L’evoluzione del pensiero economico
• Differenza fra scienze sociali e scienze esatte: non c’è
un progresso lineare e continuo
• Gli economisti di cui parleremo sono tutti importanti nella
storia del pensiero, ma non parleremo di tutti gli
economisti importanti nella storia del pensiero! La
selezione è funzionale ai temi affrontati nel corso
• Riferimenti bibliografici aggiuntivi al Bowles :
– http://cepa.newschool.edu/net (in inglese)
– Screpanti&Zamagni Storia del pensiero economico, il Mulino,
Bologna (in italiano)
Adam Smith (1723-1790)
Concorrenza e coordinamento
• Il problema centrale dell’economia è il coordinamento: in
che modo la società può coordinare le attività indipendenti
di molti attori economici?
• La divisione del lavoro è la chiave del coordinamento
perché crea interdipendenza
• Razionalità ed egoismo: l’interesse individuale genera
coordinamento nel mercato se i diritti sono ben definiti e c’è
concorrenza (cfr. Hobbes e la necessità dello stato)
• Mano invisibile: mercati concorrenziali guidano l’economia
verso il miglior uso delle risorse naturali ed umane
• Stato minimo e laissez-faire (ma con eccezioni)
Egoismo, scambio e ordine spontaneo
• La propensione a SCAMBIARE è naturale negli esseri umani e deriva
dal desiderio di persuadere e di essere approvati.
• L’interesse egoistico PUÒ ESSERE congruente con il benessere sociale
“Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci
aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio
interesse. Noi non ci rivolgiamo alla loro umanità. Ma al loro egoismo e con loro
non parliamo mai delle nostre necessità, ma dei loro vantaggi” (R.d.N, vol.I)
• L’egoismo individuale genera sviluppo e ordine sociale come risultato
non-intenzionale – ordine spontaneo
• NB: per funzionare l’egoismo deve essere “prudente” e “moderato”
La mano invisibile
“… chiunque impieghi il suo capitale per sostenere l’attività
produttiva interna si sforza necessariamente di dirigere tale
attività in modo tale che il suo prodotto sia il massimo possibile.
[…] egli non intende, in genere, perseguire l’interesse pubblico,
né è consapevole della misura in cui lo sta perseguendo. […]
EGLI MIRA SOLO AL PROPRIO GUADAGNO ED È
CONDOTTO DA UNA MANO INVISIBILE A
PERSEGUIRE UN FINE CHE NON RIENTRA NELLE
SUE INTENZIONI. Né il fatto che tale fine non rientri
sempre nelle sue intenzioni è sempre un danno per la società.
Perseguendo il suo interesse, egli spesso persegue l’interesse
della società in modo molto più efficace di quando intende
effettivamente perseguirlo.
(Adam Smith, La Ricchezza delle Nazioni, Libro IV, Cap.2)
Smith: divisione del lavoro
“La causa principale del progresso nelle capacità produttive del lavoro,
nonché della maggior parte dell'arte, destrezza e intelligenza con cui il
lavoro viene svolto e diretto, sembra sia stata la divisione del lavoro”.
• L’esempio della fabbrica di spilli dell’Enciclopedia di D’Alambert
“Quando tutta l'attenzione delle menti è indirizzata verso un unico
scopo, è molto più probabile che si scoprano metodi più semplici e rapidi
per raggiungerlo, che non quando l'attenzione è dispersa fra una grande
varietà di cose. Ora, in conseguenza della divisione del lavoro, l'intera
attenzione di ogni uomo viene indirizzata verso un unico oggetto molto
semplice. È dunque naturale aspettarsi che, tra coloro che sono impiegati
in un singolo ramo di attività, qualcuno possa escogitare metodi più
semplici e rapidi per svolgere il suo lavoro, sempre che la natura del
compito consenta tali miglioramenti”
(R.d.N., Libro I)
Smith: vantaggi dalla divisione del lavoro
Per Smith sono tre le ragioni per cui l’approfondimento della
divisione del lavoro fa aumentare la sua produttività,
1) aumentando l’abilità del lavoratore-specialista,
2) riducendo i tempi morti che inevitabilmente ci sarebbero
nel passaggio da una mansione ad un’altra
3) riducendo il lavoro ad operazioni sempre più semplici e
permettendo l’utilizzo di macchine che riproducono queste
semplici operazioni
Smith: vantaggi dalla divisione del lavoro
“Con lo sviluppo della divisione del lavoro, l'occupazione della
stragrande maggioranza di coloro che vivono di lavoro, cioè della gran
massa del popolo, risulta limitata a poche semplicissime operazioni,
spesso una o due. Ma ciò che forma l'intelligenza della maggioranza
degli uomini è necessariamente la loro occupazione ordinaria. Un
uomo che spende tutta la sua vita compiendo poche semplici
operazioni, i cui effetti oltretutto sono forse sempre gli stessi o
quasi, non ha nessuna occasione di applicare la sua intelligenza o di
esercitare la sua inventiva a scoprire nuovi espedienti per superare
difficoltà che non incontra mai. Costui perde quindi naturalmente
l'abitudine a questa applicazione, e in genere diviene tanto stupido e
ignorante quanto può esserlo una creatura umana”
(R.d.N., Libro V)
Anticipa il concetto di alienazione
Karl Marx (1818-1883)
Marx: comando e potere
• Il capitalismo è un sistema economico straordinariamente
produttivo rispetto ai precedenti
• Il potere e il controllo sono ingredienti essenziali del
funzionamento del mercato
• Lo scambio di mercato non è solo volontario, può essere
espressione di sfruttamento
• Gli individui formano gruppi, o classi (definite in base alla
relazione rispetto ai mezzi di produzione)
• Concorrenza ‘verticale’ o di classe
• Presenza di disoccupazione strutturale “esercito industriale di
riserva”
• Il capitalismo è un ostacolo al pieno sviluppo del potenziale
produttivo di una società perché il conflitto fra padroni e
lavoratori preclude l’adozione di nuove tecnologie
• Importanza del cambiamento: il capitalismo genera forze
I teorici della rivoluzione marginalista
William Stanley Jevons
Theory of Political
Economy (1871)
Carl Menger
Principles of
Economics (1871)
Leon Walras
Elements of Pure
Economics (1874 – 1877)
Razionalità ed economia
• L’ipotesi fondamentale dell’approccio marginalista è che gli
agenti economici sono razionali
• Razionalità = scelta in base ad un criterio e coerenza nel
seguire il criterio
• In economia il criterio di riferimento è il perseguimento del
proprio benessere/della propria utilità e il comportamento
razionale consiste nel massimizzare il proprio benessere/la
propria utilità
• Dal 1870 in poi il criterio di razionalità è stato interpretato e
formalizzato come criterio di scelta al margine (da cui,
approccio marginalista)
Razionalità come scelta al margine
• Esempio: sono uno studente di questo corso, mi conviene studiare
un’ora in più per l’esame?
• In altre parole, mi conviene variare al margine il mio impegno nello
studio?
• Per saperlo, uno studente razionale applicherebbe la regola
marginalista o ragionamento marginale: confronterebbe i costi e i
benefici derivanti da una variazione marginale dell’impegno
• Variazione marginale: piccolo cambiamento incrementale rispetto ad
una data quantità e ad un dato piano di azione
• La regola marginalista comporta che una scelta venga compiuta se:
BM > CM
• Dove: BM= beneficio marginale; CM= costo marginale
La regola marginalista: analisi grafica
In qualsiasi problema economico il
massimo benessere si trova quando il
beneficio marginale di una certa azione
uguaglia il suo costo marginale.
Costo
Beneficio
Prezzi di riserva
Problema: quanto acquistare del bene x?
Beneficio ottenuto da x → b(x)
Beneficio marginale di x (Prezzo di
riserva)
Prezzo unitario di x → p
Costo di x → c(x) = px
Costo marginale di x → CM(x) = p
Beneficio netto totale ottenuto da x:
b(x) – c(x)
Beneficio netto marginale di x:
BM(x) – CM(x)
Il beneficio netto totale è massimo quando
si acquista x* t.c. BM(x) = CM(x)
E
CM
BM
x*
x
Concetti-chiave
•
•
•
•
utilità marginale (cardinale)
soddisfazione dei bisogni
allocazione delle risorse
massimizzazione del piacere e
minimizzazione del dolore
• equilibrio economico.
Economia marginalista vs.
Economia classica
Economia Marginalista
Economia classica
Problema centrale: allocazione
ottima di risorse scarse; equilibrio
economico (statica)
Problema centrale: crescita
economica; distribuzione come
causa di sviluppo (dinamica)
I soggetti sono agenti economici
razionali; massimizzano l’utilità
I soggetti sono classi sociali con
interessi contrapposti
Teoria del valore soggettivistica
(primato del consumo):
utilità marginale (decrescente)
Teoria del valore oggettivistica:
Costo di prod.; lavoro contenuto
Alfred Marshall
“political economy” o “economic science” ?
• Per primo usa il termine “economics”: l’economia è una
scienza. E’ affine non tanto alle scienze fisiche quanto a
quelle storico-sociali e, tra quelle naturali, alla biologia.
• Ritiene che tra economia classica ed economia marginalista
non ci sia discontinuità metodologica. La ‘nuova’ teoria è
‘neoclassica’
• Metodo complesso: combinazione di rigore logico-analitico e
di ricorso all’esperienza storica.
• Riteneva utile l’uso della matematica, ma solo per la statica
economica.
• I concetti economici devono essere espressi in un linguaggio
semplice e accessibile. L’analisi economica deve servire a
interpretare la realtà.
• metodo del “caeteris paribus” o analisi di equilibrio
parziale: far variare un elemento solo alla volta e osservarne
Vilfredo Pareto
Tre contributi fondamentali
• Concetto di utilità ordinale: un consumatore può
valutare se il suo benessere migliora o peggiora per
effetto di una scelta, ma non di quanto migliora/peggiora
• Identificazione di un criterio per l’allocazione delle risorse
– il criterio paretiano
• Identificazione di una regolarità empirica sulla
distribuzione del reddito – il principio (o la distribuzione)
di Pareto
Criterio paretiano ed efficienza paretiana
Il “criterio di Pareto ” afferma quanto segue:
Un’allocazione A è superiore a un’altra allocazione B,
se almeno un soggetto preferisce A a B
e nessuno preferisce B ad A (e viceversa).
oppure
Un’allocazione A è superiore a un’altra allocazione B,
se in A tutti stanno altrettanto bene che in B e
almeno uno sta meglio in A che in B
A = (10, 3, 7)
Non tutte le allocazioni
sono Pareto Ordinabili
B = (10, 2, 7)
C = (9, 5, 16)
Criterio Paretiano (da W. Pareto)
Un'allocazione è efficiente (ottima) nel senso
di Pareto
se non ne esiste un'altra che sia migliore sulla
base del principio di Pareto;
cioè, se non è possibile migliorare il benessere
di qualcuno senza peggiorare quello di qualcun
altro
Il criterio paretiano come criterio
di allocazione delle risorse
Utilità di Eugenio
d
g
c
•b
h
a
e
Utilità di Giuseppe
Friedrich August von Hayek
(1899 – 1992)
Il ruolo cruciale dell’informazione nell’economia
• Le informazioni rilevanti per massimizzare il benessere sociale sono
disperse nell’economia (possedute dai singoli agenti economici)
• Lo scambio di mercato, attraverso la formazione dei prezzi, è l’unico
sistema in grado di rivelare correttamente tali informazioni
"il meraviglioso sistema dei prezzi è un meccanismo perfetto per
comunicare informazioni con la velocità del vento anche nelle regioni
più remote”
• Un pianificatore centralizzato (anche se ben intenzionato) non
disporrebbe mai di tutta l’informazione necessaria a massimizzare il
benessere sociale
• Il ruolo dello stato dovrebbe essere limitato al mantenimento dello stato
di diritto, con il minimo possibile intervento
• Diventato un’icona del conservatorismo (e di Margareth Thatcher e
Ronald Reagan), non si dichiarava però conservatore
Joseph Schumpeter (18831950)
Imprenditori, Innovazione e Cambiamento
• Lo sviluppo è dovuto all’attività dell’imprenditore
Centrale è la figura dell’imprenditore innovatore
• L’imprenditore non dovrebbe essere
giudicato da quanti profitti riesce a fare
ma da quanto innovazione riesce a creare
• Se i mercati sono liberi e la concorrenza è
garantita le due cose coincidono
Concorrenza, monopolio e ciclo
• La concorrenza dinamica (“distruzione creatrice” ≠ concorrenza
sui prezzi) induce le imprese a cercare di ottenere monopoli
attraverso l’innovazione e, per questa via, genera continuo
cambiamento
• La produzione su larga scala facilita la realizzazione di
innovazioni: le grandi imprese tendono a dominare l’economia
capitalista (“accumulazione creatrice”)
• Il capitalismo comporta cicli di espansione (20-30 anni) e
successivo ristagno dell’economia, connessi con le dinamiche
innovative
• Il flusso di innovazione non è continuo: l’innovazione avviene a
“grappoli” o “sciami”.
• Questo determina la fase ascendente del ciclo economico.
• Quando le innovazioni si diffondono, inizia la fase discendente
del ciclo.
John Maynard Keynes
Keynes e il funzionamento dei mercati
Il contributo principale di Keynes è quello di aver posto
l’accento sull’imperfezioni dei mercati
Il funzionamento sempre efficiente e perfetto dei
mercati non solo è un utopia, ma è (al pari del
comunismo) un utopia pericolosa
L’imperfezioni e la incompletezza dei mercati rendono
necessario l’intervento pubblico in economia
Le sue idee sul funzionamento non sempre efficiente dei mercati
finanziari riprese da alcuni economisti di scuola keynesiana
successivamente si sono rivelate profetiche nell’ultima crisi
economica
Disoccupazione e intervento statale
• La disoccupazione non è soltanto un fenomeno volontario
• Cfr. economia neoclassica, in cui la disoccupazione è
sempre solo volontaria perché il meccanismo di
domanda&offerta tende ad equilibrare il mercato
• La disoccupazione non volontaria dipende da una carenza
di domanda e può pertanto essere mitigata con un
aumento dei salari che comporta un aumento della
domanda (e quindi della produzione)
• L’intervento pubblico può aiutare l’economia capitalistica
se assume la forma di un aumento della domanda totale
dell’economia
Ronald Harry Coase
Perché esistono le imprese?
• L’economia neoclassica tratta le imprese come un dato e
come una “black box”, la cui struttura interna non è
rilevante
• Non consente di spiegare perché tutta l’economia non è,
in effetti, organizzata attraverso scambi di mercato fra
soggetti indipendenti, ma anche attraverso relazioni di
autorità (nell’impresa)
• Coase spiega che l’impresa esiste perché…conviene!
costo di organizzare la produzione attraverso la gerarchia
dell’impresa
<
costo di organizzare la produzione attraverso molteplici
scambi di mercato
Il “Teorema di Coase”
• I fallimenti del mercato possono essere curati senza intervento
dello stato se
• - i diritti di proprietà sono attribuiti in modo non ambiguo fra le
parti
• - se non è troppo costoso contrattatore
• Quando scrive l’articolo che espone questa conclusione intende
criticare le conclusioni raggiunte da un altro economista – Pigou –
che indicava la necessità di un intervento statale sotto forma
dell’imposizione di tasse quando si verifica un’esternalità (la
tassa “punisce” chi causa l’esternalità, inducendolo ad eliminarla)
Il teorema di Coase: esempio numerico
• Danneggiante potenziale
– Può arrecare un danno di 50
– Può prendere precauzioni ad un costo di 30
• Vittima
– Non può prendere precauzioni
• Se il “diritto di arrecare il danno” è attribuito al danneggiante, la
vittima può pagare una cifra compresa fra 30 e (50 – e) al
danneggiante per indurlo ad installare i filtri;
• Se il “diritto a non subire il danno” è attribuito alla vittima, il
danneggiante pagherà 30 per installare il filtro invece di pagare un
risarcimento di 50
Un accordo mutuamente vantaggioso sarà raggiunto ogni volta che
esiste
La distribuzione dei diritti di proprietà influisce sulla distribuzione
del benessere
Douglass North
Istituzioni e sviluppo
• Approfondisce l’analisi dei costi di transazione
• Istituzioni come vincoli formali (come le leggi) o informali
(che, dice, sono «parte di un’eredità che si chiama
cultura») concepiti dagli uomini per regolare l’interazione
sociale
• Feedback fra organizzazioni e istituzioni: le istituzioni
influenzano il funzionamento delle organizzazioni e viceversa
• I feedback fra organizzazioni e istituzioni influenzano le
possibilità di sviluppo dei diversi paesi
Amartya Sen
Equità, capabilities e altruismo
• Importanza dell’equità: il benessere non si
misura soltanto con il reddito, ma con le
“capabilities”, capacità di fare
• L’egoismo non è l’unica motivazione dell’agire
umano: altruismo e moralità sono altrettanto
importanti
• L’economia delle carestie: le carestie non
dipendono dalla carenza di cibo, ma dalla
distribuzione diseguale del reddito e del potere
in un contesto di governo non democratico
Comparazione fra prospettive economiche/1
Comparazione fra prospettive economiche/2
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Obiettivi di questa e della prossima lezione