Le ragioni dell’intervento pubblico I Salvatore Curatolo CHE COS’E’ LA SCIENZA DELLE FINANZE La Scienza delle finanze o Economia pubblica è la disciplina economica che studia il ruolo dello stato in una economia di mercato (Con particolare riguardo alle entrate e alle spese pubbliche rappresentate nel bilancio dello stato) Le 3 domande chiave dell’Economia Pubblica Perché lo Stato interviene nell’economia? Come interviene? Quali sono gli effetti economici del suo intervento? Come vedremo, generalmente i mercati concorrenziali producono esiti efficienti Non è quindi facile giustificare l’intervento pubblico Le 2 giustificazioni principali sono: 1) Fallimenti del mercato (mancata efficienza) 2) Redistribuzione (mancata equità, ingiustizia sociale) La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Una giornata Usiamo elettricità, gas, acqua gestititi da imprese pubbliche o private ma regolate dallo stato o da enti pubblici Giriamo per strade costruite dallo stato Veniamo all’Università, che è pubblica (per ora) Beviamo un caffè, fumiamo una sigaretta, consumiamo benzina, il cui prezzo è fortemente influenzato dalle imposte indirette La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Una vita Da giovani passiamo molti anni in scuole, la maggior parte pubbliche o sovvenzionate dallo stato Lavoriamo:il nostro salario o stipendio è gravato in misura rilevante da oneri sociali, che servono per accumulare diritti pensionistici nell’ambito di istituzioni pubbliche. Costruiamo una famiglia, abbiamo figli e in molti casi ci sono sussidi dallo stato (assegni familiari, detrazioni fiscali) Ci ammaliamo e siamo curati quasi sempre in istituzioni pubbliche Cessiamo di lavorare e viviamo di una pensione, quasi sempre (oggi) pubblica Alla fine, saremo probabilmente sepolti in un cimitero costruito dal comune. La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Tutte le attività descritte richiedono un volume elevato di mezzi finanziari in gran parte raccolti con imposte, prelievi coattivi a carico dei cittadini. La descrizione delle spese e delle entrate è condensata nel Bilancio dello Stato, o meglio nei bilanci dei moltissimi enti pubblici che compongono ciò che chiamiamo stato. Bilancio consolidato delle AAPP Cosa fa lo Stato: Richard Musgrave: The Theory of Public Finance Mc Graw Hill, New York 1959 3 funzioni fondamentali dello Stato: Allocazione (efficienza) Redistribuzione (equità) Stabilizzazione (obiettivo macroeconomico) ALLOCAZIONE Lo Stato dovrebbe garantire l’efficienza del sistema economico, superando i fallimenti del mercato, attraverso: * Produzione pubblica (partecipazioni statali; sanità; difesa) • Regolamentazione di attività private (es. authority: AGCM, Consob) • Tassazione (alcool, tabacchi, sanzioni amministrative) REDISTRIBUZIONE Obiettivo: realizzare una equa distribuzione delle risorse Lo Stato corregge la distribuzione delle risorse realizzata dal mercato attraverso: Trasferimenti monetari (pensioni, sussidi) Imposte Offerta di servizi (trasferimenti in kind) : asili, scuole, sanità, polizia, VVFF, difesa,… STABILIZZAZIONE Lo Stato regola il livello dell’attività economica, con gli obiettivi del pieno impiego (e di una inflazione sotto controllo) attraverso: La manovra delle spese e delle imposte Misure che incentivano l’attività produttiva Musgrave scrive negli anni ’50, quando domina la teoria macroeconomica di Keynes: grande fiducia nella capacità di G e T di influenzare il livello di attività economica; ma oggi ??? Visioni dello stato Visione “weberiana” di Musgrave Lo stato benevolente – Il bene comune – la democrazia rappresentativa Le visioni sociologiche e la Public Choice Il conflitto – Le motivazioni politiche – politici e burocrati – lobbying e rent-seeking Gary Becker new political economy Sistemi di welfare endogeni – ruolo della famiglia come agente ottimizzante – modelli multiperiodali – fenomeni di razionamento; es. Curatolo S. “The unskilled trap”, Working paper, Dipartimento di economia, Parma, 2008 Branca separata dell’economia pubblica: Economia del benessere Welfare economics (dal 1930) Obiettivo: definire le motivazioni teoriche dell’intervento pubblico Contesto istituzionale vuoto Si interseca con la filosofia morale e con altre scienze sociali e politiche TEORIA POSITIVA E TEORIA NORMATIVA TEORIA POSITIVA spiega le cause di un fenomeno economico Esempi: Perché.. il bicchiere d’acqua al bar costa di più della compressa di aspirina in farmacia? esiste la disoccupazione involontaria? sono fallite molte importanti banche USA? Lo scopo è capire perché si verificano certi fenomeni TEORIA POSITIVA Altri esempi: Perché.. la difesa è sempre gestita dallo stato e mai da imprese private? la sanità è quasi sempre gestita dallo stato? in autostrada si paga un pedaggio e nelle strade normali no? le compagnie aeree e il ramo RCA delle assicurazioni sono (quasi)sempre in perdita? TEORIA NORMATIVA Individua gli obiettivi di politica economica e gli strumenti idonei per il loro raggiungimento Esempi: Quali sono le politiche migliori… per ridurre la disoccupazione o l’inflazione? per distribuire tra i cittadini il carico tributario? per gestire il servizio di trasporto ferroviario o quello su gomma? Si basa su giudizi di valore; implica una teoria positiva sottostante L’ Economia pubblica si occupa sia dell’aspetto positivo sia di quello normativo Il contesto teorico più appropriato per discutere gli aspetti normativi è l’ECONOMIA DEL BENESSERE: studia quali condizioni devono essere rispettate affichè la società raggiunga il massimo benessere collettivo assumono un rilievo particolare i concetti di: EFFICIENZA e di EQUITA’ In questa fase storica è molto diffusa la convinzione che un’economia di mercato decentrata sia più efficiente di un’economia in cui l’intervento pubblico è ampio. Da quali principi teorici trae origine questa affermazione? Dai risultati dell’Economia del Benessere e in particolare dal c.d. Primo Teorema dell’Economia del benessere L’idea di fondo dell’Economia del benessere individuare le condizioni di efficienza economica (ottimo Paretiano): . Partendo da una data distribuzione iniziale di risorse . Accettando giudizi di valore minimali Questa ricerca di solito non consente di individuare un solo punto di ottimo, ma infiniti. Interviene allora un principio di equità sulla base del quale è possibile pervenire ad una scelta, e tra tutti gli infiniti ottimi paretiani se ne sceglie uno solo, l’ottimo sociale ECONOMIA DEL BENESSERE Presupposti “filosofici” Individualismo metodologico: gli individui sono i migliori giudici di se stessi e scelgono secondo criteri egoistici Visione non organicistica della società: non esiste un bene della “società” diverso da quelle degli individui che la compongono Principio di Ottimo Paretiano: c’è un miglioramento di benessere solo se almeno un individuo migliora e nessun altro peggiora. Vilfredo Pareto (1848-1923) Nel 1893 occupa a Losanna la Cattedra di Leon Walras Def.: Una allocazione è un ottimo paretiano se a partire da essa non è possibile spostarsi in un’altra in cui almeno una persona sta meglio senza che alcuno stia peggio E’ una allocazione che non ammette miglioramenti paretiani. Scatola di Edgeworth – miglioramenti paretiani nello scambio, a partire dall’allocazione iniziale A x21 2 x12 .. B A X11= x1 1 X22= x2 - x21 - x12 Curva dei contratti di Edgeworth – sentiero degli equilibri paretiani x21 . x12 2 C . B X11= x1 1 X22= x2 - x21 - x12 I presupposti “filosofici” dell’Economia del Benessere sembrano ragionevoli, ma.. Visione individualistica: non sempre gli individui agiscono nel proprio interesse o hanno un orizzonte temporale abbastanza ampio (alcool, guida troppo veloce, scuola, …) b. di merito Visione non organicistica della società: molti pensano che esistano valori comunitari (il senso dell’identità nazionale, la protezione dell’ambiente come valore al di sopra delle scelte individuali) Principio di Ottimo Paretiano: induce a legittimare lo status quo. Legittima solo le riallocazioni in cui un agente sta meglio, senza che alcuno stia peggio. Se A ha 10 mld. di euro e B ha 10 euro, non è lecito sottrarre ad A neppure un euro per aumentare il benessere di B. Condizioni di ottimo Paretiano Efficienza nella Produzione : SMST Efficienza nel consumo (scambio): Efficienza globale: Beneficio marginale del bene X in termini del bene Y X K ,L SMS SMST A X ,Y Y K ,L SMS B X ,Y SMS X ,Y SMTX ,Y Costo marginale del bene X in termini del bene Y OTTIMO PARETIANO una definizione formale E’ una situazione in cui non è possibile, attraverso modificazioni delle condizioni di produzione e scambio, migliorare il benessere di un individuo senza diminuire quello di qualche altro individuo L’OTTIMO PARETIANO dipende dalla allocazione iniziale delle risorse Poiché le possibili allocazioni iniziali delle risorse tra gli individui sono infinite, esistono infiniti punti ottimo-paretiani, almeno uno per ogni allocazione iniziale Essi possono essere rappresentati, nel caso di due individui, dalla frontiera delle utilità La frontiera delle utilità è l’insieme delle allocazioni Pareto-Efficienti U2 A . A e C sono ottimi Paretiani B non è un ottimo Paretiano . C B 0 U1 Area dei possibili miglioramenti paretiani a partire da B MIGLIORAMENTO PARETIANO = Passaggio ad una nuova allocazione (riallocazione), in cui almeno un individuo sta meglio, e nessuno sta peggio Il passaggio dai payoff (5,6) a (6,6) è un miglioramento paretiano, Il passaggio da (5,6) a (6,5) non lo è. Primo teorema dell’economia del benessere Un equilibrio concorrenziale walrasiano (di concorrenza perfetta) è Pareto-ottimale (è un punto sulla frontiera dell’utilità) La “mano invisibile” di A. Smith. dalla “Ricchezza delle nazioni”, 1776: Every individual...generally, indeed, neither intends to promote the public interest, nor knows how much he is promoting it. … and by directing that industry in such a manner as its produce may be of the greatest value, he intends only his own gain, and he is in this, as in many other cases, led by an invisible hand to promote an end which was no part of his intention. It is not from the benevolence of the butcher, the brewer, or the baker, that we expect our dinner, but from their regard to their own interest. We address ourselves, not to their humanity but to their self-love, and never talk to them of our necessities but of their advantages. Leon Walras (1834-1910) Formalizza la teoria dell’EEG Approccio marginalista Legge di Walras: se n-1 mercati concorrenziali sono in equilibrio, lo sarà anche l’n-esimo L’equilibrio economico generale walrasiano determina l’uguaglianza tra utilità relative nello scambio e produttività relative nella produzione attraverso i prezzi relativi (la mano invisibile) in un’economia di mercato concorrenziale Primo teorema dell’economia del benessere In un contesto di equilibrio parziale l’ottimo paretiano concorrenziale è caratterizzato da: Prezzo = Costo marginale Quindi: Beneficio marginale = Costo marginale P A sinistra del punto di equilibrio, il beneficio marginale di una unità di bene è superiore al suo costo marginale È socialmente efficiente aumentare Q A destra del punto di equilibrio, il beneficio marginale di una unità di bene è inferiore al suo costo marginale È socialmente efficiente diminuire Q Offerta aggregata In equilibrio, la curva di domanda (beneficio marginale) interseca la curva di offerta (costo marg.) B’=C’ Domanda aggregata Q • In corrispondenza dell’allocazione di equilibrio concorrenziale, è massimizzato il benessere sociale, dato dalla somma del surplus dei consumatori e del surplus dei produttori ma… • le condizioni di concorrenza perfetta, presupposto per l’applicazione del Primo Teorema dell’Economia del benessere, si realizzano molto difficilmente Dal I teorema discende una prima motivazione dell’intervento pubblico: Se il mercato non è perfettamente concorrenziale, l’intervento dello stato è giustificato per correggere l’esito del mercato e avvicinarlo alla condizione di concorrenza perfetta Il mercato non è perfettamente concorrenziale se vi sono Fallimenti del mercato (monopolio, beni pubblici, esternalità, ecc.) E’ una giustificazione di efficienza dell’intervento pubblico Anche se l’equilibrio concorrenziale è efficiente, non è detto che sia anche equo, cioè che corrisponda ai giudizi di valore distributivi che la società esprime. Per trovare l’ ottimo sociale, cioè una allocazione che è non solo efficiente, ma anche equa, è necessario disporre di un criterio di scelta tra i punti della frontiera dell’utilità Bisogna usare una funzione del benessere sociale FBS Funzione del benessere sociale W = W(U1, U2) è il criterio in base al quale è possibile ordinare tutti i possibili stati sociali Rappresenta i giudizi di valore di una società sulla distribuzione delle utilità Esistono tante possibili funzioni del benessere sociale 1) FBS Benthamiana (Utilitarista) W= U1+U2 2) FBS Egualitaria: U2= W - U1 U2 = U1 3) FBS Rawlsiana (da John Rawls) W = Min (U1, U2) Il benessere sociale è uguale al livello di utilità del soggetto che sta peggio il benessere sociale aumenta solo se aumenta l’utilità del più povero