REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Provincia del Medio Campidano ASSESSORATO DELLA PROGRAMMAZIONE, BILANCIO, CREDITO E ASSETTO DEL TERRITORIO Centro Regionale di Programmazione LABORATORIO DI PROGETTAZIONE INTEGRATA DELLA PROVINCIA DEL MEDIO CAMPIDANO VERBALE DEL TAVOLO DI PARTENARIATO PROVINCIALE Villanovaforru, 20 gennaio 2006 VERBALE RIUNIONE Data: 20 Gennaio 2006 Luogo Riunione: Villanovaforru Sala Multimediale del Museo del Territorio 1. Oggetto: Tavolo di Partenariato Provinciale della Progettazione Integrata della Provincia del Medio Campidano 2. Partecipanti: Per: Provincia del Medio Campidano Fulvio Tocco (Presidente) Per: Comune di Arbus Gianni Lussu (Assessore) Per: Comune di Barumini Emanuele Lilliu (Sindaco) Per: Comune di Collinas Francesco Diana (Sindaco) Per: Comune di Furtei Luciano Cau (Sindaco) Per: Comune di Guspini Francesco Marras (Sindaco) Per: Comune di Lunamatrona Alessandro Merici (Sindaco) Per: Comune di Pabillonis Marco Dessì (Sindaco) Per: Comune di Samassi Marco Muscas (Sindaco) Per: Comune di San Gavino Monreale Sandro Atzori (Assessore) Per: Comune di Sardara Giuseppe Cuccu (Sindaco) Per: Comune di Siddi Marco Pisanu (Sindaco) Per: Comune di Tuili Antonio Zonca (Sindaco) Per: Comune di Turri Mario Figus (Sindaco) Per: Comune di Villacidro Franco Sedda (Sindaco) Per: Comune di Villanovaforru Caterina Pusceddu (Assessore) Per: Comune di Villanovafranca Gianfranco Porcu (Assessore) Per: API Sarda Sandro Atzori (Funzionario) Per: CISL Sergio Concas (Segretario Zonale) e Edoardo Bizzardo (Segretario Territoriale) Per: CGIL Carmen Marongiu (Segretaria Generale) Per: Confindustria Alberto Ricci (Funzionario) Per: Confesercenti Brunella Porceddu (Impiegata) Per: Coldiretti Antonio Cadoni (Vice Presidente) Per: GAL Monte Linas e XVIII Comunità Montana del Monte Linas Antonio Marroccu (Presidente) Per: UGL Ferruccio Bertolotti e Francesco Palombo (Dirigenti Zonali) Per: U.R. UIL Sardegna Rinaldo Mereu (Segretario Regionale) Per: Lega Coop Medio Campidano 3. Piera Carcangiu (Dirigente Lega Coop) Uditori: Per: Provincia del Medio Campidano Giulio Matzeu (Capo di Gabinetto del Presidente) Per: Provincia del Medio Campidano Velio Ortu, Rossella Pinna, Fabrizio Collu, Fernando Cuccu e Gianluigi Piano (Assessori) Per: Provincia del Medio Campidano Francesco Atzori, Vittorio Cabriolu, Giorgio Danza, Simona Lobina, Mauro Montis, Agostino Pilia, Filippo Tuveri, Marco Tuveri e Mauro Sanna (Consiglieri) Per: Comune di Arbus Elisa Caddeo (Vice Sindaco) Per: Comune di Arbus Cesello Raccis (Assessore) Per: Comune di Barumini Vincenzo Zedda (Vice Sindaco) Per: Comune di Lunamatrona M.Cleofe Setzu (Assessore) Per: Comune di Villacidro Dimitri Pibiri e Stefano Piras (Assessori) Per: Comune di Villanovafranca Maria Balloni (Consigliere) Per: Assistenza Tecnica Progetto Focus Paolo Demuro (Responsabile regionale) Per: Assistenza Tecnica SPRINT Elena Lai (Consulente Formez) Per: Cooperativa Il Lichene Rosso Tiziano Onnis (Dipendente) Per: Consorzio Sa Corona Arrubia Paolo Sirena (Coordinatore Museale) Per: UDEUR Gigi Abis (Segretario Provinciale) 4. Ordine del Giorno: 4.1. Presentazione dei lavori e obiettivi dell’incontro Prende la parola Filippo Spanu: L’organizzazione della giornata prevede un’introduzione da parte del Presidente della Provincia Fulvio Tocco, un intervento di Salvatore Orlando che farà qualche cenno a tutti sul processo, poi Stefano Mameli vi espliciterà le linee progettuali emerse dal Rapporto d’Area. Vi sarà un intervento di Giulio Matzeu, riguardo alla posizione della Provincia sul lavoro del laboratorio e su come è maturato. Vi sarà la discussione di ogni linea progettuale, successivamente eventuali osservazioni ed approvazioni. Entro la fine della mattinata saremo in grado di fornire un lavoro definitivo, salvo qualche integrazione che potrà arrivare per iscritto entro la fine della settimana prossima. Prende la parola Fulvio Tocco: Saluto tutti i presenti. L’impegno che si era preso a Villanovaforru si sta mantenendo, grazie al gruppo di lavoro del laboratorio coordinato dal dott. Mameli, da Giulio Matzeu e dalla dott.ssa Pisu per conto della Regione Sarda. Si sta mantenendo la tabella di marcia prevista e che ci porta oggi a proporre la sintesi del lavoro che è stato svolto. L’idea del laboratorio è un di un’utilità straordinaria perché va oltre la sintesi dei progetti che oggi vi vengono presentati. È una opportunità soprattutto per le nuove province e per il territorio ed i suoi abitanti in quanto ci ha messo nelle condizioni di avere un quadro socio economico e ambientale del nostro territorio. Di questo dobbiamo prendere atto e ringraziare l’Assessorato alla Programmazione per l’idea avuta e soprattutto il laboratorio che quotidianamente è presente nei locali della Provincia del Medio Campidano. Questo fatto va tenuto in considerazione, in modo tale che si dimostri che al di là di tutte le questioni che vengono poste per affrontare la nostra presenza politica sul territorio, c’è un gruppo di persone che è sempre attivo e che va avanti con il lavoro. Questi aspetti sono ancora più importanti soprattutto in funzione dell’approvazione del disegno di legge n°85 che darà, in futuro, nuove funzioni alla Regione, alla Provincia ed ai comuni. Quindi sulla base di questa nuova impostazione al lavoro territoriale, il lavoro svolto sarà utile affinché non si parta sempre da capo ogni qualvolta viene introdotta una norma nuova. Mi piace tantissimo l’impostazione che il laboratorio ha dato, soprattutto quando affronta la questione dei progetti specifici nel senso che utilizza come dicitura principale “il sistema rurale ex minerario e del medio campidano”. Io credo, che andare alla radice della nostra situazione socio economica sia molto educativo anche dal punto di vista politico, perché sembra che, così come si affronta la tematica politica e così come si affronta l’informazione, la Sardegna vive con risorse disponibili in grande quantità e sembra quasi che le nuove province siano in piedi da venti anni ed invece sono in piedi da solo sette mesi. Inoltre, anche chi da informazioni sulla stampa, ci mette in condizioni di avere un’informazione fuorviante. Noi dobbiamo dire da subito che abbiamo bisogno di una informazione che si comporti in modo corretto ed una informazione che tenga conto che le nuove province hanno sette mesi di vita amministrativa, che la Regione Sarda dal punto di vista economico ha alcuni problemi e che pertanto bisogna camminare sulla base delle risorse che ci sono e che vanno utilizzate nella maniera più razionale possibile. Io credo che a monte di ogni sentiero ci debba essere questo aspetto perché sembra che quasi questi argomenti che sono alla base del nostro ragionamento non interessino nessuno. Credo che d’ora in avanti comuni, province e regione siano chiamate per lavorare verso il risanamento del bilancio pubblico che oggi non regge nello scenario europeo. Credo che le istituzioni che hanno lavorato verso questa direzione debbano continuare. Il laboratorio ha scelto degli importanti titoli, perché credo che per salvaguardare i livelli di vita di cui disponiamo e per creare nuove opportunità di lavoro per le nuove generazioni, ci sia da fare tanto ed il concetto della ruralità va tenuto sempre in considerazione nell’ambito della nostra azione politica. Per il resto mi auguro che si svolga un buon lavoro sulla base dei progetti specifici che verranno presentati con le relative osservazioni e votazioni. Il termine votazione va messo tra virgolette, perché nell’ambito della progettazione negoziata non dovrebbero esistere, ma ci dovrebbe essere una condivisione, anche se però un atto è comunque necessario che si faccia. Sulla base di questo, è bene che poi si arrivi a conoscere quali sono le risorse che possono essere accreditate al nostro territorio sulla base dei progetti che ora verranno presentati. Prende la parola Salvatore Orlando: Io volevo fare il punto sulla progettazione integrata a livello regionale, volevo dire che i tavoli regionali sono iniziati ed anche i tavoli provinciali. Il Rapporto d’Area è qualcosa di estremamente importante soprattutto per la nuova Provincia. Ricordiamo che ci sono sette giorni di tempo per fare delle osservazioni. La Regione ha un compito molto importante, primo fra tutti quello istituzionale. Bisogna considerare che nella programmazione comunitaria vi sono delle priorità. Oggi abbiamo un prodotto che viene dato dal laboratorio, vediamo i progetti che sono stati sviluppati e quali sono le prime ipotesi su cui si può intervenire. Per ora è stato fatto il tavolo provinciale dell’Ogliastra. Altro punto importante è che la Regione sta programmando anche per la nuova programmazione. Esiste una tabella del Ministero dell’Economia a cui dobbiamo riferirci. Ora seguiamo la programmazione delle risorse comunitarie e nazionali. Abbiamo sviluppato un documento chiamato “Documento di progetto regionale comunitario”, non è ancora pubblico ed utilizzerà il lavoro del laboratorio e sarà disponibile a giugno. Altro punto importante riguarda il finanziamento dei progetti. Con qualsiasi strumento, infatti, abbiamo delle difficoltà ad individuare i settori. Una cosa che vogliamo fare è quella di far approvare in giunta i Rapporti d’Area dei laboratori. I piani regionali saranno preparati entro giugno. Avere un modello di sistema rurale è un dato importante e questo si può fare con i Rapporti d’Area. Come Regione, in parallelo, stiamo preparando una delibera che definisce le risorse finanziarie per tutta la progettazione integrata, di fatto andiamo a bloccare le risorse del POR, risorse che provengono anche da altre fonti di finanziamento e risorse rimodulate da altri strumenti. Molte risorse sono disponibili e stiamo facendo i bandi a valle di tutto questo processo. Abbiamo preparato la struttura dei bandi per quanto riguarda industria, artigianato ed i servizi finanziari e gruppi d’imprese. I progetti sono costruiti in base al POR, però non è detto che al bando partecipino già i soggetti interessati. Quindi si farà una manifestazione di interesse che individui i soggetti pubblici e privati che sul quel progetto potrebbero investire. Si farà un piccolo accordo di programma tra la parte pubblica e privata. Cosi in un anno abbiamo fatto un lavoro che può essere utilizzato anche in futuro. Prende la parola Giulio Matzeu: Intanto, voglio rimarcare la grande operatività del laboratorio che si interseca perfettamente con i lavori della Provincia. C’è stato un continuo scambio di dati, di notizie con il Presidente, con la Giunta e con le Commissioni consiliari. Inoltre il lavoro fatto dal laboratorio è stato arricchito sentendo le amministrazioni comunali, le forze sociali e gli imprenditori. Abbiamo inoltre verificato la coerenza dello strumento Rapporto d’Area, con gli altri strumenti che la provincia sta attivando, prima di tutto quello del Sistema Turistico Locale ed il Piano Strategico. Ritengo che al momento ci voglia una comunicazione esterna più efficace in modo che gli imprenditori e le forze economiche possano intercettare le azioni che vengono disegnate ed illustrate dal Rapporto d’Area. Consentitemi di dire che il laboratorio stesso è una risorsa di questo territorio e mi auguro che questa risorsa non vada dispersa. Il Rapporto d’Area fotografa bene l’assetto di questa provincia con tutti i dati che mostrano una situazione socio economica di grande difficoltà. Non bisogna dimenticare questo. Se non ci fosse la nuova provincia, questi dati sarebbero stati annacquati dal più vasto scenario di Cagliari ed invece focalizzando l’attenzione sul nostro territorio abbiamo scoperto degli indicatori socio economici più negativi di tutta la Sardegna. Questo territorio storicamente ha programmato il suo sviluppo nelle tre aree sub-omogenee: - la Zona ex mineraria, - il Campidano irriguo, - la Marmilla. Il Rapporto d’Area mantiene questa suddivisione, pero c’e uno sforzo rappresentato dal quarto progetto che sarà esposto dal dott. Mameli, di programmare nel suo insieme il territorio dell’intera provincia. Quindi si lavora all’interno delle sub-aree, ma allo stesso tempo esiste la volontà di operare nell’intero territorio della provincia del Medio Campidano, la stessa cosa si sta facendo con il STL. Per concludere, questo territorio ha degli indici fortemente negativi, io penso che il Rapporto d’Area, in qualche modo coglie questo aspetto e vuole rilanciare le matrici del territorio, come quello rurale integrandolo con tutti gli altri aspetti del territorio. Penso che questo progetto deve far parte della nostra programmazione. Prende la parola Filippo Spanu: Raccomando negli interventi di arrivare subito al punto e con una certa sintesi. Prendiamo linea progettuale per linea progettuale, la esponiamo, la discutiamo ed infine l’approviamo. Prende la parola Stefano Mameli: Il mio compito è quello di cercare di spiegare il processo che ha portato alla creazione di questi quattro progetti che oggi sottoponiamo al tavolo. Il nostro Rapporto d’Area è stato completato a fine novembre e pubblicato sul sito della Regione a dicembre. Nella cartella trovate una errata corrige, perché abbiamo visto che c’era bisogno di alcune correzioni. Nella cartella trovate anche delle slide specifiche sulle idee progettuali. Il Rapporto d’Area è diviso in due parti. Nella prima vi è l’analisi del territorio, sostanzialmente è quanto è stato presentato al forum territoriale di Villanovaforru e poi nella seconda parte proponiamo i progetti integrati. Il laboratorio è composto da esperti del Centro Regionale di Programmazione, ma ha una componente territoriale abbastanza forte in quanto abbiamo i rappresentanti dell’Ersat e del Gal. L’attività del laboratorio è iniziata a Giugno e si è svolta secondo quattro macroattività. Abbiamo iniziato con una serie di interviste ad attori locali del territorio, poi è seguita un’analisi socio economica del territorio con i dati che si potevano avere, considerando che la Provincia è di nuova istituzione per cui molti dati si avevano a livello di vecchia Provincia. Non è stato semplice avere i dati facilmente aggiornati. Successivamente il laboratorio ha presentato i suoi primi risultati al forum territoriale di Villanovaforru e ha iniziato a lavorare al Rapporto d’Area. Abbiamo anche approfondito alcune tematiche specifiche attraverso dei focus di approfondimento soprattutto sull’agroalimentare con dei focus di filiera specifici. Poi abbiamo organizzato il focus sui servizi alla persona in quanto durante il forum la partecipazione è stata scarsa. Nel complesso al forum hanno partecipato 173 persone con una buona componente di soggetti privati e pubblici, in particolare i comuni ed altri attori del territorio. Durante il forum sono state presentate quattro linee di intervento individuate dal laboratorio durante una prima fase di analisi del territorio. Per ognuna di queste tematiche si sono organizzati dei gruppi di approfondimento. La partecipazione maggiore è stata al gruppo di lavoro sul turismo e sulla filiera dell’agroalimentare. Quindi per arrivare ai progetti che presentiamo, c’e stato il seguente percorso: partendo dall’analisi socio economica e tenendo conto delle quattro linee di intervento discusse durante il forum di Villanovaforru, siamo arrivati ad individuare quattro progetti, tenendo conto sostanzialmente del territorio di riferimento e quanto previsto nel Complemento di Programmazione. Per ogni ipotesi di progetto, abbiamo individuato un obiettivo generale e degli obiettivi specifici, ogni obiettivo specifico prevede delle azioni da intraprendere. Nel lavoro svolto abbiamo tenuto conto di due elementi: il territorio attuale all’interno della provincia che presenta storia, cultura ed economia ben delineate. Allo stesso tempo, abbiamo considerato la nuova realtà provinciale, che ha sette mesi di vita e che sta cercando di lavorare per una programmazione d’area all’interno del territorio. Questo perché non volevamo che si perdesse l’identità di ogni singola area ed allo stesso tempo che si mantenesse una certa identità provinciale. Con tutte queste premesse siamo arrivati a definire quattro ipotesi di progetti integrati. Un primo progetto integrato riguarda tutte le aree ex minerarie del Medio Campidano. Abbiamo lavorato sul termine perché non ci piaceva chiamarlo “Area del Linas” o usare il termine Arburese Villacidrese e Guspinese. Si tratta di un progetto che mira a sposare gli elementi di ruralità del territorio con gli elementi caratteristici del territorio come quelli relativi al patrimonio culturale ed ambientale di pregio. Ruralità intesa non solo come produzioni tipiche, non solo agroalimentare, ma anche tutta la parte relativa all’artigianato. Un altro progetto è quello del sistema agroalimentare di qualità che si rivolge al territorio del Campidano irriguo, che ha una certa tradizione agroalimentare e forse industriale, per cui c’e l’ipotesi di lavorare sull’integrazione di filiera su questo territorio. Per quanto riguarda la Marmilla abbiamo considerato il settore agricolo che è l’economia principale di quella zona e gli aspetti di carattere culturale e turistico a cui il territorio può puntare. A fronte di questi tre progetti che sono di carattere sub-provinciale abbiamo pensato a degli interventi che andavano bene non a livello di un territorio piuttosto che un altro ma che servono per tutta la provincia. Per cui abbiamo lavorato proprio perché ci fossero tutta una serie di azioni che servono per il territorio, soprattutto azioni che riguardano i servizi alla persona, azioni che fanno riferimento allo sviluppo sostenibile, che si possono attuare su tutto il territorio. Come potete notare abbiamo iniziato il titolo di ogni progetto con il termine “sistema” perché dall’analisi svolta sembra che quello che manchi nel territorio e quello di cercare di fare sistema con gli attori pubblici e privati di filiera. Per alcuni di questi progetti soprattutto per i primi tre si tratta di lavorare sul distretto rurale e agroalimentare. Lavorare verso quella direzione. Naturalmente i progetti non si occupano a 360 ° di tutto il territorio perché non sarebbe possibile, pero abbiamo cercato di lavorare sulla concentrazione ed integrazione degli interventi in modo da dargli una certa forza e in modo che garantiscano un certo sviluppo. Dal punto di vista metodologico avete visto nel Rapporto d’Area che abbiamo previsto per ogni progetto un territorio, un vantaggio comparato, un obiettivo generale e diversi obiettivi specifici e dei risultati attesi. Per ogni obiettivo specifico abbiamo individuato delle azioni che si potrebbero porre in essere per raggiungere quell’obiettivo. Le azioni sono scomposte a seconda del livello amministrativo da cui possono essere poste in essere. Abbiamo azioni di tipo pubblico (organizzativo o legislativo), per alcuni settori c’e bisogno di azioni di carattere legislativo che esulano da questi interventi ma che comunque vanno segnalate. Inoltre vi sono alcune azioni di carattere regionale, ossia che cosa potrebbe fare la Regione, per raggiungere un certo obiettivo? Poi abbiamo le azioni territoriali scomposte a loro volta da interventi pubblici immateriali, formazione, incentivi ai privati e infrastrutture pubbliche. 4.2. Descrizione della prima ipotesi di progetto “Sistema rurale delle aree ex minerarie del Medio Campidano “ Prende la parola Stefano Mameli: Il primo progetto mira ad integrare gli aspetti rurali del territorio con quelli culturali ed ambientali. Abbiamo pensato che si potrebbe lavorare a livello territoriale per il potenziamento della filiera sull’agroalimentare ed inoltre sull’artigianato tipico. Ancora c’è da fare sulla ricettività del territorio e sulla valorizzazione di quel patrimonio di carattere ambientale e culturale che caratterizza quel territorio in particolare il patrimonio minerario, quello relativo alla costa di Arbus ed al parco minerario Dessi. Per quanto riguarda il territorio non abbiamo voluto mettere nero su bianco i nomi dei comuni interessati perché vogliamo che il tavolo di partenariato si esprima su quali comuni potrebbero rientrare. Comunque il territorio di riferimento è quello occidentale della Provincia. Abbiamo individuato sette obiettivi specifici per questo progetto. Il primo obiettivo è quello legato alle filiere agroalimentari. Abbiamo individuato diverse filiere. Abbiamo organizzato diversi incontri di filiera per capire le singole problematiche. Abbiamo individuato dei tratti comuni a tutte le filiere, sopratutto per quanto riguarda gi interventi di carattere immateriali, cercando di far dialogare, di fare prendere degli accordi tra i produttori legati alle filiere agroalimentari e tutti gli attori degli altri settori come quelli del turismo, per esempio facendo in modo che i prodotti trovino un loro spazio all’interno degli esercizi di carattere turistico e ricettivo. È necessario intervenire per la commercializzazione delle produzioni in modo aggregato. Capita spesso che non si lavori insieme ed ognuno si presenta al mercato con il proprio prodotto e con il proprio prezzo. Per quanto riguarda la filiera olivicolo-olearia abbiamo previsto di lavorare per introdurre tecniche di utilizzo dei sottoprodotti di lavorazione come le olive da mensa. Per la filiera frutticola abbiamo pensato che si potrebbe lavorare per la coltivazione in pianura del ciliegio e sulla tipicizzazione. Per la filiera delle carni, che è forte a Gonnosfanadiga ed a Guspini, lavorare su aggregati di filiera per i produttori. Per la filiera del caprino, lavorare affinché si promuova un consorzio per la trasformazione del latte, incentivare gli impianti sia per il confezionamento che per la trasformazione del latte, inoltre lavorare perché si formino dei tecnici specializzati. Un'altra filiera importante e che ci ha sorpreso, è quella relativa all’equino. Non pensavamo che ci fosse tanto interesse per questo comparto e soprattutto per allevamento del cavallo da corsa e da turismo. Anche qui c’e bisogno di formazione e di tecnici specializzati. Per la filiera dei salumi si propone un’azione pubblica per l’eradicazione della peste suina e lavorare per standardizzare la produzione ma soprattutto per mettere in rete tutti gli operatori del settore. Altra filiera importante è quella relativa all’apicoltura e secondo noi è opportuno proporre il riconoscimento della DOP del miele sardo. Occorre lavorare per la costruzione di laboratori apistici anche nei centri storici e non solo nelle aree artigianali, fare in modo che i laboratori sorgono anche nei punti di passaggio in moda da essere dei punti di attrazione per i passeggeri. Per la filiera dello zafferano che accomuna tutti e tre i territori della provincia, sostenere tutto l’iter della DOP e far sorgere un processo di filiera. Il secondo obiettivo specifico riguarda il recupero e la valorizzazione dei saperi locali. Il territorio ha una serie di competenze relativamente all’artigianato ed alle produzioni locali che, se non supportate, rischiano di scomparire, per cui secondo noi è importante lavorare per conservare questi saperi e fare in modo che questi saperi artigianali, e non solo, si conservino, lavorare sulla formazione dei giovani e su una parte della produzione che oggi non è abbastanza curata, ossia sul packaging ed il marketing. Altro obiettivo specifico è quello relativo allo sviluppo degli aspetti culturali e ambientali integrandoli con quelli rurali. Sappiamo che il territorio ha tutta una serie di aspetti di pregio come quelli legati all’archeologia industriale, tutto quello che riguarda il parco culturale Dessi. Quindi secondo noi l’integrazione degli aspetti ambientali e culturali è indispensabile in questo territorio. Noi proponiamo interventi di carattere immateriale legati alla produzione di materiali ceramici e legati alla sentieristica del territorio. Un aspetto importante è quello legato al fatto di lavorare su quanto si è già iniziato nel territorio sia in relazione al patrimonio ambientale che culturale con delle misure del POR, ci dovrebbe essere un intervento per il completamento di quanto gia iniziato, per l’allestimento anche per quanto riguarda la parte multimediale. Per questo settore è importante anche la formazione ossia creare delle persone capaci di condurre i visitatori a conoscere il territorio, formare delle guide turistiche che conoscano il territorio. Abbiamo proposto anche una serie di incentivi ai privati di diverso tipo visto che il territorio attrae diversi visitatori. Qui va fatto un appunto. Per quanto riguarda il patrimonio minerario abbiamo proposto un intervento di carattere regionale che metta in rete tutto il patrimonio regionale minerario. Secondo noi occorre l’intervento regionale perché il territorio sia messo in rete con le altre parti del territorio regionale, prima tra tutti con il Sulcis Iglesiente che comunque ha un'altra parte del patrimonio minerario di alta qualità. Il quarto obiettivo specifico è più legato agli aspetti ricettivi del territorio che sono concentrati nell’ambito costiero, incentivare i progetti di bed and breakfast, Secondo noi occorre lavorare non soltanto sulla quantità ma sull’adeguamento della qualità dei servizi legati alla ricettività ma anche sui servizi legati alla ristorazione proprio perché si intende integrare anche gli aspetti legati alle produzioni agricole ed agroalimentari Per esempio sarebbe opportuno che nell’ambito della ristorazione si faccia spazio ai produttori locali. Da questo punto di vista vi sono diverse azioni proposte tra gli interventi immateriali vi è ad esempio quello di realizzare un manuale delle tecniche costruttive del territorio in modo che si abbia un punto di riferimento sulle tecniche locali utilizzate. Un'altra azione riguarda la costa di Arbus dove sono presenti le seconde case, lavorare per una messa a sistema di questo aspetto cercando di creare un interfaccia verso i clienti e quindi lavorare sul marketing. Tra gli incentivi ai privati, abbiamo proposto la realizzazione di un albergo diffuso, ci sono nell’area dei centri che si prestano a questi interventi. Individuare un luogo e iniziare con l’albergo diffuso il miglioramento della ricettività è un aspetto interessante. Altro intervento prevede la realizzazione di un laboratorio di eccellenza della ristorazione tipica, fare in modo che ci sia qualcuno che vada alla riscoperta delle ricette tipiche e poi li metta a disposizione dei ristoratori. Altro obiettivo specifico è legato al marchio d’area. Su questo abbiamo abbastanza discusso. Promuovere un marchio d’area a livello sub provinciale ci sembra una cosa abbastanza difficile visto che si sta promovendo un marchio a livello regionale. Però potrebbe essere anche un azione pilota. Si tratta di un obiettivo non tanto per promuovere il territorio fuori dalla Sardegna ma è un obiettivo da raggiungere per fare in modo che le imprese artigianali e del settore agroalimentare siano spinte verso un innalzamento degli standard qualitativi. Cioè promuovere un marchio d’area dove vengano fatti dei controlli ben precisi sulla qualità. Uno degli interventi proposti riguarda la sensibilizzazione e la promozione territoriale oppure l’individuazione dei centri storici di un certo rilievo, ovvero una rete di botteghe nel paese, come viene definito, centro commerciale naturale, facendo in modo di dare una serie di servizi a tutti i commercianti secondo un ottica di valorizzazione sempre all’interno dei centri storici. Vi sono altri interventi di carattere formativo come quello di lavorare sui sistemi di qualità, formazione sul packaging, tutti elementi che risultano abbastanza carenti. Abbiamo proposto un intervento che sarà integrato con il STL che sta nascendo, legato ai prodotti turistici integrati: ossia fare in modo che l’offerta turistica nasca dal basso e dal territorio e che si lavori su dei pacchetti turistici da offrire. Per ultimo obiettivo specifico abbiamo appurato che mentre in altre aree della provincia come la Marmilla esistono dei soggetti aggregati che lavorano per la progettazione e per la programmazione, riteniamo che sarebbe opportuno creare una sorta di agenzia di sviluppo locale che lavori soprattutto sulla progettazione dell’area e che coinvolga più comuni. Promuovere dei sistemi di sviluppo locale con esperti di un certo rilievo potrebbe dare una chiave di svolta per il territorio. Il territorio, utilizzando delle risorse umane qualificate, può implementare questi sistemi. 4.2.1. Sintesi della discussione Prende la parola Filippo Spanu: Si può aprire la discussione, una raccomandazione sulle osservazioni, arrivate subito al punto. Il laboratorio raccoglie tutte le osservazioni. Prende la parola Rinaldo Mereu: Intanto condivido il metodo utilizzato perché mi pare che sviluppare il concetto prima di decidere sia una considerazione da fare. Il lavoro che ci è stato fornito è preciso e consente di fare delle valutazioni sui punti di forza e di debolezza che sono sul territorio. Vagamente per quanto riguarda gli obiettivi specifici è chiaro che il lavoro segue le linee guida che sono state presentate durante la conferenza Stato, Regione ed Enti Locali nel febbraio 2005 per quanto riguarda il quadro di programmazione 2007-2013 e quindi ha ragione il direttore del Centro di Programmazione quando dice che dobbiamo tenere conto che ci stiamo movendo in questo ambito e bisogna metterci nelle condizioni di intercettare le risorse che devono essere utilizzate in un quadro unitario. Per quanto riguarda gli interventi, questi si muovono nell’ambito di indirizzi che sono chiari e individuati chiaramente e che riguardano la ricerca e l’innovazione. Come pure la valorizzazione del capitale umano ed il puntuale riferimento agli aspetti ambientali e culturali. Credo che da questo punto di vista il laboratorio, nelle idee progettuali abbia focalizzato questi concetti. Come pure il concetto di modernizzazione dei mercati capaci di fare filiera, ma anche attraverso lo snellimento della pubblica amministrazione rispetto a questi concetti che sarà un altro elemento di riforma che sicuramente la Regione deve mettere in conto. Manca un asse molto importante che è quello relativo alle reti ed alla logistica che va sviluppato su un progetto più esteso che riguarda tutto il territorio. Io, i sette giorni me li prendo tutti per fare delle valutazioni precise, oggi ho voluto testimoniare che è un lavoro pregiato quello che è stato presentato e intercettano quelle strategie presenti nel quadro di programmazione e che dovranno essere contenute nel piano regionale dello sviluppo. È uno degli emendamenti che dovrà essere accolto anche dal consiglio regionale. Prende la parola Luciano Cau: Apprezzamento per l’enorme lavoro fatto di raccolta ed assemblaggio di un’enorme mole di dati e questo traspare dal lavoro. Quando si arriva al momento della sintesi come questo, è gioco forza fare delle categorizzazioni settoriali. Mi riferisco alla decisione di parlare di zone ex minerarie. In questo contesto, creando una categoria di questo genere, in un certo senso sono state fatte delle gabbie concettuali che mettono dentro delle cose e lasciano fuori delle altre. In particolare, nel caso del nostro territorio, parlo di Furtei, Segariu e di Serrenti, siamo portatori di una tradizione di tipo minerario, se pur non così estremamente visiva, come quella del comparto minerario dell’area occidentale, ma esiste una tradizione e un impronta nel territorio e che quindi in un certo senso questa categorizzazione rischia di lasciare fuori una possibilità per il territorio stesso. Mi riferisco in particolare all’obiettivo specifico tre, quando si parla di messa in rete dei siti di archeologia industriale a livello regionale, è chiaro che questi territori potrebbero essere esclusi da questa voce, come pure la formazione di guide specializzate nei contenuti geologici dei territori e questo è un altro aspetto che rischia di essere trascurato, ecco chiedo se è possibile, non dico creare una categoria intermedia ma magari essere meno rigidi nel definire il territorio di riferimento. Prende la parola Filippo Spanu: Anch’io, ho visto una scelta di definire il territorio soprattutto nell’integrazione di filiera. Ci si dovrà porre il problema che certi tipi di filiera, che vengono individuati in una certa area, hanno poi esistenza anche in un'altra area del territorio provinciale. Sembra buono che ci sia un radicamento preciso di aree e occorre considerare che le filiere possono essere individuate anche in altre aree. Prende la parola Stefano Mameli: Noi abbiamo scelto proprio di non individuare i comuni di riferimento perché volevamo che il tavolo si esprimesse a questo riguardo. Quindi per l’obiettivo specifico tre il territorio potrebbe allargarsi anche ad altri comuni. Prende la parola Filippo Spanu: Per fare un esempio concreto, abbiamo una filiera dell’apicoltura che grava su due zone, uno sull’area ex mineraria e l’altra è quella della Marmilla. È evidente che poi i bandi saranno rivolti ai territori interessati. Prende la parola Stefano Mameli: Lo stesso discorso si può fare per l’agroalimentare di qualità che viene individuato nel Campidano irriguo ma non possiamo lasciare fuori Furtei, Segariu oppure Pabillonis, in quanto sono territori che hanno gran parte delle loro produzioni di tipo ortivo. Prende la parola Dimitri Pibiri: Gli obiettivi specifici sono soddisfacenti e le filiere racchiudono tutte quelle che sono i nostri interessi. Due osservazioni su due aspetti: uno è quello della promozione di cui si e parlato, vorrei capire fino a che punto si è tenuto conto dell’altro strumento STL, per evitare che vi siano delle duplicazioni degli interventi. Qualche perplessità sui marchi d’area, proprio perché vedrei questo obiettivo come qualcosa che invece interessa l’intera provincia e non in ambito sub territoriale, anche perché è stato poi detto di voler creare una sorta di sistema di qualità comune per tutta la Provincia del Medio Campidano e quindi un marchio d’area comune per tutta la Provincia. Altro rischio che si corre è quello di andare a sovrapporre tutta una serie di marchi come per esempio il marchio del parco culturale Dessi, oppure quello del comune di Arbus. Quindi rischiamo di creare confusione verso l’utente o il cittadino che deve individuare la nostra area. Altro aspetto che non è previsto in queste ipotesi è quello relativo alla mobilità e dei collegamenti, ma molto probabilmente è presente nel progetto quattro, quello relativo alla provincia. Prende la parola Antonio Cadoni: Sono progetti adeguati a quelle che sono le esigenze specifiche del territorio però mi è d’obbligo fare un osservazione visto che i progetti riguardano tutti l’agroalimentare. Alcune entità presenti nel nostro territorio e nel settore dell’agroindustria, non vengono considerate, sono preoccupato per quanto riguarda le produzioni che verranno poste in essere nel nostro futuro. Non ci dobbiamo dimenticare che l’industria saccarifera è stata chiusa è verrà trasformata in una industria che produrrà biodisel. Anche l’industria conserviera è in agonia e quindi si rischia di portare le produzioni in sovrapproduzione. Prende la parola Filippo Spanu: A questo proposito volevamo dire che è stato manifestato un interesse da parte della commissione europea che ha una linea di intervento per la riconversione di alcune aree rurali di produzione agroalimentare, ha intenzione di concentrarsi sull’analisi della vicenda dello zuccherificio e quindi probabilmente stiamo prendendo degli accordi in occasione del comitato di sorveglianza, la commissione vorrebbe poter avere un confronto con le istituzioni locali, la provincia in primis per illustrare questa linea strategica che loro hanno. Prende la parola Sergio Concas: Esprimo apprezzamento per il lavoro svolto anche sui contenuti. Però manca una base, un riferimento alle attività industriali secondo me manca, non dobbiamo svincolarci da questo settore in questa Provincia. Prima di tutto perché qualche realtà esiste ancora, grazie anche alla lotta dei lavoratori e secondo me ci deve essere un riferimento per legare questa attività a quella industriale. Diversamente esiste un deprezzamento anche di tutta la progettazione. È indispensabile che la provincia si faccia carico di questo problema e colleghi questa progettazione a quella che è la parte industriale che secondo noi deve essere non solo diffusa ma anche consolidata ed inoltre si deve considerare che in alcune parti esiste anche un certo sviluppo. Prende la parola Edoardo Bizzarro: Anch’io mi rendo conto che sul metodo ci siamo ed il fatto di avere sette giorni di tempo per fare delle osservazioni ci permette di dare un contributo. Pertanto utilizzeremo questa settimana. Come avete ricordato ci sono state varie sessioni di lavoro tra questi quelle relative alle politiche sociali. Leggendo questa programmazione mi pare che ci sia uno squilibrio forte tra intervento a favore dello sviluppo industriale e agroalimentare e quant’altro e interventi a favore dei servizi alle persone. Io credo che lo sviluppo economico si debba muovere di pari passo con lo sviluppo sociale del territorio e dobbiamo considerare che esiste una grande sofferenza rispetto alla nuova povertà, alla popolazione anziana ed altro. Credo che un intervento relativo al sociale debba essere inserito. Ora io non vorrei che gli interventi siano proporzionati al numero delle persone che hanno partecipato alle sessioni di lavoro, perché ricordo che nella sessione delle politiche sociali parteciparono pochissimi amministratori e questa la dice lunga sulla sessione di lavoro fatta più avanti. Prende la parola Fulvio Tocco: Credo che sia utile ricollegarci alle indicazioni che sono state date da Filippo Spanu nella presentazione riguardo alla metodologia, per esempio alcune cose che state dicendo sono presenti nel quarto progetto. Vi ha dato un’indicazione e sulla quale ha chiesto che si proceda, in modo tale che si condivida e che si vada avanti. Per quanto riguarda la partecipazione dei comuni, questi sono impegnati attivamente con l’amministrazione provinciale su tematiche specifiche, tenendo conto che è importante ascoltare chi ha delle integrazioni da fare come quelle del sindaco di Furtei, per il resto credo che si possa andare avanti. Avete sette giorni di tempo per fare le vostre osservazioni. Le tematiche su cui il laboratorio è intervenuto sono qui indicate, gli interventi nell’ambito del STL sono immateriali su cui noi stiamo tentando di integrare tutto. Prende la parola Francesco Marras: Giusto per porre l’attenzione su alcuni dubbi relativi al marchio d’area. Esistono già una serie di marchi, proponendone un altro si rischia di creare confusione. Altra questione è quella relativa al STL, si corre il rischio di fare dei doppioni. Bisogna fare un punto tra ciò che i consulenti dell’area provinciale stanno elaborando e ciò che viene definito qui come possibilità di intervento. Bisogna raccordarsi con i consulenti anche in tempi veloci. Ancora due domande, i bandi saranno su base sub provinciale e per quanto riguarda la formazione, esistono gia degli enti di formazione? Ecco io vorrei capire se il canale della formazione passerà tutto attraverso la programmazione dell’Assessorato competente oppure se esiste qualcosa che si sostituisce a questo e da chi vengono proposte. Per quanto riguarda gli interventi è la Provincia che assume un ruolo di regia oppure esiste un nuovo soggetto di prima generazione di aggregazione di comuni. Una terza domanda riguarda alla disponibilità economica. Ci sono molte azioni immateriali che fanno riferimento al processo produttivo, credo che vi debba essere un’animazione efficace in quanto molti di questi interventi sono in parte sovracomunali o per filiera. Prende la parola Salvatore Orlando: Il laboratorio ed il territorio si accordano per costruire i tavoli. Per la formazione siamo stati supportati dall’assistenza tecnica del PON ATAS, in quanto avevamo delle priorità, da una parte conoscere il fabbisogno formativo del territorio per programmare lo sviluppo, dall’altra parte capire come questi fabbisogni vanno tradotti. È chiaro che ci saranno i bandi da parte della Regione e dell’Assessorato al Lavoro e poi ci saranno dei bandi specifici. Vogliamo creare un’offerta flessibile ed adeguata è questo è abbastanza complicato. Prende la parola Stefano Mameli: Per quanto riguarda l’integrazione del nostro lavoro con quello che sta facendo STL, ricordiamo che il nostro lavoro risale a novembre ed in questi ultimi giorni abbiamo avuto occasione di parlare con i consulenti che si occupano dell’STL e per cui le proposte nostre dovranno integrarsi e non accavallarsi e questo vale anche per il marchio d’area. Quando abbiamo parlato del marchio d’area non ci riferivamo tanto all’immagine che va fuori del territorio nostro ma è un lavorare verso gli standard qualitativi, è una rilevazione che noi abbiamo fatto sul territorio per cui ci sembrava opportuno. Per quanto riguarda i servizi alla persona volevo dire che nel quarto progetto sul sistema provincia, abbiamo dedicato un obiettivo specifico per i servizi alla persona proprio perché secondo noi il problema dei servizi alla persona non è un problema di sub territorio ma di carattere provinciale. In questo obiettivo specifico abbiamo ripreso le azioni che sono venute fuori dal focus di approfondimento fatto a Sanluri, per esempio l’osservatorio dei bisogni o la formazione in campo sociale. Anche il problema della mobilità è stato messo nel quarto progetto proprio perché è di carattere provinciale. 4.3. Descrizione della seconda ipotesi di progetto “Sistema agroalimentare di qualità “ Prende la parola Stefano Mameli: Il secondo progetto riguarda il sistema agroalimentare di qualità e mira a promuovere un integrazione di filiera per le produzioni agroalimentari e industriali. Abbiamo rilevato che esiste un territorio a vocazione forte per quanto riguarda le produzioni ortive, verso l’agroindustria. Per cui l’ipotesi del progetto mira a rafforzare lo sviluppo della filiera agroalimentare soprattutto ortiva, lavorando sull’innovazione tecnologica, sulla trasformazione e sulla commercializzazione dei prodotti ed integrando questo discorso con gli aspetti caratterizzanti del territorio che riguardano le architetture tradizionali che in questo tempo stanno trovando interesse da parte delle amministrazioni comunali. Il progetto sull’agroalimentare di qualità ha quattro obiettivi specifici. Il primo riguarda l’innovazione tecnologica delle imprese industriali dell’agroalimentare. Dalle nostre analisi risulta che per poter stare sul mercato bisogna giocare la carta dell’innovazione tecnologica nel settore agroindustriale, per cui l’obiettivo è quello di raggiungere un prolungamento della filiera agroalimentare investendo in tecnologie innovative. Sicuramente occorre incentivare i privati perché investano nell’acquisto degli impianti innovativi e lavorare affinché vi sia una formazione adeguata di tecnologi alimentari. Il secondo obiettivo specifico riguarda la commercializzazione e lo stare sui mercati in modo congiunto e sotto forma aggregata. Incentivare la nascita di associazioni di produttori e potenziare quelli esistenti. Lavorare anche sul marketing dei prodotti. Per la formazione è prevista la creazione di operatori specializzati nella promozione e commercializzazione dei prodotti. Inoltre sono previsti incentivi ai privati per quanto riguarda il confezionamento ed il packaging dei prodotti. Il terzo obiettivo è quello che prevede di lavorare sulla trasformazione perché soltanto attraverso la trasformazione in loco del territorio si riesce a catturare il valore aggiunto della produzioni che altrimenti vanno verso altri territori e verso altri mercati. Incentivare non solo la trasformazione ma anche l’acquisto di macchinari dei quali le imprese sono carenti. Naturalmente secondo noi è opportuno lavorare sulla formazione di operatori qualificati nella trasformazione delle produzioni agroalimentari. Si tratta quindi di un progetto che si concentra sulle produzioni ortive del territorio. In base al quarto obiettivo specifico, per incentivare la promozione è opportuno integrare queste produzioni con la tradizione del territorio. Fare in modo che queste produzioni si affaccino sul mercato e raccontino non solo i prodotti ma raccontino anche il territorio. Abbiamo voluto legare al discorso agroalimentare tutte quelle tecniche artigianali che questo territorio offre in ambito rurale e stiamo parlando della lavorazione della terra cruda e della terra cotta, della trachite e di tutte le attività artigianali legate fortemente al territorio, dello sviluppare questa tecnologia di lavorazione artigianale e artistica. Abbiamo pensato di valorizzare questi aspetti culturali del mondo agricolo e incentivare lo sviluppo di questa attività legate alle tecniche di lavorazione dei materiali tradizionali. Secondo noi è opportuno creare una vetrina dell’agroalimentare in un edificio in terra cruda che racconti anche il territorio e anche lavorare sulla ricerca e sullo studio per esempio per la creazione di un laboratorio sulla terra cruda e sulle terra cotta. Dal punto di vista degli interventi pubblici immateriali potremmo pensare ad un circuito della terra cruda che potrebbe andare anche oltre il territorio provinciale visto che il movimento della terra cruda sta interessando anche altre province della Sardegna, rispetto all’associazione nazionale che ha sede a Samassi. Allo stesso tempo è opportuno che si incentivi il recupero degli edifici in terra cruda che sono una testimonianza della nostra cultura cosi come si incentivi l’impresa artigianale in modo che non si perda la conoscenza di questi saperi tradizionali. 4.3.1. Sintesi della discussione Prende la parola Marco Muscas: Mi trovo d’accordo con quanto previsto dal progetto in relazione all’area del Campidano irriguo. Credo, però, che ci si è dimenticati anche delle zone industriali di Guspini, San Gavino e Villasanta e su cui forse cercherei di trovare un punto, un meccanismo per mettere in rete con la nuova agenzia di promozione industriale che sta facendo la regione. Prende la parola Sergio Concas: Anche nel secondo progetto che ritengo sia molto importante per la provincia, si potrebbe dare un impronta di respiro regionale più ampia. In questa provincia ci sono le più importanti trasformazioni e lavorazioni del prodotto agricolo e dal momento che si affronta il problema dell’innovazione tecnologica, non credo sia azzardato proporre un centro di ricerca sull’attività dell’agroalimentare anche riferito non solo a nuove lavorazioni ma anche alla stessa innovazione tecnologica. Prende la parola Carmen Marongiu: Forse tutti non hanno letto il Rapporto d’Area. Io ritengo che tutta una serie di richieste che stiamo portando avanti sono poi contenute, magari vanno rafforzate, nel quarto progetto. Si parla ad esempio dell’agenzia per la sicurezza alimentare, l’integrazione con l’università, sono un insieme di interventi che magari poi possono rispondere a determinate esigenze. Prende la parola Filippo Spanu: Le questioni degli interventi industriali sull’agroalimentare sono di carattere trasversale e sub provinciale. Sono due dei temi rispetto ai quali ci sono dei tavoli tecnici di lavoro che sono partiti per individuare dei bandi specifici a livello regionale che poi esistono delle priorità nell’ambito di ogni filiera. Questo perché nei rapporti d’area c’e scritto che queste sono tematiche rispetto alle quali ci può essere solo una risposta di carattere regionale però ricordiamoci sempre che dobbiamo trovare dei progetti che considerino dei vantaggi comparati, cioè quello che hanno di proprio e che possono rendere competitivo il territorio, quindi il sistema rurale o agricolo legato al sistema artigianale, poi esiste il problema di una certa cultura industriale, però dobbiamo considerare che nel quarto progetto nell’obiettivo sette si tiene conto di una serie di cose. 4.4. Descrizione della terza ipotesi di progetto “Sistema agricolo e culturale della Marmilla “ Prende la parola Stefano Mameli: Il terzo progetto proposto è relativo al sistema agricolo e culturale della Marmilla. Abbiamo deciso di utilizzare questi due temi perché abbiamo notato che nell’area, il settore primario anche se è in crisi comunque rappresenta un ancora per questo territorio, anche se soffre di uno spopolamento enorme. L’area della Marmilla ha fatto suoi anche altri aspetti che contribuiscono all’economia del territorio, come gli aspetti culturali ed ambientali che fanno riconoscere il territorio anche fuori dalla Sardegna, per esempio i nuraghi e gli eventi relativi al periodo medievale, la giara di Gesturi. Abbiamo diversi attrattori di un certo livello e poi abbiamo ripreso tutto il discorso legato al turismo ed alla ricettività del territorio. Quindi il nostro progetto intende fare in modo che ci sia una integrazione tra l’economia primaria e gli aspetti del mondo culturale ed ambientale presenti nel territorio. Abbiamo individuato, anche per quanto riguarda la Marmilla, quattro obiettivi specifici. Il primo obiettivo riguarda il potenziamento e qualificazione del settore primario inteso come la qualificazione delle produzioni di nicchia che il territorio presenta, esistono grosse tradizioni agricole di bassa quantità ma di alta qualità. Abbiamo individuato diverse filiere come quelle dei cereali, delle leguminose da granella, il melone in asciutto, la filiera olivicolo olearia, la mandorlicotura e poi il discorso legato allo zafferano e il discorso delle piante officinali aromatiche e l’apicoltura. Ulteriore intervento è quello legato alla multifunzionalità dell’agricoltura. Si parla molto della multifunzionalità e la Provincia ne ha fatto un suo cavallo di battaglia nel suo programma. Secondo noi la Marmilla si presta a una sperimentazione della multifunzionalità dell’agricoltura e ne abbiamo fatto una azione specifica. Per la filiera dei cereali riteniamo che ci sia bisogno di un impianto di trasformazione in modo che la filiera si chiuda con la trasformazione quindi non fermarsi solo alla coltivazione e fare in modo che la produzione non vada fuori, ma trasformarla in loco con le nostre risorse magari con la produzione di paste alimentari o prodotti da forno ecc. Abbiamo anche una discreta produzione di leguminose sia per uso alimentare che per uso foraggiero, in questo caso proponiamo un intervento di tipicizzazione, il problema delle leguminose è un problema di accesso al mercato e dei prezzi, se non lavoriamo sulla tipicizzazione i produttori non riescono ad affrontare il mercato in modo adeguato. Altra filiera su cui abbiamo fatto anche un focus di approfondimento è quella relativa al melone in asciutto, anche in questo caso esiste un consorzio che potrebbe lavorare, vi sono delle esigenze come quella di creare un centro di raccolta, di confezionamento e di lavorazione del melone. Anche perché, viste le modiche produzioni, solo lavorando insieme e proponendosi in modo congiunto sul mercato si riesce ad ottenere qualche risultato. Abbiamo previsto la promozione di un IGP ed incentivi per l’acquisto di nuovi macchinari che servono per il confezionamene del prodotto. Per la mandorlicotura, proponiamo la nascita di un laboratorio artigiano che si occupi della produzione di dolci a base di mandorle tipiche del nostro territorio. Per la filiera dell’equino (cavalli da turismo), abbiamo previsto azioni che legano il settore con gli agriturismi e gli aspetti ricettivi del territorio. Per l’apicoltura proponiamo il riconoscimento della DOP ed un sostegno alla realizzazione di strutture di trasformazione delle produzioni apistiche secondarie, quindi non concentrarsi sul miele ma fare in modo che si incentivi la produzione di prodotti secondari come la pappa reale ed altri. Anche in questo caso un azione prevista per la Marmilla è quella di concentrare i laboratori apistici dentro i centri storici. In alcuni punti della Marmilla, sarebbe interessante costruire questi laboratori nei punti di passaggio incrementando in questo modo l’economia del territorio. Altre azioni importanti sono legate alla filiera dello zafferano. Sappiamo che lo zafferano ha intrapreso il riconoscimento della DOP, secondo noi è opportuno prevedere un centro di raccolta, di promozione e di studio, visto che siamo la regione che produce più della metà del prodotto in Italia, quindi secondo noi è importante che ci sia un centro di questo tipo che promuova oltre a confezionare e lavorare il prodotto. L’ultima azione è legata alla multifunzionalità dell’azienda agricola, fare in modo che le imprese agricole possano svolgere servizi di carattere pubblico come la manutenzione delle strade ma anche che funga come fattoria didattica per la divulgazione dei saperi locali nel mondo rurale. Un intervento del genere ha bisogno di azioni di carattere formativo ed incentivi per le attrezzature adatte per questi lavori. Il secondo obiettivo riguarda una riqualificazione ed incrementazione della capacità ricettiva del territorio, sappiamo che si tratta di un territorio che riesce ad attirare dei visitatori in periodi fuori da quelli estivi come accade in genere sulla costa. Secondo noi è importante lavorare sulla qualità della capacità ricettiva, proponendo prima di tutto interventi di riqualificazione e recupero degli edifici situati nei centri storici spesso disabitati che hanno bisogno di un intervento proprio per adibirli a locali ricettivi o anche per metterli a disposizione degli artigiani che intendono lavorare sulle produzioni tipiche artigianali. A proposito della ricettività, proponiamo di creare una rete dell’ospitalità diffusa in questo territorio più che proporre un albergo diffuso in un comune piuttosto che in un altro. Potrebbe essere opportuno vista anche la dimensione dei paesi e la loro vicinanza degli uni, con gli altri proporre una rete dell’ospitalità diffusa, dove in ogni comune ci sia le possibilità di alloggiare poi magari si può pensare alla ristorazione in un altro comune. Questi sono obiettivi che anche gli altri laboratori stanno seguendo. Così come secondo noi è importante incentivare i privati al recupero delle case da adibire a strutture ricettive artigianali. Un altro obiettivo specifico è legato alla fruibilità delle risorse, ossia lavorare in modo che quegli elementi di pregio di carattere culturale presenti nel territorio abbiano da essere visitati. Abbiamo previsto azioni affinché si lavori per la segnaletica o la mobilità anche se buona parte della segnaletica esiste già nel territorio, lavorare poi per il completamento degli allestimenti dei musei, mettendo in rete i musei che esistono nel territorio. Un ulteriore obiettivo specifico e relativo alla promozione di prodotti turistici di carattere integrato. Il territorio ha certe esperienze di un certo rilievo di diversi comuni e di diverso tipo, abbiamo l’archeologia nuragica che sicuramente fa conoscere il territorio al suo esterno e quindi occorre lavorare anche per proporre eventi di carattere multidisciplinare a livello territoriale. Naturalmente tentando di fare in modo che queste azioni si integrino con quelle portate avanti a livello provinciale, da questo punto di vista è opportuno lavorare su certi tipi di progetti. Progetti che magari mettono insieme la mobilità, l’accoglienza e la ristorazione. In questo luogo si possono promuovere gli aspetti legati all’agroalimentare ed all’artigianato. Fare in modo che i prodotti del territorio possono essere divulgati a partire dall’interno del territorio stesso. 4.4.1. Sintesi della discussione Prende la parola Marco Pisano: Intanto mi congratulo con il laboratorio per il lavoro svolto, perché è stato capace di fotografare le esigenze del territorio. Intervengo per dire che è importante avere in loco un centro di trasformazione nell’ambito della cerealicoltura. Sono d’accordo sul fatto di sviluppare una rete diffusa nei nostri comuni. Quindi sono d’accordo che nei prossimi bandi vi sia il recupero di strutture ormai fatiscenti visto che i centri si stanno spopolando e che tutti i comuni presentando l’effetto ciambella. Anche sulle botteghe artigianali sono d’accordo. Questo lo stiamo gia facendo con i fondi della legge 29 che comunque sono insufficienti. Non vedo traccia della viticoltura, occorrerebbe una specializzazione delle produzioni che storicamente hanno caratterizzato il nostro territorio, una particolare attenzione a questo va fatta. Prende la parola Alessandro Merici: Io volevo intervenire sul comparto irriguo ed agricolo. Abbiamo preso in considerazione la possibilità di poter impiantare dei vitigni ed abbiamo visto la possibilità di avere 158 ettari di terreno ma bisogna pagare comunque se qualcuno li richiede. Ci vogliono 2.500 euro solo per acquistare la quota per un ettaro e poi c’e l’impianto che è tutto a carico del privato, questa non è una metodologia che incentiva una produzione che è caratteristica dell’agroalimentare del nostro territorio. Considerato che la Marmilla è un territorio a coltivazione vitivinicola e che purtroppo qualcuno e non noi, ha commesso l’errore di accettare certi contributi per gli espianti, oggi ci troviamo un terreno che non produce. Un'altra cosa riguarda il riordino fondiario. Noi negli ultimi mesi abbiamo avuto una variazione nel settore agricolo, abbiamo la possibilità che nel 2008 vi siano i terreni irrigati, per cui tutta la bassa Marmilla verrebbe irrigata con contributi di fondi CIPE di 39 milioni di euro, giustamente abbiamo la problematica del riordino fondiario. Quindi bisognerebbe capire come può essere risolto questo problema. Bisogna capire se esiste qualche misura anche per il riordino fondiario della bassa Marmilla. Il riordino fondiario proposto dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura è un riordino fondiario che da noi non attecchirà mai perché è demandato ai privati. Prende la parola Mario Figus: Un apprezzamento per il lavoro che è stato svolto, perché sembra che si parta dall’esigenza e dalla base. Colgo in modo positivo la possibilità che vengano finanziati dei centri di raccolta di due prodotti tipici di qualità che si trovano nella Marmilla, specificatamente il melone in asciutto e lo zafferano. Non dimentichiamo che la produzione dello zafferano esiste anche a San Gavino per cui il tutto può essere fatto in simbiosi ed in perfetta sintonia. Un'altra cosa utile sul quale bisognerà mettere mano è quello relativo alla viabilità nelle campagne in modo da poter raggiungere sia i terreni che vengono coltivati ma anche i siti di interesse archeologico ed ambientale di cui si è detto. Noi per esempio abbiamo un parco degli ulivi che stiamo costruendo e prima o poi avremmo la necessità di un ampliamento e di un coinvolgimento. Volevo richiamare l’attenzione sulla necessità della comunicazione intercomunale, è evidente che nei paesi di 400 anime e con indici di vecchiaia alti esistono dei problemi legati agli spostamenti degli anziani bisogna pensare a quello che è il mezzo diffuso ossia condiviso. Si potrebbe pensare a delle auto condivise che poi vengono prenotate a gruppi e questo consente a chi non ha un auto per spostamenti di raggiungere i luoghi. Pensiamo per esempio a coloro che devono andare dalla Marmilla per delle visite mediche a Sanluri o all’ospedale di San Gavino. Prende la parola Sandro Atzori: Gli interventi relativi allo zafferano vanno fatti sicuramente in simbiosi con gli altri comuni che producono lo zafferano. Io volevo capire se nell’ambito di questo obiettivo specifico è compresa la commercializzazione del prodotto soprattutto tenendo in considerazione che esistono una serie di produzioni singole che devono aggregarsi per rendere la produzione più competitiva sui mercati. Io chiederei di indicare uno strumento che indirizzi i produttori verso una forma di aggregazione per quanto riguarda la commercializzazione del prodotto o se è possibile aggregarsi ad una azione gia detta. Prende la parola Luciano Cau Mi riferisco alla sicurezza nelle compagne. Le compagnie barracellari stanno venendo meno anche perché ci sono stati dei tagli considerevoli anche da parte della Regione e ci troviamo a dovere vivere in modo forzoso l’allevamento con la coltivazione. Vengono segnalati molto spesso conflitti che devono essere risolti in qualche modo. Se non c’e una garanzia del reddito che viene dalla salvaguardia delle colture, molte coltivazioni e molti agricoltori si trovano nell’impossibilità di investire in innovazione in attrezzature da lasciare in loco e quanto altro. Un’altra lacuna, il settore faunistico venatorio di cui sembra non ci sia traccia ma va nel senso di multifunzionalità dell’azienda agricola. Un’altra osservazione riguarda l’allevamento di bassa corte che sembra non ci sia traccia vista la grande richiesta di prodotti genuini che non si trovano più. Prende la parola Emanuele Lilliu Nelle varie proposte di progetto viene esclusa completamente l’allevamento ovino che comunque interagisce con l’attività agricole in modo determinante. Prende la parola Francesco Sanna, componente del Laboratorio Per quanto riguarda il discorso vitivinicolo, i dati dimostrano che la realtà vitivinicola del territorio del Medio Campidano è inesistente. È vero che vi è un bando dell’Assessorato all’Agricoltura indirizzato ad aziende che hanno già quell’indirizzo colturale quindi ci sono poche possibilità di accedere al bando. Esistono produzioni di nicchia come la malvasia ma non possiamo parlare di realtà vere e proprie. Per il discorso ovino, volutamente l’abbiamo scartato perché la regione su questo comparto sta riponendo una particolare attenzione sui problemi in questione. Prende la parola Stefano Mameli Per lo zafferano l’idea è quella di promuovere un centro che si occuperà anche della commercializzazione considerando che esisterà sicuramente il consorzio che dovrà occuparsi anche degli aspetti legati alla commercializzazione. Prende la parola Salvatore Orlando Per il riordino fondiario, abbiamo organizzato delle misure ma sono rivolte alle imprese, questa richiesta credo si possa verificare con gli Assessorati. Poi mi pare interessante la proposta sul trasporto a domanda che faceva il sindaco di Turri, un trasporto per tutte le fasce deboli, noi pensavamo di incentivare le persone disoccupate all’acquisto di macchine che potrebbero compiere questa funzione. Per la sicurezza nelle campagne esiste un approccio regionale attraverso la misura del POR 6.5, abbiamo avviato un canale per la sicurezza e la legalità e poi partiranno una serie di bandi sulla base dell’analisi del territorio. Stiamo preponendo un piano per la legalità e la sicurezza. 4.5. Descrizione della quarta ipotesi di progetto “Sistema Provincia – Politiche e strumenti per lo sviluppo sostenibile “ Prende la parola Stefano Mameli: Il progetto quarto, che con il senno di poi avremmo fatto meglio ad inserire per primo, così avremmo evitato qualche intervento, mira a valorizzare gli aspetti che la nuova provincia porta con sè. Abbiamo pensato che è vero che ci sono delle sub aree omogenee per tradizione, per storia ed economia. Abbiamo visto che con la nascita della nuova provincia si possono attuare una serie di nuovi interventi che soltanto a scala provinciale possono raggiungere quella massa critica che effettivamente può portare ad uno sviluppo sociale ed economico dell’area. Questo è un processo che racchiude al suo interno gli aspetti della sostenibilità ambientale, comprendendo quella parte delle energie alternative, tutta quella parte relativa all’inclusione sociale ed i servizi alla persona ed anche una parte legata a quell’ossatura di tipo agricolo industriale che abbiamo evidenziato in tutti i progetti e comunque anche quello che riguarda le imprese. Abbiamo individuato otto obiettivi specifici. Il primo mira all’innovazione amministrativa e mira ad attuare azioni verso le pubbliche amministrazioni, verso la componente tecnica e politica, per migliorare le competenze all’interno degli enti locali per uno sviluppo sostenibile del territorio. Abbiamo inserito tutto un discorso legato alle reti in particolare una proposta di fare un agenzia a carattere provinciale. Vi potrebbe essere l’ipotesi di fare una sintesi a livello provinciale proprio per attuare un percorso di sviluppo sostenibile del territorio. Un'altra cosa che proponiamo nell’ottica di una provincia verde e quella di iniziare un percorso di acquisti verdi. Bisogna fare in modo che nel momento degli acquisti si tenga in considerazione gli aspetti ambientali e locali. Fare in modo che in tutte le scelte si considerino i prodotti con impronta ambientale. Lavorare verso le certificazioni, lavorare sulla formazione e sulla VAS. Il secondo obiettivo specifico è quello relativo all’accessibilità ed alla mobilità, accessibilità fisica ma anche virtuale, ci riferiamo al problema della banda larga che in alcuni comuni non è ancora arrivata. Abbiamo preso in considerazione il problema viario, è vero che abbiamo un’asse, la 131 che attraversa la Provincia. Però abbiamo una carenza di comunicazione tra i comuni interni e quelli costieri e questo è un grosso handicap del territorio che bisogna risolvere anche per il comparto turistico. Noi abbiamo proposto come intervento (essendo strade di competenza statale) azioni di tipo organizzativo e pubblico. Un intervento che collega la Marmilla con la costa dell’Arburese. Abbiamo proposto il potenziamento delle infrastrutture telematiche. Poi abbiamo previsto come stava dicendo il sindaco di Turri di incentivare il trasporto intercomunale. Favorire la mobilità all’interno del territorio sia verso l’interno che verso l’esterno. Il terzo obiettivo specifico, sempre in linea con l’idea dello sviluppo sostenibile, è quello che mira a potenziare l’utilizzo delle energie alternative del territorio. Sicuramente c’è la possibilità di incentivare l’energia legata al fotovoltaico, soprattutto per quanto riguarda il mondo industriale e agricolo e per l’uso civico. Però soprattutto in alcune parti del territorio ci sono problemi di elettrificazione rurale oltre al fatto che la solita elettrificazione elettrica che è molto costosa e difficile da realizzare nei territori, si può pensare di incentivare l’utilizzo delle energie alternative sia nelle zone rurali che in quelle industriali. Il quarto obiettivo specifico riguarda gli aspetti del territorio in senso ambientale, lavorando molto sulla rete ecologica anche se sappiamo che c’e il bando sulla 1.5 a cui la provincia sta partecipando insieme agli enti locali. È importante valorizzare tutte le risorse ambientali di pregio di tutto il territorio, dalla Giara di Gesturi, alle Dune di Piscinas. Anche in questo caso incentivare lo studio, la ricerca, la realizzazione di opuscoli in diverse lingue per conoscere il territorio, lavorare per l’istituzione di nuove zone di protezione speciale. Il quinto obiettivo specifico è un obiettivo molto forte e riguarda tutti gli interventi relativi ai servizi alla persona ed alla inclusione sociale. Noi abbiamo realizzato insieme alla provincia un focus di approfondimento sui servizi alla persona proprio per la poca partecipazione al forum territoriale di Villanovaforru per capire quali erano le esigenze del comparto, c’e stata una buona partecipazione e ci sono state diverse idee interessanti legate all’integrazione dei servizi socio sanitari legati all’imprenditoria sociale, lavorare molto sulle pubbliche amministrazioni che si occupano dei servizi sociali ma anche su tutti gli operatori delle impresa e delle cooperative che lavorano per i servizi sociali. Abbiamo pensato di incentivare strutture che offrono servizi oggi carenti come gli asili, ecc... Per esempio, nella Marmilla vi sono delle carenze maggiori. Una proposta condivisa durante il forum è quella di creare un osservatorio permanente dei bisogni, cioè una sorta di antenna del territorio magari coordinata dalla provincia che prova a capire quali sono i problemi di rilevanza sociale e che magari lo vada a capire anche prima che si manifestino i certi problemi. Poi abbiamo previsto anche un’azione di promozione del territorio, nel momento in cui ci si affaccia per promuovere i suoi beni bisogna farlo in modo congiunto, questo naturalmente integrandoci con l’STL, noi abbiamo chiamato paniere provinciale del Medio Campidano (poi nomi saranno studiati meglio dall’STL). L’idea è quella di promuovere il territorio attraverso un paniere fisico e che anche nel suo contenitore racconti il territorio, facciamo sempre un esempio classico del vaso in ceramica di Pabillonis che contiene dentro un vasetto di zafferano ed un coltello di Arbus o di Guspini. Un cestino di questo tipo si può vendere nei punti in cui è maggiore il flusso, l’importante è che si abbia il minimo comune denominatore della qualità e rintracciabilità dei prodotti. Abbiamo previsto delle azioni in modo tale da organizzare le visite ed il soggiorno dei turisti, cercare di promuovere insieme anche on line per esempio la prenotazione e l’informazione e l’acquisto di tutti i pacchetti e di servizi a livello turistico in modo congiunto mettendo insieme tutte le risorse del territorio. Il settimo obiettivo riguarda il potenziamento delle competitività delle imprese. Nella prima parte del Rapporto d’Area siamo andati a vedere quali erano le specialità delle imprese. Abbiamo diverse imprese di eccellenza che lavorano anche fuori dalla Sardegna ma nessuna fa da traino, abbiamo evidenziato la necessità di fornire dei servizi alle piccole e medie imprese che ne hanno bisogno ma non abbiamo rilevato un settore predominiate rispetto ad un altro. Abbiamo proposto la nascita dei laboratori di transizione che stanno dando dei risultati. Abbiamo previsto tutta la parte relativa alla formazione che manca all’impresa sia nella comunicazione che nei sistemi di qualità. Abbiamo previsto diversi incentivi ai privati legati al marketing ed anche per l’innovazione e l’esternalizzazione dell’impresa. Perché effettivamente ci sono delle imprese di un certo rilievo che possono puntare su questo mercato. Il nostro approccio non ha evidenziato qualche tematica relativa all’industria perché abbiamo ritenuto che alcune tematiche relative all’industria vadano discusse a livello regionale ad ogni modo si può inserire un intervento a livello provinciale su questo settore. L’ultimo obiettivo è legato alla spina dorsale di tutte le ipotesi di progetti da noi presentati. Si tratta delle condizioni infrastrutturali e strutturali del sistema agroalimentare provinciale. Dal punto di vista delle azioni pubbliche noi facciamo una proposta che è stata già accolta dal Presidente, ovvero quella di creare un agenzia regionale per la sicurezza alimentare, questo perché nel territorio è presente il settore agroalimentare e la posizione geografica è favorevole. Secondo noi la Provincia del Medio Campidano ha tutte le carte giuste per sviluppare un’agenzia di questo tipo ed inoltre può essere da volano anche per le attività di ricerca. Bisogna lavorare molto per l’elettrificazione rurale e per quelle porzioni di territorio che hanno problemi idrici ed infine lavorare sul potenziamento delle infrastrutture rurali che è maggiormente sentito in Marmilla. 4.5.1. Sintesi della discussione Prende la parola Gianni Lussu: Per quanto riguarda le zone protette, nel nostro territorio abbiamo sei SIC ed una zona ZPS, ci siamo già attivati per fare un piano di gestione in vista del bando sulla misura 1.5, ma ho visto che un obiettivo specifico presenta una serie di interventi relativi alle zone SIC e ZPS. Avete previsto risorse aggiuntive rispetto a quelle previste dal bando della 1.5? Prende la parola Sergio Concas: La mia preoccupazione è che venga affrontato come settore residuo il settore industriale. Inoltre la presenza che abbiamo è suscettibile di partecipazione, soprattutto se teniamo conto che l’area industriale di Villacidro è l’area più incontaminata e diversa da quella di Porto Torres, che ha problemi con il continente ecc. Quindi deve essere presentata e promossa come area appetibile, se pensiamo che per un certo periodo l’area industriale di Villacidro è quella che offriva più di tutte le altre, assistenza e strutture. Il territorio, anche per la sua posizione, diventa attraente, si tratta di puntualizzare queste cose. Prende la parola Rinaldo Mereu: Abbiamo detto di puntare sul territorio nell’ambito di un distretto produttivo che avesse delle caratteristiche progettuali, abbiamo previsto un sistema di rete, anche per governare al meglio la zona di interesse industriale. In quest’ambito la lettura del progetto mi pare chiara perchè punta alla programmazione in modo appurato delle zone del territorio provinciale che sono interessate da questo sviluppo garantendo servizi per la nascita di nuove imprese in forma di incubatori. Ecco questo è il primo aspetto fondamentale. L’altro elemento riguarda l’azione di marketing territoriale, anche qui è necessario valorizzare un aspetto fondamentale che è quello della creazione di reti e la realizzazione di elementi e strumenti manageriali e qui proporrei un agenzia provinciale che sappia coniugare tutti gli interessi reali presenti e canalizzarli ad una reale sinergia di interazione dell’offerta che è molteplice e che va dall’agricoltura al turismo ed alle altre situazioni di fondo. Prende la parola Velio Ortu: Il problema è quello di capire che sviluppo possono avere le attività legate all’estrazione mineraria, nessuno pensa alla chimica o alla grande industria, bisognerebbe guardar dentro per capire in quale misura può essere salvaguardata anche all’interno di un processo di sviluppo. Per esempio a San Gavino esiste un’attività di trasformazione per quanto riguarda l’estrazione metallurgica e mineralogica, nessuno mette in discussione che in questo territorio esiste un polo agroalimentare e che ha un grande valore al quale dobbiamo guardare però c’è anche un insieme di cose, ad esempio il polo ceramico, con tutti i problemi legati all’energia. Su questo tema bisognerebbe approfondire coinvolgendo anche chi rappresenta questi settori, quindi io farei un ulteriore intervento di approfondimento. Non so se avete avuto modo di vedere il dossier di Confindustria. Noi abbiamo in questo territorio una discarica che è un ancora di salvataggio per tutto compresa la zona di Cagliari ed oggi i rifiuti non sono solo rifiuti ma sono risorse, non c’è un attività che in qualche modo riguardi la trasformazione e che comporti in qualche modo una ricaduta positiva dall’utilizzo di queste risorse, non si tratta di fare delle cose complicate. Abbiamo un grande patrimonio legato al settore industriale che deve essere tenuto in considerazione. Si tratta di vedere se ci può essere un approfondimento su questo tema. Prende la parola Salvatore Orlando: Sulle ZPS e sulle aree SIC abbiamo un bando quello relativo alla misura 1.5, abbiamo messo a bando tutto e vogliamo usare una parte delle risorse per dare incentivi alle imprese. In una delibera CIPE viene indicato come la Regione intende utilizzare le risorse, attiveremo un APQ sviluppo locale dove una parte delle risorse sono destinate a finanziare gli interventi previste dai piani di gestione. L’unico vincolo è che nell’APQ non sono previsti incentivi alle imprese come invece nella 1.5. Il problema è che vi devono essere i piani di gestione perché senò non possono spendere le risorse finanziarie. Oggi è venuto fuori tutto un problema legato all’accessibilità del territorio soprattutto dei trasporti, questa è un altro problema che è di valenza regionale. Abbiamo un APQ mobilità. La Progettazione Integrata serve per dare un input a livello regionale. Anche oggi è venuto fuori la coerenza dell’STL con la Progettazione Integrata ed aggiungo un altro vincolo, stiamo sviluppando un altro piano per lo sviluppo sostenibile che è fondamentale. C’è un gruppo di lavoro di livello internazionale che sta lavorando su questo ed ha già fatto molto lavoro che dovrà essere coerente con il Sistema Turistico Locale. Poi abbiamo un altro strumento le guide Master and Back, questa è una grande opportunità per i comuni, le imprese locali e la Provincia e su questo vogliamo fare in collaborazione con il laboratorio, un incontro in ogni provincia, per suggerire come gli enti locali possono utilizzare lo strumento. Per quanto riguarda le risorse finanziare da destinare, alla fine dei tavoli pensiamo di sapere quante saranno le risorse a disposizione. Convocando i tavoli regionali decidiamo su risorse, priorità, strategie e tematiche. Poi andranno avanti col partenariato di progetto, perché sarebbe interessante per ogni progetto capire per ogni linea d’intervento quante risorse servono. 4.6. Conclusioni Prende la parola Fulvio Tocco: Concludiamo questo incontro in modo positivo per il buon lavoro svolto e per il contributo dato dalle amministrazioni comunali e gli imprenditori, tenendo conto che è stato un lavoro molto laborioso e particolareggiato e tenendo conto che è stato uno dei lavori più partecipati che abbiamo avuto nella storia della nostra Provincia. Credo che questo sia un fatto da dover condividere e valutare. Noi diciamo che il lavoro che è stato svolto va oltre l’utilità che è prevista con i POR e con i finanziamenti CIPE. Questo deve essere un dato di partenza anche per redigere un piano di sviluppo strategico del territorio del Medio Campidano e questo non è pensato per andare in conflitto con la strategia politica del piano regionale ma per caratterizzare alcune questioni che riguardano il nostro territorio. Quindi come abbiamo potuto capire dalle esposizione e dai vostri interventi, pur essendo stati i componenti del laboratorio molto abili nell’esplicitare le funzioni specifiche nell’ambito del contenitore che loro potevano utilizzare, hanno tentato di argomentare in modo cosi largo gli obiettivi specifici e questo è una cosa importante. Le cose che sono emerse al di là del lavoro svolto, noi lo dobbiamo prendere in considerazione per le linee strategiche, in generale mi riferisco alla problematica relativa all’industria ed all’artigianato. Perché in effetti non caratterizzano l’attrazione delle risorse nello scenario comunitario che sono importanti soprattutto nell’ambito delle politiche rurali e che anche altre volte dal punto di vista delle terminologie vengono trascurate, sono sicuro che quando andremo a sviluppare documenti successivi a questo, come vedete utilizzo il termine successivo a questo perché è un documento che consideriamo quando andremo a valutare il piano strategico dello sviluppo e quindi da qui partiamo e terremmo in debita considerazione le questioni che avete posto per fare in modo che nel breve periodo potremo avere anche nella provincia del Medio Campidano molti di quelli elementi che possono essere caratteristici della politica regionale. Ve ne dico uno e vale per tutti: quando partecipiamo al Tavolo Regionale alcune questioni che oggi sono in discussione sono partite proprio da qui, dalla nostra Provincia. L’ing. Orlando è testimone, noi abbiamo detto che vorremmo essere quella provincia del Medio Campidano che vuole sperimentare l’implementazione delle politiche dello sviluppo rurale, soprattutto sul ruolo della multifunzionalità dell’impresa agricola, dove vorremmo vedere questa impresa agricola oggi sofferente e soprattutto su comparti che tendono ad annullare il reddito di un azienda familiare e di poter utilizzare quell’impresa in collaborazione con gli enti locali e Provincia per poter vedere se è possibile attirare risorse anche se mirate ed a termine, per vedere come è implementabile questo tipo di azienda. Aggiungo che la Regione Sarda dovrebbe elaborare qualcosa di indicativo su questa questione e se possibile non ci dispiacerebbe utilizzarci dal punto di vista implementativo come Provincia sperimentale. Perché sarebbe un qualcosa di importante sullo scenario regionale. Credo che il lavoro fatto sia di grande utilità, ognuno di noi ha sette giorni di tempo per fare osservazioni per via telematica. Per la questione dell’industrie, io credo che al di là della canalizzazione specifica, gli interventi di oggi fanno in modo che non dimenticheremo il settore anche per i futuri sviluppi. Vi ringrazio della partecipazione ed alle prossime occasioni. 5. Impegni assunti Per tutti i punti dell’ordine del giorno, il Tavolo approva all’unanimità e si riserva di inviare al laboratorio entro sette giorni, eventuali osservazioni e proposte di integrazione al Rapporto d’Area. 6. Lista di distribuzione Provincia del Medio Campidano XVIII Comunità Montana del Monte Linas XXV Comunità Montana “Sa Jara” GAL Monte Linas GAL Interprovinciale delle Marmille - Sarcidano - Arci Grighine Comune di Arbus Comune di Barumini Comune di Collinas Comune di Furtei Comune di Generi Comune di Gesturi Comune di Gonnosfanadiga Comune di Guspini Comune di Las Plassas Comune di Lunamatrona Comune di Pabillonis Comune di Pauli Arborei Comune di Samassi Comune di San Gavino Monreale Comune di Sanluri Comune di Sardara Comune di Segariu Comune di Serramanna Comune di Serrenti Comune di Setzu Comune di Siddi Comune di Tuili Comune di Turri Comune di Villacidro Comune di Villamar Comune di Villanovaforru Comune di Villanovafranca Confindustria API Sarda Confesercenti Confcooperative Confcommercio Ascom Confartigianato Confagricoltura Coldiretti Lega Coop Medio Campidano CNA CGIL CISL UIL UGL