partner del progetto integrart, il quale potrà, a scadenza
biennale, beneficiare di due-tre
produzioni internazionali finanziate da Migros Percento Culturale,
spettacoli di grande valore decisi
da una commissione centrale,
composta dalle direzioni artistiche
di ciascun membro del progetto. È
così che il Ticino entrerà a pieno
titolo in questa kermesse composta da grandi nomi dello spettacolo, che quest’anno ha visto tra i
protagonisti anche Claire Cunningham, estrosa coreografa di
Glasgow, in grado di integrare,
nella sua arte, le stampelle che da
quasi vent’anni accompagnano
ogni suo passo. In occasione di integrart, l’artista scozzese ha presentato lo spettacolo ME (Mobile
/ Evolution), una performance durante la quale l’attrice ha presentato con delicatezza, a volte con
ironia, la storia della sua disabilità
e delle sue stampelle, “uno strumento che a volte funge da sedia,
a volte da tavolino, e che sono in
tutto e per tutto mie amiche, amate ed odiate, e soprattutto il sostegno ad ogni mio passo”. Un mezzo ausiliario che, in ME, diventano un tramite per raccontare, ma
anche le basi per la costruzione di
un’opera d’arte e infine delle valide compagne di danza.
Ombre terrà un piccolo festival
autonomo nel 2014 presso il
Teatro Foce di Lugano, al quale
prenderanno parte compagnie nazionali ed internazionali, tra cui i
“Drum Theatre”, gruppo integrato
di stomper, per poi ritornare, sotto
l’egida di integrart, nella primavera del 2015.
[email protected]
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ATTIVITÀ SPORTIVE
SPECIAL OLYMPICS
al via i Giochi Nazionali
S
aranno oltre 1500 gli
atleti che, dal 29 maggio al 1 giugno del prossimo anno, si sfideranno in ben 13 discipline sportive nell’ambito dei National Summer Games di Berna. La capitale
svizzera ospiterà infatti giocatori
di pallacanestro, bocce, calcio,
golf, judo, atletica leggera, pétanque, ciclismo, equitazione, nuoto,
vela, tennis e tennis da tavolo in
una manifestazione che sarà preceduta da una suggestiva festa
sulla Piazza Federale.
I Summer Games, oltre che a rappresentare un’emozionante occasione di partecipazione per tutti
gli sportivi con disabilità intellettiva, per le loro famiglie ed i coach, sono anche un passo necessario per candidarsi ai World
Summer Games, che si svolgeran-
no nel luglio del 2015 a Los
Angeles.
L’adesione ai Giochi di Berna è
aperta a tutte le persone dagli otto
anni in su, le quali, per diversi
motivi, non possono partecipare a
normali competizioni sportive. In
prima linea la manifestazione è rivolta a sportivi con disabilità
mentale, difficoltà nell’apprendimento, disturbi e ritardi nello sviluppo nonché problematiche nel
comportamento. Non è necessario
appartenere a un determinato club
o essere titolari di licenze; occorre
però essere in grado di esercitare
la disciplina sportiva prescelta l’ideale sarebbe allenarsi con regolarità - e prepararsi all’evento
con gioia.
Le competizioni Special Olympics sono suddivise a seconda della capacità di ciascun atleta; l’equità è garantita dalla pratica del
divisioning. Durante il primo
giorno dei Giochi vengono effettuate per ogni disciplina delle ripartizioni in gruppi che ottengono
risultati simili. Per il divisioning,
l’atleta esercita la sua disciplina
come durante una vera gara. La ripartizione viene in seguito effettuata in funzione dei risultati ottenuti. Le differenze in termini di risultati all’interno di un gruppo
non devono differire di più del
15% (valore indicativo). I gruppi
creati grazie al divisioning sono
composti da minimo 3 e massimo
8 atleti. Per Special Olympics è
importante che, in caso di numero
sufficiente di iscrizioni, vengano
istituite apposite categorie per
bambini e giovani.
Oltre al programma sportivo, in
occasione dei Giochi Nazionali,
Special Olympics offrirà un interessante programma collaterale di
attività, allo scopo di sviluppare
l’amicizia e la condivisione all’insegna dello sport e del fair play:
Olympic Town
Sarà la zona d’incontro dei
Summer Games: oltre alla grande
sala di ristorazione, nella zona del
BernExpo sarà proposto a tutti gli
atleti un allettante programma di
intrattenimento con piccoli con-
6.2013
8
certi, stand per il ristoro, percorsi
di destrezza e altre attrazioni.
Protagonista dell’Olympic Town
sarà anche Plusport, associazione
per il promovimento dello sport
per persone con andicap, il quale
proporrà ai partecipanti divertenti
esercizi di equilibrio, arrampicata,
lancio e molto altro. In palio, agli
atleti che si cimenteranno in queste attività, gadget e premi.
Festa di apertura
I Summer Games verranno inaugurati sulla Bundesplatz, con una
coinvolgente cerimonia d’apertura. Il Consigliere federale Ueli
Maurer e il Sindaco Alexander
Tschäppät daranno un caloroso
benvenuto agli atleti. A completare la serata, in uno scenario straordinario, l’accensione della Flame
of Hope e un concerto.
Serata Gastro Bern
Dopo la prima giornata di gara, di
sera gli atleti si sposteranno nella
città di Berna per lasciarsi viziare
da una cena conviviale nei ristoranti locali.
Serata di festa
Nella sala delle feste del
BernExpo ad attendere gli atleti vi
sarà una gustosa cena con numerose sorprese. A seguire musica e
danze.
Cerimonia conclusiva
Ultimo highlight dei Summer
Games sarà la cerimonia conclusiva, che si svolgerà domenica pomeriggio. Prima dello spegnimento della Flame of Hope saranno
rese note le nomination per i
World Summer Games del 2015 a
Los Angeles.
Importante per Special Olympics
è anche la salute degli atleti: per
questo motivo, durante i Summer
Games di Berna, sarà attivato il
programma “Healthy Athletes”, il
quale prevede una serie di esami
specialistici concepiti per persone
con disabilità mentale. In particolare, gli atleti potranno partecipare a testi della vista e dell’udito.
I Summer Games saranno un’oc-
ATTIVITÀ SPORTIVE
casione di scambio non solo per
gli atleti, ma anche per le loro famiglie. Per questo motivo, gli organizzatori, in collaborazione con
l’associazione “Insieme”, hanno
previsto il “Family Program”, una
serie di iniziative dedicate ai famigliari degli sportivi coinvolti.
Genitori e amici potranno usufruire di una serie di agevolazioni e di
punti d’incontro loro dedicati.
L’iscrizione ai Giochi Nazionali è
possibile attraverso la registrazione all’indirizzo www.nationalgames.ch/it/ . Team, gruppi e atleti
possono essere inseriti da un responsabile dal 29 maggio 2013 al
31 gennaio 2014. Per ogni disciplina (e team) deve essere effettuata un’iscrizione. Per ogni iscrizione (e non per ogni partecipante) viene applicata una tantum di
CHF 15.–. La fatturazione avviene a febbraio 2014. È possibile
modificare l’iscrizione fino alla
scadenza dei termini. In base al
numero di partecipanti questa fase
mler che ha presentato ai candidapuò essere ridotta o prolungata.
ti il Quadri-way e Julien Alberti,
[email protected] sportivo con un’emiplegia.
In questo pezzo riportiamo alcune
considerazioni da parte di Julien
Alberti e da parte del GTSC, con
lo scopo di stimolare – attraverso
le loro parole - la curiosità in merito a questo corso. Buona lettura!
UN SENTIERO
per Plusport
L
o scorso mese di aprile è stata organizzata la prima parte del Modulo monitore Plusport
per l’ottenimento del brevetto di
escursionismo per persone con
andicap.
Il corso si è svolto al Centro sportivo di Tenero e per l’appuntamento sono stati invitati a parlare
ai candidati escursionisti con andicap, i quali hanno riportato le
loro esperienze in sala.
Per l’occasione hanno raggiunto il
Centro il Gruppo Ticinesi Sciatori
Cechi (GTSC), Fabio de Vito con
l’interprete Patrizia Boldini per
una panoramica riguardante l’escursione per persone sorde,
Claudia Mazzoleni che ha riportato la sua esperienza nell’ambito
dell’andicap mentale, Remo Sem-
[email protected]
MONTAGNE
viste dall’alto
I
ciechi e le loro guide amano la montagna invernale ma anche quella estiva. Sono dei grandi
camminatori e i sentieri delle
Prealpi e delle Alpi non hanno più
segreti per il “Vibram” delle loro
scarpe. Non c’è bisogno di particolari accorgimenti tecnici. Basta
una mano sulla spalla, oppure mano nella mano o eventualmente,
dove i sentieri sono stretti, l’ausilio di un moschettone agganciato
allo zaino o un bastone che colle-
ga cieco e guida. “L’obiettivo è
quello di praticare in comune
un’attività sportiva che coinvolge
due persone in una stessa entusiasmante esperienza. La guida e il
cieco stabiliscono un rapporto
stretto ed inscindibile. Solo quando i desideri e le necessità di entrambi sono indirizzati verso il
medesimo obiettivo e solo quando
il partner viene accettato completamente, l’escursionismo diventa
gioia, libertà e sicurezza: questa è
integrazione” sono le parole del
presidente del GTSC Mario Addonizio. Ma anche fuori dai sentieri marcati i ciechi del GTSC
hanno lasciato il segno. Nel 1984
cinque ciechi raggiungono la vetta dell’Allalin (4’027 m). Quello
fu un momento di particolare
commozione che viene ancora ricordato con immenso piacere. Poi
i nostri ciechi accompagnati da
valide guide sono stati in vetta al
Weissmies (4’023 m), all’Alphubel (4’206 m.), alla Zumsteinspitze (4’563 m), alla Signalkuppe
(4’554 m.) e sul Monte Bianco
(4’810 m.). Valerio Berri è stato il
primo cieco che abbia effettuato la
traversata completa da Chamonix
(segue a pagina 10)
6.2013
9
ATTIVITÀ SPORTIVE
(continua dalla pagina 9)
Special Olympics
il ritorno dei campioni
6.2013
10
al Rifugio Torino passando dalla
vetta del Monte Bianco nel settembre del 1987. Lui annovera nel
suo palmares anche la discesa della Vallée Blanche dal Rifugio
Torino a Chamonix, a piedi – non
con gli sci che è molto più facile –
tra i crepacci e le seraccate di questo lungo ghiacciaio. Da uno scritto di Alberto Polli, la sua guida in
quell’occasione, riportiamo:
“Domenica mattina ce la prendiamo comoda e, calzati nuovamente
i ramponi, ci incamminiamo giù
per la Vallèe Blanche. I seracchi
del Gigante sono insidiosi e ci
fanno perdere un sacco di tempo
per trovare il giusto cammino che
ci porta fin sotto al rifugio du
Roquin. Più sotto dove il ghiacciaio piega a sinistra nel luogo
detto Les Moulins perdiamo altro
tempo per oltrepassare una serie
di crepacci trasversali e dobbiamo
poi compiere un largo giro verso
destra per trovare un passaggio
verso la morena. E’ settembre e
alle otto di sera ci pentiamo di non
essere partiti prima dal Rifugio
Torino perché il giorno si spegne e
noi siamo ancora sul ghiacciaio.
Si fa notte e dobbiamo ancora risalire le scale di ferro per raggiungere il trenino di Montanvers. In
estate è l’unica via d’uscita dal
ghiacciaio e l’ultimo trenino se
n’è andato. La Vallée Blanche in
primavera è tutt’altra cosa: una
bellissima discesa di qualche ora.
Oggi ne abbiamo impiegate 14 fino in Piazza a Chamonix.”
Ma la maggior parte dei ciechi apprezza anche le camminate sui nostri bellissimi sentieri, quelli contrassegnati dal classico bianco-rosso-bianco. Nel 1991 un folto gruppo ha partecipato alla camminata
del settecentesimo della Confederazione, sulla strada dei Valser.
Belle impressioni sono state riportate nel giro dei laghetti di Orsinora,
del Ritom, Tom, Cadagno e tutti i
laghetti di quella zona, poi nel panorama del Furka, del Leit, della
Val bedretto, della Valle Maggia,
all’Alpe di Bardughée, in Val
Poschiavo e in Val di Campo. Tutto
il gruppo è stato in vetta all’Adula e
un cieco persino tre volte.
L’escursionismo è seguito anche
da molti amici e familiari che pur
non essendo guide (nel senso tecnico del termine) partecipano volentieri per il positivo "ambiente
di socializzazione" che si crea in
queste occasioni. “Le nostre guide, anche nei punti più impegnativi durante un’ascensione o una
traversata, non lasciano mai trasparire nei loro gesti e nella loro
voce un filo di ansia o di preoccupazione”, afferma Valerio Berri
che non ha mai mancato un appuntamento. “Quando si arriva su
una qualsiasi vetta, l’emozione è
forte, indescrivibile, un grido di
gioia, un abbraccio festoso: che
meraviglia!” sono le parole di
Giampiero Mazzoleni, cieco dalla
nascita. Rino Bernasconi, diventato cieco a causa di un incidente
automobilistico ci dice che “anche
noi possiamo ugualmente godere
con gli occhi di chi ci accompagna quello splendido scenario di
vette che si offre a tutti gli alpinisti. Rimarrà certo il ricordo di tante sensazioni vissute, rimarrà l’emozione di ognuno di noi, rimarrà
la riconoscenza e la stupenda amicizia che ci lega alle nostre guide,
rimarrà quel senso di immenso, di
infinito che noi abbiamo provato”.
ecco che le domande fioccano numerose ed io cerco di saziare questa
sana curiosità. Per esempio, spiego
che nel mio caso programmare una
gita non è molto diverso da qualsiasi altra persona. Sono semplicemente consapevole che in salita vado
molto forte, mentre in discesa faccio più fatica. Ma non per questo mi
nego 1'000 metri di dislivello fra su
e giù in una giornata d’escursione.
Non rinuncerei nemmeno ad una
gita in mountain bike. La scelta
del tracciato è soggettiva, nel mio
caso prediligo un panorama mozzaffiato e un percorso tecnicamente tutto sommato semplice ad un
percorso dove ci vogliono invece
ottime doti di guida e d’equilibrio.
Per quanto riguarda poi le gite con
le ciaspole, personalmente ritengo
che ciò sia assolutamente fattibile,
seguendo le comuni regole di sicurezza. L’unico adattamento, nel
mio caso, è l’uso del bastone sinistro, poiché quello destro sarebbe
più d’impiccio che d’aiuto.
In questo momento formativo, ho
sicuramente risposto ad alcuni
quesiti, ma ritengo più importante
l’esempio che ho portato, il quale
dimostra che pure i disabili possano fare escursioni e godere così
appieno delle nostre montagne.
a cura di GTSC
di Julien Alberti
EMIPLEGIA
STEFANO
I
icordo la prima volta
in cui, nella primavera del 2010,
Stefano si è avvicinato alla 2.4,
l’imbarcazione paralimpica nata
nel lontano 1983 a Stoccolma e
progettata per permettere una navigazione velica autonoma anche a
persone con disabilità motorie.
Una riproduzione su scala minore
delle grandi imbarcazioni metriche
utilizzate ad esempio per la Coppa
America, un progetto che prevede
l’assoluta indipendenza del timoniere, il quale, seduto all’interno
della scafo, può comodamente
nello zaino
e gambe in spalla
n occasione del corso Plusport
per monitori di escursionismo, mi è
stato proposto di portare ai candidati
la mia testimonianza di persona emiplegica (spastica sul lato destro del
corpo) appassionata di montagna.
Un’opportunità che ho colto con
entusiasmo, fiducioso che il mio
vissuto da sportivo potrà raggiungere il senso pratico di chi poi porterà lungo i sentieri persone con
problematiche simili alle mie.
Un breve esposto, qualche foto ed
sfida tra le onde
R
ATTIVITÀ SPORTIVE
provvedere alla conduzione attraverso la gestione di tutte le manovre di controllo. Inoltre, la conduzione è indipendente dalla condizione fisica dello skipper: ciò significa che persone con disabilità
motorie e normodotati trovano, all’interno dello scafo, i medesimi
presupposti, un’importante premessa che permette di svolgere
delle regate in modo integrato, in
formula “open”.
Durante la giornata di porte aperte
organizzata annualmente dal
Circolo Velico del Lago di Lugano,
vi era stata l’opportunità di far pervenire da Dervio, in provincia di
Lecco, due imbarcazioni 2.4 per testare l’interesse di persone con difficoltà motorie nel nostro territorio
nei confronti di questo sport. Una
bella occasione, per circa dieci partecipanti, di sperimentare la piccola
deriva, accompagnati da un monitore esperto, il compianto Carlo
Annoni. Da allora Stefano si è appassionato fortemente a questa disciplina, partecipando assiduamente ai corsi offerti dalla base nautica
posta sul lago di Como, dove da anni si tengono lezioni dedicate ad
atleti paralimpici. Già nello stesso
anno Stefano ha affrontato la sua
prima competizione di mach race
in mare a Punta San Giuliano, in
provincia di Venezia, e la prima regata sul lago di Dervio. Chiediamo
a Stefano qualche impressione sulla sua esperienza velica:
mente le regate di flotta: tutte le
imbarcazioni partono allo stesso
momento, ci si sente veramente
parte di un gruppo, e la gara è resa più interessante dal fatto che
devi prestare molta attenzione alle manovre dei concorrenti. Nel
mach race si vive meno lo spirito
di gruppo, il risultato è più individuale. Presto però proverò la mia
prima team race, e penso ne sarò
entusiasta.
allo sport velico; tuttavia, dopo quattro anni, ho deciso di
fare un piccolo investimento e
comprare una barca personale, sulla quale posso fare delle
modifiche adatte alle mie condizioni fisiche e al mio stile di
conduzione. Ho aspettato per
alcuni anni, anche perché lo
sport velico richiede molto
tempo e passione, e volevo essere sicuro di continuare in
modo serio con questa disciDopo alcuni anni durante i quali plina.
ti sei specializzato nella conduzione della 2.4, hai iniziato a par- Ad oggi l’iscrizione di Stefano al
tecipare regolarmente alle regate Circolo Velico del Lago di
“open” organizzate dall'Associa- Lugano ed un desiderio: promuozione Italiana Classe 2.4mR. La vere l’attività velica con la 2.4 anpassione cresce, fino al grande che sui nostri laghi e poter finalpasso: comprare una 2.4 tutta mente coltivare il sogno di regatare sotto l’egida elvetica.
per te…
La barca scuola è un mezzo
importante di avvicinamento
[email protected]
Stefano, qual è stato il tuo primo
approccio con la 2.4?
Iniziare è davvero facile, nel giro di un paio d’ore è possibile
comprendere come si devono
manovrare le vele. Il difficile è
invece trovare le giuste andature che permettano una navigazione efficace durante le regate.
Dopo quattro anni di esperienza, finalmente riesco a capire
come regolare la velatura in
modo efficiente!
Andicap mentale
23-28 giugno
7-13 luglio
7 luglio
10-16 agosto
8 settembre
29 settembre
Corso polisportivo
Settimana di alpinismo integrata
Giornata sportiva nazionale
Settimana di escursionismo
Sportissima
Piediquiz
Tesserete
Vallese
Macolin
Canton Berna
Ticino
Sonogno
FTIA
FTIA - SAT
Plusport
FTIA
DECS
SISL
Andicap fisico
17 agosto
8 settembre
Giornata sportiva
Sportissima
Tenero
Ticino
GPT
DECS
Quali sono le emozioni che provi
in regata?
Finora, ho disputato delle mach
race e delle regate. Tra le due
competizioni, preferisco sicura-
Andicap sensoriale
21-23 giugno
Corso polisportivo
8 settembre
Sportissima
Tenero
Ticino
FTIA
DECS
FTIA SPORT: CALENDARIO ATTIVITÀ 2013 - 2
6.2013
11
IN BREVE
GUSTA IL BORGO
Continuano gli incontri d’auto
aiuto proposti dalla SeSi, Società
epilettici della Svizzera italiana.
L’associazione promuove infatti
una serie di ritrovi dedicati alle
persone che soffrono di questa
patologia e che desiderano condividere con altri la propria esperienza, i propri dubbi ma anche i
momenti di gioia. Il prossimo incontro è fissato per venerdì 19 luglio, dalle ore 17.30 alle 19.00 a
Lugano, presso il Bar Maraini. I
gruppi attuali accolgono volentieri nuovi partecipanti. Per maggiori informazioni è possibile
contattare la SeSi all’indirizzo
www.sesi.ch
È questo il titolo dell’esposizione
che Autismo Svizzera Italiana propone al pubblico, fino alla fine di
giugno, presso la Sala Patriziale
del municipio di Bellinzona. Qui
saranno in mostra le opere realizzate dai ragazzi di ASI e ARES in
collaborazione con gli artisti
Aglaia Haritz, Beatrice Lancini
Balbi, Daniela Carrara, Gabriela
Carbognani Hess, Ivana Taglioni,
Marisa Casellini, Mirella Marini,
Shendra Stücki, Silvia Paradela
Simona Bellini, Simonetta Martini
e Veronica Tanzi. Un incontro dedicato all’arte che lascia spazio a
parole ed emozioni. Per maggiori
informazioni, è possibile consultare il sito www.autismo.ch
ATGABBES: CAMPI E
COLONIE ESTIVI
Le prime avvisaglie di calore estivo fanno subito pensare al tempo
libero e alle vacanze. Atgabbes,
per il 2013, ha in serbo tutta una
serie di campi e colonie integrate
dedicate a bambini, adolescenti ed
adulti con o senza disabilità.
6.2013
12
G.A.B.
IO CON L’ALTRO
6512 GIUBIASCO
Dopo il successo della prima edizione ritorna, a grande richiesta, la
scampagnata enogastronomica
“Gusta il Borgo” organizzata dal
gruppo “Amis da la forchéta”. Il
percorso, previsto per il prossimo
31 agosto, ancora una volta si snoderà per le vie di Ascona e dintorni e sarà accessibile a tutti, comprese le persone con disabilità motorie. Una bella occasione, dunque, per apprezzare il territorio e
per gustare in compagnia i prodotti della nostra regione, che saranno
presentati lungo il percorso da
contadini ed operatori enologici.
Per l’edizione 2013, il numero di
partecipanti sarà portato da 600 ad
800 e particolare attenzione sarà
dedicata all’accessibilità. La passeggiata è stata infatti approvata
da utenti con disabilità diverse, per
cui non devono spaventare i piccoli tratti al di fuori di strade e superfici battute, la piccola salita ad
inizio passeggiata e l’ascesa al
Monte Verità. Massima cura è stata dedicata anche ai servizi: una
toilette dotata di Eurochiave sarà
disponibile a metà percorso e un
toi-toi accessibile sarà a disposizione nella zona di arrivo e partenza, presso l’ex aerodromo. Per
maggiori informazioni ed iscrizioni, è possibile consultare il sito
http://amisdalaforcheta.ch/
SESI: INCONTRI
D’AUTO-AIUTO
In particolare, i campi estivi sono
soggiorni di una settimana di vacanza per piccoli gruppi (otto partecipanti e quattro accompagnatori) che in genere si svolgono in località balneari o agriturismi, indirizzati a persone con una buona
autonomia. Le colonie invece si
svolgono in Svizzera e si basano
su un progetto integrativo, accogliendo persone in situazione di
andicap e bambini e ragazzi normodotati. Le proposte sono differenziate per età e per bisogno di
accompagnamento, e sono garantite grazie all’apporto indispensabile di centinaia di volontari e volontarie. Ulteriori informazioni
sono reperibili all’indirizzo
www.atgabbes.ch
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attività sportive