Plauto e la comicità Prof. R. Scalia Alunne: Ciaorella Clelia Arnò Enrica Classe IA – A.S. 2010/2011 Le commedie plautine sono 21 e per comodità didattica si possono suddividere in sei gruppi, come suggerito da Della Corte: Commedie della beffa ● commedie del romanzesco ● commedie dell'agnizione ● commedie dei simillimi ● commedie della caricatura ● commedie di tipo composito ● Commedie dei simillimi Dal latino simillimum cioè “il più simile” i temi predominanti sono lo scambio di persona, lo specchio e il doppio. Amphitruo Bacchides Menaechmi Amphitruo “Anfitrione” è una commedia in cinque atti e un prologo scritta intorno alla metà del III secolo a. C. e rappresentata nel 206 a. C. I protagonisti principali sono Anfitrione, comandante dell’esercito di Tebe, la moglie Alcmena, il servo Sosia e gli dei Giove e Mercurio. L'Amphitruo ha uno sfondo mitologico ed è un classico esempio di commedia degli equivoci, basata sulla confusione creata da personaggi divini che assumono le sembianze umane Bacchides “Le due Bacchidi” è una commedia scritta verso la metà del III secolo a. C. e ambientata ad Atene. I protagonisti sono le due gemelle omonime, Mnesiloco e suo padre Nicobulo, il soldato Cleomaco, l'amico Pistoclero e il padre Filosseno, il servo Crisalo, il pedagogo di Lido. In Plauto l'espressione bacchae bacchanti indica un personaggio femminile in preda al delirio. Il nome delle meretrici si può accostare ai riti orgiastici dei Baccanali molto praticati a Roma al tempo del poeta. I culti bacchici avevano raggiunto una straordinaria partecipazione a Roma, tanto da diventare qualcosa molto più simile ad un'orgia che ad un rito religioso, per questo motivo il senato le proibirà nel 186 a.C. Menaechmi Menecmi è una commedia scritta verso la metà del III secolo a. C. ambientata a Epidamno, odierna Durazzo (Albania). Il nome deriva da quello dei due personaggi principali nonché fratelli gemelli. Ricorre il ribaltamento dei ruoli e delle gerarchie di potere: lo schiavo che umilia il padrone, le mogli tradiscono i mariti, giovani senza valori, caratteri estranei dall’esemplare mos maiorum di Roma. Plauto ama svelare la finzione scenica e realizzare una complicità con il pubblico, che diventa partecipe di un gioco a lieto fine. La comicità nelle sue mille sfaccettature e quel particolare contatto con il pubblico, che conosce tutto mentre i personaggi in palcoscenico non sanno nulla, ha creato le basi della fortuna di Plauto, rendendo la sua commedia il modello per gli sviluppi successivi del genere