Trimestrale per i membri della Federazione Ticinese Integrazione Andicap Giugno 2013/2 NOTIZIARIO www.ftia.ch - [email protected] NUOVE prospettive I n un recente saggio, il ricercatore Matteo Schianchi prova a conteggiare la realtà dell’andicap a livello globale: “sono 650 milioni i disabili del mondo, oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione del mondo dopo Cina e India”. Una cifra che impressiona per la SOMMARIO sua grandezza e che rende ancor 1 più incomprensibile, ai giorni no- • Nuove prospettive stri, la necessità di un continuo 3 lavoro di sensibilizzazione in me- • Attività FTIA rito alla disabilità. Eppure, nono8 stante la forte presenza dell’andi- • Attività sportive cap anche solo a livello statistico, 12 ci troviamo di fronte ad una so- • In breve cietà che ancora pone delle barriere e che riserva all’altro uno menta il rifiuto e l’emarginazione. sguardo di negazione, carico di A quarant’anni dalla sua fondaziopregiudizi o pietismo, che ali- ne, la Federazione Ticinese Integrazione Andicap trova sempre più ragione d’esistere. Le motivazioni della sua nascita, legata soprattutto al bisogno di aggregazione sportiva, hanno saputo rinnovarsi e cogliere i cambiamenti sociali. La lotta per le barriere architettoniche, per la formazione e la professione, per il riconoscimento della parità hanno sicuramente portato a dei risultati, ma ancora insufficienti perché l’integrazione delle persone con andicap risulti davvero completa. Lo stato sociale infatti non è ancora riuscito a fornire delle risposte definitive anche di fronte al continuo mutamento di bisogni e prospettive. Inoltre, al di là delle necessità, è la forma stessa di disabilità ad essere mutata; in particolare, negli ultimi quindici anni, ad influire in modo preponderante è la manifestazione di malattie psichiche, le quali conducono a situazioni d’invalidità più o meno gravi. Si tratta di una casistica in continuo aumento: si calcola infatti una crescita dell’8% annua (segue a pagina 2) FTIA, Via Linoleum 7 CH-6512 Giubiasco tel. 091 850 90 90 fax 091 850 90 99 Notiziario FTIA Impaginazione: Stampa: Redattrice responsabile: Daphne Settimo FTIA Giubiasco Formazienda FTIA Via Linoleum 7 CH-6512 Giubiasco Tipografia Procom SA Bioggio Printed in Switzerland, 2000 copie EDITORIALE (continua dalla pagina 1) Nuove prospettive 6.2013 2 di persone che, a causa di problematiche psichiche, sono costrette a ricorrere ad un’indennità. Le cause di disturbi psichici sono da ricondurre principalmente alle trasformazioni avvenute nel mondo del lavoro negli ultimi anni: maggior pressione, ritmi di lavoro più rapidi, meno spazi di manovra e minori possibilità di partecipare alle decisioni. Una modifica delle esigenze produttive che, dagli anni Novanta, non ha fatto che aumentare la richiesta di flessibilità nei confronti dei dipendenti. Si tratta di un forte cambiamento statistico al quale la FTIA non può sottrarsi e che implica una continua revisione dei servizi offerti, soprattutto per quanto riguarda la consulenza giuridica ma anche la formazione e l’integrazione professionale. I servizi devono infatti affrontare nuovi tipi di casistiche e per questo devono adeguare la propria consulenza e strumenti nei confronti di questo scenario. Non a caso la FTIA ha potenziato le sue risor- se con l’assunzione di un’educatrice per rafforzare il sostegno in vista di favorire l’integrazione professionale delle persone con andicap che seguono una formazione o una riqualifica o che lavorano in ambito protetto e che hanno delle competenze idonee al mercato del lavoro. Anche altri servizi sono sollecitati dalla nuova realtà sociale che si delinea all’orizzonte, che non comprende solo l’aumento della casistica legata all’andicap psichico. Ad esempio, il servizio sport, la locomotiva che per molto tempo ha trainato la Federazione, si trova davanti a nuove prospettive: da un lato la nascita d’iniziative private d’integrazione in seno a società e movimenti sportivi preesistenti, dall’altro il costante invecchiamento degli atleti e, infine, la tendenza, all’interno delle società affiliate, alla frammentazione. Anche la formazione di monitori e assistenti è mutata; ad oggi, la FTIA è partner dell’associazione mantello Plusport, della quale è rappresentante per il Canton Ticino. Nuove sfide si pongono anche al servizio barriere architettoniche, sollecitato anche dalla popolazione anziana, che come per le persone con andicap, può migliorare la qualità di vita e rimanere più a lungo possibile a domicilio. Al di là degli “steccati” delle varie leggi, è importante poter soddisfare i bisogni delle persone e delle famiglie che chiedono un’assistenza e una consulenza professionale. La politica sociale, che da sempre si impegna nella difesa dei diritti e degli interessi delle persone con andicap, dovrà pertanto perseguire nella sua missione. Ma dovrà pure evitare che le conseguenze delle crisi economiche – che avranno senz’altro ricadute anche sulle risorse per le assicurazioni sociali – non si traducano in diminuzione di prestazioni o rinuncia a diritti per i quali ci si è lungamente battuti. [email protected] ATTIVITÀ FTIA LA FTIA ieri e oggi O ggi la Federazione Ticinese Integrazione Andicap è una realtà conosciuta, che conta oltre settanta collaboratori ed importanti servizi dedicati all’integrazione della persona disabile. Un’istituzione creata con passione ed impegno, guidata da un’attenta analisi della realtà, e, a volte, anche da qualche sogno. Lorenzo Giacolini, da oltre trent’anni alla guida della Federazione, spiega l’evoluzione della FTIA, dalla sua nascita fino ai giorni nostri, con qualche previsione per il futuro. Sono entrato in contatto, nel 1969, con il gruppo sportivo di Mendrisio creato allora da Milly Moser attraverso l’amico Giuliano Ambrosini, con la volontà di creare un progetto simile anche a Bellinzona. Non avevo nemmeno vent’anni. Lì ho conosciuto anche Cesare Ferretti e Pierluigi Baroni, con i quali abbiamo poi iniziato un’attività sportiva per persone invalide nel Sopraceneri, attraverso il Gruppo Sportivo Integrato di Bellinzona. La presenza di Giuliano Ambrosini, in questo progetto, non è stata del tutto casuale. Nel corso degli anni Sessanta era infatti sua abitudine frequentare dei campi per sportivi invalidi Plusport ad Amden, nel Canton Glarona, dove ha conosciuto Milly Moser, madre di una ragazza con spasticità, la quale era responsabile di questi corsi e che per prima ha avuto la volontà di aprire un programma simile anche qui da noi in Ticino. Intanto, a Lugano e Locarno, erano stati creati altri due gruppi: nel 1972 abbiamo dunque pensato di attuare una serie di incontri tra i presidenti delle le società per condividere idee e tematiche e per organizzare delle attività. I movimenti di allora erano finanziati, regione per regione, dal fon- do della lotteria Intercantonale e gestiti a livello di volontariato. Si voleva però fare di più, e per questo motivo occorrevano maggiori risorse. Abbiamo allora deciso di inviare una domanda di finanziamento al Dipartimento delle opere sociali; il direttore Benito Bernasconi ci rispose che avremmo ricevuto maggiori sussidi se avessimo però riunito le società: da questo è nata la FTIS, Federazione Ticinese Invalidi Sportivi, con tanto di statuto e formulazione degli obiettivi, redatti da me e da Gigi Baroni. Quali sono stati i primi propositi della FTIS? Tra le varie questioni affrontate, sono subito emerse le difficoltà legate alle barriere architettoniche. Tutti i gruppi, infatti, trovavano impedimenti nel reperire delle palestre o stadi accessibili dove effettuare le attività e spesso si rendeva necessario portare a peso gli atleti in carrozzina, condizionando in modo effettivo lo svolgimento degli allenamenti. Grazie alla collaborazione con Paolo Pelli, giurista, allora im- piegato presso il Dipartimento Opere Sociali, abbiamo deciso di pubblicare un opuscolo, edito poi nel 1975, intitolato “Costruire pensando agli invalidi”, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso il tema delle barriere architettoniche, il quale ha portato, nel 1978, all’inserimento dell’articolo 34 bis nella Legge edilizia cantonale. Questa prima iniziativa ci ha spinti a voler fare di più; ovviamente, con le sole nostre forze ed un’attività a livello di volontariato, non era possibile raggiungere grandi obiettivi. Franco Maconi, allora docente presso il Centro di Formazione Professionale Invalidi di Gerra Piano e presidente FTIS, aveva così deciso di integrare la gestione della Federazione all’interno dell’istituto. In questo modo, era stato possibile usufruire di un’amministrazione professionale, cosa che aveva reso possibile una buona crescita delle attività. Arrivati a questo punto, non si poteva più tornare indietro: la nostra Federazione necessitava di crescere attraverso la gestione di un professionista. Per questo moti- (segue a pagina 4) 6.2013 3 ATTIVITÀ FTIA (continua dalla pagina 3) La FTIA ieri e oggi vo, ci siamo adoperati al fine di trovare finanziamenti per poter assumere una persona a tempo pieno e collocarla in una struttura idonea allo svolgimento dell’attività, fondi che, nel 1979, ci sono stati concessi dall’UFAS. Si trattava dunque di trovare una persona idonea per assumere il ruolo di segretario generale. L’impiego presso la FTIS era stato allora messo a concorso. In quel momento, ho pensato “questo potrebbe essere un posto per me”, anche perché quale persona con andicap attiva da diversi anni nella Federazione, avrei potuto sicuramente dare un buon contributo. Così ho presentato formalmente la mia candidatura, ovviamente astenendomi dalla selezione. E sono stato assunto. cominciato la mia avventura in questo piccolo spazio. Con la dichiarazione, nel 1981, dell’Anno internazionale delle persone disabili, le attività si sono immediatamente intensificate: ho avuto infatti molti scambi con gruppi di lavoro a livello federale nei quali ho accompagnato anche Paolo Pelli, che era attivo quale giurista in alcune di queste commissioni. In questo periodo, si è lavorato davvero molto sul tema, creando importanti pubblicazioni e materiali di sensibilizzazione. Oltre al lavoro di politica sociale, è stato poi importante pianificare anche l’attività a livello locale, contribuendo ad organizzare manifestazioni ricreative e, visto che i soldi non bastavano mai, anche la prima raccolta fondi attraverso il taccuino illustrato Quali sono stati i primi compiti da da Boneff, un esercizio che si svolge ancor oggi con successo. assolvere? Beh… a dire il vero, soprattutto all’inizio, ho svolto molte mansioni: ero segretario generale, donna delle pulizie, dattilografo e impiegato in un minuscolo ufficio che Franco Maconi era riuscito ad ottenere gratuitamente presso il Centro di Gerra Piano. Il primo aprile del 1980 ho così 6.2013 4 Nel 1983 la FTIS cambia sede… Le attività sono cresciute rapidamente e per me non era più possibile gestire il tutto da solo. Ci voleva un aiuto, che è stato identificato nella persona di Sonia Cungi. L’ufficio di Gerra Piano però non era sufficientemente ampio per ospitare due persone, e così, da gennaio 1983, abbiamo dovuto trasferire l’attività a Bellinzona, in via Geretta. Con il trasferimento a Bellinzona, le attività hanno avuto un’ulteriore sviluppo? Soprattutto grazie ai legami instaurati con le associazioni svizzere, siamo venuti a conoscenza della creazione di importanti servizi. Fin da subito mi sono interessato alla nascita della Federazione Svizzera di Consulenza sui Mezzi ausiliari di Wetzikon. Dopo una consultazione con il Comitato, abbiamo chiesto al direttore di questo consultorio la possibilità di aprire una sede anche in Ticino. Non è stato facile, ma nel 1986 siamo riusciti a portare questa prestazione nei nostri uffici di Bellinzona e ad assumere un collaboratore, fino a che non abbiamo trovato una sede più adeguata a Quartino. Nel frattempo, visto che gli obiettivi della Federazione si erano ampliati e non si trattava più solo di gestire delle attività sportive, abbiamo deciso di trasformare la FTIS in FTIA, Fe- ATTIVITÀ FTIA derazione Ticinese Integrazione Andicap. La questione delle barriere architettoniche è stata tra le prime problematiche delle quali la FTIA si è presa carico. Già dai primi anni, avevamo costituito una commissione formata da tre architetti volontari, che si occupavano di esaminare progetti e di dare consigli in merito all’accessibilità. Una volta conosciuto il Centro svizzero per la costruzione adatta agli andicappati, aperto a Zurigo nel 1981, abbiamo deciso di esportare questo servizio anche in Ticino, adattando il principio alle esigenze del territorio. Così, nel 1987, abbiamo costituito la consulenza professionale per l’eliminazione delle barriere, un servizio affidato da allora ad un architetto professionista. Per quanto riguarda lo sport, altro caposaldo della Federazione, abbiamo iniziato da una gestione volontaria. Anche qui era presente una commissione, ma mancava un coordinamento forte, una proposta di attività comuni aperte a tutti e soprattutto non ci era data la possibilità di occuparci della formazione dei monitori, cosa che veniva effettuata tramite Plusport in Svizzera interna e che comportava tutta una serie di problematiche legate al viaggio, all’investimento di tempo e alla lingua. Per questo abbiamo chiesto a Plusport la possibilità di svolgere una formazione in Ticino, motivo per cui ci siamo trovati a tradurre tutto il materiale didattico e ad invitare dei docenti che potessero tenere dei corsi in italiano. Era infatti importante parificare la formazione dei monitori ticinesi al movimento nazionale, ma anche dare loro un centro di appoggio per l’organizzazione delle attività. Per questo motivo, abbiamo deciso di affidare il coordinamento del movimento ad un professionista dello sport. Le idee non mancavano: da anni ormai Paolo Pelli si occupava di fornire un aiuto giuridico volon- tario alle persone che ne facevano richiesta. Si trattava di un sostegno spontaneo, ma non si poteva definire un servizio formale. Tuttavia il bisogno cresceva, e si rendeva necessario ufficializzare questa funzione. Per questo motivo, abbiamo chiesto l’appoggio di Integration Handicap, che da poco tempo aveva sviluppato un ufficio di consulenza giuridica. Ne abbiamo analizzato così il modello e lo abbiamo adattato alla realtà del Canton Ticino; con l’appoggio di Pro Infirmis, ATGABBES ed Unitas, siamo riusciti ad aprire un servizio comune il 1 febbraio del 1990. Sempre negli anni Novanta, analizzando i bisogni emersi dalla nostra realtà sociale, è risultata la necessità di dare una risposta nei confronti dell’impiego professionale per persone con disabilità. In tutta la Svizzera esistevano già dei laboratori protetti, ma in Ticino mancava un luogo che potesse dare una chance di lavoro a persone con andicap fisico. È così che nel 1987 è nato il Centro di Informatica FTIA, coordinato da Germana Gaggetta, il cui team era costituito da un informatico, una contabile e quattro – cinque collaboratori. Per questa piccola azienda, abbiamo dovuto affittare dei nuovi spazi in Via Cattori a Bellinzona, fino a che siamo riusciti, nel 2009, a costruire una vera e propria casa dove radunare tutti i servizi. Insomma, nel corso di un decennio, la Federazione ha assunto delle dimensioni molto ampie, andando al di là dei primi obiettivi legati allo sport e alle barriere architettoniche. In questo senso, come sono cambiate le tue mansioni, e che cosa succederà in futuro? Il mio ruolo è sempre stato quello di coordinare l’attività; non ho la formazione di un giurista, né di un maestro di sport o di un architetto. Ho sempre cercato di interpretare i bisogni sociali e di intervenire in modo mirato, prendendo da esempio strutture e servizi esistenti, che, con l’aiuto dei vari presidenti e del comitato, ho poi cercato di adattare alla nostra realtà. Dopo oltre trent’anni di gestione, quello che vorrei fare è tornare alle origini e occuparmi più a fondo di politica sociale, cercando di capire come è necessario agire affinché i diritti delle persone con andicap siano rispettati. Credo l’obiettivo più grande da raggiungere oggi sia il concetto di parità, un tema per il quale occorre lavorare con impegno… [email protected] 6.2013 5 ATTIVITÀ FTIA LAVORI in corso 4 0 anni sono una bella età. Valgono sia per la vita di una persona, poiché rappresentano il raggiungimento di un certo stato di maturità, sia per il percorso di un’associazione, la quale, dopo tanti lustri, dovrebbe aver sviluppato un certo equilibrio. Così è anche per la FTIA, anche se, tutto sommato, ci piace pensare che la sua maturazione non sia del tutto compiuta e che, nelle scelte future, potrà ancora procedere con un certo spirito di inventiva e di entusiasmo. E proprio per ricordare le tappe salienti ed i cambiamenti intercorsi nella nostra Federazione, la FTIA ha deciso di dar vita ad una serie di progetti, il cui scopo è quello di mostrare i risultati di 40 anni di servizi e sensibilizzazione nel nostro territorio. Molto è infatti cambiato, da quan- do, negli anni Settanta, poche decine di persone si sono riunite per dare vita ad una associazione sportiva che, di lì a poco, avrebbe affrontato la necessità di integrazione dell’andicap a livello sociale. Come è cambiata, nel frattempo, la società? Come si è evoluto il concetto di inclusione sociale? Quali sono ancora i limiti con i quali sarà decisivo scontrarsi, nei prossimi anni? A queste e ad altre domande cercherà di rispondere il documentario che la FTIA sta producendo in collaborazione con il CISA, il Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive di Lugano, che sarà presentato a metà agosto nell’ambito del film festival di Locarno. Joel Fioroni, regista, raccoglierà infatti la testimonianza di quattro persone che, attraverso la FTIA, hanno potuto sperimentare un particolare scenario di integrazione. È così che Sergio Caravatti ci parlerà delle barriere architettoniche e dell’evoluzione della mobilità negli ultimi trent’anni, mentre Remo Semmler racconterà la sua esperienza di sportivo para- limpico ma anche di come il concetto di sport ed integrazione si sia evoluto negli ultimi anni. Ilaria Perren, in compagnia della figlia Nora, narrerà la sua vita di mamma su ruote e di come sia possibile integrarsi in modo completo nel tessuto sociale. Infine, Julien Alberti, giovane che ha compiuto la propria formazione presso la FTIA, mostrerà la possibilità di integrazione lavorativa al di là di un andicap. Accanto a questa immagine istituzionale, gli studenti del primo anno del CISA si sono lasciati affascinare dalle storie di Laura Cantù, ballerina in carrozzina, Maurizio Scarpa, clown sordo e Tommaso Mainardi, musicista cieco, dei quali stanno realizzando una serie di ritratti. Le iniziative per i 40 anni della Federazione non si fermano qui: oltre ad un documentario di riflessione sociale, sabato 5 ottobre è previsto, presso il palazzetto FEVI di Locarno, un concerto di beneficenza con Davide Van De Sfroos. L’artista si esibirà nell’ultima tappa del suo “Territoritour”, un concerto dedicato alla regione insubrica, durante il quale l’artista presenterà brani, filmati e poesie composti da persone comuni ed ispirate alla regione del Lago di Como. Ad anticipare l’esibizione del “laghee”, la Ninfea Blues Band, noto gruppo musicale integrato creato da utenti ed educatori del foyer Ninfea presso l’OTAF di Sorengo, a sottolineare che anche la musica è possibile al di là di un andicap. I biglietti per lo spettacolo saranno presto in vendita sul portale www.biglietteria.ch , presso i centri Manor, le biglietterie FFS, l’ente turistico del Lago Maggiore nonché la stessa FTIA. A presentare la serata la nota speaker Laura Basile di Radio Fiume Ticino, media partner dell’evento. Il costo del biglietto sarà di franchi 30 per posti in piedi e per lo spazio disabili e di fr. 40 per la balconata con posti seduti numerati. [email protected] 6.2013 6 ATTIVITÀ FTIA INTEGRARTE e le sue Orme… C ambia nome IntegrArte, il primo festival della Svizzera italiana dedicato alle arti della scena, della musica e della danza, svoltosi lo scorso mese di settembre presso il Teatro Foce di Lugano. Una prima esperienza, quella organizzata dalla FTIA, dall’Associazione Teatro Danz’Abile e dall’Associazione della Svizzera Romanda e Italiana contro le Miopatie, che ha subito conquistato l’interesse di Migros Percento Culturale Svizzera, la quale ha manifestato la volontà di includere il festival ticinese nel progetto federale integrart.ch. Integrart è, di fatto, una rete costituita da quattro festival dedicati all’integrazione, i quali si tengono in contemporanea e a scadenza biennale presso le città di Zurigo, Berna, Ginevra e Basilea. Ogni evento è organizzato in modo indipendente da una rete di associazioni legate alla cultura, le quali propongono un’idea di integrazione che passa anche dall’arte. Per questo, ogni festival assume un titolo provocatorio o riflessivo. Si passa dal motto quasi sessantottino di “Okkupation”, manifestazione zurighese promossa dalla compagnia “Teatro Hora”, per dimostrare alla città e alla regione che, per una settimana, le persone disabili occuperanno i maggiori luoghi della cultura, tra i quali la celebre “Rote Fabrik” e il teatro sulla Gessnerallee fino ad arrivare alle “Wildwuchs”, ossia le “erbe matte”, le attività integrate promosse dall’omonima associazione basilese. E ancora, “Dansehabile”, associazione di danza ginevrina che promuove produzioni proprie e compagnie internazionali e infine “BewegGrund”, perché tutti abbiamo bisogno, in un modo o nell’altro, di muoverci, e la danza ed il teatro sono ottimi argomenti per farlo all’interno del festival bernese. Di fronte a questi concetti, vuoi per la somiglianza con “inte- grart”, il collante dei festival, vuoi per la necessità di sviluppare maggiormente il concetto di arte e inclusione, IntegrArte ha deciso di cambiare nome, ricorrendo a un tema semplice ed immediato: Orme, come le tracce che ognuno di noi lascia camminando, zoppicando, spingendosi su una carrozzina - non interessa come- ma importa il segno che ciascuno lascia con il proprio passaggio. Che sia Ombre, allora, a diventare il quinto festival integrato della Svizzera, partner del progetto integrart, il quale potrà, a scadenza biennale, beneficiare di due-tre produzioni internazionali finanziate da Migros Percento Culturale, spettacoli di grande valore decisi da una commissione centrale, composta dalle direzioni artistiche di ciascun membro del progetto. È così che il Ticino entrerà a pieno titolo in questa kermesse composta da grandi nomi dello spettacolo, che quest’anno ha visto tra i protagonisti anche Claire Cunningham, estrosa coreografa di Glasgow, in grado di integrare, nella sua arte, le stampelle che da quasi vent’anni accompagnano ogni suo passo. In occasione di integrart, l’artista scozzese ha presentato lo spettacolo ME (Mobile / Evolution), una performance durante la quale l’attrice ha presentato con delicatezza, a volte con ironia, la storia della sua disabilità e delle sue stampelle, “uno strumento che a volte funge da sedia, a volte da tavolino, e che sono in tutto e per tutto mie amiche, amate ed odiate, e soprattutto il sostegno ad ogni mio passo”. Un mezzo ausiliario che, in ME, diventano un tramite per raccontare, ma anche le basi per la costruzione di un’opera d’arte e infine delle valide compagne di danza. Ombre terrà un piccolo festival autonomo nel 2014 presso il Teatro Foce di Lugano, al quale prenderanno parte compagnie nazionali ed internazionali, tra cui i “Drum Theatre”, gruppo integrato di stomper, per poi ritornare, sotto l’egida di integrart, nella primavera del 2015. [email protected] 6.2013 7 ATTIVITÀ SPORTIVE SPECIAL OLYMPICS al via i Giochi Nazionali S aranno oltre 1500 gli atleti che, dal 29 maggio al 1 giugno del prossimo anno, si sfideranno in ben 13 discipline sportive nell’ambito dei National Summer Games di Berna. La capitale svizzera ospiterà infatti giocatori di pallacanestro, bocce, calcio, golf, judo, atletica leggera, pétanque, ciclismo, equitazione, nuoto, vela, tennis e tennis da tavolo in una manifestazione che sarà preceduta da una suggestiva festa sulla Piazza Federale. I Summer Games, oltre che a rappresentare un’emozionante occasione di partecipazione per tutti gli sportivi con disabilità intellettiva, per le loro famiglie ed i coach, sono anche un passo necessario per candidarsi ai World Summer Games, che si svolgeran- no nel luglio del 2015 a Los Angeles. L’adesione ai Giochi di Berna è aperta a tutte le persone dagli otto anni in su, le quali, per diversi motivi, non possono partecipare a normali competizioni sportive. In prima linea la manifestazione è rivolta a sportivi con disabilità mentale, difficoltà nell’apprendimento, disturbi e ritardi nello sviluppo nonché problematiche nel comportamento. Non è necessario appartenere a un determinato club o essere titolari di licenze; occorre però essere in grado di esercitare la disciplina sportiva prescelta l’ideale sarebbe allenarsi con regolarità - e prepararsi all’evento con gioia. Le competizioni Special Olympics sono suddivise a seconda della capacità di ciascun atleta; l’equità è garantita dalla pratica del divisioning. Durante il primo giorno dei Giochi vengono effettuate per ogni disciplina delle ripartizioni in gruppi che ottengono risultati simili. Per il divisioning, l’atleta esercita la sua disciplina come durante una vera gara. La ripartizione viene in seguito effettuata in funzione dei risultati ottenuti. Le differenze in termini di risultati all’interno di un gruppo non devono differire di più del 15% (valore indicativo). I gruppi creati grazie al divisioning sono composti da minimo 3 e massimo 8 atleti. Per Special Olympics è importante che, in caso di numero sufficiente di iscrizioni, vengano istituite apposite categorie per bambini e giovani. Oltre al programma sportivo, in occasione dei Giochi Nazionali, Special Olympics offrirà un interessante programma collaterale di attività, allo scopo di sviluppare l’amicizia e la condivisione all’insegna dello sport e del fair play: Olympic Town Sarà la zona d’incontro dei Summer Games: oltre alla grande sala di ristorazione, nella zona del BernExpo sarà proposto a tutti gli atleti un allettante programma di intrattenimento con piccoli con- 6.2013 8 certi, stand per il ristoro, percorsi di destrezza e altre attrazioni. Protagonista dell’Olympic Town sarà anche Plusport, associazione per il promovimento dello sport per persone con andicap, il quale proporrà ai partecipanti divertenti esercizi di equilibrio, arrampicata, lancio e molto altro. In palio, agli atleti che si cimenteranno in queste attività, gadget e premi. Festa di apertura I Summer Games verranno inaugurati sulla Bundesplatz, con una coinvolgente cerimonia d’apertura. Il Consigliere federale Ueli Maurer e il Sindaco Alexander Tschäppät daranno un caloroso benvenuto agli atleti. A completare la serata, in uno scenario straordinario, l’accensione della Flame of Hope e un concerto. Serata Gastro Bern Dopo la prima giornata di gara, di sera gli atleti si sposteranno nella città di Berna per lasciarsi viziare da una cena conviviale nei ristoranti locali. Serata di festa Nella sala delle feste del BernExpo ad attendere gli atleti vi sarà una gustosa cena con numerose sorprese. A seguire musica e danze. Cerimonia conclusiva Ultimo highlight dei Summer Games sarà la cerimonia conclusiva, che si svolgerà domenica pomeriggio. Prima dello spegnimento della Flame of Hope saranno rese note le nomination per i World Summer Games del 2015 a Los Angeles. Importante per Special Olympics è anche la salute degli atleti: per questo motivo, durante i Summer Games di Berna, sarà attivato il programma “Healthy Athletes”, il quale prevede una serie di esami specialistici concepiti per persone con disabilità mentale. In particolare, gli atleti potranno partecipare a testi della vista e dell’udito. I Summer Games saranno un’oc- ATTIVITÀ SPORTIVE casione di scambio non solo per gli atleti, ma anche per le loro famiglie. Per questo motivo, gli organizzatori, in collaborazione con l’associazione “Insieme”, hanno previsto il “Family Program”, una serie di iniziative dedicate ai famigliari degli sportivi coinvolti. Genitori e amici potranno usufruire di una serie di agevolazioni e di punti d’incontro loro dedicati. L’iscrizione ai Giochi Nazionali è possibile attraverso la registrazione all’indirizzo www.nationalgames.ch/it/ . Team, gruppi e atleti possono essere inseriti da un responsabile dal 29 maggio 2013 al 31 gennaio 2014. Per ogni disciplina (e team) deve essere effettuata un’iscrizione. Per ogni iscrizione (e non per ogni partecipante) viene applicata una tantum di CHF 15.–. La fatturazione avviene a febbraio 2014. È possibile modificare l’iscrizione fino alla scadenza dei termini. In base al numero di partecipanti questa fase mler che ha presentato ai candidapuò essere ridotta o prolungata. ti il Quadri-way e Julien Alberti, [email protected] sportivo con un’emiplegia. In questo pezzo riportiamo alcune considerazioni da parte di Julien Alberti e da parte del GTSC, con lo scopo di stimolare – attraverso le loro parole - la curiosità in merito a questo corso. Buona lettura! UN SENTIERO per Plusport L o scorso mese di aprile è stata organizzata la prima parte del Modulo monitore Plusport per l’ottenimento del brevetto di escursionismo per persone con andicap. Il corso si è svolto al Centro sportivo di Tenero e per l’appuntamento sono stati invitati a parlare ai candidati escursionisti con andicap, i quali hanno riportato le loro esperienze in sala. Per l’occasione hanno raggiunto il Centro il Gruppo Ticinesi Sciatori Cechi (GTSC), Fabio de Vito con l’interprete Patrizia Boldini per una panoramica riguardante l’escursione per persone sorde, Claudia Mazzoleni che ha riportato la sua esperienza nell’ambito dell’andicap mentale, Remo Sem- [email protected] MONTAGNE viste dall’alto I ciechi e le loro guide amano la montagna invernale ma anche quella estiva. Sono dei grandi camminatori e i sentieri delle Prealpi e delle Alpi non hanno più segreti per il “Vibram” delle loro scarpe. Non c’è bisogno di particolari accorgimenti tecnici. Basta una mano sulla spalla, oppure mano nella mano o eventualmente, dove i sentieri sono stretti, l’ausilio di un moschettone agganciato allo zaino o un bastone che colle- ga cieco e guida. “L’obiettivo è quello di praticare in comune un’attività sportiva che coinvolge due persone in una stessa entusiasmante esperienza. La guida e il cieco stabiliscono un rapporto stretto ed inscindibile. Solo quando i desideri e le necessità di entrambi sono indirizzati verso il medesimo obiettivo e solo quando il partner viene accettato completamente, l’escursionismo diventa gioia, libertà e sicurezza: questa è integrazione” sono le parole del presidente del GTSC Mario Addonizio. Ma anche fuori dai sentieri marcati i ciechi del GTSC hanno lasciato il segno. Nel 1984 cinque ciechi raggiungono la vetta dell’Allalin (4’027 m). Quello fu un momento di particolare commozione che viene ancora ricordato con immenso piacere. Poi i nostri ciechi accompagnati da valide guide sono stati in vetta al Weissmies (4’023 m), all’Alphubel (4’206 m.), alla Zumsteinspitze (4’563 m), alla Signalkuppe (4’554 m.) e sul Monte Bianco (4’810 m.). Valerio Berri è stato il primo cieco che abbia effettuato la traversata completa da Chamonix (segue a pagina 10) 6.2013 9 ATTIVITÀ SPORTIVE (continua dalla pagina 9) Special Olympics il ritorno dei campioni 6.2013 10 al Rifugio Torino passando dalla vetta del Monte Bianco nel settembre del 1987. Lui annovera nel suo palmares anche la discesa della Vallée Blanche dal Rifugio Torino a Chamonix, a piedi – non con gli sci che è molto più facile – tra i crepacci e le seraccate di questo lungo ghiacciaio. Da uno scritto di Alberto Polli, la sua guida in quell’occasione, riportiamo: “Domenica mattina ce la prendiamo comoda e, calzati nuovamente i ramponi, ci incamminiamo giù per la Vallèe Blanche. I seracchi del Gigante sono insidiosi e ci fanno perdere un sacco di tempo per trovare il giusto cammino che ci porta fin sotto al rifugio du Roquin. Più sotto dove il ghiacciaio piega a sinistra nel luogo detto Les Moulins perdiamo altro tempo per oltrepassare una serie di crepacci trasversali e dobbiamo poi compiere un largo giro verso destra per trovare un passaggio verso la morena. E’ settembre e alle otto di sera ci pentiamo di non essere partiti prima dal Rifugio Torino perché il giorno si spegne e noi siamo ancora sul ghiacciaio. Si fa notte e dobbiamo ancora risalire le scale di ferro per raggiungere il trenino di Montanvers. In estate è l’unica via d’uscita dal ghiacciaio e l’ultimo trenino se n’è andato. La Vallée Blanche in primavera è tutt’altra cosa: una bellissima discesa di qualche ora. Oggi ne abbiamo impiegate 14 fino in Piazza a Chamonix.” Ma la maggior parte dei ciechi apprezza anche le camminate sui nostri bellissimi sentieri, quelli contrassegnati dal classico bianco-rosso-bianco. Nel 1991 un folto gruppo ha partecipato alla camminata del settecentesimo della Confederazione, sulla strada dei Valser. Belle impressioni sono state riportate nel giro dei laghetti di Orsinora, del Ritom, Tom, Cadagno e tutti i laghetti di quella zona, poi nel panorama del Furka, del Leit, della Val bedretto, della Valle Maggia, all’Alpe di Bardughée, in Val Poschiavo e in Val di Campo. Tutto il gruppo è stato in vetta all’Adula e un cieco persino tre volte. L’escursionismo è seguito anche da molti amici e familiari che pur non essendo guide (nel senso tecnico del termine) partecipano volentieri per il positivo "ambiente di socializzazione" che si crea in queste occasioni. “Le nostre guide, anche nei punti più impegnativi durante un’ascensione o una traversata, non lasciano mai trasparire nei loro gesti e nella loro voce un filo di ansia o di preoccupazione”, afferma Valerio Berri che non ha mai mancato un appuntamento. “Quando si arriva su una qualsiasi vetta, l’emozione è forte, indescrivibile, un grido di gioia, un abbraccio festoso: che meraviglia!” sono le parole di Giampiero Mazzoleni, cieco dalla nascita. Rino Bernasconi, diventato cieco a causa di un incidente automobilistico ci dice che “anche noi possiamo ugualmente godere con gli occhi di chi ci accompagna quello splendido scenario di vette che si offre a tutti gli alpinisti. Rimarrà certo il ricordo di tante sensazioni vissute, rimarrà l’emozione di ognuno di noi, rimarrà la riconoscenza e la stupenda amicizia che ci lega alle nostre guide, rimarrà quel senso di immenso, di infinito che noi abbiamo provato”. ecco che le domande fioccano numerose ed io cerco di saziare questa sana curiosità. Per esempio, spiego che nel mio caso programmare una gita non è molto diverso da qualsiasi altra persona. Sono semplicemente consapevole che in salita vado molto forte, mentre in discesa faccio più fatica. Ma non per questo mi nego 1'000 metri di dislivello fra su e giù in una giornata d’escursione. Non rinuncerei nemmeno ad una gita in mountain bike. La scelta del tracciato è soggettiva, nel mio caso prediligo un panorama mozzaffiato e un percorso tecnicamente tutto sommato semplice ad un percorso dove ci vogliono invece ottime doti di guida e d’equilibrio. Per quanto riguarda poi le gite con le ciaspole, personalmente ritengo che ciò sia assolutamente fattibile, seguendo le comuni regole di sicurezza. L’unico adattamento, nel mio caso, è l’uso del bastone sinistro, poiché quello destro sarebbe più d’impiccio che d’aiuto. In questo momento formativo, ho sicuramente risposto ad alcuni quesiti, ma ritengo più importante l’esempio che ho portato, il quale dimostra che pure i disabili possano fare escursioni e godere così appieno delle nostre montagne. a cura di GTSC di Julien Alberti EMIPLEGIA STEFANO I icordo la prima volta in cui, nella primavera del 2010, Stefano si è avvicinato alla 2.4, l’imbarcazione paralimpica nata nel lontano 1983 a Stoccolma e progettata per permettere una navigazione velica autonoma anche a persone con disabilità motorie. Una riproduzione su scala minore delle grandi imbarcazioni metriche utilizzate ad esempio per la Coppa America, un progetto che prevede l’assoluta indipendenza del timoniere, il quale, seduto all’interno della scafo, può comodamente nello zaino e gambe in spalla n occasione del corso Plusport per monitori di escursionismo, mi è stato proposto di portare ai candidati la mia testimonianza di persona emiplegica (spastica sul lato destro del corpo) appassionata di montagna. Un’opportunità che ho colto con entusiasmo, fiducioso che il mio vissuto da sportivo potrà raggiungere il senso pratico di chi poi porterà lungo i sentieri persone con problematiche simili alle mie. Un breve esposto, qualche foto ed sfida tra le onde R ATTIVITÀ SPORTIVE provvedere alla conduzione attraverso la gestione di tutte le manovre di controllo. Inoltre, la conduzione è indipendente dalla condizione fisica dello skipper: ciò significa che persone con disabilità motorie e normodotati trovano, all’interno dello scafo, i medesimi presupposti, un’importante premessa che permette di svolgere delle regate in modo integrato, in formula “open”. Durante la giornata di porte aperte organizzata annualmente dal Circolo Velico del Lago di Lugano, vi era stata l’opportunità di far pervenire da Dervio, in provincia di Lecco, due imbarcazioni 2.4 per testare l’interesse di persone con difficoltà motorie nel nostro territorio nei confronti di questo sport. Una bella occasione, per circa dieci partecipanti, di sperimentare la piccola deriva, accompagnati da un monitore esperto, il compianto Carlo Annoni. Da allora Stefano si è appassionato fortemente a questa disciplina, partecipando assiduamente ai corsi offerti dalla base nautica posta sul lago di Como, dove da anni si tengono lezioni dedicate ad atleti paralimpici. Già nello stesso anno Stefano ha affrontato la sua prima competizione di mach race in mare a Punta San Giuliano, in provincia di Venezia, e la prima regata sul lago di Dervio. Chiediamo a Stefano qualche impressione sulla sua esperienza velica: mente le regate di flotta: tutte le imbarcazioni partono allo stesso momento, ci si sente veramente parte di un gruppo, e la gara è resa più interessante dal fatto che devi prestare molta attenzione alle manovre dei concorrenti. Nel mach race si vive meno lo spirito di gruppo, il risultato è più individuale. Presto però proverò la mia prima team race, e penso ne sarò entusiasta. allo sport velico; tuttavia, dopo quattro anni, ho deciso di fare un piccolo investimento e comprare una barca personale, sulla quale posso fare delle modifiche adatte alle mie condizioni fisiche e al mio stile di conduzione. Ho aspettato per alcuni anni, anche perché lo sport velico richiede molto tempo e passione, e volevo essere sicuro di continuare in modo serio con questa disciDopo alcuni anni durante i quali plina. ti sei specializzato nella conduzione della 2.4, hai iniziato a par- Ad oggi l’iscrizione di Stefano al tecipare regolarmente alle regate Circolo Velico del Lago di “open” organizzate dall'Associa- Lugano ed un desiderio: promuozione Italiana Classe 2.4mR. La vere l’attività velica con la 2.4 anpassione cresce, fino al grande che sui nostri laghi e poter finalpasso: comprare una 2.4 tutta mente coltivare il sogno di regatare sotto l’egida elvetica. per te… La barca scuola è un mezzo importante di avvicinamento [email protected] Stefano, qual è stato il tuo primo approccio con la 2.4? Iniziare è davvero facile, nel giro di un paio d’ore è possibile comprendere come si devono manovrare le vele. Il difficile è invece trovare le giuste andature che permettano una navigazione efficace durante le regate. Dopo quattro anni di esperienza, finalmente riesco a capire come regolare la velatura in modo efficiente! Andicap mentale 23-28 giugno 7-13 luglio 7 luglio 10-16 agosto 8 settembre 29 settembre Corso polisportivo Settimana di alpinismo integrata Giornata sportiva nazionale Settimana di escursionismo Sportissima Piediquiz Tesserete Vallese Macolin Canton Berna Ticino Sonogno FTIA FTIA - SAT Plusport FTIA DECS SISL Andicap fisico 17 agosto 8 settembre Giornata sportiva Sportissima Tenero Ticino GPT DECS Quali sono le emozioni che provi in regata? Finora, ho disputato delle mach race e delle regate. Tra le due competizioni, preferisco sicura- Andicap sensoriale 21-23 giugno Corso polisportivo 8 settembre Sportissima Tenero Ticino FTIA DECS FTIA SPORT: CALENDARIO ATTIVITÀ 2013 - 2 6.2013 11 IN BREVE GUSTA IL BORGO Continuano gli incontri d’auto aiuto proposti dalla SeSi, Società epilettici della Svizzera italiana. L’associazione promuove infatti una serie di ritrovi dedicati alle persone che soffrono di questa patologia e che desiderano condividere con altri la propria esperienza, i propri dubbi ma anche i momenti di gioia. Il prossimo incontro è fissato per venerdì 19 luglio, dalle ore 17.30 alle 19.00 a Lugano, presso il Bar Maraini. I gruppi attuali accolgono volentieri nuovi partecipanti. Per maggiori informazioni è possibile contattare la SeSi all’indirizzo www.sesi.ch È questo il titolo dell’esposizione che Autismo Svizzera Italiana propone al pubblico, fino alla fine di giugno, presso la Sala Patriziale del municipio di Bellinzona. Qui saranno in mostra le opere realizzate dai ragazzi di ASI e ARES in collaborazione con gli artisti Aglaia Haritz, Beatrice Lancini Balbi, Daniela Carrara, Gabriela Carbognani Hess, Ivana Taglioni, Marisa Casellini, Mirella Marini, Shendra Stücki, Silvia Paradela Simona Bellini, Simonetta Martini e Veronica Tanzi. Un incontro dedicato all’arte che lascia spazio a parole ed emozioni. Per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito www.autismo.ch ATGABBES: CAMPI E COLONIE ESTIVI Le prime avvisaglie di calore estivo fanno subito pensare al tempo libero e alle vacanze. Atgabbes, per il 2013, ha in serbo tutta una serie di campi e colonie integrate dedicate a bambini, adolescenti ed adulti con o senza disabilità. 6.2013 12 G.A.B. IO CON L’ALTRO 6512 GIUBIASCO Dopo il successo della prima edizione ritorna, a grande richiesta, la scampagnata enogastronomica “Gusta il Borgo” organizzata dal gruppo “Amis da la forchéta”. Il percorso, previsto per il prossimo 31 agosto, ancora una volta si snoderà per le vie di Ascona e dintorni e sarà accessibile a tutti, comprese le persone con disabilità motorie. Una bella occasione, dunque, per apprezzare il territorio e per gustare in compagnia i prodotti della nostra regione, che saranno presentati lungo il percorso da contadini ed operatori enologici. Per l’edizione 2013, il numero di partecipanti sarà portato da 600 ad 800 e particolare attenzione sarà dedicata all’accessibilità. La passeggiata è stata infatti approvata da utenti con disabilità diverse, per cui non devono spaventare i piccoli tratti al di fuori di strade e superfici battute, la piccola salita ad inizio passeggiata e l’ascesa al Monte Verità. Massima cura è stata dedicata anche ai servizi: una toilette dotata di Eurochiave sarà disponibile a metà percorso e un toi-toi accessibile sarà a disposizione nella zona di arrivo e partenza, presso l’ex aerodromo. Per maggiori informazioni ed iscrizioni, è possibile consultare il sito http://amisdalaforcheta.ch/ SESI: INCONTRI D’AUTO-AIUTO In particolare, i campi estivi sono soggiorni di una settimana di vacanza per piccoli gruppi (otto partecipanti e quattro accompagnatori) che in genere si svolgono in località balneari o agriturismi, indirizzati a persone con una buona autonomia. Le colonie invece si svolgono in Svizzera e si basano su un progetto integrativo, accogliendo persone in situazione di andicap e bambini e ragazzi normodotati. Le proposte sono differenziate per età e per bisogno di accompagnamento, e sono garantite grazie all’apporto indispensabile di centinaia di volontari e volontarie. Ulteriori informazioni sono reperibili all’indirizzo www.atgabbes.ch