Un excursus storico Evoluzione del concetto di Controllo (1) “Control” vs. “Contre-rôle” “Controllo vs. Auditing” “Sistema delle procedure vs. Sistema di Controllo”: variabile è l’area di intersezione CONTROLLO DI GESTIONE CONTROLLO ISPEZIONE, VERIFICA CONTROLLO = GUIDA, GOVERNO STRUMENTO DI DIREZIONE Conseguimento dei fini aziendali in una logica di razionalità economica EFFICACIA Capacità di conseguimento al meglio degli obiettivi EFFICIENZA Rapporto risorse/risultati EFFICACIA Capacità di conseguimento degli obiettivi posti RISULTATI PROGRAMMATI RISULTATI EFFETTIVI EFFICACIA EFFICIENZA L’efficienza esprime il rapporto input-output, cioè la relazione tra consumo di risorse e risultato ottenuto. Può essere misurata con parametri di natura fisico-tecnica che esprimono la quantità di fattore produttivo consumata (ore di lavoro, ad esempio) o in termini di COSTO La valutazione in termini di costo, e quindi l’attribuzione di un valore alle risorse utilizzate rendendole così omogenee rispetto all’unità di misura, consente di interpretare l’efficienza di tutti i fattori produttivi congiuntamente considerati Contemperamento di efficacia ed efficienza EFFICACIA EFFICIENZA CONTEMPERAMENTO DI EFFICACIA ED EFFICIENZA NEI DIVERSI ORIZZONTI TEMPORALI EFFICACIA MEDIO-LUNGO PERIODO bilanciamento BREVE PERIODO EFFICIENZA Evoluzione del concetto di Controllo (2) • Fin dai precursori (es. Schmalenbach), emerge il problema della relazione tra l’informazione e l’utilizzo della stessa” • Non esiste il dato multi-uso ! • “Sistema informativo vs. Sistema di Controllo”: e anche in questo caso variabile è la relativa area di intersezione Prof. Dr. Schmalenbach, Eugen • • geboren 20. August 1873 in Schmalenbach/Halver gestorben 20. Februar 1955 in Köln Evoluzione del concetto di Controllo (3) • E’ ad Anthony però che va attribuito il merito di aver enfatizzato la natura sistemica del Controllo Gestione, con i suoi legami con la Pianificazione, da cui la nota definizione di “processo tramite il quale i Dirigenti si assicurano che le risorse siano ottenute e usate efficacemente ed efficientemente per il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione” Robert N. Anthony Robert N. Anthony, member of the Harvard Business School (HBS) faculty for more than 40 years, renowned and prolific scholar, author and innovator in the field of management accounting and control, and public servant at the U.S. Department of Defense and other government agencies … Il controllo di gestione non dà garanzia di successo Lo favorisce, in quanto agisce su: COMPETENZA DEI MANAGER CULTURA AZIENDALE PROMUOVE LA GESTIONE EFFICACE ED EFFICIENTE DELLE RISORSE NELLE DIVERSE DIMENSIONI TEMPORALI Breve periodo Efficacia Medio-lungo periodo Efficienza DA INCERTEZZA A RISCHIO INCERTEZZA assenza di informazioni relative alla probabilità oggettiva di eventi futuri rilevanti ai fini dell’esito delle scelte Scelta fra più azioni possibili le cui conseguenze non sono determinabili a priori Approccio decisionale di tipo intuitivo RISCHIO Valutazione probabilistica delle conseguenze dei diversi corsi d’azione IL MECCANISMO DI RETROAZIONE RAPPRESENTA IL FULCRO DEL PROCESSO DI CONTROLLO Attitudine al riadeguamento propria dei sistemi Segnalazione scostamenti dell’attività rispetto agli obiettivi Risposta tempestiva tale da ridurre o annullare la difformità Ruolo dello strumento • Lo strumento deve aiutare la razionalizzazione delle scelte, riducendone l’aleatorietà. • La valutazione delle conseguenze dei corsi di azione è di tipo probabilistico. • Il meccanismo di feed-back (=retroazione) rappresenta il fulcro dell’intero processo: si basa sulla capacità di riadeguamento dei sistemi e consta di due elementi fondamentali: • 1) la capacità di segnalare gli scostamenti rispetto agli obiettivi prefissati • 2) la risposta pronta ed adeguata ai segnali per ridurre tali scostamenti Un po’ di storia: il ritratto del nonno … Henry Ford (Dearborn, 30 luglio 1863 – Detroit, 7 aprile 1947) … e la nonna Lizzie (Fort T) Catena di montaggio nel 1920 Il controllo esecutivo (1) • • • • Caratteristiche dell’ambiente: - orientamento verso maggiori volumi produttivi - variabile critica: l’efficienza - presidio fondamentale: controllo dei costi diretti di prodotto • - necessità di forte competenza tecnica (per la fissazione degli standard) • - traduzione di tali elementi in valori monetari Il controllo esecutivo (2) • “ il controllo esecutivo consiste nella ricerca della fedele rispondenza ai principi di efficienza e di efficacia nell’esecuzione di compiti specifici” • Esso cederà però presto il passo al controllo direzionale, perché l’aumento delle dimensioni d’impresa imporranno di favorire lo sviluppo del processo di delega (basato sull’esplicitazione degli obiettivi) IL CONTROLLO ESECUTIVO Ha per oggetto il comportamento dei collaboratori di grado inferiore È teso a promuovere la maggiore EFFICIENZA NELL’ESECUZIONE DELLE DIRETTIVE IL CONTROLLO ESECUTIVO Si fonda sull’individuazione analitica di standard fisici unitari che legano l’utilizzo di ciascun fattore variabile al volume produttivo da ottenere Presuppone che l’operare, oggetto del controllo, sia predefinito nel suo sviluppo ideale e che tale percorso sia ripetibile, nel tempo, un numero significativo di volte PROCESSI STANDARDIZZABILI Effetti dell’aumento dimensionale (anni ’50) • - aumento dei “costi di struttura” • - sviluppo del ruolo delle tecniche contabili ( in termini di supporto al controllo degli effetti delle decisioni sui risultati economici e delle interrelazioni tra questi e i flussi di cassa) • - maggiore razionalizzazione delle decisioni (precedentemente quasi solamente “intuitive”) • - progressivo orientamento all’evoluzione ambientale (sistema “aperto”) GLI ANNI CINQUANTA Sono gli anni dell’espansione dei mercati e della conseguente crescita dimensionale delle imprese Tensione verso maggiori volumi produttivi, diretta a cogliere opportunità di mercato e le economie di scala Variabile critica = EFFICIENZA GLI ANNI CINQUANTA crescita dimensionale delle imprese da CONTROLLO ESECUTIVO (controllo sulla fedele rispondenza ai principi di efficienza ed efficacia nell’esecuzione di compiti specifici) a CONTROLLO DIREZIONALE (necessità di supportare il processo di delega, garantendo al vertice aziendale che i livelli gerarchici successivi si orientino, nel gestire le variabili critiche, nella direzione da lui desiderata) IL CONTROLLO DIREZIONALE Riduzione dell’area esclusivamente esecutiva Sviluppo dell’attività decisionale Diffusione del processo di delega Alta direzione Posizioni decisionali intermedie a contenuto decisionale significativo in ordine decrescente Livelli esecutivi IL CONTROLLO DIREZIONALE L’allungamento della piramide organizzativa fa sì che un numero sempre maggiore di manager si trovi nella condizione di dover interpretare e traslare le strategie di fondo nel quotidiano sviluppo della loro attività volitiva NECESSITÀ DI GARANTIRE UN COMPORTAMENTO ORGANIZZATIVO ORIENTATO AGLI OBIETTIVI AZIENDALI PRIORITARI IL CONTROLLO DIREZIONALE IL BUDGET COME STRUMENTO DI CONTROLLO DIREZIONALE L’effetto della saturazione di alcuni mercati (anni ’60) • La concorrenza aumenta e con lei la criticità delle funzioni commerciali. Mutano gli strumenti di Marketing. • Il ruolo della Programmazione si espande e si dedica a correlare impresa ed ambiente, tramite il supporto alla fissazione degli obiettivi di fatturato. • Ma le due funzioni principali (la produttiva e la commerciale) non sempre hanno le stesse priorità! GLI ANNI SESSANTA Saturazione dei mercati da ORIENTAMENTO ALLA PRODUZIONE a ORIENTAMENTO AL MARKETING L’aumento delle vendite si ottiene anche con mezzi diversi dalla riduzione dei prezzi tipica degli anni cinquanta GLI ANNI SESSANTA L’EFFICACIA diviene elemento critico di tutte le funzioni aziendali Necessità di correlare i diversi ambiti aziendali, poiché l’efficacia non si ottiene attraverso strumenti che indirizzino all’ottimizzazione di singole decisioni gestionali I sistemi di controllo sono chiamati a sostenere i processi di coordinamento Il budget come strumento di coordinamento Efficacia vs. Efficienza • Efficienza: O/I • Efficacia: Output effettivo/Output programmato • La produzione (tende all’efficienza) e ricerca gamme ristrette e rispetto delle fasi produttive … • … Le vendite (tendono all’efficacia) ricercano gamme ampie, flessibilità e tempestività di consegna. Il ruolo dell’organizzazione • Aumenta chiaramente l’importanza dell’organizzazione che deve “bilanciare” e “comporre” dialetticamente tali problematiche. • Gli studi si focalizzano anche sugli aspetti organizzativi del controllo stesso e sulla sua funzione di guida e di motivazione dei managers. • Gli studi di Vancil e di Newman spostano il focus del controllo da una logica di feed-back (basata sull’accertamento degli scostamenti) ad una logica di feed-forward (guida orientata al futuro), in ciò ribadendo la natura sistemica del controllo stesso: tanto più aumenta la complessità, tanto più ci si sposta dal controllo del sistema via feed-back a quello via feed-forward. Il budget come strumento di coordinamento • • • • In questa logica ( di feed-forward) il budget diventa “strumento di coordinamento tra funzioni aziendali”, acquisendo maggiore flessibilità. Il rapporto importante diventa quello tra costi e benefici. Il budget è importante solamente se determina comportamenti organizzativi (in caso contrario si riduce a sovrastruttura). In tale muovono gli studi sul budget a base zero che, finalizzato al controllo dei cosiddetti “costi discrezionali”, capovolge l’approccio tradizionale: dai benefici alle risorse necessarie per ottenerli, in logica economica. La correlazione mezzi-fini (non esplicitabile in chiave quantitativa proprio in quanto trattasi di costi discrezionali, viene recuperata in un’ottica organizzativa). Infatti è proprio agli stessi responsabili delle singole unità organizzative che viene affidato il compito di definire la corretta allocazione delle risorse necessarie ( e possibili), stabilendo una gerarchia di priorità per la scelta delle attività (“pacchetti”) da mantenere. La prima grande crisi petrolifera (1) • I fatti esterni rendono l’ambiente caotico e perturbato e le previsioni a medio termine si fanno inattendibili. • … ma pianificare rimane necessario: all’inizio si reagisce semplicemente accorciando l’orizzonte delle previsioni. In seguito il processo previsionale acquista duttilità, aumentando gli scenari a disposizione e associando ad ognuno di essi un concetto vieppiù sofisticato di probabilità. Fondamentale, ma critico, rimane il momento successivo dell’implementazione delle decisioni strategiche: si parla e si scrive di controllo strategico. • La variabile critica principale è sempre più l’efficacia. I problema appare quello di trovare strumenti in grado di indurre comportamenti strategicamente adeguati. La prima grande crisi petrolifera (2) • Esiste un grave problema di raccordo tra piano e budget, tra medio-lungo periodo e breve periodo … • … nel contempo, in azienda, esiste il problema di equilibrare il rapporto tra efficacia ed efficienza che, nel frattempo, sta recuperando criticità e valenza. • Permangono approcci abbastanza diversificati, per esempio tra mondo anglo-sassone e mondo “continentale” (ed italiano in particolare): va però notato che è il frutto delle diversità storiche e culturali GLI ANNI SETTANTA Si affermano la PIANIFICAZIONE STRATEGICA e il CONTROLLO STRATEGICO Assunzione di un orientamento temporale di mediolungo periodo IL CONTROLLO STRATEGICO Necessità di sviluppare un orientamento al medio-lungo periodo CONTROLLO STRATEGICO COME STRUMENTO ATTO A DETERMINARE UN COMPORTAMENTO ORGANIZZATIVO ORIENTATO ALLA STRATEGIA IL CONTROLLO STRATEGICO Difficoltà nella individuazione di parametri obiettivo in grado di catturare sufficientemente e coerentemente la dimensione strategica L’ORIENTAMENTO ATTUALE NO semplice accostamento di diversi sistemi di controllo “specializzati” (controllo esecutivo + controllo direzionale + controllo strategico) L’ORIENTAMENTO ATTUALE Efficienza di breve periodo Efficienza di medio lungo periodo senza presidio CONTROLLO DIREZIONALE CONTROLLO STRATEGICO Efficacia di breve periodo Efficacia di mediolungo periodo L’ORIENTAMENTO ATTUALE SISTEMA UNICO EFFICACIA MEDIO-LUNGO PERIODO bilanciamento BREVE PERIODO EFFICIENZA IL CONTROLLO ORGANIZZATIVO Investe tutti i sistemi operativi in quanto meccanismi che muovono la struttura organizzativa nel senso dell’ottenimento del comportamento organizzativo orientato agli obiettivi aziendali IL CONTROLLO ORGANIZZATIVO Controllo organizzativo COMPORTAMENTO ORGANIZZATIVO Controllo sociale Si basa sul rispetto delle norme che i gruppi informali, ai quali il singolo appartiene, si danno. Approvazione/disapprovazione del gruppo Controllo individuale Deriva dagli obiettivi e dalle aspirazioni del singolo IL CONTROLLO ORGANIZZATIVO “FARE CONTROLLO ORGANIZZATIVO” significa intervenire razionalmente sui sistemi operativi (sistemi di programmazione e controllo, sistema di selezione e formazione del personale, sistema delle carriere, sistema delle comunicazioni, sistema di auditing, …), tenendo presente che sono accomunati dal rappresentare subsistemi del più ampio sistema aziendale e quindi basati e finalizzati da tale appartenenza I sottosistemi del controllo organizzativo richiedono una progettazione e un funzionamento armonici ed integrati Controllo individuale Controllo organizzativo: Sistema decisionale Sistema informativo Sistema delle procedure Sistema delle ricompense Sistema delle comunicazioni … Sistema di controllo di gestione Controllo sociale