UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA TESI DI LAUREA L’ALTERAZIONE DEL GUSTO NEI PAZIENTI ONCOLOGICI CHEMIOTRATTATI RELATORE: PROF.SSA GALEAZZO MARILENA CORRELATORE: INF. COORDINATORE GALTAROSSA NICOLA LAUREANDO: NARDON PIERFRANCESCO ANNO ACCADEMICO 2005-2006 INDICE PREFAZIONE Pag. 05 ABSTRAT Pag. 06 INTRODUZIONE Pag. 07 CAPITOLO 1 Pag. 09 1.1 La chemioterapia Pag. 09 1.2 Anatomia e fisiologia del gusto Pag. 10 1.3 Come viene somministrata la chemioterapia Pag. 11 1.4 Le tossicità indotte dalla chemioterapia sul cavo orale Pag. 12 1.5 Alterazione del gusto correlata ai farmaci Pag. 12 1.6 Disfunzioni delle ghiandole salivari Pag. 14 1.7 La disgeusia correlata a cancro Pag. 14 1.8 La disgeusia e l’avversione per il cibo Pag. 15 1.9 Effetti indotti dalla chemioterapia sull’area nutrizionale Pag. 17 1.10 Conseguenze dovute ad un inadeguato apporto nutrizionale Pag. 18 1.11 Strategie per gestire la disgeusia come proposto in letteratura Pag. 18 1.11.1 Valutazione del bisogno assistenziale in caso di disgeusia Pag. 18 1.11.2 Consigli utili per i pazienti in caso di disgeusia Pag. 19 1.11.3 Consigli utili per i pazienti in caso di xerostomia Pag. 20 1.11.4 Consigli utili per i pazienti in caso di disturbi dell’appetito Pag. 21 Pag. 23 CAPITOLO 2 2.1 Problema Pag. 23 2.2 Scopo dello studio Pag. 24 2.3 Questionario e scheda di raccolta dei dati Pag. 25 2.4 Caratteristiche del campione in esame Pag. 25 2.5 Affidabilità dei dati Pag. 26 1 Pag. 27 CAPITOLO 3 3.1 Analisi dei risultati Pag. 27 3.2 Limiti dello studio Pag. 28 3.3 Discussione Pag. 29 3.4 Conclusione Pag. 30 Pag. 31 CAPITOLO 4 - ALLEGATI: 4.1 4.2 Questionario sull’alterazione del gusto nei pazienti oncologici in trattamento chemioterapico Pag. 31 Grafici esemplificativi Pag. 33 4.3 Bibliografia Pag. 39 4.4 Pag. 43 Opuscolo informativo per i pazienti 2 3 4 PREFAZIONE: L’ALTERAZIONE DEL GUSTO NEI PAZIENTI ONCOLOGICI CHEMIOTRATTATI: Spesso i pazienti sottoposti a chemioterapia si trovano a dover convivere con gli effetti collaterali provocati dai trattamenti stessi. Alcuni sintomi sono provocati dai farmaci e sono valutati e gestiti in maniera efficace, mentre altri, come la disgeusia (alterazione del gusto), sono generalmente meno conosciuti, oppure vengono trascurati perché considerati sintomi minori. In questo studio analizziamo le alterazioni del gusto percepite dai pazienti sottoposti a terapia con farmaci chemioterapici, per valutare come le differenti percezioni del gusto dei cibi influiscano sulla riuscita della terapia e sulla qualità della vita. Infatti solo attraverso un corretto apporto di nutrienti siamo in grado di rispettare il timing terapeutico e ridurre l’insorgere di complicanze. L’obiettivo di questo studio è quello di sensibilizzare l’equipe terapeutica verso tale problema e di produrre delle schede informative per i pazienti contenenti informazioni che spieghino in un linguaggio semplice la disgeusia, fornendo poi dei consigli pratici che individuino le metodiche più appropriate per tollerarla, gestirne al meglio i sintomi e prevenirne le conseguenze, favorendo così una migliore riuscita della terapia. Per la raccolta dei dati ci si è avvalsi di un campione di pazienti maggiorenni con tumori solidi o ematologici in cura presso il day hospital dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV) a cui è stato sottoposto un questionario contenente 20 domande. Dai dati raccolti abbiamo accurato come la disgeusia possa comparire già dal primo ciclo terapeutico interferendo sulla buona programmazione dello stesso. Infatti se valutiamo che il 59% dei pazienti hanno variato il proprio peso da quando si sono sottoposti a chemioterapia, che il 21% ne attribuisce la causa alla disgeusia e che il 61% dichiara che la disgeusia influenza il suo appetito facendoli mangiare di meno, dobbiamo iniziare a considerare la disgeusia un problema rilevante in grado di alterare la qualità di vita dei pazienti e il buon esito terapeutico. 5 ABSTRACT: THE TASTE CHANGE THE PATIENTS WITH CANCER RECEIVING CHEMOTHERAPY: People receiving chemotherapy often experience adverse treatment related side effects. Some treatment related symptoms are valuated and managed in an effective manner, but the taste alteration appears to be an under recognized and under studied topic. The aim of this study is to analise and describe the frequency and intensity of the change of taste in people receiving cancer chemotherapy, in order to evaluate the influence that this has on the therapy success and the quality of life. Nevertheless, only through the right nourishing contribution we are able to respect the therapeutic timing and reduce the symptoms of the side effects. The aim of this study is to make the therapeutic team aware of the problem and to produce some informative cards explaining the change alteration in a very simple way. This will eventually help to give practical advises in order to identify the most appropriate methods to tolerate the problem, manage the symptoms and prevent the side effects, in favour to achieve a better therapy result. For the data collection, we have questioned a sample of terminally ill cancer patients receiving treatments at the day hospital Istituto Oncologico Veneto (IOV) where they were asked 20 questions. The collected data has shown how the change of taste appears since the very first cycle of therapeutic treatment therefore interfering on the good program result. The results have shown that 59% of the patients have experienced weight variation since receiving chemotherapy, 21% blaming the change of taste and 61% declaring that the taste alteration influences the appetite resulting in eating less. We can conclude that the change of taste is a relevant problem which alters the patients quality of life and the good therapy results. 6 INTRODUZIONE: I pazienti sottoposti a chemioterapia si trovano spesso a confrontarsi con svariati effetti collaterali dovuti ai trattamenti stessi. Tali sintomi si presentano in concomitanza o in seguito al trattamento chemioterapico e sono molto frequenti. Infatti viene fornita un’informazione completa da parte di medici ed infermieri sull’eventualità della comparsa di effetti collaterali come nausea, vomito, alopecia ecc… e sulle possibilità di gestirli con metodi farmacologici e non. Esistono inoltre altri sintomi meno frequenti e con un impatto meno immediato come l’alterazione del gusto; dai dati raccolti in letteratura si evidenzia che un vasto range (tra il 36 e il 71%) dei pazienti sottoposti a chemioterapia sono soggetti a disgeusia (alterazione del gusto) 1. Inoltre la disgeusia viene riportata tra i fattori negativi, che provocano diminuzione dell’appetito, dimagrimento e determina un peggioramento della qualità di vita del paziente trattato 2. Nonostante la severità del problema, raramente infermieri e medici ne parlano con il paziente o suggeriscono possibili strategie informative per ridurre o alleviare tale sintomatologia 3. Durante il mio periodo di tirocinio al day hospital dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV) ho constatato come i pazienti fra i vari effetti collaterali della chemioterapia riportassero anche un’alterazione del gusto. Notata l’insufficiente conoscenza di questo disturbo da parte dell’equipe terapeutica e quindi l’inadeguatezza della risposta assistenziale al bisogno informativo-educativo dei pazienti, si è reputato opportuno indagare ulteriormente su tale fenomeno. Partendo da uno studio approfondito della letteratura si è elaborato un questionario per analizzare la percezione del problema da parte dei pazienti e per informarsi sulle prassi adottate dagli stessi per gestirlo. Con l’ausilio dei dati ottenuti si è poi redatta una scheda informativa contenenti varie strategie per affrontare la disgeusia. Con il fine di ottimizzare questo studio e renderlo al suo consulto il più semplice possibile, abbiamo deciso di dividerlo in più capitoli. Nella prima sezione dell’elaborato si riporta una rassegna dei più recenti dati scientifici riguardanti la chemioterapia e gli effetti collaterali della stessa con ampio riferimento alla disgeusia. 7 Nella seconda sezione dell’elaborato si studiano le dinamiche relative al “problema” disgeusia, lo scopo dello studio, i mezzi utilizzati nella raccolta dei dati, i requisiti standard richiesti ai pazienti per entrare a far parte del campione in esame, e le strategie di raccolta dei dati affinché risultino il più affidabili possibile. Nella terza sezione dell’elaborato troviamo la descrizione dei limiti di questo studio, l’analisi dei dati raccolti e discussi, ed infine un paragrafo contenente le considerazioni finali. Nella parte conclusiva dell’elaborato si può prendere visione, negli allegati, del questionario utilizzato, per la raccolta dei dati schematizzati attraverso grafici di più facile lettura, di una proposta di scheda informativa per il paziente e della bibliografia completa dei testi di riferimento utilizzati nello sviluppo di questo studio. 8 CAPITOLO 1 1.1 LA CHEMIOTERAPIA: La chemioterapia è l’uso di farmaci finalizzato alla distruzione di cellule tumorali, nel tentativo di creare il minimo danno alle cellule non maligne. Scopo di questo trattamento è l’eliminazione delle cellule malate, con conseguente guarigione del cancro o alleviamento dei sintomi, aumento delle possibilità di sopravvivenza e miglioramento della qualità della vita 4. Nella programmazione del trattamento terapeutico viene valutato: • il tipo di tumore • la schedula di trattamento (protocollo curativo) • il dosaggio di farmaco somministrato • la frequenza del trattamento • la durata del trattamento 5 In generale i farmaci chemioterapici (citostatici) inibiscono la riproduzione di tutte le cellule in rapido accrescimento; purtroppo l’effetto non è selettivo ed in grado di risparmiare le cellule “sane”. I chemioterapici già a dosi terapeutiche possono alterare la funzione dei tessuti ad elevato ricambio cellulare come: midollo osseo, gonadi, cute, bulbi piliferi, mucose che rivestono la bocca, mucosa intestinale. Per questo motivo tali farmaci, possono causare numerosi effetti collaterali, i più comuni sono: nausea, vomito, caduta parziale o completa dei capelli, stipsi, diarrea, stomatiti, mucositi, alterazione dei valori ematochimici (leucopenia - piastrinopenia - anemia), perdita dell’appetito, alterazioni del gusto e dell’olfatto, disfunzioni delle ghiandole salivari, alterazioni della cute, febbre, effetti sulla fertilità e fatigue (stato soggettivo di stanchezza associata ad una diminuzione della capacità di svolgere le comuni attività fisiche e mentali). Tuttavia, a differenza delle cellule tumorali, le cellule normali subiscono un danno solitamente a carattere temporaneo e di conseguenza, la maggior parte degli effetti collaterali, cessano nell’arco di 30/60 giorni dalla conclusione del trattamento. E' bene comunque sottolineare che i pazienti sottoposti a trattamento chemioterapico, possono 9 manifestare reazioni differenti che possono variare in uno stesso individuo, da un ciclo di terapia all'altro. Fortunatamente in questi ultimi anni grazie all’entrata in commercio di nuovi farmaci e di nuovi schemi terapeutici, molti sintomi sono diventati di più facile gestione, rendendo migliore la qualità di vita dei pazienti 6. LA CHEMIOTERAPIA VIENE USATA NELLA CURA DEI TUMORI CON DIVERSE STRATEGIE: • INDUZIONE: è riferito all’utilizzo di una combinazione ad alti dosaggi di farmaci che inducono una risposta completa, viene usato solitamente nel trattamento iniziale. • ADIUVANTE: è un breve ciclo chemioterapico ad alto dosaggio; di solito questa combinazione di farmaci viene usata dopo chirurgia o radioterapia ad implementazione e completamento dei precedenti trattamenti. • CONSOLIDAMENTO: la chemioterapia viene eseguita dopo induzione per cercare di ottenere una remissione completa. • MANTENIMENTO: un basso dosaggio di farmaci citostatici vengono usati singolarmente o in combinazione per impedire la ricrescita di cellule residue. • NEOADIUVANTE: chemioterapia adiuvante che viene prescritta prima dell’intervento chirurgico. • PALLIATIVA: è usata per il controllo dei sintomi e per migliorare la qualità di vita del paziente. • SALVATAGGIO regime ad alte dosi, potenzialmente curativa. Utilizzato quando il primo trattamento non risulta efficace 6. 1.2 ANATOMIA E FISIOLOGIA DEL GUSTO: Il gusto è il senso attraverso il quale percepiamo i sapori. La sede dell’organo del gusto è la lingua dove si trovano le papille che sono responsabili della sensazione del gusto. Le papille sono delle estroflessioni dell’epitelio, visibili anche ad occhio nudo e sono presenti nella parte anteriore della lingua. Esistono vari tipi di papille linguali: vallate, fungiformi e filiformi. Le papille a loro volta contengono i calici gustativi, che sono piccoli corpuscoli sensitivi 7. 10 La sensazione gustativa è legata alla stimolazione dei calici gustativi da parte delle varie sostanze che vengono introdotte in bocca e disciolte nella saliva, sono in grado di generare impulsi, che attraverso le vie nervose gustative, raggiungono il cervello. Gli impulsi nervosi dalle papille gustative sono trasmessi alla corteccia cerebrale attraverso il V, VI, IX e X nervo cranico. Se un nervo è eventualmente danneggiato, i nervi controlaterali o quelli con funzioni sovrapponibili, possano compensare tale mancanza 8. Le alterazioni del gusto sembrano dipendere da un danno a carico dei recettori del gusto, che unito a xerostomia, comporta una riduzione del trasporto di sostanze stimolanti del gusto ai recettori stessi. I recettori del gusto percepiscono quattro gusti base (salato, dolce, amaro ed acido). È stato ipotizzato che la mancanza di saliva, provoca una diminuzione della capacità di trasferire gli stimoli ai calici gustativi ed un maggiore rischio di infezioni microbiche orofaringee che alterano le percezioni gustative. La saliva, inoltre può anche agire come un “reservoir” (serbatoio) di farmaci o dei loro metaboliti intermedi, comportando un sapore poco piacevole. 1.3 COME VIENE SOMMINISTRATA LA CHEMIOTERAPIA: La chemioterapia può essere somministrata secondo modalità diverse che, dipendono dai farmaci usati e dalle patologie da trattare. La modalità più diffusa è per iniezione endovenosa, meno frequente è la somministrazione per via orale o per iniezione intramuscolare o sottocutanea. Per una corretta somministrazione della chemioterapia che avviene in ambito ospedaliero (day hospital o ricovero ordinario), si deve prevedere l’utilizzo del giusto dispositivo medico per l’infusione; questo deve tenere conto del: tipo di farmaco, durata del trattamento, condizioni fisiche ed anatomia del torrente venoso del paziente. Tra un ciclo terapeutico ed il successivo è previsto un intervallo di qualche settimana per consentire all’organismo di smaltire gli eventuali effetti collaterali del trattamento. Prima di effettuare la chemioterapia è necessario sottoporre il paziente ad esami ematochimici, monitorando in particolare i valori dei globuli bianchi, emoglobina, piastrine e la funzionalità epatica e renale. Se i valori non risultano nella norma, il ciclo di chemioterapia viene rinviato di qualche giorno e/o settimana. Oggi esistono farmaci in 11 grado di facilitare il rapido recupero dei valori ematochimici: come i fattori di crescita, che stimolano la produzione di globuli bianchi o dell’emoglobina che eventualmente vengono prescritti dal medico. 1.4 LE TOSSICITÀ INDOTTE DALLA CHEMIOTERAPIA SUL CAVO ORALE: Nel trattamento dei pazienti con neoplasie, la cavità orale può essere profondamente colpita dalla terapia citotossica che è causa di stomatiti, mucositi e di disfunzioni delle ghiandole salivari (turn over cellulare che varia approssimativamente dai 5 ai 16 giorni). La stomatite è l’infiammazione della mucosa della cavità orale; una severa stomatite può compromettere la somministrazione della dose ottimale di farmaco chemioterapico, rendendo talvolta necessaria una riduzione del dosaggio, arrivando anche alla sospensione del trattamento per permettere la riduzione della stomatite. Dal punto di vista clinico sono state proposte varie classificazioni della mucosite; quella più frequentemente utilizzata è quella proposta dall’OMS (Fig: 1): Grado Sintomi 0 Assenza di sintomi 1 Eritema / Sintomi lievi 2 Eritema, ulcere / Il paziente può ingerire cibi solidi 3 Ulcere / Dieta esclusivamente liquida 4 Alimentazione impossibile Fig: 1 Classificazione OMS, scala WHO 1.5 ALTERAZIONE DEL GUSTO CORRELATA AI FARMACI: Molti protocolli chemioterapici, correttamente impiegati in terapia, possono causare disturbi del gusto creando disagi per il paziente compromettendo il suo rapporto con il cibo. L’incidenza del problema sembra essere in generale bassa, ma potrebbe essere sottostimata perchè mancano segnalazioni spontanee da parte dei pazienti che in genere riferiscono al medico l’effetto indesiderato solo quando è percepito come particolarmente 12 disturbante 9. L’alterazione del gusto, correlata ai farmaci, può essere continuativa, intermittente e d’intensità variabile nel tempo. La causa di questo effetto collaterale è complesso e non ancora completamente descritto. Le disfunzioni del gusto indotte dai farmaci possono coinvolgere il sistema gustativo a qualsiasi livello: trasporto, sistema sensoriale, e a vari livelli neuronali. Tuttavia le turbe gustative, anche se non rappresentano un effetto indesiderato grave, meritano interesse per le importanti ripercussioni che possono avere sul piano nutrizionale e sulla qualità di vita dei pazienti 10 . I farmaci possono alterare la funzione gustativa sia nella componente qualitativa che in quella quantitativa. Le definizioni sono riportate nella Tabella I. Tabella I. Definizioni delle alterazioni gustative Alterazioni qualitative: Il termine disgeusia definisce una distorsione della percezione gustativa. Questa alterazione viene chiamata parageusia quando sopravviene nel corso dell’ alimentazione e fantageusia quando sopravviene in assenza dello stimolo gustativo, che sia in modo costante o intermittente. In quest'ultimo caso, si può tuttavia constatare talvolta un aumento dei sintomi durante l'alimentazione. Il termine eterogeusia definisce la condizione in cui il gusto, senza essere spiacevole, può risultare inabituale, come quando, per esempio, un alimento zuccherato è percepito salato. Si parla di cacogeusia quando un gusto è percepito come pessimo. Alterazioni quantitative: Si parla di ageusia quando la sensazione del gusto sparisce totalmente; di ipogeusia quando la sensazione del gusto è diminuita e di ipergeusia quando la sensazione del gusto è aumentata. Si usa il termine "dissociato" quando solo alcuni sapori sono alterati. Il danno è detto "specifico" quando non possono essere percepite solo alcune sostanze di un dato tipo, "parziale" quando solo alcuni campi gustativi sono interessati 2. 13 1.6 DISFUNZIONI DELLE GHIANDOLE SALIVARI: La saliva ha proprietà digestive, concorre alla formazione e deglutizione del bolo alimentare, svolge una funzione protettiva per i tessuti della cavità orale perchè contiene sostanze ad azione antibatterica come la mucina, il lisozima e le immunoglobuline Ig A, ed inoltre provvede alla lubrificazione della mucosa orale. Gli studi hanno dimostrato che a causa dei farmaci chemioterapici, dopo un tempo medio di tre settimane, si riscontra la dilatazione dei dotti salivari e la degenerazione degli acini (unità secretoria salivare), provocando un'inadeguata salivazione, che favorisce la xerostomia (secchezza delle fauci). Un deficit della funzione salivare, può contribuire alla percezione di alterazioni gustative aumentando o diminuendo la soglia d’attivazione. Il grado di gravità dell’ipofunzione salivare e dei disordini gustativi correlati è ancora oggetto di discussione. Questi problemi solitamente si risolvono dopo qualche settimana dopo il termine della chemioterapia, di norma le problematiche legate alla sola chemioterapia sono transitorie e reversibili. La letteratura riporta che la compromissione della funzione salivare fa aumentare l’insorgenza di stomatiti 11. 1.7 LA DISGEUSIA CORRELATA A CANCRO: I pazienti neoplastici riportano cambiamenti nella percezione del gusto; questo contribuisce alla loro perdita di appetito. La riduzione o la mancanza del desiderio di alimentarsi legata alla disgeusia, favorisce lo sviluppo di malnutrizione e cachessia provocando un peggioramento della qualità di vita 3. L’instaurarsi della sindrome anoressia-cachessia è un fattore prognostico negativo per i pazienti oncologici, perchè essa può interferire con la terapia ed aumentare la severità degli effetti collaterali 12 . Le cause di questa sindrome anoressico-cachettica non sono ancora completamente note ma si è evidenziata una correlazione tra perdita di peso e la normale percezione del gusto. Una prima ipotesi sostiene che l’alterazione del gusto è direttamente collegata con la produzione di citochine come il TNF (Tumor Necrosis Factor) e IL-1 (Interleukina 1) da 14 parte del tumore. Le citochine prodotte dalle cellule, in risposta a processi tumorali, regolano alcuni scambi nutrizionali e metabolici che avvengono nei pazienti con cancro. Si è visto che i pazienti che hanno una soglia bassa della sensazione dell’amaro, hanno alti livelli di citochine circolanti nel plasma. Le citochine possono essere fattori importanti nello sviluppo della cachessia neoplastica. Diversi studi hanno evidenziato che man mano che la massa tumorale cresce vi è un corrispettivo incremento delle citochine che causano appunto alterazione del gusto, anormalità metaboliche, anoressia e denutrizione. I metaboliti tumorali possono anch’essi essere responsabili delle anomalie nella sensazione del gusto e dell’olfatto 13. L’alterazione del gusto correlata a cancro sembra essere il risultato dell’aumento a livello plasmatico degli aminoacidi causato dalle cellule tumorali. Esse secernono sostanze simili ad aminoacidi; questo processo aumenta la sensazione del gusto amaro che è alla base dell’avversione del cibo. Di conseguenza, a livello del centro del gusto, viene percepita una sensazione ancora più amara quando vengono assunti alimenti che hanno un contenuto in proteine. Pazienti con un tumore in fase avanzata spesso lamentano una severa alterazione del gusto associata ad anoressia, perdita di peso e cachessia; quindi esiste un’associazione tra perdita del gusto e gravità del tumore. In corrispondenza della diminuzione del tumore la sensazione del gusto si normalizzava 14. L’alterazione del gusto, con uno stato di anoressiacachessia, possono essere un primo segno diagnostico di cancro o l’indice che il tumore è in ripresa. Inoltre è stato identificato il ruolo della vitamina A nell’alterazione del gusto. Bassi livelli di questa vitamina hanno un impatto sulla fisiologia della funzione cellulare con un alto turnover come i recettori cellulari del gusto causando ai pazienti disgeusia o ipogeusia 8. 1.8 LA DISGEUSIA E L’AVVERSIONE PER IL CIBO: Dopo l’inizio delle terapie, molti pazienti chemiotrattati hanno sviluppato una inappetenza transitoria che talvolta permane anche per 30/60 giorni dopo la sospensione delle terapie 15. L’avversione per il cibo comporta spesso una perdita di peso corporeo che è in grado di influenzare l’efficacia dei trattamenti, infatti un paziente con una nutrizione adeguata è in 15 grado di tollerare meglio qualsiasi tipo di trattamento, dalla chemioterapia, alla radioterapia, alla chirurgia. L’alterazione del gusto può fortemente compromettere l’apporto nutrizionale, perché il fatto che i cibi acquisiscono un gusto diverso (spesso cattivo), porta i pazienti a ridurne l’assunzione. Le alterazioni del gusto sono state correlate al calo ponderale, alla ridotta assunzione di cibo e alla diffusione della malattia. Tra le conseguenze maggiori della denutrizione vi sono: • Deplezione della massa magra • Deficit dei processi riparativi • Riduzione delle capacità di difese immunitarie Non sono da dimenticare gli aspetti sociali legati al cibo perché pranzi e cene sono il contesto in cui spesso si sviluppa la vita sociale, quindi l’avversione per alcuni cibi può perfino portare alcuni pazienti ad evitare di prendere parte a momenti di incontro 14 . Uno studio interessante riportato in letteratura è quello condotto da Holmes su 72 pazienti chemiotrattati ai quali è stata proposta un’indagine per valutare l’incidenza dell’avversione per il cibo. Dei pazienti intervistati 82% hanno dichiarato di evitare più di un alimento da quando hanno iniziato la terapia, a causa della modificazione del gusto di quegli alimenti. I risultati dello studio, evidenziano livelli significativi di avversione per tutti gli alimenti che hanno una componente amara quali: la carne rossa, caffè, the e cioccolata 16 . Secondo Holmes i cibi che i pazienti evitano sono quelli che venivano assunti volentieri prima della terapia. La natura del cambiamento riguarda principalmente la percezione dei gusti: • una soglia più bassa per il sapore amaro è spesso responsabile dell'avversione alla carne (avvertita con gusto metallico). • aumento della soglia per il gusto salato ed acido. • aumentata percezione del gusto dolce. I comportamenti che i pazienti adottano maggiormente sono: • evitare i cibi proteici • aumentare l’utilizzo di sale sulle pietanze • diminuire il consumo dello zucchero • evitare i cibi sgraditi 16 1.9 EFFETTI INDOTTI DALLA CHEMIOTERAPIA SULL’AREA NUTRIZIONALE: La perdita di appetito è un comune effetto collaterale derivante dalla chemioterapia. La perdita dell'appetito, può essere dovuta a diverse cause quali: la difficoltà a deglutire , la nausea, il vomito, l'alterazione del senso del gusto e dell'olfatto, la xerostomia, la falsa sensazione di pienezza, il dolore e la depressione. La malattia, così come i trattamenti, possono portare a un severo malnutrimento, che può progressivamente causare dimagramento, debolezza fisica, scompenso del sistema immunitario, intolleranza alle terapie ed anoressia. L’anoressia può condurre alla cachessia che consiste nell’indebolimento della massa muscolare e si manifesta nel corso di qualsiasi malattia cronica. Sintomi di questa condizione sono: riduzione della massa muscolare, spossatezza, perdita di concentrazione e di peso. La precisa causa della cachessia non è ancora stata identificata. L’obiettivo di una buona nutrizione è di evitare gli eventuali deficit nutrizionali, di impedire la perdita di massa magra e di ridurre gli effetti della malnutrizione sui vari organi. Naturalmente lo stato di iponutrizione è fortemente correlato al tipo di tumore. Nonostante i benefici dimostrati con il miglioramento dello stato di nutrizione, la letteratura dimostra come circa il 50% dei pazienti neoplastici non abbiano un adeguato apporto calorico e proteico, risultando sostanzialmente iponutriti o malnutriti. In tal senso risulta paradossale come, in questi pazienti, una frequente causa di morte non sia il tumore in sé, ma il progressivo stato di denutrizione17. Se la malnutrizione è prevalentemente legata al digiuno, sarà indicata una reintegrazione nutrizionale per via enterale. Se esistesse una componente di malassorbimento la via parenterale sarà prioritaria. Il precoce riconoscimento della malnutrizione, il suo trattamento e l’identificazione dei pazienti a rischio, possono migliorare l’evoluzione clinica del neoplastico ricoverato, riducendo il numero delle complicanze ed abbreviando la degenza. 17 1.10 CONSEGUENZE DOVUTE AD UN INADEGUATO APPORTO NUTRIZIONALE: • Calo ponderale involontario e progressivo • Perdita di massa muscolare • Riduzione del tessuto adiposo • Concausa di anemia • Concausa di affaticamento • Peggioramento del performance status • Peggioramento della qualità di vita • Ridotta tolleranza ai trattamenti chemioterapici e radioterapici • Rischio di sospensione del trattamento oncologico pianificato • Necessità di frequenti ricoveri ospedalieri • Maggiore morbilità durante i trattamenti • Prognosi più sfavorevole a distanza • Peggiore outcome • Aumento dei costi 1.11 STRATEGIE PER LETTERATURA: 1.11.1 GESTIRE LA DISGEUSIA COME PROPOSTO IN Valutazione del bisogno assistenziale in caso di disgeusia: L’anamnesi iniziale del paziente è il primo passo per identificare i bisogni educativi in quanto essa dovrebbe includere: la storia nutrizionale, le abitudini alimentari, l'attuale introito proteico-calorico, la valutazione dell’appetito, la distribuzione dei pasti durante la giornata e le anomalie del senso del gusto. Inoltre è importante conoscere chi si occupa della preparazione del pasto e se il paziente sia in grado di alimentarsi da solo. L’equipe curante ha l’importante ruolo di valutare e gestire i reali problemi della persona; deve provvedere all’educazione del paziente e della famiglia ed identificare adeguate strategie di intervento. La letteratura riporta che malgrado i pazienti ritengano l’alterazione del gusto un problema importante in grado di diminuire l’appetito, raramente infermieri e medici offrono loro 18 consigli su come gestirla. Se si manifesta la disgeusia è utile raccogliere dati sull’intensità, sulla severità, sulla durata e sull’impatto nutrizionale. È dimostrato che un malato sottoposto ad un regime dietetico equilibrato sopporta meglio la chemioterapia quindi l’obiettivo educativo è il mantenimento di un corretto apporto nutrizionale. I parenti devono essere educati a loro volta perché prestino maggiore attenzione alle reazioni del paziente di fronte ai cibi (positive o negative), ai fattori in grado di aumentarne l’appetito e a quelli ambientali in grado di influenzarne il desiderio 18 . È fondamentale individuare i problemi del paziente e risolverli quando possibile, individualmente o con il supporto di altri membri dell’equipe, (medico, psicologo, nutrizionista e famigliari) al fine di saper dare sempre informazioni e spiegazioni in modo chiaro, verificando sempre che il paziente abbia compreso. La comunicazione porta ad una migliore gestione del problema e contribuisce a ridurre l’ansia al paziente. 1.11.2 Consigli utili per i pazienti in caso di disgeusia: Obiettivo: alleviare e gestire i sintomi provocati dalla disgeusia: • Risciacquare la bocca prima di mangiare e mantenere un’adeguata igiene orale soprattutto prima dei pasti perché una bocca fresca migliora il gusto degli alimenti 19-20. • Scegliere i cibi che invogliano di più l’appetito, abbandonando per un po’ di tempo quelli meno stimolanti, riprovando poi a mangiarli dopo qualche settimana 21. • Tentare di individuare i metodi di preparazione e condimento che rendano le pietanze più appetibili sulla base della tolleranza e delle preferenze individuali 20. • Usare posate di plastica, cucinare in pirofile di vetro e non in pentole in metallo se si avverte il sapore metallico mentre si consumano i pasti 19-20-21. • Servire la carne tiepida, piuttosto che molto calda con contorni di salse e sottaceti 20--22. • Provare a marinare la carne ed il pesce prima della cottura con vino, olio, limone o aceto ed erbe aromatiche 21-23. 19 • Se il gusto della carne dovesse risultare ancora alterato, sostituirla per qualche tempo con: pesce, uova, legumi, latticini, gelati, budini, frappè, o altri alimenti ad elevato valore nutritivo 19-20-21. • Se le verdure cotte sembrano insapori, aggiungere pancetta o prosciutto e cipolla per aumentarne il sapore 21-23. • Utilizzare, se possibile, anche frutta e verdura fuori stagione, per ottenere una maggiore varietà 19-20. • Se l’acqua risultasse difficile da bere, provare a sostituirla con altre bevande quali: aranciata, limonata e coca-cola 23. • Cucinare utilizzando piccole quantità di erbe aromatiche come basilico, origano, rosmarino e menta 21-22-24. • Correggere il sapore del cibo aggiungendo zucchero, quando il cibo risultasse troppo salato, o sale quando il cibo risultasse troppo dolce 19. 1.11.3 Consigli utili per i pazienti in caso di xerostomia: Obiettivo: ridurre la sensazione di bocca secca e prevenire lesioni orali • Lavare frequentemente la cavità orale con acqua sterile ed adottare una dieta ricca di acqua20. • Utilizzare sodio bicarbonato o emollienti mucolitici può essere utile per diminuire la viscosità salivare 20. • Utilizzare gomme da masticare, mentine e caramelle senza zucchero 23. • Bere frequentemente acqua fredda a piccoli sorsi o lasciare sciogliere dei cubetti di ghiaccio in bocca 21-23-25-26 . • Bere liquidi durante i pasti per facilitare la masticazione e la deglutizione 23-25-26. • Consumare cibi e bevande molto dolci (es. canditi) o aspri (es. limonata) dal momento che stimolano la secrezione salivare 12. • Usare cibi morbidi, che non richiedano una lunga masticazione (es. pesce al posto della carne, purè, yogurt, verdura e frutta cotta anziché cruda) 22-23-27-28. • Utilizzare sostituti della saliva (ad esempio: Xerotin, Oralbalance, Idrum) 23-25-28. 20 • Applicare sulle labbra secche pomate emollienti a base di vaselina, glicerina o lanolina 22. • Indossare il meno possibile protesi dentarie durante il periodo della terapia e per i successivi 2-3 mesi, per evitare rischi di traumi orali 26. • Posizionare un umidificatore d’aria nella camera da letto in modo che il vapore mantenga la mucosa orale umida 25-29. 1.11.4 Consigli utili per i pazienti in caso di mancanza di appetito: Obbiettivo: stimolare l’appetito per incrementare l’apporto dei cibi • Provare a praticare una leggera attività fisica un’ora prima dei pasti, come una breve passeggiata 20-22-27. • Mangiare in un luogo accogliente in compagnia di parenti e amici e cercare di rendere il pasto un momento di socializzazione 22-27. • Avvicinarsi ai pasti con calma e serenità (evitare gli stress in coincidenza dei pasti), masticare con cura concedendosi un po’ di relax a fine pasto 21. • Individuare le variazioni dell’appetito durante la giornata in modo di nutrirsi negli orari più appropriati 12. • Evitare di preparare i pasti da solo 1. • Evitare di sostare a lungo in locali in cui si prepara il cibo, perché contribuisce a perdere l’appetito; gli odori della cucina possono infatti risultare sgradevoli 21-26-27. • Mangiare lentamente e soprattutto quando se ne sente il desiderio. A volte è utile cambiare l’orario del pasto, mangiando quando si vuole, senza limitazioni di tempo 24. • Fare coincidere l’ora del pasto con il momento della giornata in cui ci si sente meglio (generalmente nelle prime ore della giornata) 20. • Se l’odore dei cibi dà nausea, consumare solo piatti freddi o a temperatura ambiente 30. • Pasti piccoli e frequenti; è bene tenere a portata di mano degli spuntini di gradimento ad alto contenuto calorico come frutta secca, patatine, gelati, budini 20-22-24. • Evitare di somministrare piatti colmi di cibo perché quando il paziente vede troppo cibo e si rende conto che non può mangiare tutto, ha come reazione la nausea ed il vomito 29. 21 • Mangiare cibi altamente calorici che siano facili da mangiare (ad esempio: budini, gelati, yogurt e frullati) 15. • Integrare i cibi con latte, formaggio, miele ecc… per aumentare l’apporto calorico 27-31. • Adottare durante la chemioterapia una dieta ricca di zuccheri perché più digeribili 24. • Evitare di ingerire abbondanti quantità di liquidi durante i pasti (a meno che non siano necessari per migliorare la secchezza delle fauci o la difficoltà a deglutire), per diminuire il problema della sazietà precoce 21-22-23. • Rendere le pietanze piacevoli e varie (ad esempio: provare nuove ricette e variare il colore e la consistenza dei cibi) 21-32. • Approfittare dei momenti in cui si sente più in forma per preparare cibi che eventualmente si potrà congelare. Valutare l’assunzione di cibo confrontandola con quella dei giorni precedenti o di una giornata tipica 21-33. • Assumere degli integratori come (ad esempio: Ensure®, Meritene®, Isocal®, Sustacal®) per assicurare all’organismo il giusto nutrimento di cui ha bisogno 20-25-27. 22 CAPITOLO 2 2.1 PROBLEMA: La letteratura scientifica documenta chiaramente l’impatto negativo del fenomeno disgeusia sulla condizione di salute del malato. Infatti dai dati raccolti in letteratura si evidenzia che un vasto range (tra il 36 e il 71%) dei pazienti sottoposti a chemioterapia sono soggetti a disgeusia (alterazione del gusto),1 sintomo che viene riportato tra i fattori negativi della terapia, in quanto provoca la diminuzione dell’appetito e il dimagrimento determinando inoltre un peggioramento della qualità di vita del paziente trattato 2. Molti protocolli chemioterapici, correttamente impiegati in terapia, possono causare disturbi del gusto, creando disagi per il paziente e compromettendo il suo rapporto con il cibo. L’incidenza del problema sembra essere in generale bassa, ma potrebbe essere sottostimata perchè mancano segnalazioni spontanee da parte dei pazienti che, in genere, riferiscono al medico l’effetto indesiderato solo quando è percepito come particolarmente disturbante 9 . Tuttavia le turbe gustative, anche se non rappresentano un effetto indesiderato grave, meritano interesse per le importanti ripercussioni che possono avere sul piano nutrizionale e sulla qualità della vita dei pazienti 10. La riduzione o la mancanza del desiderio di alimentarsi legata alla disgeusia, favorisce lo sviluppo di malnutrizione e cachessia; l’avversione per il cibo comporta una perdita di peso corporeo che è in grado di influenzare l’efficacia dei trattamenti. Infatti un paziente con una nutrizione adeguata è in grado di tollerare meglio qualsiasi tipo di trattamento dalla chemioterapia, alla radioterapia, alla chirurgia. L’alterazione del gusto può fortemente compromettere l’apporto nutrizionale, perché il fatto che i cibi acquisiscono un gusto diverso (spesso cattivo), porta i pazienti a ridurne l’assunzione. Infatti è dimostrato che circa il 50% dei pazienti neoplastici non hanno un adeguato apporto calorico e proteico, risultando sostanzialmente iponutriti o malnutriti. In tal senso risulta paradossale come, in questi pazienti, una frequente causa di morte non sia il tumore in sé, ma il progressivo stato di denutrizione17. 23 Un immediato riconoscimento della malnutrizione, il suo trattamento e l’identificazione dei pazienti a rischio, possono migliorare l’evoluzione clinica del neoplastico ricoverato, riducendo il numero delle complicanze ed abbreviando la degenza. Nonostante la severità del problema raramente infermieri e medici lo trattano con il paziente o gli suggeriscono possibili strategie informative per ridurre o alleviare tale sintomatologia 3. L’infermiere, come responsabile dell’assistenza al paziente nella sua globalità, è chiamato a rispondere ai suoi bisogni fisici, psicologici ed educativi, questi ultimi in particolare fanno riferimento alla capacità di far raggiungere al paziente il massimo grado di conoscenze rendendolo autonomo nella gestione dei propri problemi. Pertanto sarà compito primario dell’infermiere acquisire un’adeguata casistica delle problematiche conseguenti al trattamento chemioterapico e delle relative strategie da adottare, in modo da essere in grado di comprendere e consigliare al meglio il paziente durante tutte le fasi della terapia permettendogli di raggiungere il massimo livello di salute nel più breve tempo possibile. 2.2 SCOPO DELLO STUDIO: Lo scopo dello studio è quello di rilevare quali sono le alterazioni del gusto percepite dai pazienti sottoposti a terapia con farmaci chemioterapici e analizzarne: le variazioni, la frequenza, le caratteristiche e quanto queste influiscano in termini di qualità della vita. Ci si pone l’obbiettivo di sensibilizzare l’equipe terapeutica nei confronti di tale problema e attraverso un feedback dei risultati ottenuti, si è cercato di dare il giusto peso alla disgeusia per non considerarla più un effetto collaterale di minor importanza, bensì un sintomo da gestire adeguatamente per la riuscita della terapia. Un’altra finalità è quella di produrre delle schede informative per i pazienti con consigli utili che illustrino quali siano le metodiche più appropriate per convivere con la disgeusia. 24 2.3 QUESTIONARIO E SCHEDA DI RACCOLTA DEI DATI: Nonostante i dati presenti in letteratura indichino che la disgeusia è un sintomo presente nella popolazione dei pazienti chemiotrattati, viene raramente riconosciuta e riportata sulla documentazione clinica 34 . Per questo motivo è stato necessario raccogliere attraverso un’intervista ai pazienti (previa loro autorizzazione) le caratteristiche con cui si manifesta tale sintomo con l’obiettivo di creare una serie di dati che documentino le possibili anomalie e variazioni del gusto nei diversi pazienti. Al fine di essere i più analitici possibili si è creato un questionario composto da 20 domande. Le domande sono state strutturate in modo da valutare: • Presenza dell’alterazione del gusto e rilevanza del problema • Modalità in cui si manifesta l’alterazione del gusto • Quali alimenti solitamente vengono percepiti alterati • Quali gusti appaiono maggiormente alterati • Quali modificazioni alimentari sono da attribuire alla disgeusia • Presenza di variazioni di peso e a cosa il paziente ne attribuisce le cause • Il grado di disturbo che il paziente attribuisce a questo effetto collaterale • Le strategie che adottano i pazienti per meglio gestire il problema 2.4 CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE IN ESAME: La raccolta dei dati è iniziata il 19.06.2006 ed è terminata il 14.07.2006 coinvolgendo i pazienti con tumori solidi o ematologici sottoposti a cicli chemioterapici afferenti ai servizi del day hospital presso l’Istituto Oncologico Veneto (IOV). Il questionario è stato sottoposto a 175 pazienti dei quali solo i 100 che hanno dichiarato un’alterazione del gusto, sono stati presi in considerazione nella successiva elaborazione dei dati. Durante la somministrazione della terapia chemioterapica si è provveduto a compilare il questionario che in una prima fase veniva descritto e spiegato e successivamente compilato insieme al paziente. 25 Al fine di ottenere un campione di studio omogeneo e significativo i pazienti intervistati presentavano i seguenti requisiti: • che abbiano un’età superiore ai 18 anni • che presentino alterazione del gusto da quando sottoposti a trattamento chemioterapico • che abbiano diagnosi di tumore solido o ematologico • che presentino mucosite inferiore o uguale a 2 secondo i criteri della scala WHO • che siano in grado di intendere e volere • che siano in grado di comprendere e parlare la lingua italiana • che abbiano acconsentito alla partecipazione dello studio • che non siano portatori di tumore nella regione testa-collo • che non siano trattati con radioterapia o sottoposti ad intervento chirurgico, per tumori nella regione testa-collo • che non presentino tumori o metastasi cerebrali • che non siano fumatori Si precisa che l’esclusione dall’indagine dei pazienti fumatori, trattati con radioterapia o sottoposti ad intervento chirurgico, per tumori nella regione testa-collo o con presenza di tumore o metastasi cerebrali è giustificata dal fatto che tali condizioni possono comportare di per sé alterazione del gusto. 2.5 AFFIDABILITÀ DEI DATI: L’affidabilità dei dati raccolti è sostenuta dal fatto che l’intervista al paziente è stata condotta sempre dalla medesima persona assicurando così lo standard procedurale programmato nello studio. Inoltre all’ingresso del day hospital i pazienti non venivano informati dell’intervista alla quale sarebbero stati sottoposti, in modo da assicurare una maggiore spontaneità al momento del colloquio. 26 CAPITOLO 3 3.1 ANALISI DEI RISULTATI: Valutato che le risposte date dagli uomini (46%) e dalle donne (54%) erano simili, si è deciso di trattare i dati senza fare distinzione fra i sessi. Il questionario è stato sottoposto a 175 pazienti chemiotrattati di cui solo 100 avvertivano problemi di alterazione del gusto(57%). Il gruppo di pazienti intervistati comprende più fasce d’età: la più rappresentata è quella dei pazienti compresi fra i 61/70 anni (34%) seguiti dai 51/60 (32%), dai 41/50 (21%), dai 71/80 (7%), dai31/40 (6%). Il 64% dei pazienti che riferisce disgeusia riporta che da quando ha incominciato la chemioterapia ha la senzazione di mancanza di salivazione; questa comporta una diminuzione della capacità di percepire gli stimoli ai calici gustativi e di conseguenza il gusto viene percepito come alterato 35. Per la maggior parte dei pazienti 61% l’alterazione del gusto è apparsa subito dopo il primo ciclo, per il 33% dopo il secondo e per il 6% al terzo; quindi è da considerarsi un effetto collaterale a rapida insorgenza. Il 65% dei pazienti ha percepito il disturbo improvvisamente e l’89% in modo continuo fra gli intervalli dei cicli terapeutici. I pazienti che hanno presentato disgeusia mentre non mangiano 72% riferiscono di percepire un gusto: sgradevole nel 17% dei casi, amaro nel 15%, nessun sapore 11%, gusto di farmaco nel 9%, gusto metallico nel 8%, e salato il nel 6%, altro nel 4% e dolciastro nel 2%. Per il 41% dei pazienti la disgeusia persiste inalterata anche durante l’alimentazione, il 24% l’avvertono con maggiore intensità, il 7% con minore intensità e per il 28% si manifesta solo durante l’alimentazione. I dati sopra citati evidenziano come l’alterazione del gusto prevalga a digiuno. Circa il 74% dei soggetti riferisce un’alterazione del gusto significativa (abbastanza 37%, molto 23% e moltissimo 14%). Il 75% lamenta la disgeusia come un’alterazione disturbante (abbastanza 41%, molto 21% e moltissimo 13%). 27 Del 59% dei pazienti che dichiara di aver variato il proprio peso da quando sottoposti a chemioterapia, il 43% ha perso peso ed il 16% è aumentato. I pazienti che hanno manifestato un calo ponderale ne attribuiscono la causa nel 21% dei casi alla disgeusia, nel 11% all’inappetenza, nel 10% alla nausea, nel 7% allo stress, nel 5% al vomito, nel 3% ai farmaci e nel 2% ad altre cause. In questo studio l’alterazione del gusto trova forte associazione con la diminuzione dell’appetito e la perdita di peso visto che i pazienti riferiscono nel 61% che l’alterazione del gusto influisce il loro appetito comportando che nel 54% dei casi mangiano di meno (mentre il 32% non ha variato il proprio introito alimentare e il 14% mangia di più). La stessa letteratura riporta che la disgeusia altera il piacere di mangiare e può essere associato alla diminuzione di appetito e alla diminuzione di peso avendo implicazioni significative sullo stato nutrizionale 36. L’82% dei pazienti con disgeusia ha modificato le proprie abitudini alimentari. In 38 pazienti si è manifestata una variazione di sapore per la carne rossa, in 36 pazienti per l’acqua; gli altri alimenti per i quali si verifica maggiormente l’alterazioni del gusto sono: la verdura, i derivati del latte, il vino, la pasta ed il pane, il caffè, le uova, i dolci la frutta ed il pesce. A tal proposito precedenti studi convalidano il valore ottenuto per la carne rossa ma, diversamente non fanno particolare riferimento all’alterazione del gusto dell’acqua. I pazienti gestiscono la disgeusia soprattutto aumentando i condimenti, bevendo spesso ed evitando i cibi che hanno modificato il gusto. 3.2 LIMITI DELLO STUDIO: Il questionario è stato sottoposto a 175 pazienti chemiotrattati di cui solo 100 avvertivano problemi di alterazione del gusto (57%); ma è da tenere in considerazione che fra le 75 persone che non manifestavano disgeusia alcuni non avevano ancora terminato il 1° ciclo ed altri avevano appena iniziato il 2°. Un altro problema è legato alla domanda che indagava se il peso del paziente fosse variato dall’inizio delle sedute chemioterapiche. Anche in questo caso risulta vincolante il fattore 28 tempo: è ragionevole aspettarsi che nei pazienti sottoposti solamente ai primi cicli non si riscontrassero evidenti variazioni di peso. 3.3 DISCUSSIONE: Dopo un accurato studio della letteratura ed un altro altrettanto approfondito sul campo, possiamo constatare come i dati rilevati corrispondano a quelli degli studi precedenti. In entrambi i casi si riscontra che circa il 60% dei pazienti manifesta sintomi di disgeusia correlata a xerostomia, che portano talvolta alla diminuzione dell’appetito ed alla perdita di peso. In entrambi gli studi risulta che l’alterazione del gusto influisce sull’appetito dei pazienti e che nel 54% dei casi tendono a mangiare di meno; infatti il fatto che i cibi acquisiscono un gusto diverso (spesso cattivo), li porta a ridurne l’assunzione. Nel nostro studio abbiamo inoltre appurato alcuni effetti spesso trascurati negli studi precedenti e che riportiamo di seguito: • La disgeusia è un effetto collaterale a rapida insorgenza e si manifesta improvvisamente ed in modo continuo fra gli intervalli dei cicli terapeutici. • La disgeusia viene percepita maggiormente a digiuno per poi persistere durante l’alimentazione. • La disgeusia viene percepita come un’alterazione disturbante in grado di modificare le abitudini alimentari. I risultati dello studio evidenziano inoltre che: • Oltre all’avversione a diverse categorie di alimenti come la carne rossa, le verdure e i derivati del latte se ne aggiunge un’altra parimenti condizionante che è l’avversione per l’acqua, spesso sostituita dai pazienti con limonata e coca-cola. • I comportamenti che i pazienti adottano maggiormente per contrastare la disgeusia sono: aumentare i condimenti, evitare molti cibi e mangiare di meno, ma più frequentemente. 29 3.4 CONCLUSIONE: L’infermiere, come educatore, ha un ruolo chiave nella valutazione e nella gestione dell’alterazione del gusto indicando ai pazienti quali siano gli interventi appropriati per rendere più gestibile questo effetto collaterale. Medici ed infermieri spesso sottovalutano la disgeusia e non riportano il dato sulla documentazione clinica considerando l’alterazione del gusto un sintomo minore 37 . Tale sottovalutazione può correlarsi: alla scarsità di riferimenti in letteratura, all’elevata soggettività del sintomo, all’assenza di una scala standard di valutazione del problema e allo sviluppo lento dei suoi effetti correlati. Di conseguenza non vengono forniti suggerimenti sulla gestione della disgeusia, malgrado essa sia un problema importante in grado di modificare le abitudini alimentari. Bisognerebbe perciò sensibilizzare i medici, gli infermieri e dietisti a fornire più informazioni sull’alterazione del gusto prima dell’inizio dell’iter terapeutico ed incentivare la ricerca infermieristica per approfondire le strategie e gli interventi più efficaci per la gestione dell’alterazione del gusto. Sarebbe inoltre opportuno consegnare al paziente delle schede informative che riassumano gli insegnamenti ricevuti. Consapevoli dell’influenza della disgeusia e consci che attraverso un corretto apporto di nutrienti si permette il rispetto del timing terapeutico e la riduzione delle complicanze, attraverso questo elaborato si è anche arrivati a proporre un opuscolo da destinare ai pazienti. Tale opuscolo tratta della disgeusia e di alcuni suggerimenti presi dalla letteratura e da questo studio atti a gestire al meglio i sintomi e prevenirne le conseguenze. 30 CAPITOLO 4 - ALLEGATI: 4.1 QUESTIONARIO SULL’ALTERAZIONE DEL GUSTO NEI PAZIENTI ONCOLOGICI IN TRATTAMENTO CHEMIOTERAPICO 1) Ha mai avuto una sensazione di alterazione del gusto da quando è sottoposto/a a trattamento chemioterapico? 2) Fuma? Si No Si No 3) In questo periodo è sottoposto/a contemporaneamente a radioterapia nella regione del capo e del collo? Si No M F dai 20/30 dai 31/40 dai 41/50 dai 71/80 superiore 81 4) Sesso: 5) Età: dai 51/60 dai 61/70 6) Da quando ha iniziato la chemioterapia ha la sensazione di mancanza di salivazione? Si No 7) Dopo quale ciclo ha avvertito per la prima volta un’alterazione del gusto?___________ 8) L’alterazione del gusto era? improvvisa graduale 9) L’alterazione del gusto era? intermittente continuativa 10) Quando non sta mangiando ha la percezione di avere gusti alterati in bocca (ad esempio: metallico, di carta, di farmaco…)? Si No Riesce a descriverli? ______________________________________________________________________ 11) Quando mangia, questa percezione di gusto alterato scompare oppure si manifesta con maggiore intensità? ______________________________________________________ ______________________________________________________________________ 12) Quali gusti risultano maggiormente alterati? Amaro Dolce Acido Salato 13) Quanto le risulta alterato il gusto degli alimenti? Moltissimo Molto Abbastanza Poco 14) Quanto la disturba la variazione del gusto nell’alimentazione? Moltissimo Molto Abbastanza 31 Poco Nulla 15) Il suo peso è variato da quando è sottoposto a chemioterapia? Aumentato Uguale Perso 16) La variazione di peso l’attribuisce maggiormente? Nausea Stress Vomito Alterazione del gusto dei cibi Inappetenza Farmaci Infezioni del cavo orale Nessuna di queste complicanze 17) In assenza di nausea, vomito ed infezioni del cavo orale l’alterazione del gusto influisce con il suo appetito? Si No Mangia di più Mangia di meno Mangia quanto prima 18) L’alterazione del gusto ha comportato delle variazioni del vostro regime alimentare? Si No 19) Quali cibi/bevande in particolare le sembra che abbiano un gusto alterato? ______________________________________________________________________ 20) Adottate delle strategie per gestire meglio o rendere più sopportabile questo disturbo? ______________________________________________________________________ Protocollo terapeutico e ciclo a cui è sottoposto/a il paziente: _____________________ (Dati rilevati dalla cartella clinica) 32 4.2 GRAFICI ESEMPLIFICATIVI: Trattamenti chemioterapici somministrati: N° PAZIENTI PROTOCOLLI CHEMIOTERAPICI Folfox 16 Taxolo, Carboplatino 12 CMF 9 Vinorelbina 8 Folfiri 7 Taxolo, Epirubicina 7 Taxotere 6 Taxolo 5 5FU, Epirubicina , Endoxan 5 Fluorofolati 4 Carboplatino, Gemzar 4 Gemzar, Cisplatino 4 5FU, Cisplatino 3 Adria, Endoxan 2 Interferone 2 Altri cicli * 6 Totale pazienti 100 *Altri cicli: Stenforfive; Fotemustina; Alimta; 5FU-Vinorelbina; 5FU-ECF 33 BCNU-Endoxan-Vincristina; 5) Età ? 40 34% 35 32% N° Pazienti 30 25 21% 20 15 10 7% 6% 5 0% 0% 0 18/30 31/40 41/50 51/60 61/70 71/80 81/90 Fascie d'età 6) Da quando ha iniziato la chemioterapia ha la sensazione di mancanza di salivazione? 70 64% 60 N° Pazienti 50 40 36% 30 20 10 0 Si No Mancanza di salivazione 7) Dopo quale ciclo ha avvertito per la prima volta un’alterazione del gusto? 70 61% 60 N° Pazienti 50 40 33% 30 20 10 6% 0 1° ciclo 2° ciclo 3° ciclo N° di ciclo terapico 34 8) L’alterazione del gusto era: improvvisa o graduale? 70 9) L’alterazione del gusto era: intermittente o continuativa? 100 65% 89% 90 60 80 70 40 N ° P az ien ti N ° P az ien ti 50 35% 30 60 50 40 30 20 20 10 11% 10 0 0 improvvisa intermittente graduale continuativa Alterazione del gusto Alterazione del gusto 10) Quando non sta mangiando ha la percezione di avere gusti alterati in bocca (ad esempio: metallico, di carta, di farmaco…)? Si No Riesce a descriverli? 18 80 17% 72% 16 70 14 60 12 50 N° P az ien ti N° P az ien ti 15% 40 28% 30 11% 10 9% 8% 8 6% 6 4% 20 4 2% 10 2 0 0 Si Sgradevole No Amaro No sapori Farmaco Metallico Salato Altro Dolciastro Gusti percepiti Gusti alterati quando non mangia 11) Quando mangia,questa percezione di gusto alterato scompare oppure si manifesta con maggiore intensità? 45 41% 40 35 28% N° Pazienti 30 24% 25 20 15 10 7% 5 0 Persiste Maggiore intensità Minore intensità Si manifesta Percezione dell'alterazione del gusto 35 12) Quali gusti risultano maggiormente alterati? 50 47% 45 40 N° Pazienti 35 28% 30 25 20 16% 15 10 9% 5 0 Acido Amaro Dolce Salato Gusti alterati 13) Quanto le risulta alterato il gusto degli alimenti? 40 37% 35 30 N° Pazienti 26% 23% 25 20 15 14% 10 5 0 Moltissimo Molto Abbastanza Poco Alterazione del gusto degli alimenti 14) Quanto la disturba la variazione del gusto nell’alimentazione? 45 41% 40 35 N° Pazienti 30 25 22% 21% 20 15 13% 10 3% 5 0 Moltissimo Molto Abbastanza Poco Disturbo della variazione del gusto 36 Nulla 15) Il suo peso è variato da quando è sottoposto a chemioterapia? 50 43% 45 41% 40 N° Pazienti 35 30 25 20 16% 15 10 5 0 Perso Uguale Aumentato Variazione di peso 16) La variazione di peso l’attribuisce maggiormente? 25 21% N° Pazienti 20 15 11% 10% 10 7% 5% 5 3% 2% 0 Gusto Inappetenza Nausea Stess Vomito Farmaci Altre cause Cause della variazione di peso 17) In assenza di nausea, vomito ed infezioni del cavo orale l’alterazione del gusto influisce con il suo appetito? Si No Mangia di più Mangia di meno Mangia quanto prima 60 70 54% 61% 60 50 50 N° P az ien ti N° P az ien ti 40 39% 40 30 32% 30 20 14% 20 10 10 0 0 Si Mangia di più No Mangia di meno Variazione dell'introito alimentare Influenza sull'appetito 37 Mangia quanto prima 18) L’alterazione del gusto ha comportato delle variazioni del vostro regime alimentare? 90 82% 80 70 N° Pazienti 60 50 40 30 18% 20 10 0 SI No Variazioni del regime alimentare 19) Quali cibi/bevande in particolare le sembra che abbiano un gusto alterato? 38 40 36 35 31 28 30 N° Pazienti 25 25 21 19 20 16 13 15 9 10 7 5 0 Carne rossa Acqua Verdura Derivati del latte Vino Pasta e Caffè pane Uova Dolci Frutta Pesce Cibi dal gusto alterato 20) Adottate delle strategie per gestire meglio o rendere più sopportabile questo disturbo? 35 32 29 30 26 N° Pazienti 25 21 18 20 16 13 15 11 7 10 4 5 Risposte 38 tr o Al if re dd an i gi ar e fru M l la an ti Di gi m ar in e uz pe io sc ne e co nd im en ti M cib bi an ca an gi ar e ca rn e M bi sp es so ci M an gi ar e e pi ù in at i M an gi ar e po co sp es so de te rm Be re Ev it a re Au m en to co nd im en ti 0 4.3 BIBLIOGRAFIA: 1. 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