cucine 00 Benedetta patata.indb 1 08-Mar-13 3:28:11 PM Benedetta patata di Salvatore Marchese La prima edizione di questo libro è stata pubblicata nel 1999 Tutti i diritti sono riservati Nuova edizione aggiornata: marzo 2013 © 2013 Lit Edizioni s.r.l. Orme è un marchio di Lit Edizioni s.r.l. Sede operativa: Via Isonzo 34, 00198 Roma Tel. 06.8412007 – fax 06.85865742 (su licenza di Tarka/Fattoria del Mare s.a.s. di Franco Muzzio) www.ormebooks.it Redazione e revisione informatica dei testi a cura di Angela Tanania Impaginazione: Monica Sala Stampa Grafiche del Liri s.r.l. Via Napoli, 852 03036 Isola del Liri (FR) per conto di Lit Edizioni s.r.l. Largo Giacomo Matteotti 1 Castel Gandolfo (RM) 00 Benedetta patata.indb 2 08-Mar-13 3:28:11 PM Salvatore Marchese Benedetta patata Storie, folclore, ricette 00 Benedetta patata.indb 3 08-Mar-13 3:28:11 PM 00 Benedetta patata.indb 4 08-Mar-13 3:28:11 PM Indice Presentazione di Gabriella Molli XV Patate nella cenere di Salvatore Marchese XIX Dalle Ande agli Appennini e alle Alpi 1 Gateau di patate farcito alla savoiarda 10 Puree di patate all’inglese 10 Patate all’inglese 11 Patate cotte sotto la cenere 11 Patate alla lionese 11 Patate alla maître-d’hôtel 11 Patate in salsa bianca o salsa spagnuola 11 Patate alla provenzale 12 Purée di patate in crostata alla printanière 12 Patate alla bergamasca 12 Patate in insalata calda alla nizzarda 13 Lattata (purée) di patate all’inglese 13 Patate a crosta (au gratin) 14 De’ Pomi Di Terra ossia Patate 15 Premessa di Salvatore Marchese 16 La Società Patria A’ M. Revv. Parochi Rurali 17 De’ Pomi De Terra ossia Patate 19 Annotazioni 30 Le patate di Don Pietro Quilico 43 Il diavolo e il contadino 46 Patata Quarantina 49 Prebugiun della Brinca 51 00 Benedetta patata.indb 5 08-Mar-13 3:28:11 PM VI benedetta patata Patate di montagna di ieri, oggi e domani 53 La sosa 54 Insalata di patate lesse prezzemolate e trota salmonata affumicata 54 La frecacha 55 Bignet di patate 55 Cannelline di patate 55 Crema di patate rosse di Gimillan gratinata al tuorlo d’uovo e tartufo 56 Rollatina di patate, funghi porcini e ricotta di alpeggio 57 Crespellina di patate soffiata, ragù di salsiccia e crema di Fontina 57 Patata farcita con fonduta e tartufo nero pregiato 59 Foie gras d’oca con spuma di patate rosse e salsa al Sauternes 60 Crema di patate e porri con spuma di parmigiano e tartufo nero 60 Canederlo di patate, luganeghe e Spressa 61 Sgombro con sedano, caviale e alchechengi 63 Patate, pino e gamberi 64 Sformato di mele e patate con gelato al ginepro, gelato alle mandorle e spuma al latte di capra 65 Delizie valdesi 67 Sformato di fiori di lavanda 70 Calhiettes tradizionali 71 Le patate viola 73 Tagliatelle verdi con patate viola, zucca e salsiccia 73 Tortellini di patate e aglio dolce di Voghera con le vongole 74 Mosaico di polenta e lardo 75 Tortino alle cozze 76 Tartine di patate viola al baccalà 77 Ratatouille alle patate viola 77 Insalatina di calamaretti, patate viola e maionese allo zenzero 78 “Stracciatella”, Raschera e tartufo 79 Focaccia al rosmarino 80 00 Benedetta patata.indb 6 08-Mar-13 3:28:11 PM indiceVII I riti conviviali 81 Bagna cauda 81 La “bagna caoda” del San Marco 82 Raclette84 Patata in “raclette” 86 Buone come il pane 87 Treccia di formaggio e patate 89 Panini di patate arrosto e lumache 90 Marocca di Casola 90 Premessa alle ricette 93 Antipasti 95 Insalata di patate, fagioli e tonno 95 Insalata russa 95 Patate, maionese e caviale 96 Tramezzini al forno 96 Le patate di Truman Capote 97 Insalata Nizzarda 98 Sformato di tonno e patate 99 Millefoglie di patate e baccalà 99 L’equivoco del tubero 100 Crema di patate con tartufo bianco 101 Patate, uova e crema di pomodoro 102 Patate e petto di pollo 102 Budino di patate al tartufo nero con insalata di baccalà e spinaci e salsa all’uvetta 103 Patate in bagna cauda 104 Insalata di patate e acciughe 105 “Niçoise” con acciughe, gelatina di peperone giallo, cialda di olive nere, spuma di patate e pomodorino fritto 105 Bomboloni di patate 108 Mostacciuoli di patate 108 Millefoglie di patate con fegatelli al miele 109 Insalata fredda e bottarga 109 Nidi di patate fritte con le lumache allo scalogno e pistacchi 110 Zuppetta di gamberoni 111 00 Benedetta patata.indb 7 08-Mar-13 3:28:11 PM VIII benedetta patata Gamberi arrostiti con crema di patate all’erba cipollina e funghetti di bosco 112 Cappon magro 113 Cappone di galera 114 Cappon magro (I) 115 Cappon magro di casa Molli 116 Cappon magro (II) 119 Primi 123 Colori e forme della patata 123 Gli gnocchi 124 Il mistero delle ravioles della Val Maira 125 Ravioles 125 Riso al latte 129 Maccheroni e patate con funghi 129 Crema di zucca 130 Macarons e trifolas 130 Patata in gnocchi 131 Gnocchi con calamaretti, fagioli e pesto 132 Gnocchi di patate con vellutata di porro e due caviali 132 Gnocchetti di patate con ricotta e rucola al pesto 133 Gnocchi ai funghi porcini 134 Gnocchi alle melanzane 134 Gnocchi di patate e cappelle di porcini su foglie di castagne con profumo di bacche di rose selvatiche 135 Gnocchi al sugo di tartufi neri 136 Gnocchi al cioccolato 137 Gnocchi alle susine 137 Gnocchi di cuore di fegato grasso d’oca 138 Gnocchi affumicati farciti al Raschera e tartufo 139 Gnocchi in salsa di noci 140 Gnocchi soffiati lime e palamita 141 Gnocchi di patate gratinati al baccalà 141 Gnocchetti al nero di seppie con calamaretti e carciofi fritti 142 Gnocchi di patate farciti con fonduta di Fontina d’alpeggio e cardi glassati 143 Ravioli di patate e verdure al burro e salvia 145 00 Benedetta patata.indb 8 08-Mar-13 3:28:11 PM indiceIX Ravioli di patate 146 Cialzons 147 Cialzons di Timau 148 Ravioli di patate e porcini 149 Ravioli di patate e salsiccia 150 Raviolo gratinato al tartufo bianco 151 Ravioli di patate con crema di carote, pesto e scampi 152 Raviolo di patate, acciughe salate e burrata con broccoli pomodorini e acciughe fresche 154 Ravioli di patate alla svedese 155 Ravioli di patate alle erbe di campo 156 Cappelletti di patate con pasta di farina di castagne, crema di funghi e piedino di maiale alle erbe 157 Idrijski zlikrofi 159 Caramelle di pasta di mais farcite di cipolla di Cannara, patate rosse di Colfiorito, Montasio e maggiorana con salsa di lardo, erba cipollina 160 Fagottini di patate glassati al parmigiano con ragù d’agnello 161 Tafina 162 Minestra di bomboline di patate 163 Ragù di pomi di terra 164 Gigli al ragù di polpo allo zafferano e porro croccante 165 Crema di patate e funghi 166 Zuppa del sabato 167 Zuppa alla ueca 168 Minestra di vermicelli alla lattata di patate 168 Minestra alla livornese 169 Cannelloni di farina di castagne con ripieno di patate e spugnole su fonduta di Sarazzo 170 Lasagna con pasta ai pomodori secchi, fagiolini, patate e pesto alla genovese 172 Lasagna con rape rosse, patate con aceto al timo, nocciole tostate, julienne di porro, salsa di burro e parmigiano 173 Riso cozze e pecorino 174 Risotto al Pecorino di fossa e tartufo bianco di Gubbio 175 Rollè di pasta farcita con patate aromatizzate in salsa di zucca e Aceto Balsamico tradizionale di Modena 175 00 Benedetta patata.indb 9 08-Mar-13 3:28:11 PM X benedetta patata Patata, cibo prediletto degli Incas 177 Tagliatelle alla contadina 178 Tagliatelle, patate e cavoli 178 Tagliatelle con porri e ricotta 179 Trenette al pesto con patate e fagiolini 180 Elogio del minestrone 180 Il minestrone secondo Ferrer 181 Minestrone alla genovese 184 La pasta e fagioli di Tonino Guerra 186 La Jota 187 Minestra di fagioli e patate 188 Jota della Majda 191 Secondi 193 Il fritto misto 193 Fritto misto 193 “Cubo” di fegato grasso, sfoglie croccanti di patate (dedicato a De Chirico) 195 Triglie al vapore con patate alle erbe aromatiche 196 Branzino al vapore di timo con scampo avvolto nelle patate, salsa al Fortana e purea di ceci 197 Spuma di anguilla e patate, olio alle erbe aromatiche 198 Triglia spadellata con purè al profumo mediterraneo 199 Patate e acciughe 200 Patate e baccalà 201 Tortino di baccalà e sapori di sale 201 Tortino al radicchio di Treviso, salsiccia e Gorgonzola 202 Involtini di pesce spada dello Stretto 203 Guazzetto di capperi e patate con involtini di pesce spada al finocchio, cubi di melanzane arrosto e burro d’aglio 204 Sformato di pesce e patate 205 Tegame di acciughe alla ligure 206 Scaloppe di rana pescatrice con porcini e patate 207 Gamberoni in crema Parmentier al tartufo nero 208 Polpo e patate 209 Crema di patate e calamaretti 209 Patate e muscoli al forno 210 Capesante su spuma di patate con caviale 211 00 Benedetta patata.indb 10 08-Mar-13 3:28:11 PM indiceXI Leccia abbrustolita su vellutata di patate allo zafferano 212 Baccalà fritto in crosta di patate con soya caramellata 213 Baccalà con cipolle e patate 213 Stoccafisso in umido 214 Stoccafisso bollito 215 Seppie con patate e carciofi 215 Seppie e patate 216 Involtini di petto di pollo 216 Crema di patate con crepinette al sanguinaccio, pinoli e scorzette di agrumi 217 Petto di faraona farcito in crosta di patate 218 Insalata di cervo 220 Tortino di patate con salsa di porri e piccione e mostarda di pere cotogne 221 Budino di patate con ragù d’anatra e uova di quaglia in camicia 223 Gusti senza frontiere 224 Zuppa di trippe e patate con erba cipollina 225 Tortino di patate schiacciate con il cotechino 226 Crocchette di patate e petto di pollo 227 Omelettes 228 Una patata di 2 chili 229 Contorni e piatti unici 231 L’arte della frittura: patatine e chips 231 Patate grigliate 233 Patate, sedani e finocchi al forno 233 Involtini al lardo 234 Mozzarella e Fontina in carrozza 234 Patatine con finta “fondue” 235 Patatine dolci alla scandinava 236 Pere e patate 236 Patate, verza e pancetta 237 Focaccette di patate con cavoli neri 238 Patate ripiene I 238 Patate ripiene II 239 Patate ripiene III 240 Patate e pomodori al forno 241 Patate al forno con le cipolle 241 00 Benedetta patata.indb 11 08-Mar-13 3:28:11 PM XII benedetta patata Teglia di patatine novelle, porri e acciughe 242 Patate arrostite 243 Patate in padella 243 Patate alla pizzaiola 243 Polenta di patate 244 Crocchette di patate 244 Crocchette di patate I 245 Patate Suzette 246 Patate a trucioli 246 Patate all’Ungherese 247 Soufflé di Patate 247 Patate fondenti 247 Gratin di patate alla Dauphinoise 247 Patate Gratinate 248 Patate alla Lionese 248 Patate alla Maître-d’Hôtel 248 Patate Mireille 249 Patate Mirette 249 Patate dauphines 249 Patate duchessa 250 Pommes Berny 251 Torta di patate alla svizzera 251 Flan di patate e funghi porcini con fonduta valdostana e tartufi bianchi 252 Torta di patate e funghi porcini 253 Patate al burro 254 Zuppa di patate e funghi porcini 254 Patate e Fontina 255 “Bagna cauda” in padella 255 Pizza di patate 256 Pizza peperone e acciughe 257 Patate e cipolle al forno 258 Patate all’aglio 258 Patate croccanti 259 Patate fritte all’agliata 259 Soufflè di patate 259 Polpettone di patate 260 Focaccette 261 00 Benedetta patata.indb 12 08-Mar-13 3:28:11 PM indiceXIII Zuppa di patate e porri 261 Sformato di patate 262 Tortini di patate 262 Patate stufate con olive 263 Torta di patate I 264 Torta di patate II 264 Bacciocca 265 Frittata di patate 266 Patate bollite con l’olio d’oliva ed erbette 266 Patate alla maniera di Emilia 267 Insalata fredda 267 Patate e funghi al forno 268 Insalata olandese 269 Insalata parigina 269 Tortini di patate al forno 270 Potage Parmentier 270 Skilã 271 Tortino di patate e porri con fonduta valdostana 272 Patate e carciofi 272 Patate e besciamella 273 Gratin di patate 273 Patate e polenta 274 Crocchette di patate e noci 274 Frandura 275 Purè di patate 275 Patate al profumo di alloro 276 Le patate di un “cuocosauro” 276 Frico con patate 277 Torta di patate 278 Dolci 281 La fecola 281 Sfoglia di patate farcita con ricotta al profumo di mandarino, pinoli e uvetta con crema all’anice stellato 282 Sollucchero di patate 283 Carafoi di patate 284 Pani di patate al limone 284 Polpette di patate dolci 285 00 Benedetta patata.indb 13 08-Mar-13 3:28:11 PM XIV benedetta patata Chifeleti di patate 286 Frittelle dolci con patate 286 Budino dolce di patate 287 Torta bianca di patate 287 Torta di patate e cioccolato 288 Sablì 289 Sandtart 290 Torta africana 290 Torta dolce di patate 291 “De pomi de Terra ossia patate”. Le nuove prospettive del buono 293 Gelato di patatine fritte 294 Sfera magica di patate e Parmigiano Reggiano 294 La patata in attesa di diventare tartufo 296 Bibliografia 298 Indice dei ristoranti citati 300 00 Benedetta patata.indb 14 08-Mar-13 3:28:11 PM Presentazione Salvatore Marchese ha il dono squisito di portare chi legge i suoi libri in un affascinante mondo fatto di sapienza culinaria. La sua scrittura insomma avvince, incatena. Il libro Benedetta patata (ora in nuova edizione) è pieno di ricette che lui ha scelto fra le tante incontrate nei suoi viaggi di giornalista specializzato seguendo il filo del suo palato di gourmet raffinato. E poiché c’è sempre un intento filologico del gusto in ciò che scrive, le sue non sono le “solite” ricette di cui è inflazionata ormai l’editoria, ma autentici “racconti gastronomici”. Il susseguirsi dei passaggi è infatti sostenuto dal sottile filo rosso del piacere che offrirà il piatto. Sono tutte ricette selezionate nelle quali affiorano a volte nomi celebri. E accade che a una elaborazione semplice (Insalata di patate, fagioli e tonno) segua spesso l’eccellenza, il clou: Patate, maionese e caviale. Lo stile leggero rende godibili anche le parti storiche del libro, aggiornato con documenti raccolti dall’autore seguendo un lavoro rigoroso di ricerca. Appare nel corredo storico un “manualetto a stampa”, inviato nel 1793 ai parroci della Serenissima Repubblica di Genova. De’ Pomi di Terra è il titolo della lettera. Il preciso metodo di lavoro di Salvatore Marchese è ispirato a tracciare un quadro completo sull’argomento patata, da trattare e da risolvere attraverso varie angolature, anche quella estetica. Le ricette, infatti, a volte sono scelte per quella sinergia degli elementi che dà origine a un capolavoro di gusto in cui si fondono il bello e il buono. Ne è un esempio: Sfoglia di patate farcita con ricotta al profumo di mandarino, pinoli e uvetta con crema all’anice stellato. Perché mi è piaciuta molto la prima edizione. Perché mi piace ancor di più questa nuova edizione. Sono una curiosa della genealogia dei sapori e assolutamente una golosa di patate. Lo sono a tal punto che considero due patate di Pignone bollite accompagnate a un caprino mantecato con erba cipollina e un filo d’olio extravergine d’oliva 00 Benedetta patata.indb 15 08-Mar-13 3:28:11 PM XVI benedetta patata della varietà ligure razzola di produzione biologica una cenetta da regina. Quando uscì la prima volta ho letto il libro in un soffio: una notte e un giorno, tornando a leggere e rileggere alcune ricette che mi avevano acceso la voglia di provarle. La presente edizione di Benedetta patata mi sembra un’operazione editoriale davvero geniale. Tornare sul tema aggiungendo qualcosa di nuovo, vuol dire che la voglia di continuare ad annotare usi e consuetudini non è mai venuta meno nell’autore. Dar nuova vita al testo precedente è a mio avviso una specie di lifting per portare dentro contemporaneamente inedite emozioni del palato e nuovi indizi storici. Ho considerato un autentico privilegio leggere in anteprima il nuovo lavoro, ho provato una sorta di felicità. Le patate fanno parte della mia vita. Ho trascorso la prima infanzia, fino ai sette anni ad Aulla. Tre erano i piccoli poderi dove mio nonno Domenico seminava le patate ad aprile. Era la nonna che, verso la metà di agosto, con una zappettina e con gesti misurati, le toglieva dal terreno scuro della Marina riponendole dentro un grembiule consunto, piegato sulla vita in modo da formare una sacca. A casa metteva le patate a cuocere nella cenere nell’ampio cammino sempre acceso. Un solo pizzico di sale e il cielo era dentro di me. Soffici, delicate, la buccia sottile che si staccava a velo. E poi, eccole nella bocca a piccoli morsi, con quella sensazione di delizioso appagamento. Ogni libro di Salvatore Marchese si legge come un romanzo. Il suo stile veloce e discorsivo permette un approccio agevole. Le sue ricette diventano racconti molto godibili. Una volta, alla presentazione di una sua opera, ho sentito una signora confessare: “Sa che il suo libro La cucina di Lunigiana è sul mio comodino e ne leggo un pezzetto ogni sera prima di addormentarmi? Il suo modo di scrivere e raccontare mi distende e mi fa da dolce preparazione al sonno”. Ci sono momenti in cui lo scrittore enogastronomo diventa un letterato. In Benedetta patata a proposito di Elogio del minestrone si legge: “profumate alchimie casalinghe composte con verdure di stagione”. Salvatore Marchese sta parlando di “trasformazione” degli ingre- 00 Benedetta patata.indb 16 08-Mar-13 3:28:11 PM presentazioneXVII dienti, ma la struttura del discorso è quella dello scrittore raffinato. Lo conferma anche un “divertissement” in copertina, che comincia così: un patatone dal naso a patata accompagnato dal figlioletto patatino E poiché lo conosco da tanto tempo, mi piace terminare con una nota affettiva. Quando si legge una ricetta semplice come Polpette di patate dolci, c’è dentro aria dei Colli di Luni. Aria di casa. Aria di Castelnuovo Magra e di mamma. Sua madre amava i gusti staccati e le armonie del cibo. Ed è riuscita a trasmettere al figlio questo dono particolare. Poi lui ha vestito di parole questa grazia ricevuta. Tutto questo lo si potrà gradevolmente riscontrare nelle pagine che seguono. Grazie, Salvatore. Gabriella Molli Studiosa di cucina del territorio spezzino 00 Benedetta patata.indb 17 08-Mar-13 3:28:11 PM La scoperta di un manicaretto nuovo fa per la felicità del genere umano più che la scoperta di una stella. *** E voi finalmente, gastronomi del 1825, che trovate già la sazionetà in mezzo all’abbondanza, e sognate pietanze nuove, voi non godrete delle scoperte che la scienza prepara per l’anno 1900, come i cibi minerali e i liquori ottenuti con la pressione di cento atmosfere: voi non vedrete ciò che viaggiatori non ancora nati faranno arrivare da quella metà del globo che rimane ancora da scoprire o da sfruttare. Come vi compiango! – Anthelme Brillat-Savarin 00 Benedetta patata.indb 18 08-Mar-13 3:28:11 PM Patate nella cenere Stefanina era una giovane splendida contadina dai lunghi rossi capelli e attizzava il fuoco già la mattina presto, risvegliandolo dal quieto torpore notturno. Riempiva il paiolo d’acqua e lo attaccava al gancio della catena che pendeva dalla cappa del largo camino. Spesso, nella tarda mattinata versava nel recipiente manciate di farina gialla. La polenta doveva servire per tre o quattro volte. Fresca, prima, con il baccalà bollito con le patate e le cipolle o, più di rado, con lo stoccafisso in umido. Nei giorni di festa, se suo marito non era andato a caccia poteva esserci il coniglio in padella. La polenta, poi, era buona fritta o abbrustolita sulla graticola. Le patate, però, erano sempre un gustoso contorno. Accanto al fuoco, vicino ai fornelli a carbone, c’era una piccola panca, la mia. Si trattava di un eccezionale punto di osservazione per ammirare le fiamme che ubbidivano scoppiettando ai miei fantastici gesti di comando. Pino teneva un lembo della cartina tra le labbra, mentre con le mani preparava accuratamente la miscela di tabacco. Con le molle consunte stringeva la brace e accendeva la sigaretta. “Ci siamo quasi. Una fumatina e poi vediamo se sono cotte.” Le patate si trovavano sotto la cenere calda, ai margini del fuoco, nella “burnisa”. Mi piaceva spellarle, sentirmi scottare le dita. Bastava un pizzico di sale per renderle una prelibata merenda. Ne pretendevo almeno due, per rifarmi di quando le patate venivano messe a bollire con il cavolo e le tagliatelle. Le detestavo in quel caso. L’olio sì, che era buono: magari solo con la polenta o il pane. Pino e Stefanina, i miei nonni, i genitori di mia madre, di olio ne avevano in abbondanza, negli orci di terracotta. Potevano permetterselo sulle patate preparate nella cenere e su quelle bollite, più di sessant’anni fa. Con tre spicchi d’aglio e rametti di rosmarino vi rosolavano le patatine no- 00 Benedetta patata.indb 19 08-Mar-13 3:28:11 PM XX benedetta patata velle. Asciutte e croccanti fuori, morbidissime, quasi soavi, dentro. Una squisitezza senza fine. Pino ci beveva su mezzo fiasco di vino. E raccontava delle sue esperienze di furiere, nella guerra dell’Abissinia. Non potevo neppure lontanamente supporre, in quei giocosi momenti, che un giorno mi sarei cimentato con la gustosa prospettiva di scrivere un libro proprio dedicato alle patate. L’occasione, del tutto casuale, si sarebbe presentata con il rinvenimento di un testo risalente alla fine del 1700 riguardante i fatidici “pomi di terra” e le loro incommensurabili virtù. Frutti del sottosuolo, gli strani tuberi portati dall’altra parte del mondo, ma benedetti dal Signore per le loro prodigiose proprietà alimentari, una sorta di provvidenziale manna ipogea venuta alla luce per sostenere la povera gente nei disagi procurati dalla fame e dalle carestie. S. M. 00 Benedetta patata.indb 20 08-Mar-13 3:28:11 PM Dalle Ande agli Appennini e alle Alpi La patata, tubero di sicure origini andine fu portata in Europa dagli spagnoli, i quali la scoprirono in seguito alla conquista delle terre degli Incas, verso la fine del 1500. I Padri Carmelitani scalzi la fecero conoscere in Italia, a Genova. Nella Superba, l’ordine religioso avviò l’edificazione del primo convento nel 1584. La coltivazione, nelle diverse regioni, non andò di pari passo. Molti infatti la ritenevano unicamente una pianta ornamentale, altri la consideravano nutrimento per gli animali. Per circa due secoli, pregiudizi e ignoranza ne impedirono l’apprezzamento sia delle proprietà alimentari per l’uomo sia delle valenze gustative. Verso la fine del 1700, le sempre più frequenti carestie e il bisogno di trovare alternative alla farina di frumento – il mais non era sufficiente, da solo – indussero i governanti delle singole regioni ad intraprendere vere e proprie campagne promozionali per favorire la coltivazione e il consumo delle patate. Esse, da tempo, erano entrate nelle consuetudini quotidiane delle popolazioni britanniche (irlandesi in particolare), tedesche, olandesi e svizzere e, sia pure in epoca più recente, francesi. In Italia, i timori dell’uomo potrebbero essere stati provocati da incertezze riguardanti la provenienza degli strani frutti sotterranei nati in paesi lontanissimi. Alla voce “pattatta”, “patata”, il vocabolario genovese-italiano di Giovanni Casaccia, pubblicato a Genova il 4 novembre 1851, spiega: “pianta che si coltiva per la sua radice tuberosa, la quale si mangia cotta, e ridotta in farina se ne fa pane e amido, è originaria nella Virginia, paese dell’America settentrionale. Dicesi anche Pomo di terra, ma è francesismo”. Lo stesso manuale inviato ai parroci liguri nel 1793 si apre con l’affermazione: “I pomi di terra, detti anche volgarmente patate, 00 Benedetta patata.indb 1 08-Mar-13 3:28:11 PM 2 benedetta patata sono una pianta farinacea del genere bulboso. Essa ci venne d’America verso la fine del secolo XVI, e precisamente dalla Virginia. Conosciuta di que’ dì da pochi in Europa, ne fu insensibilmente tramandata la coltivazione”. La Virginia, tuttavia, costituì esclusivamente una tappa intermedia nel lunghissimo viaggio dalle Ande all’Europa. Sono storie che coinvolgono direttamente sir Francis Drake (1541-1596), il primo inglese in grado di circumnavigare il globo – nel 1588 –, figura leggendaria della marineria britannica. Egli aveva visto per la prima volta i tuberi il 28 novembre 1577, mentre era impegnato nel compiere il giro del mondo, al largo della costa del Cile, nell’Isola di Mocha: “Gli abitanti ci vennero incontro sulla spiaggia dimostrandoci amicizia e porgendoci patate, radici e due grasse pecore”. L’argomento è di notevole interesse perché tira in ballo le vicende storiche di un continente misterioso e affascinante – ricordiamo lo splendore delle civiltà precolombiane – come il Sud America e le guerre tra le flotte europee per il controllo dei traffici mercantili del mondo conosciuto. Il tema è analizzato dettagliatamente nella “Storia sociale della patata” un libro di oltre 400 pagine dal significativo sottotitolo “Alimentazione e carestie dall’America degli Incas all’Europa del Novecento”. Un romanzo in piena regola, con tanto di trama e ritratti di protagonisti. Grazie alla Virginia, qualcuno pensò addirittura che la patata fosse un prodotto inglese. Dalla Gran Bretagna, per la verità, la solanacea giunse in Francia – ma non come cibo per la gente – e in altri paesi. I sudditi di Sua Maestà, transfughi per motivi politici e religiosi, la portarono come fondamentale risorsa – adatta agli uomini e agli animali – emigrando nell’America del Nord, gli Stati Uniti. Certo è che la patata diventò l’elemento predominante nella dieta degli irlandesi, considerati così prolifici – le famiglie erano molto numerose – per gli ingenti consumi che ne facevano. La patata, insomma, si guadagnò la fama di potente afrodisiaco rinnovando antiche credenze. Il fatto è che a partire dal 1845 il “male della ruggine” attaccò violentemente le piante di patate in tutta l’isola provocando enormi disastri che si protrassero per alcuni anni. 00 Benedetta patata.indb 2 08-Mar-13 3:28:11 PM dalle ande agli appennini e alle alpi3 Per migliaia e migliaia di persone la forzata emigrazione negli Stati Uniti costituì l’unica via di fuga dalla rovina e dalla morte per carestia. La grave virosi, infatti, impediva sia il raccolto annuale sia la semina per la stagione successiva. Essendo sempre stati prodotti a basso costo – con un favorevolissimo rapporto tra proprietà nutritive e superficie impegnata per la produzione – i tuberi potevano soddisfare le necessità della popolazione e essere contemporaneamente utilizzati per ingrassare i maiali. Nel caso del mais, tutto fu assai più semplice. La povera gente imparò in fretta in Italia, in Liguria e in Valle d’Aosta, in Toscana e nelle Venezie, a preparare la polenta con la gialla farina di granturco. La fame aiutò il mais – dalle pannocchie illuminante dal sole, frutti del Signore – a diventare familiare in ogni contrada. Anche se più lentamente, la fame rese giustizia alla patata. La scintilla scaturì così in Francia, sotto il regno di Luigi XVI, grazie all’intuito del farmacista e agronomo Antonio Agostino Parmentier (1737-1813), il cui spirito di osservazione sarebbe stato premiato da un bacio della regina Maria Antonietta. Prigioniero dei Prussiani, nel 1751, in più circostanze era stato costretto a mangiare patate, sotto la minaccia dei carcerieri. La sua cultura lo indusse alla riflessione. Cominciò a guardare ai pomi di terra quali validi e economici integratori della farina di frumento per ottenerne pani. Al ritorno a casa, egli scrisse un libro, in seguito tradotto in Italia, sulle virtù alimentari e gastronomiche della patata. Le sue elaborazioni riscossero i lusinghieri apprezzamenti della corte reale. Ma il vero problema era convincere il popolino a mettere da parte i sospetti sugli strani frutti del sottosuolo. Il re e il devoto collaboratore – al quale sono state legittimamente dedicate un’infinità di ricette – concordarono un piano strategico per persuadere la plebe circa le benefiche proprietà organolettiche dei frutti della strana – e in qualche maniera velenosa – pianta esotica, fino a quel momento coltivata per motivi ornamentali. Luigi XVI diede l’ordine di seminare dei terreni reali e di sottoporli a strettissima sorveglianza, durante il giorno, da parte di soldati fida- 00 Benedetta patata.indb 3 08-Mar-13 3:28:11 PM 4 benedetta patata tissimi. La notte, le guardie si ritiravano nelle caserme per spiare le mosse degli increduli “visitatori”. Perché il sovrano si preoccupava di fare presidiare i campi dei tuberi americani? Ne valeva la pena? La necessità, la gola e la curiosità spinsero anche i più diffidenti a cercare di capire il mistero. Cedettero anche i più riottosi: la polpa amidacea, mondata della buccia, non era poi tanto malvagia. Si prestava a parecchie manipolazioni. Aveva proprietà medicamentose. Preservava dallo scorbuto: chi andava per mare, durante gli interminabili viaggi, se ne procurava una scorta abbondante. Un’abitudine che si è perpetuata nel tempo: la patata ha consolidato la fama di ingrediente particolarmente adatto ad assecondare i ritmi della cucina di bordo, a tutte le latitudini. Nella lista delle vivande del lussuoso transatlantico Federico “C”, in crociera verso i fiordi norvegesi, alla fine del mese di maggio del 1979, le patate sono proposte, di giorno in giorno, nelle versioni: al naturale, rosolate, a fiammifero, a castello, fondenti, in foglia, a spicchio, in purea, Parmentier, chips, a vapore, al forno, arrosto, paglia, al rosmarino, in zuppa con fidelini. Senza contare l’insalata russa e l’immancabile sformato. Fu il principio della rivoluzione, almeno per la Francia. In Italia, probabilmente a causa della effettiva difficoltà di comunicazione tra gli stati e gran ducati divisi da frontiere e dazi doganali, occorse un po’ di pazienza. I nostri gnocchi, insomma, furono messi a punto tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Il colpo di genio potrebbe consistere nell’intento di risparmiare la farina di frumento per sfruttare la disponibilità delle patate. In Italia, del resto, il concetto del semplice impasto di farina e acqua da dividere in minime particelle di varia foggia – troffie, pinci, orecchiette, corzetti e altre tipologie più o meno simili – era solidamente affermato fino dall’epoca medievale. Spesso, gli stessi “maccaroni” non erano altro – e il termine è rimasto nella tradizione di alcune regioni – che gnocchi: porzioni di pasta più o meno piccole da servire, a seconda dei casi, con olio d’oliva, burro, zucchero, mandorle e sughi assortiti. 00 Benedetta patata.indb 4 08-Mar-13 3:28:11 PM dalle ande agli appennini e alle alpi5 Patate e gnocchi si affermarono grazie all’appassionato intervento dei preti opportunamente istruiti, e di borghesi illuminati quali il notaio Fruttaz di Torgnon in Valle d’Aosta, dove le patate entrano, con le carni e le barbabietole, nella composizione dei boudins, nel 1777 e l’avvocato Zucchi nell’elegante cittadina di Pontremoli, nella Lunigiana toscana, sulla strada per la Cisa, tratto della via Francigena. Autori tra i più disparati, come rileva Piero Camporesi nella sua introduzione all’edizione Einaudi della Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, si impegnarono nel tessere le lodi dell’impiego cucinario dei tuberi sudamericani. Il riminese Giovanni Battarra nella sua Pratica Agraria (la prima edizione è del 1778) parla dei pregi della patata attraverso un dialogo tra padre e due figli. “Ed è indicativa – dice un commento di Massimo Montanari nel Nuovo Convivio, dove il passo è ripreso interamente – l’osservazione che ai contadini conviene mangiare cibi pesanti e di difficile digestione per sentire il più tardi possibile il morso della fame”. Le ragioni del padre: Provvidenza fa ora che si comincia a introdurre (e voglio qui introdurle anch’io) certe radici forestiere come i tartuffi bianchi, che chiamansi patate… Sono un ottimo cibo per gli uomini non meno che per le bestie. Felici noi, se ne potremo introdur de’ buoni piantamenti; perché non soffriremo mai più carestia. Lo dico da senno. Questa mattina ho portato, come sapete, gli agnelli al padrone, e dopo il mercato son ritornato da lui, e m’ha dato quelle due bisacce di radici come tartufi, che si chiaman patate. Da queste radici si fa pane, si mangian cotte in varie maniere, e avidamente son mangiate da buoi, pecore, porci, pollami, piccioni, etc., per cui s’ingrassan moltissimo… Vi dirò di più, che questo pane, oltre l’aver buon colore e sapore, che come vedete non si distingue dal pan di farina di frumento, ha anche queste due proprietà, che non s’indura se non dopo un mese, d’una durezza come quel di grano, che abbia otto o dieci giorni; e poi non contrae muffa, e questi sono due buoni requisiti… Benedette patate. Quando andiamo a piantarle? 00 Benedetta patata.indb 5 08-Mar-13 3:28:11 PM 6 benedetta patata Autorevoli, dunque, i contributi che giunsero da ogni parte e, come afferma il Camporesi “specialmente dal sacerdote Giovan Battista Occhiolini”– un pioniere, il Parmentier italiano –, che si batté per la coltivazione del pomo di terra (o batata) indicandone tutti i possibili vantaggi nei più svariati settori economici. Nella Memoria sopra il meraviglioso frutto americano chiamato volgarmente patata (Roma 1784, p. XI), indirizzata nel 1784 al cardinale Casali, prefetto del buon governo, accenna brevemente all’impiego alimentare del frutto americano che “l’ignoranza, e l’avversione de’ contadini ha tenuto sepolto … sebbene siansi trovati nelle più lagrimevoli miserie delle passate carestie. Provino essi … riprovino di nuovo, e dopo molte riprove troveranno quel medesimo vantaggio, che il pubblico ritrovò nel granoturco, il quale, mentre era abborito nella sua introduzione in Europa, altrettanto è ora non solo rimedio alle micidiali carestie, ma serve di graziose vivande nelle tavole de’ Grandi…”. L’Occhiolini suggerisce anche una serie di proposte cucinarie, molte generiche per la verità, fra le quali è possibile intravedere l’atto di nascita dei gnocchi di patata: “Con questa stessa farina potran farsi le sfoglie per i tagliolini, maccheroni, ciambelle, biscotti, e altre sorte di paste, come parimenti possono farsi con la metà di farina di grano, e altrettanto di pasta di patate cotte, aggiungendovi alcune uova; e nella stessa maniera si faranno ancora delle frappe, o frittelle fritte specialmente nel butirro. Lo stesso si fa anche con la metà di farina di grano, e l’altra metà di patate cotte”. Oltre alle operette dell’Occhiolini e dell’Onorati, bisogna ricordare la vasta pubblicistica scientifica ed economica sull’argomento, che vede la cultura agraria italiana concorde nel sollecitare la politica di valorizzazione della patata: Antonio Zanon, Della coltivazione e dell’uso delle patate e d’altra piante commestibili, Venezia, Fenzo, 1767; id., Lettere intorno alle patate ecc., Roma 1785; Filippo Baldini, De’ pomi di terra, ragionamento, Napoli 1783; id., Maniera di non far provare più la fame al minuto popolo, ovvero trattato con cui si insegna la coltura e l’uso utilissimo delle patate, Fermo 1796; Niccolò Delle Piane, De’ pomi di terra, Istruzione economica, Genova, Scionico, 1793; Anonimo, De’ pomi di terra, Genova 1793; Enrico 00 Benedetta patata.indb 6 08-Mar-13 3:28:11 PM dalle ande agli appennini e alle alpi7 Mozzi, Pane economico ossia di patata secondo il Signor Parmentier, Bergamo 1796; Carlo Amoretti, Della coltivazione della patata e loro uso, Parma 1801; Anonimo, Collezione di quanto si è scritto di più importante e di più adatto intorno alla coltivazione ed uso delle patate. Preceduta dal Sovrano generale Stabilimento per le sovvenzioni economiche de’ poveri e dalle istituzioni correlative per eseguirlo, Napoli, Stamp. Simoniana, 1803, interessante anche per le tavole di carattere tecnico come la “gramola per le patate” e il “fornello per uso delle suppe economiche”, oltre che per la cucina assistenziale dei poveri (le “suppe economiche”) che nell’Ottocento si concretizzò, negli anni della fame del proletariato urbano, nelle popolari “cucine economiche”; Anonimo, Grido della ragione per la più estesa coltivazione de’ pomi di terra diretto a’ coloni e possidenti, Milano, Sonzogno, 1815; Baldassarre Americo-Fasani, Della coltivazione delle patate e dei diversi usi delle medesime, Napoli 1817; Giuseppe Gialdi, Della coltivazione dei pomi di terra, loro uso e utilità, Parma 1817; Paolo Benni, Osservazioni sopra la coltivazione delle patate ecc., Bologna, Ramponi, 1817; Filippo Re, Saggio sulla coltivazione e su gli usi del pomo di terra ecc., Milano, Silvestri, 1817. Vale la pena notare come gli opuscoli crescano di numero nel corso del 1817, anno di sinistra carestia. Ignazio Lomeni, Della coltivazione dei pomi di terra e dei loro usi nella economia domestica e rurale, Milano 1834; Cosimo Ridolfi, Istruzione popolare per la coltura e conservazione della patata, in “Giornale agrario toscano” n.63, 1839. Non si dimentichi quanto scrive Adam Smith nella Ricchezza delle nazioni sulla coltura inglese della patata; né le pagine del Battana, uno dei primi agronomi italiani a intuire l’avvenire di questo tubero in questione (Pratica agraria ecc. cit. I, pp. 118-24). Interessanti, anche per l’antica datazione, le osservazioni di Andrea Navagero indirizzate durante il suo viaggio in Spagna (1525-26) al Ramusio: “Io ho veduto molte cose dell’India, ed ho avute di quelle radici che chiamano batatas, e le ho mangiate: sono di sapor di castagne” (in Opera omnia, Padova, Comino, 1718, p. 315). La lunga e doverosa citazione delle osservazioni di Piero Camporesi pone in rilievo, per la Liguria, la pubblicazione di due opere risa- 00 Benedetta patata.indb 7 08-Mar-13 3:28:11 PM 8 benedetta patata lenti al 1793. Di seguito è riportata quella stampata dagli Eredi di Adamo Scionico, De Pomi di Terra. Sembra esserci una discordanza con quanto indicato dal professor Camporesi; non compare infatti nel libretto, il nome del presunto autore, Niccolò Delle Piane. Un altro Delle Piane, Gaspare, dei Padri Minimi di San Francesco di Paola di Genova darà alle stampe, sempre nel capoluogo ligure, nel 1880, il volume La cucina di strettissimo magro, una interessante raccolta di ricette senza carni, uova e latticini, nel rispetto rigoroso della regola dell’ordine. Ai primi dell’800, le patate non sono ancora considerate quali ingredienti pregiati dagli epulari dell’epoca. Non ne troviamo traccia nella Cucina piemontese (Torino, 1798) e neppure nel Cuoco piemontese ridotto all’ultimo gusto (Milano, 1815). Nella sesta edizione (1832) tra i “libri diversi di agricoltura” ecco la segnalazione di un lavoro dell’Onorati: “Delle patate, loro coltura, uso economico e maniera di farne il pane” (Milano, 1816). Fa eccezione Napoli; la quinta edizione de Il cuoco galante di Vincenzo Corrado (1801) si sofferma con attenzione sui tuberi sudamericani. E pensare che, al nord, tra i più convinti assertori dei pregi dei pomi di terra ci fu lo scienziato Alessandro Volta, il quale li avrebbe seminati – già nel 1777 – in un suo podere, nel Comasco. Li avrebbe conosciuti nel corso di un viaggio in Francia ed Inghilterra, grazie ad amici (e amiche). Documenti attestano che le patate vennero poste ufficialmente in vendita sul mercato di Torino il 26 novembre 1803. Secondo il Gran Dizionario della Gastronomia del Piemonte di Sandro Doglio (Daumerie Editrice, San Giorgio di Montiglio, 1990): “I Valdesi residenti nella zona di Pinerolo le avrebbero consumate regolarmente già nel 1701, infischiandosene dei pregiudizi degli abitanti del luogo. I protestanti contribuirono alla diffusione delle “trifole” – come erano chiamate per la similitudine con i tartufi – in Svizzera e Germania”. L’equivoco, purtroppo, resta tuttora: i tartufi sono funghi ipogei, non tuberi. Per i Valdesi, in ogni caso, le patate garantivano il cibo minimo indispensabile per sopravvivere nell’isolamento al quale erano costretti dalle circostanze. Sempre per quanto riguarda il Piemonte, 00 Benedetta patata.indb 8 08-Mar-13 3:28:12 PM dalle ande agli appennini e alle alpi9 è curioso sottolineare come ricette sui pomi di terra fossero contenute in un volume poco noto, rispetto ai trattati dei più famosi cuochi di corte: Polizia e Cucina. Istruzioni a una cuoca piemontese del primo ‘800 ristampato dai Cavalieri del Tartufo e dei grandi vini albesi. Il manuale è del 1822. I procedimenti sembrano facilmente collegabili agli insegnamenti impartiti un po’ dappertutto, in Italia, grazie alla collaborazione dei sacerdoti e di qualche volenteroso. Ma dimostrano la progressiva apertura gustativa nei confronti di un ingrediente tanto propizio. – Pattatte pelate sottilmente e tagliate crude in fette sottili si friggono in olio o in burro con sale. – Cotte nella cenere nel forno, o nell’acqua, pelate e tagliate, si gettano in cazzeruola in cui v’è aglio con acciuga stemprata, e si vanno rimescolando, non dimenticando il sale buona dose di pepe. Se vuolsene in insalata vi si confà assai bene la senape. – Nel berrettino. Cotte, pelate e pestate bene (si replica bene) nel mortajo, se ne incorpora la pasta con fior di latte misto, se vuolsi, con latte, buona dose di zucchero, uova e cannella. Unto il berrettino con burro e asperso di pane grattugiato, vi si adatta la pasta, sopra della quale, (cioè nella base del cono) posti pezzetti di burro e pane grattugiato, cuoce a doppio fuoco. Per due libbre di pattate si richiedono due uova, una scarza tazza da caffè di fior di latte, e due cucchiaj di zucchero. Se il miscuglio è fatto alla mattina per empo, onde possa meglio incorporarsi, è di riuscita migliore. Nel suo saggio riguardante le condizioni economiche, sociali e demografiche della provincia di Levante tra il primo e il secondo decennio della unione della Liguria al Piemonte (Camera di Commercio della Spezia, 1986, Tipografia Moderna), Gino Redoano Coppedé osserva: nella provincia di Levante ogni persona che vi abitava consumava in media all’anno, nel periodo 1823-1827, le seguenti quantità di alimenti: grano kg 76,88; segale kg 6,20; orzo kg 11,69; granone kg 50,43; legumi kg 16,63; patate kg 10,18; riso kg 2,28; vino kg 125,77; olio kg 11,33; castagne kg 19,27; frutta 00 Benedetta patata.indb 9 08-Mar-13 3:28:12 PM 10 benedetta patata fresca kg 26,00; limoni kg 0,21; arance kg 1,73; fichi secchi kg 2,42; verdura kg 33,45; formaggi kg 2,64; pesce kg 4,85. Sul piano più squisitamente gastronomico, il merito del progressivo successo delle patate deve essere attribuito ai cuochi di corte come Giovanni Vialardi, forse convinti dall’esempio francese. La metà dell’800, così, vede finalmente la consacrazione dei “pomi di terra” quali ingredienti degni delle tavole nobili. Alcune ricette del Vialardi: Gateau di patate farcito alla savoiarda Mettete in tegame 12 belle e buone patate pelate e tagliate a pezzi, coperte d’acqua, fatele cuocere al fuoco moderato finché sono tenere, scolate l’acqua, asciugatele un po’ sul fuoco, passatele al setaccio; riposte in tegame con 2 ettogr. di butirro fresco, sale, pepe, mettetele sul fuoco, tramenando, finché sono ben lisce, versate un terzo di bicchiere di fior di latte, tratte dal fuoco unitevi 5 rossi d’uova, con i bianchi sbattuti in neve, uniteli leggiermente, giuste di sale, versatele in uno stampo ben unto di butirro chiarificato, coperto di pane grattugiato fino, empito a due terzi, poiché cresce molto, con in mezzo un ragout […]; mettetelo al forno caldo moderatamente, fatelo cuocere un’ora, finchè di color dorato, raffermo nel mezzo, riversatelo sul piatto, e servitelo caldo. Si può ancora farlo cuocere con brace sotto, sopra ed all’intorno, e si fa ancora colle uova intiere senza sbattere in neve i bianchi. Puree di patate all’inglese Pelate 2 chilogrammi di patate giallognole, mettetele in un tegame con acqua, un po’ di sale, fatele cuocere finché cedano alla pressione delle dita, sgocciolate l’acqua, fatele asciugare sul fuoco, passatele al setaccio, rimettetele, in casseruola sul fuoco con 3 ettogrammi di butirro fresco, tramenate forte finché resti ben liscia, aggiungendo mezzo litro di fior di latte poco per volta, un poco di sale, pepe, e servitela calda. Nei dì grassi si può mettere brodo o fondo ridotto: purée ottima per ogni sorta di carne, pesce, uova, e per piatto di mezzo, ecc. 00 Benedetta patata.indb 10 08-Mar-13 3:28:12 PM dalle ande agli appennini e alle alpi11 Patate all’inglese Fate cuocere 2 chilogr. di belle e buone patate nell’acqua bollente adagio, prima lavate e nettate dalla terra, cotte tenere, quando cedono alla pressione delle dita, scolate via l’acqua, riponetele accanto al fuoco finché sono asciutte, pelatele e servitele entro una terrina coperta o zuppiera, oppure senza pelarle, servitele fra una tovaglia piegata in modo che stiano coperte. Si serve nel medesimo tempo a parte del butirro fresco da mangiare con le patate. Patate cotte sotto la cenere Lavate ben nette 2 chilogr. di belle patate gialle dette d’Olanda, inviluppatele entro un foglio di carta umida d’acqua una per una, ponetele in un luogo caldo ove s’è fatto fuoco, coperte di cenere calda e brace viva sopra, lasciatele per 2 ore, secondo il calore che riceveranno, colte tenere, pelatele e servitele caldissime con il butirro, come s’è detto sopra. Patate alla lionese Pelate e date la forma di grossi turaccioli a 2 chilogr. di buone patate, ponetele in tegame coperte d’acqua, con un po’ di sale ed un pezzetto di butirro, fatele cuocere adagio finchè sono tenere, scolate l’acqua, riponetele sul fuoco, fatele asciugare, riversate su tovaglia tagliatele a soldi; quindi tagliate 4 cipolle grosse a dadolini, e fatele friggere con 2 ettogr. di butirro adagio, finchè sono cotte d’un bel color dorato, aggiungete le patate, e fate friggere ancora con sale, versate un po’ di sugo ridotto nei giorni di grasso, disponetele sul piatto, e servitele. Patate alla maître-d’hôtel Preparate cotte e tagliate a fette come s’è detto sopra, due chilogr. di buone patate, ponetele in tegame con 2 ettogr. di butirro fresco, fatele friggere un po’ bionde con sale e prezzemolo trito, un bicchiere di buona salsa bianca o spagnuola, ed un bicchiere di buon brodo, il sugo d’un limone, un po’ di butirro fresco, giuste di sale, servitele calde sul piatto profondo. Patate in salsa bianca o salsa spagnuola Preparate 2 chilogr. di belle patate cotte, tagliate, e fritte nel butirro, come s’è detto sopra, versate sopra 2 bicchieri di buona salsa fatta con brodo bianco e fior di latte ridotto, ed un bicchiere di buon brodo, ridotto un po’ assieme, giuste 00 Benedetta patata.indb 11 08-Mar-13 3:28:12 PM 12 benedetta patata di sale, un po’ di pepe, il sugo d’un limone, tutto ben mischiato, in salsa bianca servitele calde nel piatto profondo. Invece di salsa bianca si può mettere della salsa spagnuola ed un bicchiere di buon sugo, e tutto finito allo stesso modo. Patate alla provenzale Pelate e tagliate delle patate a grossi soldi; mettete un po’ d’olio fino nella padella, o del butirro, con del prezzemolo, un po’ d’aglio e cipolla triti fini, fritti un poco, aggiungete le patate, fatele cuocere sul fuoco ardito finchè hanno preso un po’ di colore, finite di cuocere adagio coperte, con sale, pepe, spezie, finchè sono tenere, versatele sul piatto, e servitele calde. Purée di patate in crostata alla printanière Pelate 12 belle e grosse patate, con esse formate 12 belle crostate, dando loro la forma d’un bel vaso o d’un canestro, lavorate all’intorno e vuotate dentro, fatele friggere adagio a grande frittura nella padella sul fuoco ardito, lasciatele cuocere scuotendo nella padella finché sono cotte tenere, e d’un bel color bronzino, sgocciolate su tovaglia, empitele d’una buona purée […], guarnitele piantando delle punte di asparagi ben verdi cotte con acqua e sale, delle patate fatte a piccoli fusi cotte come sopra, qualche piccolo pezzetto di carota fatto a fuso e cotto nel brodo, con un po’ di butirro ed un pizzico di zucchero; e servitele calde il più che potete. Si possono variare empiendole di purée di piselli verdi, di purée di carote, di purée di tomatiche, indi guarnite la rossa di patate cotte bianche, la verde di carote, la gialla di piselli verdi. Questo modo servirebbe per fare una buona guarnitura svariata a piatti di carne o di pesci, in occasione di un elegante pranzo. Patate alla bergamasca Pelate 6 belle patate grosse, tagliatele in due parti, e formate una specie di nidi d’uccelli con il coltello dentellato vuotandoli dentro; fate una farcia con un po’ di lardo, 1 ettogr. di carne magra netta dai nervi, un po’ d’aglio, prezzemolo, un pezzetto di mollica di pane umida col latte, sale, pepe, un po’ di cipolla, tritate tutto ben fino, con un uovo intero, empite le patate, ponetele in tegame largo e piatto con butirro chiarificato sotto abbondante, spolverizzate sopra un po’ di pane pesto, umiditele di butirro fuso, ponetele sul fuoco forte, finchè un po’ colorite sotto, quindi adagio con fuoco sopra od al forno, cotte tenere d’un bel colore, servitele caldissime. 00 Benedetta patata.indb 12 08-Mar-13 3:28:12 PM