Corso di
Filosofia della scienza
a.a.
2010/2011 (I° semestre)
Il "gioco della scienza" nella
riflessione di Karl Popper e nel
dibattito epistemologico
contemporaneo
Prof. Luciano Dottarelli
Modulo II
Il falsificazionismo di
Popper
 Il criterio di falsificabilità
 Dal falsificazionismo ingenuo a quello
metodologico
 La teoria della corroborazione
 La crescita della conoscenza: problemiteorie-critiche
Il criterio di falsificabilità
 La proposta per un accordo o convenzione per
demarcare la scienza empirica dalla non scienza:il
criterio di falsificabilità
 «Ammetterò certamente come empirico o scientifico
soltanto un sistema che possa essere controllato
dall'esperienza. Queste considerazioni suggeriscono che,
come criterio di demarcazione, non si deve prendere la
verificabilità, ma la falsificabilità di un sistema. In altre
parole: da un sistema scientifico non esigerò che sia
capace di essere scelto, in senso positivo, una volta per
tutte; ma esigerò che la sua forma logica sia tale che
possa essere messo in evidenza, per mezzo di controlli
empirici, in senso negativo: un sistema empirico deve
poter essere confutato dall'esperienza»
 La psicoanalisi, la concezione marxista della storia e il
confronto con la teoria della relatività di Einstein
Falsificabilità, contenuto
empirico e probabilità logica
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

«Una teoria si dice "empirica" o "falsificabile" quando divide in
modo non ambiguo la classe di tutte le possibili asserzioni-base in
due sottoclassi non vuote. Primo, la classe di tutte quelle
asserzioni-base con le quali è contraddittoria (o che esclude o
vieta): chiamiamo questa classe la classe dei falsificatori potenziali
della teoria; secondo, la classe delle asserzioni-base che essa non
contraddice (o che "permette"). Possiamo formulare più
brevemente questa definizione dicendo: una teoria è falsificabile
se la classe dei suoi falsificatori potenziali non è vuota»
«L'asserzione meglio controllabile, cioè, l'asserzione che ha il più
alto grado di falsificabilità, è logicamente meno probabile, mentre
l'asserzione meno bene controllabile è logicamente più probabile»
Così, ad esempio, le tautologie, che hanno probabilità logica 1
(sono logicamente vere), hanno grado di falsificabilità e contenuto
empirico 0; mentre le autocontraddizioni hanno probabilità logica 0
(sono logicamente false) e grado di falsificabilità e contenuto
empirico 1, in quanto la loro classe di falsificatori potenziali
comprende tutte le asserzioni-base logicamente possibili
Nell'intervallo limitato da questi due estremi cadono tutte le
asserzioni empiriche
Un primo criterio di
accettabilità delle teorie
 «Lo scienziato è interessato soprattutto a teorie con
un elevato contenuto. Egli non si interessa di banalità
altamente probabili, ma di ipotesi audaci e
severamente controllabili»
 In base a questo criterio risultano preferibili le teorie
che hanno maggiore contenuto empirico e dunque
minore probabilità logica
 «Solo una teoria che abbia un alto grado di
controllabilità, o sia altamente improbabile, è degna di
essere messa alla prova»
 Le teorie, poi, sono non solo potenzialmente, ma di
fatto soddisfacenti, se superano controlli severi.
Questo secondo tipo di accettabilità non riguarda più
la loro forma logica, bensì la loro capacità di
sopravvivere allo scontro con l'esperienza
L’asimmetria logica
tra verificabilità e falsificabilità
 La proposta di Popper si basa su una asimmetria
logica tra verificabilità e falsificabilità. Infatti, se
un insieme di asserzioni singolari vere non può mai
verificare formalmente un'asserzione universale (il
“problema di Hume”), questa può però essere
falsificata da un'asserzione singolare vera che la
contraddice. La seconda procedura, strutturata
secondo il modus tollens della logica classica, è afferma Popper - «il solo tipo di inferenza
strettamente deduttiva che procede, per così dire,
nella "direzione induttiva"; cioè da asserzioni
singolari ad asserzioni universali»
[Modus ponens e Modus tollens
nella logica deduttiva]
 Modus ponens: la regola d’inferenza che conclude
dalla verità dell’antecedente alla verità del
conseguente:
. Se p allora q
.p
. allora q
 Modus tollens: la regola d’inferenza che conclude dalla
falsità del conseguente alla falsità dell’antecedente:
. Se p allora q
. non q
. allora non p
Falsificazionismo ingenuo e
falsificazionismo metodologico
 Dalla logica alle situazioni reali: le difficoltà del
“falsificazionismo dogmatico”(Lakatos)
 Consapevolezza di Popper: «Di fatto non si potrà mai
produrre nessuna prova conclusiva della falsità di una
teoria... Se si insiste sulla prova rigorosa (o sulla
rigorosa confutazione [disproof]), nelle scienze empiriche
non si trarranno mai benefici dall'esperienza»
 Se le regole della logica stabiliscono quando una teoria è
controllabile e forniscono uno schema per la
falsificazione, tuttavia per rendere applicabile alle
situazioni reali il criterio di demarcazione occorre un
«supplemento metodologico»
 Le regole metodologiche che Popper propone sono delle
convenzioni. Esse governano «il gioco della scienza
empirica» e differiscono dalle regole della logica pura
«quasi quanto ne differiscono le regole degli scacchi»
Il gioco della scienza
 Una metodologia normativa: perché in fondo «tutta
quanta la scienza potrebbe sbagliare»
 «Noi dovremmo tentare di trovare che cosa essi [gli
scienziati] "dovrebbero" fare. Questo "dovrebbero" non è
una questione di etica (benché ci rientri anche l'etica),
ma piuttosto il "dovrebbero" di un imperativo
ipotetico. La questione è "come dovremmo procedere
se desideriamo contribuire alla crescita della conoscenza
scientifica?"»
 La norma suprema: «E' la regola secondo cui le altre
regole del procedimento scientifico devono essere
progettate in modo tale da non proteggere dalla
falsificazione nessuna asserzione della scienza»
 Le regole per contrastare gli “stratagemmi
convenzionalistici” (introduzione di ipotesi ad hoc e
interpretazione delle teorie come definizioni implicite)
Il problema
della base empirica
 Il problema più grave, che si era già presentato a
Neurath, è però quello delle asserzioni-base
 La trascendenza inerente ad ogni descrizione:
«Ogni descrizione fa uso di nomi (o di simboli, o di
idee) universali; ogni asserzione ha il carattere di
una teoria, di un'ipotesi. L'asserzione "questo è un
bicchiere d'acqua" non può essere verificata da
nessuna esperienza basata sull'osservazione»
 «Abbiamo bisogno di un insieme di regole che
limitino la possibilità di "cancellare" (o se no di
"accettare") arbitrariamente un enunciato
protocollare. Neurath non è in grado di fornirci
nessuna regola di questo genere e così, senza
accorgersene, butta l'empirismo dalla finestra»
Un convenzionalismo
metodologico
 La ricerca di una mediazione tra convenzionalismo
ed empirismo
 La decisione convenzionale «entra nella nostra
accettazione delle asserzioni singolari, cioè delle
asserzioni-base»
 le asserzioni-base non sono pure convenzioni
(convenzionalismo epistemologico), ma enunciati
empirici
 Ogni asserzione-base può essere controllata e
questa procedura potrebbe andare avanti
all'infinito. L'elemento convenzionale consiste nel
decidere di arrestarci «ad asserzioni sulla cui
accettazione o sul cui rifiuto i vari ricercatori
possono mettersi facilmente d'accordo»
La scienza su palafitte
 «Dunque la base empirica della scienza oggettiva
non ha in sé nulla di "assoluto". La scienza non
posa su un solido strato di roccia. L'ardita struttura
delle sue teorie si eleva, per così dire, su una
palude. E' come un edificio costruito su palafitte. Le
palafitte vengono conficcate dall'alto, giù nella
palude: ma non in una base naturale o "data". E il
fatto che desistiamo dai nostri tentativi di
conficcare più a fondo le palafitte non significa
che abbiamo trovato un terreno solido.
Semplicemente, ci fermiamo quando siamo
soddisfatti o riteniamo che almeno per il momento i
sostegni siano abbastanza stabili da sorreggere la
struttura»
Il metodo per congetture e
confutazioni
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Il funzionamento dell'intera costruzione metodologica riposa
sul convincimento che, in fondo, nella pratica della ricerca
scientifica, un accordo unanime sulle asserzioni base sia
sempre raggiungibile
L'accordo sulle asserzioni-base permette di utilizzare lo schema
falsificazionistico
Una teoria deve essere considerata “falsificata” quando risulta
contraddetta da asserzioni-base. Benché le teorie così
“falsificate” non siano definitivamente provate false
(“refutate”), tuttavia esse dovranno essere ugualmente
eliminate
«In generale consideriamo definitiva una falsificazione
controllabile intersoggettivamente (purché sia ben controllata):
proprio in questo modo si fa sentire l'asimmetria tra
verificazione e falsificazione»
Le teorie falsificate devono dunque essere scartate senza
troppo tergiversare e in ciò consiste quell'atteggiamento critico
che si raccomanda all'uomo di scienza
La teoria
della corroborazione
 Con la teoria della corroborazione viene affrontata la
questione della valutazione delle teorie scientifiche che
hanno resistito ai tentativi di confutazione (l’accettabilità
a posteriori, in base ai risultati dei controlli empirici)
 Inammissibilità della risposta giustificazionistica
(secondo cui scegliamo la teoria verificata)
 Il risultato della critica di Popper si può compendiare in
una regola:
«Il gioco della scienza è, in linea di principio, senza fine.
Chi, un bel giorno, decide che le asserzioni scientifiche
non hanno più bisogno di nessun controllo e si possono
ritenere verificate definitivamente, si ritira dal gioco»
 Ciò che le regole permettono è soltanto una accettazione
provvisoria delle nostre teorie in base al fatto che esse,
pur non essendo verificate, hanno provato il proprio
valore; ossia, sono state corroborate da asserzionibase accettate
Corroborazione e probabilità
delle teorie scientifiche
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L'apprezzamento della corroborazione, secondo Popper, può
evitare gli inconvenienti della logica induttiva, in quanto non
pretende di stabilire la credibilità od affidabilità delle teorie
nel futuro, ma si limita a fornire “un resoconto valutativo di
prove passate”
Questo tipo di valutazione ha carattere analitico: essa non
va oltre i casi conosciuti, ma comporta “un indice
temporale”. Si può parlare “esclusivamente del grado di
corroborazione di una teoria in una determinata fase della
discussione critica”
La corroborazione va comunque distinta dalla nozione di
“probabilità di una teoria” anche per via dell'importanza
attribuita alla qualità delle prove
Il grado di corroborazione di una teoria non è tanto
determinato dal numero dei casi corroboranti, quanto
piuttosto dalla severità dei controlli cui è sopravvissuta
Valutazione corroborativa e
preferenza razionale tra teorie
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La valutazione corroborativa fornisce unicamente un resoconto
sullo stato della discussione critica di una teoria fino a un dato
tempo, mentre nulla afferma riguardo alla sua affidabilità o al suo
comportamento rispetto a prove future
La corroborazione non è un valore di verità e, indipendentemente
dalle nostre speranze, è sempre possibile che nel futuro il corso
della natura si svolga in accordo con le teorie finora falsificate,
piuttosto che con quelle corroborate
“Accettare provvisoriamente la teoria finora meglio corroborata” è
dunque solo un'ulteriore regola del gioco della scienza
Tale regola non è che la traduzione metodologica del “principio di
uniformità della natura” ed esprime in maniera forse più adeguata
“la fede metafisica nell'esistenza di regolarità nel nostro mondo” fede che Popper condivide e “senza la quale l'azione pratica è
inconcepibile”
Lakatos: «non c‘è niente nella Logik der Forschung da cui il più
radicale degli scettici potrebbe dissentire»
Dalla “logica della scienza” alla
psicologia della conoscenza
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Un principio euristico di transizione: «dal momento che...
non vi è nulla di simile all'induzione per ripetizione in logica
… non vi può essere nulla di simile in psicologia o nel
metodo scientifico o nella storia della scienza»
Hume non aveva contestato la teoria psicologica
dell’induzione: ripetizione ➜ abitudine ➜ credenza
Per Popper questa “rozza” dottrina psicologica è
insostenibile per ragioni puramente logiche: i casi ripetuti
non possono mai essere completamente identici, bensì
soltanto simili sotto qualche aspetto
«Dunque si tratta di ripetizioni soltanto da un certo punto di
vista. Ciò che è per me una ripetizione, può non apparire
tale ad un ragno. Ma ciò significa che, per ragioni logiche,
deve esserci sempre un punto di vista - un sistema di
aspettazioni, assunzioni o interessi - prima che possa darsi
una qualsiasi ripetizione; e questo punto di vista, di
conseguenza, non può essere il risultato della ripetizione»
La critica della teoria
psicologica del’induzione
 La teoria psicologica humeana va rovesciata: ««Invece di
spiegare la nostra propensione ad aspettarci delle
regolarità come conseguenza della ripetizione, "si deve
piuttosto" spiegare la ripetizione-per-noi come risultato
della nostra propensione ad aspettarci delle regolarità e
a ricercarle»
 Il fatto di imporre delle regolarità al nostro ambiente è,
secondo Popper, un'attitudine chiaramente innata. In
questo la replica di Kant a Hume colse quasi nel segno
 Senonché, nella sua soluzione del “problema di Hume”,
Kant fu troppo ottimista: infatti le regolarità che noi
cerchiamo di imporre alla natura “sono psicologicamente
a priori, ma non c‘è la minima ragione di assumere che
siano valide a priori”
Contro l’osservativismo
 La critica della “teoria della mente come recipiente”,
propria del senso comune e dell'empirismo ingenuo
 Bacone e l’osservativismo
 La richiesta di un'osservazione assolutamente pura ed
esente da “pregiudizi” non può mai essere soddisfatta.
«Il processo interpretativo è almeno in parte fisiologico»
 «La struttura e il funzionamento dei nostri stessi occhi ed
orecchi sono il risultato di un procedimento per prova ed
errore, ed essi incorporano, nella propria anatomia e
fisiologia, delle aspettazioni (e dunque delle teorie o
qualcosa di analogo ad esse); e lo stesso vale per il
sistema nervoso. Non esiste dunque nulla che possa dirsi
un dato sensibile, nulla che sia "dato" e non interpretato,
e che costituisca la materia prima dell'interpretazione in
cui consiste la percezione; tutto è interpretato e
selezionato in una fase o nell'altra dai nostri stessi sensi»
La mente come faro
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In ogni caso l’approccio dell’osservativismo è assurdo. «Una
scienza esige punti di vista e problemi teorici». Essa non sa
che farsene di osservazioni raccolte casualmente, ma richiede,
al fine di dirimere genuine questioni teoriche, soltanto
osservazioni “rilevanti”
E’ sempre un problema teorico ad illuminare e guidare ogni
nostra esperienza. Un problema nasce quando qualche nostra
aspettativa, determinata da una teoria su cui facevamo
affidamento, risulta delusa da qualche accadimento
La “teoria della mente come faro”: la crescita della
conoscenza non consiste nel graduale riempimento del
recipiente per mezzo di un accumulo di nuove osservazioni;
piuttosto può essere inteso come un potenziamento della
luminosità del faro, mediante la continua eliminazione delle
teorie scientifiche e la loro sostituzione con altre migliori che ci
permettono di gettare lo sguardo oltre la linea cui
precedentemente dovevamo arrestarci
Problemi ➜ teorie ➜ critiche
 «Tutta la mia concezione del metodo scientifico
si può riassumere dicendo che esso consiste in
questi tre passi:
1. inciampiamo in qualche problema;
2. tentiamo di risolverlo, ad esempio
proponendo qualche nuova teoria;
3. impariamo dai nostri sbagli, specialmente da
quelli che ci sono resi presenti dalla discussione
critica dei nostri tentativi di risoluzione.
O, per dirla con tre parole: problemi-teoriecritiche»
Apprendimento
per tentativi ed errori
 L'apprendimento consiste dunque essenzialmente
nell'eliminazione degli errori di cui era intessuta la
nostra precedente conoscenza e, in ultima istanza, nella
modificazione o nel rigetto di quelle propensioni ed
aspettative che costituiscono la nostra conoscenza innata
 Quanto si è detto per il processo psicologico di
apprendimento dell'uomo può essere esteso a tutte le
forme di vita (Popper si richiama spesso agli studi di
etologia di Konrad Lorenz e alla sua teoria
dell'imprinting)
 «Dall'ameba ad Einstein c‘è soltanto un passo»
 La differenza fondamentale è nell’atteggiamento critico,
nella disponibilità a lasciar cadere le teorie quando si
dimostrino inadeguate
 Atteggiamento critico, tradizione filosofica greca (origini
nella scuola ionica) e società aperta
La valenza dello schema per
congetture e confutazioni
 Lo schema per congetture e confutazioni è:
1)una proposta metodologica
ma anche
2)una descrizione di come la conoscenza si sviluppa
realmente
a) una teoria psicologica e biologica sul processo di
apprendimento dell’uomo e di tutti gli organismi
viventi
b) uno schema descrittivo dell’accrescersi storico
della conoscenza scientifica (un miglioramento della
dialettica, ritenuta legittima solo come “teoria
descrittiva di particolari sviluppi tipici”)
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Il falsificazionismo di K.Popper