Disturbi specifici dell’apprendimento e strategie didattiche Dott.ssa Di Egidio Marika Dott.ssa Di Felice Virginia Programma della seconda giornata I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): Riferimenti normativi DSA e strategie didattiche Scuola dell’infanzia Scuola primaria e secondaria di primo grado In classe ho un alunno che… spiegare i DSA al gruppo classe e favorire l’integrazione Essere genitori di un bambino con DSA: difficoltà e consigli pratici. DSA: riferimenti normativi Legge n°170, 08.10.2010 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico Legge n°170, 08.10.2010 Articolo 1 - Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia “La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati DSA, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana” Legge n°170, 08.10.2010 Articolo 1 “Ai fini della presente legge, si intende per: Dislessia: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. Disgrafia: disturbo specifico di scrittura che si manifesta con una difficoltà nella realizzazione grafica. Disortografia: disturbo specifico di scrittura che si manifesta con una difficoltà nei processi linguistici di transcodifica. Discalculia: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.” Legge n°170, 08.10.2010 -Finalità Garantire il diritto all’istruzione Favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità Ridurre i disagi relazionali ed emozionali Adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA Favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi Incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione Assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale Legge n°170, 08.10.2010 -Diagnosi La diagnosi è effettuata nell’ambito dei trattamenti specialistici già assicurati da Servizio sanitario nazionale (o presso specialisti o strutture accreditate) ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. È compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia attivare previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA. Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia. Legge n°170, 08.10.2010 - Formazione nella scuola Nell’ambito dei programmi di formazione del personale docente e dirigenziale delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, è assicurata un’adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA, finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacità di applicare strategie didattiche , metodologiche e valutative adeguate. Legge n°170, 08.10.2010 -Misure educative e didattiche di supporto Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche garantiscono: Didattica individualizzata e personalizzata Strumenti compensativi e misure dispensative Adeguate forme di verifica e di valutazione LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (ALLEGATE AL DECRETO MINISTERIALE 12 LUGLIO 2011) Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento Didattica individualizzata: modula la didattica, i tempi, gli strumenti rispetto alle caratteristiche dell’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze Didattica personalizzata: calibra l’offerta didattica e le modalità relazionali sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo. Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento Strumenti compensativi: strumenti che permettono di compensare la debolezza funzionale derivante dal disturbo, facilitando l’esecuzione dei compiti automatici compromessi dal disturbo specifico, proprio come un paio di occhiali permette al miope di leggere ciò che è scritto sulla lavagna. Strumenti dispensativi: Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. Per esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura. Strumenti compensativi Tabelle dei mesi, dell’alfabeto e dei vari caratteri Tavola pitagorica Tabella delle misure, tabelle delle formule Mappe concettuali Calcolatrice Registratore o MP3 Computer con programmi di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale Libri digitali Audiolibri Dizionari computerizzati e traduttori Strumenti compensativi Strumenti dispensativi Si dispensa il bambino da attività quali: Lettura a voce alta Scrittura veloce sotto dettatura Lettura di consegne Uso del vocabolario Memorizzazione delle tabelline Studio della lingua straniera in forma scritta Stesura di appunti Verifica e Valutazione Nelle verifiche preferire la scelta multipla, V/F, caratteri grandi, testo in digitale Lettura del testo della verifica Dare più tempo o diminuire la quantità di compiti da svolgere Non giudicare l’ordine o la calligrafia, ma privilegiare i concetti Interrogazioni programmate Prove orali al posto di prove scritte Uso di mediatori didattici durante le interrogazioni (mappe, schemi, ecc.) Verifica e Valutazione La valutazione: deve tener conto delle caratteristiche personali del disturbo, del punto di partenza, degli obiettivi raggiunti, cercando di premiare i progressi e gli sforzi deve essere effettuata in base ai progressi acquisiti, all’impegno, alle conoscenze apprese e alle strategie operate negli Esami di Stato, sono contemplati tempi più distesi, l’utilizzo di strumenti compensativi e valutazioni più attente ai contenuti che alla forma Essere sempre sinceri nella valutazione “Come può essere così difficile”: https://www.youtube.com/watch?v=9Wb7vS3k2Lc Piano Didattico Personalizzato (PDP) L’iter da seguire per redigere questo documento prevede: 1. 2. 3. Deposito della diagnosi in segreteria, protocollo ed archiviazione nel fascicolo personale dell’alunno. Acquisizione della diagnosi da parte dei docenti e incontro con la famiglia e il referente DSA (o il Dirigente Scolastico) per raccogliere informazioni e ipotizzare le soluzioni più funzionali al caso specifico. Stesura del documento. Piano Didattico Personalizzato (PDP) Documento che riporta l’elenco degli strumenti compensativi e dispensativi adottati nelle diverse discipline scolastiche, oltre alle modalità di verifica e di valutazione a cui gli insegnanti si devono attenere. La stesura del PDP è un atto dovuto per gli alunni con diagnosi di DSA. Viene redatto all’inizio scolastico, entro i primi due mesi per gli studenti già segnalati, dal team dei docenti. Piano Didattico Personalizzato (PDP) Deve contenere almeno i seguenti punti: Dati anagrafici dell’alunno; Tipologia del disturbo; Attività didattica individualizzate; Attività didattiche personalizzate; Strumenti compensativi utilizzati; Misure dispensative adottate; Forme di verifica e valutazione personalizzate. Piano Didattico Personalizzato (PDP) Dovrà essere sottoscritto dalla famiglia che ne tratterrà una copia. La famiglia potrà decidere di non rendere note le difficoltà del figlio alla classe o potrà rifiutare l’adozione del PDP, ma, in questo caso, dovrà presentare una dichiarazione scritta di tale rifiuto, per assumersi la responsabilità di un eventuale insuccesso formativo del figlio. Il PDP è custodito nel fascicolo personale dell’alunno e diventa il documento di riferimento per gli anni successivi fino all’Esame di Stato. È comunque possibile apportare delle modifiche in itinere qualora ce ne fosse la necessità. STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA (DIRETTIVA MINISTERIALE DEL 27/12/12) Bisogni educativi speciali L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione in maniera continua o per determinati periodi, per motivi: fisici biologici fisiologici psicologici sociali Bisogni educativi speciali Lo svantaggio scolastico comprende tre categorie: Disabilità Disturbi evolutivi specifici DSA I Deficit del linguaggio I deficit delle abilità non verbali I deficit della coordinazione motoria I deficit dell’attenzione e dell’iperattività Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale Bisogni educativi speciali Strategie di intervento: Elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni con BES, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. Le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli di Classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico- possono avvalersi per tutti gli alunni con BES di strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla Legge 170/2010. DSA e strategie didattiche Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? Gli insegnanti possono fare molto: sono le prime persone che possono accorgersi del problema rilevando in classe delle difficoltà Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? Durante la scrittura: Impugnatura scorretta della penna Posizionamento corporeo inadeguato Mancato ausilio dell’altro mano Utilizzo inadeguato dello spazio nel foglio MACRO e micro grafia alternate Difficoltà di riprodurre figure geometriche Direzionalità della scrittura Copia dalla lavagna Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? Durante la lettura: Mancato riconoscimento dei caratteri tipografici diversi Difficoltà a mantenere il segno: perdita della riga, salto della parola Inadeguatezza della lettura ad alta voce: lentezza ed errori Distinzione tra lettere simili: p/b d/q p/q t/v f/b Doppie Uso della punteggiatura (inadeguata o ignorata) Difficoltà di comprensione del testo Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? Difficoltà nella matematica: Difficoltà nella numerazione regressiva Errori al cambio decina Mancata memorizzazione della procedura del calcolo nelle quattro operazioni Mancata memorizzazione delle formule Incapacità ad esplicitare le procedure seguite per risolvere un problema Difficoltà nei calcoli e nell’incolonnamento Scarsa comprensione del testo del problema Copia corretta di numeri: inversione 13/31 Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? Nello studio: Difficoltà attentive Difficoltà nella memorizzazione Difficoltà di esposizione orale Lessico di base assai ridotto Difficoltà a ricordare le date Difficoltà a costruire e utilizzare organizzatori spazio/temporali (prima-dopo, su-giù, dx-sx) Difficoltà a esprimersi attraverso strutture sintattiche complesse Cosa fare se ci sono in classe bambini con DSA? Nel comportamento: Distraibilità Grande lentezza Demotivazione Disordine Irrequietezza Come intervenire: Osservazione Rilevazione difficoltà di: lettura, scrittura, calcolo visuo-spaziali memoria coordinazione motoria emotive, sociali, comportamentali Quando? 3 volte nel corso dell’anno scolastico: Inizio anno Metà anno Fine anno Quali strumenti? SIPDA: scuola dell’infanzia e prima elementare SIDASEM: scuola elementare e media SIPDA Scheda per l’Identificazione Precoce dei Disturbi dell’Apprendimento Scuola dell’Infanzia e primo anno elementari Checklist di 30 item Prende in considerazione 5 categorie di abilità: 1. Comportamentali 2. Cognitive 3. Comunicative 4. Visuospaziali 5. Pre-curriculari e curriculari Scala a 4 punti: 0 = MAI 1 = A VOLTE 2 = SPESSO 3 = SEMPRE SIPDA Scheda per l’Identificazione Precoce dei Disturbi dell’Apprendimento SIPDA Scheda per l’Identificazione Precoce dei Disturbi dell’Apprendimento SIDASEM Scheda per l’Individuazione dei Disturbi dell’Apprendimento nella Scuola Elementare e Media Scuola elementare e Scuola media Checklist di 30 item Prende in considerazione 5 categorie di abilità: 1. Comportamentali 2. Cognitive 3. Linguistiche 4. Visuospaziali 5. Curriculari Scala a 4 punti: 0 = MAI 1 = A VOLTE 2 = SPESSO 3 = SEMPRE SIDASEM Scheda per l’Individuazione dei Disturbi dell’Apprendimento nella Scuola Elementare e Media SIPDA E SIDASEM INDICATORE PREVISIONE DI RISCHIO Calcolo dell’Indicatore di Previsione di Rischio: PR(I) = PO/PMO x 100 Legenda: I = Indicatore PR = Previsione del Rischio PO = Punteggio ottenuto dal bambino PMO = Punteggio Massimo Ottenibile (120) SIPDA E SIDASEM INDICATORE PREVISIONE DI RISCHIO Esempio: PR(I) = PO/PMO x 100 Punteggio totale ottenuto dal bambino (PO) = 80 PR(I) = 80/120 x 100 = 0.67 x 100 = 67% Il PR(I) del bambino esaminato è pari al 67%, quindi si colloca nell’area di rischio “MODERATO” compresa tra il 46-70 % Come intervenire: Didattica Non è pensabile effettuare due didattiche separate, una per chi non ha difficoltà e una per chi le ha. È opportuno modificare la didattica per tutti, adeguandola opportunamente Strategie didattiche per la scuola dell’infanzia Alcuni suggerimenti Osservazione di disegno e scrittura spontanea: permette di valutare nel tempo lo sviluppo del codice scritto e di capire quale sia il livello di concettualizzazione della propria scrittura raggiunto dal bambino sia le strategie utilizzate nel formulare ipotesi Far acquisire consapevolezza fonemica, prerequisito prioritario per l’evoluzione delle abilità di lettura e scrittura. Consapevolezza fonemica Capacità di percepire e riconoscere per via uditiva i fonemi che compongono il linguaggio parlato Il bambino inizia a parlare: non ha la percezione che le parole sono formate da suoni ma le percepisce come un tutt’uno. In seguito, spontaneamente, inizia a individuare i singoli suoni che compongono le parole A 5 anni: Riconoscimento della sillaba iniziale Segmentazione della parola in sillabe Riconoscimento della differenza tra un suono e l’altro A 6 anni: Segmenta le parole in sillabe, ma non è ancora in grado di analizzare i fonemi che compongono prima le sillabe e poi le parole. Consapevolezza fonemica Per far acquisire una buona consapevolezza fonemica occorre lavorare su: Sintesi sillabica > ti dirò una parola a pezzettini e tu dovrai indovinare che parola è (ME-LA = MELA) Segmentazione sillabica > ti dirò una parola tutta insieme e tu dovrai ripeterla a pezzettini (MELA = ME- LA) Discriminazione di coppie minime (parole) > ti dirò delle parole e mi dirai se sono uguali o no (MELA – TELA) Discriminazione di coppie minime (non parole) > ti dirò delle parole che non esistono e tu mi dirai se sono uguali (PADE-FADE) Riconoscimento della sillaba iniziale di parola > ti dirò una parola e tu mi dirai quale fra le altre tre comincia allo stesso modo (PIPA….TORTA-MACCHINA-PISTOLA) Consapevolezza fonemica Ricognizione di rime (sostenuta da immagini) > dimmi quale fa rima (PINO….COLLO-FIORE-VINO) Riconoscimento del suono iniziale della parola (dapprima riferito alla sillaba e quindi al fonema iniziale): giocare con i bambini al “comincia come” permetterà di capire se sanno isolare il primo suono nella parola e quindi mettere insieme tutto ciò che comincia allo stesso modo in maniera stabile. Es. CANE comincia come GATTO o come CAVALLO? MELA comincia come PERA o come MARE? Dimmi tutte le parole che ti vengono in mente che cominciano come APE, come il tuo nome, come MAMMA… Giudizi sulla lunghezza della parola: usare il ritmo, contare i pezzi (SILLABE) che compongono le parole, chiedere: “È più lunga la parola TRENO o COCCINELLA; MUCCA o LIBELLULA ecc.” ci permette di valutare se il giudizio dei bambini si riferisce all’aspetto semantico o all’aspetto acustico. Riconoscimento e produzione di rime: lavorare con rime, filastrocche, conte, aiuta a capire a quale livello di analisi fonologica il bambino lavora Suggerimenti operativi Scioglilingua Rime Tapping dimmi i suoni della parola “limone” e mentre li dici batti un colpo per ogni suono della parola Giochi linguistici Una parola che inizia come… Una parola che finisce come… Se dico “l” e aggiungo “una” viene fuori… Chi trova la “p” nelle parole… Spelling ATTENZIONE! Fondamentale l’individuazione precoce delle difficoltà. Molti bambini con un basso livello di consapevolezza fonemica dopo un breve periodo di training progrediscono rapidamente in tale abilità. Altri nonostante il training non migliorano: sono i soggetti “a rischio” di difficoltà nell’apprendimento della lettura. Strategie operative: un esempio Abilità da sviluppare: Fonologia globale Attività: Raggruppare le parole con la stessa sillaba finale Gioco: CENTRA LA RIMA L’insegnante prepara due cesti e alcune palle; su un cesto attacca l’immagine di una BICICLETTA, sull’altro l’immagine di una COLLANA. L’insegnante mostra una carta ed il primo bambino denomina l’oggetto raffigurato, gli chiede poi con quale parola tra le due scelte fa rima e lo invita a lanciare la palla nel cesto corrispondente. Esempio di parole da utilizzare: Lana – rana- banana- tana-campanaforchetta-cavalletta-bicicletta-trombetta-molletta-violetta. Il gioco verrà riproposto usando di volta in volta altri due target diversi. Strategie didattiche per elementari e medie Didattica e DSA Non vi sono limitazioni assolute all’apprendimento di uno studente DSA, solo percorsi diversi, strategie alternative e diversi gradi di difficoltà nel conseguire l’obiettivo. Pertanto l’azione didattica dovrà risultare adeguata e personalizzata Azione didattica “adeguata” Per risultare realmente efficace e adeguato il metodo deve essere: Multisensoriale: sfrutta più canali percettivi e si aprono più vie all’apprendimento. Usiamo quindi suoni, voci, colori, immagini, manipolazione, strumenti diversi… Strutturato e sequenziale: insegnando i concetti in progressione logica si aiuta a categorizzarli e procedendo dal semplice al complesso si aiuta la comprensione. Azione didattica “adeguata” Sintetico: tralasciando quello che non è essenziale, si aiuta a focalizzare i concetti portanti Con molto rinforzo: riprendendo ciclicamente i contenuti si aiuta la memorizzazione Con poco studio a memoria: la capacità di memorizzazione è uno dei problemi di molti alunni con DSA Con molto ragionamento: la capacità di ragionamento è la risorsa più preziosa per gli alunni con DSA Azione didattica personalizzata Didattica personalizzata: rispondente alle specifiche difficoltà dello studente con DSA. Offrire allo studente l’opportunità di compensare le sue difficoltà per mezzo di strumenti compensativi e dispensativi Gli strumenti compensativi cambiano in base al soggetto e all’età (D.P.R.122 del 22.06.09) Strategie didattiche Usare un registratore. Utile per prendere appunti o facilitare la stesura di un testo. Bloccare gli stimoli esterni. Se lo studente è facilmente distraibile dagli stimoli visivi all’interno di un foglio di lavoro, può essere utile un foglio bianco di carta per coprire la sezione su cui il soggetto non sta lavorando. Utili anche finestre che lasciano leggere un’unica riga o un solo esercizio di matematica per volta. Presentare una piccola quantità di lavoro. L’insegnante può selezionare alcune pagine e materiali dall’eserciziario, può presentare alcuni esercizi già risolti e chiedere agli studenti di completare il resto. Può ridurre la mole di lavoro quando le informazioni appaiono ridondanti. Strategie didattiche Chiarire o semplificare le consegne scritte. L’insegnante può aiutare sottolineando o evidenziando le parti significative della consegna o riscriverle (preferibilmente al computer) Strategie didattiche Evidenziare le informazioni essenziali. Se uno studente può leggere un libro di testo ma ha difficoltà nell’individuare le informazioni essenziali, l’insegnante può sottolineare queste informazioni con un evidenziatore Prevedere attività pratiche addizionali. Giochi educativi, attività di insegnamento tra pari, uso di materiali che si autocorreggono, programmi software per il PC e fogli di lavoro aggiuntivi. Mantenimento delle routine giornaliere Consegna di una copia degli appunti della lezione. L’insegnante può dare una copia degli appunti delle lezioni agli studenti che hanno difficoltà nello scrivere durante la presentazione (dispensa preparata dall’insegnante stesso o appunti di un compagno) Strategie didattiche Ripetizione della consegna. Gli studenti che hanno difficoltà nel seguire le consegne possono essere aiutati chiedendo di ripeterle con le loro parole all’insegnante o a un compagno. Se la consegna è molto lunga dividerla in sequenze e presentare una sequenza per volta assicurandosi ogni volta che il ragazzo abbia compreso l’attività da svolgere. Uso di istruzioni passo-a-passo. Informazioni nuove o particolarmente difficili possono essere presentate in piccole fasi sequenziali. Questo facilita la comprensione. Scrittura dei punti chiave o delle parole alla lavagna. Prima di una presentazione l’insegnante può scrivere sulla lavagna un piccolo glossario con i termini nuovi che gli studenti incontreranno. Enfasi sul ripasso giornaliero. Aiuta a collegare le nuove informazioni a quelle precedenti Strategie didattiche Didattica multisensoriale: combinazione simultanea di informazioni verbali e visive. Le informazioni verbali possono essere date assieme a quelle visive (es. opuscoli, volantini, lavagna luminosa ecc.) Strategie didattiche Mappe concettuali wikimindmap (http://www.wikimindmap.org) Particolarmente congeniale allo stile di apprendimento degli studenti DSA: • informazioni presentate in ambiente di lavoro visivo particolarmente adatto a studenti per i quali il pensiero visivo è prevalente su quello verbale • concetti rappresentati con immagini, forme, colori, parole chiave o frasi minime •La strutturazione di una mappa consente di organizzare i concetti indipendentemente da una rigorosa struttura grammaticale della frase Mappe concettuali anche per l’apprendimento delle lingue straniere Strategie didattiche Uso delle tecniche di memorizzazione. Aiutano gli studenti a ricordare le informazioni chiave o le varie fasi di un processo. Strategie didattiche Didattica anticipatoria. È molto utile anticipare l’introduzione di nuovi argomenti e nozioni con l’utilizzo di video, filmati, collegamenti a esperienza quotidiana e reale dello studente, discussione e dibattito in classe. Strategie didattiche Cambia la modalità di risposta: Per gli studenti disgrafici è possibile prevedere modalità di risposta alle domande diverse: non scrivere ma sottolineare, scegliere tra risposte multiple, ordinare le risposte, ecc. Agli stessi studenti può essere dato uno spazio più grande per scrivere la risposta nel foglio di lavoro. Fornire uno schema/scaletta della lezione: Può aiutare gli studenti a seguire la lezione, a prendere appunti, a vedere l’organizzazione del materiale e fare domande pertinenti. Incoraggiare l’utilizzo di organizzatori grafici (es. titoli e sottotitoli) e il ricorso a un raccoglitore per organizzare meglio i materiali (separatori colorati) Posizionare lo studente vicino all’insegnante, alla lavagna, all’area di lavoro e lontano da suoni, materiali o oggetti che potrebbero distrarli Strategie didattiche Integrare la spiegazione di argomenti nuovi con riferimenti a episodi familiari di vita quotidiana. Domande per entrare nel testo •“A cosa serve questo biglietto?” •“Da dov’è partito chi aveva questo biglietto?” . . . Introduzione del problema… Un signore è salito sul treno senza biglietto. Il controllore dice che dovrà pagare il prezzo del biglietto e una multa di 25 euro. Quanto spenderà questo signore? Strategie didattiche Per i bambini discalculici può essere utile proporre esercizi prestampati, così da facilitarli nell’organizzazione delle informazioni (es. incolonnamento, progressione numerica) Strumento compensativo Informatica per l’autonomia Esistono in commercio numerosi ausili informatici per aiutare i DSA nello svolgimento delle quotidiane attività scolastiche, rendendoli più autonomi in tali attività: Audiolibri Appositi software per aiutare i ragazzi nei compiti di lettura, scrittura e calcolo e per potenziare le loro competenze OpenOffice Sintesi vocale OCR per Digitalizzare testi SPIEGARE I DSA AL GRUPPO CLASSE E FAVORIRE L’INTEGRAZIONE In classe ho un bambino DSA… Gli insegnanti possono fare molto per favorire l’integrazione del bambino nel gruppo classe E’ sempre opportuno essere sinceri: spiegare al gruppo classe le difficoltà del loro compagno DSA è la strategia migliore! In classe ho un bambino DSA… Come affrontare questo compito? Utilizzare parole semplici ed esempi. Spiegare le difficoltà del bambino DSA Responsabilizzare la classe: far capire agli alunni che possono fare molto per aiutare il loro compagno DSA Creare un gruppo classe unito e coeso: lavori di gruppo (gruppi eterogenei favoriscono l’apprendimento collaborativo) o giochi di gruppo a fine lezione favoriscono l’integrazione, un clima più rilassato e sereno e permettono di evidenziare i punti di forza del bambino DSA. Utilizzare, dove possibile, una didattica comune Molti strumenti compensativi utilizzati dal bambino DSA sono estendibili al resto della classe ESSERE GENITORI DI UN BAMBINO CON DSA Cosa significa avere un figlio DSA: consigli per i genitori 1. 2. 3. 4. 5. Non sentitevi colpevoli. Voi non siete la causa del DSA di vostro figlio e non avete potuto prevederlo. Non incolpate nessun altro: il bambino, l’insegnante, l’altro genitore. I DSA sono un fatto della vita: accettateli e pensate alle cose positive che potete fare per affrontarli Parlate a vostro figlio, spiegategli come si manifesta la sua difficoltà e che cosa, insieme, potete fare per affrontarla e superarla. E’ molto importante rimanere in stretto contatto con i ragazzi DSA perchè il disturbo influenza anche la personalità, non solo il rendimento scolastico; il non essere come i coetanei crea dei problemi che vanno attentamente seguiti dai genitori Guardate la TV con vostro figlio e commentate ciò che vedete Cosa significa avere un figlio dislessico: consigli per i genitori 6. 7. 8. Ascoltate vostro figlio. Imparate ad ascoltare ciò che dice e notate ciò che non dice. Notate il tono di voce per capire se ci sono cose che lo preoccupano. Giocate con vostro figlio: scacchi, monopoli, memory, giochi di carte, shanghai. Tutti questi giochi sviluppano capacità di concentrazione, strategie, abilità di memoria, manualità fine e tanto altro. Con i bimbi più piccoli create rime, filastrocche, cantate. Non sottostimate mai il valore dell’apprendimento che ha un bambino stando con voi, guardandovi e copiandovi. I genitori sono gli insegnanti più importanti! Cercate delle affermazioni positive delle capacità del ragazzo, ad esempio in campo sportivo, pittorico, musicale o quanto altro possa farlo sentire uguale o migliore dei coetanei. Cosa significa avere un figlio dislessico: consigli per i genitori 9. 10. Leggete con vostro figlio, più spesso e più a lungo che potete. Il bambino potrà: sviluppare un più vasto vocabolario Udire parole pronunciate in modo appropriato Imparare ad amare i libri Conoscere i libri che i coetanei leggono Fate gite e andate a visitare gli amici con vostro figlio. Non dovete necessariamente portarlo al museo per acculturarlo. Una passeggiata in campagna o sulla riva di un fiume può essere un’ottima esperienza di apprendimento. I nonni sono spesso un grande aiuto per i bambini DSA, essi hanno più tempo per leggere loro dei libri, per ascoltarli e parlare. Aiutare nei compiti scolastici i compiti a casa possono essere l’”incubo” giornaliero del bambino DSA e della sua famiglia. Ecco alcuni consigli ! Stabilire una routine: Ricordatevi che il fine dei compiti scolastici è praticare qualcosa che si è già appreso a scuola. Se il compito è troppo difficile parlatene con l’insegnante: la comunicazione costante con la scuola è la strategia migliore per aiutare vostro figlio e per trovare un equilibrio utile al bambino. Stabilire una routine quotidiana nell’esecuzione dei compiti scolastici. Una programmazione scritta appesa a un muro vicino al posto studio, sarebbe la cosa più indicata. Lasciate spazio anche alle attività extrascolastiche. Il luogo dove si studia deve essere tranquillo, con ampio spazio di lavoro e tutto il materiale a disposizione (matite, carte geografiche, etc.). Aiutare nei compiti scolastici Eseguire i compiti Capite qual è l’ora migliora per vostro figlio per studiare. Ricordatevi che il ragazzo DSA necessita di tempi supplementari di recupero dopo il rientro da scuola, egli ha dovuto investire più energie dei coetanei Dividete i compiti in parti eseguibili in tempi ragionevoli. Fate fare delle pause. Incoraggiate il ragazzo a produrre, con calma, compiti di buona qualità piuttosto che cercare di finire tutto male e in fretta. Controllate se il ragazzo capisce le consegne del compito, leggetele ad alta voce se sono di difficile comprensione. Se necessario, eseguite con lui i primi esercizi. Nei componimenti scritti, prima che inizi, aiutate il ragazzo, oralmente, a sviluppare le idee secondo un ordine logico; insegnategli il vocabolario specifico di cui ha bisogno. Se necessario, in forti disgrafie, siate la sua scrittrice in modo che il suo pensiero possa svilupparsi indipendentemente dalla sua disabilità. Incoraggiatelo a fare schemi, sottolineare i testi, fare figure, ecc. tutto ciò che può aiutare la memoria. Aiutare nei compiti scolastici Controllo dei compiti: Insegnate a vostro figlio a rivedere i propri compiti, correggendoli e migliorandoli, ciò lo renderà indipendente da voi. Insegnategli a usare un computer con il correttore ortografico, incoraggiatelo a velocizzare la digitalizzazione. Incoraggiatelo all’uso degli strumenti compensativi Se il ragazzo è lento nell’esecuzione dei compiti, incoraggiatelo a usare una sveglia, in modo che realizzi i tempi e impari a razionalizzarli. Quando il ragazzo completa in modo soddisfacente i compiti, lodatelo e sottolineate le cose fatte bene! Aiutare nei compiti scolastici Organizzazione: Incoraggiate il ragazzo nel prendere appunti, raccogliendoli per materia, in modo da non perderli. Usate colori diversi per materia: lo aiuterà molto. Se il ragazzo non scrive in modo accurato i compiti assegnati, chiedete a un compagno, alla fine delle ore scolastiche, di aiutarlo o chiedete all’insegnante di dargli indicazioni scritte. Contattate regolarmente gli insegnanti per sapere se il ragazzo segue il livello didattico della classe. Controllate che il ragazzo porti a scuola i libri e l’equipaggiamento corretto. Paired reading Questa metodica, pubblicata sul sito Dyslexia Association of Ireland, è un modo per i genitori per aiutare nella lettura il loro bambino. Funziona bene con la maggior parte dei bambini e la lettura migliora. Paired reading Libri: Abbiate un buon numero di libri tra cui scegliere. Vostro figlio deve scegliere il libro perché i bambini imparano a leggere meglio su libri che a loro piacciono. Non preoccupatevi se vi sembra un po’ troppo difficile. Vostro figlio imparerà a scegliere libri giusti per il suo livello di lettura. Se il bambino sceglie libri troppo semplici o vuole rileggere un libro lasciatelo fare. Tempo: Cercate di applicarlo tutti i giorni, sono necessari solo 10 minuti. Non sorpassate mai i 15 minuti se vostro figlio non vuole. Non imponetevi se vostro figlio desidera fare qualcosa di diverso. Se non avete tempo tutti i giorni potete chiedere ai nonni o ai fratelli di sostituirvi. Paired reading Luogo Parlare fa bene Cercate un posto tranquillo. Allontanatevi se la TV è accesa. Cercate un posto comodo dove potete guadare insieme il libro. Mostrate interesse per il libro che il bambino ha scelto. Commentate le figure, discutete della storia che state leggendo, i commenti è meglio farli all’inizio o alla fine della lettura, altrimenti il bambino perde il filo logico della storia. Chiedete a vostro figlio come finirà la storia, lasciatelo parlare non fate tutto voi. Prendere appunti: Scrivete quanto leggete tutti i giorni, i progressi e i titoli dei libri. Rendete partecipi gli insegnanti di questo lavoro! Paired reading Metodica: 1. Paired reading ha due livelli: Leggere insieme Voi e vostro figlio dovete leggere le parole ad alta voce insieme. Non dovete andare troppo veloce, adattatevi alla velocità di vostro figlio. Il bambino deve leggere ogni parola, se“combatte” con una parola e poi la legge giusta, mostrategli la vostra contentezza. Non lasciate mai che il tentativo della lettura per parola superi più di 5 secondi. In questo caso e nel caso della lettura errata: Leggetegli la parola in modo esatto Fategliela ripetere in modo appropriato Siate sicuri che il bambino guardi le parole. Può aiutare se uno dei due sottolinea la parola letta con un dito, sarebbe meglio se lo facesse il bambino Paired reading Metodica: 2. Il bambino legge sotto la vostra supervisione A un certo punto vostro figlio si sentirà sufficientemente sicuro da poter leggere un pezzetto da solo. A questo punto decidete un segno (es. alzare una mano) che lui può fare senza distrarsi, per farvi smettere di leggere con lui. Nel momento in cui incespica per più di 5 secondi, intervenite, leggetegli la parola e fategliela ripetere. Quindi riprendete la lettura insieme, fino a che vostro figlio non si sente sicuro e tranquillo da poter leggere da solo. Ricordatevi di intervenire sempre nei momenti di difficoltà! Grazie per l’attenzione! Siamo a vostra disposizione! Contatti: Dott.ssa Marika Di Egidio Cell. 328 3113479 e-mail: [email protected] Dott.ssa Virginia Di Felice Cell. 389 0832464 e-mail: [email protected]