DOI 10.1515/zrp-2013-0166
ZrP 2013; 129(4): 1238–1241
Archivio Digitale degli Antichi Manoscritti della Puglia (ADAMaP). Censimento e
ricostituzione virtuale della biblioteca, CD-Rom a cura di Rosario Coluccia e
Antonio Montinaro, Lecce-Rovato (BS), Pensa Multimedia, 2012.
Chiunque studi il patrimonio manoscritto trasmessoci dal passato è oggi ben
consapevole di quanto sia importante l’ausilio offerto dalle nuove tecnologie: a
molti quest’ultimo appare ormai persino imprescindibile quando la ricerca intrapresa sia di ampio respiro, condotta su una documentazione vasta e variegata.
Una ricerca moderna, inoltre, che sia di tipo sistematico (destinata, per esempio,
alla catalogazione), presuppone il lavoro interdisciplinare di una équipe, poiché
sempre più raramente nel medesimo studioso si concentrano tutte le competenze
necessarie a descrivere in modo completo ed affidabile una testimonianza scritta. Dunque anche in ambito umanistico l’immagine del singolo studioso dedito
per anni ad un opus magnum lungamente atteso dalla comunità scientifica si
viene riducendo, per lasciare il posto ad un team di specialisti che danno conto
in itinere di quanto venga emergendo dal loro lavoro. Non è questa la sede per
entrare nel merito della questione ma è un dato di fatto che la specializzazione
delle discipline che hanno per oggetto il libro manoscritto (filologia, linguistica,
paleografia, codicologia, storia della miniatura) ed il diffondersi delle moderne
tecnologie (banche dati, digitalizzazioni ad alta risoluzione, risorse online)
abbiano modificato almeno in parte le modalità della ricerca scientifica nonché i
tempi di pubblicazione e fruizione dei suoi risultati.
L’Università del Salento ci offre un bell’esempio di come i tempi stiano
cambiando, grazie al progetto ADAMaP (Archivio Digitale degli Antichi Manoscritti della Puglia. Censimento e ricostituzione virtuale della biblioteca), nato nel 2009
sotto la direzione scientifica di Rosario Coluccia e volto a ricostituire virtualmente il patrimonio manoscritto prodotto in Puglia fra XIII e XV secolo, oggi disperso
nelle più svariate biblioteche d’Italia e d’Europa.1
L’iniziativa, coraggiosa ed encomiabile, è già pervenuta a risultati tangibili e
rilevanti, dapprima arrivati via web, sul sito www.adamap.it,2 ora raccolti nel
CD-Rom ADAMaP (Archivio Digitale degli Antichi Manoscritti della Puglia. Censimento e ricostituzione virtuale della biblioteca), curato da Rosario Coluccia e da
Antonio Montinaro (autori, inoltre, dell’opuscolo introduttivo presente nella
confezione).
1 Montinaro, Antonio, «Tornano» in Puglia le «opere d’arte» manoscritte del Medioevo (secc. XIII–
XV), Il Bollettino [Università del Salento] 9 (2012), 24–27, online presso: <http://bacheca.unisalento.it/bollettino/Il_Bollettino_n_9_Ottobre_2012>.
2 Il sito ha esplicitamente per modello quello di SALVIt (Studio, Archivio e Lessico dei Volgarizzamenti Italiani): <www.salvit.org>.
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Come il sito, anche questo utilissimo CD-Rom ha un’architettura complessa,
suddivisa anzitutto in tre grandi sezioni: Biblioteca digitale, Banca dati e Studi.
Nella prima si troverà un vero e proprio scaffale virtuale dei testi pugliesi medievali, da scorrere e consultare a proprio piacimento; la seconda sezione costituisce il cuore dinamico di ADAMaP, permettendo ricerche specifiche all’interno di:
Bibliografia, Biblioteche e archivi, Edizioni antiche, Generi, Incipit ed explicit,
Lingue e dialetti, Manoscritti, Nomi, Opere e Tipologie testuali. La terza sezione
contiene una parte degli studi citati nella bibliografia, da consultare in formato
pdf, attraverso un collegamento al sito web.
Nelle 68 schede che attualmente formano la sottosezione Opere si troveranno in primo luogo informazioni circa i Manoscritti che tramandano l’opera,
cui fanno seguito Incipit, Explicit, Edizioni antiche, Storia della tradizione, Tradizione indiretta, Bibliografia e Note. Beninteso, queste schede costituiscono solo
una prima selezione del materiale inventariabile, la quale, per il momento, ha
indubbiamente un taglio linguistico: obiettivo primario di ADAMaP, del resto, è
quello di raccogliere tutta la documentazione utile alla conoscenza dell’italiano
antico in Puglia, regione da questo punto di vista meno conosciuta rispetto, per
esempio, alla Sicilia, eppure meritevole di un approfondimento adeguato. Una
delle sfide del progetto e dello stesso CD-Rom è infatti dimostrare che questa
lacuna nella storia della lingua si può colmare, anzitutto attraverso un paziente
lavoro di reperimento e organizzazione di tutti i dati disponibili, poi con lo
studio specialistico della documentazione raccolta.3 Alcune di queste opere sono
state studiate vari anni or sono (ma non per questo sarebbe inutile riesaminarle
alla luce delle nuove acquisizioni), come il Libro di Sidrac (sec. XV),4 con
l’edizione del quale praticamente si inaugura la filologia scientifica d’ambito
salentino applicata a un testo di ampia dimensione; altre opere hanno visto la
luce in tempi a noi molto più vicini (mi limito a ricordare i canti d’amore presenti
nel Laurenziano Pluteo 57.365); altre ancora sono inedite ed attendono di essere
presentate alla comunità scientifica da studiosi competenti e volenterosi.
3 Coluccia, Rosario, Migliorini e la storia linguistica del Mezzogiorno (con una postilla sulla antica
poesia italiana in caratteri ebraici e in caratteri greci), Studi Linguistici Italiani 35 (2009), 161–206;
rist. in: Santipolo, Matteo/Viale, Matteo (edd.), Bruno Migliorini, l’uomo e il linguista (Rovigo
1896 – Firenze 1975). Atti del convegno di studi (Rovigo, Accademia dei Concordi, 11–12 aprile 2008),
Rovigo, Accademia dei Concordi, 2009, 183–222.
4 Il «Libro di Sidrac» salentino. Edizione, spoglio linguistico e lessico, a cura di Paola Sgrilli, Pisa,
Pacini, 1983.
5 De Angelis, Alessandro, Due canti d’amore in grafia greca dal Salento medievale e alcune glosse
greco-romanze, Cultura Neolatina 70 (2011), 371–413.
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ADAMaP non ha però solo un pregio sotto il profilo linguistico. Oltre allo
storico della lingua, infatti, anche il filologo, il paleografo e lo storico dell’arte
troveranno nel CD-Rom schede accurate e complete per le proprie ricerche,
redatte da studiosi giovani e preparati. Alle 68 schede di opere appena citate,
infatti, corrispondono 79 schede di manoscritti (si tratta, si noti bene, sia di libri
che di documenti sciolti); ognuna di queste comprende le seguenti voci: Composizione, Dimensioni, Carte, Scrittura, Ornamentazione, Notazione musicale, Legatura, Stato di conservazione, Storia, Contenuto, Note e Opere; esse costituiscono
dunque un’ottima base di partenza per ricerche più approfondite sugli aspetti
materiali degli antichi libri pugliesi.
Di particolare rilievo è la presenza in ADAMaP di manoscritti in caratteri
greci,6 minoritari rispetto a quelli in alfabeto latino ma sempre vergati in Puglia
(più esattamente in Terra d’Otranto) e latori di testi più o meno estesi in italiano
antico.7 Le testimonianze in alfabeto greco sono assai interessanti anche sotto il
profilo paleografico, poiché solitamente presentano scritture di livello elementare, le quali arricchiscono il panorama otrantino tardomedievale e mettono in
luce una categoria di scriventi sinora poco nota.8 L’utilità paleografica dell’intero
CD-Rom, d’altra parte, è garantita anche dal corredo di immagini che completano le schede: esse sono a colori e ad alta risoluzione e se ne troverà almeno una
per ogni scheda.
Questa struttura così ampia e articolata di ADAMaP non comporta, però, una
difficile consultazione (se così fosse, d’altra parte, il suo valore sarebbe ben
minore); anzi questa è piuttosto agevole, poiché le tre macrosezioni sopra ricordate (Biblioteca digitale, Banca dati e Studi) sono tra loro comunicanti e perfettamente interagenti. Grazie alle funzioni Ricerca semplice e Ricerca avanzata è infatti
possibile effettuare delle ricerche mirate, trasversali cioè alle varie schede dei
6 La pratica di mettere per iscritto una lingua con un alfabeto diverso da quello che le è proprio
non è rara nel medioevo (il fenomeno meriterebbe una riflessione congiunta da parte di linguisti e
paleografi). I caratteri greci, in particolare, furono utilizzati per vergare testi in latino, italiano,
francese, sardo e inglese; cf. Distilo, Rocco, Fra latino e romaico. Per un credo «francese» del
Duecento, in: id., Kata Latinon. Prove di filologia greco-romanza, Roma, Bulzoni, 1990, 13–41;
Soddu, Alessandro/Crasta, Paola/Strinna, Giovanni, Un’inedita carta sardo-greca del XII secolo
nell’Archivio Capitolare di Pisa, Bollettino di studi sardi 3 (2010), 7–44; Marco Maggiore, Volgare
italoromanzo, greco e inglese in un codice medievale salentino, in Atti del XLVI Congresso Internazionale della Società di Linguistica Italiana sul tema Plurilinguismo/Sintassi (Università per Stranieri
di Siena, 27–29 settembre 2012), in corso di stampa.
7 Basile, Angela, Repertorio dei testi romanzi in caratteri greci dell’Italia meridionale e della Sicilia
(secc. XIII–XVI), Medioevo Letterario d’Italia 9 (2012), 49–88.
8 Cf. Arnesano, Daniele, La minuscola «barocca». Scritture e libri in Terra d’Otranto nei secoli XIII
e XIV, Galatina, Congedo, 2008, 69–72.
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manoscritti e delle opere, ad esempio per verificare comodamente e rapidamente
la presenza di un autore, di un’opera o di un copista.
Il progetto ADAMaP non finisce con questo CD-Rom. Anzi le prospettive che
si aprono appaiono molto incoraggianti; secondo quanto annunciato dagli stessi
curatori, per esempio, nell’auspicato ADAMaP 2.0 ai manoscritti già inventariati
si affiancheranno i manoscritti in alfabeto ebraico,9 i quali da soli costituiscono
un ambito di ricerca di estremo interesse e di grande fascino, per il respiro
multiculturale che conferirebbero al prosieguo del progetto stesso.10 Non a caso,
la conoscenza della cultura ebraica in Puglia – che già deve tanto agli studi
pluriennali del compianto Cesare Colafemmina († 2012) – è oggi obiettivo di una
vivace stagione di ricerche.11
In definitiva, il CD-Rom ADAMaP è certamente un punto fermo sul cammino
da percorrere nella ricostituzione della biblioteca latina, italiana, greca ed ebraica della Puglia medievale: un itinerario ancora lungo, ma (se verrà confermata
la sinergia degli specialisti e il ricorso a tecnologie informatiche via via più
raffinate) di indubbio rilievo culturale e scientifico e di estrema utilità per la
conoscenza di un nobile passato.
Dr. Daniele Arnesano: Via Calasanzio, 24, I-73012 Campi Salentina (LE),
E-Mail: [email protected]
9 Si veda almeno Cuomo, Luisa, Antichissime glosse salentine nel codice ebraico di Parma (De
Rossi, 138), Medioevo romanzo 4 (1977), 185–271.
10 Su questo tema segnalo Mascolo, Mariapina, Multiculturalità in Puglia. Testimonianze sulla
presenza ebraica dal Medioevo alla rilettura contemporanea, Athanor, XX, n.s. 15 (2011–2012), 115–
137.
11 Ad esempio Perani, Mauro/Grazi, Alessandro, La «scuola» dei copisti ebrei pugliesi (Otranto?)
del secolo XI. Nuove scoperte, Materia Giudaica 11 (2006), 13–41; sulle comunità ebraiche in Terra
d’Otranto ricordo anche i saggi raccolti nel recente volume curato da Lelli, Fabrizio, Gli Ebrei nel
Salento. Secoli IX–XVI, Galatina, Congedo, 2013.
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